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Domenica, 26 Giugno 2016 10:19

La spaccata. Brexit, un nuovo corso per l'UE

Il nuovo venerdi nero delle borse. 637 miliardi (61 dei quali italiani) di capitalizzazione delle borse europee sono stati bruciati in un solo giorno. Le borse reagiscono peggio dell'attacco alle Torri Gemelle. E' questo il primo di una lunga serie di costi che si pagheranno per il saluto a sua maestà la regina.

di Lamberto Colla, 25 giugno 2016 -

Si inaugura un nuovo corso per l'Unione Europea.
Un membro se ne esce ma non esistono regole da fare applicare, tutto e da scrivere.

Quale migliore occasione per stipulare quelle regole che consentiranno ai soci di di abbandonare l'allegra combricola. Da oggi sarebbe opportuno iniziare la negoziazione d'uscita della Gran Bretagna che dovrà diventare il modello regolamentato d'uscita di ciascun Paese che in seguito vorrà seguire l'esempio del Regno Unito, con l'aggiunta dell'assegnazione di un valore di scambio tra l'euro e la moneta dello Stato che torna a una totale e indipendente sovranità.

L'abitudine a concedere all'Inghilterra condizioni di favore, non può essere percorsa in questo frangente, perché, non è da escludere, altri Paesi UE vorranno o dovranno lasciare l'UE e non potranno subire un trattamento diverso da quello che verrà riservato alla Gran Bretagna.

Le conseguenze interne al voto
Quello che gli inglesi non immaginavano è il risvolto interno alla vittoria del LEAVE e la frattura generazionale e geografica che è stata possibile disegnare dopo l'analisi del voto.

Una reazione autarchica al perdurare di uno stato di crisi internazionale che vede da troppo tempo i Paesi membri l'un contro l'altro schierati. E' questo che vien da pensare analizzando il voto per fasce di età.

GB-Eta-voto-Brexit

La percezione di un conflitto - senz'armi dispiegate ma pur sempre di conflitto tra interessi di nazioni sovrane - deve essere stato il motivo scatenante della decisione delle classi più mature.
L'ancestrale diffidenza britannica a un'Europa Unita alla quale non hanno mai voluto credere sino in fondo, restando fuori dall'Euro, ha avuto il sopravvento e e alla soglia dei 50 anni le preferenze di voto sono andate al LEAVE toccando soglie superiori al 60% per la classe di età superiore ai 65 anni.

Dal punto di vista geografico invece determinanti sono state l'Inghilterra (esclusa Londra che in quanto capitale finanziaria non aveva nessun interesse all'uscita dall'UE) e a sorpresa il Galles.

Fortemente orientati al REMAIN invece erano la Scozia e l'Irlanda che da subito hanno avanzato pretese indipendentiste pur di restare o meglio fare richiesta di ingresso in UE.

GB-Geagrafia-Voto-Brexit

La scelta di Cameron di affidarsi al referendum (supponendo una vittoria schiacciante del Remain) si è rivelata una "spaccata" maldestra con il risultato di:
- essere fuori dall'UE e avere messo in crisi la "pax" europea voluta dai padri fondatori a seguito della II guerra mondiale.
- avere riacceso i conflitti interni e le micce indipendentiste
- avere posto giovani e anziani in conflitto di generazione.

Di peggio non poteva fare. "Una brutta spaccata"

 

Pubblicato in Economia Emilia
Lunedì, 20 Giugno 2016 08:35

L'improvvisa scomparsa di Pier Luigi Ferrari.

Unanime commozione. Il ricordo personale di una persona che ha vissuto la politica con la "P" maiuscola. Un uomo e un politico generoso appassionato di Parma e della sua Valtaro.

di Lamberto Colla, 19 giugno 2016 - Un lavoratore instancabile e disponibile per tutti. Una vita per la politica, stare al servizio del territorio era la sua politica di vita.

Sempre in prima linea, Pier Luigi Ferrari era un uomo concreto e diretto, aperto e con una grande capacità di ascolto.

Per undici anni Sindaco di Borgotaro (1989-2001) e dal 2004 al 2014 è stato vicepresidente della Provincia di Parma con delega all'agricoltura, infine la sua esperienza l'aveva posta al servizio della Organizzazione Interprofessionale Pomodoro da Industria Nord Italia.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo abbastanza bene per poter apprezzare tutte le qualità, umane e professionali che vengono accreditate a Pier Luigi Ferrari. Non era infrequente doverlo incontrare alle 7,00 del mattino nel suo ufficio in Amministrazione Provinciale e trovarlo già al telefono e, soprattutto negli ultimi anni di mandato, in piena crisi economica, pronto a convocare e gestire i tanti tavoli di crisi.

Ma Pier Luigi Ferrari c'era sempre. Educato e cortese, solare e determinato, non mancava mai un appuntamento.
Senza ombra di dubbio se ne è andato uno dei più autorevoli e stimati politici di Parma e le note di cordoglio ne sono una concreta testimonianza.
Ai familiari e ai suoi amici le più sentite condoglianze.

