Di Chiara Marando – Parma 20 Settembre 2014
Busseto, nel cuore della bassa parmense, è uno di quei luoghi che trasudano storia e tradizione, un patrimonio fatto di cultura, arte, musica ed enogastronomia. Questa è la terra di Verdi, maestro indiscusso del quale si respira l’influenza ed il genio in ogni angolo, un’aria carica di emozionanti note passate.
Proprio qui, tra le vie del centro abbracciate dall’antica Rocca, si trova la Salsamenteria Baratta, un angolo di memoria che del tempo passato racconta sapori e profumi, storie fatte di quelle tipicità che rappresentano le radici del territorio. Una bottega unica nel suo genere, che già dal 1873 ospitava tra i suoi tavoli nomi illustri come Arturo Toscanini, Gabriele D’Annunzio e, primo fra tutti, Giuseppe Verdi. All’interno del locale ogni cosa parla del maestro, sembra quasi di entrare in un museo, tra spartiti originali, stampe e quadri, il tutto completato da utensili antichi, distese di bottiglie e salumi che pendono dal soffitto. Un ambiente caldo ed avvolgente, nel quale l’atmosfera risulta come sospesa, e dove la semplicità ed il sorriso fanno da padroni sulle gentili arie verdiane in sottofondo.
Fu Lino Baratta lo storico fondatore di questa realtà, un’eredità che la sua famiglia ha portato avanti fino allo scorso anno, quando l’attività è stata lasciata nelle fedeli mani di Abele, che da oltre quarant’anni vi lavorava instancabilmente. Oggi è proprio lui che prepara le famose ed irresistibili salse e sceglie accuratamente i salumi, un vero e proprio omaggio al territorio ed alle sue eccellenze gastronomiche. Già, perché come spiega sua figlia Martina, perfetta ed infaticabile aiutante, il nome “Salsamenteria” deriva proprio da salse e salumi, ovvero i cavalli di battaglia che vengono servizi durante la degustazione.
Qui non esiste la cucina, quindi non troverete piatti caldi, un lungo menù oppure ricette complicate, ma preparatevi comunque ad uscire soddisfatti e satolli. Intanto è bene sapere che il Lambrusco si beve alla vecchia maniera, nella tazza, perciò non meravigliatevi se i bicchieri da vino non verranno contemplati, ma godetevi il sapore intenso e ruffiano dei vini locali. La degustazione inizia con le salse da accompagnare al pane, delizie come quella a base di prezzemolo e sedano, oppure carote, peperoni, e pomodoro, ed ancora pestato di lardo, alici sott’olio, pomodori secchi e peperoncini ripieni con acciughe e capperi, tutto rigorosamente fatto in casa da mani esperte. Poi si passa al tagliere, più che abbondante, con Parmigiano Reggiano 24 mesi, Pecorino ed ottimi salumi misti quali Prosciutto, Spalla Cotta, Salame di Felino, Strolghino, Culatello, Coppa e Mortadella.
Per chi non fosse ancora sazio, ecco pronta la frutta secca per preparare la bocca alle squisite torte casalinghe che concluderanno il banchetto: dalle classiche crostate, a quella ricotta e cioccolato, alla Spongata di Busseto, fino alla Sbrisolona ed alla Crostata Spumina, una pasta frolla ricoperta da uno strato di meringa, con un cuore di marmellata di albicocche e scaglie di cioccolato. Ovviamente, per finire, non potevano mancare i tradizionali liquori Fragolino, Nocino, Sburlòn e Bargnolino.
