Sabato 12 dicembre si è tenuta la conferenza stampa di presentazione sul tema "7 GRANDI PROGETTI -1.500.000 €. PER BIODIVERSITA' E SVILUPPO SOSTENIBILE", organizzata dai Parchi del Ducato per illustrare i Progetti finanziati grazie al Piano di Azione Ambientale 2014/2015 della Regione Emilia Romagna. -
Parma, 15 Dicembre 2015 -
Nei giorni scorsi si è tenuto l'incontro sul tema "7 GRANDI PROGETTI -1.500.000 €. PER BIODIVERSITA' E SVILUPPO SOSTENIBILE", un appuntamento organizzato dai Parchi del Ducato per illustrare i Progetti finanziati grazie al Piano di Azione Ambientale 2014/2015 della Regione Emilia Romagna.
In questa occasione, il Presidente dell'Ente Parchi Agostino Maggiali ha ricordato come "tutti gli interventi previsti in questa nuova tornata di investimenti si pongono come obiettivo comune quello di rafforzare il ruolo dei Parchi come motore di sviluppo sostenibile e di tutela della biodiversità, in un quadro di relazioni istituzionali sempre più "inclusive".
L'idea che i Parchi "ingessino" i territori è ormai sempre più un vecchio ricordo, - ha spiegato Maggiali - e la presenza oggi di tanti amministratori locali, testimonia una volta di più la consapevolezza crescente che l'idea di uno sviluppo socio-economico equilibrato e duraturo non può prescindere dalla "dimensione ambientale". Infine, il Presidente Maggiali ha posto l'attenzione su quanto questi interventi servano come slancio per accrescere le capacità di realizzare obiettivi comuni che fondano sviluppo e tutela ambientale per la valorizzazione del patrimonio naturale come "bene comune".
A completare il quadro è stato un excursus dei singoli interventi progettati, con un focus su localizzazione, finalità specifiche, contenuti progettuali e costi. Un lavoro che si è potuto realizzare grazie agli sforzi dei Responsabili dell'Area Comunicazione Marco Rossi e dell'Area Lavori Pubblici Michele Zanelli.
In chiusura l'Assessore Regionale all'Ambiente Paola Gazzolo ha sottolineato che – l'entusiastica partecipazione di tanti amministratori locali è un segnale che evidenzia la capacità dell'Ente di Gestione dei Parchi dell'area vasta Emilia Occidentale di coinvolgere nelle sue scelte strategiche tutti i territori.
L'Assessore Gazzolo ha ricordato il ruolo di coordinamento, indirizzo e finanziamento svolto dalla Regione a favore delle sue Aree Protette e l'importanza dei tanti strumenti legislativi e di pianificazione che riguarderanno materie legate allo sviluppo sostenibile, come la riforma della Legge sul Turismo, il Piano Aria, la legge sui Rifiuti, la Conferenza sulla Montagna e tanto altro ancora.
In rappresentanza degli amministratori locali presenti, sono intervenuti, sollecitati dal giornalista Andrea Gavazzoli, Claudio Moretti Sindaco di Monchio delle Corti, l'Assessore del Comune di Piacenza, Giorgio Cisini, Paolo Canepari Assessore di Salsomaggiore, Romeo Azzali, Sindaco di Mezzani.
Erano presenti all'incontro anche i tre Consiglieri Regionali Iotti, Lori e Cardinali i sindaci di Collecchio, Bianchi, di Tizzano Val Parma, Bodria, di Corniglio Giuseppe Delsante, di Fornovo Taro, Grenti, il Consigliere provinciale di Parma delegato ai Parchi, Cantoni, diversi Assessori e consiglieri dei Comuni di Sissa-Trecasali, Salsomaggiore e altri.
La difficile convivenza tra "Bio" e "No Bio". Valentino Mercati, patron di Aboca azienda specializzata in prodotti officinali "Bio" di Sansepolcro, denuncia la difficoltà di produrre, seguendo i rigorosi disciplinari di agricoltura biologica, negli ambienti ove la agricoltura convenzionale fa uso massiccio di prodotti chimici.
di Virgilio Parma, 6 dicembre 2015.
Si è appena concluso il summit di Parigi tutto dedicato al clima #Cop21 e, al di là delle buone intenzioni, quello che è evidente è il precario stato di salute del pianeta. Senza pensare ai catastrofici scenari che, dopo ogni summit, vengono diffusi è fuori dubbio che occorre un progetto globale per riportare indietro la lancetta del tempo.
Il riscaldamento dell'atmosfera, sostengono gli scienziati, è stato di 2 gradi rispetto il periodo preindustriale e, considerando che il differenziale termico che ha condotto all'ultima glaciazione è stato di 5 gradi si può ben comprendere quanto sia importante procedere con un programma di "modernizzazione" degli impianti ma anche delle piccole e grandi consuetudini che coinvolge ciascuno di noi per i prossimi 20 anni.
Molto probabilmente anche le produzioni zootecniche entreranno nel mirino della riduzione delle emissioni e la agricoltura convenzionale dovrà anch'essa adattarsi alla nuova era.
La pratica dell'agricoltura biologica è già indirizzata a questo cambiamento appartenendo infatti a quelle misure orientate alla salvaguardia ambientale e non invece, come comunemente viene ritenuto, a una qualificazione del prodotto in quanto tale che, per entrambe delle modalità di coltivazione adottate, deve essere rispettata.
Ma si sa, l'aria ha molta difficoltà a rispettare i confini e, in balia delle correnti, funge da vettore traslocando dal polline ai virus e qualsiasi altro agente chimico che fosse stato disperso nell'aria.
Ecco quindi che le molecole chimiche possono essere facilmente rinvenute nelle produzioni "Bio" coltivate a poche centinaia di metri dalle produzioni ottenute con pratiche di agricoltura tradizionale.
Ed è su questo fattore che si incentra lo sfogo di Valentino Mercati, fondatore di Aboca, azienda toscana che fonda la sua reputazione proprio sulla rigorosa applicazione della agricoltura biologica, riportato nei giorni scorsi da repubblica.it
Come infatti riportato nell'articolo di Maurizio Bologni del 30 novembre scorso dal titolo "Lo schiaffo di Aboca: "Troppi pesticidi nelle terre toscane, ce ne andiamo"", intervenendo a Città di Castello a un convegno su tabacco e territori biologici, il patron di Aboca avrebbe gelato la platea sostenendo che «Siamo circondati da coltivazioni come quella del tabacco ad alto tasso di uso di pesticidi e chimica, incompatibili con le nostre produzioni rigorosamente biologiche» e in seguito avrebbe aggiunto che «Le regole ci sono, ma in agricoltura spesso non vengono rispettate, Comuni e Asl non intervengono».
In sintesi sarebbero queste le principali motivazioni che avrebbero indotto l'azienda toscana a espandersi con le coltivazioni biologiche addirittura in Marocco.
Una scelta strategica che è stata ben delineata anche da un comunicato stampa della azienda stessa che di seguito riproponiamo integralmente.
______________________________________________
Aboca e la ricerca di nuove coltivazioni biologiche
Nel merito del dibattito sull'ipotesi espressa dal Presidente di Aboca S.p.A. Società Agricola, Valentino Mercati, di delocalizzare la produzione agricola dalla Valtiberina in altre parti d'Italia e del mondo va sottolineata la particolare posizione del Gruppo nel contesto mondiale.
Aboca è infatti una grande azienda agricola che conta oltre 800 dipendenti e un fatturato previsto per il 2015 di circa 120 milioni di euro (180 milioni di euro previsti nel 2016) e che ottiene dall'agricoltura biologica i complessi molecolari vegetali per il settore farmaceutico in cui opera attraverso processi di trasformazione ad elevata tecnologia.
A supporto delle crescite previste il Gruppo prevede investimenti per adeguamenti produttivi per oltre 40 milioni di euro nei prossimi tre anni, tutti concentrati nello sviluppo del sito produttivo di Pistrino di Citerna in Valtiberina.
Di pari passo si pone il problema di adeguare la produzione agricola per continuare a garantire la qualità delle materie prime e ciò comporta la necessità di poter pianificare l'espansione delle coltivazioni in aree di produzione agricola difese dall'inquinamento esterno sia dell'aria che delle acque e in zone dove il substrato dei suoli abbia un equilibrio di microflora e microfauna tali da assicurare il perfetto metabolismo delle sostanze vegetali in coltivazione.
Queste particolari esigenze pedologiche possono essere soddisfatte solo se le singole unità di coltivazione si estendono per almeno 100 ettari al fine che possano essere difese da inquinanti esterni.
La possibilità di ampliamento, nel territorio valtiberino, non è possibile date le limitate aree territoriali disponibili per l'agricoltura biologica. Nasce da qui l'intenzione di incrementare lo spostamento delle coltivazioni sia in Valdichiana sia in altre parti del mondo.
La ricerca di questi nuovi terreni si sviluppa su due indirizzi.
Da una parte riuscire a coltivare su grandi superfici con tecniche di agricoltura avanzata, dall'altra riuscire a utilizzare terreni non contaminati da OGM né da inquinanti chimici. Queste sono due esigenze contrapposte, ovvero trovare terreni non inquinati e disporre di manodopera specializzata di cui l'agricoltura biologica necessita, ed è proprio questo quello che Aboca sta cercando di fare.
L'intento dell'azienda è infatti di eliminare l'impatto chimico nell'agricoltura italiana perché questa è la prima leva per il successo economico di questa attività nel mondo.
Il successo internazionale che l'Italia sta avendo con le sue produzioni biologiche lo stanno dimostrando.
La nota di Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!". Agnetti: "Siamo gli unici a chiedere un cambiamento radicale sul fronte dei rifiuti". -
Parma, 29 settembre 2015 -
"Avere raggiunto e superato le 2.000 firme in poche settimane rappresenta un risultato del tutto insperato per una campagna nata unicamente "dal basso" e che non ha ricevuto, né cercato l'appoggio di nessuno. Se non quello dei cittadini di ogni idea ed estrazione sociale a cui attraverso il mio appello ho inteso dare ancora una volta voce. Nel frattempo, la situazione sul fronte dei rifiuti a Parma è ulteriormente degenerata. Ciò anche a causa di una serie di interventi puramente "pubblicitari" quali le ormai famose "casette". Che nessuno utilizza, ma che in compenso graveranno sempre sulle nostre tasche al pari di un altro "flop annunciato come "l'ecowagon". In questa stessa linea alla "non vedo e non sento", ma spreco (soldi pubblici) e getto fumo negli occhi (dei cittadini), si inserisce anche il recente premio per il Comune più virtuoso in tema di rifiuti ritirato dall'assessore Folli. Un riconoscimento che, in realtà, sa di sonora beffa per i parmigiani costretti ogni giorno di più a vivere in una città ridotta a una pattumiera a cielo aperto. Su questo come su altri fronti, Parma si trova dunque in pieno "codice rosso" e non è chiedendo dei semplici correttivi - tipo l'introduzione dei "cassonetti intelligenti"- che si può pensare di cambiare davvero le cose. Il problema può essere risolto solo affrontandolo nelle sue molteplici facce: dalle bollette astronomiche (tanto più inaccettabili considerando anche la presenza del termovalorizzatore o inceneritore che dir si voglia) agli orari e alle modalità della raccolta; dal decoro urbano all'igiene pubblica, per finire con un diverso approccio anche sul terreno della prevenzione e della repressione dei comportamenti incivili. Minacciare infatti nuove sanzioni contro chi non sa più come e dove mettere i rifiuti di casa, mentre al termine del mercato bisettimanale della Ghiaia i dintorni della Pilotta si trasformano in una scena di degrado orripilante dà la misura di una politica anche in questo caso completamente sbagliata e inadeguata. Ciò che pertanto noi chiediamo è un radicale cambiamento di "sistema" in fatto di raccolta differenziata. Che, pur da salvaguardare come filosofia di base, va però adeguata e sviluppata evitando di farne un obiettivo astratto a cui sacrificare ogni volta gli interessi e i bisogni quotidiani della gente. Siamo gli unici a Parma a chiedere questo e continueremo a farlo finché non sarà davvero possibile additare la nostra città come un modello da seguire e da imitare. Per il momento, siamo diventati solo l'esempio, tristissimo e amaro, di come si possa ridurre una delle più belle città d'Italia e d'Europa a una discarica! Una vergogna e un danno anche d'immagine enormi e che i parmigiani non possono più tollerare. Con l'orgoglio che ci deriva dall'essere stati i primi a dire "no!" e dall'avere a cuore solo il bene di Parma, noi pertanto andiamo avanti."
Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"
Numero firmatari dell'appello: 2.005
On line la sesta edizione del report “Sulle tracce dei rifiuti”: dati e mappe per scoprire dove va a finire la raccolta differenziata, già arrivata a quota 51,6% nel bolognese, che alimenta l’economia circolare del recupero e dà lavoro a 17.000 dipendenti in 188 impianti
Bologna - 25 Settembre 2015 -
L’argomento raccolta dei rifiuti e riciclo è sempre all’ordine del giorno e richiama numerose polemiche sulla corretta gestione di raccolta e smaltimento.
Saperne di più non è solo un diritto, ma è anche è possibile: è online la sesta edizione del report “Sulle tracce dei rifiuti” stilato da Gruppo Hera: dati e mappe per scoprire dove va a finire il materiale raccolto.
Il segreto è controllare la filiera del riciclo, tracciarla così da garantire l’effettivo recupero della raccolta, rendendo al contempo chiaro l’intero preocesso che si attiva grazie soprattutto all’impegno ed allo sforzo dei cittadini, ma anche al contributo del Gruppo Hera. Si tratta di numeri arrivati già a quota 51,6% nel bolognese, un risultato che alimenta l’economia circolare del recupero e fornisce lavoro a 17.000 dipendenti in 188 impianti.
Un ottimo traguardo che mira a svilupparsi sempre di più. Sono questi gli obiettivi di “Sulle tracce dei rifiuti”, il report con cui il Gruppo Hera illustra ogni anno mette in evidenza i dati sull’effettivo avvio a recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato.
Uno sforzo di trasparenza per mettere in luce il forte impegno dell’azienda sul fronte della sostenibilità, che si snoda durante tutto il processo di gestione dei rifiuti, dalla raccolta fino al recupero finale: una filiera chiave della cosiddetta economia circolare e della green economy.
Il recupero della raccolta differenziata sale a quota 94,3% nel 2014, percentuali anche quest’anno verificate dall’ente di certificazione indipendente DNV-GL, che tengono conto dei risultati raggiunti in Emilia-Romagna, Marche e nel Nord Est.
Nel report sono riportate 8 mappe, una per ciascun materiale raccolto, che permettono di scoprire quali e dove sono i principali impianti che si occupano del recupero finale. In totale gli impianti coinvolti sono ben 188, di cui 6 nel bolognese, gestiti da 167 aziende, 46 delle quali con sede nel territorio servito dal Gruppo Hera.
Dati che evidenziano un elevato grado di avanzamento nella transizione da una economia lineare, in cui i prodotti sono destinati a diventare rifiuti e a finire in discarica, a un’economia con più recupero, per questo detta “circolare”.
Queste attività si accompagnano alle altre iniziative del Gruppo che promuovono il riuso di prodotti, quali “FarmacoAmico” e “CiboAmico”, che nel 2014 hanno interessato beni per un valore complessivo di circa 380.000 euro, e “Cambia il finale”, che ha consentito di recuperare e riutilizzare oltre 450 tonnellate di ingombranti.
Dall’analisi dei dati, al primo posto per percentuale di recupero si colloca il ferro. Anche del verde occupa una quota importante: nel 2014 nel territorio gestito da Hera il 99% di sfalci e potature hanno trovato nuova vita negli impianti di compostaggio producendo fertilizzanti e terricci o, in misura minore, negli impianti a biomasse ricavandone energia rinnovabile. La plastica, in particolare, viene recuperata all’80,7%, mentre la carta al 96,4%. L’organico, invece, si attesta al 91,1%, ed i metalli contenuti negli imballaggi in alluminio, acciaio e banda stagnata, al 92,9%.
Il miglioramento della percentuale di rifiuti recuperati è legata anche ai buoni progressi della raccolta differenziata: nelle province dell’Emilia-Romagna servite da Hera il dato ha già raggiunto nei primi 8 mesi del 2015 il 56%. Nel bolognese ad agosto 2015 la raccolta differenziata è arrivata al 51,6%, anche grazie ai primi risultati dei progetti nel capoluogo.
Ma è anche da sottolineare il risparmio che la raccolta differenziata riesce a comportare: fino a 25 euro all’anno a fronte di una qualità più elevata.
Ecco come commenta Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera: “Siamo l’unico gestore a pubblicare un report di questo tipo in Italia, uno strumento di trasparenza verso i cittadini che si aggiunge alla rendicontazione che il Gruppo porta avanti da anni con il Bilancio di Sostenibilità – e continua – I risultati positivi sui quantitativi recuperati e sulla differenziata dimostrano l’impegno sempre maggiore del nostro Gruppo nel migliorare l’efficienza di tutta la filiera del riciclo, settore chiave della green economy. Questi risultati sono stati possibili grazie alla realizzazione sul territorio di una decina di impianti esclusivamente dedicati a queste filiere, come ad esempio i biodigestori, che recuperano la frazione organica e producono energia elettrica, e impianti di selezione a lettura ottica per i rifiuti secchi. La volontà è di ridurre sempre di più i conferimenti in discarica: siamo partiti 12 anni fa dal 49% e oggi siamo già scesi al 12,9% (la media nazionale è il 38%) ma non vogliamo fermarci e al 2019 l’obiettivo è di arrivare al 6,8%”.
A una settimana dalla piena del Nure, si cerca ancora il corpo di Filippo Agnelli di Bettola, travolto dal fiume insieme al figlio Luigi, ritrovato invece senza vita, così come Luigi Albertelli di Pontedellolio. E mente si fa la conta dei danni e il premier Renzi annuncia lo stato di emergenza, ricordiamo anche le alluvioni che, nel 2014, hanno colpito anche Parma e Modena.
Piaenza - Nelle due ore che Matteo Renzi ha trascorso a Piacenza, lo scorso 17 settembre, il premier ha potuto valutare di persona, sorvolando la zona con un elicottero, l'entità dei danni causati dallo straripamento del Nure che, una settimana fa, ha travolto due intere valli e provocato la morte di due persone. Si tratta di Luigi Albertelli, 56 anni, guardia giurata di Pontedellolio, e Luigi Agnelli, 43, di Bettola, entrambi travolti dalla furia delle acque. E' ancora disperso, invece, Filippo Agnelli, 67, padre di Luigi, che si trovava insieme al figlio quando la loro auto è stata travolta dalla furia delle acque.
Durante il summit in Prefettura, al quale hanno partecipato anche il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, l'Assessore regionale alla difesa del suolo Paola Gazzolo e i sindaci dei Comuni colpiti, il Presidente del Consiglio ha dichiarato che "appena ci sarà la possibilità tecnica, dichiaremo lo stato di emergenza". "Il governo", ha aggiunto Renzi "farà la propria parte sia per i Comuni con la deroga al Patto di Stabilità, sia per i cittadini, con aiuti dal punto di vista fiscale". E mentre il presidente della Regione Bonaccini promette risorse straordinarie, oltre ai 2 milioni di euro già stanziati per la ricostruzione dei paesi alluvionati, ricordiamo che il disastro che ha colpito il piacentino è solo l'ultimo in ordine di tempo, che l'Emilia ha dovuto sopportare.
Il 13 ottobre 2014, l'esondazione del torrente Baganza ha mandato sott'acqua la zona sud ovest di Parma, per fortuna, senza fare vittime tra le persone, ma provocando ingenti danni, soprattutto nel quartiere Montanara e nella zona di via Po, dove un mix di acqua e fango ha invaso garage e scantinati, arrivando fino ai piani più bassi delle case.
Il 19 gennaio 2014, invece, nel modenese, l'onda della piena causata dalle forti piogge ha aperto una falla nell'argine del fiume Secchia, che ha cominciato a defluire sommergendo 10.000 ettari di territorio colpendo otto Comuni della zona della Bassa, già provati dal terremoto del 2012. Per 48 ore, Bastiglia e Bomporto sono rimaste sott'acqua, con almeno duemila persone bloccate ai piani alti delle case, mentre altrettante sono state evacuate dalla Protezione Civile a mano a mano che le acque del fiume invadevano il territorio. Quasi duemila anche le aziende colpite, milioni i danni subiti dall'economia e dai cittadini che, in poche ore, si sono visti portare via i sogni di una vita. C'è stata anche una vittima, il volontario Oberdan Salvioli, 43 anni, trascinato via dalle acque, mentre tentava di aiutare i suoi concittadini alluvionati.
Se, poi guardiamo a quanto è accaduto nel resto d'Italia, è evidente che i fenomeni si stanno facendo sempre più frequenti e con effetti sempre più disastrosi sulla popolazione.
Da un lato c'è il clima, che sta cambiando velocemente e riserva sempre più spesso precipitazioni abbondanti rilasciate in poco tempo, che vanno a ingrossare i fiumi e i corsi d'acqua. Dall'altro c'è la mano dell'uomo, sempre più indiscriminata quando si tratta di urbanizzazione, a discapito dell'ambiente. Infine, c'è la scarsa attenzione alle opere di manutenzione e controllo dei letti dei fiumi e dei torrenti, dei fossi, degli argini, delle casse di espansione, insieme al consolidamento delle frane e di briglie di contenimento del terreno, oltre, ovviamente, al rispetto delle leggi di tutela del suolo e dell'ambiente.
La parola che si sente pronunciare sempre più spesso, i cui effetti sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti, è "dissesto idrogeologico". All'inizio dell'anno, il rapporto presentato dall'Unione Bonifiche dell'Emilia Romagna ha evidenziato come la nostra regione abbia visto aumentare il rischio del 10% rispetto al 2014 e che, per prevenire altri eventi disastrosi, sarebbero necessari ben 894 interventi, per un importo superiore al miliardo di euro.
Studio statistico dell'Arpa sulle precipitazioni nelle zone colpite: "Un evento assolutamente eccezionale". Notevoli i danni anche nel parmense. Le piogge hanno avuto tempi di ritorno stimati anche superiori a 500 anni (nel parmense 20 anni).
Bologna 17 settembre 2015
Un evento climatico assolutamente eccezionale, quello manifestatosi nel piacentino, con tempi di ritorno anche superiori ai 500 anni in termini di intensità delle precipitazioni.
Un'analisi statistica del servizio IdroMeteoClima dell'Arpa Emilia-Romagna ha prodotto un resoconto di severità delle precipitazioni, effettuato mettendo a confronto le piogge osservate e i riferimenti storici disponibili.
Dall'analisi dei risultati si evince come l'evento di pioggia abbia interessato principalmente i bacini del Trebbia, Nure, Chiavenna, Arda e Taro, facendo registrare valori di precipitazione rilevanti per tutte le durate, con tempi medi di ritorno superiori a 50 anni.
Le piogge hanno avuto tempi di ritorno stimati anche superiori a 500 anni in diverse località e sui diversi bacini, su diverse tempistiche di cumulazione delle piogge.
Alcuni esempi: sul Trebbia a Cabanne i tempi di ritorno sono stimati superiori a 500 anni per piogge cumulate a 1 e 3 ore, comunque superiori a 200 anni su un tempo di accumulo di 6 ore. Sul Nure, per esempio a Farini, i tempi di ritorno sono stati superiori a 500 anni per tutti i tempi di cumulazione, da 1 ora a 24 ore.
Per quanto riguarda il bacino del fiume Parma, le intensità delle precipitazioni non hanno superato i 20 anni di tempo di ritorno, ma sono state comunque significative.
Bignami (FI): Danni non solo a Piacenza, intervenire urgentemente anche nel parmense.
Le piogge torrenziali cadute nella notte del 13 settembre e che hanno causato l'emergenza alluvionale nelle zone del piacentino, avrebbero generato "criticità" anche "nell'Alta Val Ceno, nel parmense, nei comuni montani di Bardi, Varsi, Varano de' Melegari e Bore". E' quanto segnala Galeazzo Bignami (Fi) in una interrogazione alla Giunta.
"Allagamenti, esondazioni di canali e smottamenti- precisa il consigliere tratteggiando la situazione nel parmense- avrebbero provocato rilevanti disagi alla viabilità, con conseguenze di isolamento per alcune frazioni. La scuola materna di Bardi sarebbe stata evacuata dai vigili del fuoco a scopo precauzionale e numerose utenze avrebbero interrotto i servizi".
Il concerto di Ligabue, previsto per il 19 settembre a Campovolo, sarà anche un ECoConcerto: in azione i veicoli fotovoltaici T-Riciclo per la raccolta dei rifiuti. Lo scopo è sensibilizzare il pubblico sul valore della raccolta differenziata
Reggio Emilia – 16 Settembre 2015
Mancano pochi giorni, ormai tutto!
Non sarà solo un grande concerto quello che sabato 19 settembre vedrà 200.000 fan animare il Campovolo di Reggio Emilia pronti a cantare sulle note di Ligabue, ma anche un EcoConcerto, ovvero la sfida lanciata dalla Multiutility Iren Spa con un obiettivo ambizioso: lasciare il Campovolo pulito e sensibilizzare il pubblico sull’importanza ed il valore della raccolta differenziata.
