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È partito da Milano, il giorno di San Valentino. Non poteva essere che così. "Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo", il musical prodotto da David e Clemente Zard, ricomincia di slancio un tour che lo porterà anche nella nostra regione. Appuntamento già fissato a Bologna, dal 27 al 29 aprile, all'Europauditorium.

Il Teatro Ciak della metropoli lombarda, invece, è stato sede del primo atto di questo giro d'Italia che toccherà anche Torino (10 e 11 marzo al Palalpitour), Padova (dal 23 al 25 marzo al Teatro Geox), Genova (dal 6 all'8 aprile al Teatro Carlo Felice), Napoli (dal 12 al 15 aprile al Teatro Palapartenope), Bari (dal 19 al 22 aprile al Teatro Team), Firenze (dall'11 al 13 maggio al Teatro Verdi), Roma (dall'1 al 3 giugno al Palalottomatica) e Cosenza (dall'8 al 10 giugno allo Stadio San Vito). Lo spettacolo è stato insignito di 4 "Oscar del Musical" nel 2015: miglior Spettacolo Big (David e Clemente Zard), miglior Coreografia (Veronica Peparini), migliori Costumi (Frédéric Olivier) e il Premio Web.

I PROTAGONISTI - La versione italiana dello spettacolo musicale di Gérard Presgurvic è firmata da Vincenzo Incenzo, autore che, in passato, ha avuto l'onore di collaborare con artisti del calibro di Renato Zero, Armando Trovajoli, Lucio Dalla e Antonello Venditti. Le coreografie di Veronica Peparini, divenuta una delle professioniste più affermate nel settore sia in Italia e che all'estero, regalano quel tocco di stile in più, in grado di rendere straordinario un cast, già di per sé, di alto livello. Davide Merlini (Romeo), Giulia Luzi (Giulietta) e Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio) nei panni dei protagonisti, è un privilegio per pochi. Proprio Ferrarini ha dato vita ha un personaggio complesso, con grande maestria: non è un caso che sia stato notato da Renato Zero e che abbia sviluppato una collaborazione con il cantante per le sue due tournée "Alt in tour" (2016/2017) e "Zerovskij, Solo per Amore" (2017). In precedenza aveva ricevuto anche il "Premio Sandro Massimini", riconoscimento rivolto ai giovani attori del teatro musicale italiano con particolari doti nel canto, ballo e recitazione (2015). Proprio un bel talento.

IL CAST - Riccardo Maccaferri (Benvolio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Leonardo Di Minno (Principe Escalus), Barbara Cola (Lady Capuleti), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Graziano Galàtone (Conte Capuleti), Silvia Querci (Nutrice), Emiliano Geppetti (Frate Lorenzo) e il giovane Renato Crudo che si alternerà a Davide Merlini nel ruolo di Romeo, completano un cast in grado di coinvolgere il pubblico e farlo innamorare di questo dramma, da sempre punto di riferimento per gli innamorati particolarmente sentimentali. Ma non è tutto: sul palco ci saranno anche 20 ulteriori artisti. Ballerini e acrobati che renderanno ancora più spettacolare lo show. Servono altri numeri? Una troupe di 30 persone tra tecnici e produzione, 23 cambi di scena e 270 costumi. Le proiezioni luci e video sono su volumetrie ed elementi mobili che compongono l'impianto scenico: ciò permette una molteplicità di configurazioni e una resa della spazialità differente. Impossibile resistere al profumo di Shakespeare. "Romeo e Giulietta" vi aspetta a teatro.

Di Pietro Razzini

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Profondo interesse sta suscitando l'audiolibro "Dalla piramide al cerchio", alla quale anche la Rai3 Emilia ha prestato attenzione con una intervista andata in onda martedì 13 febbraio 2018: http://tiny.cc/heq5qy  - minuto 11,20.

di redazione 17 febbraio 2018 - Il libro parlato è rivolto ai non vedenti, agli ipovedenti e a tutte le persone che hanno difficoltà di lettura ed é stato prodotto dal Centro di Produzione del Libro Parlato di Modena. Quest'ultimo, infatti, ha realizzato la versione audio dell'opera grazie ai donatori di voce.

