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Memoria - a Villa Emma il convengo "Un luogo a questa storia", dedicato al progetto per la costruzione di un memoriale dei ragazzi ebrei salvati proprio a Villa Emma durante la Seconda guerra mondiale -

Bologna, 7 marzo 2014 -

Trasformare un "luogo della memoria" in "memoriale", con l'obiettivo di "far crescere nei giovani la consapevolezza del valore dei diritti umani e della partecipazione democratica": la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, ieri, in occasione della Giornata europea dei Giusti, ha partecipato a Nonantola (Mo), a Villa Emma, al convengo "Un luogo a questa storia", dedicato al progetto per la costruzione di un memoriale dei ragazzi ebrei salvati proprio a Villa Emma durante la Seconda guerra mondiale.

"Sappiamo quanto la memoria dei fatti che hanno segnato nel territorio e nelle persone la nostra storia nazionale e locale sia di vitale importanza per il suo valore sociale, educativo e formativo ed è strettamente necessaria alla crescita culturale e alla coesione sociale del Paese- spiega Costi-, e Villa Emma è senza dubbio il luogo simbolo, che riveste un interesse cruciale per la storia e la memoria nazionale, un luogo simbolo in cui la comunità regionale si riconosce". In particolare, sottolinea la presidente, "la testimonianza dei Giusti, dei salvatori e il racconto degli episodi di salvataggio sono l'altra memoria della Shoah, quella grazie alla quale la Shoah entra in una storia comune, positiva, in cui è possibile riconoscersi innescando un processo di conoscenza".

A Villa Emma tra il 1943 e il 1945 don Arrigo Beccari riuscì a salvare una settantina di giovani ebrei provenienti dell'est Europa, sottraendoli alle persecuzioni nazifasciste e ai campi di concentramento fino alla salvezza in territorio svizzero. "La vicenda testimonia un tratto comunitario dei cittadini dei nostri territori, un legame che arriva fino ai nostri giorni e parla di valori che oggi si possono salvaguardare tramandando quei fatti- continua la presidente-, un progetto educativo funziona non quando muove genericamente a compassione per le vittime o quando trasmette una conoscenza impersonale degli eventi, ma quando subentra un intreccio tra particolare e individuale e quando una singola vita viene considerata unica, preziosa e insostituibile, mentre si attua una comprensione globale, complessiva ed universale degli eventi".

Per questo motivo, "il rapporto duraturo e continuativo che si è instaurato con gli ex-ospiti, la conservazione della memoria attraverso la ricerca storica e l'attività didattica rivolta alle scuole sono un tessuto connettivo che deve conservarsi anche al di là della memoria dei testimoni e dei sopravissuti. L'Assemblea regionale- chiude Costi- è con chi, attraverso il quotidiano impegno e investimento personale e collettivo, tiene alta la guardia, si prodiga per attrezzare i giovani cittadini con gli anticorpi della conoscenza e della responsabilità, per reagire a quei sintomi di disgregazione che sfociano in odi razziali e xenofobi sempre pericolosi, e promuovere invece una società democratica, aperta e solidale, forte dei valori comuni dell'identità e della cittadinanza europea".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

O lo si ama o lo si odia. Dopo la trasmissione in chiaro, su Canale 5, della "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, che ha vinto l' Oscar come miglior film straniero, le opinioni di chi ha visto il film sono divise...