Per farlo Iren ha scelto di affiancarsi a Ecologia Soluzione Ambiente Spa, azienda reggiana che opera da oltre 40 anni nel settore dell’ambiente, che sarà protagonista del progetto grazie a T-Riciclo, un rivoluzionario veicolo per la raccolta dei rifiuti.
Ecologia Soluzione Ambiente fornirà n.5 veicoli T-Riciclo a impatto ambientale zero che a partire dall’alba del 18 settembre, giorno prima dell’evento, saranno impegnati al Campovolo nella raccolta e differenziazione dei rifiuti fino e oltre la fine del concerto di Ligabue.
L’innovazione di TRiciclo è quella di essere il primo veicolo fotovoltaico integrato a pedalata assistita concepito per la raccolta dei rifiuti in ambienti con spazi ridotti e problematici come concerti, parchi gioco, fiere, impianti sportivi, centri storici. Un’intuizione ed un progetto interamente sviluppato da Ecologia Soluzione Ambiente, T-Riciclo è realizzato con materiali riciclati e riciclabili e caratterizzato da un design accattivante.
“Sogna pulito con il fotovoltaico” è il messaggio che Ecologia Soluzione Ambiente vuole trasmettere nel perseguire l’obiettivo di un ambiente più sano e pulito e di una mobilità davvero sostenibile che coinvolga anche la raccolta dei rifiuti.
Lo scopo è quello di fornire tecnologia ecosostenibile per garantire sempre il miglior rapporto tra efficienza ed efficacia nei servizi alla collettività.
Uguale il metodo ma risultati molto differenti. Incursione a Mantova per verificare il sistema di raccolta differenziata porta a porta che Parma ha copiato senza però conseguire un risultato paragonabile.
di Lamberto Colla, Parma 7 settembre 2015 -
Parma come Mantova? Un interrogativo che vorremmo trasformare in esclamativo almeno stando a quanto osservato direttamente le scorsa settimana.
La polemica sui rifiuti non si stempera e il confronto diretto con Federico Pizzarotti, tanto auspicato da Pino Agnetti, promotore delle petizione "Parma non è una discarica, Rifiutiamoci" che dal 19 di agosto ha raccolto quasi 1.800 aderenti, non sembra venire preso in considerazione dal Sindaco di Parma.
A dire il vero il primo cittadino non sembra nemmeno accorgersi della polemica confinandola a "contrapposizioni alimentate per fare qualche copia in più". Secondo il Pizzarotti pensiero, infatti, espresso a margine della conferenza stampa che ha siglato il protocollo d'intesa con la Chiesi farmaceutici, oltre a imputare alla stampa la colpa di dare risalto a una polemica inesistente, ha difeso i risultati conseguiti e sottolineato come la metodologia utilizzata a Parma sia la medesima adottata a Mantova con risultati superiori al 70% (da RepTV).
Un'affermazione che, neanche da dirlo, ci ha incuriositi al punto da spingerci nella vicina città lombarda a verificare di persona.
La prima impressione, entrando nel centro storico di Mantova, è stato di ordine, pulizia e per di più, quasi sapessero della nostra incursione, il servizio ambientale stava diligentemente acconciando le chiome del verde pubblico.
Turisti sparsi qua e là per il centro a immortalare gli angoli più pittoreschi della città storica, giovani e meno giovani che passeggiano tra i tavolini dei ristoranti all'ombra degli ombrelloni e sul lungolago alcuni singoli e famiglie che si godono queste ultime ore d'estate facendo picnic o semplicemente osservando alcuni pescatori al centro del bacino d'acqua di fronte al castello.
Mi sembrava di essere su "Scherzi a Parte". In trasferta a Mantova per registrare il disordine trovo lindo come mai avrei immaginato.
Guardo a terra ma non trovo manco una carta e allora, poco prima delle 10,00, inizio la ricerca dei rifiuti a terra e nei cestini.
Niente, i cestini sono sgombri, seppure dotati di sacchetto nero e solo in prossimità di due esercizi commerciali registro alcuni cartoni.
Mi sorge il dubbio di essere arrivato nel momento sbagliato, di essere giunto proprio subito dopo le pulizie di Pasqua tanto era pulita la città.
Non rimane che confrontarsi con i residenti e i commercianti e finalmente qualche bega si riesce a scovare.
Il comune denominatore è però la puntualità e efficienza del servizio. Gli esercenti intervistati hanno tutti confermato non solo l'efficienza ma anche la puntualità e la gentilezza degli operatori ecologici. Mi informano che alle 10 raccolgono i cartoni e a mezzogiorno, fino al massimo alle 13,00 i rifiuti e alla sera l'organico e il vetro mentre al venerdi è solo il secco a venire raccolto. "Se dovessi dimenticare di esporre i rifiuti, sottolinea una panettiera, gli operatori vengono a chiedermi se non ne ho prodotti". Unico neo, evidenzia un altra addetta a un esercizio di gastronomia, "la Domenica non raccolgono ma passano al lunedi mattino presto".
Alcuni residenti invece osservano che, effettivamente, in centro si sia raggiunto un buon livello di efficienza mentre molti problemi sono ancora riscontrabili nella periferia. "Vada a vedere sul lungolago, i cumuli di rifiuti emettono odori insopportabili e attirano i topi". Un altro residente conferma che c'è stato un sensibile miglioramento con il nuovo Sindaco (Mattia Palazzi del PD eletto nello scorso giugno) mentre poco apprezzate sono le stazioni ecologiche (tre ecoisole collocate in Piazza Virgiliana, Lungolago Gonzaga e piazzale Gramsci) soprattutto per la necessità di utilizzare le card, scomode in particolar modo per gli anziani. Quasi tutti, invece lamentano la totale assenza dei tradizionali bidoni della raccolta dei rifiuti.
L'invito a fare un sopralluogo sul lungolago Gonzaga è stato accolto ma non abbiamo riscontrato i problemi così gravi come esposti anzi abbiamo dovuto constatare che i prati verdi e rigogliosi erano anch'essi immuni da sporcizia o carte abbandonate. Non è da escludere che, in certe circostanze, possano manifestarsi condizioni di maggior degrado ma, stando le cose come osservate, a occhio e croce non credo possano essere particolarmente persistenti.
Più che un'indagine la nostra è stata una critica osservazione del servizio senza alcuna pretesa del rigore scientifico ma che ha comunque confermato i risultati della ricerca condotta dal gestore Mantova Ambiente, su richiesta dell'Amministrazione comunale, quasi un anno fa (Ottobre 2014, quindi ancor prima delle azioni correttive introdotte dalla nuova amministrazione) e che evidenzia come la maggioranza dei cittadini intervistati sia soddisfatta del servizio:
il 65 % delle persone dichiara che il servizio corrisponde alle aspettative,
il 71 % ritiene che la raccolta funzioni e sia ben organizzata,
il 65 % ritiene la raccolta comoda e puntuale.
La nostra impressione, quindi, è stata assolutamente positiva e, all'apparenza, ben diverso è il risultato se confrontato con Parma dove la pulizia e l'ordine è solo un ricordo.
In conclusione se il metodo utilizzato nei due capoluoghi è analogo la differenza abissale rilevata, a tutto vantaggio di Mantova, va allora ricercata nell'organizzazione, nella vigilanza e nel controllo dell'erogazione del servizio di raccolta e, probabilmente, anche nell'educazione di alcuni nostri concittadini.
Vedere per credere! Tra l'altro Mantova è una città che val la pena, ogni tanto, di tornare a visitare.
(scorrere la pagina per guardare la galleria fotografica)
____________________________________________________________
Appendice: la novità introdotte nel 2015 dal Comune di Mantova:
Per le utenze non domestiche è già attivo dal 10/02/2015 un servizio dedicato di raccolta differenziata integrativo, a supporto di esercenti ed artigiani che necessitano di conferire i propri rifiuti differenziati in fascia oraria differente da quella prevista dal calendario di raccolta.
Due mezzi attrezzati con doppia vasca di raccolta, ECOMOBILI, passano per alcune vie del centro storico, seguendo un percorso che prevede la sosta di 10 minuti per ognuna delle 17 postazioni individuate in accordo con la Polizia Locale e i rappresentanti delle categorie commerciali (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA, UPA) per il ritiro delle principali tipologie di rifiuti differenziati (carta e cartone, vetro e lattine, imballaggi in plastica, organico) prodotti in eccesso rispetto alle quantità o in orari diversi da quelli del calendario di raccolta.
Ambiente. In arrivo 9 milioni per rimuovere l'amianto nelle imprese. Le risorse a disposizione con un bando della Regione. Click day il 23 settembre per la prenotazione online della domanda di contributo.
Bologna, agosto 2015 - In arrivo 9 milioni di euro di eco-incentivi per le imprese che rimuovono e smaltiscono l'amianto presente nei luoghi lavoro. Le risorse – messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, nel Piano di azione ambientale, attraverso un bando – puntano alla qualificazione ambientale e alla tutela dei lavoratori.
A partire dal prossimo 23 settembre, una sorta di click-day, collegandosi al portale Ambiente le imprese potranno effettuare la prenotazione online della domanda di contributo.
L'iniziativa, già sperimentata negli anni scorsi, ha l'obiettivo di sostenere l'impegno di quelle aziende che mostrano di voler qualificare il proprio ambiente di lavoro attraverso la rimozione di coperture o coibentazioni contenenti cemento-amianto.
Il bando è stato costruito sfruttando anche le recenti semplificazioni in materia di aiuti di Stato emanate dall'Unione europea, con particolare riferimento al nuovo regolamento di esenzione in materia di tutela ambientale. Il contributo massimo erogabile sarà di 200mila euro per ciascuna impresa del territorio regionale.
Si tratta di contributi che verranno concessi secondo l'ordine cronologico di arrivo, verificando prima la documentazione progettuale completa che sarà richiesta unicamente a quelle imprese che si collocheranno in posizione utile in graduatoria.
In questo modo si eviterà di appesantire inutilmente di adempimenti tutti i partecipanti al "click day".
"Tutelare l'ambiente significa tutelare il lavoro, e la Regione con il bando vuole dare un segnale chiaro in questa direzione – sottolinea l'assessore all'Ambiente Paola Gazzolo – Con queste risorse vogliamo sostenere le imprese che hanno la sensibilità e la volontà di migliorare. Il provvedimento poggia sulla consapevolezza che la soluzione definitiva al problema è nella rimozione di tutto l'amianto presente nel territorio: un processo, questo, che richiede risorse e tempo".
(Fonte Regione Emilia Romagna)
Il Governo ha dato il via libera al piano nazionale che assegna all'Emilia-Romagna le risorse per interventi di prevenzione di alluvioni sulla costa, per la pianura di Ravenna, nella città metropolitana di Bologna e a Parma.
"E' una notizia straordinaria" - ha sottolineato il presidente Bonaccini -. Con questo piano sono state accolte tutte le nostre richieste per realizzare interventi strategici per la sicurezza di cittadini e imprese".
Bologna agosto - Oltre 100 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico. Il Governo, lo scorso 6 agosto, ha dato il via libera al piano nazionale che assegna all'Emilia-Romagna risorse per interventi per prevenire le alluvioni sulla costa, per la pianura di Ravenna, nella città metropolitana di Bologna e a Parma.
Gli interventi in Emilia-Romagna
Tre le fasi di attuazione del piano nazionale a partire dalle fine del 2015. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, le aree in cui partiranno i primi cantieri già finanziati sono il tratto della costa che va da Ferrara a Rimini (che avrà subito l'intero finanziamento di 18,5 milioni di euro, cui si aggiungono 1,5 milioni di risorse regionali già rese disponibili) e il territorio bolognese (che quest'anno riceverà 8,8 milioni di euro sui 24,3 totali di euro). Da subito inizieranno quindi lavori per oltre 28,8 milioni di euro.
Costa e Romagna
Viene finanziato da subito il progetto di ripascimento con sabbie sottomarine - il cosiddetto "Progettone 3" - che interesserà i tratti della costa per un totale di 18,5 milioni di euro di risorse nazionali, a cui si sommano 1,5 milioni di euro di risorse già rese disponibili dalla Regione. Gli interventi riguarderanno i Comuni di Comacchio, Ravenna, Cervia, Cesenatico, Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione e Misano Adriatico. Nel 2016, inoltre, il Piano stralcio sulle aree urbane a rischio individua tra le opere strategiche anche il completamento delle casse del Senio a salvaguardia del territorio della Bassa Romagna (finanziato con 8,5 milioni).
Bologna
Il territorio della Città metropolitana di Bologna riceverà in tutto 24,3 milioni. I primi interventi, immediatamente cantierabili e finanziati con 8,8 milioni di euro, riguarderanno la messa in sicurezza della pianura bolognese, con il completamento della cassa di Bagnetto nei comuni di Sala Bolognese e Castello d'Argile (7,5 milioni di euro), la sistemazione del torrente Ghironda a Zola Predosa (560.000 euro) e interventi sulle arginature dei fiumi Reno e Samoggia (720.000 euro per tre interventi).
