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Una interminabile crisi economica, sociale e politica, aggravata dal micidiale e selettivo coronavirus, è stata presa per mano dal Tafazzi di turno, che gongola sull’esportazione nel mondo (già 20 paesi infettati da connazionali o autoctoni rientrati da Codogno, la Chernobyl italiana. Con un messaggio rassicurante, trasmesso in diretta a reti unificate dal bunker antinucleare della protezione civile, di sincero invito a mantenere la calma. Un messaggio accolto immediatamente dagli italiani che hanno saccheggiati i supermarket e dall’estero chiudendo le frontiere o invitando a non trasferirsi in Italia se non strettamente necessario.

Intanto il referendum del 29 marzo è andato nel dimenticatoio.
 
Di Lamberto Colla Parma 1 marzo 2020 -

La tragedia del coronavirus si tinge pericolosamente di ridicolo!

Dopo una battuta d’arresto totale dell’economia italiana colpita al cuore turistico col 90% di disdette sulle prenotazioni alberghiere, tanto per dirne una a Parma, Capitale Italiana della Cultura, sono giunte le disdette pesino per il festival Verdiano del prossimo ottobre, dopo che i militari sono a presidio di Codogno come da due mesi sta accadendo a Whuan, dopo che è stata data disposizione di chiudere i teatri, le palestre, i campi da calcio, i circoli, le manifestazioni e le sfilate dei carri allegorici, le gite scolastiche, le chiese ma di tenere aperti i mercati rionali, dopo che i cinesi sono stati oggetto di aggressioni verbali e non, dopo che mezzo mondo ha chiuso le frontiere agli italiani (a dire il vero anche il Molise nei confronti dei lombardi, veneti e emiliani!) rei di avere infettato almeno 20 paesi, stando alla ufficialità di sabato mattina, ecco arrivare il contro ordine.

“Fare appello alla scienza e alla conoscenza”, tuona il presidente Sergio Mattarella, un po’ tardivamente e, immagino, parafrasando il Dante, quello della Divina Commedia, il quale sosteneva, inascoltato ai tempi moderni, “Fatti non foste a viver come bruti ma a servir virtute e canoscenza”.

Gli fa eco il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rigorosamente ripreso nel “bunker” della protezione civile dove sembra avere pernottato da almeno una settimana, per dire che occorre abbassare i toni.

E per dimostrare che tutto è sotto controllo viene consentito ai bar di Milano di essere nuovamente frequentati a partire dalle 18,30 (presumibilmente l’orario di sosta del coronavirus), il Domm de Milan, protetto dalla sua Madonnina, verrà riaperto lunedi prossimo ma solo su prenotazione online, al contrario le scuole e gli asili resteranno ancora off-limits nelle tre regioni più contagiose ma verrà derogato sulle giornate minime (200) di frequenza delle lezioni scolastiche per non rischiare di far perdere l’anno a troppi incolpevoli e felici studenti.

Un disastro per di più ridicolo.
Giusto per non smentirsi, dopo l’andare e venire di notizie, le più assurde e ridicole, che sembravano create a vanvera per occupare il 90% dei TG da un mese a questa parte, ecco che per attenuare i toni, dal Sole 24 Ore, giusto per raccontarne una molto recente, esce la notizia che la Grecia vuole la certificazione “Virus Free” per una partita di Grana Padano.
Immediatamente il Presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano Cesare Baldrighi si è preoccupato di apparire sui canali nazionali sostenendo essere noto il fatto che la trasmissione del virus non avviene per mezzo di cose, mentre il Direttore Generale dello stesso Consorzio, Stefano Berni, si occupava di invitare, per mezzo di una nota stampa, alla “responsabilità dei media per ripristinare la verità a tutela del consumatore del mercato e delle filiere del Grana Padano”. Un appello subito accolto tanto é che alle 7,30 di sabato mattina, il giorno seguente, il TG5 riportava ancora la notizia del blocco greco.

