Aveva già sporto quattro denunce negli ultimi venti giorni, ma non erano bastate a far desistere l'uomo. Ieri sera l'ennesimo episodio.
Già dalla mattina, l'ex convivente si era presentato sotto casa della donna in via Rismondo e citofonando insistentemente aveva chiesto di entrare in casa con la scusa di prendere gli ultimi effetti personali. Per tutto il giorno poi si erano susseguiti messaggi con offese e minacce.
Verso sera, l'uomo si è ripresentato sotto casa per farsi aprire ma la signora cercando di prendere tempo, ha avvertito la Polizia.
Arrivati sul posto, gli agenti hanno identificavano A.A., della provincia di Caserta e residente a Parma, con vari precedenti, già denunciato per reati specifici, arrestandolo per atti persecutori.
Sono pesanti le accuse per un uomo di trentatré anni, residente nella provincia di Piacenza, arrestato per aver perseguitato l'ex compagna.
A far scattare le indagini da parte del Nucleo investigativo scientifico e sicurezza (Niss) della Polizia Municipale è stata una giovane donna non ancora trentenne, dalla cui denuncia è emerso un quadro di violenze, psicologiche e fisiche, che l'ex fidanzato perpetrava da alcuni mesi nei suoi confronti, ovvero dalla fine della loro relazione. L'uomo è così finito direttamente in carcere su disposizione del sostituto procuratore, Ornella Chicca.
I due, colleghi di lavoro, avevano iniziato una relazione nel 2013, successivamente interrotta dalla ragazza nel novembre dello scorso anno. Da quel momento l'uomo, non accettando la separazione, ha cominciato a perseguitarla con telefonate, sms, post sui social e numerosi appostamenti sotto casa per spiare e tenere sempre controllata la giovane in ogni suo movimento. E costringendo talvolta la stessa a chiedere di essere accompagnata a casa da conoscenti o amici per maggiore sicurezza.
In un'occasione, in auto da sola e dopo un concitato inseguimento, la giovane per sfuggire al suo persecutore si era precipitata all'interno di un centro commerciale, per poi chiamare un'amica con la quale fare rientro a casa. A volte, il semplice like di un amico a una sua frase o a un post su facebook, erano in grado di scatenare il tormento inquisitorio da parte dell'uomo per sapere se l'amico era o no il nuovo fidanzato.
La ragazza, dopo aver tentato nonostante la paura di mettere fine alla drammatica situazione attraverso alcuni incontri chiarificatori, fidando in un cambiamento e in ricordo del sentimento che li aveva uniti, ormai all'esasperazione per le vessazioni psicologiche, morali e fisiche che stava subendo, si è rivolta quindi alla sezione investigativa della Polizia Municipale, che da subito si è adoperata al fine di garantire la sicurezza della giovane e ricercare le prove necessarie per richiedere un'idonea misura cautelare all'autorità giudiziaria (dal contenuto dei messaggi - oltre mille in due giorni tra email, whatsapp e sms – gli agenti avevano capito che l'uomo pedinava la ragazza e che spesso era appostato nei pressi della casa).
L'arresto in flagranza è avvenuto lo scorso 17 agosto, quando la giovane, pronta per trascorrere una serata in compagnia delle amiche, come ormai non aveva più fatto da alcuni mesi, si era accorta della presenza del suo aguzzino nei pressi dell'abitazione, pronto a seguirla in auto. Sempre in contatto telefonico e anche visivo con gli agenti della Municipale, la ragazza era quindi uscita in auto con le amiche e una volta arrivata a destinazione era stata avvicinata dallo stalker. A questo punto gli agenti del Niss sono intervenuti, per arrestare e poi condurre in carcere alle Novate l'uomo, che dopo l'interrogatorio del gip è stato rimesso in libertà e a cui è stato notificato un provvedimento di divieto di avvicinamento alla giovane.
Stalking: arresti domiciliari per l'ex compagno che dopo una prima condanna per lesioni e molestie viene perdonato dalla sua vittima e ritorna a picchiarla e tormentarla.
