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Mercoledì, 04 Febbraio 2015 09:00

Cereali. Mercati internazionali, noli sempre più giù.

 

Stock elevati e con l'approssimarsi dei raccolti in Brasile e Argentina le quotazioni internazionali continuano, lentamente, a ridursi.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 04 febbraio 2015 -

Il board non ha notizie che diano supporto alle quotazioni. La borsa di Chicago continua la sua lenta strada al ribasso determinato soprattutto dai prossimi raccolti di Brasile ed Argentina e gli stock mondiali sono ancora elevati.

Venerdì : 30 / 1 / 2015 (valori espressi in €)
SEMI: mar 961,00 (-7,2) maggio 967,60 (-7)
FARINA mar 329,90 (-8) maggio 324,00 (-6,6)
OLIO mar 30,00 (+0,46) maggio 30,24 (+0,46)
CORN mar 370,00 (-1,4) maggio 378,40(-1,4)
GRANO mar 502,60 (-5) maggio 506,60 (-5,6)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 608, il petrolio si sta stabilizzando intorno ai 47,06 dollari al barile, il cambio gira a 1,1315. 

Cereali tab 3feb2015 cibus1

Mercato Interno -
L'andamento dei mercuriali delle Borse Merci pur nella chiarezza, manifesta segnali di forte instabilità e comunque con tendenze al ribasso. I proteici attualmente si difendono dal favorevole momento del cambio valutario.

Mercati esteri -
In Francia sul "fisico", mercato di scambi reali, il grano quotava euro 181€ contro 182€ di giovedì reso Rouen. Il corn invariato a 148€, fob Bordeaux. L'orzo invariato a 174€ reso Rouen. Il grano duro invariato a 370€ reso Port La Nouvelle.
Il corn Ukraino venerdì quotava dal Mar Nero invariato da giovedì a dollari 171€ fob. Il marzo a 172€ contro 173€. L'aprile a 173€ contro 175€. Il maggio a 174€ contro 177€. Il novembre invariato a 180€. Il bulgaro/rumeno, a Costanza, per il febbraio era invariato ad euro 152€. Il marzo a 156€ contro 153€ l'aprile a 158€ contro 154€. Il grano russo (12,50 % proteine ) per marzo invariato a $ 250 fob.
L'aprile invariato a $ 252. L'agosto invariato a $ 234.

Bioenergie -
Il settore delle bionergie continua la sua quasi totale assenza dal mercato, piange per le imposizioni fiscali e la nuova normativa Iva.
Mais -
Scambi ridotti anche se qualcuno comincia a preoccuparsi per il futuro del Mais i sul prossimo raccolto, dove già si ipotizzano ettarati minori. Se i consumi resteranno ai livelli attuali il rischio che si potrebbe palesare sta nei riporti elevati il tutto a discapito della qualità della merce.

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NOTE

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. Si prega di non inoltrare ad altri tale informativa se non previo accordo con lo scrivente.

EUROPRO srl - granaglie e cereali - Milano

Pubblicato in Agroalimentare Emilia


Il Grana Padano è sinonimo di stabilità. Dopo una ripresina di due settimane, si arrestano anche i listini del "Parmigiano". Stabili anche i derivati del latte.

di Virgilio, 04 febbraio 2015 -

LATTE SPOT Dura poco l'ascesa del latte spot. Alla sesta settimana, dopo due turni in sensibile ripresa, il latte crudo spot nazionale arresta la sua ascesa e segna un passo indietro del -0,70%. 35,57€/100 litri di latte è il prezzo minimo registrato a Verona mentre l'estremo si riposiziona al valore dell'ottava precedente a 37,12€/100 litri. Invariato invece il latte intero pastorizzato spot di provenienza estera che si conferma tra 31,96 e 32,99€/10 litri di latte.

