Il progetto di Rinaturazione del fiume Po assume un ruolo straordinariamente strategico per gli equilibri morfologici e ecologico-ambientali dell’area interessata dal corso d’acqua più lungo d’Italia ed insieme agli interventi di difesa idraulica rappresenta una delle misure più importanti della pianificazione distrettuale attuativa delle Direttive comunitarie acque (Direttiva 2000/60/CE) e alluvioni (Direttiva 2007/60/CE).
Tra gli obiettivi prioritari dell’Agenda ONU 2030 per uno sviluppo più sostenibile un ruolo importante lo avrà necessariamente anche la realizzazione del progetto di Rinaturazione del Po che è stato inserito nel PNRR e recentemente approvato.
Nelle scorse settimane infatti il Programma di Azione da 357 milioni di euro, predisposto dall’Autorità Distrettuale con il fondamentale contributo di AIPo e delle quattro Regioni rivierasche (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto), ha concluso l’iter approvativo sotto il coordinamento del Ministero della Transizione Ecologica ed è stato pubblicato (link alla Relazione e alle Aree di intervento contenute negli allegati 6.1 – 6.2: sito https://www.adbpo.it/pnrr-rinaturazione-po/).
Si tratta di 56 aree di intervento distribuite lungo l’intera asta fluviale, laddove sono maggiori le criticità morfologiche ed ambientali e conseguentemente prioritarie le esigenze di rinaturazione, consistenti in interventi di riduzione dell’artificialità, recupero delle dinamiche morfologiche anche mediante la riapertura di lanche e rami laterali, aumento della naturalità attraverso rimboschimenti e contrasto alle specie alloctone.
Il Programma d’Azione è dunque frutto di un’azione condivisa che ha aggiornato ed integrato le proposte inizialmente contenute nella scheda progetto del PNRR, cercando di garantire in questa prima fase di programmazione la necessaria fattibilità temporale nell’ambito del ristretto orizzonte del 2026.
Data la natura e la tipologia di interventi programmati è assai rilevante richiamare anche il ruolo fondamentale che avrà il Comitato Scientifico, recentemente insediatosi e composto da numerosi specialisti delle Università e degli Istituti di ricerca, per la definizione degli indirizzi operativi per una corretta realizzazione degli interventi e di un solido piano di monitoraggio, necessario per acquisire i dati utili ai fini di verificare l’efficacia del progetto, individuare eventuali interventi correttivi e di manutenzione necessari e quindi replicarne le modalità progettuali ed attuative sperimentate anche in altri contesti fluviali.
Proprio in ragione della strategicità e della natura innovativa del Progetto “Rinaturazione dell’Area del Po”, fondamentale sarà in tempi strettissimi l’attivazione di un processo partecipato sul territorio, finalizzato a coinvolgere le comunità locali e tutti i portatori di interesse e a raccogliere ogni utile contributo per tutte le fasi di avanzamento, realizzative e di futura gestione e monitoraggio degli interventi, rendendo sempre più efficace ed incisiva l’azione di tutela e valorizzazione del Po.
“L’opportunità offerta dal PNRR e dal progetto di Rinaturazione del Po che presentiamo insieme ad AIPo e che ha trovato l’approvazione e il definitivo via libera comunitario è frutto di un lavoro approfondito e realizzato in tempi rapidi dallo staff distrettuale dopo una accurata ricognizione sui territori interessati e un capillare lavoro di aggiornamento e approfondimento tecnico nelle aree interessate degli interventi – ha commentato il Segretario dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Mite Alessandro Bratti - Gli interventi di rinaturazione consentiranno di realizzare un modello tanto necessario quanto alternativo rispetto al passato in grado di incidere positivamente sugli equilibri ecologici del Grande Fiume”. Un progetto articolato che ha richiesto l’impegno fattivo dell’Autorità distrettuale. “Dare maggior spazio al fiume, assecondando, gestendo ed incentivando, compatibilmente con le esigenze di difesa dalle piene, utilizzo della risorsa idrica e navigabilità, i processi geomorfologici all’interno del corridoio ecologico – fluviale più importante d’Italia: è questa l’ottica comune che ha guidato l’ampio ed articolato lavoro avviato lo scorso autunno e svolto congiuntamente ad AIPo e con gli importanti contributi delle Regioni e degli enti gestori dei Parchi e siti Rete Natura 2000” – ha aggiunto l’ingegner Andrea Colombo di AdBPo.
Il Piano di Rinaturazione nel PNRR
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il documento strategico richiesto dalla Commissione Europea a ciascuno degli Stati Membri per accedere ai fondi. Uno dei pilastri sul quale si fonda il PNRR riguarda la transizione ecologica che prevede un processo in grado di passare da un modello sociale ed economico basato sull’uso intensivo delle risorse ambientali ad uno in grado di impiegare, proteggere e valorizzare l’inestimabile capitale naturale, ponendolo alla base del modello di sviluppo collettivo comunitario. In sostanza con il termine “Transizione ecologica” si vuole intraprendere le grandi sfide progettuali per salvaguardare il pianeta al fine di migliorare gli standard che l’hanno penalizzato nel decenni precedenti, incidendo pesantemente sugli equilibri climatici e incrementando così i rischi potenziali e reali e le molteplici criticità strettamente correlate; tra queste la dipendenza dai combustibili fossili, dalla perdita progressiva di biodiversità, fino alle sempre maggiori disuguaglianze a tutte le latitudini e all’interno degli stessi paesi.
E’ in questo contesto così complesso che si colloca il progetto di “Rinaturazione dell’Area del Po”, previsto dall’Investimento 3.3 del PNRR, che rappresenta per ambito territoriale (intera asta fluviale) e risorse stanziate (357 milioni di euro) una grande opportunità per rilanciare e realizzare un grande ed aggiornato progetto già disponibile negli strumenti di pianificazione distrettuale e regionale, nel perseguimento degli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030.
Il Po, con i suoi 652 chilometri di lunghezza e i 71.000 km2 di bacino idrografico, è da sempre un importantissimo corridoio ecologico, che attraversa l’intera pianura Padana, una delle aree più antropizzate d’Europa e dell’intero paese che comunque conserva ancora oggi un buon potenziale di recupero dei processi geomorfologici, ecologici e di biodiversità e costituisce un bene comune di straordinaria rilevanza sociale e ambientale: un patrimonio insostituibile da conservare e valorizzare soprattutto per le generazioni future.
Roadmap
L’approvazione del Programma di Azione con Decreto del Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale n. 96 del 2 agosto 2022, è arrivata a seguito della verifica di coerenza con gli obiettivi del progetto da parte della Cabina di Regia composta dal Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), dall’Autorità distrettuale del fiume Po, da AIPo, dalle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Dopo una prima fase di partecipazione finalizzata a comunicare ed informare il territorio sugli obiettivi e sui contenuti del Programma e delle diverse aree interessate dagli interventi, sarà l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo) che avrà la competenza diretta sull’avvio della progettazione e sulla successiva realizzazione dei lavori del progetto nelle aree interessate.
[FOTO ALLEGATA: IL FIUME PO LUNGO IL TRATTO MEDIO-PADANO]