Noi, piccola testata locale, probabilmente tacciata di esser una generatrice di fake news solo per il fatto di esser digitali, avevamo responsabilmente deciso di non rilanciare la notizia, per tutta una sequenza di ragioni che di seguito elenco:
- generare inutile allarmismo che avrebbe potuto ridondare su altri prodotti d’eccellenza. Ad esempio il FRANCIACORTA, confezionato nel bresciano, sarà pur stato infettato da qualche malsano lombardo, o no?
- era da verificare la legalità di una tale azione da parte della Grecia;
- era da accertare la effettiva trasmissibilità del virus tra cose e persone. Infatti, nonostante l’affermazione del Presidente Baldrighi, nei primi giorni della crisi da Coronavirus, e il tutto sostenuto da immagini di schiere di cinesi, “intutati” da capo a piedi come marziani, erano intenti a pulire i corrimani delle scale di una edificio pubblico con l’accuratezza di tanti bradipi, venne data la straordinaria informazione che il terribile coronavirus era capace di resistere sulle superfici per oltre 7 giorni a differenza delle poche ore dei più convenzionali e familiari virus influenzali che annualmente sterminano migliaia di persone e che avrebbe recentemente già stroncato 130 tedeschi (influenza dicono loro).

Quindi delle due l’una: il coronavirus resiste sulle superfici e resta perciò contagioso per oltre una settimana o è una fake news e ha ragione Baldrighi che non vi è trasmissione tra cose e persone?.

Comunque, proprio per rispetto dei nostri prodotti e in accoglimento degli inviti a stemperare i toni, che tra l’altro noi abbiamo sempre mantenuto bassissimi, e nonostante non abbiamo alcun vantaggio economico, a differenza delle grandi testate che possono godere di milioni di euro di pubblicità investiti dal Consorzio del Grana Padano, mentre a noi non vien regalato nemmeno uno snack, abbiamo responsabilmente ritenuto di perdere un po’ di like pur di non contribuire a una cattiva informazione verso una delle eccellenze nazionali, per quanto la succulenta notizia o fake news fosse stata diffusa dall’autorevole organo economico confindustriale.

Rispetto e prudenza che noi piccoli abbiamo adottato ma che invece i grandi e “autorevoli” organi di informazione non hanno voluto onorare.

referendum.jpgProbabilmente la scelta dei media nazionali è stata dettata dall’opportunità di non lasciare spazi a altre informazioni non si sa mai che resti qualche colonna per informare del 29 marzo data di chiamata alle urne per il referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari. Un referendum tanto sentito che nemmeno da parte grillina sembra ci sia tanta smania di promuoverlo. Anzi potrebbe essere che venga sospeso anch’esso in forza del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che ha come orizzonte proprio il 29/3/2020 come limite all’interdizione alla realizzazione di manifestazioni pubbliche.

Ma un altro fatto sconcertante che val la pena di registrare in questo primo periodo di crisi virale è l’aspetto deontologico più volte calpestato.
Giustappunto per non creare allarmismi infondati, esimi giornalisti, uno dei quali il direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis mostrando chiari segni di debolezza, forse da influenza, ha chiosato che “il COVID19 (da oggi lo chiameremo CovINPS-19 ndr) non è nocivo, colpisce solo gli anziani o quelli che sono già malati”.
Il puntuale e sarcastico Vittorio Feltri ha immediatamente colto lo scivolone del collega e, attraverso un tweet, ha così commentato: "Contrordine: non è vero che non esista il razzismo. C’è e colpisce i vecchi. La prova consiste nel fatto che il virus uccide le persone su di età e ciò sembra consolare chi ha paura di Corona. Finché crepano i Matusalemme non è il caso di allarmarsi” 

Purtroppo il Tafazzismo è entrato di diritto nel costume (o mutanda) italico, e non ce ne libereremo mai più!


