Di Chiara Marando – Sabato 28 Marzo 2015
Food Valley, ovvero la patria del buon mangiare, un territorio che fonda la sua economia soprattutto sulle eccellenze enogastronomiche. Dal Prosciutto di Parma, al salame di Felino per arrivare ai prodotti della bassa parmense come il rinomato Culatello di Zibello oppure la Spalla Cotta di San Secondo. Ed è proprio nella zona dove la nebbia fa da padrona, e l’umidità permette una stagionatura ottimale regalando profumi e sapori inimitabili, che torna un appuntamento imperdibile: “Salumi da Re”, il primo raduno nazionale di allevatori, norcini e salumieri, ideato e organizzato da Gambero Rosso e dalla ben nota Antica Corte Pallavicina dei fratelli Spigaroli, un vero e proprio tempio del Culatello.
Tre giorni interamente dedicati alla salumeria, un viaggio che passa dagli allevatori, ai trasformatori, alle aziende per la norcineria, agli esperti, fino ai rivenditori ed i ristoratori. Da sabato 18 aprile a lunedì 20 aprile, l’affascinante Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense sarà la location di una festa del gusto, un’occasione unica per poter valorizzare quelle produzioni che sono diventate dei punti di riferimento nell’enogastronomia italiana, oltre a conoscere e degustare le prelibatezze del territorio. Protagonisti dell’evento saranno tutti i salumi: i grandi crudi nazionali, i salami più apprezzati, i salumi cotti e da pentola, le più famose denominazioni DOP e IGP, oltre ad altre specialità meno conosciute e più di nicchia.
Verrete conquistati dal mercatino gourmet, un tripudio di stand che illustreranno il mondo dei norcini e gli strumenti utili per il loro lavoro. A fare da cornice, tanti incontri ed approfondimenti condotti da esperti del settore e giornalisti che tratteranno dei grandi prosciutti e lardi d'Italia, dei salumi di acqua, collina e montagna passando per la razza dei suini neri, la norcineria delle donne ed i conservanti impiegati nella trasformazione.
E dato che un buon piatto di salume deve essere apprezzato con il giusto abbinamento, ecco che le degustazioni saranno completate con prodotti da forno, bicchieri di Lambrusco, aperitivi e gustose merende a Corte a base di Cotiche e fagioli, polenta, salame fritto nello strutto, piedini di maiale cotti nel paiolo, oltre a pizze e focacce imbottite.
Infine, per completare in bontà le giornate, ecco i pranzi e le cene da gustare al relais Antica Corte Pallavicina ed al ristorante Al Cavallino Bianco, l’invitante street food a base di maiale e la cena di gala con i produttori che concluderà questo evento per buongustai.
Per saperne di più, potete consultare il programma completo sul sito www.salumidare.it
Di Chiara Marando – Sabato 21 Marzo 2015
La Fiorentina è uno di quei tagli di carne considerati tra i più prelibati, un piatto godereccio che da solo è capace di rendere un pasto completo ed appagante. Il suo successo non è dato solo dalla qualità della carne, ma anche dal suo spessore e dalla cottura che deve essere affrontata con tutti i crismi. C’è chi la ama al sangue, chi più cotta e chi ancora la preferisce in purezza, senza olio e sale, per assaporarne completamente il gusto. Una vera leccornia insomma, una coccola per il palato prediletta dai veri carnivori e non solo.
Ed è stata proprio la Fiorentina il motivo di tanta curiosità per un ristorante a pochi chilometri da Parma, in località Casaltone di Sorbolo, un locale di paese semplice e rustico noto per la prelibatezza della carne e per la genuinità dei piatti tradizionali: la Trattoria Sagittario.
A gestire l’attività, ormai da 24 anni, è l’infaticabile ed ospitale Elena, che ha deciso di iniziare quest’avventura per poter crescere i figli da sola e lavorare senza essere di peso alla famiglia. La sua è una storia fatta di gioia, pianti, tempi favorevoli e momenti duri, ma Elena è riuscita ad affrontare tutto questo mantenendo intatti la sua intraprendenza, il suo sorriso e la sua energia.
