Di Chiara Marando – Parma 29 Novembre 2014
Tutto parte da un diario, una raccolta di ricette casalinghe che narrano la quotidianità di una famiglia, la sua storia. Una storia iniziata quando la “più splendida delle normalità” viene stravolta improvvisamente . A raccontarla è Ilaria Bertinelli, interprete e traduttrice di professione, ma prima di tutto mamma di Gaia a cui, all’età di soli sei anni, è stato diagnosticato il Diabete di Tipo 1 e la Celiachia. Due patologie autoimmuni, due ombre sul futuro impossibili da ignorare. Da quel momento la loro vita non è stata più la stessa e l’unico scopo di Ilaria è stato quello di aiutare sua figlia a vivere la sua nuova condizione nel modo più sereno possibile, soprattutto in quei momenti di convivialità come la tavola.
Comincia così la sperimentazione in cucina per preparare piatti appetitosi con gli ingredienti giusti, per condividere i sapori ed il divertimento della scoperta.
“Uno chef per Gaia”- La gioia della cucina per diabetici celiaci e appassionati: ricette con e senza glutine, con e senza zucchero – (edizioni Maria Margherita Bulgarini) non è altro che questo, ovvero il diario di famiglia trasformato in un libro. Preparazioni da veri gourmet con ingredienti, dosi ed accorgimenti, ottime da assaporare e bellissime da guardare.
Ciò che ha spinto Ilaria a pubblicare questi piccoli segreti ai fornelli è stata la voglia di aiutare, fornire un piccolo contributo per una vita migliore a tutti coloro che soffrono degli stessi problemi, sottolineando il fatto che questa tipologia di Diabete si manifesta in modo subdolo proprio nei bambini, o nei giovani fino ai trent’anni, e che l’attenzione costante può fare una grande differenza.
Ed è proprio questa voglia di condividere che la porta tutt’ora in giro per l’Italia a presentare e cucinare le sue ricette davanti ad un pubblico attento a non perdere nemmeno una parola. Serate come quella appena svoltasi nella suggestiva cornice dello Store Barazzoni – I Love my House di Parma, dove in poche e semplici mosse, e con il suo sorriso, è riuscita a dare vita ad uno show cooking di alto livello. Inutile dire che i profumi ed i colori facevano da padroni.
Ricette come il Tronchetto di Cioccolato, i Biscotti di Natale ed i Cupcakes, per poi finire con una splendida casetta di pasta frolla decorata con la glassa. Dei veri gioielli di pasticceria golosi, delicati e perfettamente equilibrati in ogni componente.
Giusto per stimolare un po’ la curiosità ecco i segreti per una deliziosa pasta frolla, ideale per i “Christmas Cookies”:
400 gr. di Farina da scegliere nella variante con o senza glutine
2 uova
150gr di burro
100 gr di zucchero
Per chi lo desidera si possono aggiungere anche 8/10 gr di lievito.
Mixare tutti gli ingredienti ed impastare. La pasta frolla andrà poi stesa con il mattarello e tagliata con delle formine a scelta.
Per la glassa, invece, è necessario prendere dell’albume d’uovo ed unirlo a zucchero a velo e colorante per alimenti, se si desidera cambiare tonalità, mescolando con un cucchiaio. Ricordatevi che l’albume rende molto, quindi andrà usato in piccole quantità, mentre la dose di zucchero a velo determinerà la consistenza della vostra glassa. Quando sarà pronta basterà inserirla in un sac à poche e decorare a piacere i biscotti precedentemente cotti.
Sul sito MyBusiness di Bormioli Rocco nasce una nuova idea interamente dedicata alla ristorazione: la rubrica “Lezioni a cinque stelle”.
- Parma 25 Novembre 2014
E' partita lunedì 17 Novembre 2014 la nuova iniziativa promossa da Bormioli Rocco MyBusiness "Lezioni a cinque stelle", nella quale o chef stellato Massimo Spigaroli svelerà segreti, metodi e piccoli accorgimenti per gestire al meglio un ristorante. Ogni mese un appuntamento per un totale di dieci pillole video, tutte interamente realizzate nella suggestiva cornice della rinomata Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, vero e proprio regno dello chef che sfrutterà il suo locale per mostrare come ottenere e valorizzare una ristorazione di qualità, fatta di ingredienti freschissimi, di stagione ed a chilometro zero.