Parma, 6 marzo 2014 - Di Manuela Fiorini


O lo si ama o lo si odia. Dopo la trasmissione in chiaro, su Canale 5, della "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, che ha vinto l' Oscar come miglior film straniero, le opinioni di chi ha visto il film sono divise. C'è chi lo ha trovato troppo lungo, chi senza trama, chi ha apprezzato la fotografia e il montaggio.
Certo, gli stacchi pubblicitari e addirittura, la trasmissione di un telegiornale nel bel mezzo del film hanno dilatato notevolmente i tempi di una pellicola non facile.
Quello di Sorrentino è, in sé, un film lento, che invita alla riflessione. Rimane certamente deluso chi si aspetta una trama avvincente, dei personaggi delineati, delle scene di azione. Perché la vera forza della "Grande bellezza" è l'avere tradotto la poesia in immagini, che poi è la vera essenza del cinema. Un componimento poetico è per molti incomprensibile a una prima lettura, poi, però, lo si rilegge con attenzione e ci si accorge che ogni parola evoca qualcosa d'altro, che è estremamente soggettivo: un ricordo, un'emozione, una sensazione.
Il film si apre con la scena di una festa, fantasmagorica, eccessiva. Ci si aspetta di vedere dei giovani, invece, i personaggi sono tutti vecchi. Anziani che si comportano da ragazzi, che quasi si sforzano di godere di un divertimento forzato per trattenere un tempo che non è più il loro, finendo per diventare caricature di se stessi. Poi appare Jep Gambardella, un immenso Toni Servillo, io narrante e spettatore di un mondo che sì, gli appartiene, ma nel quale comincia ad avvertire qualche nota stonata. C'è qualcosa che comincia ad andare stretto a Jep, 65 enne giornalista di costume cinico, disilluso, annoiato, che è stato anche scrittore e che vive di una fama riflessa per l'unico libro di successo, "L'apparato umano", scritto a poco più di vent'anni. Ha smesso di scrivere libri Jep, per pigrizia, perché impegnato a uscire tutte le sere in nome di quella mondanità che lo porta a frequentare feste tristi e coetanei ricchi e annoiati, fondamentalmente soli.


«Siamo tutti sull'orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che farci compagnia, prenderci un po' in giro»


Jep vive in un attico con un terrazzo dal quale ammira il Colosseo e la bellezza decadente di Roma, specchio di un tempo perduto e tenacemente mantenuto vivo.
Il film di Paolo Sorrentino è più decadente e proustiano che felliniano. Due volte il regista cita Proust e la sua "Ricerca del tempo perduto", che per Jep coincide con "La grande bellezza" del titolo.
Jep Gambardella cammina lento in una Roma crepuscolare, fatta di scorci inediti e punti di vista che non avevamo mai notato. Una Roma crepuscolare che rispecchia il nostro "non essere un paese per giovani". Perché quello della "Grande Bellezza" è un mondo in cui i vecchi vogliono essere giovani, ma per i giovani, quelli veri, non c'è posto. I personaggi "giovani" sono tristi, malinconici, depressi e, a poco a poco, scompaiono, anzi, spariscono, per dare ai vecchi l'illusione di prolungare la giovinezza oltre il limite. Scompare Elisa, il primo amore di Jep. Scompare Andrea, il figlio di Viola, e scompare la triste Ramona, spogliarellista che nasconde un tragico segreto.
Jep farà un percorso interiore che lo porterà a confrontarsi con se stesso e sul motivo che lo ha portato a non avere più scritto nulla dopo il primo romanzo. Ci vorrà una piccola suora, Suor Maria, detta "La Santa", missionaria in visita a Roma, che richiama nell'aspetto fisico Madre Teresa di Calcutta. All'inizio, nella sua estrema vecchiaia , ha 104 anni, uno sguardo che sembra spento, ma, invece, vede oltre, sembra quasi un personaggio caricaturale. Tuttavia, bastano poche scene per fare emergere la sua vera forza: la mondanità, la decadenza morale non la intaccano. Rifiuta un'intervista per il giornale di Jep , "perché la povertà non si racconta, si vive", dorme per terra, mangia solo radici "perché le radici sono importanti". A lei Jep confesserà di non avere più scritto perché cercava "la grande bellezza", quella motivazione, quella fonte di ispirazione, che non ha più ritrovato dopo il primo libro.


«Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?».


Confessa questo suo "blocco dello scrittore" alla piccola suora all'alba di una Roma sonnolenta, metafora di un nuovo inizio, sul suo terrazzo miracolosamente affollato di fenicotteri rosa. Basterà un sospiro alla piccola suora per farli levare in volo, portando via con sé la vacua bellezza della vanità. Jep troverà la motivazione per riprendere a scrivere, si recherà all'isola del Giglio, dove rievocherà il suo primo incontro con Elisa, il suo amore giovanile. Si rivede ragazzo, Jep Gambardella e capirà, quasi fuori tempo massimo, che la "grande bellezza" è nelle piccole cose, nei nostri ricordi, nei nostri sentimenti, nelle nostre emozioni, nel nostro tempo passato, ma non perduto.

