Di Eva Bergamo (Quotidianoweb.it) Roma, 20 novembre 2024 - Il famoso centro commerciale situato nel cuore della città, in quella Rialto sempre trafficata, densa di turisti e ristoranti, alza bandiera bianca causa insanabili problemi di bilancio. Soprannominato "il regno del lusso", situato in un edificio molto conosciuto in città - creato nel tredicesimo secolo e legato alle esigenze commerciali della Repubblica di Venezia, ora di proprietà del gruppo Benetton - lo splendido polo dedicato allo shopping presenta un rendiconto in rosso per 100 milioni di Euro.
Il "Fontego", come lo chiamano i veneziani, è uno dei più prestigiosi palazzi sul Canal Grande, ospita al suo interno affreschi di Giorgione e Tiziano e la sua terrazza è una delle mete iconiche dei turisti, che però hanno evidentemente diminuito il budget dedicato allo shopping costoso; secondo la dirigenza, il crollo degli affari nel nostro Paese è dovuto principalmente alla "perdurante riduzione del turismo proveniente dalle aree asiatiche che rappresenta la maggior parte della clientela dei beni personali di lusso".
L'annuncio ufficiale è arrivato direttamente dal gruppo parigino LVMH, che gestisce il centro tramite la società di Hong Kong DFS Group, controllata direttamente dal colosso francese dell'alta moda. Sembra che il gruppo di gestione sia intenzionato a tenere aperti i negozi fino al primo semestre del prossimo anno, per poi chiudere le attività e non rinnovare il contratto di locazione, in scadenza il prossimo settembre. Pare siano già state predisposte le lettere di licenziamento per i 226 dipendenti della struttura.
La crisi, già nell'aria, si è però acutizzata nel 2024, nonostante la collaborazione con un altro centro commerciale di LVMH, La Samaritaine di Parigi Pont-Neuf, tempio dello shopping di lusso situato in uno spettacolare edificio Art Nouveau a due passi dalla Senna, che oltre allo storico grande magazzino comprende anche un hotel, dodici ristoranti, uffici, residenze e un asilo nido. La campagna "Venezia-Parigi tête-à-tête", partita lo scorso febbraio e conclusa alla fine di giugno, ha visto un gemellaggio tra i due poli commerciali, ognuno espressione della propria città e delle sue tipicità, che sono state messe a confronto attraverso i simboli che le rappresentano nell’immaginario collettivo: le architetture di Venezia e quelle di Parigi, il Pont-Neuf e il Ponte di Rialto, il Bistrò e il bacaro, i piccioni e i gabbiani, la metropolitana e il vaporetto. Senza dubbio una bellissima iniziativa, commerciale e culturale, ma che purtroppo non è riuscita a risollevare le sorti del declinante Fondaco.
Intanto, nel tentativo di salvare la situazione e i posti di lavoro, la Regione Veneto sta studiando una soluzione per tamponare il problema, che rischia di lasciare un vuoto urbano nella città lagunare, ma soprattutto di mettere in crisi 226 famiglie. Dopo un incontro preliminare volto alla creazione di un tavolo di lavoro, è uscito l'intento di "dare continuità al futuro del centro commerciale, cercando di dare un solido futuro imprenditoriale al sito, definendo un modello di business in grado di rispondere alle dinamiche del mercato del lusso e dei flussi turistici della città".
Le istituzioni venete hanno convocato i sindacati e il gruppo dirigente del colosso LVMH, che nel 2023 ha raggiunto un utile netto di 15 miliardi di euro e il cui fondatore Bernard Arnault, è per Forbes l'uomo più ricco al mondo nel 2024, con un patrimonio di 233 miliardi di dollari, e che controlla quasi i due terzi del mercato della moda e del lusso a livello globale.
Si auspica quindi di trovare una soluzione che permetta la continuazione dell'attività, facendo leva sul colosso francese, il cui appeal finanziario appare innegabilmente solido e in costante crescita.
Se questa speranza non si tramuterà in realtà, l'Assessore regionale al Lavoro, Valeria Mantovan, medita di ricorrere ad un ricollocamento del personale tramite il supporto delle risorse a disposizione della Regione.
Ciò che appare chiaro è che, con questa ennesima crisi, Venezia perde un altro pezzo della sua storia, oltre allo status di "gioiello di nicchia", mentre per le calli impazza il turismo mordi e fuggi che sta devastando le attività commerciali e l'assetto urbano della città più bella del mondo.
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Lo storico polo del lusso non resiste alla crisi e chiude i battenti, deteriorando ulteriormente l'economia della città e lasciando disoccupati 226 dipendenti.