A Parma incontro molto partecipato su deflusso ecologico ed eventuali deroghe, gruppi tematici per velocizzare le attività e strumenti di analisi comuni per effettuare le proiezioni utili a tutti i portatori di interesse dell'intero bacino del Po
Parma, 8 Febbraio 2018 – L'importanza della conoscenza approfondita del territorio e la capacità di raggiungere obiettivi di comune utilità, concertando le esigenze delle singole aree del paese coinvolte.
L'Osservatorio dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha iniziato, proprio nei giorni scorsi, l'attività 2018 riunendo nella sede di Parma i portatori d'interesse del nuovo esteso comprensorio che – grazie alla legge 221 del 2015 – oggi può contare su confini marcatamente più estesi che includono anche la Romagna, parte della regione Marche e alcune aree della Regione Veneto.
Una delle ragioni della reunion è stata quella di definire le modalità per integrare rapidamente i nuovi soggetti coinvolti individuando un regolamento adeguato per la convocazione degli incontri.
Regole comuni e condivise per portare a breve alla formazione di gruppi territoriali in grado di snellire ulteriormente le procedure e rendere così più sostenibile l'impegno richiesto a ciascuno dei portatori d'interesse del Bacino.
Altro tema rilevante – oggetto dell'incontro – è stato quello del deflusso ecologico e delle eventuali deroghe: occorrerà infatti individuare al più presto utili indicatori meteo-climatici che possano servire agli Osservatori stessi nella definizione delle condizioni di severità che consentiranno le deroghe ai deflussi ecologici. Tema rilevante che interessa tutti gli Osservatori dei distretti del paese.
Gli esperti intervenuti hanno esposto la loro esperienza diretta evidenziando al contempo la possibilità di collaborare fattivamente con il Joint Research Centre della Commissione Europea presso Ispra (CO), ufficio tecnico della Commissione Europea che ha il compito di implementare e gestire il sistema EDO (European Drought Observatory) che utilizza le rilevazioni satellitari e i dati forniti dagli Stati Membri o da reti di osservazione della Commissione Europea stessa.
Successivamente sono stati illustrati ed approfonditi alcuni strumenti di gestione che serviranno a determinare gli scenari di impatto e gli scenari di misura di contrasto e mitigazione delle possibili emergenze.
Il dibattito è proseguito poi tra i vari partners al fine di raggiungere l'acquisizione di una banca dati sempre più aggiornata a servizio degli utilizzi legati all'idropotabile, poiché per la prima volta c'è stato bisogno reale anche di un monitoraggio sugli usi civili. ISTAT ha manifestato l'impegno ad avviare il lavoro con Utilitalia finalizzato ad acquisire i dati relativi, secondo le indicazioni dei distretti, in modo da ottimizzare al meglio il database a disposizione.
All'Osservatorio di Distretto del Po han presenziato anche esponenti del Ministero dell'Ambiente (Elio Carlo, Jacopo Armini) e, come anticipato sopra, di ISTAT (Stefano Tersigni) per presentare l'importante progetto "Creiamo PA": finanziato nell'ambito del PON Governance, che prevede incontri bilaterali tra le Autorità di Bacino distrettuali, alla presenza di funzionari e tecnici specialistici del Ministero dell'Ambiente e dei suoi Enti Tecnici Strumentali, al fine di uno scambio proficuo di conoscenze e buona pratiche, attraverso attività di formazione reciproche tra Dirigenti e funzionari, e dello sviluppo di strumenti tecnologici condivisi per l'acquisizione, la gestione e lo scambio dei dati strategici per la gestione della risorsa idrica e la pianificazione distrettuale.
La full immersion dell'Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici nel Distretto Idrografico del Fiume PO è stata introdotta dal neo Segretario Generale dell'Autorità Meuccio Berselli e concertata in seduta dall'Ingegner Alessio Picarelli dell'Ufficio Tecnico Adbpo.
"In tempi di non emergenza e nella realtà odierna con i cambiamenti climatici sono numerosi gli incontri di questa natura del nostro Osservatorio – ha ribadito Meuccio Berselli – e sono fondamentali per acquisire e condividere tutte quelle conoscenze idrografiche - che nella realtà odierna rappresentano i cosiddetti big data: dati utili essenziali e aggiornati per effettuare in seconda battuta le proiezioni degli scenari futuri del bacino a beneficio di chi ci lavora e opera quotidianamente".