Lo scopo è cambiare il modello organizzativo e diffondere un modello culturale declinato a valorizzare tutte le persone per farle operare in luoghi di lavoro felici e consegnare a tutti pari dignità.

guido_zaccarelli_rai_tre_audiolibro1.jpg"Dalla Piramide al cerchio – la persona al centro dell'azienda" diventa libro parlato

È stato presentato presso la Sede UICI di Modena alla presenza del Presidente Dott. Ivan Galiotto l'audiolibro, disponibile nel catalogo delle opere del libro parlato nazionale, "Dalla Piramide al Cerchio", il saggio con il quale l'autore Guido Zaccarelli si è rivolto ai suoi lettori con lo scopo di infondere un nuovo modello culturale dove la persona è posta al centro di qualsiasi modello organizzativo dove possa riconoscersi per identità e senso di appartenenza.

Un argomento di profonda attualità presente nei luoghi di lavoro: un diffuso senso di malessere personale che nel tempo ha contagiato l'intero agire sociale creato dall'economia 4.0.

Occorre invitare il management ad adottare modelli organizzativi più aderenti ai bisogni e ai desideri delle persone, dove disciplinare le pretese rivolte all'uomo di seguire i ritmi incalzanti di produzione della catena di montaggio, imposti dall'organizzazione per ridurre i costi e competere con i mercati globali. La competitività di una azienda si misura dalla sua capacità di porre le persone nelle condizioni di donare le proprie idee agli altri e di condividere la conoscenza in forma circolare.

La presenza di un clima organizzativo positivo motiva le persone al fare e a identificarsi nel comune agire dell'azienda creando le premesse per la creazione di luoghi di lavoro felicitanti. Sapendo di essere rispettate, agiranno, proporranno, saranno volenterose, altrimenti lavoreranno solo per la retribuzione.

Un viaggio che esige di essere fatto in compagnia di altre persone che condividono il valore e il senso etico che sta alla base della Conoscenza condivisa.

Ecco nascere l'idea del libro parlato, nata da un incontro con il dr. Ivan Galiotto, Presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Sezione Territoriale di Modena per diffonde il senso etico e i valori che stanno alla base della conoscenza condivisa. L'idea si è trasformata in un progetto concreto e disponibile tramite il Centro di Produzione del Libro Parlato di Modena. Quest'ultimo, infatti, ha prodotto la versione audio dell'opera grazie ai donatori di voce del Centro.

Il Centro Nazionale del Libro Parlato (CNLP) è un servizio che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti offre gratuitamente da oltre sessant'anni ai non vedenti, agli ipovedenti e a tutte le persone che hanno difficoltà di lettura.

Il servizio costituisce uno strumento di emancipazione culturale e sociale non solo per i ciechi ma anche per tutte quelle persone che per patologia o per l'età avanzata hanno gravi problemi di vista e si svolge alternativamente tramite dazione in comodato delle opere prodotte in formato digitale su cd in standard Daisy ovvero acquisizione delle stesse tramite il servizio denominato "libro parlato on-line".

Il Centro Nazionale del Libro Parlato ha sede in Roma presso la Presidenza Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. In tale sede e negli uffici distaccati di Firenze, Lecce, Brescia e Modena, insistono gli studi professionali per la produzione su cd delle opere lette da speaker professionisti.

Oltre agli speakers professionisti i centri si avvalgono inoltre di donatori di voce volontari che registrano in casa nel tempo libero. Le opere prodotte dai primi sono denominate di "Primo livello", mentre quelle realizzate dai secondi di "Secondo livello". Sul territorio nazionale, infine, l'organizzazione si avvale della collaborazione delle Sezioni Territoriali, per l'erogazione del servizio di distribuzione.

 

(Rai3 Emilia-intervista andata in onda martedì 13 febbraio 2018: http://tiny.cc/heq5qy  - minuto 11,20.)

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In "Tre volte più grandi" Samantha Gamberini e Renata Borgato suggeriscono come migliorare le proprie tecniche e aumentare le possibilità di ottenere quello che ci si merita o si desidera. Nel lavoro e nella vita.