Ma un locale d’eccellenza è anche lo specchio di chi lo gestisce. Ecco allora che verranno illustrate alcune tecniche capaci di rendere più attenta ed oculata la guida dell’attività. Non da ultimo, saranno forniti preziosi consigli su come esaltare la tradizione della cucina regionale e proporsi nel modo più accattivante ad una clientela sempre più esigente.
Questi sono solo alcuni degli argomenti che verranno affrontati, un progetto che Bormioli Rocco MyBusiness ha voluto dedicare interamente ai professionisti della ristorazione per fornire loro un supporto di livello verso il mondo dell’alta cucina. Tramite questi appuntamenti si desidera sottolineare e promuovere l’importanza e la varietà della gloriosa tradizione culinaria italiana, riscoprire le antiche ricette ed impreziosirle con prodotti per la tavola di grande qualità ed impatto estetico. Un connubio capace di rendere perfetta la presentazione dei piatti e conciliarne la degustazione.
Una rubrica mensile nata con lo scopo di esaltare la condivisione dei valori legati al Made in Italy ed al territorio. Non a caso, per l’occasione, all’esperienza della storica vetreria Bormioli Rocco si unisce quella di un vero maestro della gastronomia come Massimo Spigaroli.
La sua è una storia ventennale costruita sulla costanza e la passione per il lavoro, elementi che hanno reso l’Antica Corte Pallavicina un punto di riferimento dell’eccellenza alimentare italiana. Non solo ristorante stellato, famoso con il nome di “Cavallino Bianco”, ma anche Azienda Agricola nella quale vengono prodotti i salumi considerati tra i più buoni al mondo.
La prima lezione si è soffermermata sulla pasta fresca, per conoscerne formati e peculiarità, con un’attenzione particolare verso i tortelli d’erbetta, piatto classico della cucina italiana nonché specialità del territorio emiliano tanto caro allo chef.
L’appuntamento con la rubrica “Lezioni a cinque stelle” è ogni terzo lunedì del mese all’interno del sito Bormioli Rocco MyBusiness
(Fonte: Ufficio Stampa Zenzero Comunicazione)
Di Chiara Marando – Sabato 22 Novembre 2014
Il paesaggio che contraddistingue la campagna toscana è fatto da un susseguirsi di sfumature dai colori vivi, un rincorrersi di colline e campi costellati da macchie di bosco e cascine eleganti dal fascino antico. Ciò che si disegna davanti agli occhi sorprende ogni volta e regala sensazioni di benessere immediato. Ma non è solo la natura il vero patrimonio di questa terra coinvolgente, anche la tradizione gastronomica si può considerare una di quelle tentazioni a cui è difficile dire di no. Piatti della cultura contadina dal sapore prelibato, salumi dalla sapidità marcata e strepitose carni tra le più apprezzate.
Un’eccellenza culinaria che si può gustare e scoprire nei tanti ristoranti e agriturismi che popolano il territorio deliziando gli avventori, piccole realtà che conservano tocchi di genuina ed accogliente semplicità. Questa è la filosofia sulla quale si fonda la “Fattoria il Pulcino”, azienda agricola biologica a conduzione familiare dove vengono prodotte e vendute le tipicità del territorio. Siamo a pochi chilometri da Montepulciano, in una casa poderale del ‘500 ristrutturata ad arte che conserva un’anima rustica e rassicurante anche negli interni, ampi e dallo stile semplice e pulito, che si affacciano sul verde del giardino.