Salsamenteria Storica e Verdiana Baratta
Via Roma, 76
43011 Busseto
Tel. 0524 91066
www.salsamenteriabaratta.it
Di Chiara Marando - Sabato 13 Settembre 2014
Com’è che si dice? Siamo quello che mangiamo. Un concetto più che reale, forse anche per questo c’è sempre più la ricerca di quei cibi che diano non solo il gusto, ma anche la certezza e tranquillità che solo le cose genuine possono dare. Ecco allora che puntiamo verso quelle produzioni fatte con cura ed amore, quei prodotti che hanno una storia, quasi con un nome ed un cognome. La cultura delle piccole realtà agricole a Km0, la filiera corta che racconta il percorso di quello che portiamo a casa, che parla di sapori intensi e ricavati con la giusta pazienza ed attenzione.
Proprio dalla passione per il territorio ed i suoi prodotti, nonché dalla volontà di promuovere, valorizzare e supportare le piccole aziende locali, è nata l’Associazione “Io mangio locale”, ovvero la tua spesa a Km0 a Parma. Loro sono Andrea Belicchi, web designer di professione con una conoscenza approfondita verso le realtà produttive della zona, e Luca Maccanelli con sua moglie Laura, fondatori dell’Azienda Agricola Orti di Santa Flora, a pochi chilometri da Parma. Un’idea nata dalla consapevolezza che le cose buone vanno preservate e condivise, che la dedizione dimostrata ogni giorno dai produttori va premiata. Il tutto rendendolo facilmente fruibile dai cittadini.
Fare la spesa, infatti, è molto semplice. Basta registrarsi all’associazione direttamente sul sito www.iomangiolocale.com, versare una quota associativa veramente simbolica, il prezzo di un aperitivo per intenderci, e successivamente accedere con il proprio nome utente e password. Et voilà, adesso potete scegliere tra i tantissimi prodotti del territorio presenti nella lista, una varietà di gustose bontà biologiche che spaziano dalla frutta e verdura rigorosamente di stagione, carne di manzo, pollo e suino nero, marmellate e confetture, uova, farina di varie tipologie, birra, pane, pasta fresca e miele.
Questi, però, sono solo alcuni esempi del lungo elenco di delizie tra le quali potrete perdervi per ordinare la vostra spesa settimanale, ognuna delle quali proveniente da Aziende Agricole locali di grande fiducia. Date un’occhiata ai produttori cliccando qui
Gli ordini si chiudono ogni lunedì sera, e la spesa si può ordinare in qualsiasi giorno della settimana. Il giovedì è pronta da ritirare nella sede degli Orti Santa Flora ma, se volete riceverla a domicilio, ci penserà la sempre attiva bicicletta de La Sajetta a portarvela fino a casa, una vera istituzione cittadina eco-sostenibile.
Di Chiara Marando - 6 Settembre 2014
Quello della cucina è un regno nel quale ci vogliono passione e fantasia. Bisogna avere il coraggio di osare e provare sempre nuovi accostamenti, anche perché capita che le ricette più buone nascano proprio dagli errori.
E’ il caso di uno dei dolci tipici della tradizione austriaca, il Kaiserschmarren, un nome quasi impronunciabile per un piatto estremamente gustoso. Si tratta di una sorta di frittata dolce, letteralmente “la frittata dell’imperatore”, e la sua storia inizia per sbaglio, uno sbaglio molto goloso.
La tradizione narra che una sera, l'imperatore Francesco Giuseppe non potendo partecipare alla consueta cena avesse chiesto al cuoco una crêpe per poterla mangiare nel suo studio. Quest’ultimo, però, impegnato a preparare la cena per l'esigente famiglia reale, si scordò della crêpe lasciandola troppo sul fuoco. Il risultato fu che la bruciò leggermente, e nel tentativo di girarla la ruppe. Dato che il pasto veniva reclamato, pensò di rimediare spezzettandola completamente ed accompagnandola con un po’ di marmellata e zucchero per coprire il danno. Il piatto che ne uscì fu un vero successo, tanto che l'imperatore decretò questa nuova pietanza come la sua preferita.
