Domenica, 22 Ottobre 2023 05:07

Il conflitto del balzello irrita professionisti e forfettari In evidenza

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Di Mario Vacca Parma, 22 ottobre 2023 - Nell’epoca della tanto decantata digitalizzazione dei servizi e del fisco l’Agenzia delle Entrate con la comunicazione inoltrata a mezzo pec ad oggetto specifiche lettere di “compliance” ha creato un nuovo caso che si è evoluto in un massacrante lavoro per i dottori commercialisti tra le comunicazioni con i clienti “forfettari” e lo studio della situazione che ha interessato anche un chiarimento del Ministero dell’Economia e Finanza con l’interrogazione parlamentare 5-10478 del 17 ottobre

Veniamo ai fatti, poco prima dell’estate l’Agenzia delle Entrate ha notificato a tantissimi contribuenti in regime forfettario l’anomalia nella compilazione del quadro dichiarativo RS (Dichiarazione 2022 anno 2021) ovvero la mancata indicazione degli elementi informativi obbligatori richiesti ai sensi dell’art.1 comma 73 della L.190/2014.

Ai predetti contribuenti, pertanto, viene suggerito di trasmettere le informazioni necessarie per una valutazione in ordine alla correttezza dei dati in possesso dell’Amministrazione e/o fornire elementi e informazioni in grado di giustificare la presunta anomalia rilevata.

A tal proposito è doverosa una premessa per comprendere il vuoto informativo creato dal legislatore nell’applicazione del regime forfettario.

Nel campo RS della dichiarazione che in tanti non hanno compilato, i lavoratori autonomi – ovvero i commercialisti che nella stragrande maggioranza dei casi hanno compilato le dichiarazioni, avrebbero dovuto  indicare le spese sostenute nell’anno per i servizi telefonici, i consumi di energia elettrica e le spese sostenute per l’acquisto di carburante ricevuti nell'esercizio della propria attività professionale e quindi fatturate con intestazione alla propria partita iva forfettaria;

Intanto è doveroso osservare che l’adempimento in questione sia una mera comunicazione a livello statistico atteso il fatto che il contribuente forfettario, oltre a non essere obbligato a tenere una contabilità, forfetizza il proprio reddito partendo dal volume dei ricavi (incassi) del periodo di imposta senza peraltro dedurre i costi in via analitica. L’unica funzione del predetto quadro RS è, quindi, quella di fornire una mera informazione riguardo taluni costi dell’attività, peraltro fiscalmente irrilevanti.

In effetti l’Agenzia delle Entrate,  ha già oggi tutte le informazioni disponibili in quanto già presenti “a sistema” dell’Anagrafe tributaria (SDI, Ade, Cassetto fiscale), non provocando alcun ostacolo all’attività di controllo ed accertamento, benche il Mef ha sostenuto che “ in primo luogo, il contenuto descrittivo dell'operazione effettuata e documentata dalle fatture elettroniche non è integralmente disponibile per l'Agenzia delle entrate a causa delle prescrizioni in materia di privacy riguardanti l'utilizzo delle banche dati della fatturazione elettronica. Inoltre, deve sottolinearsi l'impossibilità per l'Amministrazione finanziaria, in relazione ai costi promiscui, di imputare il costo alle relative operazioni e all'eventuale utilizzo personale del bene o servizio acquistato, non potendo conoscere la natura, qualità e quantità dei beni fatturati. Da ultimo, si segnala l'indisponibilità delle fatture nel «Sistema di interscambio» (SDI) relative agli acquisti effettuati presso altri soggetti forfetari; infatti, poiché nel 2021 i forfetari non erano tenuti a utilizzare la fattura elettronica, gli stessi hanno continuato a emettere fatture cartacee che non sono transitate nello SDI".

Ci si imbatte quindi in una evidente contraddizione normativa: L’avere concepito un regime contabile naturale senza inutili adempimenti di sorta, e poi costringere coloro che vi hanno aderito alla compilazione di quadri dichiarativi che, a posteriori, costringono a tracciare alcune delle spese della propria attività ai soli fini statistici, nonostante dette informazioni siano già in possesso dell’Amministrazione finanziaria,  una circostanza alquanto anomala, oltre che in totale contrapposizione con la normativa vigente.

Non si può fare a meno in questo caso che rammentare la previsione normativa di cui all’art. 2 della legge n. 111/2023 dedicata ai “Principi generali del diritto tributario nazionale” che prevede, espressamente, il rafforzamento del divieto da parte dell’Amministrazione finanziaria di richiedere al contribuente documenti (e dati) già in suo possesso.

A seguito dell’ondata di critiche scaturite dall’invio di migliaia di comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate in relazione alla mancata compilazione del quadro RS da parte dei contribuenti forfetari, l’Esecutivo è corso ai ripari, introducendo, nel decreto Proroghe, una disposizione che prevede la proroga al 30 novembre 2024 del termine per gli obblighi informativi posti a carico dei contribuenti in regime forfetario relativi al periodo d'imposta 2021, benchè l’idea e la speranza dei tanti sia quella che le motivazioni poc’anzi espresse inducano l’annullamento definitivo dell’obbligo.

Naturalmente bisogna prepararsi nell’eventualità al 30 novembre nulla cambiasse e pertanto prepararsi  all'invio telematico delle dichiarazioni Mod Redditi 2023 anno 2022 benché si ritenga un dato "inutile" che al momento, si potrebbe dire non in possesso sia dei commercialista e magari degli stessi contribuenti.

Si rende quindi necessario analizzare se nel corso degli anni 2021 e 2022 siano state  ricevute fatture passive intestate alla  p.iva forfettaria per l'acquisto di servizi telefonici, consumi di energia elettrica e  spese sostenute per l’acquisto di carburante.

In caso di dubbio circa l'esistenza o meno di utenze intestate alla propria p.iva potrà essere utile accedere con il proprio Spid sul sito dell'Agenzia ed recarsi al seguente indirizzo - Fatturazione elettronica /Fatture e corrispettivi/ Consultazione/Fatture elettroniche ed altri dati iva/ Fatture ricevute.

Nella quasi  totalità dei casi si presume che non ci saranno fatture di acquisto afferenti a questi consumi e la mancata compilazione risulterà corretta, ed il proprio  commercialista saprà consigliare al meglio.

Ad ogni buon conto si è creato l’ennesimo generatore di costi dettati dall’impiego di tempo e risorse.


La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vicepresidente.

Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.

Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.

Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.

Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.

Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.

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