02 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Presidente Pier Luigi Ferrari

Le testimonianze

Il ricordo di Ferrari da parte del Segretario provinciale Pd Gianpaolo Serpagli
"Pier Luigi, un amore sfrenato per la provincia di Parma".
Parma, 19 giugno 2016. "Quella di oggi è una giornata davvero triste per il Pd tutto, ma in generale per il mondo della politica, senza distinzioni. Pier Luigi aveva un amore sfrenato per la provincia di Parma e per la Val Taro, è stato una figura di spicco e di riferimento che ha sempre dimostrato grande correttezza, grandi capacità e un'assoluta onestà, sia come politico che come amministratore". Sono questi il ricordo e il commento del segretario provinciale Pd Gianpaolo Serpagli alla scomparsa di Pier Luigi Ferrari, ex Vicepresidente della Provincia, venuto a mancare nella mattinata di domenica all'età di 71 anni. "La perdita di Pier Luigi mi tocca da vicino, ho cominciato a fare politica battagliando con lui – ricorda con affetto Serpagli – abbiamo poi lavorato assieme portando avanti una sinergia d'intenti sulle crisi aziendali che hanno toccato il nostro territorio, buona parte delle quali si stanno risolvendo anche grazie al suo intervento. Un uomo e un collega che mancherà a tutti per le sue grandissime qualità".

Il ricordo del Senatore Giorgio Pagliari
Pierluigi Ferrari ha dedicato tutto se stesso alla Politica, e prima alla sua Valle e al suo Borgo. Ricordo come se fosse ieri l'agosto 1988, quando coronò il suo sogno di diventare Sindaco. Al telefono quasi glissò sui complimenti per parlare delle questioni da affrontare. La funzione pubblica non era, infatti, per Pierluigi l'onore, ma l'onere e la possibilità di dare un contributo concreto nell'interesse generale con dedizione totale. Ai familiari le mie più sentite condoglianze.

Il ricordo di Pier Luigi Ferrari da parte della parlamentare Patrizia Maestri
"Politico serio e preparato, ha lavorato tanto per il territorio"
Parma, 19 giugno 2016. L'onorevole Pd Patrizia Maestri ricorda la figura di politico e amministratore ricoperta da Pier Luigi Ferrari, scomparso domenica all'età di 71 anni. "Era un politico serio, preparato, che ha dato tanto alla provincia di Parma. Ho conosciuto e potuto apprezzare Pier Luigi soprattutto in occasione dei tavoli di crisi che sono stati istituiti presso l'ente provinciale con l'obiettivo di gestire le crisi aziendali che si sono verificate nella nostra provincia; in tale ambito il suo impegno e le sue capacità hanno spesso permesso di ricomporre situazioni difficili, portando un effettivo e reale giovamento a tutto quanto il territorio".

Il ricordo di Pier Luigi Ferrari da parte dell'onorevole Giuseppe Romanini
"Un politico a tutto tondo, l'impegno allo sviluppo del territorio, delle comunità della montagna e del mondo agricolo"
Parma, 19 giugno 2016. "Pier Luigi è stato un politico a tutto tondo, un amministratore capace che ha dedicato il proprio appassionato impegno al bene e allo sviluppo del suo territorio, delle comunità della nostra montagna e del mondo agricolo di questa provincia, dai quali è stato ricambiato con stima e considerazione". L'onorevole del Pd Giuseppe Romanini ricorda così l'amico ed ex collega Pier Luigi Ferrari, scomparso domenica all'età di 71 anni.

"Ho trascorso cinque anni di lavoro intenso insieme a lui nella giunta della Provincia ed ho avuto la possibilità di condividere con lui alcune battaglie per il rafforzamento del sistema scolastico della montagna e per lo sviluppo rurale - prosegue Romanini – sempre con l'obiettivo di operare per il riequilibrio territoriale. Perseguendo cioè la visione di una provincia dove nessun territorio, nessuna comunità, potessero sentirsi marginali o abbandonati ma parte integrante di un unico sistema territoriale nel quale vedere valorizzate le proprie caratteristiche e vocazioni".
"Il rapporto con Pier Luigi è proseguito anche in Parlamento con il lavoro in Commissione Agricoltura della Camera. Ci siamo spesso confrontati su temi importanti, come ad esempio la tutela e lo sviluppo della produzione del pomodoro e della barbabietola, prodotti di grande rilevanza per la nostra economia. Anche in quest'ultimo periodo, così, ho potuto ricevere e apprezzare i suoi consigli, sempre utili, dettati da una grande esperienza e dall'amore incondizionato che Pier Luigi aveva per Parma".

Lutto all'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia. E' scomparso il Presidente Pier Luigi Ferrari. Il Cordoglio di tutta la filiera.
È scomparso, improvvisamente, questa mattina, a 71 anni, il presidente dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia Pier Luigi Ferrari, alla guida dell'organizzazione nelle sue varie fasi di sviluppo per quasi dieci anni.

