Lattiero caseario. Nel corso degli ultimi quattro anni, la tendenza del prezzo è stata negativa per entrambe le Dop, con toni comunque più sfavorevoli per il Parmigiano Reggiano che il Grana Padano.
Roma - Il mercato dei bovini da ristallo rimane condizionato dal blocco degli approvvigionamenti dalla Francia, dove per l'emergenza Blue tongue è stato sancito un allargamento dei territori soggetti a restrizioni di movimentazione. Di riflesso, come segnalato dall'Overview di Ismea di questa settimana, anche nei prossimi giorni è prevedibile un ulteriore rialzo dei prezzi dei capi nazionali e dei ristalli di provenienza estera, specie irlandesi e polacchi, che sul mercato internazionale si stanno sostituendo a quelli d'Oltralpe. Tale situazione sta condizionando e rallentando anche l'attività di macellazione nazionale, per le incertezze sui successivi ristalli e per la difficoltà dei macellatori di trasferire i rincari alla distribuzione, nonostante per i quarti anteriori e le mezzene si stia già assistendo ad una fase rialzista.
Stagnante il mercato dei suini da macello, per i quali è prevedibile un leggero ritocco al ribasso delle quotazioni, in un contesto nazionale comunque di sostanziale equilibrio tra domanda e offerta. Anche per le carni suine è prevista una conferma delle quotazioni della scorsa settimana. Nel caso degli avicoli, l'offerta di polli risulta meno pressante e meglio adeguata alla domanda: nel corso di questa settimana, le quotazioni dovrebbero rimanere stabili. Sul mercato dei tacchini potrebbe invece assistersi a qualche rialzo, per la ripresa dei consumi della fesa, prodotto guida di questo segmento. Nessuna variazione di rilievo, infine, dovrebbe interessare i listini dei conigli e delle uova, prodotti per i quali gli scambi si stanno svolgendo in un contesto mercantile equilibrato.
Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, sul mercato nazionale, qualche lieve aumento potrebbe verificarsi per il burro, sulla scia della fase lievemente rialzista della scorsa settimana. Il mercato dei formaggi rimane invece fermo per il Parmigiano Reggiano, ma mostra qualche cedimento per il Grana Padano. Nel corso degli ultimi quattro anni, la tendenza del prezzo è stata negativa per entrambe le Dop, con toni comunque più sfavorevoli per la prima. A inizio ottobre il divario di prezzo, a vantaggio del Parmigiano, si è ulteriormente ridotto, scendendo a 1,18 euro (un anno fa era a 1,28).
Riguardo all'olio di oliva, le quotazioni di tutte le categorie risultano adesso in flessione - come anche osservato sul mercato spagnolo - dopo i picchi conseguiti nei mesi precedenti. A tale proposito va evidenziato, come rilevato dall'Ismea, che il prezzo di 4,17 euro/chilo per l'extravergine spagnolo non si riscontrava nel Paese dal 2006.
Ad agosto, inoltre, le quotazioni del lampante, sempre sulla piazza iberica, avevano raggiunto i 3,80 euro/chilo, registrando un rincaro del 50% su base annua. E in Italia a settembre, rispetto allo stesso mese del 2014, si è assistito ad un analogo rialzo del prezzo del lampante - con punte di 3,24 euro/chilo - e ad un rincaro del 40% dei raffinati di oliva e sansa.
Per i vini, la Commissione europea ha reso nota una prima stima sulla produzione nella Ue, indicando una crescita del 2,7%, grazie soprattutto al contributo dell'Italia. Il mercato nazionale resta stazionario in assenza di scambi anche nella prospettiva di breve termine.
Sui mercati ortofrutticoli il progressivo ampliamento delle affluenze di prodotti autunnali nei circuiti all'ingrosso, con l'intensificarsi delle operazioni di raccolta soprattutto di radicchi e fagiolini, sta ulteriormente frenando i listini il cui calo, comunque fisiologico, dovrebbe proseguire anche nelle prossime settimane. Si segnala l'avvio della commercializzazione delle ortive in serra sulla piazza di Vittoria, in un mercato poco movimentato e appesantito, in questa fase, da un'offerta ancora significativa di prodotto di pieno campo proveniente da altri areali di coltivazione.
Per la frutta di stagione le contrattazioni proseguono in un quadro di sostanziale equilibrio per mele e pere, ma in un contesto di ulteriore fragilità per l'uva da tavola, che sconta una tiepida accoglienza della domanda finale. Esordio con ottime quotazioni franco azienda per i loti, grazie a una buona richiesta e a una disponibilità che nell'immediato appare piuttosto contenuta.
Nel comparto cerealicolo, infine, le contrattazioni continuano a subire l'influenza dei mercati internazionali. Le aspettative di un'ulteriore flessione dei prezzi hanno tenuto a freno gli scambi e i listini, stazionari per frumento tenero, mais e orzo, ma in ulteriore diminuzione per il grano duro.