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Sabato 8 marzo 2014 alle 17.30, Galleria S. Andrea via Cavestro 6 Parma si inaugura la mostra di pittura e scultura di Giusy Vecchi e Daniela Monica -

Parma, 5 marzo 2014 -

L'associazione U.C.A.I. presenta Daniela Monica e Giuseppina Vecchi con la mostra di pittura e scultura "Oggi: il Circo!". L'inaugurazione sarà sabato 8 marzo alle 17.30 presso la Galleria S. Andrea di via Cavestro 6 Parma, con la presentazione di Marzio Dall'Acqua.

La mostra a ingresso gratuito resterà aperta fino al 20 marzo 2014 con i seguenti orari:
da martedì a sabato 10-12 e 16-19
domenica 16-19
lunedì chiusura

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Cinema, teatro, arte e non solo per la rassegna promossa dall'Amministrazione Comunale per tutto il mese di marzo -

Boretto, 5 marzo 2014 -

Una serie di iniziative per parlare di diritti e pari opportunità, per dire no alla violenza sulle donne e celebrarne la Giornata Internazionale. S'intitola "Percorsi al femminile fra arte, cinema e letteratura", la rassegna organizzata dall'Amministrazione Comunale in collaborazione con le associazioni e le organizzazioni del territorio nel corso dell'intero mese di marzo per richiamare l'attenzione dei cittadini sull'importanza di sensibilizzare su un tema così importante e non ridurlo alla sola celebrazione dell'otto marzo.


Si comincia giovedì 6 marzo con la proiezione del film "Philomena" a cura del Cineclub Zambelli, presso il Teatro del Fiume. Il film di Stephen Frears con Judi Dench e Steve Coogan racconta una storia realmente accaduta. Philomena è un'anziana signora irlandese che, a un certo punto della sua vita, trova il coraggio di andare in cerca del figlio nato illegittimo e strappatole cinquant'anni prima dalle religiose del convento in cui era stata rinchiusa da ragazza. Ad aiutarla nell'impresa è un importante giornalista, con il quale intraprende un percorso irto e pieno di sorprese che condurrà la donna a fare pace col suo passato... La proiezione avrà inizio alle ore 21.00: l'ingresso è di 5 euro.


A seguire, martedì 11 marzo alle ore 18.00, "Parole di donna", l'appuntamento organizzato in collaborazione con il Centro famiglie Bassa Reggiana presso la Biblioteca Comunale di Boretto. Un pomeriggio dedicato al confronto sulla tematica del femminile attraverso filmati, letture, poesie per confrontarsi sul tema grazie alla collaborazione delle psicologhe del Centro.


Martedì 22 marzo, infine, alle ore 21.00 presso il Teatro del Fiume si svolgerà "Frida" di e con Marina Coli, lo spettacolo su Frida Kahlo basato sul romanzo di Pino Cacucci. Un'occasione per conoscere la vita di una donna straordinaria, un'icona,e un esempio di libertà, tenacia, coraggio: anticonformista e femminista in anticipo sui tempi, la Kahlo è stata musa e artista, pronta a spezzare le regole, a triturarle, purché il suo essere potesse esprimere quel caleidoscopio di sentimenti che in lei si susseguivano. Soprattutto è stata una donna che, in nome della vita, ha affrontato ogni battaglia, ogni sofferenza.
In occasione dello spettacolo, nel foyer del Teatro saranno esposte un gruppo di opere di Azeglio Bertoni dedicate a figure femminili dell'arte e della civiltà contemporanea per la mostra "Tracce di Novecento". L'appuntamento è organizzato in collaborazione con la Galleria Napoleone Cacciani, che ospita una mostra personale dell'artista: lo spazio espositivo, inoltre, sarà aperto dopo lo spettacolo per una visita guidata a cura del prof. Ivan Cantoni.


«Abbiamo pensato a una serie di iniziative in rete per dare un segno tangibile della volontà di affrontare questo tema come comunità» spiega l'Assessore alla Cultura Giorgia Bia «e dare seguito ad un indirizzo preso dalla nostra Amministrazione nel 2013 quando, aderendo alla campagna "365 giorni no alla violenza sulle donne" ci siamo impegnati a portare il tema del femminile anche al di fuori dei contesti istituzionalizzati del 25 novembre e dell'8 marzo».