Parma, 3 maggio 2017
La loro relazione era iniziata nel 2015 e nei primi mesi lui, G.T. un cittadino albanese di 35 anni residente in provincia di Parma, aveva mostrato il suo lato più tenero ed affettuoso. Poi, già verso la fine dell'anno, aveva iniziato ad assumere comportamenti sempre più aggressivi e violenti dettati da una cieca gelosia, impedendo alla compagna, G.Y. trentenne rumena residente a Parma, di coltivare le proprie amicizie e giungendo in varie occasione a picchiarla violentemente. La donna, già a partire dal gennaio dello scorso anno, ha iniziato a denunciare gli atteggiamenti aggressivi del suo compagno, ma solo nel maggio dello stesso anno ha deciso di troncare quel rapporto malsano e raccontare le gravi violenze subite, consentendo alla locale Procura del Repubblica di richiedere ed ottenere l'applicazione nei suoi confronti della misura cautelare degli arresti domiciliari. Trascorrono vari mesi e, nel novembre del 2016, l'uomo viene condannato in primo grado per i reati di lesioni personali e molestie. Dopo la condanna, la donna, credendo in suo reale pentimento, decide di ritornare sui suoi passi e si riavvicina al suo aguzzino. Ancora una volta, nel primo periodo, l'uomo si dimostra affettuoso ed amorevole, prospettandole una nuova vita insieme e proponendole, addirittura, di entrare in società con lui nella sua attività. G.Y. accoglie con entusiasmo questa proposta, che appare ai suoi occhi un ulteriore prova della reale volontà dell'uomo di costruire un sereno percorso di vita insieme. Le speranze della donna, però, crollano quando, di rientro da una serata trascorsa fuori alla fine del mese di gennaio, l'uomo, completamente ubriaco, inizia ad offenderla pesantemente, ad accusarla di aver avuto rapporti con uomini a lei sconosciuti ed a picchiarla selvaggiamente con schiaffi e calci, strappandole ciocche di capelli e causandole lesioni diagnosticate con 7 giorni di prognosi. Solo in quel momento, percependo di aver corso il rischio di perder la vita, G.Y. decide di troncare definitivamente ogni rapporto con l'uomo. L'uomo, da quel momento in avanti, cerca in ogni modo di riallacciare un contatto con la donna, chiamandola ripetutamente al telefono, raggiungendola nei pressi della sua casa o cercando negli amici in comune un utile intermediario. La donna, che nel frattempo si è presentata presso la Squadra mobile per formalizzare una nuova denuncia, è finalmente irremovibile. L'uomo, vistosi rifiutato ed in cerca di vendetta, decide di colpire la donna nei suoi affetti e nelle sue amicizie, diffondendo tramite facebook e nei gruppi whatsapp messaggi contenenti informazioni di natura personale sul suo conto, o frasi contenenti deliranti ingiurie e pesanti offese. L'attività svolta dal personale della sezione "reati contro la persona" della Squadra Mobile ha consentito di cristallizzare le dichiarazioni della donna e di trovare numerosi riscontri nelle testimonianze rese dalle persone vicine alla "coppia", ricostruendo un contesto di violenza e soprusi ed un mirato tentativo di denigrarne l'immagine diffondendo false notizie sul suo conto. Nella mattinata di sabato, il medesimo personale, ha dato esecuzione all'Ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa su richiesta della locale Procura, sottoponendo agli arresti domiciliari l'uomo, indagato per i reati di atti persecutori e lesioni personali aggravate.
Si è presentato sotto casa della vittima minacciando di darle fuoco, dopo atti persecutori verso le ex compagna e madre di suo figlio che andavano a vanti da mesi. Arrestato dai Carabinieri di Castelfranco Emilia.
Modena, 24 novembre 2016
L'ennesimo caso di violenza verso le donne mentre ci appresta alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne di domani, venerdì 25 novembre. E' accaduto nel Modenese, a Castelfranco Emilia, dove un 28enne si è presentato a casa della ex compagna e madre di suo figlio, minacciandola di darle fuoco. Una storia di persecuzioni che andava avanti da molto tempo. L'uomo infatti aveva il divieto di avvicinamento imposto dal giudice dal luglio scorso. Incurante di ciò, martedì sera si è fatto trovare sotto casa della vittima e l'ha minacciata di darle fuoco se non avesse ritirato la denuncia nei suoi confronti. La donna spaventata non ha aperto la porta ed ha subito chiamato il 112. Nell'auto di lui sono state trovate quattro bottiglie di olio combustibile sequestrate dai Carabinieri che l'hanno arrestato per stalking.