Nel 2016, poi, partiranno gli ulteriori interventi, per un totale di 15,5 milioni di euro, che riguarderanno la sistemazione idraulica dei principali corsi d'acqua che attraversano la pianura e la città di Bologna (Navile, Samoggia, Reno, Idice, Sillaro e Santerno). Inoltre sono finanziati il potenziamento delle pompe dell'impianto de "Il Conte" a Sala Bolognese e il completamento della cassa di laminazione del torrente Lavino in comune di Zola Predosa.
Parma
Nel 2016 sarà realizzata, inoltre, la cassa di espansione sul torrente Baganza, grazie a 55 milioni di euro, per la quale Aipo sta sviluppando la progettazione con la partecipazione di tutti gli Enti locali coinvolti, con l'obiettivo di arrivare al definitivo entro l'anno.
(Fonte Regione Emilia Romagna)
Il contatore della pagina web "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!" si incrementa di ora in ora. La petizione web lanciata da Pino Agnetti ha già raccolto oltre 1.200 adesioni in soli 4 giorni, numeri che l'amministrazione comunale dovrà, in qualche modo, tenere in considerazione. La polemica continua nel silenzio del Sindaco.
A seguire la dichiarazione di Pino Agnetti sui primi risultati dell'iniziativa.
"Nessun trionfalismo. - dichiara Pino Agnetti - Ma avere raggiunto e superato in appena tre giorni le mille firme al mio appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!" è un risultato che si commenta da sé. Tenuto anche conto che, "dietro", non ci sono né partiti, né lobbies e interessi d'alcun genere. Ma solo quella Parma che da troppo tempo nessuno ascolta più e alla quale, come già per piazza Duomo, mi sono impegnato a dare voce. Torno a ripetere ancora una volta che noi non siamo "contro" la raccolta differenziata. Anzi! Ma contro un "sistema" che ha chiaramente fallito e che a questo punto rischia di provocare danni irreversibili. Oggi Parma - lo dicono e lo vedono tutti! - è un immondezzaio a cielo aperto, con i crescenti problemi di igiene pubblica e di più generale degrado ambientale che ciò comporta (penso anche ai mezzi per la raccolta antiquati e altamente inquinanti nonché fonte per tutto il giorno di grave disturbo alla quiete pubblica!). Se a questo si aggiungono le bollette alle stelle, il quadro è completo. Sarebbe dunque questo il "modello" da proporre e allargare al resto del Paese? Assurdo solo pensarlo! Ancor di più, averlo scritto in una lettera ufficiale al capo del governo! Una offesa bella e buona per una città già esasperata e che, giustamente, si è sentita presa in giro. L'inciviltà (sempre da condannare e nel caso sanzionare) nasce anche da qui. Dal sentirsi completamente abbandonati come cittadini. E dal rifiuto ostinato di chi li amministra di dare loro ascolto. Né le cose potranno certo migliorare ricorrendo a dei "correttivi" - tipo le "isole ecologiche" - destinati solo ad aumentare costi e disagi per i cittadini stessi. No, ciò che serve è un cambiamento radicale. Sapendo che un degrado così, di cui i rifiuti sono solo l'aspetto più evidente, a Parma non si era mai visto. Dall'America dove si trova il sindaco Pizzarotti tace. Noi però non ci rassegniamo. E finché qualcuno non deciderà di ascoltarci, andremo avanti!".
Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"
Numero dei firmatari dell'appello: 1.200
https://www.facebook.com/pino.agnetti
https://www.facebook.com/pages/Parma-non-%C3%A8-un-discarica/1615595672035841?ref=hl
Per il Sindaco Federico Pizzarotti Parma è un esempio da clonare a livello nazionale tanto da suggerire il suo modello al Premier Renzi, per alcuni movimenti cittadini il rischio sarebbe di fare diventare l'Italia una discarica a cielo aperto "come Parma".
di Lamberto Colla Parma 20 agosto 2015 - -
Rifiuti, croce e delizia del Sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Dapprima la chimera di far chiudere il nuovo inceneritore di Parma, punto di forza della campagna elettorale, che lo ha fatto incoronare primo cittadino della Petit Paris, poi il duro confronto con la realtà e l'inceneritore che dà fuoco alle polveri e avvia la sua produzione a pieno regime.
Unica consolazione: i ricchi dividendi ricevuti da Iren a fronte della risibile quota azionaria detenuta dall'amministrazione comunale ducale. Milioni di euro che sono serviti per tamponare le polemiche soprattutto sull'assistenza alle famiglie.
Ciononostante, anche su pressione dei suoi alleati di GCR (Gestione Corretta Rifiuti) e sostenitori del M5S, lancia in resta, ha preso d'assedio il mostro di Ugozzolo tagliandone i viveri e i rifornimenti nella speranza di portarlo alla morte per fame.
Ma il sistema della raccolta differenziata locale sembra non essere apprezzata né dai commercianti e tantomeno dai cittadini e col passare del tempo i rumors sono sempre più intensi sino ai giorni scorsi quando, su iniziativa di Pino Agnetti, è stata aperta la pagina di facebook "Rifiutiamoci" Parma non è una discarica che in pochissime ore ha raccolto numerosi "amici", commenti e soprattutto foto degli angoli meno suggestivi della città.
La definitiva rincorsa ai "mi piace" sembrerebbe stata alimentata proprio dalla lettera di Pizzarotti a Renzi nella quale si suggerisce di acquisire il sistema di gestione dei rifiuti di Parma come modello nazionale.
Apriti o cielo, in poche ore il contatore del social "rifiutiamoci" arriva a sfiorare i 400 aderenti a riprova del diffuso sentimento di intolleranza verso l'innovativo sistema di raccolta "porta a porta" istituito dal locale governo pentastellato.
E mentre da un lato s'è innescata la rincorsa a aderire alla petizione, dal lato politico, la discussione esplode anche in forza della infuocata replica dell'assessore all'ambiente Gabriele Folli alle critiche di Maestri, Ghiretti e Pellacini accusati di fregarsene "di ambiente e cambiamenti climatici".
Insomma, in quest'astate calda e afosa, gli aromi dei rifiuti si sono fatti ancora più intensi.
Simona Caselli: "In Emilia Romagna dobbiamo rapidamente ragionare sugli invasi, almeno sui medi invasi, perché non si può più procrastinare la soluzione del problema." -
- di LGC - Parma, 30 luglio 2015 -
Di acqua se ne è discusso ieri sera nel tradizionale convegno che inaugura la Fiera Agricola di Trecasali. Moderato dall'Assessore alle attività produttive del Comune di Sissa Trecasali Igino Zanichelli, il convegno ha visto la partecipazione oltre che del Sindaco Nicola Bernardi di illustri accademici dell'Università di Firenze e di Parma, Stefano Cecchi e Afro Quarantelli, del Direttore del Consorzio della Bonifica Parmense, Meuccio Berselli e della Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli.
Dopo le presentazioni e i ringraziamenti di rito degli amministratori locali, il rappresentante dell'Università di Firenze ha portato i risultati dell'indagine da loro realizzata su richiesta dell'AMIS, volta a misurare l'efficienza dei sistemi di irrigazione, in particolare mettendo a confronto il sistema di irrigazione a pioggia (aspersione) con quello a "goccia". Inaspettatamente, il sistema da noi maggiormente diffuso, quello per aspersione, è risultato vincente a parità di qualità e quantità di prodotti raccolti.
"Questi risultati, sottolinea il professor Cecchi, non sono inaspettati ma tutti perfettamente riconducibili alla scienza agronomica". Il sistema a goccia, in sintesi, ha dimostrato "una minore efficienza agronomica condizionata anche dalle condizioni pedoclimatiche verificate nell'ambiente delle coltivazioni. In particolare per quanto riguarda i volumi distribuiti, in colture diverse, in 9 casi su 11 sono stati distribuiti volumi di acqua superiori agli omologhi appezzamenti irrigati per aspersione da un minimo di pochi millimetri, come nel caso della coltivazione di Tabacco nel veronese nel 2010, fino a un massimo di 85 millimetri nel caso di pomodoro da industria, registrato in provincia di Parma nel 2011. 85 millimetri, vale la pena di ricordare, corrispondono a 850.000 litri di acqua in più distribuita per ettaro, pur realizzando produzioni analoghe dal punto di vista qualitativo e quantitativo".
A seguire, l'intervento del secondo accademico, il professor Afro Quarantelli del dipartimento di Veterinaria dell'Università di Parma, ha sviscerato l'importanza dell'acqua nella salute e nella attività produttiva delle bovine da latte.
"Finalmente - introduce Quarantelli - si è compreso che l'acqua è un elemento nutriente a tutti gli effetti. Gli animali e l'uomo assumono l'acqua attraverso tre canali, gli alimenti (assunzione esogena), da bevanda (esogena) ma anche per via endogena ovvero attraverso l'azione metabolica."
"L'acqua, - prosegue Quarantelli - svolge un ruolo importantissimo; partecipa alla digestione, interviene nell'assorbimento dei principi nutritivi nella eliminazione dei prodotti di scarto ma soprattutto ha un ruolo importante nel mantenimento del bilancio idrico, un punto sul quale fare molta attenzione".
Da alcune tabelle mostrate dal docente, si evince quanto sia la necessità d'acqua della bovina in piena lattazione, che può arrivare anche a 190 litri al giorno e che potrebbero sensibilmente aumentare all'incremento delle temperature esterne. Considerando perciò che l'animale è pigro e impiega 4-5 ore per mangiare e soli 20-30 minuti per bere, occorre che gli allevatori pongano particolare attenzione al bilancio idrico di ogni capo in azienda, poiché a uno sbilancio del 10% del fabbisogno si manifestano segni di prostrazione dell'animale per giungere alla morte con un deficit idrico del solo 16-17%.
Il professore ha quindi illustrato dettagliatamente le caratteristiche che devono possedere le acque per mantenere in efficienza l'animale a favore della sua salute e della produzione lattiera. "La pregiata secrezione mammaria è composta per circa l'85% da acqua ed è appunto nella lattazione che la bovina perde la maggior parte del prezioso nutriente." ha ricordato Quarantelli.
A Meuccio Berselli, direttore del Consorzio di Bonifica parmense, il compito di illustrare quali siano le soluzioni possibili per una più corretta distribuzione d'acqua, dopo avere chiarito i compiti a cui è chiamato il Consorzio di Bonifica - "Il consorzio ha tre funzioni principali: la prima riguarda il dissesto idrogeologico, il secondo è lo scolo e il drenaggio delle acque meteoriche e il terzo compito, di cui si parla stasera, è quello dell'irrigazione. Un tema delicatissimo, quest'ultimo, perché soprattutto in questo momento, i nostri partner - gli agricoltori - stanno soffrendo in modo particolare".
Molti gli interventi di manutenzione e ristrutturazione della rete distributiva sulla quale il Consorzio sta investendo notevoli risorse, ma insufficienti a risolvere il problema se non affiancati da interventi strutturali che sono in capo ad altri organismi. "Nella nostra provincia non sono state fatte delle scelte politiche forti negli anni precedenti. Secondo me, questa provincia - sottolinea Berselli - proprio per le eccellenze produttive e gastronomiche di eccellenza che possiede non può più aspettare. Per quanto riguarda il Consorzio di Bonifica noi possiamo fare dei progetti europei per migliorare le condotte e al riguardo è in cantiere un progetto di 12 milioni di euro che prevede la sostituzione di 5 km di canalette."
Il problema, posto dal direttore all'Assessore regionale, riguarda la cattura delle acque affinché tutta l'acqua che scorre a valle venga in qualche modo trattenuta per essere distribuita secondo le diverse necessità e quindi non corra direttamente in Po come sta sino ad ora accadendo. Il tema degli invasi, perciò, è di fondamentale importanza per la migliore efficientazione del sistema idrico provinciale.
Le conclusioni del convegno sono state lasciate a Simona Caselli, Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, peraltro chiamata in causa dall'intervento precedente. "La risorsa acqua - introduce la Caselli - sarà sempre più scarsa e la sua gestione è centrale per nutrire il pianeta. L'argomento, legato al cambiamento climatico, deve essere in cima ai nostri problemi." Ad Expo, - informa l'Assessore - sono esposte molte tecniche agronomiche innovative e ben presto si vedranno in campo. "Dobbiamo tornare a investire sulle tecniche agronomiche e sull'efficientamento dell'acqua e della sua distribuzione". Cruciale è per l'Amministratore regionale perseverare sull'agricoltura di precisione sulla quale la Regione punta molto. La nostra agricoltura è già all'avanguardia, ma occorre investire anche sulle strutture. "Il punto vero - sottolinea la Caselli - è che abbiamo bisogno di ragionare sugli invasi". "L'acqua ci vuole, -rimarca l'Assessore - e occorre la sicurezza di poterla gestire per tutto il corso dell'anno. Per cui mi aspetto con metodo partecipativo e concertativo, che si arrivi ad una soluzione molto rapida." In conclusione, l'Assessore ha voluto rimarcare l'estrema necessità - "Almeno sui medi invasi occorre che si comici a fare" .