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Neologismo: Tafazzismo. Tafazzi, definito dallo stesso trio Aldo, Giovanni e Giacomo, come privo di comicità e pieno di insulsaggine, da tanta inutilità è nato addirittura innalzato a un modo di comportarsi e di pensare il tafazzismo appunto, ovvero quello stile di vita che fa del masochismo il fulcro del suo esistere.
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 Grecia_Acropoli.jpg

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Editoriale:   - Tafazzi gongola col CovINPS-19 e dimentica il referendum costituzionale del 29 marzo - “Spesso buono oltre" la data di scadenza contro lo spreco alimentare. - Lattiero caseario. Il “Latte spot" e il “Parmigiano” restano in fase negativa - Cereali e dintorni. Mercati ancora bassi, ma ai blocchi di ripartenza. - Spagna: Alla vigilia di FIMA. -

cibus_9_1_mar2020_-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 09 01 marzo 2020
1.1 editoriale
Tafazzi gongola col CovINPS-19 e dimentica il referendum costituzionale del 29 marzo
2.1 spreco alimentare
“Spesso buono oltre" la data di scadenza contro lo spreco alimentare.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Il “Latte spot" e il “Parmigiano” restano in fase negativa.   
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in balia del “coronavirus”
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati ancora bassi, ma ai blocchi di ripartenza.
7.1 ambiente romagna Siccità invernale, il Canale Emiliano Romagnolo anticipa l’irrigazione
7.2 meccanica agraria Spagna: Alla vigilia di FIMA.
8.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determina prezzo
8.2 fiume PO  Consorzio Emilia Centrale: al via le operazioni in alveo per sgomberare dalle sabbie l’impianto di Boretto (RE)
9.1 sanita‘ Emilia Romagna  Conferenza stampa dell'Assessore alla sanità Sergio Venturi. I chiarimenti applicativi dell'ordinanza del 23 febbraio e il numero verde
10.1 incendi e prevenzione Carabinieri Forestali: attenzione agli incendi boschivi, sanzioni per l’accensione di residui vegetali effettuati senza le necessarie comunicazioni.
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In pochi giorni la locomotiva economica del Nord Italia è stata fermata bruscamente.

Milano, 27 feb. (Labitalia) - "Sul Coronavirus è presto per fare analisi e avremo il tempo per capire di chi sono le responsabilità. Certo è che in pochi giorni abbiamo avuto la locomotiva economica del Nord Italia che è stata fermata bruscamente e il nostro Paese, e non solo il Nord, visto dall’estero sembra nel pieno di uno scenario apocalittico. Serve un’operazione trasparenza e verità". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Roberto Race, segretario generale del think tank Competere.EU, uno dei consulenti di corporate strategy e reputation più affermati e il suo osservatorio internazionale, lavorando con pmi e allo stesso tempo con grandi multinazionali, da elementi di lettura di quanto sta avvenendo.

"Da un momento all'altro - afferma - le pmi si sono accorte che è fondamentale fare come fanno le grandi aziende, porsi il tema di come creare piani alternativi per la supply chain e non essere vincolati a fornitori in un’unica area geografica. E’ nata la consapevolezza che le aziende devono essere in grado di lavorare da remoto con sistemi di cloud e sicurezza informatica".
"I danni sull'economia - spiega - hanno palesato come non esista un sistema Paese. C'è una competizione tra sistemi paese che l'italia non sta affrontando e quanto sta accadendo ne è la dimostrazione. Penso, ad esempio, ai grandi congressi internazionali cancellati o che rischiano di essere spostati in altre città con tutti i danni per l'indotto".

"Per nostra fortuna - commenta - abbiamo uno dei servizi sanitari migliori al mondo, che ha tanto da insegnare a quelli che oggi ci criticano, che sarebbe stato abbondantemente in grado di affrontare pure il Coronavirus anche senza la psicosi generata in questi giorni. Il paradosso narrativo e mediatico che ci siamo autoinflitti è figlio solo del fatto che i sistemi sanitari lombardi e veneti sono eccellenti e che hanno eseguito una quantità di controlli che non ha fatto nessun altro Paese".
"Di emergenze - ammette - ne abbiamo tante, a partire dai terrorismi. Ma non mi pare che siano state chiuse le città nell’ipotesi di attacchi ma solo intensificata con grande discrezione l’attività di tutela e protezione. In questo i nostri apparati di sicurezza e i servizi stanno gestendo la situazione in maniera ineccepibile senza tanti clamori o sensazionalismi. Probabilmente, al contempo, si sono usati il lessico e l’approccio che usa la Protezione Civile, una grande eccellenza del nostro paese, nelle catastrofi naturali, senza capire che qui era una situazione diversa e si è fatto diventare 'epicentro di un terremoto sanitario' tutto il Paese".

