Tutti pazzi per il Prosecco. La caduta del re dell'export doveva essere prevenuta. In un momento di crisi, generale ma anche di settore vitivinicolo, occorreva un maggiore autocontrollo per non arrivare all'intervento della forza dell'ordine.
di Virgilio Parma - 11 ottobre 2015
Un danno di immagine, se verranno confermati i sequestri dei NAS, per la rinomata DOC e e DOCG e per tutto il settore vinicolo italiano che tentava di risalire la china riguadagnando volumi di vendita ma soprattutto redditività.
E' perciò giusta la preoccupazione del Sindaco di Conegliano Veneto, Floriano Zambon, quando afferma che "se il prosieguo dell'indagine confermerà la prima ipotesi di reato, ne scaturirà un danno d'immagine gravissimo, ben superiore a qualche versante di collina sbancato". Infatti potrebbe addirittura essere posta in discussione la candidatura delle colline a patrimonio dell'umanità Unesco che proprio in questi giorni il Governatore Zaia stava riprendendo in mano per portarlo a definitiva conclusione.
Un fulmine a ciel sereno che arriva a seguito dei consueti controlli annuali sui documenti di conferimento delle uve alle cantine.
A non tornare, ai militari che stanno ancora proseguendo nelle indagini, sono i dati delle bolle di carico delle uve conferite confrontati con i quantitativi di vino prodotti.
L'uva registrata in entrata di lavorazione, in molti casi è troppo poca per garantire i quantitativi di vino che stavano per essere immessi sul mercato.
Il sospetto è perciò che qualche grappolo non meglio identificato (e mai registrato né dai venditori né dalle cantine) era finito a fare compagnia alle uve di pregio (glera) registrate regolarmente e stava per finire imbottigliato quale Prosecco "di qualità".
A farne le spese saranno soprattutto il buon nome del prosecco e la fiducia dei consumatori.
Le aziende produttrici invece se la caveranno con una sanzione amministrativa (potrà essere di qualche migliaia di euro) posto che i reati i esame non sono penalmente rilevanti. I vini in lavorazione verranno presumibilmente declassati o al più distrutti. Le multe, come si diceva, potranno essere importanti ma non tanto da compromettere l'azienda e molto probabilmente erano già state conteggiate alla fonte nella quota di "rischio di impresa".
Tutti pazzi per il prosecco. Un'escalation dirompente quella del prosecco che nei primi anni 2000 ha iniziato una scalata fenomenale, anche e soprattutto all'estero, conquistando i palati e, nel corso del 2014, il podio di vino più venduto al mondo superando persino lo champagne. Alla produzione sono dedicate oltre 8000 cantine vitivinicole e 269 case spumantistiche, che immettono sul mercato oltre 330 milioni di bottiglie all'anno - in buona parte esportate - per un giro d'affari complessivo superiore ai 3 miliardi di euro.
Ma segnali che qualcosa non andava per il verso giusto c'erano. Non solo vini taroccati all'estero, come più volte denunciato da Coldiretti, ma produzioni DOC e DOCG esposte sugli scaffali di discount stranieri a prezzi al pubblico irrisori che a mala pena potevano coprire i costi di produzione e commercializzazione.
Anche a chi scrive è capitato di osservare, acquistare e fotografare, il prezioso prosecco in vendita nelle grandi catene tedesche a prezzi talmente bassi da mettere in dubbio la qualità del contenuto della bottiglia.
Ma sulle strategie commerciali delle aziende non si discute e ciascuno i conti in casa sua li sa fare meglio di tutti.
Però, alla luce del sequestro di milioni di bottiglie di dubbia regolarità operato dai NAS in diverse cantine, si è portati a confermare i dubbi che qualche operazione illecita possa essere stata condotta proprio dal cuore del territorio.
Ben venga quindi l'auspicio del Sindaco Zambon di pene severe se verranno confermate le ipotesi di reato.
E' un peccato che si sia dovuti arrivare al clamore determinato dall'intervento dei NAS e non siano riusciti i produttori stessi a bloccare per tempo questo malcostume.
A questo punto viene spontaneo chiedersi a cosa servano gli organismi di controllo e tutela.