Il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale ha deciso di partecipare al piano di eradicazione e controllo delle nutrie nelle province di Reggio Emilia, Modena e Mantova per salvare gli argini dei canali dalle minacce dell'insidioso animale. -
Parma, 18 luglio 2015 -
Oltre 100mila capi, in costante aumento. A tanto ammonta il numero di nutrie, stimato, nel comprensorio del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale. Una situazione insostenibile per i gravi danni riscontrati.
"La pericolosità delle nutrie – spiega Marino Zani, presidente Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale – oltre ai danni provocati nei raccolti, costituisce un fattore di grande minaccia per la stabilità delle sponde e degli argini dei canali consortili in quanto nidifica nelle sponde dei canali creando grosse e pericolose voragini".
"Riprendiamo l'allarme lanciato da Coldiretti Reggio Emilia – prosegue il presidente –, il Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, ribadendo che la fauna selvatica, ed in particolare la nutria, costituisce un fattore di grande rischio per la sicurezza idraulica oltre che per l'incolumità di tutti coloro che, per motivi professionali o si svago, percorrono gli argini dei canali di bonifica. Per cui auspichiamo che i piani di controllo e eradicazione delle nutrie vengano al più presto resi operativi".
"La bonifica – aggiunge Domenico Turazza, direttore Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale – non intende restare passiva di fronte a questa emergenza ed ha pertanto deciso di partecipare ai piani di eradicazione e controllo delle nutrie predisposti dalle province di Reggio Emilia e di Modena, oltre che dal Comune di Moglia, con un significativo contributo alla loro realizzazione".
In Emilia Romagna i danni accertati e risarciti ammontano a 2 milioni di euro, 1,4 milioni dei quali pagati dall'ente pubblico e 600 mila euro dagli Ambiti territoriali di caccia (Atc), ma si tratta solo di una parte dei danni realmente subiti che, secondo stime Coldiretti regionale, ammontano ad oltre 3 milioni.
"Purtroppo – aggiungono dal Consorzio – il caso di un argine perforato, soprattutto in inverno, ma anche in estate può causare danni di dimensioni incalcolabili se si considera come larghi territori della Bassa siano interamente difesi dalle acque proprio da argini e canali. Basti pensare che nella Relazione stilata da alcuni tra i più importanti nomi dell'idraulica la causa scatenante la rottura dell'argine del Secchia del 18 gennaio 2014 è stata individuata proprio nelle tane degli animali selvatici che hanno ridotto la resistenza del corpo arginale del Secchia".
Sono i piccoli geniali aiutanti di Ferragosto. Robot autonomi e capaci di sostituire l'uomo in casa, senza emissioni di sostanze inquinanti. I più evoluti sono dotati di navigazione laser a mappatura dinamica e sensori di prossimità, antiurto, anticaduta.
Reggio Emilia 19 luglio 2015 -
Lo aveva pronosticato con ironia Alberto Sordi nel film "Io e Caterina" del 1980: uomini e robot avrebbero convissuto e questi ultimi sarebbero stati gli aiutanti domestici tuttofare, affidabili e instancabili.
Non è passato molto tempo e quella che sembrava finzione è diventata realtà.
Perché, a sollevare le signore dalle incombenze domestiche, ci pensano ormai piccoli, silenziosi robot che riescono a lavorare, anche quando non ci siamo.
E vuoi mettere partire per le vacanze e sapere che mentre ti godi le ferie un collaboratore domestico eccezionale lavora per te?
L' aiutino, poi, è ancora più utile perché, al rientro, si trova tutto perfetto e quindi le ferie si prolungano.
Nei prossimi mesi partiranno il 54% delle famiglie italiane, 8% in più rispetto allo scorso anno. Ma saranno vacanze brevi: una settimana (36%) o anche meno (31%), chi non può si accontenterà della piscina o di brevi gite fuori porta. (dati statistici diffusi dall'Osservatorio Europcar ).
In ogni caso, una volta tornati, bisogna rimettersi in pari.
Il tempo delle ferie, per molti italiani, insomma, continua a essere una risorsa scarsa, investita con oculatezza. Un sostanziale aiuto è offerto proprio dai robot che sono in grado di alleggerire il carico di impegni e donarci qualche ora libera in più. Piccoli aiutanti affidabili a cui affidare la casa quando non ci siamo.
Già da alcuni anni hanno preso piede aspirapolveri robotici che puliscono casa da soli. Il più famoso è il Rumba ma nel tempo ne sono arrivati dei sempre più evoluti, come i Neato, dotati di navigazione laser a mappatura dinamica e sensori di prossimità, antiurto, anticaduta. Si ricaricano e tornano alla base automaticamente. Non importa quanto si sta via: hanno programmazione oraria, giornaliera e settimanale. Allo stesso modo esistono modelli lavavetri e per la cura della piscina.
I robot rasaerba Robomow, addirittura, consentono di avere un prato sempre perfetto, tagliato e concimato senza sforzo o pensieri. Queste macchine intelligenti partono automaticamente, falciano il prato e tornano alla stazione base. In qualsiasi momento del giorno e della notte. Le lame mulching tagliano il prato in modo netto, uniforme e veloce, tutelando la salute dell'erba, che ridotta in pezzi finissimi viene rilasciata sul prato diventando fertilizzante naturale. I residui sono così fini da risultare invisibile. Il taglio mulching rilascia l'acqua contenuta nell'erba diminuendo la necessità di irrigare, con grande risparmio di acqua.
Inoltre i robot non producono emissioni inquinanti - in quanto non necessitano di carburanti e lubrificanti - lavorano in silenzio e non disturbano. Così si può andare in ferie sereni e, anche al rientro, regalarsi qualche ora di tranquillo relax.
Informazioni sulle macchine tratte da www.Agristore.it
E' tempo di ferie ed ecco dei validi alleati per partire senza preoccupazioni! Questi robot ci aiutano a mantenere in ordine casa e giardino senza doverci più preoccupare di niente. -
Reggio Emilia, 12 luglio 2015 -
Estate, tempo di vacanze. In questi mesi partiranno il 54% delle famiglie italiane, +8% rispetto allo scorso anno. Ma saranno vacanze brevi: una settimana (36%) o anche meno (31%), - rivelano i dati statistici diffusi dall'Osservatorio Europcar. Per gli altri, piscina o brevi gite fuori porta, giusto per "staccare la spina" e godersi un pò di estate.
Il tempo delle ferie però purtroppo, per molti italiani, continua ad essere una risorsa scarsa, investita con oculatezza e una volta tornati bisogna rimettersi in pari. Non facile dover pensare anche alla pulizia della casa o alla cura del giardino.
Un sostanziale aiuto è offerto dai robot, in grado di alleggerire il carico di impegni e donarci qualche ora libera in più. Piccoli "grandi" aiutanti a cui affidare la casa anche quando non ci siamo.
Tra gli impegni di lavoro nel quotidiano o i periodi di vacanza, il tempo a disposizione è sempre poco. Già da alcuni anni hanno preso piede aspirapolveri robotici che puliscono da soli, molto utili ed efficienti quando si passa tanto tempo fuori casa. Il più famoso è il Rumba ma nel tempo ne sono arrivati dei sempre più evoluti, come i Neato, dotati di navigazione laser a mappatura dinamica e sensori di prossimità, antiurto, anticaduta. Si ricaricano e tornano alla base automaticamente. Non importa quanto si sta via: hanno programmazione oraria, giornaliera e settimanale. Allo stesso modo esistono modelli lavavetri e per la cura della piscina. Si può uscire tranquilli senza l'ansia di come troveremo casa al ritorno.
I robot rasaerba Robomow, addirittura, consentono di avere un prato sempre perfetto, tagliato e concimato senza sforzo o pensieri. Queste macchine intelligenti partono automaticamente, falciano il prato e tornano alla stazione base. In qualsiasi momento del giorno e della notte. Le lame mulching tagliano l'erba in modo netto, uniforme e veloce, tutelandone salute stessa dell'erba, che ridotta in pezzi finissimi viene rilasciata sul prato diventando fertilizzante naturale. I residui sono così fini da risultare invisibile. Il taglio mulching inoltre, rilascia l'acqua contenuta nell'erba diminuendo la necessità di irrigare, con grande risparmio di acqua.
Altra nota di pregio i robot non producono emissioni inquinanti - in quanto non necessitano di carburanti e lubrificanti - lavorano in silenzio e non disturbano. Così si può andare in ferie sereni e, anche al rientro, regalarsi qualche ora di tranquillo relax.
(Dati statistici diffusi dall'Osservatorio Europcar. Informazioni sulle macchine tratte da www.Agristore.it)
E' tempo di ferie ed ecco dei validi alleati per partire senza preoccupazioni! Questi robot ci aiutano a mantenere in ordine casa e giardino senza doverci più preoccupare di niente. -
Parma, 2 luglio 2015 -
Estate, tempo di vacanze. In questi mesi partiranno il 54% delle famiglie italiane, +8% rispetto allo scorso anno. Ma saranno vacanze brevi: una settimana (36%) o anche meno (31%), - rivelano i dati statistici diffusi dall'Osservatorio Europcar. Per gli altri, piscina o brevi gite fuori porta, giusto per "staccare la spina" e godersi un pò di estate.
Il tempo delle ferie però purtroppo, per molti italiani, continua ad essere una risorsa scarsa, investita con oculatezza e una volta tornati bisogna rimettersi in pari. Non facile dover pensare anche alla pulizia della casa o alla cura del giardino.
Un sostanziale aiuto è offerto dai robot, in grado di alleggerire il carico di impegni e donarci qualche ora libera in più. Piccoli "grandi" aiutanti a cui affidare la casa anche quando non ci siamo.
Tra gli impegni di lavoro nel quotidiano o i periodi di vacanza, il tempo a disposizione è sempre poco. Già da alcuni anni hanno preso piede aspirapolveri robotici che puliscono da soli, molto utili ed efficienti quando si passa tanto tempo fuori casa. Il più famoso è il Rumba ma nel tempo ne sono arrivati dei sempre più evoluti, come i Neato, dotati di navigazione laser a mappatura dinamica e sensori di prossimità, antiurto, anticaduta. Si ricaricano e tornano alla base automaticamente. Non importa quanto si sta via: hanno programmazione oraria, giornaliera e settimanale. Allo stesso modo esistono modelli lavavetri e per la cura della piscina. Si può uscire tranquilli senza l'ansia di come troveremo casa al ritorno.
I robot rasaerba Robomow, addirittura, consentono di avere un prato sempre perfetto, tagliato e concimato senza sforzo o pensieri. Queste macchine intelligenti partono automaticamente, falciano il prato e tornano alla stazione base. In qualsiasi momento del giorno e della notte. Le lame mulching tagliano l'erba in modo netto, uniforme e veloce, tutelandone salute stessa dell'erba, che ridotta in pezzi finissimi viene rilasciata sul prato diventando fertilizzante naturale. I residui sono così fini da risultare invisibile. Il taglio mulching inoltre, rilascia l'acqua contenuta nell'erba diminuendo la necessità di irrigare, con grande risparmio di acqua.
Altra nota di pregio i robot non producono emissioni inquinanti - in quanto non necessitano di carburanti e lubrificanti - lavorano in silenzio e non disturbano. Così si può andare in ferie sereni e, anche al rientro, regalarsi qualche ora di tranquillo relax.
Il duplice riconoscimento ufficiale a Parigi, alla presenza dell'assessore Gazzolo: "Un risultato straordinario, di cui possono fregiarsi solo 13 Riserve in tutta Italia. Orgogliosi che di tre candidature italiane riconosciute, due siano in Emilia-Romagna. Un punto di partenza per internazionalizzare il nostro patrimonio ambientale e promuovere una crescita sostenibile" -
Parma, 10 giugno 2015 -
Il Delta del Po e l'Appennino Tosco Emiliano diventano Riserva della Biosfera dell'Unesco. Il riconoscimento ufficiale è arrivato ieri a Parigi, dove si è riunito il Comitato internazionale del Programma Mab (Man and the biosphere) dell'Unesco.
Queste Riserve sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui si accosta la conservazione dell'ecosistema e la sua biodiversità con l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali.
Un riconoscimento importante di cui si fregiano solo 13 riserve italiane e 631 nel mondo e che ha visto delle tre candidature italiane riconosciute, due nella nostra regione.