Un’attività nata da un sogno, quello di Sergio e sua moglie Gabriella, portato avanti con il duro lavoro e la passione. Ad aiutarli oggi ci sono i loro sei figli, ma a gestire il Ristorante e preparare le prelibatezze che escono dalla cucina è Gabriella, unica padrona ai fornelli. Le sue sono ricette intramontabili della tradizione, con cotture alla brace oppure in tegami di terracotta, dove all’esperienza gastronomica si unisce la bontà delle materie prime provenienti direttamente dall’Azienda Agricola. Proposte come le cremose Zuppe di cereali, la Ribollita ed i corposi Pici al ragù, ed ancora le imperdibili Grigliate Miste di Carne, rigorosamente di produzione propria, succulenti tagli di Chianina dal gusto intenso. Per finire, ci sono le classiche torte casalinghe ed i cantucci accompagnati dal Vin Santo oppure dagli amari della casa.
L’Azienda Agricola oggi è cresciuta e produce vino, olio extravergine di oliva, pecorino, salumi, miele, marmellate e dolci caserecci, leccornie e specialità tutte da assaporare nel ristorante e da acquistare per portare a casa un pezzo di questa splendida terra (www.pulcinoprodotti.com).
Ed è proprio questo il successo della “Fattoria il Pulcino”, rispecchiare pienamente le proprie radici culturali rimanendo fedeli al proprio territorio ed alla sua storia.
Fattoria Il Pulcino
Strada Statale 146
53045 Montepulciano (SI)
Tel. 0578 758711 - 339 140 3162
www.fattoriapulcino.it
Di Chiara Marando - Sabato 15 Novembre 2014
Delicato, cremoso e dalla morbidezza irresistibile. Stiamo parlando della Bavarese, un dessert dal gusto delizioso, che riesce sempre a conquistare qualsiasi palato. La sua lontana origine settecentesca deriva dalla regione tedesca “Baviera”, ed in realtà non nasce come vero e proprio dolce, ma piuttosto come una sorta di “mangia e bevi” servito e preparato con tè, latte e liquore. Solo nell’Ottocento, con il nome di bavarois, comincia ad assumere una consistenza più densa e vicina a quella attuale.
Che sia nel passato oppure ai giorni nostri, quello che rimane è la sicurezza di assaporare una golosità al cucchiaio raffinata e squisita. Molteplici sono le ricette che ne propongono varie rivisitazioni, una per ogni gusto ed occasione, ma quella che consigliamo oggi è stata preparata da uno chef d’eccezione, Fabio Romani del Ristorante Romani, a pochi chilometri da Parma, luogo dall’atmosfera calda ed accogliente, considerato una tappa obbligata dagli amanti della buona cucina tradizionale parmigiana.
Fabio ci ha svelato tecniche e dosi per dare vita ad una spettacolare “Bavarese al cioccolato aromatizzata al caffè ed al rhum”, una vera chicca per concludere in dolcezza il pasto e stupire gli ospiti.
Ecco gli ingredienti per 6/8 persone:
250 gr. di cioccolato fondente
2 tuorli d’uovo
100 gr. di zucchero
1 caffè espresso
20/25 gr di rhum
3 gr. di colla di pesce
300 gr. di panna da montare
Ed ora la preparazione:
Per prima cosa mettere la colla di pesce in una ciotola con dell’acqua per farla ammorbidire e nel frattempo montare la panna stando attenti che mantenga una consistenza cremosa. Montare poi i tuorli d’uovo con lo zucchero ed aggiungervi il cioccolato fondente precedentemente sciolto a bagnomaria.
In una casseruola mettere il caffè, il rhum e la colla di pesce, farli amalgamare a fuoco basso ed unirli al composto con il cioccolato, i tuorli e lo zucchero. Quando il tutto sarà omogeneo, incorporare la panna montata, che nel frattempo andrà tenuta in frigo, per terminare il procedimento.
La crema ottenuta potrà essere suddivisa in ciotoline monoporzione, oppure posta all’interno di una tortiera, su una base di pan di spagna appena bagnato con il rhum.
Dopo circa due ore e mezza in frigorifero, il dolce sarà pronto per essere impiattato e servito con una salsa inglese oppure alla vaniglia che ne esaltino i sapori ed i profumi.
A voi il piacere del primo assaggio!
E se volete vedere tutta la preparazione , allora date un'occhiata al video.