"La situazione - continua - poteva sicuramente essere prevenuta, con azioni concrete e non demagogiche. La salute della popolazione è un fatto prioritario che può avere ricadute sull’intero sistema. Va detto, poi, che esiste un’emergenza sanitaria da anni nelle scuole e nelle università. Bagni sporchi, pulizie fatte male e carenza di personale ausiliario sono una realtà. E’ lì che bisogna intervenire dai prossimi giorni. Esistono regole semplici e di buona educazione che se attuate possono evitare il diffondersi di malattie".
"Ci troviamo - continua Roberto Race - di fronte alla prima emergenza mediatica, a un’infodemia e a una circolazione eccessiva di informazioni contraddittorie. Sui social sono proliferate le informazioni fake. Ora è il momento che la Polizia Postale faccia la sua parte e che chi ha sbagliato, alimentando il panico, sia punito in maniera esemplare. A soffrire particolarmente in questi giorni sono Milano e il Nord Italia".

"Ora - fa notare - bisogna impegnarsi per far si che si torni a lavorare. Con tutte le protezioni e le limitazioni alla socialità del caso, ma mettiamo i lavoratori e le imprese in condizione di lavorare. Possiamo diventare un paese in quarantena?".
"Credo che l’auto flagellazione mediatica che ci si è data ha creato eccessi di panico che hanno portato a strumentalizzazioni anche surreali. Ma non ne faccio una colpa ai funzionari delle varie ambasciate a Roma, che come da procedura avranno fatto i classici report alle loro cancellerie partendo dai provvedimenti del governo e da quanto uscito sui media italiani", conclude.

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Editoriale:  - Di demagogia si può morire! -6 - 8 marzo: Seminat mette in mostra piante, fiori e frutti della terra - Lattiero caseario. Cedeono “Latte spot" e “Parmigiano"  - L’autorità distrettuale di bacino convoca l’osservatorio siccità il 6 marzo.  -

Cibus-8-23feb2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 08 23 febbraio 2020
1.1 editoriale
Di demagogia si può morire!
2.1 florovivaismo
6 - 8 marzo: Seminat mette in mostra piante, fiori e frutti della terra
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Cedeono “Latte spot" e “Parmigiano" 
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati quasi immobili e... chiare incertezza.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 ambiente romagna Grotte di Sant’Arcangelo, azione dell’autorità distrettuale del fiume Po per valorizzarle
6.2 pomodoro e lavoro Contrastare i danni d'immagine del caporalato sul made in Italy
7.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determinazione del prezzolatte
7.2 fiume PO  Consorzio Emilia Centrale: al via le operazioni in alveo per sgomberare dalle sabbie l’impianto di Boretto (RE)
9.1 ambiente PO L’autorità distrettuale di bacino convoca l’osservatorio siccità il 6 marzo. 
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Venerdì, 21 Febbraio 2020 07:51

Liquidazione Morris Perfume Holding, nuovo sciopero

Lunedì 24 febbraio 2020 lavoratori e sindacato chiederanno chiarezza davanti ai cancelli aziendali

Torneranno ad incrociare le braccia lunedì 24 febbraio i lavoratori di Morris Spa, con un presidio dalle 8.00 alle 12.00 e assemblea pubblica alle ore 10.00, davanti ai cancelli aziendali lato via Don Calzolari.

Lo comunicano FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL della provincia di Parma, che ricordano che l'azienda, nel corso degli incontri fino ad ora avvenuti con i sindacati di categoria, ha ribadito che diversi soggetti imprenditoriali sarebbero interessati a partnership commerciali e/o di continuità produttiva, senza però chiarire che tipo di interesse sia stato manifestato e se questo potrà garantire la continuità occupazionale di Morris Spa.