Ogni mattina si inizia alle 7 con la preparazione della pasta fresca, vero e proprio cavallo di battaglia, che richiama numerosi affezionati avventori desiderosi di assaporare le oltre 16 tipologie di tortelli proposte a seconda della stagionalità: ci sono quelli di erbetta alla parmigiana oppure alla reggiana, di patate, zucca, carciofi, asparagi, peperoni conditi con un ragù di cavallo, radicchio trevigiano oppure basilico con scaglie di pecorino e pomodoro fresco.
Poi ci sono altri primi del territorio come chicche della nonna, gnocchi di patate, tagliatelle e cappelletti in brodo. Anche i secondi richiamano le tipicità locali quindi ecco il guanciale di vitello al forno, il cinghiale con funghi porcini, la trippa ed il più montanaro capriolo con le olive. Chi non vuole esagerare, può iniziare con il gustoso antipasto a base di salumi della zona come Spalla Cotta e Culatta, serviti insieme al gorgonzola ed alla stuzzicante polenta fritta.
Il vero must però è la Fiorentina, un tripudio di bontà presentato in tavola sulla pietra ollare, una cottura fatta ad hoc che riesce a preservarne tutto il sapore ed i profumi. Solo la presentazione mette allegria, ma già dal primo boccone si rimane colpiti dalla morbidezza della carne e dal suo gusto intenso e delicato. L’abitudine è quella di servirla con patate al forno, dolci e dorate al punto giusto, cipolle saltate ed un condimento a base di olio, sale e pepe da utilizzare a piacere.
Quella che mangerete sarà una carne scelta accuratamente ogni giorno per garantire il massimo risultato e la scioglievolezza che la caratterizza. Proprio per questo, se si desidera una serata all’insegna della Fiorentina, il consiglio è quello di prenotare perché Elena prepara solo il quantitativo richiesto.
Infine eccoci ai dolci, ovvero peccati di gola dall’anima casalinga a cui è molto difficile dire di no: il tiramisù e la sbrisolona innaffiata con la grappa bianca sono vere tentazioni.
Dato che dopo aver provato queste leccornie è molto difficile rinunciare ad una seconda ed anche ad una terza volta, dovete sapere che, dopo 24 anni, la storia di questa trattoria continuerà in una location diversa. Infatti, intorno alla prima metà di maggio, il locale si sposterà a Sant’Ilario D’Enza, in via Fellini 47, portandosi dietro tutte quelle caratteristiche che da sempre lo hanno contraddistinto, non da ultimo la bontà della sua cucina.
Trattoria Sagittario
Via Canale 92
Casaltone di Sorbolo (PR)
Tel. 0521 1812162/320 2182335
Una camminata enogastronomica sulle colline di Torrechiara per iniziare la primavera
Parma 16 Marzo 2015 -
Il prossimo 21 marzo insieme alla primavera, s’inaugura anche la nuova stagione delle camminate di PassiOn Camminare a Parma, ideate da Fondazione Sport Parma, con una proposta innovativa rispetto agli anni precedenti: la camminata enogastronomica.
“Nell’anno dell’Expo, abbiamo pensato di proporre ai comuni della provincia aderenti al nostro progetto, di organizzare insieme a noi e a realtà del territorio delle camminate per valorizzare le produzioni tipiche insieme alla bellezza dei luoghi dove questi prodotti vedono la luce” dichiara Emanuela Dallatana, responsabile del progetto PassiOn Camminare a Parma per conto di Fondazione Sport Parma “Il primo appuntamento è a Langhirano, Comune che ha aderito con entusiasmo alla nostra proposta, ma speriamo che nel prossimo futuro altri comuni decidano di rivolgersi a noi per organizzare queste camminate destinate non solo ai residenti, ma anche ai turisti che visiteranno il nostro territorio.”