BURRO E PANNA Un fuoco di paglia anche la ripresa del burro. Al palo i listini di tutte le tipologie di burro fatto salvo per lo zangolato di panna fresca (1,30€/kg +8,33%) quotato a Parma lo scorso venerdì 30 gennaio. Un'incremento di 10 centesimi realizzati sull'onda positiva dei listini milanesi. Nessuna variazione è stata rilevata a riguardo le creme a uso alimentare quotate a Milano e Verona.

GRANA PADANO Prosegue la ferrea stabilità del Grana Padano sia alla piazza di Mantova sia a quella di Milano. 6,35-6,45€/kg il listino milanese per il 9 mesi di stagionatura e 7,05-7,70€/kg la forbice di prezzo relativamente al 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Dopo due settimane di prezzi in leggero rialzo, anche i listini del Parmigiano Reggiano si sono arrestati. Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma, il 12 mesi di invecchiamento è stato fissato tra 7,35 e 7,75€/kg mentre tra 8,75 e 9,10€/kg il listino del 24 mesi d'invecchiamento.

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Alai, presidente del Parmigiano Reggiano: le quote agli allevatori sono una risorsa economica reale. Attenzione della politica, compiti dei Consorzi, interprofessionalità, più tutele all'estero e nuove aggregazioni d'impresa. L'intervento del ministro Martina.

Soragna-PR, 31 gennaio 2015 -  "Se la regolazione dell'offerta consentita dal "Pacchetto latte" dell'Unione Europea e adottata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano costituiva già una risposta strutturale all'esigenza di un nuovo equilibrio tra domanda e offerta capace di assicurare crescita e stabilità ai redditi dei produttori, questa stessa misura oggi appare ancora più rilevante nella sua portata". Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha aperto così il convegno che oggi a Soragna (dove ottant'anni fa venne firmato l'atto costitutivo del Consorzio di tutela) ha visto la partecipazione di tutte le associazioni del mondo agricolo cooperativo, degli assessori regionali all'agricoltura Simona Caselli (Emilia Romagna), Giovanni Fava (Lombardia) e del ministro Maurizio Martina. "La imminente cessazione di quel regime comunitario delle quote, che per trent'anni ha vincolato la produzione di latte - ha sottolineato Alai - apre scenari fondati su un'espansione della produzione europea, una esasperazione della competizione e quotazioni in ribasso: è proprio in questo contesto che l'assegnazione delle quote latte da trasformare in Parmigiano Reggiano direttamente agli allevatori ha attribuito ai produttori non solo la responsabilità e la possibilità di regolare i flussi, ma soprattutto un nuovo valore economico reale".

Ma a Soragna, ottant'anni dopo la nascita del Consorzio, le riflessioni di Alai si sono presto allargate ben oltre il tema del governo della produzione. "I tempi che stiamo vivendo - ha detto il presidente del Consorzio - esigono una nuova e grande attenzione da parte della politica, una grande difesa sindacale che riguarda il mondo dell'associazionismo e una forte evoluzione dei sistemi di aggregazione che investono le imprese, con ruoli sicuramente inediti anche per i consorzi di tutela". "E' in questo contesto che ci si deve chiedere - ha detto Alai - se il nostro Consorzio debba associare solo i trasformatori o anche gli allevatori, in un'ampia riflessione sulle sue funzioni, sull'interprofessionalità, sul come rendere più forte la coesione del sistema e sul ruolo fondamentale di quanti, all'interno del mondo agricolo, svolgono funzioni associative e di coordinamento, perché senza questo lavoro ampio e comune qualsiasi obiettivo diviene difficilmente perseguibile". Molto forte, da parte del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, l'appello alla politica e all'amministrazione pubblica: "conosciamo - ha detto Alai - le difficoltà della finanza pubblica e non sono comunque queste le risorse oggi prioritarie, quanto invece i sostegni per portare a compimento l'evoluzione interprofessionale del sistema e il sostegno per abbattere le tante barriere che in molti mercati ancora ci impediscono di entrare e quelle che in un numero ancora più alto di Paesi (vedi gli Usa, ad esempio) ci impediscono di tutelare e difendere la nostra denominazione da imitazioni e usurpazioni". "Per far crescere redditi e investimenti - ha concluso il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ricordando come tappa fondamentale quella degli accordi con gli Stati Uniti-TTIP - la priorità è rafforzare le condizioni per la crescita della domanda estera, che entro il 2020 dovrà valere il 50% sul totale della nostra produzione".

IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA: IMPEGNO CENTRALE SU INTERPROFESSIONE ED EXPORT

Precise le osservazioni del ministro Marizio Martina rispetto ai temi al centro del convegno, a partire da quello che ha definito "un gioco i squadra importante di tutte le forze in campo, perché le istituzioni, da sole, non possono risolvere problemi che coinvolgono direttamente altri soggetti ed altri attori importanti a tutela delle nostre eccellenze". Siano in ritardo, ha detto Martina, rispetto ad azioni sulle quali già da 2008 occorreva avviare n dibattito più concreto e produttivo, perchè è da allora che conosciamo i tempi della cessazione del regime delle quote latte UE: in ogni caso dobbiamo guardare avanti, puntando su due punti di forza: l'interprofessione nel sistema latte e formaggio, sulla quale il ministero farà la propria parte per essere elemento di stimolo e di coagulo riorganizzativo e, contemporaneamente, il rafforzamento dei consorzi di tutela in uno scenario che cambia e va riletto con una visione aperta. Per Martina, il problema è sì il mercato interno, ma soprattutto lo scenario internazionale: l'Italia - ha detto - è il Paese che meglio utilizza le possibilità di tutela offerte dalla Corte di Giustizia UE, ma fuori dall'Europa c'è il grande tema politico della protezione in grandi Paesi come gli Usa, molto attenti alla politica dei marchi, mentre noi siamo molto attenti alla tutela dele DOP. Il saldo - ha aggiunto Martina- è a nostro favore nelle trattative sull'agroalimentare, possiamo agire bene e con una buona tattica, e di fronte alle opportunità che abbiamo (e anche ai rischi comunque insiti nelle trattative) è fondamentale il tema organizzativo, il presentarsi uniti e capaci di migliorare le nostre piattaforme sulle nostre esortazioni.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

(Formato pdf scaricabile in allegato)

SOMMARIO Anno 14 - n° 5 1 febbraio 2015

1.1 editoriale Picconate alla Grecia! La finanza internazionale non perdona i ribelli.
2.1 nomine Alleanza Cooperative: Rosario Altieri è il nuovo presidente,
2.2 consumi Ismea, leggero rimbalzo dei consumi.
3.1 cereali Cereali, rientrano le previsioni pessimistiche sulla produzione canadese
4.1 Lattiero caseario Primi segnali di ripresa del burro
5.1 Agricoltura IMU: Moncalvo (Coldiretti), Governo mantiene impegni, bene Martina.
5.2 Ho.Re.Ca. Confesercenti Emilia Romagna, indilazionabile l'abbattimento fiscale.
6.1 terremoto Le utenze private vanno pagate da tutti, anche nei MAP..
6.2 EXPORT Distretti produttivi. In crescita l'export nel terzo trimestre 2014.
7.1 Expo 2015 La Fondazione Barilla ha presentato la "Carta di Milano" a Washington.

Cibus 5 COP

Domenica, 01 Febbraio 2015 11:08

Ismea, leggero rimbalzo dei consumi


L'ultimo scorcio del 2014, complice il calo del prezzo del petrolio e un tasso di inflazione ai minimi storici, regala un mini rimbalzo dei consumi alimentari delle famiglie italiane.

Roma - È quanto emerge dai dati del Panel famiglie Ismea Gfk/Eurisko relativi ai primi 11 mesi dell'anno, da cui si evince un recupero della spesa per alimenti e bevande di circa mezzo punto percentuale su base annua.