La ragazza era terrorizzata all'idea di restare sola nell'appartamento che condivideva a Parma con altre coinquiline a causa delle costanti minacce e appostamenti sotto casa messi in atto dall'ex fidanzato sin dai primi di giugno.
Parma, 20 settembre 2016
Una storia fatta di persecuzioni che andava avanti nonostante le denunce. Coinvolti due giovanissimi residenti a Parma entrambi di origini campane.
Gli operatori della Volante, sono intervenuti presso l'abitazione degli zii della ragazza dove questa aveva ottenuto ospitalità da diversi giorni perché terrorizzata all'idea di restare sola nell'appartamento che condivideva a Parma con altre coinquiline, e ciò a causa delle costanti minacce e appostamenti sotto casa messi in atto dall'ex fidanzato sin dai primi di giugno. Condotte così esasperate e reiterate che l'avevano portata a sporgere diverse denunce, la prima direttamente presso la Procura della Repubblica, le altre negli uffici della Questura di Parma e a chiedere per due volte l'intervento delle forze di Polizia sotto l'abitazione dove l'ex fidanzato la minacciava via mail di attenderla.
Così la sera dell'8 settembre gli agenti della Volante, giunti nei pressi dell'abitazione per un controllo di iniziativa, hanno contattato la ragazza che in preda ad un forte stato di agitazione indicava la presenza del suo ex fidanzato appostato esattamente di fronte la propria palazzina.
A quel punto il ragazzo, che ha tentato invano di nascondersi dietro il cancello di un condominio, vistosi scoperto, ha provato a darsi alla fuga utilizzando la propria auto parcheggiata poco distante. Non è riuscito però a vincere la prontezza degli operatori di Polizia che l'hanno immediatamente fermato. L'uomo, invitato sul posto a fornire spiegazioni in merito alla sua presenza in loco, ha confermato la sua precisa intenzione di voler parlare con la sua ex fidanzata.
Essendo quindi chiara la flagranza del reato di stalking, gli agenti hanno proceduto all'arresto di N.S. con l'accusa di Atti Persecutori reiterati e trasferito presso la Casa Circondariale di Parma ove nei giorni scorsi ha atteso la convalida dell'arresto da parte del G.I.P. di Parma il quale il 12 settembre, a seguito della convalida, ha disposto nei confronti del ragazzo la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Finito l'amore la perseguita, la Polizia Municipale notifica allo stalker il divieto di avvicinamento alla ex fidanzata: divieto di avvicinamento a meno di 500 metri.
Piacenza, 21 luglio 2016
Un amore finito che si trasforma in un vero e proprio inferno. Quello vissuto da una ragazza di 24 anni, tormentata dal giovane ex fidanzato con telefonate, appostamenti e pedinamenti, e costretta a cambiare le sue abitudini perché seguita e minacciata, perché lui non accettava la parola fine. La sezione di polizia giudiziaria della Polizia Municipale ha messo fine all'incubo della giovane, notificando al venticinquenne piacentino un provvedimento di divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dai luoghi frequentati dalla vittima e il divieto di qualsiasi contatto: telefonico, sms o sui social network.
Gli episodi persecutori, secondo quanto ricostruito dagli agenti, hanno avuto inizio alla fine del 2015, allorquando la ragazza decide di interrompere la relazione iniziata nel 2013 mantenendo però rapporti amichevoli con l'ex. Il quale però, non rassegnandosi alla fine del rapporto, comincia a tempestare la giovane di innumerevoli messaggi, telefonate, post sui social network, a pedinarla e a minacciarla di svelare pubblicamente gli aspetti più intimi e personali della loro relazione ormai conclusa. Lei tuttavia resiste, nella convinzione che prima o poi quell'uomo che le giurava amore avrebbe smesso e accettato di condividere solo l'amicizia. Tutto cambia quando al termine di una serata a casa di amici che non aveva mai frequentato insieme all'ex, la ragazza riceve l'ennesimo sms. E' la goccia che fa traboccare il vaso, e la ragazza, al culmine di un periodo di paura, pressione e angoscia, decide di presentare querela. Alla fine del tormentato racconto al personale della Municipale, la 24enne è talmente scossa e impaurita da abbandonare il suo telefonino agli agenti, i quali iniziano a monitorare la situazione e a mettere in campo da un lato l'attività investigativa, dall'altro la rassicurazione e protezione della giovane.
