Di Giuseppe Storti Cagliari, 22 maggio 2023 – L’Asmel è l’associazione di comuni italiani che da sei anni a questa parte è divenuta il contraltare dell’Anci, costituendo una rete di enti locali che si associano secondo la logica dell’associazionismo di servizio in maniera autonoma, favorendo processi di modernizzazione e promuovendo la valorizzazione a livello politico e istituzionale degli Enti territoriali. Il fine ultimo è quello di promuovere il ruolo di sussidiarietà,-principio costituzionale -degli enti locali; che sono gli enti territoriali primari di cosiddetta prossimità, in quanto più vicini ai cittadini. In particolare la rete Asmel si interessa di centralizzazione e di semplificazione degli appalti,nonché di concorsi, e di altri servizi utili agli enti locali; finalizzando la propria azione alla gestione degli stessi in house, cosa peraltro prevista dal Tuel(testo unico in materia di Enti Locali.
E’ di questi giorni la denuncia dell’Asmel, in una nota stampa circa un paventato blocco delle gare d’appalto nel pieno della realizzazione del famoso Piano nazionale di ripresa e resilienza, che a quanto pare rischia- per le difficoltà di gestione- del sistema paese di rivelarsi anziché una risorsa per cambiare le sorti del “bel paese”, l’ennesimo flop: ovvero una sorta di festival delle occasioni perse.
Ecco in sintesi la denuncia dell’Asmel.
Secondo ASMEL, che come detto è la seconda Associazione di Comuni con oltre 4100 aderenti sull’intero territorio nazionale, se il Governo non interviene per superare l’inerzia di ANAC e le resistenze di ANCI, si corre il rischio di un blocco degli appalti e in particolare quelli del PNRR, quasi tutti di valore superiore alle soglie, al di sotto le quali le norme sulla semplificazione consentono gli affidamenti diretti, senza gare.
Queste ultime, a partire dal prossimo primo luglio, possono essere bandite solo da Stazioni appaltanti qualificate. Quelle cui mancano i requisiti, devono rivolgersi a Stazioni appaltanti o Centrali di committenza qualificate. È prevista una fase transitoria, nel corso della quale 7843 Comuni non capoluogo devono rivolgersi a una ristretta cerchia di Enti definiti come qualificati “di diritto”.
Tra essi, 107 Comuni non capoluogo e 130 Unioni di Comuni. “Il rischio di un effetto imbuto, sostiene Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL, è evidente. L’organico dei Comuni capoluogo non può far fronte alle richieste di migliaia di Enti non capoluogo. Né possono supplire le Unioni di Comuni, strutture aggregative di piccoli e piccolissimi Enti che finora hanno inciso solo per l’1,1% sul totale degli appalti comunali centralizzati. La stragrande maggioranza di questi ultimi è stata coperta da altre forme aggregative, le società e le convenzioni tra Comuni”.
“Che però, continua Pinto, non possono operare dal 1° luglio e devono attendere il lungo iter procedurale per l’accertamento della qualificazione posto in capo ad ANAC, chiamata a scrutinare migliaia di richieste degli Enti interessati alla qualificazione. Un incomprensibile ossequio alla tesi ANCI, che da sempre reclama come unica forma aggregativa, l’Unione dei Comuni”. Non mancano poi le critiche pure all’Anac (autorità anticorruzione istituita nel 2009, dalla legge Brunetta).
Eccole: “ANAC potrebbe accogliere con riserva almeno le domande delle Centrali di committenza già effettivamente operative incalza Donato Carlea, Presidente della Centrale di committenza dei Comuni ASMEL, nonché Presidente emerito del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. A distanza di poco più di un mese dal 1° luglio, invece, non è possibile nemmeno estrarre dalla banca dati ANAC gli elementi atti a documentare le capacità operative. In ossequio alla cultura del sospetto, si è voluto caricare l’Autorità di troppe funzioni. Con il rischio, non infondato, di creare le condizioni per inevitabili conflitti di interesse e di ostacolare, non poco, il perseguimento del principio del risultato, che pure il Governo ha messo al primo posto nel nuovo Codice appalti”.
Carlea, una lunga esperienza di Provveditore ai Lavori pubblici in tutt’Italia, ricorda un principio basilare negli appalti: “Un procedimento semplice e lineare, svolto da soggetti competenti ed esperti, porta alla trasparenza e, se si vuole la trasparenza, il procedimento deve essere semplice e lineare, svolto da soggetti competenti ed esperti”.
Fin qui la denuncia dei rappresentanti dell’Asmel, nell’attendere la replica di chi è stato chiamato in causa, occorrerebbe un intervento chiaro e risolutivo del Governo nazionale per rimettere le cose a posto, e chiarire in maniera esaustiva ruoli, competenze e funzioni, dei vari attori che devono realizzare gli obiettivi del PNRR. In caso contrario si rischia il caos, e cosa più grave ancora la restituzione dei miliardi europei che potrebbero essere attribuiti a paesi più virtuosi del nostro.