L'avvio della commercializzazione è avvenuto, nel frattempo, sulla base di prezzi più alti rispetto allo scorso anno per semi di soia e girasole, in presenza di rese ad ettaro nettamente più contenute.
(Fonte Ismea 5 ottobre 2015)
E' ancora stasi sui mercati vinicoli nazionali. I pochi scambi sono avvenuti sulla base di prezzi stazionari e per volumi scarsamente significativi, in un clima di attesa che potrebbe protrarsi anche nella prima decade di ottobre.
Roma - E' quanto emerge dalla consueta analisi Ismea contenuta nell'Overview sui mercati agroalimentari. Il principale freno sul mercato - spiega l'Istituto - resta l'incertezza, un fattore che sta ancora condizionando le trattative in tutti i centri di scambio nazionali, limitando la compravendita anche sul circuito delle uve da vino.
Analoga la situazione sul mercato degli oli di oliva, con i prezzi dei lampanti che restano orientati al ribasso e che potrebbero subire ulteriori cedimenti nel corso della settimana, influenzando anche il listino nazionale degli oli rettificati.
Nel comparto ortofrutticolo si attendono le prime contrattazioni sulle ortive di stagione (cavoli e finocchi saranno le prime specie autunnali a entrare sul mercato), mentre le varietà estive, disponibili ormai in quantità limitate, registrano alcuni scadimenti qualitativi che potrebbero penalizzarne il collocamento.
Prezzi ancora sostenuti, ma in ulteriore contrazione, per le insalate, con maggiori afflussi dal Veneto e dai centri di raccolta siciliani. La tendenza al ribasso proseguirà anche questa settimana, prevede l'Ismea, in un mercato che sta andando gradualmente normalizzandosi dopo una fase di eccezionale carenza d'offerta e di quotazioni particolarmente elevate.
Per la frutta si registra una tenuta dei valori sul mercato di mele e pere, con prezzi per entrambe le pomacee superiori ai livelli dell'anno scorso. Procedono a buon ritmo le operazioni di raccolta e stoccaggio, mentre è alle battute finali la campagna di commercializzazione di pesche, nettarine e susine con acquisti solo per le partite di migliore qualità.
Resta sotto tono il mercato delle uve da tavola, con penalizzazioni soprattutto per la varietà Italia. Più stabili le quotazioni della Red Globe, ma è prevedibile un proseguimento dell'attuale fase di debolezza conseguente anche a uno scadimento qualitativo del prodotto pugliese, danneggiato dalla grandine.
La campagna delle nocciole è partita con prezzi in flessione rispetto alla scorsa stagione, che era stata però caratterizzata da una produzione eccezionalmente scarsa. E' prevedibile nelle prossime settimane un assestamento al rialzo dei valori, in previsione di un'offerta non particolarmente pressante dalla Turchia, principale produttore mondiale, dove le scorte risultano quasi azzerate e i raccolti, seppure più abbondanti rispetto allo scorso anno, sono stimati al di sotto della media storica.
In una fase di equilibrio tra domanda e offerta, le quotazioni dei suini da macello e quelle dei suinetti da ingrasso non registrano variazioni sostanziali. E anche nel circuito dei tagli, sia i listini delle cosce sia quelli dei lombi e delle altre carni destinate al consumo fresco confermano i livelli della settimana precedente.
Qualche rialzo potrebbe invece verificarsi per i ristalli bovini, a seguito della sospensione delle importazioni dei capi francesi dopo l'emergenza blue tongue. Lo spostamento degli approvvigionamenti nazionali su altri mercati sta già determinando rincari diffusi, in particolare per i capi irlandesi, con ripercussioni a valle della filiera. In Italia, anche a fronte di una minore disponibilità, si registrano tensioni sui listini dei capi da macello e dei tagli, sia per la linea del vitellone che per quella del vitello.
Ancora positivo il mercato degli avicoli, anche se la domanda, rispetto ai giorni scorsi, appare meno tonica e più attenta al fattore prezzo. Il mercato dei conigli, dopo i recenti rincari, potrebbe adesso entrare in una fase di graduale assestamento, anche in considerazione della maggiore pressione di prodotto d'importazione, soprattutto francese, e del rallentamento dei consumi interni. Infine, riguardo alle uova, in assenza di fattori che potrebbero alterare l'equilibrio di mercato attuale, non è prevista nessuna variazione di prezzo nel corso di questa settimana.
Relativamente ai lattiero-caseari, nei prossimi giorni potrebbero verificarsi ulteriori lievi rialzi dei prezzi per le materie grasse, burro in particolare, a fronte di un andamento comunque regolare degli scambi. Per quanto riguarda i formaggi, i listini non dovrebbero invece registrare scossoni, in un contesto di vendite ancora stagnati sul mercato interno, ma positive sul fronte estero. Ancora in calo il prezzo del latte: i dati Ismea a consuntivo relativi al mese di agosto attestano una flessione dello 0,8% su base mensile, con il valore medio che da 35,45 euro/100 litri di luglio si è portato a 35,18 euro.