Di Manuela Fiorini - Un aumento di stipendio, una promozione, una modifica al contratto di lavoro, ma anche una causa legale, un aiuto in casa, un po' più di collaborazione da parte del partner o dei figli. Quante volte le donne si trovano nelle condizioni di dover negoziare? Sicuramente più spesso degli uomini. Peccato, però, che molte volte rinunciano in partenza a intavolare le proprie ragioni, a suggerire i propri bisogni, a esplicitare i propri meriti. Rinunciando, in definitiva, a raggiungere i propri obiettivi o intraprendendo strade più lunghe e tortuose. In una parola, la negoziazione non è donna.

Se vi siete riconosciute in questa descrizione, Tre volte più grandi (Franco Angeli Editore, € 19) è il libro che fa per voi. Scritto da Samantha Gamberini, che da 15 anni si occupa di formazione manageriale per aziende nazionali e internazionali ed esperta di negoziazione e di strategie relazionali, e da Renata Borgato, esperta in formazione e consulenza manageriale, si presenta come un manuale ad uso delle donne, ma non solo, con esempi pratici, analisi delle situazioni e suggerimenti per aumentare le possibilità di raggiungere i propri obiettivi e ottenere "quello che si ritiene di meritare".

Abbiamo incontrato una delle autrici, Samantha Gamberini, bolognese, per parlare del libro e per farci anche dare qualche suggerimento per negoziare in maniera efficace.

Samantha_Gamberini.jpgPartiamo dal titolo: perché "Tre volte più grandi"?
"Il titolo nasce da una citazione di Virginia Woolf. Lei fa dire a un suo personaggio di sesso maschile che le donne, anche quelle più intelligenti ed istruite, vedono gli uomini, come si dice che i cavalli vedono le persone: tre volte più grandi. Per questa ragione, continua il personaggio, non otterranno mai nulla anche quando avranno il voto. Tre volte più grandi è contemporaneamente la presa di coscienza di un problema e allo stesso tempo un augurio...quello di potersi sentire a ragione tre volte più grandi, rispetto a come ci sentiamo oggi".

Il libro si propone come un "manuale di negoziazione": perché negoziare è diverso per uomini e donne?
"Si è molto diverso per uomini e donne e per ragioni che non sono sullo stesso piano. Partiamo da un dato di fatto: se uomini e donne fanno la stessa identica cosa, il giudizio sul loro operato è diverso. La ragione è molto semplice: da donne e uomini ci aspettiamo comportamenti differenti. Quindi se una donna comunica in modo assertivo, viene spesso giudicata aggressiva. Il film il Diavolo veste Prada identifica bene questo meccanismo. Attenzione, questo giudizio non viene espresso solo da uomini, ma è perfettamente interiorizzato anche dalle donne, anche quando penalizza le stesse donne. Ovviamente questo vale anche per gli uomini...che se si dimostrano sensibili "rischiano" di essere identificati come "femminucce". Nella nostra cultura lo stereotipo del perfetto negoziatore prevede attitudini che noi consideriamo maschili...anche se è una visione miope e riguarda solo una tipologia di negoziazione. Un altro elemento riguarda la competenza. Nella nostra cultura agli uomini viene erogato una sorta di bonus. Io spesso per spiegare questo elemento cito il fatto che ho impiegato moltissimi anni della mia vita per capire che quando mi relazionavo con un uomo doveva dimostrarmi di non essere all'altezza, mentre se mi relazionavo con una donna doveva dimostrarmi di essere all'altezza. Sembra la stessa cosa, ma nei fatti cambia moltissimo".

Perché le donne negoziano meno degli uomini?
"Le donne usano la negoziazione quando è esplicitato il fatto di doverlo fare. Questo ha delle ricadute dirette. In fase di assunzione ad esempio le donne che negoziano il salario di ingresso sono molte meno rispetto agli uomini. Questo comportamento permane anche durante il lavoro. Molte donne lavorano a testa bassa nell'attesa che vengano riconosciuti i loro meriti e molto raramente questo accade. Come risposta cosa fanno? Lavorano ancora di più! Conseguenza...niente promozione, ma una bella gastrite!"