Sabato 21 marzo 2015, l’associazione Kinomana, in collaborazione con Fondazione Sport Parma e il Comune di Langhirano, organizza dunque una camminata enogastronomica, in partenza alle ore 11:00 da Piazza Garibaldi a Langhirano, che percorrerà una distanza di circa 10 km per arrivare nella zona di Casatico. Sono previste 4 soste in visita ad altrettante aziende agricole e cantine, dove verranno servite degustazioni di vini accompagnati da prodotti locali.
Le aziende che hanno aderito sono, in ordine della sequenza delle soste, La Bandina, Il Cortile, Carra di Casatico e Lamoretti.
Il costo d’iscrizione alla gara non competitiva è di €12,00 e comprende le degustazioni nelle cantine.
E’ possibile fare l’iscrizione lo stesso giorno della camminata a partire dalle ore 10:00.
Il rientro a Langhirano è previsto intorno alle 14:30/15:00.
Per maggiori informazioni: 0525 422214
Di Chiara Marando – Sabato 14 Marzo 2015
Un viaggio lungo la via Emilia alla scoperta delle sue tradizioni e tipicità culinarie, un patrimonio che fonda le sue radici nella storia contadina, nei suoi cibi poveri divenuti eccellenze gastronomiche da tramandare.
“Ma sei di coccio?”, di Enrico Belgrado (I quaderni del Loggione ed. Damster), un nome curioso per un libro che racconta il passato di un territorio trasformandosi in una piccola guida per saperne di più sul buon mangiare.
C’è un filo conduttore che lega i vari piatti perché, che siano tigelle, crescentine, spianate o gnocchi fritti, la cosa importante è gustare delle prelibatezze accomunate da materie prime semplici e genuine.
Tanti nomi per prodotti vicini tra loro e simili nelle caratteristiche, ed altrettante metodologie di preparazione, che nascono dalle peculiarità delle varie zone e dalla necessità di inventare nuovi modi e forme per alimenti basati su pochi ingredienti basilari come farina, acqua, olio e sale.
Cotture come il più antico “arrosto sulle braci”, fino alla più recente “frittura” nelle varianti con strutto, prediletta dai puristi, olio d’olio d’oliva oppure di girasole, il prescelto dai ristoratori esperti.
Tra le pagine del libro si viene trasportati in un racconto alla scoperta degli strumenti antichi fatti in coccio e terracotta, degli ingredienti, delle ricette, dei riti e segni propiziatori capaci di favorire l’abbondanza di cibo come la croce sulle pagnotte, che contribuisce ad una migliore lievitazione, oppure le rose celtiche sul fondo delle padelle.
Un affascinante excursus tra squisitezze della cultura contadina, testimoni di una tradizione popolare: dalla Torta Fritta tipica del parmense, al Gnocco Fritto reggiano e modenese, alla Crescentina di Bologna, fino alla Piadina romagnola ed alla Bortellina piacentina.
Un tesoro gastronomico che rischia di scomparire a causa delle moderne contaminazioni che trasformano ricette lontane in qualcosa di diverso, e merita di essere di essere preservato e protetto. Proprio questo è lo scopo per il quale sono nate denominazioni come i PAT, ovvero nomi che identificano prodotti agroalimentari tradizionali che ancora vengono realizzati in aree territoriali molto ristrette, oppure i DOP e gli IGP che aiutano a determinare e riconoscere un’eccellenza alimentare in un mondo dove il fare cucina è diventato ormai globale.
A completare degnamente il libro sono un elenco di specialità con relativi ingredienti, insieme ad un nutrito ricettario per provare a diventare dei veri chef a casa propria.
Per saperne di più: www.damster.it
Come ogni anno torna l’imperdibile appuntamento rivolto ad amanti del vino e professionisti della ristorazione: dal 22 al 25 marzo prossimi le Fiere di Verona ospiteranno Vinitaly 2015, l’evento di richiamo internazionale dedicato al mondo dell’enologia.