Sindacati e maestranze chiedono chiarezza, nel rispetto di quei 114 lavoratori che dal 6 febbraio vivono l'incubo della perdita del posto di lavoro, senza un'alternativa credibile.

Se Morris Perfume Holding chiuderà, dalla provincia di Parma sparirà una delle eccellenze della profumeria locale, e con questa, tutte le competenze e le professionalità che hanno reso grande questo marchio in tutto il settore dei profumi.

I sindacati di categoria provinciali e regionali hanno chiesto l'attivazione di un tavolo di crisi . la regione Emilia Romagna, perché c'è bisogno di porre l'attenzione su questa vertenza. Si auspica che a quell'incontro i rappresentanti aziendali possano chiarire le loro intenzioni e quelle dei possibili acquirenti, nell'interesse del valore produttivo di Morris e nel tentativo di salvare quanti più posti di lavoro possibile.

"Attenzione a chi intende speculare su questa liquidazione - commentano le categorie sindacali di categoria di CGIL, CISL e UIL -, se qualcuno pensa di potersi apporfittare di questa vicenda per un mero tornaconto economico si sbaglia, qui ci sono lavoratori che non meritano di essere oggetto di speculazioni commerciali, la vigilanza su questo tema da parte nostra è altissima".

Il presidio del 24 febbraio sarà dunque rivolto a chiunque abbia a cuore la Morris, perché l'unica strada possibile per recuperare questa drammatica situazione è la volontà da parte della società e degli attuali proprietari, anche locali, di agire insieme per dare continuità alle attività produttive.

La stampa è invitata a seguire la mobilitazione.

Pubblicato su www.cgilparma.it il 19 Febbraio 2020

Se vuoi cambiare la tua abitazione ma devi vendere la tua, ti consigliamo di leggere questo libro.

Di Redazione 17 febbraio 2020 - Oggi chi prova a vendere casa per ricomprarne un ‘altra, sia da solo che con l’aiuto di un’agenzia, rischia di rimanere impantanato in una situazione di stallo e assoluta immobilità. Nessuno sa da dove partire. E’ meglio prima vendere o prima comprare? Se vendi senza aver comprato, rischi di non trovare la casa che ti piace e doverti accontentare, se invece compri senza aver venduto, rischi di non vendere casa tua in tempo e perdere la caparra oppure sarai costretto a svendere.

Grazie a questo libro capirai come fare ad uscire da questo stallo.
Infatti “Vendere per Ricomprare”, è il primo metodo testato che ti permette di cambiare casa in assoluta tranquillità, senza fare le cose “a braccio”, senza rischiare caparre, ed anche se non ti vuoi affidare alle agenzie immobiliari.
Molte agenzie immobiliari infatti non sono attrezzate per gestire un’ operazione complessa come vendere per ricomprare, lasciando spesso i clienti in balia degli eventi.

Molte pensano a venderti casa e poi sono fatti tuoi per cercare quella nuova, altre pensano a piazzarti la casa che hanno in portafoglio e a fartela comprare e poi sono fatti tuoi quando dovrai vendere la tua.
Lasciandoti solo, nell’incertezza e nel dubbio.

Tutto questo non accade grazie al libro che è stato appena pubblicato dalla casa editrice CARLOS dell’autore Mariano Meli.

Proprio per aiutare queste famiglie, Mariano Meli ha deciso di scrivere il libro VENDERE PER RICOMPRARE – Il primo metodo testato per vendere la propria abitazione e ricomprarne un’altra contemporaneamente, senza stress e senza rischiare di rimanere sotto un ponte e perdere dei soldi.
In questo libro l’autore ha condensato 10 anni di esperienza in campo immobiliare, anche con gli errori che ha commesso lui personalmente e che ti farà evitare.

Il libro è acquistabile in tutte le librerie Feltrinelli o Mondadori, oppure direttamente nel suo ufficio in Strada Montanara numero 4 a Parma.
(N.C.)

