Martedì, 30 Dicembre 2014 11:16

Economia parmense: alimentare e meccanica in ripresa In evidenza

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Il quadro d'insieme dell'economia parmense però resta difficile. La Camera di Commercio di Parma presenta i rapporti sulla Congiuntura nel secondo trimestre e sul sistema imprenditoriale nel terzo trimestre dell'anno.

Parma 30 dicembre 2014 - I trend positivi di export e ordini dall'estero si consolidano in due settori chiave per l'economia del territorio, mentre prosegue la recessione nelle costruzioni, nel commercio e nell'artigianato, seppure in modo meno intenso dell'anno scorso. Anche i dati aggiornati sull'anagrafica delle imprese offrono segnali timidamente positivi: nel terzo trimestre le aziende presenti in provincia di Parma sono aumentate di 58 unità.

C'è spazio per luci e ombre negli ultimi rapporti statistici dell'anno prodotti dall'Ufficio studi della Camera di Commercio di Parma, il Rapporto congiunturale sul secondo trimestre 2014 e il Rapporto sul sistema imprenditoriale parmense nel terzo trimestre.
Permane senza dubbio un quadro recessivo, come evidenziano i dati negativi relativi ad artigianato, commercio e costruzioni, ma anche alla gran parte dei settori in cui opera l'industria manifatturiera. Tuttavia i settori dell'industria alimentare e della meccanica hanno consolidato trend positivi, specialmente legati agli affari con i mercati esteri, e hanno così contribuito a mantenere i valori congiunturali per il settore dell'industria a un livello migliore rispetto all'anno precedente.
In lieve miglioramento pure la fotografia dello stock delle imprese parmensi al 30 settembre del 2014: aumentano soprattutto le imprese di capitali che portano il tasso di crescita imprenditoriale a un valore, seppur di poco, positivo (+0,1 per cento).

PR CCIAA Economia

Rapporto congiunturale
Nel secondo trimestre del 2014 la produzione delle imprese dell'industria manifatturiera di Parma è diminuita dello 0,3 per cento, un calo sensibilmente più contenuto rispetto a quello dei dodici mesi precedenti (-1,8). La contrazione ha riguardato le imprese fino a 9 dipendenti (-1,1 per cento) e quelle tra 10 e 49 dipendenti (-1,6 per cento) mentre la produzione delle aziende più grandi, tra i 50 e i 499 dipendenti, più propense ad esportare, è cresciuta dell'1,2 per cento. La flessione produttiva è stata più intensa nelle industrie della moda (-5,7 per cento), della fabbricazione e lavorazione dei minerali non metalliferi (-6,2 per cento), delle "altre manifatturiere" (tra queste chimica, ceramica, carta-stampa-editoria) e del trattamento dei metalli (-2,7 per cento). Variazioni positive si registrano invece nell'industria alimentare (+3 per cento) e nelle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto (+1,9 per cento).

Il fatturato ha ricalcato l'andamento della produzione. La lieve diminuzione (-0,1 per cento) è apparsa più contenuta rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-1,3 per cento) e più lieve di quella regionale (-0,9 per cento). Anche in questa dimensione si distinguono le buone performance dell'industria alimentare, che fattura il 4,2 per cento in più rispetto al secondo trimestre 2013, e, in modo più contenuto, quelle delle industrie meccaniche elettriche e dei mezzi di trasporto (+1,6 per cento). Le imprese minori, fino a 9 dipendenti, soffrono un calo dell'1,3 per cento così come le piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti) perdono lo 0,9 per cento. Cresce invece dell'1,2 per cento il fatturato delle aziende da 50 a 499 dipendenti.

Ad allentare la morsa della recessione sono soprattutto le vendite all'estero che da aprile a giugno sono cresciute del 4,7 per cento rispetto all'anno scorso.
Le industrie alimentari e quelle meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto hanno realizzato ottimi risultati segnando una crescita del fatturato estero rispettivamente del 6,9 e del 4,6 per cento. Le imprese minori, quelle da 10 a 49 dipendenti, sono state le più dinamiche (+5,1 per cento) seguite dalle medie, da 50 a 499 dipendenti (+4,5 per cento).

I progressi nello sviluppo dei mercati esteri si evidenziano anche attraverso l'indicatore degli ordini esteri, in crescita del 6,2 per cento. Anche in questo caso, i migliori risultati arrivano dalle industrie alimentari (+7,2 per cento) e dalle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto (+7,7 per cento).
Non va bene invece l'artigianato, dove tutti gli indicatori congiunturali hanno segnato risultati peggiori rispetto ai dati della totalità delle imprese manifatturiere. Il secondo trimestre si è chiuso per le imprese artigiane con un bilancio nuovamente negativo, anche se in misura meno accentuata rispetto al trend dei dodici mesi precedenti. A livello provinciale, tutti gli indicatori sono negativi ad eccezione delle vendite e degli ordini verso il mercato estero. La produzione è diminuita dell'1,3 per cento, ma nei dodici mesi precedenti il calo era stato del 3,9 per cento; le vendite calano pure dell'1,3 per cento, tuttavia quelle all'estero crescono del 3,3 per cento, accelerando rispetto al +1,5 per cento registrato nel primo trimestre. Crescono inoltre gli ordini dall'estero (+3,7 per cento), con un miglioramento rispetto al trimestre precedente (+2,6 per cento).

L'industria delle costruzioni accusa una nuova contrazione del volume d'affari del 6,6 per cento, in misura minore rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-8,1 per cento). L'Emilia-Romagna mostra un andamento meno pesante (-3 per cento) mentre l'Italia accusa una flessione analoga (-6,7 per cento).
Nuovamente recessivo il quadro legato al commercio al dettaglio: le vendite sono diminuite del 4 per cento nel secondo trimestre, dopo un primo trimestre in cui il calo era stato del 3,1 per cento. La recessione in questo settore prosegue ininterrottamente ormai da sei anni. A soffrire di più sono le vendite di prodotti alimentari (-5,2 per cento), mentre i generi non alimentari si attestano al -4 per cento. Diminuiscono lievemente anche le vendite nel contesto della GDO (ipermercati, supermercati e grandi magazzini): -0,2 per cento, in miglioramento rispetto al dato del primo trimestre (-3,5 per cento).

Rapporto sistema imprenditoriale
Durante il terzo trimestre 2014 sono nate 506 imprese a fronte di 448 cessate. Il flusso iscrizioni-cessazioni ha quindi originato un saldo positivo di 58 imprese pari a un tasso di crescita imprenditoriale del +0,1 per cento (era -0,1 per cento nello stesso trimestre del 2013). Il tasso regionale si è attestato allo stesso valore (+0,1 per cento), leggermente inferiore rispetto a quello nazionale (+0,3 per cento).
Le poche iscrizioni registrate nel periodo riescono comunque a generare un saldo positivo a causa della flessione delle cessazioni. In particolare, sono le società di capitali che, crecendo in numero, compensano la contrazione di società di persone e di imprese individuali.
Tra l'inizio di luglio e la fine di settembre si sono iscritte al Registro Imprese 135 società di capitale, 41 società di persone, 314 imprese individuali, 16 imprese costituite in "altre forme". Nello stesso periodo sono state invece cessate 58 società di capitale, 44 società di persone, 340 imprese individuali e 6 imprese costituite in "altre forme".
Si è riscontrato un aumento delle attività di servizi di alloggio e ristorazione (+24 unità) e delle costruzioni (+ 17 unità), mentre calano le imprese del commercio e dell'agricoltura, le attività manifatturiere e le attività immobiliari.
(fonte CCIAA Parma)

(Documenti Allegati in pdf)

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