Bormioli Rocco sarà presente per mostrare tutte le accattivanti novità realizzate per esaltare il vino, i suoi profumi e le sfumature di gusto che ne contraddistinguono ogni sorso. Prodotti capaci di riflettere tutta l’esperienza e la cura che Bormioli Rocco mette nelle sue creazioni, una sintesi tra design, eleganza e materiali pregiati ad alta resistenza ed affidabilità. Un’occasione perfetta per presentarsi come partner ideale per tutti i professionisti del food-service.
Vero protagonista dello stand sarà il brand InAlto con le sue collezioni di calici di alta gamma dedicate al Fine Dining. Dopo il successo di InAlto Uno, disegnata da Aldo Cibic, quest’anno saranno le collezioni Tre Sensi e Invito ad attirare l’attenzione.
Tre Sensi rappresenta l’omaggio di InAlto a vista, olfatto e gusto in quello che diviene un nuovo approccio al vino, più completo e professionale. Calici eleganti, leggeri e resistenti, grazie all’esclusivo trattamento XLT, appositamente studiati per la degustazione e realizzati in collaborazione con AIS (Associazione Italiana Sommeliers).
La collezione Invito è la sintesi del design italiano, una gamma di accessori per la tavola che si compone di due linee di caraffe ed un decanter. Ogni singolo prodotto racchiude una sua identità perché soffiato a bocca e realizzato a mano ispirandosi all’antica tradizione artigianale della lavorazione del vetro.
Da Bormioli Rocco myBusiness arriva anche la collezione Diamond con il bicchiere nelle versioni trasparente e colorato in massa (forest green, rock purple e ocean blue), i preziosi sottopiatti e le nuovissime coppe dessert in due capacità (22,5 e 36 cl).
Sempre per myBusiness saranno esposti i nuovi vasi Quattro Stagioni con manico, nelle varianti trasparente ed azzurra. Un’idea che segue il trend del “drinking & eating in a jar” , la moda giovane e di tendenza che Bormioli Rocco interpreta con il concetto Serving Creativity: prodotti multifunzionali utilizzati per cibi e cocktail.
Bormioli Rocco ha approfondito anche il variegato mondo delle birre per proporre nuove forme di bicchieri e calici che potessero esaltare al meglio le singole peculiarità organolettiche. Da questo concetto è nata la collezione Beer Club che abbina ad ogni tipologia di birra il contenitore ideale.
Il calice Tre Sensi Medium sarà protagonista, come sponsor tecnico, dell’evento di inaugurazione che aprirà Vinitaly 2015 organizzato da Operawine, in occasione della quarta edizione del Finest Italian Wine che si terrà sabato 21 marzo in piazza Brà a Verona nelle prestigiose sale del Palazzo della Gran Guardia.
Bormioli Rocco vi aspetta a VINITALY:
Partner di Slow Food presso P.10 Stand F4;
Partner dell’azienda Philarmonica PAD.9 Stand C17;
Partner di A.I.S. : Lounge AIS 1 piano Pad. 9 e stand AIS PAD. 7 Stand D10.
(Fonte: Ufficio Stampa Zenzero Comunicazione)
Di Chiara Marando – Sabato 07 Marzo 2015
Sempre più spesso si cerca di stare attenti a ciò che si mangia, alla ricerca di alimenti biologici coltivati e prodotti con cura e rispetto per animali e natura. Un modo diverso di nutrirsi, meno favorevole agli eccessi e più attento alla qualità. Una nuova filosofia che non si lega strettamente a regimi alimentari particolari, ma piuttosto al concetto di una salute personale e del pianeta da preservare e proteggere.
Certo, applicare questi principi tutti i giorni non è semplice, richiede pazienza e volontà, soprattutto in cucina dove, complici il continuo correre e gli impegni, spesso ci limitiamo a pasti veloci e poco curati.