Dopo due settimane di indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ornella Chicca, gli investigatori hanno riscontrato oltre un migliaio di contatti, attivati dall'uomo attraverso utenze diverse. In un caso, una notte, l'ex fidanzato era arrivato a chiamare la ragazza utilizzando un messaggio registrato con il quale, fingendosi carabiniere, la invitava a dire dove si trovava, in quanto avrebbe dovuto essere sentita quale testimone di un incidente stradale. Un messaggio inviato anche agli amici della ragazza, che però nel frattempo avevano creato una rete per proteggerla dalle provocazioni e dalle intimidazioni dell'ex.
Perseguitava la collega con messaggi, chiamate e pedinamenti costringendola addirittura a cambiare abitazione e lavoro: ieri è stato notificato allo stalker il provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna -
Parma, 20 febbraio 2015 -
L'uomo, 47 anni, ha iniziato a mandare messaggi insistenti perché voleva una relazione con la collega, trentenne. Al rifiuto della donna, i messaggi sono poi sfociati in pedinamenti e telefonate via via sempre più insistenti, costringendola addirittura a cambiare abitazione e lavoro.
Esasperata si è rivolta alla Polizia. "La devi smettere, lei non gradisce" - il consiglio ricevuto dai poliziotti ma l'uomo non dandosi per vinto, ha ricominciato a perseguitarla. Recatasi di nuovo alla Polizia, gli agenti, dopo aver raccolto tutti gli elementi, hanno inviato un'informativa al GIP che ha subito emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna, notificato ieri allo stalker.
Un 61enne di Novellara ha aggredito ieri sera la ex compagna e un uomo che si trovava con lei. I due stavano passeggiando sotto i portici di piazza Unità d'Italia, durante la festa di Miss Anguria, quando all'improvviso l'uomo si è avventato su di loro e li ha colpiti alla testa e al viso con una catena per biciclette.
Reggio Emilia, 28 luglio 2014 – di Ivan Rocchi
Quando ha visto la sua ex che passeggiava in compagnia di un altro uomo, non ci ha visto più. Così, dopo aver agguantato una catena, un 61enne di Novellara si è fatto strada tra la gente che affollava la festa di Miss Anguria e si è avventato sulla donna e il suo compagno. Mentre i due venivano soccorsi da alcuni passanti per i colpi ricevuti anche alla testa e al viso, i Carabinieri sono arrivati rapidamente sul posto e sono riusciti a disarmarlo e bloccarlo.
Dopo la fine della relazione con la donna, l'uomo qualche tempo fa aveva iniziato a perseguitare non solo lei, ma anche la madre e chiunque altro avesse contatti con lei. I Carabinieri avevano reso noto il comportamento del 61enne all'autorità giudiziaria, e questo gli era fruttato il divieto di avvicinarsi al luogo di dimora e lavoro delle due donne e l'obbligo di mantenersi a più di 200 metri da loro. Ma l'uomo non ne voleva proprio sapere di stare lontano dalle due. Così, dopo l'ennesima infrazione del provvedimento, alla fine gli era stato imposto anche l'obbligo di presentarsi quotidianamente alla Polizia giudiziaria.
Ma tutto ciò non era servito a far ragionare il 61enne. Ieri sera verso le 22, infatti, mentre si trovava in un bar del paese, l'aggressore ha visto la donna che passeggiava sotto i portici di piazza Unità d'Italia in compagnia di un altro uomo. Dopo aver inveito contro la coppia, si è diretto verso di loro impugnando una catena da biciclette e ha iniziato a colpirli alla testa e al volto. Solo l'intervento dei Carabinieri è riuscito a placare la furia del 61enne, che poi è stato arrestato e condotto in caserma. L'uomo adesso dovrà attendere il processo per direttissima agli arresti domiciliari.
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