Pressoché stabili anche i prezzi dei cereali, con qualche probabile ulteriore ribasso solo nel caso del frumento duro, per l'affluenza sul mercato nazionale di prodotto canadese. Le quotazioni di frumento tenero, mais e orzo, invece, in ragione di una dinamica degli scambi piuttosto contenuta, dovrebbero confermare i livelli della scorsa settimana. Sul mercato della soia i listini potrebbero subire un'ulteriore lieve flessione, sulla scia degli andamenti internazionali e del progressivo ampliamento dell'offerta interna con il procedere delle operazioni di raccolta.
(Fonte Ismea - 28 settembre 2015)
Flash update rapporto "AgrOsserva" - Speciale secondo trimestre 2015 e previsioni dell'anno. Quasi il 50% delle imprese si è orientata alla green economy.
Roma, 21 settembre 2015
La proiezione per l'intera annata 2015 resta saldamente positiva per l'agricoltura italiana che, in base alle stime Ismea, potrebbe chiudere il 2015 con un aumento del 3-3,5% del valore reale della produzione (a prezzi costanti) e del 2-2,5% per la stessa variabile calcolata a prezzi correnti.
Lo rivelano Ismea e Unioncamere nel Flash Update di AgrOsserva pubblicato oggi.
Gli elementi finora disponibili e le aspettative sugli sviluppi produttivi da qui a fine anno lasciano prevedere un'evoluzione migliorativa delle dinamiche occupazionali in agricoltura, che chiude il secondo trimestre dell'anno con un incremento del 2% degli occupati, dopo la già positiva performance del 2014 (+1,6%).
L'attesa frenata congiunturale del valore aggiunto agricolo (-1,1% sul primo trimestre 2015) non ha infatti smorzato una dinamica produttiva annuale positiva e in accelerazione (+1,7% il valore aggiunto sul secondo trimestre 2014 vs il più 0,6% tendenziale rilevato nel primo quarto d'anno).
Anche per l'industria alimentare, sottolinea AgrOsserva, la previsione, a tutto il 2015, indica una crescita, seppure moderata, con un aumento dello 0,3% della produzione (a prezzi costanti e al netto degli effetti di calendario) e dell'1,5% del fatturato calcolato ai prezzi ex fabbrica.
L'orientamento positivo delle indicazioni previsionali nell'agroalimentare è ancora principalmente associato a una prospettiva di crescita sostenuta (e in ulteriore accelerazione) delle esportazioni del settore, che nel primo semestre 2015 hanno registrato un incremento dell'8,1% rispetto al corrispondente periodo del 2014, contro il più 6,2% del primo quarto dell'anno. A fine anno è ipotizzabile attendersi un valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari attorno ai 37 miliardi di euro, contro i 34,3 miliardi registrati nell'intera annata 2014.
La componente dei consumi resta invece la più fragile, seppure in lento rafforzamento. Nel primo semestre 2015 i dati Ismea-Nielsen sulla spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande indicano un incremento ancora molto modesto: dello 0,1% su base annua (il dato è stato rivisto al rialzo rispetto al meno 0,1% pubblicato nel numero di AgrOsserva di agosto).
Il 2015 potrebbe chiudere comunque con un risultato leggermente migliore. Si prevede a fine anno uno 0,3% di crescita cumulata nei dodici mesi, modesta ma indicativa di un cambio di direzione dei consumi, se confrontata con la dinamica negativa del 2014 (-1%).
Quanto alle dinamiche del credito, lo stock dei prestiti bancari alle imprese del settore primario (tra impieghi vivi, sofferenze e pronti contro termine attivi) ha fatto registrare, a luglio 2015, in base ai dati Banca d'Italia, un incremento dell'1,3% su base annua, portandosi a 44,6 miliardi di euro. L'evoluzione del credito in agricoltura appare ancora in controtendenza con la dinamica generale dei finanziamenti alle imprese che hanno invece subito, sempre in termini di consistenze, una flessione tendenziale a luglio 2015 del 2,3%, scendendo a 903,2 miliardi di euro. La quota dei finanziamenti bancari al settore primario, in rapporto agli impieghi totali destinati alle imprese non finanziarie, resta invariata al 4,9%.
GREEN
Un altro elemento positivo che si evince dal Flash update di AgrOsserva, è il crescente orientamento dell'agricoltura italiana verso modelli di sviluppo più sostenibili. Un'analisi di Unioncamere sul tema della Green economy mostra infatti come quasi la metà delle imprese agricole con dipendenti, negli ultimi tre anni (2012-2014), si sia impegnato nello sviluppo e nell'implementazione di metodi e tecnologie finalizzati alla riduzione dei consumi di energia ed acqua. E anche per il prossimo triennio, 10 aziende su 100 dichiarano di volere realizzare investimenti in tecnologie ambientali.
(fonte ismeaservizi 21 settembre 2015)
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