Pubblicato in Cultura Emilia
Domenica, 16 Febbraio 2020 07:36

Stato di dissesto o Stato in dissesto?

Conad - Auchan, (5.300 posti a rischio) Air Italy (1.500), Unicredit (5.000), Whirlpool (430). 12.200 nuove famiglie entreranno nel girone dei dannati
 
Di Lamberto Colla Parma 16 febbraio 2020 - La produzione industriale è calata del 4,3% in un anno (peggior trimestre dal 2012 quello registrato in chiusura 2019), le previsioni di crescita per il 2020 sono state tagliate allo 0,3% e seppure in raddoppio, il 2021 segnerà un misero 0,6%. Tutti gli indicatori economici al ribasso tranne la pressione fiscale che proprio quest’anno ha celebrato il primato continentale raggiungendo quota 64,8%.

E poi la questione del lavoro che va di pari passo con la marcia del gambero dell’economia. In questi ultimi mesi a rammentare lo stato di crisi nazionale ci hanno pensato la Whirlpool di Napoli e i suoi circa 430 lavoratori già sulla soglia del licenziamento, L’Unicredit che ha dichiarato circa 5.000 esuberi, Conad-Auchan (5.300 posti in bilico) e Air Italy (Ex Meridiana) che sta precipitando con i suoi 1.500 passeggeri.

Oltre 12.000 posti di lavoro che prenderanno il volo ai quali si aggiungeranno quelli derivanti dalle crisi indotte nei vari processi di filiera che vedono coinvolte queste imprese.

conad-auchan_1.jpg

4 imprese simbolo di una crisi industriale che però è molto più ampia. Complessivamente sul tavolo del Ministero Dell’Industria, a fine 2019, erano ben 149 i casi disperati ai quali verosimilmente se ne dovranno sommare altri tre, posto che la vertenza napoletana era già conteggiata.

Secondo i dati del ministero ci sono 102 tavoli di crisi, pari al 68,5%, che sono attivi da più di tre anni e 28 invece aperti da più di 7 anni. Il maggior numero di tavoli (20) riguarda aziende con sedi o unità produttive in Lombardia (13,4% del totale). Seguono poi l'Abruzzo (11 aziende), la Campania (10), il Piemonte, il Lazio e la Toscana con 9 aziende.

Tra queste abbiamo marchi storici, come Alitalia, ex ILVA, Mercatone Uno e la Berloni alle quali si affiancano i marchi più noti a livello locale ma che comunque hanno a libretto paga un sostanzioso numero di dipendenti, come la molisana GAM (Amadori) e i suoi 260 dipendenti che attendono di conoscere il loro destino.

A questa situazione di incertezza occorre aggiungerle l’incognita Coronavirus. Turismo, beni di lusso, prodotti agroalimentari, sono i primi settori che hanno già cominciato a avvertire i primi sintomi della malattia.

Il rovescio della medaglia vede invece la Gammadis di Civitanova che da 50.000 mascherine vendute all’anno è passata a 200.000 a settimana dovendo perciò assumere nuovo personale per soddisfare gli ordini.
Finita l’emergenza i nuovi esuberi torneranno nel girone dantesco, ma almeno avranno vissuto qualche mese in dignità.

Non dimentichiamo che lavoro vuol dire dignità!

Ricordatelo Voi che avete gli scranni caldi, magari fossero bollenti, Voi che state discutendo sulla prescrizione come se fosse un capriccio di Renzi e che grazie al coronavirus i giornali non si stanno occupando sufficientemente della vostra inefficienza e inconsistenza. E noi intanto proseguiamo a nuotare in mezzo a un inutile branco di sardine.