Ed infatti il Kaiserschmarren conquista al primo assaggio, un impasto morbido e saporito ulteriormente esaltato da composte di frutta, generalmente ribes rossi. Lo si può cucinare i vari modi, anche amalgamando con gli ingredienti principali l’uvetta sultanina o la mela tagliata a piccolissimi pezzi.
Preparare questa delizia è estremamente semplice:
Ingredienti per 4 persone:
4 uova
150 gr di farina
50 gr. di zucchero
250 ml di latte
1 noce di burro per la cottura
1 pizzico di sale
2 cucchiai di Marsala o Rum
Marmellata a piacere
Per prima cosa bisogna separare i tuorli dagli albumi che dovranno essere montati a neve con un pizzico di sale. Lavorare i tuorli con lo zucchero ed aggiungere poi il latte e la farina per ottenere una pastella omogenea. Infine, unire il Rum o il Marsala e gli albumi a neve facendo attenzione a non farli smontare.
Quando il composto sarà pronto, versarlo in una padella nella quale avrete fatto sciogliere la noce di burro.
Far cuocere il tutto per 4-5 minuti con il coperchio, quindi tagliare la frittata in 4 parti così da poterla girare. Una volta effettuato questo passaggio, mantenendola sul fuoco, farne tanti pezzi piccoli. Ricordatevi che entrambe le parti devono essere dorate accuratamente.
Quando sarà pronto, servire il dolce cosparso di zucchero a velo e marmellata a piacere.
Di Chiara Marando – Sabato 30 Agosto 2014
La scena è questa: un giorno qualsiasi in una città da scoprire, il perdersi tra le vie del centro ad ammirare le bellezze architettoniche e paesaggistiche del luogo, ed il richiamo della fame con il conseguente dilemma sul dove fermarsi per appagare il palato. Momento difficile che spesso però è capace di riservare piacevoli sorprese. Già, perché il lasciarsi trasportare dalla curiosità senza una meta precisa, facendo scegliere all’intuito ed al caso spesso può rivelarsi la strada giusta.
Siamo a Lucca, uno dei centri urbani più antichi d’Italia, il cui fascino è protetto da cinquecentesche mura che ne abbracciano e nascondono il cuore storico, una meraviglia fatta di architetture medievali e rinascimentali, pittoresche stradine lungo le quali si susseguono negozi, botteghe, mercatini, e locali tipici. Il tutto condito da una vitalità pulsante che si respira ad ogni angolo e nelle tante importanti manifestazioni che animano il ricco calendario di eventi cittadini. Una miriade di profumi invitanti condiscono l’aria di aromi tipicamente toscani ai quali è difficile resistere, soprattutto quando l’appetito comincia a prendere il sopravvento.
In una piccola via, raccolta tra i palazzi del centro, si trova l’Osteria del Neni, fin dagli anni ’40 punto di riferimento per gli amanti della buon mangiare: pochi tavoli che si affacciano sul borgo, ed un interno rustico ed accogliente. Qui si parla la tradizione, quella che racconta la cucina di una volta, semplice, corposa e genuina. Un ampio menù che segue la stagionalità delle materie prime accuratamente selezionate, in grado di soddisfare tutti i gusti.
Si comincia con formaggi e salumi toscani dal sapore intenso, ovvero il Ganascino del Neni, i Fagottini di Lardo con cannelli e pachini, e la nota Panzanella. Si continua con gli ottimi primi, rigorosamente fatti in casa, come le Tagliatelle con alici e pangrattato o gli Spaghetti alla Neni con pesto di erbe aromatiche e pomodorini, poi le gustose zuppe come quella di cipolla, di farro nella variante con o senza seppie, la Ribollita oppure il Pancotto.
Ed ora ecco i secondi: Baccalà con ceci, Pollo in fricassea, Coniglio alla cacciatora con polenta, oppure la sempre ottima Tagliata di Manzo.