E se invece ci concedessimo qualche attimo in più?
Proprio queste sono le basi che hanno ispirato Francesco e Chiara nella loro nuova avventura: “Jaki”, un locale dall’aspetto luminoso e confortevole dove fermarsi per mangiare qualcosa di appetitoso, allegro e genuino, per una colazione o pausa pranzo in totale relax dimenticando l’orologio.
Le proposte del menù di “Jaki” sono la sintesi golosa della “Cucina Naturale”, idee che seguono la stagionalità e prendono forma da materie prime di grande qualità, accuratamente selezionate e lavorate ogni giorno per garantire il massimo della freschezza.
Ad occuparsi dei clienti, accoglierli con il sorriso e coccolarli è Francesco, mentre la regina ai fornelli è Chiara. Un lavoro nato quasi per caso, dalla curiosità e passione per il cibo che l’ha portata a studiare e sperimentare sempre nuove combinazioni. Le sue sono ricette appetitose ed equilibrate preparate principalmente con verdura, frutta, legumi, cereali, soia e suoi derivati. In altre parole perfette per i vegani, ma altrettanto stuzzicanti per chi non rinuncia a nulla. Un trionfo di colori e profumi che esplodono nel piatto, tavolozze che danno allegria ed appagano il palato.
Ogni giorno potrete mangiare qualcosa di diverso, specialità al cucchiaio come la Vellutata di topinambur e finocchi, oppure quella con cavolo cappuccio viola, cipolla rossa e quinoa, ideali per le giornate più fredde. Ed ancora piatti unici come gli Spaghetti integrali con pesto di tofu, basilico e noci, lo squisito Strudel di farro integrale con ripieno di scarola accompagnato da finocchi carote e mele, le Lasagne a colori con verdure miste e lo Sformatino di quinoa e zucca. Ma la creatività in cucina non ha limiti ed anche le ricette più tradizionali possono essere rielaborare in una chiave più curiosa: la classica pasta e fagioli per Chiara si è trasformata in tortelloni ripieni di fagioli.
Poi ci sono i dolci, tutti senza uova, latte o burro. Delizie come la Torta di carote e cocco, la Panna cotta di miglio con crema di castagne, la Crema alla vaniglia con pan di spagna di carote oppure quella di Zucca con granella.
Infine, dato che il buongiorno si vede dal mattino, anche la colazione deve avere i suoi dolci, tutti golosi e cucinati con la stessa filosofia: muffin, torte e fette biscottate da assaporare con un ottimo cappuccino preparato con latte di soia, riso o mandorle.
E quando il tempo stringe, e non potete allontanarvi dall’ufficio o da casa, si può sempre ordinare a domicilio.
Jaki – Caffè e Cucina Naturale
Strada Aurelio Saffi 78/B
43121 Parma
Tel. 339 4798020
Di Chiara Marando - Sabato 28 Febbraio 2015
Il suo aspetto ricorda quello del comune grano, ma con chicchi più grandi, e la sua storia risale all’antico Egitto, quando già 6000 anni fa veniva ampiamente coltivato ed utilizzato. Stiamo parlando del Kamut, un cereale millenario che da qualche anno è stato rivalutato e compare sempre più frequentemente in cucina sotto forma di farina, pagnotte e pasta.
Un prodotto alternativo e gustoso che deve il suo successo anche alle particolari proprietà che lo contraddistinguono rendendolo un alimento altamente digeribile. Secondo alcuni studi, condotti soprattutto negli Stati Uniti, il 70% delle persone che soffrono di intolleranze alimentari nei confronti del grano comune può tranquillamente consumare Kamut, fatta eccezione per i celiaci vista la presenza di glutine.
Ma i suoi benefici sono tanti e tutti da provare. Non a caso, è considerato uno dei cereali più completi dal punto di vista nutrizionale in quanto composto principalmente da carboidrati, ma anche da una buona dose di proteine, circa il 40% in più rispetto al frumento, e da selenio, ottima fonte di antiossidanti, amminoacidi e vitamina E.