Ferrari – in passato sindaco di Borgotaro (Pr), assessore e vicepresidente della Provincia di Parma - ha seguito passo dopo passo il percorso di nascita e di crescita dell'OI favorendo il dialogo, non scontato e semplice, tra la componente agricola, quella di trasformazione industriale e il mondo istituzionale e della ricerca promuovendo la sinergia tra pubblico e privato.

Fu Ferrari, all'epoca assessore provinciale all'Agricoltura a Parma, a promuovere nel 2006, di fronte ad una situazione di crisi e ad una prospettiva di forte cambiamento nell'Ocm ortofrutta, una serie di incontri che spinsero le imprese e le Op del territorio di Parma, Piacenza e Cremona, a creare un'associazione tra i principali soggetti della filiera per iniziare un percorso comune.

Sempre Ferrari seguì in prima persona i passaggi successivi con il progressivo coinvolgimento di nuovi attori e l'allargamento del territorio di competenza a tutto il Nord Italia e in particolare alle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e alla Provincia Autonoma di Bolzano
Nel ruolo di presidente era stato confermato, l'ultima volta, nel giugno del 2014 per la guida di un'organizzazione che conta oggi circa 2mila produttori agricoli e 29 stabilimenti di trasformazione per la lavorazione di circa 2,6 milioni di tonnellate di pomodoro ogni anno.

La parola d'ordine che ha ispirato l'operato di Ferrari è sempre stata quella della coesione. "Questa filiera deve restare unita – le parole che ha pronunciato in assemblea proprio giovedì scorso -. Deve dialogare, sapersi confrontare, quando serve anche aspramente, sui temi del settore. Ma poi deve ritrovare un'unità di intenti per agire compatta verso la valorizzazione di un pomodoro di grande qualità come quello prodotto nel Nord Italia".
Vicepresidenti, componenti del comitato direttivo, soci e personale dell'OI esprimono il loro cordoglio e vicinanza alla famiglia.

01 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Firma protocollo Nord Sud

02 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Firma protocolloo Nord Sud 03 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Incontro con ass Caselli a Conserve Italia 2

03 OI POMODORO DA INDUSTRIA NORD ITALIA Ministro Galletti e presidente Ferrari OI POMODORO NORD ITALIA Ferrari e Rabboni

 

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare:
Elezioni, ecco perché il sorpasso è plausibile. cereali e dintorni, la dimostrazione di forza dei fondi. Derivati del latte in forte ripresa. Accolto il concordato, Parmacotto non è più Rosi. Xylella. Parmigiano Reggiano, adesioni al piano produttivo 2017-2019. Nuove tecnologie, l'Emilia -Romagna regione dell'innovazione. Promozioni: Vino, Birra e partners


SOMMARIO Anno 15 - n° 23 12 giugno 2016 (Formato pdf scericabile in allegato)
1.1 Editoriale Ecco perché il sorpasso è plausibile.
3.1 Cereali Cereali e dintorni. La dimostrazione di forza dei fondi.
4.1 Lattiero Caseario Derivati del Latte in forte ripresa.
5.1 Crisi  Accolto il concordato. Parmacotto non è più Rosi.
5.2 Olivicoltura - Xylella Il "massacro controllato" degli ulivi in Puglia.
5.3 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano, 3.200 allevatori aderiscono al piano produttivo 2017/19
6.1 Innovazione Emilia-Romagna regione dell'innovazione
7.1 Promozioni "vino" e partners
8.1 Promozioni "birra" e partners

 

Cibus-23-2016-COP

Domenica, 12 Giugno 2016 12:30

Ecco perché il sorpasso è plausibile.

Beati i secondi che saranno i primi. A Torino vincerà il "sarcasmo", a Roma la vittoria sarà una sconfitta, mentre a Milano si consumerà la vera sfida politica. Alla fine saranno tre diversi vincitori ma con pesi e eredità ben diverse da trasportare.

di Lamberto Colla Parma, 12 giugno 2016.
Il sorpasso è possibile. Il ballottaggio sarà tutta un'altra storia, il vantaggio, ampio o risicato del primo turno, verrà azzerato e tutto potrà accadere. Ne sa qualcosa Vincenzo Bernazzoli che nel 2012, forte della corazzata PD e guardando dall'alto del suo scranno di Presidente della Provincia, dovette affondare al secondo turno colpito dall'emergente M5S capitanato da Federico Pizzarotti.
A Parma tutti gli elettori, moderati, di ogni classe sociale e età, fecero convergere i loro voti verso il nuovo, verso quel viso rassicurante, per quanto inesperto, di Pizzarotti inseguendo il sogno della rinascita, difficile ma possibile.

Roma, Milano e Torino, per tre diverse ragioni, potrebbero riservare grandi sorprese il prossimo 19 giugno.

