Per questo il Commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik ha mandato all'Italia una lettera e se entro 15 giorni le autorità italiane non forniranno precisazioni idonee, la questione sarà esaminata dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea con l'inevitabile condanna al pagamento di pesanti sanzioni.
A rilanciare la notizia è Confagricoltura, secondo cui "è indispensabile che i ministeri competenti e le Regioni individuino una strategia comune affinché venga superata questa difficile fase, evitando peraltro che si creino situazioni disomogenee sul territorio nazionale". Anche perché ci potrebbero essere ripercussioni per gli agricoltori per il mancato rispetto di una delle misure di condizionalità previste dalla PAC, con possibile revoca dei contributi e richiesta di restituzione di quelli già erogati.
Bisogna, quindi, aggiornare subito la delimitazione delle aree vulnerabili, come previsto dalla legge di stabilità, "evitando però di inseguire 'scorciatoie apparentemente facili' che finirebbero esclusivamente con il mettere ancor più in difficoltà un settore già in crisi". "Ed occorre dare risposte puntuali alle esigenze delle imprese zootecniche che stanno riscontrando notevoli difficoltà ad applicare i numerosi adempimenti previsti dalla normativa sui nitrati di origine agricola anche a causa degli elevati costi di adeguamento".
Confagricoltura auspica "che possa essere concluso rapidamente lo studio previsto dall'Accordo Stato Regioni del 5 maggio 2011 finalizzato ad aggiornare la delimitazione delle aree vulnerabili, anche sulla base del ruolo effettivo sull'inquinamento delle acque esercitato anche dalle sorgenti extra-agricole, così da poter presentare alla Commissione Europea, in conformità con quanto previsto dalla direttiva nitrati, una richiesta supportata da adeguate basi scientifiche".