Insomma, un concentrato di benessere, coltivato solo secondo metodi di agricoltura biologica, che racchiude in sé bontà, salute e quella sensazione, ormai rara, di mangiare qualcosa di genuino che ancora segue i dettami della natura. E non si tratta solo di suggestione. Infatti, non essendo mai stato coinvolto nei programmi di produzione utilizzati per grano ed altri cerali, il Kamut non ne ha acquisito le caratteristiche in fatto di alte rese e resistenza alle malattie. Ciò gli ha permesso di mantenere alcune proprietà nutrizionali che favoriscono importanti effetti benefici sul nostro organismo. Giusto per fare un esempio, mangiare alimenti a base di Kamut aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e di glicemia.
Ed ora parliamo del suo straordinario potenziale in cucina. Trovare la farina di Kamut è ormai un gioco da ragazzi, ogni supermercato ne è provvisto, quindi sarà possibile cimentarsi nella panificazione casalinga e preparare infornate di pane e pizza fragranti. Anche cucinare semplicemente i chicchi e condirli con verdure saltate può essere una soluzione perfetta per un primo alternativo, oppure una pietanza fresca ed estiva nei periodi più caldi. Che dire poi di una calda e profumata zuppa nelle stagioni più fredde? Ricordatevi, però, di non avere fretta perché i chicchi vanno lasciati in ammollo per circa 10 ore e successivamente cotti in acqua bollente per 60 minuti.
Tante sono le ricette sfiziose da preparare con questo alimento estremamente versatile, piccoli trucchi da veri chef capaci di rendere più variegati i vostri menù dandovi la possibilità di assaggiare nuove stuzzicanti prelibatezze. Biscotti, primi piatti, panini, focacce e torte diventeranno le vostre armi segrete ai fornelli.
Di Chiara Marando – Sabato 21 Febbraio 2015
La scoperta casuale di posti che sorprendono è sempre una bella esperienza, sono quelle piccole cose capaci di trasformare una giornata e di farti ricordare momenti apparentemente comuni. Proprio sulla scia di questi avvenimenti mi viene in mente una sosta a Roncobilaccio, ovvero il luogo che si sente sempre nominare nei bollettini autostradali sullo stato della viabilità, l’uscita che si incontra percorrendo l’A1 ma che spesso si supera senza nessuna attenzione. Ecco, proprio in una di quelle giornate di lunga percorrenza mi è capitato di imboccare quel casello ed immergermi in qualcosa di inaspettato, in un paesaggio di montagna che si apre magicamente appena fuori dal viavai delle macchine e dei camion.
Una vallata costellata di poche case che si arrampicano seguendo l’andamento del terreno fino a formare piccole frazioni, una conca immersa nella luce e nel silenzio. Assolutamente inverosimile, ma altrettanto reale. E poi vieni a scoprire che in primavera ed estate la zona si popola di turisti che si fermano per visitare il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio, un’oasi di pace immersa nella natura, e per intraprendere passeggiate nei boschi. Il tutto unito al piacere di una tradizione gastronomica che si fonde con le radici di un territorio di confine sull’Appennino Tosco-Emiliano assorbendone le tipicità.
Proprio a proposito di cucina, ecco che la pausa culinaria improvvisata al “Ristorante Bellavista” ha riservato piacevoli sorprese al palato. Una realtà a conduzione familiare aperta dal ’68, che ancora oggi conserva tutto il sapore di casa e di tradizione di una volta. Dal ’92 a gestire l’attività creata dai genitori, con la stessa passione e costanza, sono Tina, suo fratello Roberto e la cognata Noemi. Un ambiente che riesce a mixare lo stile rustico di un tempo insieme ad una semplice ed elegante accoglienza. La cucina è quella tradizionale, ricette antiche che Tina ha appreso osservando ed aiutando la madre, vere e proprie testimonianze di storia della zona.