 

 

(Fonte: ufficio stampa Kaiti expansion)

 

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Un corso rivolto a tutti coloro che vogliono fare cinema, dalla stesura del soggetto alla realizzazione pratica delle riprese, accompagnati da professionisti del settore: le iscrizioni si chiudono venerdì 7 marzo -

Nonantola, 4 marzo 2014 -

Un corso rivolto a tutti coloro che vogliono fare cinema, dalla stesura del soggetto alla realizzazione pratica delle riprese, accompagnati da professionisti del settore. C'è tempo fino a venerdì 7 marzo per iscriversi (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure al numero 059 548361 al mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 15 alle 19).

Un'iniziativa con la quale la neonata Associazione Nonantola Film Festival, affiliata all'ARCI, intende presentarsi come nuovo soggetto organizzatore dell'omonima manifestazione, la cui ottava edizione si terrà dal 23 aprile all'11 maggio prossimi sia a Nonantola che a Ravarino.

"Dopo l'ultimo festival – sottolinea il direttore artistico Enrico Piccinini, anche tra i soci fondatori dell'associazione - ci siamo guardati in faccia e ci siamo chiesti come fare in modo che il Nonantola Film Festival non fosse solo la nostra manifestazione, ma diventasse un patrimonio della comunità. Creare l'associazione è stato un passo necessario, una specie di investimento culturale per il futuro: le persone passano, cambiano, si danno obiettivi diversi ed hanno esigenze diverse nel tempo, i gruppi organizzati invece possono attrarre sempre persone nuove e con loro idee al passo con i tempi".

"L'associazione – continua Piccinini - si propone come un soggetto aperto, pronto a dialogare e a collaborare con tutti i soggetti che fanno cultura a Nonantola (ma non solo, tanto che il festival da noi promosso ha la sua appendice stabile a Ravarino) - Fondazioni, altre associazioni, Amministrazione Comunale. La prima iniziativa che proponiamo è questo corso di cinema al quale abbiamo cominciato a lavorare nel 2012, prima del terremoto. E' una iniziativa cui teniamo molto, perché per noi il modo migliore di capire dall'esterno un film è provare a fare un film. Anche se non si è registi o sceneggiatori di professione".

Il corso, organizzato dall'Associazione Nonantola Film Festival, da Officine Culturali del Comune di Nonantola e dall'Associazione Culturale Freim00 di Bologna, rientra nei 'Nonantola Film Labs' ovvero una serie di iniziative che accompagneranno per tutto l'anno l'attività della nuova associazione.

Il corso: informazioni generali
Il corso si articola in due weekend, il 15 e 16 marzo e il 5 e 6 aprile. Le lezioni si terranno dalle ore 9.30 alle ore 13.30 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00. Il numero minimo di partecipanti è 10, il numero massimo 15 (in caso di maggiore richiesta si valuterà la creazione di una lista d'attesa e l'istituzione di un secondo turno). Il costo è di 80 euro a persona. E' richiesto il possesso di una tessera ARCI, chi non ne fosse provvisto potrà acquistare quella del Nonantola Film Festival a 10 euro
Per iscrizioni e informazioni mandare una mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure contattare il numero 059 548361 al mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 15 alle 19.

Il corso: modalità d'uso
Programma prima giornata: come scrivere una storia partendo da un'idea; esercitazione scritta; confronto aperto sui lavori; valutazione delle proposte.
Programma seconda giornata: studio di casi con visione di alcuni lavori del docente di regia; lezione tecnica su utilizzo della camera, principi base di illuminotecnica e studio delle tipologie di inquadratura: ovvero come descrivere uno spazio e raccontare una storia attraverso la macchina da presa.

A conclusione della prima domenica sarà affidato ai partecipanti un "compito filmico" da svolgere nell'arco di due settimane. L'idea è quella di creare piccoli gruppi e promuovere un lavoro di tipo collaborativo.
Programma terza giornata: lezione teorica di montaggio ed esercitazione pratica nel pomeriggio. Verranno montati i cortometraggi che i partecipanti avranno girato per il loro "compito filmico".
Programma quarta giornata: affiancamento degli studenti nel montaggio e finalizzazione da parte di alcune figure professionali specializzate che li consiglieranno sulla conclusione del proprio progetto.