Roma "brucia" e la vittoria potrebbe trasformarsi in una amara sconfitta. Ecco quindi che la "fascinosa" candidata grillina Virginia Raggi potrebbe essere superata dal ben più anonimo Giachetti, unica consolazione del PD che potrà gongolarsi di avere conquistato la capitale, sollevando il M5S dalla "Mission Impossible" di raddrizzare la città eterna. Il centro destra "aiuterà" Roberto Giachetti a raccogliere la patata bollente nella speranza che possa replicare la "Giunta Marino".

A Torino invece si consumerà il delitto perfetto. Troppo ghiotta l'occasione di fare ingurgitare al Sindaco uscente, Piero Fassino, quella sfida lanciata a Grillo nel 2009: "Se Grillo vuol fare politica fondi un partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende". E' molto probabile che il gusto sadico degli italiani prenda il sopravvento e, con l'aiutino del Centro Destra, i voti convergano verso la timida rappresentante del M5S, Chiara Appendino, consegnandola alla storia come prima donna Sindaco del Movimento fondato da Grillo e Casaleggio.
Dal punto di vista politico sarebbe un disastro per il PD veder soccombere uno dei suoi più autorevoli rappresentanti e, c'è da scommetterci, sul web si scatenerebbe l'ironia da "e adesso che "Appendino" le scarpette al chiodo" a "quanti grilli per la testa di Fassino".

A Milano, invece, si giocherà la vera partita politica. Il centro destra vorrà vincere la sfida nel centro nevralgico del potere economico e lì battere sul campo il PD di Sala, forte dei 7 anni di "campagna elettorale" che Expo gli ha concesso di fare.

In conclusione tutti, in questo modo, saranno soddisfatti, il PD che potrà godere di Roma, il M5S che avrà affossato il simbolo del contrasto al movimento grillino e il Centro Destra che alzerà il vessillo sulla capitale economica e potrà da lì riorganizzarsi per tornare a essere un raggruppamento di riferimento nazionale.

Se così andranno le cose, per Renzi la strada diventerà sempre più difficile, impervia e potrebbe ben presto terminare. Forse proseguirà per l'appoggio dei poteri superiori ma, presto o tardi, si tornerà a votare e allora nel PD si aprirà una guerra fratricida all'ultimo sangue.

E dopo Renzi il PD sarà un deserto.

Un PD che sarà privo di idee e programmi ma anche di leader non potendo più contare sui generali di un tempo (Bersani, Fassino, Bindi e Fu-Fu D'Alema) e la rete Renziana in ritirata strategica.

Nel frattempo l'Italia avrà continuato a navigare verso la "malora".

Già perché dell'Italia e dei suoi figli nessuno se ne preoccupa sino a quando ci saranno disponibili dei risparmi privati da prelevare a copertura dei buchi pubblici.

 

 

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Siglato ieri mattina in Prefettura un protocollo di intesa fra sindaci del Parmense, istituzioni e associazioni di volontariato per gestire l'emergenza dei richiedenti protezione che stanno arrivando in Emilia Romagna. Tutti concordi nel creare la più completa integrazione, soprattutto delle donne che corrono rischi maggiori. Il prefetto Morcone: 13000 minori non accompagnati sono una grande risorsa per il nostro Paese.

di Alexa Kuhne

Parma, 9 giugno 2016

Tutti concordi, Sindaci, Prefetto, Questore e Associazioni di volontariato, nella determinazione di creare le condizioni per una completa integrazione dei richiedenti asilo, dopo una prima accoglienza nei centri di smistamento dell'Emilia- Romagna.
Dopo che il Prefetto di Parma, Giuseppe Forlani, ha indicato i punti di una strategia per tessere una rete di solidarietà e aiuto concreto, i sindaci del territorio parmense hanno sottoscritto una Carta di Intesa per regolarizzare gli interventi contro la tratta e lo sfruttamento dei richiedenti protezione nel nostro Paese.
Era stato in precedenza il Prefetto Forlani a far pervenire agli enti locali della Provincia una comunicazione in cui veniva evidenziato che "il notevole incremento di sbarchi rende necessaria un'azione forte sull'organizzazione del sistema accoglienza che vede ora la presenza in questa provincia di circa 820 richiedenti asilo". La convocazione era, appunto, per ieri al fine di discutere dell'emergenza.

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Per il Prefetto l'arrivo di persone è una priorità assoluta: "Un dovere etico e giuridico di soccorso e protezione previsti dai trattati internazionali, dalla Costituzione e dalla legislazione".
La situazione, soprattutto dopo gli ultimi arrivi, per la richiesta di posti in Emilia e, di conseguenza, a Parma e in tutto il Parmense, si è fatta più pressante. Non solo per il numero crescente della massa migratoria, ma per l'arrivo di sempre più donne e bambini.
Le persone più a rischio sono, infatti, soprattutto loro e il pericolo che le donne possano diventare, appena arrivate in Italia, vittime di sfruttamento sessuale è molto facile.
Nell'Hub di Bologna si comincia un primo percorso 'ad hoc', poi i richiedenti assistenza vengono smistati nel territorio Parmense. Ed è qui che si intende sviluppare la sinergia di attività di Sindaci, Associazioni e Prefettura.
Dal momento dell assegnazione, i migranti vengono sistemati in diversi immobili messi a disposizioni dal pubblico e dal privato e aiutati da una ventina tra cooperative sociali, onlus e associazioni convenzionate: si va dal Ciac a comunità Betania, Associazione gruppo amici, Aurora Domus, Associazione Svoltare, fino alla Caritas, per citarne alcune.

La prima accoglienza è tutta a spese dello Stato, in questa fase gli enti locali non sono tenuti a contribuire economicamente.

Il welfare e la solidarietà di Parma hanno permesso di organizzare anche progetti innovativi come Tandem (studenti e immigrati sotto lo stesso tetto) e l'accoglienza in famiglia. In quest'ultimo caso sono 15 le persone sbarcate sulle nostre coste che dopo qualche mese si sono inserite in alcuni nuclei familiari che hanno aperto le porte delle loro case (in tutto 30 famiglie). Ed è su questi progetti che si intende insistere.

"I numeri possono sembrare piccoli ma sono simbolici perché rappresentano un gesto che significa integrazione e speranza" afferma l'assessore al Welfare Laura Rossi.

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Per lei il "sistema territoriale di prima accoglienza attraverso il volontariato dovrà mirare a creare anche del lavoro per le donne che arrivano negli hub". Perché è vero che le modalità dei flussi migratori sono cambiate. E sono proprio loro le prime vittime di sfruttatori senza scrupoli che le dotano immediatamente di numeri telefonici e le affiancano per renderle schiave della prostituzione.
Ci vuole, insomma, un'accoglienza specifica per donne vittime di tratta che sia, in primo luogo, più tempestiva possibile. Il percorso deve essere più che mai assistenziale, così come previsto dagli interventi in materia di protezione sociale, ex art. 18.
"Una volta ottenuto il permesso di soggiorno – spiega Rossi - i finanziamenti statali cessano ma queste persone restano sul territorio e spesso faticano a trovare un lavoro. E non tutti sono impiegabili in operazioni di volontariato. Ai Comuni servono certamente risorse aggiuntive. A Parma ad esempio stiamo facendo molta attenzione al problema della prostituzione che sfrutta le tratte dei migranti per portare in Italia e in Europa le nuove schiave".

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Il questore di Parma, Pier Riccardo Piovesana, sostiene che "la stesura del Protocollo è uno strumento per coadiuvare i compiti di polizia amministrativa e polizia giudiziaria contro il reato di tratta e sarà potenziata la rete di collaborazione tra istituzioni, volontariato ed enti locali, con la possibilità di intercettare le vittime di questo reato il prima possibile. Sarà importante avere un approccio corretto con le donne in difficoltà che devono avere piena fiducia e collaborare".
Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati servirà a potenziare l'apparato di integrazione per creare una interfaccia con gli stranieri che raggiungono il suolo italiano.

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A chiusura dei lavori, il Prefetto Mario Morcone, dal 2014 Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione presso il Ministero dell'Interno, ha sottolineato il ruolo dei sindaci che saranno sempre più protagonisti e ha ricordato che il nostro è un Paese 'vecchio': "13000 minori non accompagnati sono una grande opportunità per l'Italia, una risorsa alla quale si deve spianare la strada maestra per l' integrazione...".
Ecco perché ci sono state molte iniziative, tra le quali un protocollo con il Coni per i bambini e i ragazzi, grazie al quale sarà possibile creare un terreno fertile affinchè questi minori possano diventare cittadini perfettamente inseriti nel tessuto sociale...
"Abbiamo istituito un albo che si chiama White list dei progetti – ha spiegato Morcone - e diciamo stop ai bandi. Puntiamo sulla qualità dell'accoglienza. Perché il capitolo Mafia capitale sia chiuso. L'impegno sarà quello di monitorare ed espellere chi non rispetta i parametri comportamentali. Sta nascendo l'impresa sociale, attualmente in discussione al Senato. Questa Carta si ispira a una serie di principi che serviranno a garantire criteri ben definiti. I comportamenti dovranno essere omogenei e si 'professionalizzeranno' le attività di aiuto".

I DATI SULL'ACCOGLIENZA

Sono 830 i richiedenti asilo trasferiti nelle strutture di accoglienza di Parma e Provincia. Nella regione Emilia-Romagna ne sono arrivati, fino a ora, 6500. Sono il 12,7% ad essere ospitati nel Parmense rispetto all' 11,7% delle previsioni..
Dalla fine del 2015 da 650 sono diventati, dopo cinque mesi, 830. Nel 2014 erano 230.
Sono 25 i gestori di accoglienza, comprese le strutture come alberghi (nei Comuni di Salsomaggiore e Tabiano due paesi quattro albergatori hanno convertito le strutture in centri di accoglienza) e residenze di vario tipo.
Per l'emergenza è stato costituito un hub a Baganzola che consente una primissima accoglienza e, in seguito, lo smistamento sul territorio.
Degli 830 richiedenti asilo 465 sono stati ospitati nel Comune di Parma (oltre il 45%), seguono Salsomaggiore e Tabiano, con 177 accolti (21,2%). Molti i minori stranieri non accompagnati.
Nell'ultimo flusso c'erano 42 donne e 11 nuclei famigliari, gestiti secondo lo SPRAR, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali italiani che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo.

Pubblicato in Politica Parma

Emancipazione e cavalleria. Burro in sensibile crescita. Cereali e dintorni. Nuove tecnologie. Latte e crisi. Stabilito il prezzo a riferimento. Emilia Romagna al via con il nuovo piano energetico. Embargo Russia. Agrometeo, primavera estate 2016

SOMMARIO Anno 15 - n° 22 05 giugno 2016 (in allagato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Emancipazione e cavalleria
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Ancora rialzi sotto la pressione dei fondi.
4.1 Lattiero Caseario Burro in sensibile crescita.
5.1 vino novità Lambrusco: Cantina Formigine Pedemontana lancia For.Mo.Sa, la linea della ballerina
5.2 nuove tecnologie "Cirio", la nuova app per tutti gli appassionati di cucina
6.1 comunicazione radio Parmigiano Reggiano in radio, nuova campagna
6.2 latte e crisi Latte, Mercuri a Hogan: serve attuazione urgente misure di crisi OCM unica
6.3 prezzo latte Latte, stabilito il prezzo a riferimento industriale:
7.1 energia - Emilia Romagna Energia, verso il nuovo piano regionale
8.1 cereali Cereali e dintorni. Qualche segnale di resistenza ai rialzi.
9.1 sport e benessere Ufficiale Gentildonna. Maria Paola Ceracchi
10.1 russia embargo Euroasiatx.com, la Russia revoca l'embargo su carne e verdure destinate a bambini
10.2 salumi e turismo "SalumiAmo con Bacco" in tour: Catania tappa conclusiva
11.1 agrometeo Agrometeo, primavera - estate 2016
12.1promozioni "vino" e partners
13.1promozioni "birra" e partners

Cibus-22-5giu16-COP

Domenica, 05 Giugno 2016 12:14

Emancipazione e cavalleria

Emancipazione femminile e galanteria possono benissimo andare d'accordo, anzi sono due facce della stessa medaglia. Ma nel nostro DNA ancora esiste il codice del delitto d'onore, peraltro solo abolito nell'epoca dei "paninari".

di Lamberto Colla Parma, 5 giugno 2016.
Il cammino verso la totale e piena emancipazione femminile è ancora lungo. Non sono stati sufficienti questi settant'anni di repubblica democratica a modificare i costumi a dimostrazione che l'evoluzione sociale non riesce a tenere il passo della modernità e delle nuove tecnologie.
Era il 1946 quando le donne vennero ammesse, per la prima volta, al voto. Un momento importante della vita della nazione chiamata a scegliere tra Repubblica e Monarchia e a eleggere i componenti dell'Assemblea Costituente, quell'organo che, in circa un anno e mezzo di lavoro, scrisse la Costituzione Italiana.

Solo 21 furono le donne elette all'Assemblea ma fu comunque un segnale forte che la società post bellica riuscì a trasmettere. "...Il cammino percorso - scriveva Nilde Iotti, una delle madri della Costituzione - in meno di un anno è stato molto e difficile: ma le nostre donne hanno bruciato le tappe. Esse continuano la loro opera, ad esse va l'elogio e la fiducia delle donne italiane, di tutti gli italiani che sperano e credono nella rinascita democratica del nostro Paese".

Poi venne la legge sul divorzio (889/1970) ma servirono ancora altri 11 anni perché (5 settembre 1981) il Parlamento abrogasse le norma sul "Delitto d'Onore" e del "Matrimonio riparatore".

Ciononostante la strada è ancora lunga da percorrere e lo dimostra il fatto che ancora si debba parlare di "quote rosa" e che, quasi quotidianamente (55 nei primi 5 mesi del 2016), le cronache raccontino di femminicidi, guarda caso, prevalentemente commessi all'interno della strettissima cerchia familiare, il primo anello affettivo, marito o fidanzato che sia.
Quarantatré di questi omicidi, secondo l'istituto di ricerche economiche e sociali Eures, sono avvenuti all'interno del nucleo familiare, e la metà (27) all'interno della coppia.
Analizzando i dati dell'ultimo decennio, le donne uccise sono 1740: 1251 all'interno della famiglia, 846 per mano di un fidanzato e 224 assassinate da un ex. Nel 40,9% dei casi, a muovere la mano dell'assassino è il movente passionale, mentre nel 21,6% l'omicida ha agito dopo una lite o per un dissapore.