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Editoriale:  - Stato di dissesto o Stato in dissesto? - La rubrica di economia di impresa "La Bussola d'Impresa" - Lattiero caseario. Flessione marcata per il Parmigiano Reggiano- Dazi Usa: Il Consorzio Parmigiano Reggiano spinge per una risposta coesa da parte di tutto il sistema agrifood europeo -Gli Usa non applicheranno i dazi del 25% verso i prodotti italiani - Cereali e dintorni. Di merce non v’é carenza - “Manta River Project”: il primo progetto di ricerca scientifica italiana sulle microplastiche lungo il corso del fiume Po -

cibus_7_16feb2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 07 16 febbraio 2020

1.1 editoriale
Stato di dissesto o Stato in dissesto?
2.1 dazi
Dazi Usa: Il Consorzio Parmigiano Reggiano spinge per una risposta coesa da parte di tutto il sistema agrifood europeo
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Flessione marcata per il Parmigiano Reggiano 
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Di merce non v’é carenza
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintoriìni
7.1 Parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: nasce il nuovo sito web
7.2 formazione professionale Professione Casaro
8.1 eima bologna presentazione  EIMA International 2020, verso un'edizione “top”
9.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determinato il Prezzo a riferimento del latte.
9.2 fiume PO e microplastiche  “Manta River Project”: il primo progetto di ricerca scientifica italiana sulle microplastiche lungo il corso del fiume Po
10.1 ambiente e foreste  Campora (PR), i Carabinieri Forestali sequestrano una vasta area destinata a discarica abusiva.
11.1 imprese agroalimentari La Ministra Teresa Bellanova in visita a Parma alla Mulino Formaggi srl
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners

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Giovedì, 13 Febbraio 2020 05:52

Primi per tassazione: 64,8%!

L'economia non tira, anzi rallenta ma l'Italia un primato lo ha raggiunto: prima in Europa per pressione fiscale.

Di LGC Parma 12 febbraio 2020 - Sotto attacco dal coronavirus e dalla incapacità di trovare accordo tra le varie anime del governo giallo rosso del Conte bis, la notizia divulgata da Milano Finanza nei giorni scorsi ha avuto ben poco spazio dalle Tv e dai giornali nazionali. Tutti troppo impegnati a rincorrere i bollettini dell'influenza cinese e dell'opposizione di Renzi alla modifica dei tempi di prescrizione (peraltro condivisa sia da avvocati che da giudici), che il calo della produzione industriale del 4,5%, la registrazione del dato di minimo storico delle partite iva dal 1977 e soprattutto il primato raggiunto dall'Italia per pressione fiscale, è passato del tutto inosservato.

A ricordarcelo è stato il solito Lino Ricchiuti, il primo imprenditore italiano a denunciare Equitalia per vessazione, che sul suo profilo facebook ha così commentato: "Primi in EU per pressione fiscale , calo della produzione industriale del 4,5% , minimo storico di partite Iva dal 1977 e le soluzioni quali sono , scontrino elettronico , lotteria degli scontrini, fatturazione elettronica e blocchi di cc a iosa ? Ma andare a zappare se ne siete capaci , anzi no , ha detto mio padre 82enne che in campagna non vi vuole."

Intanto godiamoci la classifica completa dell'incidenza della pressione fiscale sui cittadini del continente europeo:

1°) Italia 64,8%
2°) Francia 62,7%
3°) Belgio 58,4%
4°) Spagna 50%
5°) Grecia 49,6%
6°) Svezia 49,1%
7°) Germania 48,8%
8°) Portogallo 41%
9°) Paesi Bassi 41%
10°) Norvegia 39,5%
11°) Finlandia 37,9%
12°) Gran Bretagna 32%
13°) Svizzera 28,8%
14°) Danimarca 24,5%.

- media Europea: 40,6%.

Purtroppo c'è poco altro da aggiungere.

Pubblicato in Economia Emilia
Martedì, 11 Febbraio 2020 14:22

48 ore di presidio davanti alla Morris Profumi.

Crisi Morris Profumi, I dipendenti non abbassano la testa. Iniziato il presidio davanti alla gloriosa fabbrica di profumi Morris Spa che ha dichiarato di voler chiudere la produzione. Ora tavoli tecnici per trovare soluzioni.

Di Redazione e foto di Francesca Bocchia - Siamo davanti ai cancelli della Morris Profumi SpA con Germano Giraud della FEMCA CISL di Parma e Piacenza che ci illustra lo stato delle cose e le iniziative che verranno intraprese a partire da oggi.