Un primo timido segnale di inversione di tendenza, dopo il dato particolarmente allarmante del 2013 ( -3,1% la contrazione della spesa alimentare) che prelude, se non a un rilancio dei consumi, quanto meno ad uno stop del trend flessivo che ha caratterizzato il periodo recente.

Il potere d'acquisto delle famiglie (in crescita dell'1,9% nel terzo trimestre dell'anno) ha trovato giovamento dall'inflazione vicina allo zero, dal calo del prezzo della benzina e da una politica di bilancio pubblico, dopo anni di austerity, un po' meno restrittiva, ma l'elevata disoccupazione e la frenata degli investimenti lasciano ancora dubbi su un auspicabile consolidamento del trend.

Tra le varie categorie di prodotto, aumenta in particolare la spesa dei derivati dei cereali (+5,6%), trainati prevalentemente dalla biscotteria (+6%). Si conferma la buona performance del complesso dei dolciumi (+4% in valore), e degli oli e grassi vegetali (+6,1%), con gli oli di oliva extravergine che spuntano un +3,3%.
Positivo anche il dato dei prodotti ittici, che stanno lentamente risalendo la china (+1,8%) dopo la caduta a doppia cifra del 2013. Tra le carni fresche, che avanzano nel complesso dello 0,7% (sempre in valore) si rilevano dinamiche divergenti, con i tagli bovini e avicoli in aumento rispettivamente dell'1,5% e del 4,7% a fronte del meno 6% della carne suina. In flessione anche la spesa delle famiglie in salumi (-0,8%), nonostante un aumento dei volumi acquistati.
Riguardo poi all'ortofrutta, secondo il panel famiglie Ismea- GFK/Eurisko - che monitora gli acquisti non solo presso gli scaffali della Gdo ma anche nel dettaglio tradizionale, mercati rionali, ambulanti e porta a porta - gli italiani hanno risparmiato, negli acquisti di frutta e verdura fresche, il 2,4% sul 2013, aumentando invece del 3,6% il budget destinato alla frutta trasformata. Un segmento in ridimensionamento nel carrello degli italiani è poi quello del latte e derivati (-1,1% in valore), che sconta sia la disaffezione nei confronti del latte fresco da parte di alcune fasce di consumatori (-5% la spesa, in presenza di un calo ancora maggiore dei volumi), sia la flessione degli acquisti di formaggi (-0,9%) dovuto in particolare ai freschi (-5,1%). Il comparto del beverage (+3,3%), al contrario, pare abbia trovato, dopo il tonfo del 2013, un nuovo slancio grazie soprattutto alle acque minerali. Per i vini il dato resta invece leggermente negativo, con un meno 0,2% sul 2013.

La tabella è consultabile su Ismea servizi a questo link http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5166

(Fonte Ismea 23 gennaio 2015)

Si allentano le tensione sul frumento duro. Le informazioni dal Canada attenuano le pessimistiche previsioni di fine anno scorso pur rimanendo in netta flessione rispetto al 2013.

di Lgc - Parma, 29 gennaio 2015 -

Il mercato cerealico, nel suo complesso, continua a mostrare segnali di tensione e le reali intenzioni degli investitori rimangono ancora oscure, almeno stando all'osservazione dell'andamento dei grafici dei contratti a termine.

Da un lato le tensioni geopolitiche (Russia e Ucraina ad esempio) dall'altro gli andamenti climatici non consentono di avere uno scenario ben definito del panorama mondiale de cereali.

Ai sopracitati elementi di negatività però se ne stanno sovrapponendo altri, di natura più positiva, che potrebbero sensibilmente attenuare gli effetti negativi dei primi.

