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Domenica, 20 Novembre 2016 12:47

Con l’acqua alla gola?

Alla ricerca del consenso a tutti i costi. La propaganda referendaria, sempre più spregiudicata, ha assunto sin dall'inizio un carattere politico piuttosto che tecnico. E dopo? Dopo inizierà la campagna elettorale. I conti e i problemi dell'Italia resteranno ancora in attesa di soluzione. Quando mai si ripeterà una congiuntura economica come quella degli ultimi due anni e che l'Italia non ha saputo sfruttare?

di Lamberto Colla Parma 20 novembre 2016
Distratti per alcune settimane dall'infuocata campagna elettorale statunitense, divisi tra i sostenitori della lady di ferro rappresentante di quella oligarchia finanziaria che vorrebbe governare il mondo e l'outsider eclettico e verace miliardario Trump, che in totale solitudine ha sfidato tutto e tutti, rappresentante invece di quella media e bassa borghesia statunitense preoccupata per le proprie sorti e per quelle dell'industria americana, abbiamo accantonato le preoccupazioni legate allo stato di salute della nostra economia, del nostro bilancio e della resa dei conti politica che si consumerà, presumibilmente, con il prossimo referendum.

Questa lunghissima campagna referendaria ha fatto perdere un anno di attività politica, quella onorevole, a favore di una azione tutta imperniata sulla figura del Presidente del Consiglio che, occorre dargli merito, ha saputo reggere e contrastare con invidiabile lucidità, spudorata astuzia e onnipresenza fisica. Dalla Radio, alla televisione, un giorno a Washington e il giorno seguente a Bari. Energie che, se fossero state messe a frutto nell'interesse collettivo, avrebbero prodotto la "rivoluzione" da moltissimi auspicata e per la quale, il giovane Renzi, da quando venne incoronato da Giorgio Napolitano, avrebbe ottenuto il consenso anche di buona parte del centro destra moderato.

Il risultato, invece, almeno dal punto di vista economico, è stato miserrimo.

I lacchè governativi hanno esultato all'annuncio dell'ISTAT che registrava, per il terzo trimestre 2016, un +0,3% di PIL che diventava ben 0,9% sui 12 mesi. Ben oltre le aspettative ha dichiarato il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan. D'altra parte cosa ci si può attendere da un Ministro che non sa quanto costa in litro di latte, una retta d'asilo o un litro di benzina. Ben venga che sia ottimista, almeno lui.
Non vorrei però che il Ministro Padoan, il Primo ministro Renzi e tutti gli altri governativi e paragovernativi, ritenessero di essere stati loro e la loro politica economica gli artefici di questa crescita "mostruosa".

Anzi, a ben pensare, sono loro i responsabili di questo disastro economico.
In tre anni la nostra crescita è stata praticamente a ZERO o ZERO VIRGOLA nonostante la concomitanza di fattori macroeconomici favorevoli e irripetibili (dal prezzo del petrolio ai minimi storici e sul quale si è speculato mantenendo i prezzi al consumo elevatissimi), al mega aiuto di Draghi, che sfidando i falchi tedeschi, ha imposto e poi rinnovato il Qe (Quantitive Easing) mantenendo un tasso di interesse prossimo a zero. Un grazie va anche alla grande finanza para-governativa che ha mantenuto lo spread entro valori più che accettabili (da 100 a 120 circa quando al tempo di Berlusconi l'avevano spinto anche oltre 600).

Insomma tutta una serie di aiutini che hanno consentito alle economie di altri Paesi UE in crisi come noi (leggi Spagna ad esempio alle prese tra l'altro con una crisi politica e istituzionale non indifferente) di fare passi da gigante, almeno rispetto a noi.

E allora caro Ministro, se vuole attribuirsi il merito glielo concediamo tutto. Un merito vergognoso di cui Le assegnamo, visto che lo apprezza, tutta la responsabilità professionale e politica.

Ma l'ultima, in ordine di tempo, vergognosa manovra da parte di un manipolo di deputati (12 parlamentari PD) para-governativi, è stata tentata durante la baraonda degli emendamenti alla Legge di Stabilità. Un emendamento, infatti, avrebbe previsto, con la scusa del riordino, di introdurre l'IMI (Imposta Municipale Immobili) in sostituzione e accorpamento di IMU e TASI. Peccato che la nuova imposta avrebbe generato un maggiore gettito fiscale.
Un errore, è stata la giustificazione, e infine Renzi stesso si è gettato nella mischia dichiarando che le "Tasse non si aumentano".

Bene, Ben detto Matteo. Attento che i tuoi vassalli stanno tradendo le tue aspettative.