(Fonte: Ufficio Stampa Nevent)

 

Sabato alle 10.30 e alle 16 apertura straordinaria dei depositi e visita guidata gratuita per scoprire le trasformazioni nella rappresentazione della donna nei dipinti tra '800 e '900 -

Modena, 4 marzo 2014 -

Come è cambiata la rappresentazione della donna nella pittura modenese negli ultimi due secoli dello scorso millennio? L'occasione di scoprirlo è data da due visite guidate gratuite a tema organizzate dai Musei Civici di Modena per sabato 8 marzo, Festa della donna, una al mattino alle 10.30 e l'altra nel pomeriggio alle 16 (obbligatoria la prenotazione al tel. 059 1033125).
L'iniziativa intitolata "La figura femminile nella pittura modenese fra '800 e '900", nell'ambito della rassegna "Metti la primavera in Museo. Inediti percorsi fra arte e archeologia ai Musei civici di Modena" consentirà ai partecipanti di ammirare i tesori nascosti della ricca collezione del Museo Civico d'arte, conservati nei depositi situati nell'attiguo ex ospedale Estense e raggiungibili dalle sale espositive del terzo piano di Palazzo dei Musei.
Le visite guidate, il ritrovo è alla reception dei Musei civici, saranno condotte da Eva Ori e Tomas Fiorini, che sono tra gli autori del catalogo della pittura modenese tra '800 e '900 recentemente pubblicato.
Il percorso sarà volto a indagare – attraverso le interpretazioni di importanti artisti – le trasformazioni nella raffigurazione pittorica della donna; la selezione di dipinti presi in esame consentirà anche di illustrare le stagioni e le personalità della pittura locale nei due secoli.

Il deposito del Museo civico d'arte ospita le opere che non sono esposte in permanenza nelle sale museali e che fanno parte delle raccolte di dipinti antichi e moderni, di costumi antichi, di stampe, disegni e fotografie.
I Musei civici sono a Palazzo dei Musei in largo Sant'Agostino, tel. 059 2033101.

Per informazioni www.comune.modena.it/museoarcheologico www.comune.modena.it/museoarte. Pagine facebook museoartemodena e museoarcheologicomodena.

(Fonte: Comune di Modena)

 

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Sabato 8 marzo 2014 nella Sala Clivio del Centro Civico di via Gruppini alle ore 15.30 la presentazione del libro " Femminile Plurale. Tracce di donne sorbolesi del '900" -

Parma, 4 marzo 2014 -

Sabato 8 marzo 2014 l'Amministrazione Comunale, grazie al contributo di Conad Superstore di Parma, presenta il libro "Femminile Plurale. Tracce di donne sorbolesi del '900".

Saranno presenti:
Angela Zanichelli, Sindaco di Sorbolo
Marcella Saccani, Assessore Provincia Parma Pari Opportunità
Rita Buzzi, Assessore comunale alle Pari Opportunità
le curatrici del libro

il pomeriggio sarà allietato da:
Fabrizia Sigolotto, mezzosoprano
Simone Campanini, Maestro di pianoforte

Il libro sarà consegnato in omaggio al pubblico presente

(Fonte: Ufficio stampa Comune di Sorbolo)

 

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"Mi sento di affermare che in questo trionfo c'è anche un po' di Piacenza" – commenta il primo cittadino -

Piacenza, 3 marzo 2014 -

A Los Angeles l'Oscar quale miglior film straniero ha premiato Paolo Sorrentino. Erano passati quindici anni da quando l'Italia non vinceva un Oscar, dopo la "La Vita è bella" di Roberto Benigni. Le congratulazioni del sindaco di Piacenza all' attrice piacentina Isabella Ferrari -

Il comunicato -

Il sindaco Paolo Dosi ha voluto esprimere le proprie felicitazioni all'attrice piacentina Isabella Ferrari per la conquista dell'Oscar quale miglior film straniero da parte de "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, di cui la Ferrari è protagonista: "Mi sento di affermare che in questo trionfo c'è anche un po' di Piacenza – commenta il primo cittadino -, la presenza nel film di un'attrice come Isabella Ferrari, che non ha mai dimenticato le proprie radici e che ogni tanto torna nella nostra città, è un'enorme soddisfazione. Ma è anche l'attestato di riconoscimento ad una delle maggiori protagoniste del cinema italiano che, con questo successo, ha visto confermare le proprie doti artistiche e attoriali. Viva quindi la grande bellezza del cinema italiano che, anche in questa occasione, ha saputo esprimere talento e sensibilità artistica".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