Insomma, il delitto d'onore è stato cancellato dal codice penale ma è ancora presente nel codice del DNA.
Ma nel DNA maschile dovrebbe essere ancora presente il gene della "cavalleria", quella serie di atteggiamenti di rispetto e reverenza verso il gentil sesso che, nonostante ancora affascini, gli uomini si vergognano di fare e le donne di ricevere. Quel gesto di galanteria che avrebbe dovuto offrire il nuovo fidanzato di Sara, la ragazza uccisa e bruciata dal suo ex alla Magliana, riaccompagnandola a casa e magari schioccandole l'ultimo bacio davanti alla porta augurandole la buona notte.

Forse è proprio su questo "non gesto" che sarebbe il caso di interrogarci, invece di lanciare strali verso i componenti di quelle due autovetture che, alle 4 di notte, non si sarebbero fermate, in un quartiere non proprio modello di Roma ma come ce ne sono in tutte le città, per intervenire su quello che poteva apparire o un litigio tra fidanzati o una "simulazione" per costringere le vetture a fermarsi e quindi derubare gli occupanti o addirittura fare di peggio.
Forse un gesto di cavalleria, o galanteria che dir si voglia, avrebbe salvato Sara o forse oggi saremmo a piangere una coppia di fidanzatini massacrati dall'ex di lei.
Non si può sapere con certezza, ma un approccio cavalleresco più marcato avrebbe enormemente aumentato la probabilità di salvezza della ragazza la quale forse, era troppo sicura del suo stato di emancipazione e ancor più della capacità di controllo dell'ex fidanzato.

Insomma il percorso che porterà alla parificazione dei due generi è ancora da concludersi, nel nostro come in altri Paesi occidentali.
Basti pensare a Hillary Clinton, paladina dei diritti femminili, la quale è stato accertato che, durante il suo mandato al senato (2002 - 2008), avesse riconosciuto, a parità di ruolo, compensi ben superiori (quasi il 30% in più) alla componente maschile del suo staff rispetto al genere femminile.

In conclusione, nessuno cederà privilegi e i nuovi traguardi, le donne come in genere tutti i soggetti più deboli, devono essere conquistati sul campo, lottando per la libertà e il diritto.
La denuncia di violenze, fisiche o psichiche, sono un primo e doveroso atto che le donne devono a sé stesse e alla propria dignità.
Un atto di difesa e un'azione di prevenzione che può calmare e portare a ragionevolezza buona parte dei "focosi" quanto ignoranti maschi "Pseudo Alfa".

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Pubblicato in Politica Emilia

La brusca frenata dell'economia dovrebbe fare riflettere. SPECIALE LATTE - Latte spot, inversione di tendenza. Mipaaf, al via la campagna istituzionale a sostegno del latte fresco. Fondo latte: modalità di accesso alle agevolazioni.Latte: confronto Ministro Martina - Alleanza Cooperative. Mais e Soia. Cereali e dintorni. Torna la volatilità su soia e semi

SOMMARIO Anno 15 - n° 21 29 maggio 2016 (in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale La brusca frenata dell'economia dovrebbe far riflettere
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Torna la volatilità su soia e semi.
4.1 Lattiero Caseario Latte spot, inversione di tendenza
5.1 lattiero caseario Mipaaf. Al via la campagna istituzionale a sostegno del latte fresco
5.2 il latte - meglio conoscerlo L'ora del latte
6.1 latte e sostenibilità imprese Latte, benvenuti nel girone infernale
6.2 Crisi latte Latte: confronto Ministro Martina - Alleanza Cooperative
7.1 latte e fondo garanzia Fondo latte: modalità di accesso alle agevolazioni
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La ministra delle Riforme arriva a Parma per parlare e promuovere la riforma costituzionale. Durante il suo intervento fa un appello agli industriali per sensibilizzarli sulla necessità di dare più stabilità al Paese. Non è mancata una nota critica al M5s.

Di CM -

Parma, 28 Maggio 2016 - Foto di Francesca Bocchia

Continua il tour del Governo per promuovere la riforma costituzionale e, questa volta, la ministra per la Riforma Maria Elena Boschi arriva a Parma e fa appello agli industriali per sensibilizzarli sulla necessità di dare più stabilità a Paese: "siamo di fronte all'ultima chiamata per il Paese, perchè dopo trent'anni di discussione su questi temi se dovessimo perdere questa occasione non so quando se ne ripresenterà un'altra - e ha aggiunto - il referendum è una scelta di grande responsabilità non più rinviabile che riguarda anche chi verrà dopo di noi".

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"L'obiettivo delle nostre riforme è dare più stabilità al paese - ha precisato la Boschi -. Se continuiamo ad avere un sistema politico-istituzionale instabile è difficile affrontare le scommesse del nostro futuro. Avere un nuovo sistema dove solo la Camera dei Deputati avrà un rapporto di fiducia con il Governo è un elemento di stabilità, perché maggiore semplicità significa ottenere un sistema più efficiente".