Primo fra tutti i dati che provengono dal Canada. Le previsioni funeste sulla produzione e sulla qualità, soprattutto connessa al più piccolo mercato del frumento duro smentiscono, in parte, le catastrofiche previsioni di dicembre scorso. Sarebbero ben 800.000 gli ettari in più che verrebbero destinati al frumento canadese raggiungendo quindi l'impensabile soglia dei 10 milioni di tonnellate di produzione cerealicola ben lontano dalla riduzione del 27% previsto. Tuttavia, la I.G.C. (International Grains Council) parla di una riduzione mondiale delle scorte soprattutto da parte dei grandi esportatori, come UE e Russia, ma con tutti gli altri paesi produttori, Stati Uniti compresi, pronti e disponibili a sopperire alla domanda di cereali.

Restando nell'ambito geopolitico con le prossime elezioni in Argentina potrebbero venir meno gli impedimenti all'export dei cereali nel caso si dovesse concretizzare un'uscita di scena dell'attuale presidente Cristina Fernández de Kirchner. Un'ipotesi che si tradurrebbe, secondo i dati diffusi dal Dipartimento dell'Agricoltura USA con sede a Buenos Aires, in un incremento di 500.000 tonnellate rispetto alle previsioni ufficiali per un totale di 6.5 milioni di tonnellate.

In conclusione, secondo i dati forniti dall'agenzia IGC, si stima una produzione di grano mondiale nel 2015 intorno ai 701 Mil. di tonnellate in calo di 16 Mil. di t. dallo scorso anno ma ancora superiore alla media degli ultimi cinque anni di circa il 2%. L'incertezza riguarda solo le stime da parte di Russia e Ucraina dove è ormai preso in considerazione il peggioramento dei raccolti da parte degli operatori agricoli.

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Mantenuti gli impegni per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione.

Roma - Sono stati mantenuti gli impegni assunti a rivedere anche per il 2014 i criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli con l'esenzione per tutti nei comuni montani e a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, o a chi a loro affitta, in quelli parzialmente montani.

E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l'esito del Consiglio dei Ministri straordinario sull'Imu agricola montana che, con il lavoro del Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina e su proposta del premier Matteo Renzi, ha fissato nuovi criteri per il pagamento con esenzione totale per 3456 comuni (prima erano 1498) e parziale per 655. Il premier Matteo Renzi e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – sottolinea Moncalvo - hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti di quanti vivono e lavorano nelle aree di montagna dove svolgono un ruolo di presidio del territorio insostituibile per l'intera collettività.

Il testo prevede che a decorrere dall'anno in corso, 2015, l'esenzione dall'imposta municipale propria (IMU) si applica:
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat;
· ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat.
Tali criteri si applicano anche all'anno di imposta 2014.
(Ufficio Stampa Coldiretti 23 gennaio 2015)


Il terzo trimestre del 2014 mette in evidenza molti fattori di positività in merito all'export dei distretti industriali dell'Emilia Romagna. L'analisi elaborata dal centro studi di Carisbo mette in luce che 14 distretti su 20 del territorio emiliano romagnolo hanno chiuso in positivo.

di LGC, Parma  - Ben 14 dei 20 distretti produttivi dell'Emilia Romagna hanno segnato positivamente nel terzo trimestre del 2014 per quanto riguarda l'export. A metterlo in evidenza è stato il rapporto sui distretti elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma che ha messo in evidenza una crescita dell'export complessiva del 3,7% ben superiore alla media nazionale attestata al 2,2%. Una crescita sostenuta dalle buone performance dei mercati maturi (+4,8%) dove spiccano USA e Paesi Bassi ma anche da quelli emergenti (+1,9%) Hong Kong e Indonesia soprattutto.

Nello specifico, la crescita dell'export segnato dalla meccanica non ha ricevuto il contributo del distretto di Reggio e Modena per quanto riguarda la meccanizzazione agricola che invece perde un -2,8%. In crescita le macchine utensili di Piacenza (+19,1%), la food machinery di Parma (+10,6%), i ciclomotori di Bologna (+6,1%), le macchine per il legno di Rimini (+7,2%) e anche per le macchine per l'industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+6,5% secondo i dati ACIMAC).