Ristorante Romani
Strada Dei Ronchi, 2
Vicomero, 43030 Torrile (PR)
Tel. 0521 314117
Di Chiara Marando – Sabato 08 Novembre 2014
Pioggia, cielo grigio e temperature più rigide, rappresentano le caratteristiche che per molti di noi meglio identificano il mese di Novembre. Ma in realtà, è nel corso di questa stagione che arriva uno dei prodotti più prelibati che la nostra gastronomia possa offrire: Il Tartufo. Già, perché la preziosa “pepita” viene raccolta proprio in questo periodo dell’anno. Non a caso fino al 16 di Novembre prossimo il paese di Calestano, in provincia di Parma, sarà in festa con la “Fiera Nazionale del Tartufo Nero di Fragno” (http://www.tartufonerofragno.it/), un evento che ogni anno anima le vie del suggestivo borgo con bancarelle enogastronomiche di piccoli produttori locali, e dove è possibile non solo degustare il Tartufo nei tanti locali che propongono squisiti menù ad hoc, ma anche acquistarlo freschissimo e di grande qualità secondo quanto dettato dal “borsino del tartufo”
Conosciuto e ricercato sin dall’antichità come simbolo di bontà e ricchezza, ancora oggi rappresenta una vera chicca per gli amanti della buona tavola che ne apprezzano l’aroma intenso. Tante sono le varietà presenti sul mercato, ma senza dubbio le più apprezzate sono quelle del pregiato Tartufo Bianco tipico della zona di Alba, in Piemonte, e del Tartufo Nero di Fragno, sull’Appennino Parmense. Nel primo caso va utilizzato in dosi minime perché la sua peculiarità è quella di trasmettere il profumo ai cibi, mentre nel secondo le quantità aumentano a causa dell’aroma meno penetrante.
Il suo odore inebriante risulta un vero e proprio alleato in cucina quando si vogliono stupire gli ospiti oppure concedersi una coccola godereccia. Gli affezionati lo sanno, ne basta veramente poco per far risaltare qualsiasi piatto, dalle semplici uova all’occhio di bue, alle tagliatelle fino alla carne ed al pesce. Non esiste portata che non possa essere impreziosita con due scaglie di Tartufo. Il modo migliore per preservarne il caratteristico sentore e sfruttarlo al meglio è quello di unirlo al Parmigiano Reggiano oppure al burro così da creare un condimento davvero speciale. Ovviamente l’essere accorti nell’utilizzo ben si adatta con i costi elevati del prodotto che molto spesso, infatti, non viene venduto fresco ma sotto forma di preparati come il tanto diffuso olio tartufato. Ecco, non illudetevi, non state mangiando il vero tartufo ma qualcosa di aromatizzato che può risultare anche di difficile digestione. Molto meglio concederselo una volta in meno ma essere sicuri di cosa viene proposto.
Anche saperlo scegliere, però, è un’arte. Per prima cosa un Tartufo che si rispetti non esiste senza il suo profumo, inoltre dovrà avere una consistenza dura e non gommosa ed una forma preferibilmente regolare. Al momento del taglio, poi, dovrà presentare la tipica venatura che ne confermi l’eccellenza ancora prima dell’assaggio.
Grazie a questa piccola fonte di sapore la fantasia ai fornelli potrà spaziare dall’antipasto al dolce per dare vita a piatti da veri gourmet, perfetti per le occasioni speciali. Ricette gustose come la pizza bianca con uova e Tartufo, oppure la polenta e la Tartarre battuta al coltello con scaglie di Tartufo, insomma vere godurie per il palato che potrete trovare facilmente consultando qui.
Di Chiara Marando – Sabato 1 Novembre 2014
Avete mai sentito parlare di “Cucina Bioenergetica”? Si tratta non soltanto di semplici ricette, ma di una vera e propria filosofia di vita che vede nel cibo una fonte di energia pura da cui attingere per il proprio benessere psico-fisico. Il punto di forza sta nell’utilizzare solo materie prime biologiche certificate che conservino tutta la freschezza, i nutrienti e le proprietà energetiche integre. Perché la vita ha bisogno di vita.