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Conclusioni
Dopo la figuraccia della cena con Obama e del sostegno alla Trumpata Hillary (tra l'altro il Ministero dell'Ambiente ha versato un sostegno di oltre 100.000€ alla fondazione Clinton), della bocciatura della legge di stabilità presentata in commissione UE (dopo poche ore gli Uemanoidi di Bruxelles si sono accorti che mancavano delle coperture o non tornavano i conti delle spese), il Gianburrasca della politica italiana, alza il tiro e minaccia il Veto al bilancio UE, scatena alcuni "Bravi" a introdurre qualche emendamento correttivo, il tutto mentre macina migliaia di chilometri a promuovere il Si al referendum, di piazza in piazza, e stalkerizzando i residenti esteri con una lettera promozionale (chissà quanto sarà costata al PD) che tra l'altro riporta il sito web sbagliato che punta a un sito Sostenitore del NO!
Un errore dovuto alla fretta e alla paura di perdere, come i sondaggi (per quel che valgono) stanno indicando.

Provare per Credere, cliccate: www.bastausi.it 

Ormai siamo tutti alla frutta!

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell'avvocato Massimo Rutigliano dell'Associazione Millecolori sul bilancio del Comune di Parma: "Una analisi per grandi temi e qualche semplificazione."

Parma, 16 novembre 2016

Il Sindaco Pizzarotti si vanta di aver rimesso in bolla il bilancio del Comune di Parma dopo le devastazioni delle precedenti Giunte civico-poliste.
Fermo il fatto che ho sempre criticato le precedenti amministrazioni e che, pertanto, il mio giudizio nei loro confronti è fortemente negativo, vogliamo provare a vedere come stanno davvero le cose sui conti del Comune e delle società partecipate al di là della facile propaganda?
Io ci voglio provare.
Se poi la stampa se ne vorrà occupare seriamente, anziché limitarsi a consentire disinformate passerelle funzionali a ben precisi disegni nazionali (mi riferisco in particolare a La 7) ne sarò lieto.

Procediamo quindi con ordine al di là delle chiacchiere. Ovviamente la necessità di sintesi impone una analisi per grandi temi e qualche semplificazione:
BILANCIO COMUNALE SENZA LE PARTECIPATE.

In realtà il bilancio comunale era sostanzialmente in ordine in quanto il Comune aveva scaricato sulle partecipate una parte dei suoi debiti, talvolta cedendo alle stesse dei beni immobili per valori esagerati in modo da incassare somme per coprire i suoi debiti trasferendo i relativi oneri sulle sue società esterne.
La risultante è stata che le partecipate sono state affogate nei debiti con sollievo del bilancio comunale.
Il vero problema del bilancio del Comune di Parma era che, per rispettare il patto di stabilità, non poteva regolarmente pagare i debiti per i diversi investimenti operati, con ciò creando difficoltà alle imprese creditrici.
Senonchè lo Stato ha poi consentito di provvedere ai pagamenti senza che ciò costituisse violazione del patto di stabilità e, pertanto, il Comune quei debiti ha potuto poi tranquillamente e doverosamente pagare.
Il merito pertanto è stato del Governo Renzi, non certo del Sindaco.
L'unico vero merito del Sindaco è stato quello di aver inizialmente nominato quale Assessore di Bilancio il dott. Gino Capelli che, con la sua credibilità quale persona competente e dabbene, è riuscito ad evitare, prima che la legge nazionale venisse emanata, un profluvio di decreti ingiuntivi che avrebbero sicuramente comportato per il Comune l'obbligo del pagamento in tempi brevi.
Basta chiedere all'Assessore Capelli se quanto sopra riportato corrisponde o meno al vero.
Altro merito, se così si può dire, è stato quello di mantenere la tassazione ai massimi livelli (così già impostata ed applicata dalla gestione commissariale) sempre urlando contro i predecessori, il che gli ha permesso di passare per il risanatore dei conti che non era e non è, per la semplice ragione che, come detto, i conti comunali non erano così drammatici.

SOCIETA' PARTECIPATE
Qui la situazione era veramente gravissima.
Vediamo in sintesi cosa è successo.
SPIP: a seguito del fallimento della società il relativo debito si è azzerato.
Le lettere di patronage firmate dal Sindaco Ubaldi non vincolavano il Comune mentre il Sindaco Vignali si era rifiutato di firmare altre e più "forti" lettere di patronage.
Una delle poche cose buone di Vignali (unitamente all'aver fermato la scellerata operazione "metropolitana leggera". Altro di buono francamente non ricordo).
STU PASUBIO: il Comune ha ceduto le sue azioni della società che aveva debiti che, considerando l'andamento del mercato immobiliare, erano notevolmente superiori al valore del patrimonio.
Si trattava di operazione già impostata dalla gestione commissariale.
Chi ci ha rimesso è stato l'acquirente delle azioni. Credo che l'indagine in corso confermerà quanto sopra.
Il merito del Sindaco Pizzarotti è stato solo quello di portare a compimento quanto già impostato dalla gestione commissariale. Spiace che anziché rivendicare tale merito, commentando l'indagine in corso, abbia sostanzialmente dichiarato: io con c'entro, non ci capivo nulla, ho fatto solo quello che i tecnici mi hanno detto di fare.
Insomma: è stato lo stesso Sindaco a dichiarare di non avere alcun merito.
STT: verità è che non è stato risparmiato proprio niente.
L'accordo di ristrutturazione del debito prevede infatti il pagamento integrale dei creditori mediante vendita di molteplici immobili con la particolarità che, qualora i proventi della vendita di tali non dovessero risultare sufficienti per pagare i debiti (e non lo saranno, del che, leggendo la sua relazione, era sostanzialmente convinto anche l'attestatore dott. Andrea Parolari), la differenza di valore verrebbe colmata vendendo le azioni IREN che mentre nel giugno 2012 valevano € 0,35, dal giugno 2013, dopo l'avvio del forno inceneritore, hanno più che quadruplicato il loro valore, visto che nonostante il deprezzamento della borsa dell'estate 2015, al 31/10/2016 in borsa venivano quotate € 1,636.
Insomma il debito delle partecipate è stato saldato (rectius sarà saldato) vendendo il patrimonio accumulato da generazioni di parmigiani.
A questo deve aggiungersi che, a seguito della vendita delle azioni IREN (in tutto od in parte si vedrà), il Comune verrà privato dei relativi dividendi che il recente piano industriale di IREN prevede siano distribuiti in maniera più corposa ed in percentuale superiore agli anni precedenti.
Si tratta di somme rilevanti che verranno meno e che potevano utilizzarsi per la spesa corrente e, pertanto, ad esempio, per abbassare le tariffe di alcuni servizi per le classi più disagiate.
Una chicca: la vendita delle azioni IREN è prevista dal 2017 in poi, il che significa che sarà la prossima amministrazione a subirne i negativi effetti sui propri bilanci. Come si vede i vizi della vecchia politica si imparano in fretta.
Il merito del Sindaco è stato quello di non aver impedito l'avvio del forno inceneritore con conseguente lievitazione del valore delle azioni IREN.
Per me questo è un merito vero e reale, ma per i suoi elettori, passati e futuri?
Ovviamente soprassediamo dagli ignoti olandesi e cinesi che avrebbero dovuto comprare il forno, smontarlo e portarlo chissà dove.
Sarò felice di confrontarmi su questi dati, al di là delle chiacchiere.

Associazione Millecolori
Massimo Rutigliano

Pubblicato in Cronaca Parma

Editoriale: La Hillary Trumpata. Parmigiano inarrestabile. Eima International, qualità e quantità. Apertura in grande stile. Cereali e dintorni: ancora segnali di volatilità. Sud Est Asiatico. L'UE sta lavorando per abbattere le barriere. Wiki Loves Monuments. Emilia Romagna si fa onore. Ismea, a ottobre in ripresa i prezzi agricoli

SOMMARIO Anno 15 - n° 45 13 novembre 2016 (File scaricabile in pdf)
1.1 editoriale La Hillary Trumpata
2.1 lattiero caseario Parmigiano inarrestabile.
3.1 meccanizzazione Eima International, qualità e quantità.
3.2 EIMA International EIMA apre in grande stile: +20% i visitatori nel primo giorno
4.1 cereali Cereali e dintorni. Ancora segnali di volatilità.
5.1 export FOOD Sud Est Asiatico. L'UE sta lavorando per abbattere le barriere
5.2 meccanica agricola Politiche europee, un "new deal" per l'agricoltura
6.1 Turismo Wiki Loves Monuments. Emilia Romagna si fa onore.
7.1 prezzi agricoli Ismea, a ottobre in ripresa i prezzi agricoli
10.1 promozioni "vino" e partners
10.2 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 13 Novembre 2016 12:39

La Hillary Trumpata

I sondaggi han fatto flop, gli intellettuali hanno capito poco per non dire altro, i media non hanno condizionato come pensavano e il popolo americano ha scelto quello che non piaceva a nessuno dei "radical chic". E allora giù a manifestare come se la maggioranza non avesse più potere democratico solo perché non è più "Dem".

di Lamberto Colla Parma 13 novembre 2016
La più grande sorpresa, ciò che ancor più sconcerta, è la sorpresa di chi si dice sorpreso. Come se, tutto quello che sta accadendo nel mondo occidentale, ancor più in Unione Europea ma trova la massima espressione nella nostra piccola repubblica mediterranea, fosse cosa normale e non straordinaria, illogica e antidemocratica.

Senza entrare nel merito delle qualità dei due ex candidati alla Casa Bianca, giusto o sbagliato che sia il metodo elettorale statunitense, il popolo, o quantomeno la maggioranza di esso, ha scelto Donald Trump come Presidente.

La tanto celebrata democrazia statunitense, oggi che ha scelto il candidato "stravagante", comincia a offuscarsi? Il vero potere, quello meno visibile, quello che governa i Governi, attraverso la finanza con l'ausilio delle "teste" di legno poste nei ruoli chiave dell'economia e della politica, sta cominciando a fare i conti con la democrazia e la volontà popolare e paradossalmente fuori dall'obliante ombrello delle sinistre che stentano sempre più a interpretare i reali bisogni di base, anzi, sempre più risulta connivente con il "quarto, quinto e sesto potere".

Della sinistra sono rimasti gli argomenti ma non le ideologie, il linguaggio divulgativo si è trasformato in retorica demagogica e la fatale attrazione per il denaro, quello che tutto può, l'ha fagocitata alienando i loro antichi valori, non sempre condivisibili ma onesti.

Memorabile fu l'intercettazione telefonica di Piero Fassino (all'epoca segretario DS) con Giovanni Consorte "abbiamo una Banca?" e l'esclamazione di Massimo d'Alema, "Facci sognare, Dai!", anch'essa intercettata in un colloquio con Consorte durante l'operazione BNL-UNIPOL del 2005. La "Banca", volevano la banca a tutti i costi, il simbolo di quello che contestavano, nella speranza di poter pendere in mano le redini della società intera. Invece non hanno fatto altro che intrappolarsi negli strumenti perdendo il contatto con la società civile.

Comunque, per tornare oltreoceano, è stato Trump a intercettare le esigenze della maggioranza della popolazione, comprendendo perfettamente che l'America non è limitata a New York e Los Angeles ma esistono anche gli sconfinati territori centrali e che oltre alle "Star" e ai "Finanzieri" ci sono i lavoratori e milioni di persone che hanno estrema necessità di riscatto, di uscire dalla morsa della crisi e di riaccendere la speranza di un futuro, almeno per i loro figli, avendo dato per scontato il loro sacrificio terreno sino alla chiamata al cielo.

Tutti questi, giovani e meno giovani, dotati di uno smartphone, che non leggono il Wall Street Journal, che non leggono gli editoriali delle altre grandi testate editoriali, che non ascoltano i notiziari e i talk show dei potenti media statunitensi, hanno seguito l'onda mediatica e "popolare" dei social media. Il Tam Tam digitale delle opinioni della base sociale ha decretato che fosse Donald Trump il migliore (o il meno peggio) tra i due e non gliene poteva fregare di meno di avere un nuovo primato eleggendo la prima donna allo scranno più alto del mondo. Insomma, hanno pensato per sé stessi, attraverso lo strumento meno pericoloso e più saggio: IL VOTO.
Un voto che ha fatto comunque storia. Val la pena di ricordare infatti che la vittoria è stata totale, potendo perciò i Repubblicani, contare sulla maggioranza sia al Congresso e sia al Senato.

E tutto ciò è accaduto avendo contro tutta la stampa statunitense. Non un appoggio malcelato alla Hillary Clinton, bensì una spudorata, quanto schifosamente ben poco elegante, campagna diffamatoria contro il Tycoon Typhoon Trump.
Una presa di posizione che ha sepolto, in un batter d'ali, la fama di giornalismo equidistante e libertario che la stampa anglosassone si era conquistata in secoli di storia.

Comunque tutto tornerà come prima. Le borse infatti si sono riprese dopo solo poche ore dall'elezione, i giornalisti faranno il solito voltagabbana, almeno sino alla prossima ghiotta occasione, e la finanza spenderà un po di più per ricostruire le strade che portano alle stanze dei bottoni.

Nel frattempo, qualche "intellettuale" nostrano, Fabrizio Rondolino giornalista de l'Unità, tanto per non fare nomi, comincia a pensare che il suffragio universale sia pericoloso per l'occidente.

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Pericolosi sono invece tutti, e sono tanti, che la pensano come questo incauto professionista della comunicazione.

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Mercoledì, 09 Novembre 2016 10:16

Renzi a Parma: sala Righi gremita

Dopo la tappa a Fidenza per l'inaugurazione del nuovo Pronto soccorso dell'Ospedale di Vaio, Matteo Renzi è arrivato ieri a Parma dove la giornata si è conclusa con l'incontro pubblico alla Sala Righi. Il premier e segretario nazionale Matteo Renzi in città per parlare delle riforme costituzionali, nell'incontro promosso dal Pd locale, ha spiegato le motivazione per votare "si" al prossimo referendum. Molti i parmigiani presenti e molti quelli che sono rimasti fuori da una sala Righi subito gremita.

Parma, 9 novembre 2016

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Tutte le foto nella galleria in fondo alla pagina, ph. Francesca Bocchia

 

Pubblicato in Cronaca Parma
Domenica, 06 Novembre 2016 11:45

Confusion

Tra certezze e sondaggi. Dal Brexit non più Brexit, alla vittoria non più scontata di Hillary al referendum costituzionale e la presumibile vittoria del NI. O forse non ci sarà proprio.

di Lamberto Colla Parma 6 novembre 2016
Sino a poche ore fa, se una certezza v'era, risiedeva nell'uscita del Regno di Sua Maestà Elisabetta II dall'UE. Il referendum popolare aveva sancito, seppure non in modo chiarissimo, la volontà del popolo britannico a abbandonare l'Unione, decidendo quindi di non completare il processo di integrazione avviato e mai portato a termine nel 1972. Tanto è vero che oltremanica è sempre stata in vigore la moneta locale (Sterlina), le unità di misura erano e sono ancora quelle anglosassoni (ll Chilogrammo, il litro e il metro sono noti agli inglesi come a noi lo sono la libbra, l'oncia e il miglio).

Fatto sta che, mentre era in pieno allestimento la laboriosa macchina che avrebbe dovuto traghettare "rapidamente" ogni cosa di sua Maestà sulla grande isola del Mare del Nord, la Corte Suprema di Londra ha accolto il ricorso presentato dalla nutrita fronda degli europeisti, stabilendo che il governo britannico dovrà richiedere il voto del Parlamento per avviare il processo di uscita dall'Unione Europea. Una questione imbarazzante per la premier Theresa May la quale sembra invece orientata a proseguire il cammino intrapreso e a far votare l'articolo 50 del trattato di Lisbona, contando su una solida maggioranza. Brexit Si o No?

Incertezza per incertezza, oltreoceano invece, il "Typhoon Trump" sta investendo la "Clinton Troop".

Un uomo solo contro tutti, contro persino il proprio partito, sta navigando a gonfie vele e, proprio nelle ultime ore, i sondaggi lo vedono addirittura favorito. Pochi punti percentuali separano i due candidati al governo della più grande potenza economica e militare del mondo e la vittoria dell'uno sull'altra sarà determinante dal numero di coloro che andranno a votare.

Urne tradizionalmente poco frequentate, quelle statunitensi, che nel caso dovessero, anche di poco, superare la quota delle precedenti tornate elettorali, i nuovi voti sarebbero, molto probabilmente, della frangia di protesta e quindi favorevoli a Trump, o per meglio dire, assolutamente contrari alla Clinton e al "mondo" che rappresenta. Martedi 8 novembre il popolo americano sarà protagonista, almeno per un giorno.

E qui, nella piccola Italia, nel regno dei complotti e delle trame oscure di medievali ricordi, la personalizzazione del Referendum voluta da Matteo Renzi non sta dando i frutti sperati. Gli ultimi sondaggi indicano il fronte del "No" avanti (tra il 51,5 e il 52%) sui sostenitori del "Si" e la paura di perdere sta facendo tremare il Governo al punto tale da avanzare l'ipotesi di uno slittamento primaverile della data delle consultazioni referendarie.

Voci di corridoio s'intende, alle quali però fa seguito la proposta ufficiale dello stesso Ministro dell'Interno, leader di NCD, Angelino Alfano lanciata dai microfoni di rete 102.5 lo scorso giovedi, invocando la scusa del terremoto che ha tramortito il centro Italia. Smentita immediata di Renzi ma in seguito fatta propria da alcuni Sindaci dei comuni terremotati.

E se una tale richiesta dovesse venire formalizzata da quella popolazione, chi mai avrebbe il coraggio di opporsi pur di garantire un po' di tranquillità a quei concittadini che, dal 24 agosto a oggi, sono stati "torturati" da oltre 22.000 scosse telluriche? La paura fa 90.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 30 Ottobre 2016 12:52

Verso la catastrofe ambientale. #maiunagioia

#maiunagioia - Siamo entrati nella nuova era geologica: l'antrapocene. Secondo il Living Report 2016 del WWF, entro 4 anni il 67% delle specie scompariranno.

di Lamberto Colla Parma 30 ottobre 2016
Con l'assalto a Mosul, comincia a scemare l'interesse mediatico verso l'Isis, almeno fino al prossimo devastante attentato che si consumerà in una capitale occidentale. il terrorismo mediatico rimane circoscritto all'elegante scontro tra il Tycoon candidato alla Casa Bianca e la fedele consorte dell'ex presidente statunitense e, in terra nostrana, dallo scontro titanico tra i sostenitori del Si e del No piuttosto che dall'intrigo romano che vede il governo capitolino sempre più compromesso dalla congiura dei frigoriferi.

Ben poca roba anche perché ormai sono argomenti consumati e prossimi a una naturale conclusione, a esclusione della vicenda "Raggi" che invece continuerà a illuminare la vita politica nazionale grazie ai complottisti romani.
Occorreva quindi una nuova argomentazione tragica per rimpolpare le cronache catastrofistiche, quelle che tengono alto il valore dell'hastag #maiunagioia.

Ecco che, con l'approssimarsi della nuova Conferenza mondiale sul Clima, il COP 22 che si terrà in Marocco tra il 7 e il 18 novembre, le problematiche ambientali vengono incontro alla esaurita fantasia della tensione che tanto fa audience.

E allora giù con i titoloni che segnano il count down del "Globo".

La concentrazione di CO2, che ha superato la soglia limite di 400 ppm (parti per milione) segnando un nuovo e inquietante record proprio nell'anno in corso, piuttosto che l'estinzione del 67% delle specie animali e vegetali prevista entro il prossimi 4 anni.

E' quello che ha rilevato il rapporto Living Planet 2016 del WWF nel quale l'organizzazione si spinge addirittura a identificare un nuovo periodo geologico: l'antrapocene. "Per la prima volta nella storia l'impatto, scrive il WWF, delle attività umane sui sistemi viventi del Pianeta è stato talmente forte da generare la 'nascita' di un nuovo periodo geologico nella storia della Terra, l'Antropocene".

"Il mondo selvaggio sta scomparendo a un ritmo senza precedenti", ha dichiarato Marco Lambertini, Direttore Generale del WWF Internazionale - Non stiamo parlando solo delle specie meravigliose che tutti amiamo: la biodiversità rappresenta la base stessa del buono stato di salute delle foreste, dei fiumi e degli oceani. Senza le specie animali gli ecosistemi crolleranno e con loro i 'servizi' che la natura ci fornisce quotidianamente come la purificazione dell'aria, dell'acqua, il cibo e la difesa dai cambiamenti climatici."

Attendiamo quindi con ansia il 19 novembre per sapere cosa avranno deciso di fare i grandi inquinatori della terra (forse decideranno di aumentare i limiti di legge? - vedi Dieselgate Volkswagen), nel frattempo (8 novembre) avremo il nuovo capo della più grande potenza mondiale, mentre dovremo restare ancora col fiato in sospeso per 15 giorni prima di conoscere che fine farà la nostra Costituzione, o almeno i "soli" 47 articoli che verranno più o meno ritoccati o alienati.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 23 Ottobre 2016 12:10

APE, ma che bella pensata!

Chissà come l'avrebbe sottolineata il grande Totò. Ti mando in pensione prima, ti riduco l'importo e ti gravo di un mutuo ventennale. D'altronde se i mutui non li accendono i pensionati, unici possessori di entrate certe, chi li può stipulare?

di Lamberto Colla Parma 23 ottobre 2016
Infine arriverà il 4 dicembre. Giornata della liberazione dal referendum.

Nella speranza che dopo la vittoria del SI o del NO si possa tornare a parlare di economia e soprattutto di lavoro con l'augurio che, con le teste sgombre da problemi elettorali, i benpensanti di Roma ritrovino un po' di lucidità.

Credo, e non voglio essere sospettoso, che la lucidità intellettuale non sia stata da guida alla pensata dell'APE (Anticipo Pensionistico), semmai sia stato il frutto di quella quota di cervello propensa al sadismo.
Se all'inizio si poteva pensare che la notizia fosse una delle tante assurde seminate su Facebook, con l'andare del tempo invece, è diventata sempre più popolare per finire infine, nell'ultimo Consiglio dei Ministri (15/10/2016 n° 136), ad avere un capitolo tutto suo e una assegnazione di risorse per 7 miliardi (in tre anni), quindi una cosa seria!

"L'Anticipo pensionistico (APE) spetta ai lavoratori che - si legge nel comunicato stampa della presidenza del consiglio - abbiano almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia. Potranno accedere all'APE sociale i lavoratori che abbiano almeno 30 anni di contributi se disoccupati, invalidi o con di parenti 1° grado con disabilità grave oppure per chi avrà raggiunto i 36 anni di contributi facendo dei lavori cosiddetti "pesanti". Queste categorie di lavoratori potranno andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima senza nessun onere fino a 1.500 euro lordi di pensione. Potranno accedere all'APE volontaria i lavoratori che avranno 20 anni di contributi versati, in questo caso la rata di restituzione del prestito andrà di media dal 4,6% al 4,7%. L'APE aziendale ha gli stessi meccanismi di funzionamento di quella volontaria, ma i costi dell'operazione del prestito saranno a carico dell'azienda. Tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria avranno diritto al cumulo gratuito dei contributi ai fini della pensione anticipata e di vecchiaia."

In breve sintesi l'APE sarebbe, secondo i nostri politici, una risposta adeguata allo sconsiderato aumento dell'età pensionabile messo in campo dai predecessori di Matteo Renzi (leggi Fornero/Monti). E allora, per non essere da meno in termini di fantasia e sadismo, anziché rimuovere l'ostacolo, il Governo ha pensato di dare il ben servito, a chi dopo una vita lavorativa e spesso molto pesante, premiandolo con un bel mutuo sul groppone.

Neanche nel miglior Fantozzi sarebbe accaduta una cosa simile.

Forse, avranno pensato, con un colpo solo risolviamo due problemi:
1. liberiamo anticipatamente dei posti di lavoro che potranno andare a disposizione di giovani (ovviamente ventenni con pluriennale esperienza nel settore, disponibilità a trasferte e madrelingua inglese, tedesco e cinese!);
2. sosteniamo il sistema bancario che non riesce più a fare accendere un mutuo nemmeno a pagarlo.

Intanto che ci si arrovella a trovare soluzioni improbabili ai problemi nazionali, l'economia sommersa è in costante crescita e ormai stimata prossima ai 200 miliardi, i licenziamenti per giusta causa sono aumentati del 31% e le assunzioni sono diminuite. E' bastata la promessa di eliminare Equitalia, per far raffreddare i bollenti spiriti degli italioti ormai incapaci, non solo a reagire, ma a giudicare con equità e soggettività.

Per il futuro meglio attrezzarsi con un calessino, APE ovviamente.

(Foto copertina: Piaggio Ape_C-foto-M.Huwyler)

 

Pubblicato in Politica Emilia

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Movimento 5 Stelle di Castelnovo ne' Monti sulle affissioni del PD riguardanti il Referendum costituzionale. Denuncia fatta alla Commissione Elettorale del Comune. 

Reggio Emilia, 19 ottobre 2016

"Era chiaro sin da subito che sarebbe stata una campagna referendaria molto accesa visto la posta in gioco, sia per gli interessi della finanza sia per la credibilità del PD e del suo leader massimo Matteo Renzi.

Le televisioni ed i media stanno attuando un vero e proprio "terrorismo mediatico" dando imprecisati ultimatum quali "se non cambiamo adesso la costituzione non si potrà cambiare per i prossimi 30 anni" o "se vince il NO il paese tornerà indietro di 30 anni (che non sarebbe poi così male a pensarci bene), così come il Premier non perde occasione di ripetere come un mantra "non si può dire sempre NO"...

In effetti a volte i NO servono eccome, servono a rifiutare la corruzione tipo quella del Mose o Mafia Capitale, l'illegalità che sta divorando la nostra terra (AEMILIA), la povertà dilagante che continua a crescere in tutto il paese. Forse ne abbiamo detti troppo pochi dei NO in questi ultimi 30 anni ma tornare indietro non si può e dobbiamo quindi pensare al presente.

Allo stato dei fatti dobbiamo cercare di capire perché ci sia così tanto interesse in cambiare la nostra Carta Costituzionale da parte di chi con la stessa ha governato e governa tutt'ora, perché se il motivo sono semplicemente i tempi di approvazione delle leggi o la diminuzione dei costi della politica allora non ci si spiega perché quando si vuole le leggi escano in tempi brevissimi anche con l'attuale bicameralismo, vedi ad esempio legge Fornero (19 giorni) o Lodo Alfano (20 giorni) come non trova risposta il fato che non si elimini totalmente il Senato o non si riducano i compensi di tutti i parlamentari.

Risulta difficile capire perché anche in un Comune insignificante di poco più di 10.000 anime quale Castelnovo ne' Monti, primo comune anti-mafia d'Italia, Comune simbolo della legalità per eccellenza sia così importante influenzare l'opinione pubblica per dire SI anche a se per farlo si infrangono le leggi dello stato.

Ecco noi diciamo NO a questo scellerato modo di condizionare a tutti i costi il libero pensiero, diciamo NO all'interesse dei potenti a discapito della collettività che prevale sul buon senso e sulle stesse leggi e per questo oggi abbiamo denunciato al nostro Sindaco, alla Polizia Municipale e al Comitato Elettorale questo triste episodio tipico della vecchia politica con la speranza che si possa continuare questa campagna referendaria nel rispetto delle persone e delle stesse leggi."

Movimento 5 Stelle Castelnovo ne' Monti

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
Domenica, 16 Ottobre 2016 11:24

Antiterrorismo e le falle tedesche e europee

Sconcerta la libertà di movimento che dimostrano i terroristi dell'isis. Entrano da profughi, trovano riparo e si muovono avanti e indietro dalla Siria come se nulla fosse.

di Lamberto Colla Parma 16 ottobre 2016
Una libertà di movimento conclamata con l'attentato all'aeroporto di Bruxelles e ancor prima con la rocambolesca fuga di un attentatore di Parigi, il famigerato Salah Abdeslam. In fuga per 4 mesi venne ritrovato a "casa" nel quartiere della capitale belga, quel Molenbeek arcinoto per essere culla del terrorismo islamista.

Ma quello che lascia sconcertati è l'epilogo del presunto terrorista di Chemniz. Sfuggito alla cattura delle teste di cuoio tedesche che alcuni giorni fa fecero irruzione nel suo appartamento in Sassonia, è riuscito a trovare riparo a Lipsia presso altri siriani. Un luogo a lui noto, potenzialmente "molto sicuro" dove invece venne dai suoi stessi concittadini immobilizzato, legato e consegnato alla polizia locale (l'equivalente dei nostri vigili urbani), la quale non fece altro che prelevare il "pacco" con il loro bel furgoncino di servizio per consegnarlo alle autorità giudiziarie.

In tutto questo fanno sorridere tre episodi: il ridicolo messaggio in twitter del capo della polizia che, dopo la cattura del presunto terrorista, peraltro avvenuta senza il loro diretto contributo, scrive "siamo sfiniti ma strafelici", quindi i ringraziamenti della cancelliera tedesca ai due profughi siriani che impacchettarono il terrorista, o presunto tale, e che devono esserle costati qualche litro di bile sapendo quanto ami i profughi.

Come non ricordare il luglio 2015 quando, in una trasmissione TV, la Cancelliera fece piangere una ragazzina palestinese, sostenendo che "la politica è dura" e che "non possiamo accogliere tutti".

Infine, e qui si innesca la tragedia nella farsa, il giovane aspirante terrorista riesce a togliersi la vita in carcere impiccandosi con la sua camicia e portando nella tomba le preziose informazioni riguardo alla sua cellula terroristica e alle dirette relazioni con fiancheggiatori e sostenitori del "califfato".

Un suicidio che necessita di indagini molto approfondite e di cui va fatta chiarezza rapidamente per non lasciare le ombre e i sospetti di un altro fatto eccellente avvenuto a fine anni '70 nelle carceri tedesche: il "suicidio" di alcuni componenti della banda Baader-Meinhof, avvenuto all'indomani della esecuzione di un ostaggio, il presidente degli industriali tedeschi ed ex ufficiale SS Hanns-Martin Schleyer, rapito il 5 settembre 1977 allo scopo di "scambiarlo" con il prigioniero Andreas Baader e altri componenti del gruppo terroristico RAF (Rote Armee Fraktion).

Se la Germania in questi ultimi giorni ha mostrato lacune immense nei suoi apparati di sicurezza, altri Paesi l'avevano già ampiamente dimostrato prima. Certamente non hanno eccelso i servizi di sicurezza francesi (Parigi e Nizza hanno pagato un tributo esagerato) o quelli belgi che, tra i fatti di Bruxelles e Charleroi, hanno dimostrato tutta la loro inconsistenza.

Vengono i brividi pensare a quale modello verrà fatto riferimento per istituire la Polizia di Frontiera Europea.

Meglio il modello tedesco o quello italiano? Da noi almeno Fabrizio Corona è sotto costante vigilanza 24 ore su 24.

Che strana l'europa!

Pubblicato in Politica Emilia
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