Dati maggiormente contrastanti derivano dal settore alimentare dove alla sensibile crescita dell'alimentare parmense (+14%), dei salumi del modenese (+9%) e di Reggio Emilia (+3%) affiancati da un +0,6% realizzato dal lattiero caseario di Reggio Emilia, l'ufficio studi di Carisbo registra una perfomance negativa per lattiero-caseario parmense (-2,1%), dei salumi di Parma (-3,7%) e il crollo dell'ortofrutta romagnola (-18,3%) che sconta gli effetti del maltempo che ha colpito il territorio nel 2014.

Anche nel settore moda ai fattori di positività si affiancano alcuni dati negativi che provengono in particolare dall'abbigliamento di Rimini (-8,4%) e le calzature di Fusignano-Bagnacavallo (-14,2%). Al contrario note assolutamente positive arrivano dall'abbigliamento e maglieria di Carpi (+4,8%) e le calzature di San Mauro Pascoli (+9,1). Notevole la crescita registrata nel settore della casa con un +14,2% realizzato dai mobili imbottiti di Forlì.
In ripresa (+0,9%) il distretto biomedicale di Mirandola (MO) mentre risulta ancora in perdita l'export del distretto biomedicale di Bologna (-6,5%)

Pubblicato in Economia Emilia

Gli imprenditori agricoli di Parma possono partecipare a "La Corte dalla terra alla tavola" facendo richiesta entro il 14 febbraio 2015 incluso -

Parma, 30 gennaio 2015 -

Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di autorizzazione alla partecipazione al mercato degli imprenditori agricoli "La Corte dalla terra alla tavola", per il periodo marzo 2015- febbraio 2016. Il mercato realizzato dagli imprenditori agricoli di Parma, è riservato alla vendita diretta da parte degli agricoltori dei propri prodotti.

Le domande compilate e complete con la richiesta documentazione devono essere presentate al Consorzio La Corte di Parma entro e non oltre il 14 febbraio 2015 incluso.

In allegato il modulo scaricabile.

Pubblicato in Agroalimentare Parma


Seconda settimana in crescita per il Parmigiano Reggiano. Il Latte spot crudo nazionale ancora in salita. Padano ancora dormiente mentre il burro guadagna 10 centesimi.

di Virgilio, 28 gennaio 2015 -

LATTE SPOT Prosegue anche nella 5° settimana il recupero del Latte crudo spot nazionale. Con un +1,43%, che segue il +2,94% registrato nella ottava precedente, la borsa veronese registra tra 36,09 e 37,12 €/100 litri di latte gli estremi dei prezzi contrattati. Fermo invece il latte spot pastorizzato estero il quale nella precedente seduta borsistica aveva, in un solo colpo, guadagnato il 3,28% (31,96-32,99€/100/litri).

BURRO E PANNA Colpa di coda del burro che guadagna 10 centesimi sulla piazza milanese relativamente a tutte le referenze oggetto di contrattazione.
Recupera 10 centesimi anche il burro zangolato trattato alla borsa reggiana anticipando, moto probabilmente la quotazione (1,30€/kg) che uscirà della prossima seduta camerale di Parma del 30 gennaio.
Nessuna variazione è stata osservata relativamente alla crema e alla panna a uso alimentare quotate rispettivamente a Milano e a Verona.

Burro

GRANA PADANO Fermo il Grana Padano salvo un leggero incremento di 5 centesimi per il 15 mesi di stagionatura quotato a Milano raggiungendo i 7,70€/kg come valore massimo registrato a Milano. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. A Milano invece, oltre alla ripresa del 15 mesi sopra menzionata, la forbice di prezzo del 9 mesi di stagionatura è compresa tra 6,35 e 6,45€/kg.

PARMIGIANO REGGIANO Seconda settimana consecutiva di recupero del Parmigiano Reggiano quotato alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma. 5 centesimi recuperati ancora dal 12 e dal 24 mesi di stagionatura. Nello specifico 7,35-7,75€/kg è la quotazione del 12 mesi di stagionatura e tra 8,75 e 9,10€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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