Uno dei pochi ristoranti Bioenergetici certificati in Italia si chiama “Apriti Sesamo” e si trova a Parma, a due passi dal centro storico. Qui, ormai da 18 anni, Antonella e Cosimo gestiscono il locale con passione e dedizione, curando ogni minimo aspetto con un’attenzione quasi maniacale. L’attività rappresenta la loro vita stessa ed i valori in cui credono, a tavola ma non solo. Antonella è la mente, colei che gestisce e studia sempre nuove soluzioni, mentre suo marito Cosimo è l’artefice delle bontà che escono dalla cucina. Definirlo un locale vegano sarebbe troppo riduttivo perché la ricerca che si trova dietro ad ogni preparazione, l’armonia dei colori e della composizione, costituiscono vere e proprie pillole di carica vitale. Perché, in fondo, si mangia prima con gli occhi che con la bocca.
Il menù poi non è mai uguale, cambia in base alle stagionalità ed alla disponibilità delle materie prime ogni giorno freschissime. Tutti i prodotti provengono da aziende biologiche fidate e controllate personalmente. Quello che viene proposto è un modo nuovo di scoprire l’autenticità dei sapori, del gusto di cereali, verdure e sughi per condire la pasta, senza dimenticare i delicati dessert, preparati senza latte, uova, burro e zucchero. Vi chiederete come sia possibile, ebbene basta saper scegliere gli abbinamenti giusti e sperimentare, mentre per i dolci ci sono farine alternative come quella di farro, malto di riso o di mais, e poi il succo di mela per dare un tocco in più e l’olio di girasole. Il resto, ovviamente, sono i segreti dello chef insieme a tanta ricerca e lavorazione.
La proposta del pranzo, che si può ordinare anche da asporto, è quella di piatti che variano quotidianamente permettendo la scelta fra tre primi, tre secondi e quattro contorni, così da poter gustare una portata unica deliziosa ed equilibrata. Per la cena, invece, ecco il menù degustazione con antipasto, due primi, un secondo e due contorni per poi finire con un goloso dolce.
Vi basterà guardare la presentazione con cui vengono servite le pietanze per sentirvi soddisfatti, un mix di profumi e colori perfettamente calibrati a cui corrispondono altrettanti gustosi sapori. Facciamo qualche esempio giusto per stuzzicare la curiosità: sformato di riso integrale, penne di farro in salsa alle erbe fresche, verza saltata con insalatini di zenzero, zuppa di zucca e porri, ed ancora cavolfiore alle mandorle e sesamo nero, strudel di mele e cannella, torta di zucca con crema pasticcera e, per finire, delizia alle mandorle.
Ristorante Apriti Sesamo
Via Monte Corno, 4
43100 Parma
Tel. 0521 270274
www.apritisesamo96.it
Di Chiara Marando – Sabato 18 Ottobre 2014
Prelibata, gustosa e dal sapore intenso, tutte peculiarità che gli amanti della carne associano immediatamente alla Chianina, una razza bovina tipica della Val di Chiana, vero e proprio alimento irrinunciabile quando si cerca qualcosa di veramente godereccio. Certo non sempre è facile poter reperire questa prelibatezza e soprattutto essere sicuri della sua provenienza.
Da questa idea, e dalla volontà di fornire un prodotto di prima scelta a Km0, è nata l’Azienda Agricola Zava, una realtà a conduzione familiare a poca distanza dal paese di Gambara, nella campagna bresciana, basata sull’allevamento di carne di Chianina. La grande cura e l’attenzione dedicata ad ogni singolo capo costituiscono gli elementi fondamentali utili a garantire un’altissima qualità. Achille Zava è non solo il titolare, ma anche l’ideatore di questa ormai conosciuta azienda del territorio. La sua passione per il lavoro, e la continua volontà di migliorare, gli hanno permesso di diventare un vero e proprio punto di riferimento in fatto di carne e di poter crescere ulteriormente con un nuovo progetto: dall’allevamento all’apertura di un ristorante.
Già, perché nel Settembre 2013, Achille e la sua famiglia hanno inaugurato la Trattoria “Oro Bianco in Lancia”, un raffinato ed elegante locale in stile liberty nel quale poter degustare le delizie provenienti direttamente dall’Azienda Agricola, situata a pochi chilometri, e tutte quelle tipicità che ben rappresentano la cultura gastronomica del territorio. Estrema gentilezza, cortesia e discrezione sono quei tocchi in più che completano la piacevolezza di ciò che propone il menù, una cucina basata su un perfetto mix di sapori decisi sapientemente abbinati ad ingredienti più delicati, nella quale un posto d’onore è riservato, ovviamente, alla carne di Chianina.
Dall’antipasto di salumi misti della casa accompagnati con lo sfizioso gnocco fritto, alla Tartarre servita in purezza oppure con senape antica e mandorle a scaglie, per arrivare al Fagottino di bresaola ripieno alla crema di Quartirolo e verdure.
Poi ecco i succulenti primi come le Tagliatelle fatte in casa con il ragù rigorosamente di Chianina, i caserecci Tortelli di zucca oppure con pere e noci arricchiti da gorgonzola, ed ancora le Lasagnette all’amatriciana con burrata fresca.
Gli amanti dei secondi si troveranno in difficoltà perché le tentazioni invitanti tra le quali scegliere sono veramente troppe. Per cominciare ci sono gli ormai conosciuti Zava’s Burger, ovvero gli hamburger di Chianina in tante buonissime varianti: con le verdure, con bacon croccante e scamorza o con radicchio rosso, zucca grigliata e speck. Ma si può optare anche per piatti più classici come i pregiati tagli preparati alla griglia che conservano intatti tutto l’aroma ed il gusto della carne.
Anche la carta dei vini non è da meno della cucina, una ricca scelta di etichette che spazia da quelle più rinomate a quelle legate al territorio. Se non sapete su cosa puntare per esaltare le vostre portate, allora chiedete ad Achille, un vero esperto che saprà consigliarvi al meglio.
Non si può terminare il pasto senza concedersi un dolce degno di questo nome quindi il consiglio è di prediligere i Roches serviti su crema pasticcera oppure la particolare e fragrante Sbrisolona da accompagnare ad un buon bicchiere di Vin Santo.
Trattoria Oro Bianco in Lancia
Gottolengo (BS)
Via Montegrappa, 2
Tel. 030 9048001
Cell. 3395340940
Di Chiara Marando – Sabato 11 Ottobre 2014
La Bassa Parmense è uno di quei paesaggi dal fascino coinvolgente, a tratti malinconico, con le sue distese di campi che si perdono all’orizzonte, i boschetti che nascondono fonti di acqua dolce e lui, il grande “Grande” Fiume Po che lento e silenzioso la attraversa dominandola. Che sia tra il rumore delle cicale in estate, oppure tra la nebbia di novembre, l’atmosfera che vi si respira profuma di storia e tradizione. Una tradizione contadina ed artigiana che si riflette in quelle tipicità ormai divenute dei veri pilastri della cucina parmigiana, primi fra tutti i salumi come il Culatello, lo Strolghino e la Spalla Cotta. Ma ci sono anche prodotti meno conosciuti, bontà da scoprire ed assaggiare come il Pesce Gatto o l’Anguilla. Chi non li ha mai mangiati storcerà il naso, ma perché non provare?
A pochi chilometri da Sissa, in provincia di Parma, nel punto dove il fiume Taro incontra il Po, sorge il paesello di Gramignazzo. Qui, ormai dagli anni ’70, si trova il Ristorante “Laghi Verdi”, un piccolo locale affacciato sulle rive di due laghetti immersi nella natura. Nato dall’inventiva di Attilio Demaldè come allevamento di pesce d’acqua dolce, che veniva appositamente fritto per le merende pomeridiane di amici e pescatori, nel corso degli anni si è ampliato e sviluppato fino a divenire quello che è oggi, ovvero un punto di riferimento per gli amanti di queste antiche tradizioni. A portare avanti l’attività è sua figlia Mirella, da sempre presente durante le pause dal suo lavoro di insegnante, che con grande passione è riuscita a mantenere viva questa realtà nonostante le tante difficoltà. Proprio dai laghi adiacenti, dove si alleva e si può praticare pesca sportiva, arriva la materia prima totalmente controllata e sapientemente cucinata per preservarne la massima freschezza e genuinità. Regina indiscussa della cucina è Carla che, insieme a Mirella, ogni giorno gestisce fornelli e ingredienti magistralmente.
Protagonista della tavola è sicuramente il Pesce Gatto presentato in molteplici varianti una più deliziosa dell’altra: fritto e croccante, in carpione con salsa di prezzemolo e cipolla rossa di Tropea, ed ancora come sugo di ottimi spaghetti, un vero cavallo di battaglia del ristorante, o al forno in aceto balsamico ed in umido con i piselli. Ma le bontà del menù spaziano dagli antipasti a base dei salumi del territorio, ai primi come i saporiti Pisarei e Fasoi ed classici Tortelli ripieni con erbetta o pesce persico. Poi ci sono la Frittura di Anguilla o quella mista con il pescato del Lago, il Merluzzo Fritto, la tradizionale Trippa alla Parmigiana e l’Anatra arrosto con le gustose patate al forno.
Non vanno dimenticati i dolci, rigorosamente fatti in casa come la zuppa inglese e la golosa Sbrisolona, una sfoglia sottilissima accompagnata da uno strepitoso zabaione da mangiare al cucchiaio. Per finire, via libera ai profumati liquori casalinghi di produzione propria: Limoncino, Bargnolino e Fragolino sono solo alcuni esempi.
Potrete degustare queste specialità tutto l’anno da marzo a novembre, ovvero nei mesi in cui il pesce gatto non va in letargo ed è possibile effettuarne la pesca.
Ristorante Laghi Verdi
Via Co' di Sotto, 74
43018 Gramignazzo di Sissa - Parma
Tel: 0521 87.90.28 - Cell: 339 19.35.502
Di Chiara Marando – 04 Ottobre 2014
Chi lo dice che per preparare un pasto coi fiocchi siano necessari ingredienti ricercati oppure perfettamente dosati? La cucina, come tutte le arti, è fatta anche di sentimento ed improvvisazione, inutile pensare che sia soltanto pura tecnica e perfezione. Quindi spesso basta un tocco di fantasia in più per creare dal nulla, o quasi, ricette da leccarsi i baffi.
A tutti sarà capitato di tornare a casa, aprire il frigorifero e farsi invadere dallo sconforto perché, come si dice in questi casi, ad aspettarvi “c’era solo l’eco”. Il trucco però c’è e sta nell’ingegnarsi. Vi è rimasto un misero zucchino, una cipolla, due uova e poco di più? Niente paura, basterà far rosolare la cipolla con lo zucchino tagliato a rondelle, sbattere le uova con sale, pepe, un po’ di Parmigiano Reggiano e pangrattato, amalgamare il tutto e cuocerlo in una padella a fuoco vivace con il coperchio. Ne risulterà una frittata golosa che, grazie al pangrattato, somiglierà ad un tortino.
Ma questo è solo un semplicissimo, e più che rapido, esempio di quello che si può fare con gli avanzi, perchè la cosiddetta “cucina di recupero” può riservare piacevoli sorprese al palato ed al portafoglio, evitando inutili sprechi. E poi diciamolo, una piccola pausa dai banchetti, dal dover preparare tutti i giorni piatti elaborati, ci vuole proprio.
Non ci crederete ma dal nulla si possono cucinare delle tartine veloci, bastano del pane, un po’ di salume e formaggio, non importa la tipologia, ed ancora riutilizzare la pasta facendone una sempre ottima frittata oppure amalgamarla a pomodoro e scamorza per trasformarla in un delizioso sformato. Se vi è avanzato del pollo allora avanti con la creatività ed aggiungetelo ad una insalata mista, oppure frullatelo con la maionese ed i capperi per una sfiziosa bontà da spalmare sul pane, ed ancora fatene dei bocconcini croccanti impanati e fritti.
I veri gourmet non lo ammetteranno mai, ma più o meno in tutte le cucine, ben nascoste, ci sono le zuppe in brick oppure in scatola, i salva-cena per eccellenza dei momenti più bui. Bene, anche in questo caso il risultato vi sorprenderà se aggiungerete spezie, pane casereccio, verdure oppure speck a listarelle, pochi semplici ingredienti capaci di fare la differenza. Guardate qui.
Se desiderate qualche idea appetitosa in più allora cliccate qui e troverete tante possibili combinazioni, una soluzione diversa per ogni sera oppure per una cena tra amici.
Di Chiara Marando – Sabato 27 Settembre 2014
Nella zona di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia, immersa tra le splendide colline del paesaggio matildico, a pochi chilometri dal Castello di Canossa e di Rossena, sorge l’Azienda Agrituristica Montebaducco. Qui, il contatto con un ambiente naturalistico variegato e rilassante rende l’atmosfera totalmente avulsa dal caos cittadino, un piccolo angolo di tranquillità dove i soli rumori sono quelli della natura. Una struttura nata nel 1996, le cui basi si fondano sul desiderio di portare avanti un sogno, lo stesso sogno che ancora oggi li contraddistingue: l’allevamento di asini. Ed è proprio grazie alla passione per questo animale, ormai dimenticato, che Montebaducco è considerato attualmente il primo allevamento di asini a livello europeo, con circa 700 esemplari di razze diverse che convivono liberamente insieme a muli, polli, conigli, oche ed anatre. Nulla è lasciato al caso, ed ogni aspetto viene controllato accuratamente, dal mangime rigorosamente biologico, alla mungitura, fino alle più semplici cure effettuate con metodi naturali. Lo scopo è quello di assicurare il completo benessere degli animali e la totale salubrità ed integrità dei prodotti derivati.
Già, perché tra le tante produzioni c’è anche quella del Latte di asina, conosciuto per le sue numerose proprietà organolettiche, le più vicine a quelle del latte materno, e per questo utilizzato anche con i bambini. Inoltre, grazie alla ricchezza dei suoi nutrienti, risulta ideale anche come ingrediente principe per la linea di cosmetici a marchio Montebaducco. Ed ancora derivati da colture biologiche come orzo, avena, frumento, verdura e frutta, oppure salumi e vino tipici della zona. Il tutto nel rispetto dell’ambiente circostante e delle sue bellezze, nonché della tradizione del territorio.
Tradizione che si ritrova anche a tavola, nei piatti proposti dal menù casalingo del ristorante, un suggestivo rustico in pietra ristrutturato che conserva ancora la piacevole sensazione delle cose semplici: ampie stanze dall’aspetto essenziale con travi in legno a soffitto e caminetti capaci di regalare calore alle sale. La cucina offre portate come la classica Torta fritta con salumi misti, Tortelli d’erbetta al burro e salvia, Tagliatelle caserecce con ragù di carne, ed ancora Stracotto oppure Brasato al Barolo con polenta, accompagnato da invitanti contorni e verdure di stagione.
Il tutto innaffiato con il tipico Lambrusco della casa, che ben si adatta ai sapori intensi dei cibi. Mi raccomando però, non fatevi mancare l’appetito perché le porzioni servite sono molto abbondanti e le cuoche più che disponibili a darvi “l’aggiuntina” se non dovessero bastare. Il consiglio è quello di lasciare un posto per il dolce, perché le torte fatte in casa sono una vera leccornia irresistibile: crostate di marmellata, cheesecake, torta cioccolato ed alla frutta sono solo alcuni esempi delle delizie che potrete assaggiare.
Ma non sentitevi in colpa per aver mangiato troppo, appena terminato il pasto sarà possibile camminare lungo la collina ad ammirare il paesaggio ascoltandone il silenzio rigenerante, oppure far visita gli asinelli che saranno ben lieti di farsi coccolare.
Azienda Agricola Montebaducco
Via Boiardo, 26
Salvarano di Quattro Castella (RE)
Tel. 0522 886375 - 886137
www.montebaducco.it