Bologna 10 dicembre 2020 - La crisi economica prima e la pandemia dopo, hanno aggravato lo stato sociale e creato altri 500.000 disoccupati e portato alla soglia della povertà un gran numero di famiglie.
Ecco quindi che ogni ipotesi di lavoro, soprattutto nell'ambito pubblico, riaccendono sogni e speranze di giovani e meno giovani. Se poi il bando viene favorevolmente promosso dall'assessore competente il gioco è fatto e una gran folla affamata si affaccia alla porta web del concorso.
"Sono orgoglioso di condividere con voi la notizia che il Comune di #Bologna torna ad assumere personale. E' uscito il bando di concorso per 23 posti dedicati ai servizi culturali - scriveva lo scorso 1 novembre su l profilo facebook l'Assessore alla #Cultura Matteo Lepore - Sono sempre stato convinto che una buona Amministrazione debba partire dall'investimento sul personale, l'ingresso di nuove leve e la loro formazione. In questo momento, offrire opportunità di lavoro a chi se le merita è un segnale prezioso. A Bologna possiamo e dobbiamo farlo. Così si migliorano i servizi al cittadino… "
Un invito alla partecipazione, una sollecitazione al viraggio umorale verso la positività.
E così, da voci di corridoio, sembra che ben in 3.000 si siano proposti, tanti da affollare un girone infernale di dantesca memoria, tutti in trepidante attesa di una risposta relativamente alla accettazione della pratica, quindi all'esito della preselezione e infine per partecipare agli esami e sperare di conquistare uno dei 23 posti a disposizione.
Ma che ci sarebbe stata una elevata affluenza era già scritto nel bando dove veniva segnalato che nel caso si fossero superate le 400 candidature si sarebbe proceduto "ad una preselezione dei candidati. L’eventuale preselezione, ai sensi dell’art.79 del Regolamento sull’ordinamento generale degli uffici e servizi, consisterà nella valutazione dei titoli posseduti dai candidati, dichiarati nella domanda di partecipazione…"
Nulla di irregolare, si intende, ma creare tanto elevate aspettative a così tanti giovani pone necessariamente delle domande.
"Per quanto onorevole l'iniziativa del Comune di Bologna - sottolinea Luigi Angeletti - il gap tra i posti da occupare e i concorrenti è tale da far sorgere sospetti, soprattutto quando l'accesso è a "pagamento" e il numero previsto è già di 400 candidati. Forse nemmeno lo stesso Matteo Lepore, si sarebbe atteso un simile successo ma, per chi si candida legittimamente al governo della "dotta" Bologna, un maggior tasso di prudenza sarebbe stato più opportuno. Chi andrà a comunicare a 2.977 giovani che "hai perso, ritenta!" Se andasse lo stesso assessore potrebbe, nel frattempo, procedere a una rilevazione statistica del tasso di apprezzamento di un buon campione di suoi potenziali elettori. Egregio Assessore, questa mia critica nasce spontanea dal cuore di un vecchio sindacalista che, nel lavoro ha sempre creduto e considerato come una lecita aspettativa per sentirsi dignitosamente partecipanti a questa nostra società. Infine, concludo con un dubbio che non vorrei mai verificare: che il suddetto concorso fosse stato costruito per "sistemare" alcuni già precari in organico, lasciando le briciole al mondo esterno. Qualcuno diceva che "pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende."