Dal Comune di Reggio Emilia la cittadinanza onoraria all'ex Prefetto Antonella De Miro. Il plauso del sottosegretario alla Presidenza della Regione, Giammaria Manghi: "Un segnale importante che viene da una città, e da una Regione, che dicono no alle mafie. Grazie alla dottoressa De Miro per l'instancabile impegno dimostrato nel contrasto alla criminalità organizzata e a favore della legalità".
Bologna -
“Un importante riconoscimento a una donna delle Istituzioni che tanto ha fatto per contrastare le mafie e l’infiltrazione della criminalità organizzata nel nostro territorio”.
Così il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Giammaria Manghi, plaude al conferimento, da parte del Comune di Reggio Emilia, della cittadinanza onoraria ad Antonella De Miro, per cinque anni Prefetto della città - da settembre 2009 a settembre 2014 - e ora alla guida della Prefettura di Palermo.
“È un segnale importante - afferma il sottosegretario, presente sabato alla cerimonia - anche dal punto di vista simbolico, che viene dalla nostra città e dalla nostra Regione, che dicono no a tutte le mafie. Una città e una Regione che hanno fortemente voluto e si sono impegnate, anche economicamente, affinché non altrove, ma sul proprio territorio si svolgesse il processo ‘Aemilia’ contro la 'ndrangheta. A nome di tutta la comunità emiliano-romagnola- aggiunge Manghi- ringraziamo il Prefetto per il suo instancabile impegno a favore della legalità, e il Consiglio comunale di Reggio Emilia, che ha deciso all’unanimità questo riconoscimento. Siamo veramente orgogliosi di avere il Prefetto De Miro tra i cittadini onorari della nostra città”. /EC
Bilancio. L'assessore Petitti: "Nessuna operazione speculativa attraverso derivati" - Risposta al consigliere Galli (Fi): "Non esiste alcun allarme debiti fuori controllo. Si tratta di strumenti adottati dal 2004 per attenuare i rischi da tassi variabili su mutui già contratti, inseriti in ogni documento di bilancio e sottoposti alla valutazione degli organi di controllo, dal Collegio dei revisori alla Corte dei conti"
Bologna – "Un'operazione che non ha rischi e non di natura speculativa", visto "non è stata stipulata per ottenere immediata liquidità, di cui la Regione Emilia-Romagna non ha mai avuto necessità". Un'operazione condotta attraverso strumenti "adottati nel 2004, inseriti e illustrati in tutti i documenti di bilancio, compreso quello del 2019" e "sottoposti alla valutazione degli organi di controllo", dal Collegio dei revisori alla Corte dei Conti. Con quest'ultima, la magistratura contabile, che non ha rilevato alcun pericolo. E un giudizio analogo è arrivato anche dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.
L'assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti, interviene dopo l'interrogazione presentata dal consigliere Andrea Galli (Fi) rispetto all'utilizzo di strumenti finanziari derivati da parte della Regione.
"Il presunto allarme sui conti della Regione di cui parla il consigliere è davvero infondato- spiega Petitti-. Intanto non esistono i debiti fuori controllo di cui parla, e non si capisce come sarebbe potuto succedere visto che parliamo di strumenti adottati nel 2004 da parte della Regione, inseriti e illustrati in tutti i documenti di bilancio, compreso quello del 2019, oltre che sottoposti al vaglio degli organi di controllo quali il Collegio dei revisori e la Corte dei conti. L'operazione non ha rischi- prosegue l'assessore- essendo una semplice trasformazione da tassi variabili a tassi fissi dei mutui contratti dalla Regione stessa. Anzi, è stata conclusa per attenuare i rischi del tasso variabile sul lungo periodo, certo di più difficile previsione e, contemporaneamente, per dare certezza finanziaria agli amministratori futuri, non trasferendo eventuali rischi negli anni successivi al 2009". In questo modo, "si è raggiunto un doppio risultato: ottenere tassi variabili quando le condizioni favorevoli del mercato sono caratterizzate da bassi tassi d'interesse e cautelarsi nel lungo periodo trasformandoli in tassi fissi, fornendo certezze sugli oneri finanziari da pagare in futuro".
Fin dall'inizio, ricorda ancora Petitti, l'operazione è stata valutata dalla Corte dei conti, che l'ha così definita: "Prudente affaccio sul mercato è quello dell'Emilia-Romagna che, per la prima volta nel 2004, sovrappone uno swap ad un mutuo di Cassa Depositi e prestiti a copertura dell'evoluzione dell'originario tasso variabile, tramite collar e barriera superiore fissata al 5,25 per cento". Un giudizio analogo a quello espresso dal ministero dell'Economia e delle Finanze.
"Dunque, è chiaro che l'operazione in derivati non è di natura speculativa né è stata stipulata per ottenere immediata liquidità, di cui la Regione Emilia-Romagna non ha mai avuto necessità. Si differenzia pertanto da altre operazioni in derivati, citate in alcuni articoli comparsi online, stipulate in passato da vari Enti locali e territoriali italiani, in quanto risulta semplicemente equiparabile a un'operazione di rinegoziazione del tasso d'interesse, conosciuta dalle stesse famiglie e imprese per attenuare i costi degli oneri finanziari. Infine- chiude Petitti- ricordo che è vietato alle Regioni, tra gli altri, stipulare contratti relativi a strumenti finanziari derivati nonché procedere alla rinegoziazione di contratti derivati in essere".
La posizione di Galli (FI) che ha determinato la risposta dell'assessora al Bilancio - Bologna 22/1/2019 16,55 - Bilancio Regione. Derivati, Galli (Fi): perdite dai 12 ai 16 milioni di euro all'anno
Il consigliere chiede alla Regione se non si ritenga che "tale operazione finanziaria contravvenga ad una corretta gestione delle risorse pubbliche, visto che non rispetta le indicazioni di contenimento della spesa"
I tre contratti derivati sottoscritti nel 2004 dalla Regione Emilia-Romagna con gli istituti finanziari Dexia Crediop, Unicredit Banca Mobiliare e JP Morgan sono al centro di un'interrogazione di Andrea Galli (Forza Italia).
Si tratta, specifica il consigliere, di strumenti finanziari il cui prezzo si basa sul valore di mercato di un altro strumento finanziario. A causa di questi contratti - di un valore complessivo di circa 473 milioni e 418mila euro - continua Galli, la Regione dall'anno corrente al 2032 potrebbe perdere 210 milioni. "Nel periodo compreso tra il 2004 e il 2009", spiega il consigliere, "il tasso di interesse del debito è variabile, mentre nel periodo successivo è diventato fisso, con un tasso del 5,25% fino al 2032". La trasformazione del tasso, secondo Galli, starebbe procurando perdite tra i 12 e i 16 milioni di euro all'anno a carico del bilancio della Regione. Perdite che, chiarisce il consigliere, "non rispetterebbero quanto più volte la Corte dei Conti ha indicato agli Enti locali in merito alla razionalizzazione e al contenimento della spesa pubblica".
"Quando nel 2009 c'è stata la trasformazione del tasso sul debito da variabile a fisso, perché non si è tenuto in considerazione il fattore delle perdite future?" chiede Galli, aggiungendo che "in caso di risposta affermativa sarebbe necessario acquisire lo studio di valutazione della convenienza economico-finanziario effettuato al momento della sottoscrizione dei contratti derivati nel 2004, mentre in caso di risposta negativa occorrerebbe capire per quale motivo all'epoca non sia stata elaborata l'analisi".
Galli chiede all'esecutivo regionale anche "se non si ritenga che tale operazione finanziaria contravvenga a una corretta gestione delle risorse finanziarie pubbliche, visto che non rispetta le indicazioni di contenimento della spesa e razionalizzazione dei conti più volte richiamate dalla magistratura contabile". Altra richiesta del consigliere è conoscere se la Corte dei Conti, dal 2010 a oggi, abbia effettuato verifiche sui derivati sottoscritti dalla Regione e su come siano state contabilizzate le perdite nel bilancio dell'Ente.
(Francesca Mezzadri)
Molte e di elevato pregio sono le testimonianze lasciate in Emilia Romagna da quel Genio Universale che rispondeva al nome di Leonardo Da Vionci. Da Parma a Cesenatico passando da imola, Leonardo ha arricchito la regione delle sue opere.
di LGC, Parma 23 gennaio 2019 - Da pittoriche a ingegneristiche e topografiche, l'Emilia Romagna potrebbe venire riscoperta solo ripercorrendo le tappe di Leonardo da Vinci. Un'occasione quindi da non perdere soprattutto per quei centri minori che dovrebbero innalzare il tasso di permanenza turistca, e Parma è uno di quelli.
Sulla questione celebrativa, il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti, ha interrogato la Giunta: "Quali sono gli eventi programmati per ricordare l'artista e scienziato italiano?"
"La Regione ha intenzione di promuovere gli eventi organizzati sui territori emiliano-romagnoli per celebrare il 500° anniversario della morte dell'artista e scienziato Leonardo da Vinci?".
A chiederlo è ilconsigliere regionale della Lega, Daniele Marchetti, che ha depositato un'interrogazione nella quale chiede, ad oggi, quali "siano gli eventi programmati per ricordare il 500° anniversario della morte di Leonardo Da Vinci" e se la Giunta di viale Aldo Moro "abbia intenzione di darne visibilità attraverso i propri canali di comunicazione".
"Anche alla luce del sensibile aumento dei visitatori registrati dai Musei civici di Imola ritengo – sottolinea il consigliere del Carroccio - che la ricorrenza della morta di un artista e scienziato, che ha dato lustro al nostro Paese, come Leonardo Da Vinci, possa rappresentare un'occasione – da non perdere - di ulteriore sviluppo per il turismo della città del Santerno. E' evidente che per ottimizzare le celebrazioni e gli eventi già programmati per Da Vinci, occorrerebbe anche un maggiore impegno da parte della Regione Emilia-Romagna, la quale, anziché seguire le orme di quanto sta facendo – ad esempio – la Lombardia, sembra ferma al palo".
"Pertanto, proprio nell'anno in cui ricorre l'anniversario della morte di Leonardo, ricorrenza molto sentita sotto il profilo cultural e turistico in tutto il territorio romagnolo, ci aspettiamo che la Regione non solo faccia la propria parte, ma la pubblicizzi anche adeguatamente attraverso tutti i suoi canali di comunicazione" conclude Marchetti.
Sanità, Abolizione superticket: cancellato anche il ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico. Per rendere esecutiva la novità introdotta dalla Regione, sono stati adeguati tutti i sistemi di anagrafe, prescrizione, pagamento e prenotazione. Dalla manovra un risparmio annuo di 34 milioni di euro per gli assistiti, interamente coperti da risorse regionali.
Bologna -
Procede bene, in Emilia-Romagna, l’abolizione del superticket, anche dal punto di vista operativo. Dall’avvio, il 1^ gennaio 2019, della manovra voluta dalla Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini, non sono state evidenziate particolari criticità e questo per entrambe le misure varate, di cui beneficiano milioni di emiliano-romagnoli.
LE DUE MISURE VARATE
La prima: abolizione, appunto, del superticket, cioè della quota aggiuntiva sui farmaci (fino a 2 euro per ogni confezione, con un tetto massimo di 4 euro a ricetta) e sulla specialistica ambulatoriale, cioè visite ed esami (fino a 10 euro a ricetta), per i nuclei familiari con redditi fino a 100mila euro.
La seconda: cancellazione del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico (sia per i figli che per i genitori).
IL PUNTO IN COMMISSIONE SALUTE
Il punto è stato fatto questa mattina in Regione, in Commissione Salute, dalla direttrice generale dell’Assessorato alle Politiche per la salute, Kyriakoula Petropulacos, a meno di un mese dalla novità introdotta, che consentirà ai cittadini residenti in Emilia-Romagna un risparmio annuo di circa 34 milioni di euro, interamente coperti da risorse regionali.
“Nonostante la complessità legata all’aggiornamento di tutti i sistemi per poter procedere rapidamente all’adeguamento delle banche dati, sono state pochissime le problematiche rilevate, e risolte in genere velocemente- è il commento dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Voglio sottolinearlo, non è un’operazione da poco, a livello organizzativo, oltre che di impegno economico per la Regione. Ma è un’operazione che si traduce in un beneficio reale per milioni di cittadini, con un risparmio complessivo di 34 milioni di euro l’anno. Ne siamo orgogliosi, e il fatto che tutto stia funzionando nel verso giusto ci rende ancora più soddisfatti”.
LE NUOVE FASCE DI REDDITO
A tutti i soggetti presenti nell’Anagrafe regionale degli assistiti è stato attribuito in modo automatico, sulla base delle autocertificazioni sinora presentate, un codice di fascia di reddito: QB (quota base) per redditi inferiori o uguali a 100mila euro, e QM (quota massima) per redditi superiori a 100mila euro.
OLTRE 3 MILIONI DI CITTADINI NON PAGANO PIÙ IL SUPERTICKET
Attualmente, dunque, in Emilia-Romagna oltre 3 milioni di cittadini – parliamo di assistiti in fascia QB – non pagano più il superticket, che rimane a carico di soli 500mila assistiti, i più abbienti.
Contemporaneamente, quasi un milione di persone (979.486 assistiti) non pagano più il ticket base, perché sono in fascia FA2,che indica l’appartenenza a nuclei con almeno 2 figli a carico.
Tra coloro che non pagano più il superticket sono compresi 1 milione 900mila assistiti già esenti precedentemente, perché appartenenti alla fascia di reddito più bassa, mentre a questo numero vanno aggiunti 820mila residenti titolari di un’esenzione totale per età/reddito, invalidità civile, di guerra, di servizio. E i disoccupati, naturalmente, continuano a non pagare il superticket e neppure il ticket base, come in Emilia-Romagna avviene, per volontà della Regione, ormai da diversi anni. Con un unico onere a carico dei lavoratori colpiti dalla crisi: quello di comunicare annualmente agli sportelli Cup la propria fascia di reddito, in quanto la loro posizione lavorativa ed economica potrebbe cambiare nel tempo.
INFORMAZIONI UTILI
È possibile verificare la propria fascia reddituale di appartenenza accedendo al Fascicolo Sanitario Elettronico, se attivato, oppure tramite Cup.
Qualora una persona ritenga di non appartenere alla fascia che gli è stata attribuita in automatico in Anagrafe - senza alcuna incombenza per i cittadini - per esempio perché l’anno precedente è cambiato il proprio reddito familiare, può chiedere una modifica presentando l’autocertificazione.
Per quanto riguarda l’eliminazione del ticket base per i nuclei familiari con due o più figli, il numero degli aventi diritto è stato recentemente aggiornato sulla base dei dati forniti alla Regione dall’Agenzie delle Entrate, relativi alle dichiarazioni dei redditi 2017 (sul 2016); ma già nel mese di marzo saranno disponibili i dati relativi alle dichiarazioni 2018 (sul 2017). Nel frattempo, per qualunque cambiamento sia intervenuto (nascita di un altro figlio, o uscita dallo stato di famiglia di un figlio già grande), occorre fare la segnalazione al Cup.
Va ricordato, infine, che il superticket non si paga neanche per prestazioni e visite prescritte e/o prenotate nel 2018, ed effettuate dal primo gennaio 2019.
Da questa settimana, inoltre, i cittadini che beneficiano delle due misure regionali troveranno l’indicazione della cifra risparmiata sulla prenotazione.
Fonte: Regione ER
Mobilità sostenibile. La Regione estende l'ecobonus per chi acquisterà l'auto ibrida anche nel 2019: per tre anni contributo annuo fino a 191 euro, pari al costo del bollo. Dal 15 gennaio al via le prime domande online per accedere al beneficio regionale. I fondi saranno accreditati direttamente ai cittadini emiliano-romagnoli che acquisteranno veicoli a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico.
Bologna –
Altri 3 anni di contributi per i cittadini emiliano-romagnoli che acquisteranno nel 2019 un’auto ad alimentazione ibrida, a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico.
La Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha infatti esteso gli incentivi all’acquisto di veicoli ecologici (auto ibride benzina-elettrica, ad alimentazione termica, o con alimentazione benzina-idrogeno) anche per i mezzi che saranno immatricolati nel prossimo anno. Si tratta di un contributo annuo fino a un massimo di 191 euro,erogato per un triennio,pari al valore del bollo di un’auto di media cilindrata. Le richieste potranno essere inoltrate dal 15 gennaio.
“L’impegno della Regione per ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria passa da azioni concrete che ogni cittadino può toccare con mano nella propria quotidianità- afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-. Tra queste rientra l’ecobonus che garantisce di fatto tre anni di bollo gratis per tutti gli automobilisti che compiono una scelta ecologica e sostenibile con l’acquisto di un veicolo ibrido: una misura che, nei primi due anni di applicazione, ha riscosso un grande successo con5.780 richieste di contributo presentate per auto immatricolate nel 2017 e nel 2018”.
COME OTTENERE IL CONTRIBUTO
Non si tratta di un’esenzione del bollo auto ma di un contributo triennale equivalente: quindi gli intestatari dell’auto, che poi riceveranno il beneficio, dovranno comunque pagare il bollo auto e la Regione verserà loro il relativo ammontare, fino appunto a 191 euro che è il valore del bollo per un mezzo di media cilindrata.
In particolare, i cittadini residenti in Emilia-Romagna che immatricoleranno un’automobile nel corso del 2019 potranno chiedere il contributo con una domanda online, dalle ore 10 di martedì 15 gennaio, fino alle 12 del 31 dicembre attraverso la piattaforma web: http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/entra-in-regione/bandi/bandi-2018/bando_bollo/.
Per accedere al sistema occorre precedentemente registrarsi con Federa (http://federazione.lepida.it/registrati) oppure con Spid, il sistema pubblico di identità digitale (https://www.spid.gov.it/), o con Smartcard. Nella domanda si dovranno inserire i propri dati anagrafici, quelli dell’auto e le coordinate bancarie sulle quale ricevere poi l’importo dovuto: ogni anno la Regione provvederà in automatico all’accredito.
Fonte: Regione ER
Agricoltura. Oltre 5 milioni per l'innovazione, la ricerca e la sostenibilità delle imprese agricole dell'Emilia-Romagna: dal 7 gennaio 2019 aprono nuovi bandi del Piano di sviluppo rurale per i gruppi operativi innovazione
L'assessore Caselli: "Ulteriori risorse per continuare a investire sull'innovazione. Mondo agricolo e della ricerca assieme per un'agricoltura di qualità che rafforzi la sua capacità di competere sui mercati, migliorando performance ambientali e sociali". I fondi dedicati alla produttività delle filiere e a nuove pratiche nel settore forestale. Le domande fino al 9 aprile 2019.
Bologna – Ricerca, innovazione e sostenibilità. Sono queste le parole chiave dei nuovi bandi Goi, Gruppi operativi innovazione, finanziati con oltre 5 milioni di euro nel 2019 dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020. I bandi, che apriranno il 7 gennaio per chiudersi il 9 aprile 2019, interessano le filiere e il settore forestale con alcune importanti novità.
La prima riguarda una richiesta avanzata in sede europea dalla Regione e accolta positivamente dalla Ue. Si tratta della semplificazione della procedura amministrativa con l'introduzione dei "costi standard" per il calcolo dei costi del personale dipendente e con il riconoscimento di una quota forfettaria di spese generali pari al 15% delle spese di personale.
La seconda, invece, riguarda il riconoscimento dell'Iva nel caso di soggetti per i quali questa rappresenta un costo netto. Infine, vengono equiparati ai Gruppi operativi i soggetti che già associano le due componenti richieste (ricerca e produzione).
"L'innovazione in agricoltura è al primo posto del nostro impegno- afferma l'assessore Caselli-. Abbiamo stanziato 50 milioni di euro per l'intera durata del nostro Programma di sviluppo rurale 2014-2020 a favore di progetti di ricerca e innovazione, l'importo più alto tra le regioni italiane ed europee. Investiamo nell'azione dei Goi perché consideriamo strategica l'alleanza tra mondo agricolo e della ricerca. Gli attuali 93 gruppi in Emilia-Romagna, sui 150 attivati in Italia, danno la misura dell'impegno della Regione in questo campo, a cui si aggiunge la volontà di semplificare le procedure e di riconoscere in pieno le attività dei partner che compongono i Gruppi d'innovazione. Rispetto ai precedenti bandi, abbiamo chiesto e ottenuto dalla Commissione europea di introdurre elementi di semplificazione e di riconoscimento dei costi gestionali per ridurre il carico amministrativo a vantaggio delle attività di sviluppo dell'innovazione".
Quattro milioni di euro per aziende agricole sempre più innovative
Il primo bando riguarda la competitività dei produttori primari e il miglioramento dell'integrazione di filiera (Focus area P3A), per una disponibilità di 4 milioni di euro. Prevede la realizzazione di piani di innovazione per il rafforzamento delle filiere, favorendo sostenibilità economica, ambientale e sociale. Possono fare domande aziende dei settori ortofrutticolo, lattiero-caseario, dei seminativi, sementiero, delle oleoproteaginose, foraggero, suinicolo, vitivinicolo avicolo e di altri settori di produzioni vegetali e produzioni animali.
Le spese ammissibili sono comprese tra i 50 mila e i 250 mila euro e il progetto potrà avere durata massima di 30 mesi. Il sostegno previsto è pari al 70% della spesa ammissibile.
Oltre 1 milione di euro per la forestazione: più carbonio nel terreno
Il secondo bando sulla forestazione (Focus area P5 E), con una copertura finanziaria di un milione e 100 mila euro, si rivolge a progetti per lo sviluppo di innovazione organizzativa, di processo e di nuovi sistemi di qualità volti a promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio. La spesa ammissibile dei progetti va dai 50 mila ai 200 mila euro e il sostegno sale al 100% della spesa ammissibile. Anche in questo caso il progetto deve avere durata massima di 30 mesi.
Le domande vanno presentate come per tutti i bandi Psr sulla piattaforma on line di Agrea, l'agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura.
Le spese ammissibili comprendono i costi relativi alla realizzazione del Piano d'innovazione dei Gruppi e le spese di esercizio della cooperazione, studi preparatori (di mercato, di fattibilità, piani aziendali), realizzazione, divulgazione sulla rete europea Pei, (Partenariato europeo per l'innovazione) un network per la comunicazione sui progetti. I Gruppi operativi che candidano progetti di forestazione (Focus area P5E) sono soggetti al "regime de minimis "e i relativi contributi saranno concessi in base a quanto indicato dal regolamento Ue 1407/2013.
I Gruppi operativi per l'innovazione riuniscono aziende agricole ed enti di ricerca in partenariato pubblico-privato per favorire l'innovazione, rafforzare la capacità di competere sui mercati, migliorare le performance ambientali e ridurre l'impatto su acqua, aria e suolo. /OC
Inaugurata la Casa della salute del Bambino e l'Adolescente a Parma, in Viale Fratti 32/1° a Parma.
(Gallery di Francesca Bocchia)
2014-2018: le risorse per la sanità di Parma
Nel periodo 2014-2018 l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma ha ricevuto finanziamenti complessivi per 8 milioni e 500mila euro. Risorse destinate principalmente alla realizzazione del nuovo Day Hospital Oncoematologico e del Centro Prelievi, a opere di adeguamento alla normativa antincendio, ammodernamento, sostituzione e acquisizione di tecnologie sanitarie e informatiche. Negli stessi anni, l'Azienda Usl di Parma ha ricevuto finanziamenti per oltre 14 milioni e 380mila euro, di cui 6,5 milioni dalla Regione. Sono stati impiegati principalmente per l'ampliamento dell'ospedale di Vaio a Fidenza, la ristrutturazione dell'ospedale di Borgo Val di Taro, la costruzione della Casa della Salute a Fornovo di Taro, l'acquisto di tecnologie sanitarie.
Ma la 'giornata sanitaria' del presidente Bonaccini non si è fermata solo a Parma: è partita da Modena - dove in mattinata è stata inaugurata la Sala Operatoria Ibrida dell'Ospedale Civile di Baggiovara, struttura di assoluto livello europeo-e proseguita Bologna, al Policlinico Sant'Orsola, per la consegna ai volontari dell'Ageop (Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica) dei fondi raccolti dalla Uil Emilia-Romagna attraverso l'iniziativa benefica 'Solidali tutto l'anno'. "Esperienze straordinarie- sottolinea il presidente della Giunta- che l'Emilia-Romagna continua a realizzare grazie alla generosità dei suoi cittadini e dei suoi volontari. A tutti va davvero il grazie mio personale a nome dell'intera società regionale
Più Chiese che Moschee. Più cristiani che musulmani. Con i cristiani protestanti in forte crescita. Le "nuove Chiese" sono quasi il doppio delle "nuove moschee".
Lungo la via Emilia, dunque, gli immigrati guardano più al Vangelo che al Corano. E, dati alla mano, frequentare una chiesa aiuta a sentirsi meno soli e meno spaventati, favorendo una più rapida e fruttuosa integrazione. Il dato emerge dalla ricerca condotta dall'Osservatorio sul pluralismo religioso dell'Università di Bologna in collaborazione con l'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna. Già la scorsa primavera la prima parte di questo studio (Monoteismi in Emilia-Romagna. Ebrei, musulmani e cristiani ortodossi) aveva evidenziato come dal Po all'Adriatico ci fosse quasi lo stesso numero di cristiani ortodossi e di musulmani. La seconda parte dello studio (Cristiani lungo la via Emilia. Protestantesimo e cattolicesimo tra i nuovi cittadini) dimostra come, allargando lo sguardo anche a chi, proveniente dall'estero, è di religione riformata o cattolica, la maggioranza (55%) dei fedeli sia cristiana.
Ci sono in Regione ben 300 luoghi di culto cristiani: 184 protestanti o pentecostali, 55 di cattolici immigrati e 61 ortodossi, a fronte di "soli" 168 islamici.
Un numero elevato di "chiese", soprattutto protestanti la cui esistenza si spiega sfatando un altro luogo comune: quello che vuole essere i seguaci di Maometto i credenti più praticanti e ferventi. Sono invece i cristiani riformati, in particolar modo Pentecostali, quelli che maggiormente entrano in simbiosi con i propri luoghi di culto, creando uno stretto legame tra vita pubblica e vita religiosa: Infatti – spiega il professor Pino Lucà Trombetta, che insieme al collega Giuseppe Ferrari ha curato la ricerca e i volumi – "mentre la maggioranza dei musulmani non sente il bisogno di frequentare con assiduità moschee e altri luoghi di culto, potendo rispettare i precetti religiosi privatamente, per il protestantesimo pentecostale l'esperienza comunitaria è l'essenza della religione, visto che avrebbe poco senso dirsi pentecostale senza provare periodicamente e comunitariamente il contatto vivificante con lo Spirito". P
iù in generale è l'intero mondo del protestantesimo ad aver avuto un beneficio (quantitativo e qualitativo): in alcune comunità storiche il numero di immigrati sopravanza quello degli autoctoni. E ciò ha un duplice effetto. Da un lato la presenza di nuovi fedeli rende quelle chiese più visibili e rilevanti. Dall'altro, la sensibilità religiosa degli immigrati costringe queste chiese a interrogarsi sull'identità consolidata nel tempo, a elaborare liturgie e trovare punti di convergenza con i nuovi arrivati.
"L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha voluto e sostenuto questa ricerca e i volumi che ne sono scaturiti e crediamo di aver dato un forte contributo alla conoscenza reciproca nella nostra comunità", spiega Simonetta Saliera, Presidente del Parlamento regionale che ricorda come "I numeri parlano chiaro: viviamo in una società regionale sempre più composita e pluralista. Dove differenza significa ricchezza, purché la si sappia capire e apprezzare. Il primo modo per non rimanere vittime di stereotipi e luoghi comuni è quello di conoscere i dati e i fatti: ripartire, dunque, dall'oggettività non per una asetticità della ricerca scientifica, ma per avere basi solide su cui pensare e riflettere. per evitare che sulla nostra Regione suoni la campana del razzismo: conoscenza reciproca, relazioni, studio sono gli ingredienti per superare indifferenza e paura. Per contribuire a costruire insieme quella società di diritti e di doveri che discende dalla nostra Costituzione repubblicana, unica garanzia della libertà e del benessere di ognuno di noi".
I risultati della ricerca e i due volumi saranno presentati il prossimo lunedì 10 dicembre dalle 9,30 in un convegno che si terrà nella Sala Fanti dell'Assemblea legislativa regionale in viale Aldo Moro 50 alla presenza, oltre ai ricercatori e alla presidente Saliera, dei docenti Giuseppe Ferrari e Pino Lucà Trombetta dell'Osservatorio sul pluralismo religioso.
In merito alla radiazione dell'Assessore Regionale alla Sanità, Sergio Venturi, il Presidente dell'Ordine di Bologna è stato convocato a Roma.
Il presidente dell'Ordine dei medici di Bologna, Giancarlo Pizza, è stato convocato a Roma dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo). Il prossimo 13 dicembre quindi, il Presidente dell'Ordine di Bologna dovrà presentarsi dinanzi FNOMCEO per rispondere in merito al procedimento che ha condotto alla pesante sanzione disposta a sfavore dell'Assessore Regionale alla Sanità Sergio Venturi.
di LGC Parma 3 dicembre 2018 - Può una azione politica, presa nell'esercizio delle proprie funzioni pubbliche, essere sanzionata, addirittura con la radiazione, dall'ordine professionale di appartenenza dell'assessore? Stando a quanto accaduto all'Assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi, sembrerebbe possibile, seppure a nostro avviso, sia stata una decisione assolutamente inopportuna.
Addirittura illegittima è il commento del Presidente Bonaccini (vedi comunicato stampa che segue) che ha dato mandato ai legali di tutelare il sistema sanitario regionale.
Si può essere in disaccordo con la decisione di un politico, qualsiasi sia la sua appartenenza, ma il diritto dovere di critica si deve esercitare, anche con determinazione e forza, ma sempre entro i limiti dei propri ruoli. Nel caso dell'Assessore Venturi il suo problema deriva dall'appartenenza all'ordine dei medici, fosse stato un libero artigiano non avrebbe rischiato la radiazione, al massimo l'espulsione dall'associazione sindacale.
Un atto da biasimare, quello dell'Ordine dei medici, che ci auguriamo posa essere ritirato, seppure la memoria di un gesto ben poco elegante rimarrà per sempre.
Il testo del comunicato della Regione Emilia Romagna:
Radiazione Venturi, il presidente Bonaccini: "Abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelare in ogni sede la Regione, il nostro Sistema sanitario e l'autonomia dell'istituzione da ingerenze inaccettabili perché palesemente illegittime"
"Certi delle nostre azioni e del nostro operato. Qualcuno ha confuso il sacrosanto diritto alla critica con quello di giudicare e sanzionare gli atti amministrativi e le politiche dell'Ente salendo su un piedistallo improprio da cui è bene che scenda immediatamente"
Bologna - "Nella giornata di oggi abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelare in ogni sede e con ogni azione l'immagine della Regione Emilia-Romagna e del nostro Sistema sanitario. Mandato col quale intendiamo proteggere anche l'autonomia dell'istituzione da ingerenze inaccettabili perché palesemente illegittime, a partire dalla piena agibilità politica e amministrativa della Giunta regionale".
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo la radiazione da parte dell'Ordine dei medici di Bologna, dell'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, al termine di un procedimento disciplinare avviato dal presidente dell'Ordine, Giancarlo Pizza, contrario a un atto regionale del 2016 indirizzato alle aziende sanitarie sul personale da impiegare nell'attività di pronto soccorso.
"Qualcuno- prosegue Bonaccini- ha confuso il sacrosanto diritto alla critica con quello di giudicare e sanzionare gli atti amministrativi e le politiche dell'istituzione, salendo su un piedistallo improprio da cui è bene che scenda immediatamente".
"Occorre quindi distinguere. Per quanto risultino inconsistenti, e francamente irrispettose verso le migliaia di operatori che ogni giorno operano per la tutela della nostra salute, le critiche politiche che descrivono una sanità regionale allo sbando debbono e possono essere facilmente smentite- sottolinea il presidente-. Come funzioni il 118 in questa Regione e di quanta organizzazione, professionalità e abnegazione siano capaci i nostri operatori sanitari lo vediamo quotidianamente. Lo abbiamo pubblicamente riconosciuto, tutti insieme, all'indomani del tragico incidente autostradale di Borgo Panigale quattro mesi fa. E questo è solo un esempio. Ma questo è appunto un piano di valutazione politica: se Lega, M5S e Fi ritengono ora di poter gettare fango su questo servizio se ne assumono la responsabilità davanti ai cittadini. Viceversa, c'è chi ha scelto deliberatamente, com'è ormai di tutta evidenza, di condurre una battaglia politica attraverso l'attacco a una persona, l'assessore Venturi, alla sua carica e a un'istituzione con strumenti impropri che stanno danneggiando un bene comune quale è il Servizio sanitario regionale. Tranquilli come siamo della correttezza dei nostri atti e del nostro operato, la cui legittimità non può essere in ogni caso valutata da un ordine professionale- conclude Bonaccini- tuteleremo fino in fondo la Regione e le deliberazioni assunte in tutte le sedi".