"È un punto di partenza - commenta l'assessore regionale alle Politiche ambientali Paola Gazzolo - che ci dà la possibilità di internazionalizzare il nostro patrimonio ambientale e di promuovere una crescita sostenibile".
Risale al 2013 la prima proposta di candidatura presentata dai due enti Parco del Delta del Po di Veneto ed Emilia-Romagna e dal Parco dell'Appennino Tosco-Emiliano, sottoscritta e sostenuta dalle Regioni, dal Ministero dell'Ambiente e dai Comuni del territorio.
"Un esempio di collaborazione tra pubblico e privato - ha sottolineato l'assessore - che ha messo insieme tutti i portatori di interesse per portare a casa un risultato strategico dal punto di vista ambientale e turistico. Questo duplice riconoscimento consente infatti di creare un polo attrattivo di interesse mondiale e di puntare alla creazione di una rete internazionale che rappresenta un connubio unico di paesaggi, storia, arte e natura".
Il primo banco di prova per sperimentare l'efficacia di questa impresa sarà l'Expo di Milano: "Una grande vetrina e un'occasione che non possiamo mancare - ha concluso Gazzolo -. Già nelle prossime settimane chiederemo un incontro con i ministri competenti per discutere delle azioni da mettere in campo per valorizzare al meglio questa nostra risorsa".
Della delegazione presente a Parigi facevano parte anche i sindaci di Mesola, Comacchio (FE) Castelnovo ne' Monti, Villa Minozzo (RE) e Langhirano (PR), oltre ai presidenti degli Enti Parco.
Il nuovo polo Millepioppi: un luogo di produzione di idee e progetti innovativi in cui i giovani potranno ritrovarsi per dar vita a Start up. Innovazione del territorio, occupazione giovanile e affermazione dei principi di lotta alla mafia finalizzata alla conversione dei beni confiscati in opere di valore collettivo. -
Parma, 8 aprile 2015 -
La collaborazione fattiva con l' Associazione LIBERA, con il Comune di Salsomaggiore Terme e quello di Fidenza, ha consentito ai "PARCHI DEL DUCATO della Regione Emilia Romagna", attraverso l'interessamento del presidente AGOSTINO MAGGIALI, di acquisire la gestione operativa vera e propria di un grande immobile (ora del tutto rinnovato e risistemato) e di un terreno confiscati alla mafia alcuni anni fa.
Dopo aver effettuato i lavori di conversione in diversi step e aver raggiunto un accordo concreto anche con LIBERA (che terrà in loco i suoi Campi della Legalità), sabato 11 aprile si inaugurerà il progetto di salvaguardia e sviluppo ambientale "MILLEPIOPPI E STARUP: LA CASA DELLE IDEE". Un incontro aperto a tutti per la presentazione del progetto davanti alle istituzioni e ad un pubblico di giovani studenti e interessati presso la Sala Civica Anna Mainardi di Salsomaggiore Terme a partire dalle ore 10.
Il nuovo polo Millepioppi diventerà un luogo autentico di produzione di idee e progetti innovativi in cui i giovani del territorio e non solo potranno ritrovarsi per dar vita a Start Up (alcune saranno presentate sabato); StartUp che paiono aver già ottenuto il plauso e il sostegno della Regione ER che interverrà nell'occasione proprio con l'Assessore alle Attività Produttive PALMA COSTI.
All'interno del nuovo Millepioppi, situato nel Parco dello Stirone e all'interno della RETE Natura 2000 e quindi SITO DI INTERESSE COMUNITARIO EUROPEO (SIC) sul percorso della Ciclovia Naturalistica dei Parchi, è già operativo un nuovo centro per la cura e il recupero dei rapaci e a breve inizieranno anche i lavori per far si che tutto l'appezzamento di terra, prima in stato di quasi totale abbandono, sia trasformato, grazie all'attività e all'impegno profusi dallo staff dei Parchi, in un Museo Naturalistico, in una biblioteca e in aule didattiche fruibili costantemente da giovani e dalle loro famiglie.
In allegato scaricabile il programma dell'incontro
Dopo la lotta contro la pignorabilità degli animali domestici la proposta di salvare i conigli dalla tavola e, in occasione delle feste pasquali, i consigli per una cucina non cruenta.
Parma, 05 aprile 2015 –
Prosegue l'impegno di Michela Vittoria Brambilla verso la salvaguardia degli animali domestici.
E' a lei che si deve il successo che ha portato alla insequestrabilità degli animali domestici o meglio d'affetto e compagnia. Animali che a tutti gli effetti sono entrati a fare parte del nucleo familiare e dal cui distacco possono determinasi gravissime sofferenze che andrebbero a ulteriormente a appesantire la posizione personale del destinatario del pignoramento.
Seguendo il principio che "gli animali non sono ingredienti ma esseri senzienti che come noi condividono il diritto alla vita", l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, ha presentato oggi a Milano le video-lezioni di "alta cucina naturale" offerte dallo chef stellato Pietro Leemann ed notizia dell'ultima ora che ha intrapreso la campagna per salvare i conigli dai fuochi di cucina.
Il coniglio quindi verrebbe equiparato agli animali da salotto e compagnia, del resto le statistiche dicono che è la terza scelta, dopo cani e gatti, degli italiani che hanno in casa un animale domestico.
La proposta di legge si affianca alla petizione promossa dalla Federazione italiana diritti degli animali e l'Associazione Aaeconigli, che ha già raccolto più di 10mila firme.
"Quando Leonardo da Vinci scriveva "verrà un giorno in cui l'uccisione di un animale sarà considerata come l'uccisione di un uomo" – ricorda l'ex ministro del Turismo – non poteva certo immaginare che cinque secoli dopo l'industria alimentare avrebbe letteralmente "macinato" miliardi di vite per produrre cibo, negando a queste povere creature il rispetto di ogni diritto".
Perciò chi volesse da subito avviarsi alla cucina naturale seguendo gli insegnamenti dello chef Pietro Leemann può cominciare con due piatti vegani "facili e saporiti", totalmente "cruelty free", disponibili al link www.leidaa.info o sul canale YouTube Leidaa.
Quindi, Pasqua con chi vuoi, ma sempre con i tuoi fedeli compagni, cani, gatti o conigli che siano.
Da sei mesi l'inconfondibile navetta ecologica percorre una lunga tratta alimentandosi solo di biometano prodotto da feci e rifiuti alimentari. -
Parma, 28 marzo 2015 - di Alessandra Ardito -
Lo si può vedere sfrecciare nella tratta che collega Bath con Bristol. Il bus a escrementi e scarti di cibo va che è una bellezza, tutto colorato con i suoi cinque passeggeri disegnati sui lati nell'atto di espletare bisogni fisiologici sulla tazza.
Mentre da noi si discute (all'infinito) sulle fonti rinnovabili, in Inghilterra fanno davvero sul serio. E' stato varato lo scorso novembre, infatti, il Bio-Bus, il primo autobus alimentato a biometano umano.
L'Inghilterra occidentale è quindi percorsa da un autobus dall'aspetto che di sicuro non lo fa passare inosservato: le cinque persone sedute al gabinetto sicuramente suscitano curiosità e inducono tutti i viaggiatori a chiedere informazioni sullo stravagante mezzo. Oltre ad essere simpatico, non inquina per niente, consuma pochissimo e, a detta di chi ci è salito, non emana neanche cattivi odori.
L'autonomia per ogni pieno è di trecento chilometri e il combustibile è sostanzialmente disponibile in quantità illimitate e a costi irrisori.
Il gas viene ricavato, dopo un breve trattamento, dai liquami delle fogne e dai cosiddetti "rifiuti umidi" come scarti di cibo e altre sostanze di rifiuto dell'industria alimentare. Questo miscuglio viene trasformato in metano e CO2 all'interno di speciali vasche di fermentazione, grazie alla collaborazione di batteri anaerobici. Al termine del processo la CO2 viene eliminata e si aggiunge del gas propano. Un ultimo passaggio tra potenti filtri elimina le impurità ed a quel punto si può partire!
Giornata mondiale dell'acqua. Per chi vuole ammirare l'acqua in tutte le sue forme e apprezzarne il valore, ecco alcune proposte per una domenica alternativa, salutare e istruttiva.
di Alessandra Ardito - Parma 22 marzo 2015 - Cosa possiamo fare noi, individualmente, per salvaguardare una risorsa così unica come l'acqua?
Chi sposa il messaggio che fa il giro del globo, oggi, con la Giornata mondiale dell'acqua, risponderebbe che questo prezioso liquido dovrebbe essere valorizzato, reso finalmente accessibile a tutti e, in alcuni casi, arginato laddove può provocare catastrofi, spesso cronache annunciate causate dall'incuria dell'uomo.
La ricorrenza di un giorno mondiale dedicato all'acqua venne istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sottolineare l'importanza di questa risorsa per l'umanità e per il pianeta e si rinnova ogni anno stimolando Regioni ed enti a proporre iniziative che possono diventare giornate alternative, all'aria aperta.
Ognuno di noi, oggi, può celebrare la bellezza e la forza dell'acqua sentendone il rumore e godendo della natura che con essasi sposa. Come? Visitando alcuni dei numerosi luoghi magici del territorio emiliano, spesso inaspettatamente a pochi chilometri da casa.
Ecco, allora, di seguito, qualche spunto per una domenica a contatto con la natura e con l'acqua.
In provincia di Parma, il Parco naturale alte valli del Cedra si distenge lungo le dorsali dell'Appenino parmigiano, tra i passi della Cisa e del Lagastrello. Per le sue numerose conche lacustri è anche chiamato Parco dei cento laghi. Infatti, l'intera zona è caratterizzata dalla presenza di laghi formati dall'azione erosiva dei ghiacciai quaternari.
Sempre nel Parmense, un'altra meraviglia facilmente raggiungibile è il Parco regionale del Taro che si estende per una ventina di chilometri lungo la fascia fluviale di pianura da Ponte Taro fino a Fornovo e comprende i comuni di Collecchio, Fornovo, Medesano, Noceto e Parma. Il fiume Taro dall'aspetto caratterisitico di un enorme greto ciottoloso, svolge la delicata funzione ambientale di fare da corridoio migratorio della valle appenninica. (www.parcotaro.it ).
Imperdibile il Parco naturale di Carrega che occupa un'area di 1270 ettari sulle colline pedeappenniniche in provincia di Parma. I boschi che ne ricoprono la superficie fanno parte dell'antica riserva di caccia dei Farnese, poi dei Borboni e di Maria Luigia d'Austria. Gli ultimi proprietari furono i principi Carrega. Nei boschi sorprende trovare piante esotiche, soprattutto nel parco all'inglese realizzato per volontà della duchessa di Parma. Qui l'acqua si manifesta con grazia e armonia sottoforma di laghetti artificiali (famoso il lago della Navetta) ottenuti sbarrando il corso di alcuni ruscelli. Caprioli, scoiattoli, cinghiali, verzellini, fringuelli, merli sono gli abitanti in cui è facile imbattersi.
Se ci si sposta verso Reggio Emilia ci si può ritrovare nel Parco naturale dell'Alto appennino reggiano, detto anche Parco del Gigante. Qui l'ambiente è quello tipico d'alta quota.
Chiari sono i segni di modellamento del paesaggio operato dai ghiacciai: ampi circhi glaciali, come quello che ospita le sorgenti del Secchia, racchiudono le acque dei principali torrenti e i depositi morenici ospitano spesso laghi e torbiere. Su questi cieli volteggia l'aquila reale. Particolari forme erosive, simili a canyon, precipitano nelle valli dell'Ozola, del Riarbero e del Secchia. I gessi triassici si ergono come spettacolari sculture plasmate dalle forze della natura. Riconoscibili per la struttura microcristallina che li rende simili a marmo bianco, a volte con sfumature grigio chiaro, arancio e rosa.
Il Parco naturale Stirone, che si espande fra Parma e Piacenza, protegge una fascia fluviale lunga 14 km arrivando fino a Fidenza.
Quest'area si trova lungo un'importante rotta migratoria per l'avifauna.
Visitando questi luoghi si può viaggiare indietro nel tempo visto che si possono ammirare preziosi giacimenti di fossili e di reperti paleontologici che si trovano nelle rocce incise dal torrente. Camminando lungo il greto si passa dagli strati più antichi, i più bassi, a quelli più recenti, nei quali è facile riconoscere le forme di antiche conchiglie. Il torrente è dimora da migliaia di anni di meravigliosi uccelli, oltre che di diverse specie di pesci, anfibi e rettili tipici degli ambienti umidi.
