(Bologna, 13 dicembre 2022) - Dalle pulizie e sanificazioni all’assemblaggio, passando per la manutenzione del verde e lo spazzamento delle strade, fino alla progettazione di siti internet e all’attività agricola. Sono sempre più diversificati i servizi che le cooperative sociali di inserimento lavorativo (le cosiddette cooperative sociali di “tipo B”) possono mettere in campo per aiutare le aziende con più di 15 dipendenti a ottemperare l’obbligo della legge 68/1999 che prevede l’assunzione di persone con disabilità e svantaggi certificati, con parametri numerici che variano a seconda della dimensione aziendale.
È quanto emerso al convegno tenutosi questa mattina nell’Aula Magna della Regione Emilia-Romagna a Bologna e dedicato all’art. 22 della legge regionale 17/2005, che consente alle aziende di coprire fino al 30% della quota di assunzioni di persone con disabilità esternalizzando servizi a una cooperativa sociale.
L’iniziativa, organizzata dalle centrali regionali della cooperazione sociale (Agci-Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali) in collaborazione con la Regione, è stata promossa per sensibilizzare ulteriormente le aziende emiliano-romagnole a ricorrere allo strumento dell’art. 22 che consente, tramite una convenzione, ai datori di lavoro di assolvere l’obbligo affidando questo delicato compito alle cooperative sociali specializzate nell’inserimento lavorativo, ricevendo in cambio un servizio professionale volto a soddisfare determinate esigenze.
Numerose le testimonianze di collaborazioni virtuose raccontate nel corso del convegno che ha visto la partecipazione della direttrice dell’Agenzia Regionale per il Lavoro Paola Cicognani, di rappresentanti delle associazioni di familiari, del sindacato e di Confindustria, ed è stato concluso dall’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione Vincenzo Colla.
“Si tratta di un limpido esempio di economia circolare dove i vantaggi delle imprese che si incontrano generano vantaggi per le persone con disabilità che possono contare su un regolare contratto di lavoro – ricorda Alberto Alberani, coordinatore regionale e vicepresidente nazionale di Legacoopsociali –. Tramite questo strumento si superano le difficoltà di inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro offrendo così importanti percorsi di autonomia e di crescita individuale, valorizzando ogni persona”.
“La cooperativa sociale, con i suoi valori forti, gioca un ruolo determinante nell’inserimento lavorativo dei disabili e rappresenta un grande patrimonio di questo territorio –afferma Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Formazione della Regione Emilia-Romagna-. Nel 2022 la Regione ha investito quasi 42 milioni di euro per l’accompagnamento al lavoro di queste categorie fragili, con l’obiettivo di far recuperare loro dignità e una propria identità attraverso l’acquisizione di un ruolo autonomo nella società. Devo dire che la cooperazione sta svolgendo un lavoro enorme e i risultati stanno arrivando anche grazie alla grande disponibilità dal sistema delle imprese. La titubanza iniziale è comprensibile, ma va superata perché quando entrano in un luogo di lavoro queste figure hanno la capacità non solo di dare una risposta produttiva adeguata ma anche di fare gruppo con gli altri lavoratori, creando un ambiente più sereno, accogliente e di valori”.
“Le cooperative sociali di inserimento lavorativo hanno sviluppato professionalità e modelli organizzativi necessari per poter assumere persone con svantaggi gravi, persone che altrimenti non potrebbero in alcun modo essere impiegate in contesti aziendali” sottolinea Mauro Marconi, responsabile cooperative di inserimento lavorativo per Confcooperative Federsolidarietà Emilia-Romagna. “L’applicazione dell’art. 22 della legge 17/2005 rappresenta uno straordinario esempio di inclusione sociale e di concertazione virtuosa che in questa regione ha consentito nell’ultimo anno di avviare al lavoro 500 persone con disabilità, restituendogli dignità”. “Scopo di queste cooperative sociali – conclude Marconi – è dare lavoro alle persone con disabilità e svantaggi di ogni tipo; i servizi che svolgono in maniera professionale rappresentano esclusivamente uno strumento per favorire l’emancipazione e l’affermazione della persona, a prescindere dalla sua condizione”.
Nelle foto: Il convegno nell'Aula Magna della Regione Emilia-Romagna a Bologna; l'assessore regionale Vincenzo Colla; Alberto Alberani di Legacoopsociali; Mauro Marconi, Confcooperative Federsolidarietà