Di Mita Valerio Roma, 10 ottobre 2024 - Ha, infatti, preso il via il 2 ottobre, giorno di pubblicazione dell’avviso, e terminerà il 28 novembre, la presentazione dei progetti da parte degli enti interessati ad assumere i giovani.
La prima fase, che potremmo definire sperimentale, di questa iniziativa, prevede che vi possano prendere parte ben mille giovani.
Gli ambiti compresi nel progetto sono molteplici, spaziano infatti tra le attività più varie che ruotano intorno al mondo dell’agricoltura.
Promozione e tutela dei prodotti agricoli, del made in Italy, conoscenza e diffusione delle abitudini più corrette per uno stile di vita alimentare equilibrato, utile a prevenire disturbi connessi all’alimentazione.
Educazione ambientale, iniziative ricreative rivolte ai bambini e ai ragazzi e a persone con disabilità o soggetti fragili in generale.
Si tratta quindi di attività anche terapeutiche, ma allo stesso tempo educative, di promozione, di tutela, di valorizzazione, di quello che è un mondo che molte volte non è considerato nel giusto modo, il mondo dell’agricoltura, appunto.
L’iniziativa, viste le premesse, potrà certamente catturare l’interesse dei giovani che parteciperanno e rappresentare, allo stesso tempo, un’ottima opportunità per introdursi nel mondo del lavoro e fare le prime esperienze.
Sarà certamente questo un primo bagaglio formativo di cui questi giovani potranno far tesoro e magari rappresentare il primo passo verso una carriera lavorativa più lunga nello stesso settore.
Si dà la possibilità di acquisire, in questo modo, "competenze trasversali in ambito agricolo e agroalimentare" che possano appunto facilitare un aumento degli occupati in questo specifico settore.
“Per la prima volta i giovani potranno servire la patria con una attività di valore agricolo”, ha commentato il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.
Nella regolamentazione è previsto che gli enti che si occuperanno delle assunzioni sono tenuti ad indicare il territorio dove si svolgerà l’attività.
Da questo dipende infatti il numero massimo di operatori volontari che saranno attribuiti.
Ad esempio, cinquanta operatori in caso di programma di intervento su territorio regionale, di provincia autonoma oppure di più province o città metropolitane della stessa regione.
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