Una delle pareti interne, interamente arredata con bottiglie di vino, non solo si presenta come un’ottima soluzione per regalare un aspetto gradevole al locale, ma fa intendere quello che troverete nella carta dei vini, ovvero un’ampia scelta di etichette locali e regionali che ben si sposano con i piatti della tradizione.
Per concludere degnamente il pasto non potrete farvi mancare i Cantucci con il Vin Santo, oppure il dolce della casa: Tiramsù del Neni con il Bucellato.
Osteria del Neni
Via Pescheria, 3
Centro Storico
55100 - Lucca(LU)
Tel. 0583 492681
Di Chiara Marando – Sabato 02 Agosto 2014
Le specialità parmigiane sono diventate itineranti, il profumo della gastronomia del territorio lungo le strade di Parma e Provincia. Si chiama Val Baganza on the road, una cucina su quattro ruote che si sposta di luogo in luogo riempiendo l’aria di invitanti profumi e deliziando i palati con golosità dal sapore intramontabile. Loro sono Monica e suo fratello Roberto, due amanti della buona tavola che nel 2012 hanno creato questa originale attività, diventata ormai un appuntamento goloso per gli appassionati della tradizione culinaria locale.
Come dire di no agli ottimi salumi della zona da gustare con la fragrante torta fritta appena fatta?
Ma la lista di leccornie è molto lunga, e preparata con eccellenti materie prime rigorosamente a chilometro zero. Cominciamo con le torte salate con ripieno di verdura oppure prosciutto e formaggio, e gli sfiziosi contorni come la polenta fritta e le verdure ripiene. Poi la pasta fatta in casa, una sfoglia preparata a regola d’arte per gli anolini di carne o di “magro”, ovvero con pangrattato e formaggio, le saporite lasagne ed i tortelli nelle varianti di erbetta, zucca, patate, castagne ed il particolare ripieno di mele con savor. Anche i secondi raccontano la parmigianità golosa dei cibi genuini: Rosa di Parma, Coniglio alla cacciatora o ripieno e Guancialini di maiale sono alcuni esempi tentatori.
Le ricette di una volta rimangono sempre un richiamo irresistibile, profumi rassicuranti che raccontano l’anima di un territorio, ecco allora che Monica e Roberto sono andati a riscoprire una versione alternativa della torta fritta, quella ripiena, il cosiddetto “Pan di sjor” della Val Baganza, farcito con patate, speck e formaggio, oppure patate con gorgonzola o cipolla. Per provarli chiedete dei Baganzotti, una vera e propria prelibatezza d’altri tempi. Se non siete ancora sazi, allora preparatevi per una ricca scelta di dolci, una sorpresa per i più ghiotti.
Ora che l’appetito comincia a farsi sentire, vi chiederete dove poter trovare questo fantomatico mezzo di Val Baganza on the road, quindi per prima cosa dovete sapere che non si sposta solo di strada in strada, ma che avrete la possibilità di ordinare direttamente a casa tutto questo per rendere particolare e stuzzicante un evento. Inoltre, ogni bontà è disponibile anche nel laboratorio e punto vendita di Sala Baganza, quindi per qualsiasi tipo di informazione ecco www.valbaganzaontheroad.it.
Val Baganza on the road
Laboratorio e punto vendita
Via Provinciale 21, Sala Baganza (PR)
Tel. 0521/831590
Di Chiara Marando – Sabato 26 Luglio 2014
Farina di grano, acqua, e sale, ingredienti semplici per uno di quei piatti che raccontano la tradizione, quella Toscana: I Testaroli. La loro antica storia è strettamente collegata al territorio della Lunigiana, terra caratterizzata da una cultura gastronomica basata su cibi poveri ma comunque ricchi di sapore. Questa gustosa specialità si prepara ancora come una volta, mescolando i vari elementi fino ad ottenere una pastella fluida, poi pochi minuti nel forno a legna ed ecco che il tutto prende forma. La vera particolarità è quella della cottura, un processo rimasto immutato nel corso degli anni che avviene in caratteristici contenitori chiamati “testi”, un tempo in terracotta, oggi in ghisa.