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Durante il suo intervento non è mancata la stoccata al M5s, una critica che è partita proprio dal sibolo che contraddistingue il Movimento: "Il simbolo del M5s è di proprietà del figlio di Casaleggio e del nipote di Beppe Grillo. In altre parole sarebbe come dire che da noi il simbolo del Pd è nelle mani del nipote di Bersani e del figlio di Renzi". Inoltre, la ministra ci ha tenuto a sottolineare che il Pd rappresenta una "comunità" che per il prossimo referendum costituzionale dovrà lavorare insieme e unito"Da noi uno conta veramente  uno, dagli altri conta zero".

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Nel frattempo,in Piazzale Rondani, si è fatta sentire la protesta pacifica attivata dal Comitato in difesa della Costituzione che, però, ha incontrato il blocco della polizia senza riuscire ad attraversare il ponte e raggiungere la sede dell'Upi.

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Pubblicato in Cronaca Parma

La frenata dell'industria nazionale è una notizia che nemmeno i più accaniti detrattori delle politiche del governo avrebbero mai voluto leggere.

di Lamberto Colla Parma, 29 maggio 2016.
Quello che l'Istat ci ha rappresentato è un salto indietro al 2013 e una ulteriore conferma di quanto inutili siano stati gli sforzi e i sacrifici fatti all'insegna della politica del rigore imposta da Bruxelles. Manovre che alla fine non sono servite a nulla salvo, aggiungiamo noi, aiutare le banche e a trasferire quote di potere verso un sempre minor numero di soggetti.

Quei sacrifici, ci dissero da Bruxelles e Roma, sarebbero serviti a innescare un processo virtuoso a partire dal consolidamento delle banche affinché queste tornassero a finanziare le imprese le quali, attraverso la loro ripresa, avrebbero creato nuovi posti di lavoro che avrebbero quindi contribuito incrementare i consumi.

Ebbene di tutto ciò non resta nulla. Rimane soltanto il sacrificio inutile di quei tanti che saranno ben presto, ancora una volta, chiamati a rispondere degli errori e degli orrori delle politiche economiche nazionali e europee.

E' accaduto come nella profetica canzone di Angelo Branduardi "Alla fiera dell'est" dove "per due soldi un topolino mio padre compro' e venne il gatto che si mangio' il topo che al mercato mio padre compro." ... e così via.
Siamo andati tutti quanti alla fiera dell'est a comprarci un topolino che alla fine si è mangiato qualcun altro.

Stando così le cose come le ha rappresentate l'Istat si fa sempre più concreta l'applicazione delle clausole di salvaguardia che farebbero scattare l'Iva sino al 25,5% con il conseguente e inevitabile De Profundis dei consumi e delle piccole e medie imprese. Quelle PMI che sono sempre state il tessuto economico più vivace, produttivo e innovativo dell'Italia, però sacrificate sull'altare dell'elite bancario e della grande impresa con tutti i limiti dei loro "grandi" capitani che oggi sono stati ben evidenziati.

I numeri diffusi nelle scorse ore dall'istituto statistico sono preoccupanti. Giusto per la cronaca l'ISTAT ha registrato che a marzo il fatturato dell'industria italiana è calato del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2015, il peggiore calo su base annuale a partire dall'agosto 2013.
La contrazione del fatturato è sintesi della flessione del 2,6% sul mercato interno e di un lieve incremento (+0,1%) su quello estero. Risultano in contrazione mese su mese anche gli ordinativi (-3,3%), che invece, rispetto all'anno precedente, crescono dello 0,1%.

Sorprende che il mercato dell'auto abbia segnato un -6,5%, proprio il settore che nel corso del 2015 aveva maggiormente contribuito a riportare il nostro PIL, seppur di poco, in zona positiva. Ma è tutta la grande impresa che ha frenato. A trascinare verso il basso sono stati il crollo delle attività estrattive (-39,5%), insieme al tessile e abbigliamento (-9,8%) e alla metallurgia (-9,4%).

Ebbene, sull'onda di questi risultati c'è poco da essere ottimisti sul futuro del Paese e sarebbe opportuna una rapida inversione di rotta delle politiche economiche e del lavoro, aprendo alla più ampia liberalizzazione in barba all'UE (almeno per qualche anno), confidando sulla creatività diffusa.

Invece, da parte del governo, nessuna particolare presa di posizione o commento, troppo concentrati sulla propaganda referendaria di ottobre.
Allora una domanda sorge spontanea: quando arriverà il tempo in cui "il bastone che picchio' il cane che morse il gatto che si mangio' il topo che al mercato mio padre compro'", si abbatterà sulle teste degli incapaci invece delle solite teste dei lavoratori e pensionati a reddito fisso sempre più decrescente?

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Pubblicato in Politica Emilia
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