Venerdì, 13 Marzo 2020 06:20

Exploit del "sistema moda", ma l'export reggiano fa -0,3% In evidenza

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Lieve flessione nel 2019 dopo il record dell’anno precedente. Brusca frenata del metalmeccanico sul mercato tedesco (-3,7%), spagnolo (-6,9%) e del Regno Unito (-7,9%). Al recupero non basta l’aumento in Francia (+7,9%) e Usa (+1,9%).

Reggio Emilia 12 marzo 2020 - Nonostante abbia sfiorato i 10,7 miliardi di euro, nel 2019 l’export reggiano ha fatto segnare una leggera flessione, pari allo 0,3%, rispetto al livello record stabilito nell’anno precedente.

In calo, contemporaneamente, anche le importazioni che, con una contrazione dell’1,7%, sono scese a poco più di 4,2 miliardi, con un lieve miglioramento del saldo dei nostri scambi con l’estero.
Pur scontando la flessione delle vendite all’estero, il nostro territorio ha comunque confermato l’undicesimo posto, a livello nazionale, nella graduatoria delle province esportatrici.
Ad incidere particolarmente sulla contrazione registrata nel corso dell’anno passato, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati Istat, è stato sicuramente l’andamento delle vendite oltre frontiera delle settore metalmeccanico che, con quasi 5,6 miliardi, rappresenta oltre la metà dell’export reggiano. In questo comparto, la flessione osservata in un anno ha raggiunto il 3,1%

Le difficoltà delle industrie reggiane del settore si erano già evidenziate nel corso del 2019, dapprima con il progressivo calo della produzione e, soprattutto negli ultimi mesi, con l’aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate.

Le esportazioni del comparto verso la Germania, il principale acquirente della metalmeccanica “made in Reggio Emilia”, ha registrato un calo del 3,7%, scendendo da 817,2 a 786,7 miloni di euro; in diminuzione anche le vendite verso la Spagna (-6,9% e un valore di poco più di 317,2 milioni) e verso il Regno Unito (-7,9%; 240,8 milioni). In decisa controtendenza, invece, l’andamento delle vendite della metalmeccanica destinate alla Francia – nostro secondo acquirente del comparto con 658,3 milioni -, cresciute del 7,9%, e agli Stati Uniti (+1,9%; 635,1 milioni).
In calo dello 0,3%, poi, le vendite del settore ceramico, passate da poco meno di 1.095 milioni a quasi 1.092 milioni, e quelle di apparecchi elettrici che scendono del 2,6% attestandosi a quasi 644 milioni.

Fra le eccellenze del manifatturiero reggiano, regge e si rafforza il settore moda che, con un incremento del 7,5%, nel 2019 ha superato 1,8 miliardi di esportato (erano poco più di 1,7 miliardi nel 2018). I primi quattro Paesi acquirenti del fashion reggiano – tutti del Vecchio Continente, ai quali sono destinati 894 milioni di merci del settore – registrano andamenti in crescita, anche a due cifre. Le vendite verso il Regno Unito mettono a segno un incremento del 24,4% superando i 300 milioni; alla Germania sono destinati 263,5 milioni di merci (+12%); passano da 179 a 182,8 milioni le vendite verso la Francia (+2,1%) e ammontano a 147 milioni quelle verso la Spagna (+5,8%).

Anche per i prodotti della trasformazione alimentare si osservano andamenti positivi: il settore, con oltre 630 milioni di prodotti venduti oltre frontiera registra una crescita dello 0,9%. In particolare aumenta l’export di prodotti dell’industria lattiero-casearia (Parmigiano-Reggiano) che, con un +8,6%, raggiunge quasi i 286 milioni; è del 3,1% l’incremento registrato dalle vendite di carne lavorata e conservata (salumi) che passano da 50,1 a 51,7 milioni. Si fermano 83,6 milioni, in lieve flessione pari allo -0,2%, le esportazioni di bevande (Lambrusco).
Relativamente ai territori di destinazione delle nostre merci, l’Europa continua ad assorbire oltre il 70% delle vendite all’estero: sono infatti, oltre 7,6 i miliardi che hanno come destinazione il Vecchio Continete, in aumento, rispetto al 2018, dell’1,2%.

Flettono dello 0,6%, e scendono a poco più di 1,4 miliardi, le esportazioni reggiane verso l’America; a contenere il calo sono state le vendite destinate agli Stati Uniti che, in un anno, sono cresciute dell’1,7% raggiungendo i 983,7 milioni.

In forte contrazione le vendite destinate al continente asiatico che, con una flessione del 6,2%, scendono a poco meno di 1,1 miliardi. In calo del 4,7% le esportazioni verso la Cina che scendono a poco più di 300,6 milioni dai 315,3 del 2018.

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