Ultimare la preparazione dei Testaroli è molto semplice. Si tagliano a quadretti o losanghe, si buttano in una pentola di acqua bollente salata per circa 3 minuti a fuoco spento, ed infine si scolano con cura per poi esaltarli nei modi più appetitosi. L’impasto spugnoso è perfetto per trattenere ed amalgamarsi con qualsiasi tipo di salsa, ma la tradizione vuole che il condimento per eccellenza sia il Pesto alla genovese, ricco di sapidità e profumo.
Tanti sono i locali dove poter gustare questa tipicità, ma se volete andare sul sicuro, allora dirigetevi verso il paese di Giucano, a pochi chilometri da Sarzana, un piccolo borgo nascosto tra il verde delle colline. Qui c’è “Il Faro”, un ristorante a conduzione famigliare, conosciuto per la sua cucina legata alla tradizione casalinga, quelle delle ricette tramandate di generazione in generazione, fatte di cibi genuini.
Il menù proposto predilige la carne e gli ottimi piatti liguri e toscani, con particolare attenzione alla scelta delle materie prime ed alle necessità di tutti i palati. Si può partire con gli antipasti della casa ed i salumi misti, accompagnati da sfiziosi sgabei e verdure sott’olio rigorosamente di produzione propria, per passare poi a primi come i Ravioli al Ragù o le Pappardelle di Cinghiale, ed infine a secondi quali la prelibata Fiorentina, l’Agnello o il Coniglio nelle varianti fritto o al forno, e succulenta Grigliata Mista.
Ed eccoci al pezzo forte, un vero e proprio must, ovvero i Testaroli di Giucano, una delizia estremamente ghiotta, da assaporare con il pesto preparato secondo tradizione, con il sugo di funghi, oppure semplicemente con olio extravergine di oliva e Parmigiano. Sarà un vero piacere sentire questa morbida pasta sciogliersi in bocca e diventare un tutt’uno con il ricco condimento dagli aromi intensi. Impossibile non assaggiarli!
Ristorante Il Faro
Via dei Pini 10,
Giucano (Fosdinovo MS)
Tel. 0187 628228/338 6921691
www.ristorantefaro.org
Di Chiara Marando – 19 Luglio 2014
Ad un passo dal centro di Parma, ma raccolto nel silenzio di una campagna dall’atmosfera intima e confortevole, con quel tocco rustico che conquista al primo assaggio: questo è l’Agriturismo San Bruno della Certosa, un angolo di genuina bontà gastronomica a conduzione famigliare, strettamente legato alla cultura di un territorio ricco di eccellenze alimentari. La storia di questa attività è un racconto fatto di tanta passione e costanza, conoscenza delle materie prime e continua ricerca. Loro sono Marco, sua sorella Elisabetta con il marito Antonio, papà Pino e lo zio Franco, ognuno con un proprio compito, ognuno fondamentale in quella che risulta essere una perfetta sintonia di lavoro.
La cucina riprende le ricette della tradizione, gustosi piatti di pasta fresca prepararti dalle esperte mani di Gino che non fa mai mancare i tortelli, gli anolini ed i cappelletti, le tagliatelle ed gli gnocchi. Poi c’è la carne, regno di Antonio, un vero e proprio maestro alle prese con la griglia, che non solo si occupa della cottura, ma sceglie personalmente i tagli migliori, rigorosamente a km zero. Già, perché la filosofia alla base di tutte le proposte culinarie è quella di valorizzare i prodotti delle aziende locali e regionali, dai formaggi, alla carne ed i salumi, fino al vino. Il tutto completato dalle delizie dell’orto coltivato con tanta cura.
Poi non dimentichiamoci del piatto forte, il cavallo di battaglia che ha reso l’agriturismo un punto di riferimento in fatto di buon cibo: l’Agrifocaccia.