Svetta maestosa nella valle dello Stirone la Pietra nera, uno sperone roccioso e scuro, testimonianza delle più remote vicende geologiche che portarono alla formazione dell'Appennino. Rappresenta ciò che rimane di materiali rocciosi che nel giurassico formavano i fondali dell'antico oceano Tetideo. ( www.parchi.parma.it )
Il Comitato "Salviamo il Casino dei Boschi di Carrega", dopo il successo del sondaggio FAI, pensa al futuro.
di Virgilio Parma, 25 febbraio.2015 -
Sono stati raccolti 5.567 voti, un risultato che ha permesso al "Casino dei Boschi" di raggiungere il 67° posto nella categoria del palazzi storici ed al 1° nella categoria a livello regionale.
Un successo insperato che ha premiato l'iniziativa e la perseveranza del "Comitato Promotore" che si è fatto portavoce di un sentimento diffuso di affetto verso questa splendida dimora che fu di Maria Luigia e che insieme alla Reggia di Colorno e alla residenza Ducale di Parma formano un trittico di elevata suggestione storica e di grande fascino.
La speranza è quella che l'edificio storico possa essere preso a balia dal FAI e riportato all'antico splendore.
I prossimi passi saranno decisivi e porteranno, a partire da Marzo, all'apertura di una nuova e importante fase di lavoro, secondo le Linee Guida per gli interventi dedicate ai luoghi che hanno ottenuto almeno 1.000 voti.
I diversi referenti potranno, infatti, presentare al FAI una richiesta di intervento legata a progetti concreti, attuabili in tempi certi e dotati di un co-finanziamento che garantisca un sostegno reale proveniente dai territori di riferimento.
Non capisci un tubo?
Parma 05 gennaio 2015 -
Il nuovo anno inizia con un eco-consiglio che fa anche risparmiare.
Il suggerimento è stato lanciato l'estate scorsa dal blog ioleggoletichetta.it, che ha messo in luce un fatto apparentemente evidente, ma che in realtà non tutti conoscono.
Quando da un tubetto non esce più nulla, non significa che il contenuto sia completamente finito.
Un 5% infatti rimane inutilizzato sul fondo alla confezione, e non è possibile recuperarlo se non tagliando il tubo.
Da qui il gioco di parole "Non capisci un tubo?" perché se davvero lo conoscessimo, il tubo, non sprecheremmo prodotto e soldi per pigrizia e con il semplice aiuto di una forbice apriremmo la confezione per utilizzare ciò che si nasconde dentro.
I tubetti in plastica sono ormai utilizzati per ogni tipo di contenuto, dalla crema solare al dentifricio, al ketch-up, alla maionese, e tutti sono costruiti in modo da spremere la confezione per fare uscire il contenuto dal foro d'ingresso.
La maggior parte delle persone però non si rendono conto che quando la spremitura non dà più risultato non bisogna gettare il prodotto, ma occorre fare la caccia al tesoro, con la certezza del premio finale.
Questa semplice attenzione porta con sé diversi vantaggi, tra i quali c'è anche quello del risparmio: non ha infatti senso buttar via una parte di prodotto quando lo abbiamo pagato per intero.
Ovviamente questo è solo un esempio delle tante buone pratiche quotidiane che consentono di acquistare e consumare in linea con l'ambiente e anche con il portafoglio.
Alcuni consigli li possiamo trovare sul sito di EcoAcquisti trentini all'indirizzo: http://ecoacquistitrentino.it/category/buone-pratiche/
(da Aldo Caffagnini)
All'assessore al turismo Omar Olivieri è stato consegnato il premio speciale cittàslow e comune "virtuoso".
Borgotaro, 22 novembre 2014 -- --
Il comune di Borgo Val di Taro, ha ottenuto due premi speciali durante la cerimonia di premiazione del Concorso Nazionale Comuni Fioriti d'Italia, che si è tenuto alla Fiera di Bologna. La neo eletta "Miss Comuni Fioriti" Elisa Mazzucchelli ha premiato il capoluogo della Valtaro, rappresentato sul palco dall'assessore al turismo Omar Olivieri, con il premio speciale Cittaslow, ed anche come comune "virtuoso" nel coinvolgimento delle associazioni di categoria. La giuria ha apprezzato la collettività borgotarese per la "buona pratica" che adotta in merito alla sensibilizzazione alla cura dei fiori oltre che dei privati e degli spazi pubblici, anche dei ristoranti, degli alberghi e di tutti gli esercizi commerciali.
Rischio di superamento del livello 1. La piena a Piacenza è prevista per questa notte. Rientrate le criticità di Enza e Taro.
Parma 06 novembre 2014 ----
A seguito delle intense precipitazioni, la Protezione Civile dell'Emilia Romagna ha diramato una allerta (n°164) per la piena del fiume Po nel tratto che attraversa alcuni comuni nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
A seguito delle intense precipitazioni registrate sul bacino del Po, si spiega nell'allerta, si sono verificati innalzamenti dei livelli idrometrici delle sezioni del fiume a monte di Piacenza. Sulla base delle valutazioni di Aipo e del Centro funzionale Arpa-Simc, si prevede il superamento del livello 1 in tutte le sezioni del Po da Piacenza a Borgoforte nelle prossime 48 ore. Nella sezione di Piacenza il transito del colmo e' previsto questa notte con superamento del livello 1.
Un suggestivo viaggio nella storia, quello fra le rocche e i castelli della Bassa parmense.
di Sara Bondani - Parma 05 novembre 2014 --
Iniziamo dai luoghi del "Culatello di Zibello DOP" e, come prima puntata, i paesi che ospitano il circuito del "November Porc". Non si può comunque, non partire con un cenno sulla seconda, per importanza dopo il palazzo Ducale di Parma e prima del Casino dei Boschi di Sala Baganza, residenza ducale, la Reggia di Colorno.
Sontuosa e monumentale residenza dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia d'Austria, fonde la bellezza dei cortili interni con la ricchezza delle sale affrescate e stupisce il visitatore con i giochi d'acqua dello splendido giardino alla francese; il Castello di Roccabianca, fatto edificare a metà del XV secolo da Pier Maria Rossi per l'amata Bianca Pellegrini - da cui trae il nome - imponente e al tempo stesso elegante, custodisce al suo interno numerosi dipinti di pregio; la Rocca dei Rossi di San Secondo, fatta erigere da Pier Maria Rossi nel 1450-1460 con la struttura del fortilizio, è in pratica il punto d'incontro di tutte le strade di accesso al paese. Accresciuta e restaurata nel corso del Cinquecento, la massiccia residenza nobiliare celebra nei grandiosi affreschi dell'interno le gesta e la potenza del casato dei Rossi; la Rocca di Sissa, imponente rocca difensiva fu fatta erigere dalla potente famiglia Terzi, che un tempo dominava sul piccolo paese, sul luogo di una preesistente torre quadrangolare, eretta ai tempi del Capitolo. La Rocca conobbe un periodo di grande potenza sotto il dominio di Ottobono Terzi, gran capitano di Gian Galeazzo Visconti che comportò innumerevoli e sanguinosi attacchi specialmente da parte dei Rossi di San Secondo.
Zibello - La vera e propria storia ha inizio nel Medioevo, per tutta la durata del quale esso rimase legato a Cremona. Nel 1249 Zibello passò, insieme ad altre terre e castelli, tra i quali anche Busseto e Polesine, al marchese Uberto Pallavicino il Grande che ne fu investito da Federico II Imperatore. Da allora, salvo alcuni periodi, i marchesi Pallavicino vi dominarono incontrastati.
Sulla sponda destra del Grande Fiume, fra le città di Parma, Piacenza e Cremona, è famoso per essere la patria, del re dei salumi: il Culatello.
Però pochi sanno che questa è l'unica zona al mondo dove, dal maiale, viene tratta la maggior varietà di salumi, le cosiddette "immagliature" prima di macinare la carne residua e le rifilature per ottenere, il salame. Una fama che deve la sua fortuna ai freddi inverni umidi e nebbiosi e alle estati assolate ed afose.
Sissa - Lungo un millenario tracciato storico il territorio ha conosciuto momenti di fama, di distruzione, di abbandono e di intensa vita civile, politica e culturale. I Terzi, i Simonetta, i Rangoni, famiglie dominanti in un lungo arco di tempo, si sono avvicendati nel possesso di un feudo non secondario nel quadro generale delle dispute militari e legali che hanno caratterizzato le lotte di predominio nel parmense dal Quattrocento all'Ottocento.
Tanto c'è da vedere nel territorio del Comune di Sissa: dalla Rocca dei Terzi a Corte Sala, dalla Villa Simonetta nella frazione di Torricella all'importante area rivierasca detta "Boschi di Maria Luigia" che sorge poco distante dal centro abitato di Coltaro, al mitico "ponte del diavolo" di Gramignazzo che nemmeno un bombardamento alleato durante il secondo conflitto mondiale è riuscito ad abbattere. Nella frazione di Torricella si può trovare forse il più importante porto nautico della Provincia di Parma.
Polesine Parmense - Il Paese della Bassa che più lega le origini a quelle del fiume Po, è l'unico infatti, il cui nome deriva proprio da quello del Grande Fiume.Il nome deriva dal fatto che il borgo anticamente sorgeva su un polesine, vale a dire una piccola isola del Po che, trascinata dalla corrente, arrivò ad espandersi e a congiungersi poi con la riva. A testimonianza della storia il ritrovamento, di reperti all'interno del Po di questo centro sommerso e ormai completamente corroso dalle acque.
Precise documentazioni storiche affermano, in particolare, che due chiese in secoli diversi, furono corrose e demolite dal Po; nel fiume è finito pure l'antico castello di cui alcuni resti di un merlo sono oggi esposti nei pressi della sede municipale.
Soggetto al potere temporale del Vescovo di Cremona, attorno alla metà dell'anno mille, divenne feudo dei Pallavicino sino al 1731, dei quali rimane la residenza,Il Palazzo delle Due Torri, monumento più importante del paese. Passò poi sotto il ducato dei Farnese, mantenendo a lungo una notevole importanza come porto commerciale fluviale e centro agricolo.
Il porticciolo di Polesine è un comodo approdo per i turisti che navigando sul Po e possono visitare le "Terre Verdiane" gustando i sapori tipici della zona.
Per un turismo slow e sostenibile si può inoltre utilizzare la pista ciclabile, di oltre 50 chilometri, che unisce Mezzani a Polesine Parmense, passando per Zibello, Roccabianca, Sissa, Colorno o l' area verde adiacente al fiume Po, opportunamente recintata e organizzata con percorso.
Curiosità - Nella parte superiore dello stemma comunale è rappresentato il Po nelle vesti di un vecchio Re che versa la sua brocca dalla quale sgorga l'acqua che dà origine al fiume.
Polesine è sempre stata una delle mete preferite di Giovannino Guareschi, il grande scrittore che di fronte alla grandiosa varietà di paesaggi e di sfumature create dall'ambiente fluviale era solito dire: "si sta meglio qui, su questa riva". Ed è sempre a Polesine che Guareschi, di fronte alle memorabili battaglie tra il parroco don Davighi e il Sindaco Carini, trovò l'ispirazione per dar vita ai celebri personaggi di Peppone e Don Camillo.
Roccabianca - Non è da sempre che Roccabianca porta questo nome.
Pare che il primo nucleo abitativo del centro sia da rintracciare nel vicino villaggio di Rezinoldo o Arzenoldo, e che troviamo nominato per la prima volta in un diploma di Federico Barbarossa, come facente parte del feudo di Oberto Pallavicino. Nella contesa tra i Pallavicino, della marca bussetana e i Rossi, conti di San Secondo, che si protrae lungo tutto l'arco del XIV e del XV secolo, i primi si appropriano di Zibello e Rezinoldo, che nel 1417 viene bruciato. Nel 1449, però Francesco Sforza conferma solennemente la proprietà dei Rossi sulle terre contese. E' a questo punto che entra in scena Roccabianca: Pier Maria Rossi, infatti attorno alla metà del secolo, fa erigere un castello nei pressi di Rezinoldo, a difesa delle terre che possiede presso il Po. Secondo alcuni il suo nome deriverebbe da quello di Bianca Pellegrini, per la quale il Rossi, suo amante, avrebbe in realtà fatto costruire il castello.
Francesco Luigi Campari, il maggiore storico del paese di Roccabianca, invece, sostiene che il nome della rocca deriva dal fatto che essa fosse interamente intonacata di bianco e a questo proposito cita cenni storici.
__________________________
Per maggiori informazioni sulla manifestazione "November Porc".
Per scoprire altri luoghi della nostra meravigliosa Italia: Italian Tourism Expo
Oltre 100 relatori in programma, 437 imprenditori a confronto sulla green economy: tutti i risultati dell´indagine del Consiglio Nazionale
Rimini 31 ottobre 2014 -
Si è tenuta lo scorso 14 ottobre, alla presenza di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione dello Sviluppo Sostenibile, Francesco La Camera, Direttore Generale del Ministero dell´Ambiente, e Lorenzo Cagnoni, Presidente di Rimini Fiera, la presentazione del programma della terza edizione degli Stati Generali della Green Economy, dedicati a ´Lo sviluppo delle imprese della green economy per uscire dalla crisi italiana´, in programma il 5-6 novembre a Ecomondo-Key Energy e Cooperambiente a Rimini Fiera.