 

Lettera aperta al Governo affinché si rifletta sui provvedimenti. Mezzetti: "Si scrive riduzione dei costi della politica ma si legge tagli alla cultura che nella sola Emilia-Romagna sono pari a oltre 4,5 milioni di euro, il 30% dell'intero budget dedicato alla cultura in regione" -

Bologna, 3 marzo 2014 -

«La trasformazione delle Province in organi di secondo livello è una spedita marcia verso l'azzeramento degli investimenti in diversi settori e, in primis, nella cultura, che già soffre di costanti e pesanti tagli. Si scrive riduzione dei costi della politica ma si legge tagli alla cultura che nella sola Emilia-Romagna sono pari a oltre 4,5 milioni di euro, il 30% dell'intero budget dedicato alla cultura in regione».
Il grido d'allarme è dell'assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna Massimo Mezzetti che ha inviato una lettera aperta Sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio, al Ministro della cultura e del turismo Dario Franceschini e ai Parlamentari emiliano-romagnoli. Una sostanziale richiesta di un supplemento di riflessione e di attenzione verso gli effetti dei provvedimento che si stanno realizzando poiché il malessere e la preoccupazione di oggi su questo versante si stanno trasformando in drammatico allarme in migliaia di operatori pubblici e privati del settore. Preoccupazioni e riflessioni che sono già state oggetto di confronto e di ampia condivisione, tra gli assessori regionali competenti, in sede di commissione cultura della Conferenza Stato-Regione.
L'appello è stato sottoscritto anche dagli assessori alla cultura delle Province dell'Emilia-Romagna ovvero Giuseppe De Biasi (Bologna), Bruna Baravelli (Forlì Cesena), Daniela Sirotti Mattioli (Modena), Paolo Valenti (Ravenna), Giuseppe Romanini (Parma), Maurizio Parma (Piacenza), Carlo Bulletti (Rimini) e Marcella Zappaterra (Ferrara).
Nella missiva dell'assessore Mezzetti si legge che «il disegno di legge non prevede la cultura tra le funzioni fondamentali che resteranno alle Province, né stabilisce di trasferire ai Comuni o alle Regioni le risorse fino ad oggi investite in questo settore. Ad oggi non è neppur stabilito a chi competerà l'azione di coordinamento e di programmazione sul territorio finora garantita in maniera egregia dagli organismi provinciali. In particolare siamo fortemente preoccupati per il futuro dei coordinamenti delle reti bibliotecarie, patrimonio sociale oltre che culturale dei nostri territori, museali e culturali che trovavano nelle province fondamentali e decisivi punti di riferimento».
Inoltre si spiega nella lettera aperta che «le Province hanno già dal 2013 cominciato a ridurre drasticamente i propri investimenti nella cultura. I 4 milioni e 559 mila euro investiti nel 2012 dalle Province dell'Emilia-Romagna, al netto dei costi fissi nel 2013 si sono già ridotti a poco più di 2,800 milioni. Se sarà approvato il disegno di legge 'Delrio', gli investimenti saranno praticamente azzerati. Il sistema cultura emiliano romagnolo perderà risorse pari a oltre il 30% dell'intero budget destinato alla cultura dalla Regione Emilia-Romagna che rappresenta, nel panorama nazionale, un sistema virtuoso che vede una ricchezza ed una pluralità di esperienze e di eccellenze nazionali ed internazionali che sopravvivono a bassissimo costo per la spesa pubblica. Oggi però, questa soglia di sopravvivenza si sta pericolosamente abbassando mettendo a rischio il futuro di centinaia di posti di lavoro».
In Emilia-Romagna il valore economico della cultura e della creatività vale più di 32 mila imprese per 78 mila addetti, produce il 5 % del PIL regionale senza contare l'incidenza della redditività prodotta dal turismo culturale. Con La trasformazione delle Province il settore dello spettacolo perderà risorse pari a 760 mila euro, i sistemi bibliotecari perderanno oltre 850 mila euro, i musei quasi 500 mila euro e le istituzioni culturali delle province subiranno tagli per 1,3 milioni di euro e molto probabilmente scompariranno.
Così conclude Mezzetti «biblioteche, musei, teatri, imprese culturali chiuderanno, verranno persi posti di lavoro, altri giovani laureati avranno come unica possibilità l'emigrazione, gli studenti avranno ancor meno motivazioni per iscriversi all'Università, e siamo già il paese in Europa con il minor numero di laureati in rapporto alla popolazione. È questa la via d'uscita dalla crisi che vogliamo intraprendere? Il nuovo governo e i parlamentari che si accingono ad affrontare il riordino delle province sono consapevoli degli effetti che si stanno producendo? Tra i risultati attesi della riforma, questo è stato valutato?».
Allegato: risorse per provincia destinate a cultura (2012-2013) in Emilia-Romagna