Di cosa si tratta? Loro amano definirla “un foglio bianco sul quale valorizzare del delizie del territorio”, e a dirla tutta, questa sintesi calza a pennello. L’impasto, preparato con farina macinata a pietra, ha una lievitazione non forzata di 24 ore, una lentezza capace di rendere il risultato digeribile e leggero. Anche la cottura richiede tempo ed attenzione, 8 minuti in forno e più persone impegnate nei vari passaggi, perché ogni ingrediente scelto per guarnirla richiede cura. Insomma, condivisione in cucina e condivisione a tavola, non a caso ognuna di queste leccornie basta a sfamare due persone, quindi non spaventatevi del prezzo che ad una prima occhiata può apparire un po’ più alto del normale.
E’ Marco l’esperto dell’Agrifocaccia, un’idea che ha tratto insegnameno ed ispirazione dalle creazioni dello chef Simone Padoan, del ristorante “I Tigli” a San Bonifacio in provincia di Verona. Vi perderete tra i tanti possibili abbinamenti proposti dal menù, tutti estremamente golosi ed invitanti, nonché silenziosi narratori delle specialità locali.
C’è la “Zucchisciutto”, con base di pomodoro e mozzarella fiordilatte, zucchini dell’orto saltati e Prosciutto crudo 24 mesi, oppure la “Crudata” condita con stracciatella di mozzarella ed il sempre presente Prosciutto crudo. Che dire della “Porretta”? Una squisitezza farcita con porri, mozzarella fiordilatte, pomodoro e pancetta a crudo, o ancora la “Lucio” con Squacquerone, Mortadella di Bologna IGP e granella di pistacchi. Infine la classica “Bufalina”, con mozzarella di bufala e pomodorini caramellati in forno. Ma l’elenco è ancora molto lungo, ed alcune invenzioni ruotano a seconda della stagionalità per offrire sempre il massimo della freschezza. Scambiarvi gli spicchi ed assaggiare le varie combinazioni, sarà un vero divertimento per le papille gustative.
Anche la carta dei vini riprende le etichette a Km 0, e potrete pasteggiare con ottima birra locale direttamente dal rinomato Birrificio del Ducato. In poche parole, per una sera dovrete rinunciare a Coca Cola e Prosecco per qualcosa di diverso ma comunque piacevole e dissetante.
Terminiamo in bellezza questa carrellata del gusto con gli ottimi dolci di Elisabetta, dalle torte casalinghe, ai semifreddi, fino alla frutta fresca esaltata dalla spuma di yogurt.
Cosa ne dite, siete sazi?
Agriturismo San Bruno della Certosa
Via Pietro Righini, 9
43122 Parma
Tel. 339 547 7357
www.sanbrunodellacertosa.com
Di Chiara Marando – 12 Luglio 2014
E’ arrivata l’estate, e con il caldo non desideriamo più magiare cibi pesanti e ricchi di sapidità, al contrario prediligiamo quelle pietanze leggere capaci di regalarci sensazioni di freschezza senza farci mancare il gusto. E poi diciamola tutta, dopo una giornata al mare il pensiero è quello di rientrare dalla spiaggia sapendo che qualcosa di appetitoso ci sta aspettando. Le insalate di pasta o riso sono sempre una soluzione molto apprezzata, ma per cambiare un po’ sapore si potrebbe provare qualcosa di diverso ed altrettanto invitante, magari un delizioso Cous Cous. Impossibile non conoscere questo alimento dai tanti utilizzi, simbolo per eccellenza della gastronomia nordafricana, e notevolmente sfruttato anche in quella siciliana. Le sue qualità nutrizionali sono pari a quelle del frumento, con l’unica differenza che in fase di cottura la quantità di acqua assorbita può variare a seconda delle preferenze personali, modificandone l’indice di sazietà. Inutile dire che questi piccoli chicchi di semola si prestano a svariate ricette dai tanti profumi e sapori.