Qui la sfoglia fresca si tira ancora a mano, con il mattarello, perché non c’è nulla come il sapore della pasta casalinga. Infatti, sono proprio i primi un cavallo di battaglia del ristorante, piatti della tradizione bolognese come i Tortellini di carne in brodo, Le Tagliatelle con funghi oppure tartufo, ottimi prodotti del luogo, ed i Tortelloni di patate conditi con il ragù alla bolognese, oppure con noci o funghi. E parlando dei Tortelloni, sono riuscita a carpire un segreto che ben spiega la bontà di questo piatto: la preparazione del ripieno prevede che le patate siano condite con un sugo di salsiccia così da esaltarne ulteriormente il gusto.
I secondi, invece, si rifanno alla toscanità più pura puntando sulla carne con Fiorentine, Grigliate e Tagliate di Manzo che si sciolgono in bocca, accompagnate da un contorno di fagioli cannellini conditi solo con ottimo olio extravergine di oliva.
Ma prima ancora di pensare a primi e secondi, non perdetevi l’antipasto della casa: Crostoni toscani con cavolo nero e fagioli borlotti e con Lardo e cannellini, assaggini di polenta con funghi e gorgonzola, parmigiana di melanzane, melanzane ripiene con mozzarella, ed ancora voulevant con un cuore di funghi.
Per finire, chiedete a Tina di servirvi i suoi fragranti Cantucci caserecci da assaporare con un buon bicchiere di Vin Santo… vi sentirete totalmente soddisfatti.
Che ne dite, non male per una pranzo inaspettato?
Ristorante Bellavista
Via S. Antonio, 8
40035 Baragazza, Castiglione dei Pepoli (BO)
Tel: 0534 898166
Di Chiara Marando - Sabato 14 Febbraio 2015
Ebbene si, il cibo è uno dei piaceri della vita ed osservare quali alimenti vengono scelti ed assaporati fa capire molto della persona che si ha davanti. La tavola è come una rivelazione, una sorta di pagina bianca su cui ognuno di noi espone il proprio modo di essere. Ed effettivamente, il legame tra cibo e personalità è molto stretto, tanto da influenzare umore ed energia.
Ritrovare allegria, vitalità e prontezza di riflessi grazie agli effetti della cucina non è solo un modo di dire, oppure l’ultimo trend gastronomico del momento, si tratta di una vera e propria scienza: il Mood Food. Stando agli studi internazionali, coordinati dal Food and Mood project, gli alimenti hanno la capacità di determinare cambiamenti negli stati d’animo e nelle emozioni, un filo diretto con la mente costantemente attivo.
Solo per fare un esempio, quante volte ci siamo sentiti dire che carenza di zinco oppure dei tanto nominati Omega 3 può portare depressione o mancanza di tono vitale? E non è un caso, perché effettivamente è stato dimostrato che una dieta poco equilibrata rende poco equilibrato anche il nostro organismo e, di conseguenza, le nostre sensazioni.
Sostanze quali vitamine, grassi e proteine esercitano un’azione determinante sulla chimica del cervello, quindi scegliere i cibi giusti si rivela la mossa vincente per attivare quei neurotrasmettitori ed ormoni che aiutano l’insorgere del buonumore e della tranquillità. In altre parole, dobbiamo imparare a coccolarci nel modo giusto.
Il cibo ha il potere di stimolare emozioni positive, benessere e serenità, attivare quel filo conduttore che riaccende i ricordi legati all’infanzia, a quei sapori di una volta che si gustavano da bambini, quelli che aspettavi con impazienza e che riescono a trasmettere un senso di sicurezza.
Pensiamoci, quando fuori c’è freddo e si rientra a casa dopo una giornata di lavoro, non c’è niente di meglio che scaldarsi con una zuppa fumante, un abbraccio confortevole di bontà. E che dire della meravigliosa cioccolata? In questi casi, quando la visione della vita è davvero grigia, anche i legumi ed il peperoncino rosso posso rivelarsi degli alleati importanti da tenere in grande considerazione.
