Dopo il rally dei prezzi e l’andamento sinusoidale dei consumi degli ultimi anni, influenzato in parte dal Covid e dall’instabilità internazionale, il settore delle Proteine del Siero sta vivendo una fase positiva a livello mondiale. “Alcune opportunità si potrebbero aprire anche per l’Italia, anche se lo scenario è in parte più complesso rispetto ad altre realtà estere più strutturate e con centri di ricerca e sviluppo decisamente più strutturati – afferma Paulo De Waal, Direttore di Zoogamma, realtà che si occupa anche di valorizzazione delle proteine del siero con la formula WPC 80, con percentuale proteica cioè all’80 per cento -.
Bisogna puntare maggiormente su alleanze fra Operatori e su Ricerca e Sviluppo, così da superare alcune criticità legate alla filiera lattiero casearia italiana, che ha caratteristiche specifiche rispetto ad esempio alle produzioni del Nord Europa, del Nord America o dell’Oceania”.
Ad oggi il principale sbocco del Siero del latte lavorato in Italia resta quello zootecnico, con le oscillazioni di mercato che influiscono sulle rotte commerciali, oscillando fra il mercato interno e aree più lontane, dal Sud Est Asiatico al Far-East.
Eventuali certificazioni kosher e halal potrebbero aiutare, ma l’area R&D resta fondamentale per dare impulso a un’opportunità che per l’Italia deve ancora trovare una più ampia valorizzazione.