In Tunisia, Marocco ed Algeria, ad esempio, il Cous Cous viene generalmente servito con verdure ,quali carote, rape e melanzane lessate in un brodo leggermente piccante, e carne di pollo, agnello o montone. Si può trovare anche la variante preparata con il pesce arricchita da una salsa agrodolce con uvetta e cipolle, oppure addirittura come dessert con mandorle, cannella e miele.
In Sicilia, questo piatto è diventato praticamente di uso quotidiano. Il suo condimento viene definito la “Ghiotta” ovvero un brodetto di pesce a base di scorfano rosso e nero, pesce San Pietro, cernia, gallinella, e anguilla, con l’aggiunta di qualche gambero o scampo. Una vera bontà.
Insomma, con questo ingrediente versatile la vostra fantasia potrà dare vita a meravigliose leccornie da assaporare anche in questi mesi estivi. Non è sempre necessaria una lunga e difficoltosa preparazione, perché anche con qualche semplice verdura o legume, olio extravergine di oliva e spezie, il risultato sarà assicurato.
Tanti sono i portali con suggerimenti e ricette interessanti, ma provate a dare un’occhiata qui www.cookaround.com, oppure qui www.buttalapasta.it.
E non dimenticatevi che se doveste essere da quelle parti, dal 23 a 28 settembre a San Vito Lo Capo è in programma il “Cous Cous Fest”, un importante appuntamento dedicato interamente a questa strepitosa specialità, che coinvolge nella sua affascinante atmosfera tutti i paesi dell’area euro-mediterranea. Per info potete consultare il sito ufficiale www.couscousfest.it
Di Chiara Marando - Sabato 05 Luglio 2014
Amanti della carne tenete pronti coltello e forchetta perché c’è un posto che sta aspettando solo voi. Si chiama “Maxelâ”e non si tratta di un semplice ristorante, ma nemmeno di una normale macelleria. In effetti è entrambe le cose in un modo tutto particolare, unico nel suo genere. Una filosofia che si fonda sulla ricerca, sulla passione per l’alta qualità, per il buon vivere ed i sapori genuini, nonchè per la voglia di condividere un’esperienza del gusto estremamente piacevole. Un’idea partita tra i caruggi di Genova con lo scopo di esportare un nuovo modo di concepire il cibo.
Ogni Maxelâ, ovvero “macelleria” in genovese, è un luogo in cui poter non solo acquistare, ma anche gustare sul posto carni pregiate provenienti esclusivamente da allevamenti italiani e selezionate da esperti professionisti. Ognuna di esse è situata in location strategicamente perfette, dalla città ligure in cui tutto è cominciato, a Milano, Torino, Roma, Modena, per arrivare fino a Londra.
E non potrete sbagliarvi, perché l’aroma di squisite bontà alla griglia si farà sentire già da lontano. Inutile dire che il banco ricolmo di tagli invitanti catturerà subito la vostra attenzione, impossibile resistere a tanta abbondanza e varietà.
Potrete scegliere tra specialità da assaporare crude come il Crudo d’Alba, ovvero carne macinata, oppure il Carpaccio, entrambe ricavate da tagli magri della coscia ed esaltate solo con un filo d’olio, un pizzico sale e pepe nero. Ed ancora squisitezze cotte alla piastra quali la strepitosa Fiorentina, la costata intera, la golosa Tagliata e gli sfiziosi Hamburger, arricchiti da olio extravergine di oliva, sale integrale e buccia di limone. Come in negozio avrete la libertà di selezionare il pezzo di carne che più preferite e deciderne il peso, al resto ci pensano gli chef.
Ma Maxelâ non è soltanto materia prima di qualità eccellente, è anche tutto ciò che può accompagnare degnamente un pasto luculliano, con contorni appetitosi e ottimi vini scelti tra le etichette più rinomate, che ben si sposano con il gusto deciso e intenso della carne. Una vera e propria coccola sensoriale.