 

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Sabato, 01 Marzo 2014 11:11

Il Premio Daolio compie vent’anni

 

E supera la regola dell’italiano obbligatorio. Iscrizioni aperte sino al 7 di aprile.

 

Cavriago 1 marzo 2014

 

Il Premio Daolio compie 20 anni. Era il 1994, Augusto Daolio aveva abbandonato questa terra dall’ottobre di due anni prima e il comune di Cavriago, l’Arci di Reggio e il circolo Calamita iniziarono questa lunga avventura per valorizzare i gruppi musicali emiliano romagnoli senza contratto discografico. Un viaggio lungo vent’anni per stimolare la scrittura dei giovani musicisti, la loro creatività e offrire alla musica un palco di qualità. Compiuti i suoi primi vent’anni il premio Daolio si è fatto un regalo. Ha deciso di abbattere ogni barriera linguistica e da quest’anno potranno partecipare brani non necessariamente scritti in italiano. Allegando la traduzione del brano, ad uso della giuria, autori e band avranno una possibilità espressiva in più. L’apertura è un’altra caratteristica costante del Premio che negli anni è diventato un laboratorio che guarda alle arti visive, alla letteratura e, intende la musica come elemento di raccordo alla musica.

Tra le piccole e grandi novità del Daolio 2014, patrocinato anche quest’anno dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Provincia di Reggio Emilia, va anche segnalata una nuova veste grafica. E’ liberamente ispirata all’immaginario Zappiano della fine degli anni ’70. Ancora una volta un inno alla creatività più ispirata, dove la libertà espressiva trova anche una incredibile perizia e capacità di realizzazione.

C’è tempo fino al 7 aprile per inviare la propria domanda di iscrizione alla giuria che selezionerà 15 concorrenti. Qualsiasi genere musicale è ammesso purché la canzone in concorso abbia un testo.

Anche quest'anno è stata confermata la fase laboratoriale con i tutor Arcangelo "Kaba" Cavazzuti, Jukka Reverberi e Fabrizio Tavernelli, un'occasione importante per preparare al meglio il live set finale e per confrontarsi con professionisti della musica. Per tutti coloro che credono nell'auto promozione, c'è il Soundie's contest 014, un mini concorso parallelo che andrà a premiare, tramite il "voto popolare" (sito e SMS), il miglior video clip.

Tre le fasi di svolgimento del Premio: le preselezioni e le serate eliminatorie (da giovedì 17 aprile a sabato 17 maggio) i laboratori con i tutor e infine la tradizionale finale di piazza Zanti, aperta a 3 concorrenti, che si svolgerà sabato 28 giugno. La migliore canzone in concorso vincerà il premio Daolio 2014, mentre il miglior live set della serata sarà premiato con l’assegnazione del premio Speciale Giorgio Rizzo.

 

E’ possibile iscriversi al Premio Daolio i due modi. Direttamente dal sito www.premiodaolio.it , oppure compilare e consegnare a mano - entro le ore 17 del 7 aprile –  i moduli d’iscrizione (scaricabili dal sito del premio Daolio) presso Associazione Arci Comitato Territoriale di Reggio Emilia, viale Ramazzini 72, 42124 Reggio Emilia. E’ obbligatorio allegare un Cd contenete 2 brani originali, composti e interpretati dal solista o dal gruppo, i testi dei brani, una fotografia dell’artista o del gruppo che intende candidarsi al premio, una breve biografia e uno stage plan.

(Fonte arci reggio emilia)

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