La due giorni sarà aperta con la sessione della mattina del 5 novembre dal Ministro dell´Ambiente e a seguire interventi di rappresentati di istituzioni e organizzazioni europee. I lavori proseguiranno nel pomeriggio del 5 novembre in 7 sessioni tematiche di approfondimento e consultazione. I risultati della discussione verranno presentati la mattina del 6 novembre in occasione della sessione conclusiva alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico. Parteciperanno complessivamente oltre 100 autorevoli relatori, tra i quali rappresentanti istituzionali, imprese e organizzazioni di imprese, mondo della ricerca e associazioni.
´Gli Stati Generali della Green Economy - ha commentato Gian Luca Galletti, Ministro dell´Ambiente - sono il motore della conversione culturale, e quindi politica ed economica, che sta ponendo l´economia sostenibile al centro del progetto-paese. I dati parlano chiaro: in anni di crisi gravissima, cresce, e vigorosamente, nel nostro paese un solo comparto, quello della green economy. È cresciuto il volume d´affari ed è cresciuta soprattutto l´occupazione. Il Governo sostiene questa ´rivoluzione ambientale´ e vede negli ´Stati Generali´ il laboratorio privilegiato del cambiamento´.
´La direttrice dei contenuti degli SGGE 2014 - ha dichiarato Lorenzo Cagnoni, Presidente di Rimini Fiera SpA - è perfettamente aderente a ciò che oltre 90.000 operatori italiani ed esteri troveranno ad ECOMONDO e nei cinque saloni che in contemporanea l´accompagnano. Abbiamo concentrato ogni sforzo per garantire alle imprese della green economy strumenti di business e di sviluppo, indicheremo percorsi e favoriremo nuove relazioni coi mercati internazionali più appetibili. Questo siamo convinti sia il mestiere di una fiera concreta ed efficiente´.
Nel corso della conferenza stampa, sono stati presentati e commentati i risultati dell´indagine sugli orientamenti degli imprenditori della green economy condotta tra aprile e maggio 2014 dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Consiglio Nazionale della Green Economy. Al sondaggio, articolato in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, hanno risposto 437 imprenditori che gestiscono imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni. Il campione è eterogeneo e include imprese di diverse dimensioni (micro, piccole, medie e grandi), distribuite su tutte le aree del paese (nord ovest, nord est, centro, sud e isole), di tutti i settori più rappresentativi della green economy (agroalimentare di qualità ecologica, riciclo di rifiuti, altri beni e servizi di elevata qualità ecologica, energie rinnovabili, efficienza energetica, servizi per l´ambiente).
´Nel panorama italiano - ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - un gruppo esteso di imprenditori si caratterizza per un nuovo orientamento, chiaramente green, e comincia a operare nella stessa direzione sulla base di idee e convinzioni condivise. È su questo importante fattore, emerso dall´indagine condotta dal Consiglio Nazionale, che vogliamo incentrare la discussione a Rimini, presentando al Governo imprenditori pronti a fare squadra per affrontare la crisi economica e climatica´.
I risultati più significativi emersi dall´indagine nelle 8 tematiche chiave affrontate:
• Rispetto al rapporto tra imprese e green economy: il 95% dichiara che un´impresa green deve produrre con processi produttivi di elevata qualità; il 94% dichiara che un´impresa tradizionale può avviarsi verso una green economy se realizza un serio programma di interventi e di investimenti finalizzati a raggiungere un´elevata qualità ecologica del processo produttivo, dei beni e dei servizi prodotti; per il 97% degli intervistati, sono fondamentali i valori e la visione di chi guida un´impresa green.
• Sulla visione dell´economia: la finalità dell´economia deve essere quella di assicurare un benessere duraturo e inclusivo per il 94% degli imprenditori; il 98% è d´accordo nell´affermare che l´economia deve puntare sul risparmio e l´uso sempre più efficiente dell´energia e delle risorse naturali; il 95% dichiara che, tra le finalità dell´economia, dovrebbero esserci quelle di conservare il capitale naturale e assicurare i servizi ecosistemici per avere un futuro.
• Rispetto alla crisi economica: il 92% degli intervistati afferma che la crisi è profonda e sollecita cambiamenti perché le vecchie strade non sono più sufficienti per riaprire prospettive durature di sviluppo; per il 97% la crisi è aggravata dagli sprechi nella spesa pubblica, dalla corruzione e dall´inefficienza della politica; il 90% afferma che innovare, differenziare, convertire produzioni e consumi in direzione green potrebbe contribuire in modo significativo ad alimentare una ripresa economica, con nuovi investimenti e nuova occupazione; l´Italia può uscire meglio dalla lunga recessione se trova la capacità di valorizzare la sua vocazione alla qualità e alla bellezza, secondo il 94% degli intervistati.
• Tra le politiche ambientali da mettere in atto: per il 92% degli imprenditori la crisi climatica è ormai un´emergenza globale e richiede drastici tagli delle emissioni di gas di serra, una rivoluzione energetica basata sul risparmio, l´efficienza e le fonti rinnovabili; il 99% dichiara che occorre risparmiare e usare in modo più efficiente le risorse e i materiali, ridurre la produzione di rifiuti, migliorare e aumentare la durata e la riutilizzabilità dei prodotti, massimizzando il riciclo, valorizzando il recupero e puntando a ridurre al minimo lo smaltimento; per ridurre i rischi di dissesto idrogeologico, di frane e alluvioni occorre gestire meglio, tutelare e fermare il consumo di nuovo territorio, utilizzando aree già urbanizzate, bonificando e recuperando siti contaminati (98%).
• Sul tema ´Le imprese della green economy e la società´: per il 94% la trasparenza e la correttezza nei confronti dei clienti - e più in generale i cittadini - sono comportamenti etici che hanno anche ricadute economiche positive; il 97% dichiara che il personale, ai vari livelli, va attivamente e consapevolmente coinvolto negli obiettivi aziendali ma anche nelle azioni di responsabilità sociale.
• Tra gli obiettivi e gli orientamenti d´impresa è importante: per il 95% essere in regola con tutte le normative in tutti i settori, con particolare attenzione a quella ambientale; innovare, differenziare e migliorare la qualità ecologica dei prodotti (96%); minimizzare o eliminare gli impatti ambientali dei processi produttivi per prevenire danni alla salute e all´ambiente (97%); creare un ambiente attrattivo per i migliori talenti e per favorire un lavoro creativo e responsabile (96%); realizzare un´attività che sia duratura nel tempo, che generi utili, ma che sia anche utile e apprezzata dalla comunità (97%).
• Per quel che riguarda le iniziative per il futuro delle imprese green per il 94% degli intervistati è necessario promuovere l´ecoinnovazione degli impianti, dei processi, dei beni e dei servizi.
• Tra le priorità per le politiche pubbliche è necessario: definire norme più semplici e più incisive, più tempestive, più chiare e stabili per il 97% degli intervistati; attuare una decisa lotta alla corruzione e alla criminalità (98%); valorizzare i potenziali di una green economy italiana basata sulle vocazioni dei nostri territori, della nostra manifattura, sulle nostre risorse culturali e naturali, di qualità e di bellezza (97%).
Altri dati interessanti:
• All´affermazione ´un´impresa green può avere oggi maggiori possibilità di successo di mercato´, c´è un consenso alto fra gli imprenditori che gestiscono imprese green di grandi dimensioni (fra abbastanza d´accordo e molto d´accordo - superiore all´80%), mentre è più basso tra le micro, piccole e medie imprese.
• All´affermazione ´La finanza deve essere più controllata e l´impiego del risparmio deve restare più ancorato agli investimenti locali´ l´accordo è più elevato fra gli imprenditori delle micro-imprese, più legate alla dimensione locale (82%), meno elevato fra quelli delle grandi imprese.
• L´affermazione ´Valorizzare le certificazioni ambientali di prodotto e di organizzazione´ incontra un vasto consenso fra tutti gli imprenditori della green economy, ma con una significativa differenza fra l´altissimo consenso di quelli delle grandi imprese (95%) e quello meno elevato delle microimprese (76%).
Il Consiglio Nazionale della Green Economy è composto da 67 organizzazioni di imprese rappresentative della green economy italiana. Promuove, in collaborazione con il Ministero dell´Ambiente e il Ministero dello Sviluppo Economico, gli Stati Generali della Green Economy. Il Consiglio si è dotato di 10 gruppi di lavoro su 10 settori strategici - che coinvolgono quasi 400 esperti in tutta italia - allo scopo di sviluppare una piattaforma di proposte strategico-programmatica per lo sviluppo di una green economy come via d´uscita dalla crisi economica e come chiave per il rilancio di investimenti e occupazione attraverso un Green New Deal. Il processo di elaborazione partecipata ha coinvolto tra il 2012 e il 2013 più di 4.000 stakeholder.
Per maggiori informazioni sugli Stati Generali della Green Economy: www.statigenerali.org
A segnalarlo la Cia di Reggio Emilia: in precedenza era prevista la decorrenza dal 1° novembre.
Reggio Emilia, 31 ottobre 2014 --
Il settore Ambiente della CIA di Reggio Emilia segnala che - grazie anche all'intervento attuato presso le autorità regionali - è stata emesse una determina del direttore generale dell'assessorato Ambiente della Regione Emilia-Romagna con la quale viene ufficializzato che il periodo di divieto allo spandimento in ZVN (Zone vulnerabili ai nitrati) inizierà l'11 Novembre e durerà fino all'8 Febbraio 2015, invece che decorrere dal 1° novembre. A maggior ragione la norma vale anche per Zone non vulnerabili.
Se 1.000 è il numero minimo di firme per la segnalazione del "Casino dei Boschi" al progetto FAI "I luoghi del Cuore", 30.000 invece sono quelle necessarie per scalare la testa della classifica.
di Virgilio Parma 31 Gennaio 2014 --
Il Casino dei Boschi di Carrega deve tornare a splendere. Questo è l'obiettivo che si è posto il comitato "Salviamo il Casino dei Boschi di Carrega" attraverso la raccolta di firme affinché l'edificio storico, inserito all'interno del Parco dei Boschi di Carrega - il primo a essere istituito in Emilia Romagna -, possa essere preso a balia dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) all'interno del progetto "I Luoghi del Cuore" promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Un'iniziativa che coinvolge gli stessi cittadini invitati a segnalare i piccoli e grandi tesori che amano e che vorrebbero salvare.
Il FAI e Intesa Sanpaolo hanno già dato voce alle migliaia di segnalazioni raccolte: 45 sono stati finora gli interventi di recupero in 15 regioni che hanno restituito a molti luoghi la bellezza originale.
Gli amanti del Parco dei Boschi di Carrega si sono perciò costituiti in comitato, stanchi di stare ad osservare il deteriorarsi del Casino dei Boschi, "vero cuore del Parco, un gioiello nascosto, un esempio raro di integrazione progettuale tra architettura e paesaggio". Già molte le firme raccolte sufficienti alla segnalazione ma il numero è ancora ben lontano dal vertice della classifica del FAI.
A oggi, infatti, sono ben 29.900 le firme raccolte per gioiello architettonico nazionale che svetta al primo posto, la Certosa di Calci (Pisa) e 23.428 i voti del secondo classificato, il Convento dei frati cappuccini di Monterosso al Mare seguito, a brevissima distanza con 23.141 voti, dal Castello di Calatubo (Alcamo Trapani).
Ovvio quindi che la competizione sia dura e perciò, per scalare la classifica, serve il contributo dei tanti emiliani appassionati della propria terra.
L'unico intervento finanziato in Emilia Romagna è quello relativo alla Pieve Romanica di Santa Maria Ad Nives, Mirandola vittima del terremoto modenese del 2012.
Votare è semplice, basta collegarsi al sito "I luoghi del Cuore", registrarsi e votare.
___________________________________________
Il Casino dei Boschi è un edificio fatto costruire dalla duchessa Maria Amalia di Borbone tra il 1775 e il 1789. Fu progettato dall'architetto francese Petitot su un preesistente chalet di caccia. Nel 1819 fu acquistato da Maria Luisa d'Austria, che incaricò l'architetto Nicola Bettoli di ristrutturare l'edificio secondo lo stile neoclassico. Aggiunse un lunghissimo colonnato con al centro il Casinetto, un edificio con orologio e torre campanaria, che ospitava il teatrino di corte. La duchessa incaricò il giardiniere Carlo Barvitius, proveniente dalla corte degli Asburgo, di impiantare un elegante giardino all'inglese.