Il tutto in un ambiente estremamente giovane e vitale, dove la calorosa accoglienza è uno dei veri punti di forza.
Si usa dire “provare per credere”, quindi dopo che avrete testato l’atmosfera, e soprattutto la bontà dei prodotti, eccovi l’opportunità di fare la spesa come in una macelleria normale e portarvi a casa ciò che più vi ha deliziato.
Se volete qualche dettaglio su menù, carta dei vini e ristoranti allora andate a dare un’occhiata qui www.maxela.it
Di Chiara Marando – 28 Giugno 2014
Trattarsi bene è molto importante, anche a tavola. Coccolare il palato riesce a regalarci sensazioni appaganti, ed andare alla ricerca di luoghi dove poter soddisfare le nostre papille gustative diventa quasi un dovere, oltre che un vero piacere. Quello di scegliere il ristorante, consultare il menù e rilassarsi davanti ad un buon piatto, è un vero e proprio rituale del gusto.
Nel cuore del centro storico di Parma, a due passi dal Duomo e dal Battistero, si trova un angolo di bontà culinaria, il Ristorante La Forchetta, dove la passione per il buon mangiare e la gentilezza si respirano appena varcata la soglia. I pochi tavoli all’esterno creano un piccolo giardino privato raccolto tra il fascino dei borghi, mentre l’interno raffinato e luminoso è ulteriormente esaltato dalla sobrietà ed eleganza dell’arredo. E poi ci sono il sorriso e la professionalità di chi ha sempre messo tanta passione e tenacia nel proprio lavoro. Loro sono Angelo, siciliano d.o.c nonché chef per vocazione, e sua moglie Natalia, maestra nella gestione della sala e nel rapporto con la clientela. Dopo tanta gavetta e studio, due anni fa Angelo ha deciso di realizzare il suo sogno di bambino: aprire un ristorante dove poter esprimere tutto sè stesso. E i risultati gli stanno dando ragione.
La clientela non manca mai, e la lista degli affezionati si sta allungando sempre di più. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, perché trovare una così ampia varietà di pietanze che spaziano dai piatti legati al territorio parmigiano, a quelli di pesce che si rifanno alla cucina tradizionale siciliana, è tutt’altro che semplice. Il plus è che qualsiasi sia la scelta, non si sbaglia mai. Angelo sceglie personalmente le materie prime, conosce gli ingredienti, sa come sposarli e farne risaltare il sapore. Viene l’acquolina in bocca al solo pensarci.
Immaginate di deliziarvi con la Duchessa di Parma, ovvero fesa di vitello ripiena di prosciutto crudo e parmigiano 24 mesi, accompagnata da una salsa al Marsala, oppure con il Carrè di Agnello impanato con formaggio primo sale e pistacchi, servito con pomodorini al forno. Per non parlare della pasta ripiena fatta in casa come tortelli e cappelletti, due must che non possono mai mancare.
Ma vogliamo parlare del menù di mare? Un trionfo di bontà che parte dalle favolose Cruditè di pesce e dalle Capesante su un letto di misticanza e melograno, passa per i Tagliolini all’astice e le Bavette sul pesce, ricche di strepitoso condimento, per poi arrivare a secondi come la principesca Catalana, il profumato Branzino in crosta di olive, fino all’Ombrina con salsa di finocchi e olive taggiasche. Il tutto innaffiato da ottimo vino, un’ampia scelta delle migliori etichette.
Ovviamente, per concludere, non ci si può far mancare i golosi Cannoli Siciliani preparati ad arte, oppure leccornie come la Torta di mele calda con gelato alla crema ed il delicato del Parfait alla menta.
Ristorante La Forchetta
Borgo San Biagio, 6
43121 Parma
Tel: 0521 208812