Apre EXPO2015. Una vittoria contro il malaffare, i gufi e gli invidiosi. Bisognerebbe passare a stringere la mano a ognuno dei lavoratori che hanno contribuito all'ennesimo "miracolo italiano" e invece occorre impegnare migliaia di uomini e donne delle forze dell'ordine per contrastare le violenze dei "Black Bloc".
di LGC - Parma 1 maggio 2015 -
Finalmente si parte e EXPO2015, alla fine, riuscirà a stupire. Forse meno di quanto avremmo voluto ma è comunque elevato il livello di qualità che si riuscirà a percepire. Dietro a questo "miracolo" c'è la caparbietà di migliaia di lavoratori e di imprese che hanno combattuto contro il tempo e i detrattori. Persone che hanno lavorato per l'amor proprio e per tenere alta la dignità della nazione che rappresentano.
Ben pochi i riflettori accesi su questi 9.000 lavoratori che, ogni mattina, passo dopo passo, hanno reso possibile l'inaugurazione del sito espositivo che per 6 mesi farà parlare e sognare l'Italia. Lavoratori che in silenzio, senza alcun comunicato stampa, hanno deciso spontaneamente e si sono organizzati per completare il padiglione del Nepal, abbandonato notte giorno, a causa del devastante terremoto che ha raso al suolo intere città e per il quale si contano, almeno sino a ora, oltre 6.000 morti.
Ebbene, come riportato da Gabriella Meroni dalle colonne di VITA.it, all'indomani del sisma si è aperta "una commovente gara di solidarietà" che ha visto coinvolti quasi tutti gli operai delle altre nazioni.
"Babele 2015". E così, senza nulla pretendere (leggi Gratis!), le maestranze presenti si sono organizzate per alternarsi nell'area espositiva del Nepal per portare a conclusione i lavori del padiglione. «Siamo tutti commossi dal vedere che il cantiere non è fermo, e che vi si parlano tutte le lingue», dice a Vita.it un dipendente di Expo che lavora vicino allo stand nepalese, uno dei primi sulla destra entrando dal Decumano centrale, e che ha potuto verificare di persona la notizia.
E' questo il mondo reale, quello che le cronache diffcilmente riescono a trovare e raccontare. A queste persone, lavoratrici e lavoratori di expo, va fatto un monumento mentre i distruttori, i tanto temuti Black Bloc, che si sono dati appuntamento a Milano per devastare la città, contrastarli come terroristi. A questi pochi "giovani" sciagurati non bisogna perdonare nulla. Contro di loro nessuna tolleranza. Pochi violenti non possono e non devono disonorare i sacrifici di tanti e le aspettative di una nazione che da quest'evento cerca un po' d'ossigeno per campare.
La protesta, per carità, è una forma legittima di esprimere le proprie opinioni ma la violenza gratuita non può, per nessuna ragione, essere giustificata. Ne va dell'onore di tutti coloro che hanno lavorato mettendoci anima e cuore e grazie ai quali l'Italia riuscirà ancora a stupire.
Buon 1° maggio!