Insomma, il “Mood Food” è una realtà e conferma che mangiare con gusto aiuta a stimolare le endorfine, ovvero quelle sostanze prodotte dal cervello responsabili del senso di gratificazione ed appagamento. Ma non è solo una questione di palato, il coinvolgimento è molto più ampio perché non bisogna dimenticare il piacere che può regalare il tempo impiegato a preparare i pasti, insieme alla creatività e fantasia messe in campo nel presentare i piatti ed alla piacevolezza di gustarli in compagnia.
Di Chiara Marando – Parma 07 Febbraio 2015
San Valentino è alle porte e, come spesso accade, gli innamorati stanno pensando in quale modo trascorrere la serata più romantica dell’anno. La cenetta a lume di candela è sempre una soluzione molto gettonata ma se al romanticismo dell’atmosfera si aggiunge il fascino di una struttura maestosa come quella di un castello secolare, allora il successo è assicurato. Stiamo parlando del Castello di Cortanze, in provincia di Asti, un maniero medievale magistralmente ristrutturato che conserva tutto il sapore delle epoche passate in una suggestione quasi magica. Struttura maestosa ed accogliente, nonché location perfetta per eventi ma anche per un momenti di relax lontano dal caos cittadino. Un totale di 9 camere e 3 suite eleganti e raffinate che ben si adattano con l’arredamento circostante, perfette per trascorrere un weekend in totale tranquillità ammirando la vallata circostante e lasciandosi coccolare dalle delizie del ristorante.
Il suggerimento arriva direttamente da uno chef d’eccezione come Mattia Poggi, volto noto nel mondo dell’alta cucina e conduttore di programmi culinari sul canale Alice TV, che si occuperà di gestire il ristorante del Castello e rendere la serata di San Valentino indimenticabile. Mattia non svela i particolari del menù ma ci anticipa quello che sarà il suo stile ai fornelli: ingredienti di alta qualità preparati con cotture poco elaborate così che i sapori possano “esplodere” in bocca rivelandosi a poco a poco nel palato. Non un semplice pasto, ma una vera e propria esperienza sensoriale che ben si completa con l’offerta della ricca carta dei vini, un mix tra rinomate etichette della zona, specialità italiane e del Nord Europa.
Per tutti coloro che decideranno di trascorrere il 14 febbraio a casa, lo chef consiglia qualche ricetta facile ma di sicuro effetto, utili per dare prova di grande abilità in cucina. Un menù completo firmato Mattia Poggi: si inizia con un antipasto di Calamari crudi al profumo di timo, si continua con dei Gnocchetti agli scampi per poi passare ad un secondo di carne a base di Agnello in crosta di pistacchi.
Per l’antipasto è necessario tagliare i calamari a listarelle sottili così che assorbano il condimento che deve essere preparato con olio, sale, timo e succo di limone.
Ed ora il primo: stufare 8/10 scampi con olio, aglio e burro, farli tostare, sfumarli con il cognac e coprirli di acqua facendo cuocere il tutto per 10 minuti. Una volta pronti, mettere da parte gli scampi e filtrare il liquido in una padella di acciaio. Nel frattempo, cuocere i gnocchetti in acqua salata per un minuto terminando la cottura nel brodetto precedentemente filtrato. Quando avranno assorbito il liquido, mantecare con olio ed aggiungere gli scampi.
Il secondo è ancora più semplice: rosolare le costolette di agnello con un filo di olio, spennellarle poi con un velo di senape e passarle nei pistacchi tritati. Infine, infornare per 10 minuti a 190°/200°.
Il dolce poi non può mancare, rigorosamente afrodisiaco e rinvigorente come una soffice Mousse al cioccolato e caffè.
Castello di Cortanze
Via Marchesi Roero, 1
14020 Cortanze (AT)
Tel. 0141 901410