"La settimana scorsa - dichiara il sindacalista - abbiamo avuto un incontro con i vertici dell'azienda nel quale siamo stati informati della messa in liquidazione volontaria dell'attività produttiva, quindi vuol dire la chiusura dello stabilimento. Per noi è stato un fulmine a ciel sereno. La situazione era delicata in azienda, avevamo fatto un percorso di cassa integrazione ordinaria, ma nulla lasciava presagire a una cosa del genere. Noi eravamo a conoscenza che avevano perso il marchio più importante che rappresentava il 45% del fatturato (marchio Ferrari) e venendo a mancare quello, la attività produttiva si è drasticamente ridotta. Ipotizzavamo quindi che ci sarebbe stato da discutere su una riorganizzazione, invece la comunicazione della messa in liquidazione è stata una cosa devastante. Oggi siamo in sciopero per due giorni. Questa è la prima iniziativa sindacale, poi a breve avremo un incontro tecnico per discutere in merito alla apertura da parte della azienda di una cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività e quindi da lì inizierà la trattativa sindacale che ci porterà a discutere di quello e a aprire tavoli istituzionali su l territorio per tentare di trovare soluzioni alternative."

Il Video: https://youtu.be/IlvwK0KYxMs

Il comunicato di CGIL

Vertenza Morris Spa: 48 ore di sciopero, 100% adesioni ed altissima presenza ai presidi.

I dipendenti non abbassano la testa. Ora tavoli tecnici per trovare soluzioni

Parma 11 febbraio 2020 10,45 - Si respira uno strano profumo nell'aria in strada Maretto a Parma in questi giorni di mobilitazione: è il profumo di dignità dei lavoratori e delle lavoratrici di Morris Spa in sciopero. 
 
Del 100% è stata infatti l'adesione allo sciopero dichiarato da FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL provinciali per protestare contro la messa in liquidazione della Morris Spa da parte della proprietà. Una decisione, quella dei vertici aziendali, che ancora desta incredulità e sconcerto in oguna delle 114 famiglie che da qui ai prossimi mesi si troveranno a fronteggiare grandi difficoltà economiche dovute alla probabile perdita del posto di lavoro.
 
"Abbiamo già inviato una richiesta di apertura di tavolo di crisi all'attenzione di Comune e Provincia di Parma - dichiarano i sindacati di categoria davanti ai cancelli della fabbrica - questa decisione del Cda di Morris Spa colpisce al cuore una città intera, che perde con questa azienda un altro marchio storico, diventato negli ultimi sessanta anni simbolo e prestigio della profumeria della provincia di Parma. Ci sono competenze, professionalità e organici, manca solo la voglia di crederci ancora", continuano FILCTEM, FEMCA e UILTEC territoriali. "Ecco perchè stiamo chiedendo alle istituzioni di aprire un tavolo di confronto per cercare soluzioni alternative alla chiusura o qualche imprenditore che possa investire su una scommessa vincente come quella di Morris".
 
Tanti i messaggi di solidarietà che ora dopo ora arrivano ai lavoratori colpiti da questa drammatica notizia. "Non chiediamo pietà o commiserazione, siamo professionisti capaci del settore, chiediamo solo la possibilità di dimostrarlo con i fatti e con una proprietà che creda nel marchio, qui serve la volontà di fare impresa!", commentano le RSU Morris  Marianna, Fabrizio, Roberta e Angelica. "Siamo uomini e donne che credono in quel che fanno, abbiamo compiuto tutti quanti sacrifici quando ci sono stati chiesti. Ed ora? È questo il piano industriale che i rappresentanti dell'azienda avevano millantato da mesi? Chiudere e lasciarci tutti a casa?".
 
Tavoli tecnici relativi alla cassa integrazione straordinaria e tavoli istituzionali volti a trovare soluzioni alternative, questo è ora il doppio impegno dei sindacati di categoria nei prossimi mesi.

 

Pubblicato in Cronaca Parma
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