Perché le donne spesso rinunciano in partenza a negoziare?
"Personalmente mi sono fatta un'idea: in primis la trappola dell'ovvio o del "dovresti saperlo". Pochi giorni fa in un post su Facebook una donna australiana madre di quattro bambini, si lamentava dello scarso interesse del marito nella cura della casa. Lei era esausta e lui stava davanti alla tv. Alcuni amici le hanno suggerito di richiedere esplicitamente al marito un aiuto e di fare deleghe precise. Lei lo ha fatto e lui ha eseguito tutti i compiti. Poi finita la lista, è tornato di nuovo davanti alla tv. Lei ovviamente si è fortemente alterata... "ma come fa a non vedere quello che si deve fare e a non accorgersi della mia fatica! Non ha 5 anni!". In realtà tutti abbiamo 5 anni quando dobbiamo accorgerci dei bisogni degli altri e se stiamo bene non andiamo a crearci situazioni scomode. Sul lavoro di cura siamo ancora nel Medioevo e siamo noi le prime a sentirci in colpa quando non riusciamo a fare tutto".

Quali sono, in sintesi, i cardini della negoziazione?
"Nel libro si fornisce una metodologia precisa che mette al centro la preparazione. È una metodologia che può consentire ottimi risultati anche con poco tempo a disposizione. Parte da un'idea di fondo che è quella che l'altra parte potrebbe dirci di no. Di fronte a questo no noi iniziamo a negoziare sapendo: quello che vogliamo e perché, chi può darcelo, quanto siamo forti e quali alternative possiamo avere. Inoltre vengono messi in evidenza aspetti legati alla percezione della propria forza e alle trappole nelle quali possiamo incappare durante una negoziazione".

A chi consigli questo libro?
"In primis, ovviamente, alle donne. Senza distinzione. Il libro parla della vita privata e di quella professionale e quindi non è rivolto ad uno specifico target. In realtà la metodologia presentata può ovviamente essere utilizzata anche da uomini e ho scoperto con grande piacere che molti lo stanno leggendo e che ne hanno tratto spunti sia per le loro negoziazioni, sia nel comprendere meccanismi relazionali tra i generi. È comunque un manuale e ognuno può scegliere di prendere quello di cui ha bisogno"

 

 

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Giovedì, 15 Febbraio 2018 14:32

Musica e storia del costume al Salotto Aggazzotti

Sabato 17 febbraio, un pomeriggio dedicato alla moda e alla musica, con modelli storici realizzati dalle allieve dell'istituto Cattaneo Deledda e musiche da Mc Dowell a Gerswhin.

MODENA – Un pomeriggio di storia, musica e costume quello in programma al Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà sabato 17 febbraio, a partire dalle 17.30.

Nelle sale del palazzo, infatti, si potranno ammirare alcuni abiti realizzati dalle studentesse dell'istituto Cattaneo Deledda, che ripercorrono la storia del costume dal Cinquecento al Novecento.

Si tratta di modelli unici, sapientemente realizzati nelle fattezze e nei tessuti, secondo l'evoluzione storica della moda, prendendo come esempio gli abiti raffigurati nei ritratti di uomini e donne che sono giunti fino a noi. Così, dai pesanti velluti e broccati del Cinquecento e Seicento, si passa ai tessuti più leggeri, abbelliti con nastri e pizzi dello stile romantico o neogotico dell'Ottocento, fino a quello più pratico, ma raffinato e "stiloso" del Novecento.

E se la moda italiana è sempre stata sinonimo di qualità e buon gusto, al punto da essere importata nelle corti vicine, è anche vero che lo stile, per esempio, della regina Maria Antonietta e delle dame della corte di Versailles a fine Settecento, lanciano le figure dei sarti e delle modiste. Tra queste, citiamo la celebre Madame Bertain, che per la regina creava i fantasiosi cappelli. Nel frattempo, in Inghilterra, si prepara la Rivoluzione Industriale, con la meccanizzazione e la produzione in serie che velocizza e rende più accessibile e popolare la moda.

Arriva il Novecento con il trionfo della moda italiana. Le donne invadono le sartorie. È l'epoca di Schiapparelli, delle sorelle Fontana, di Emilio Pucci, di Ferragamo che creano abiti da sogno per le dive di Hollywood da un lato, mentre dall'altro creano collezioni che legano il nostro paese all'eleganza e allo stile. La moda "Capri" è strettamente legata alle vacanze d'elite, così come Ferragamo lega il suo marchio a Firenze, città amatissima dai turisti stranieri.

Alla filata di costumi storici non poteva mancare la colonna sonora. Il pomeriggio, infatti, sarà allietato dalla partecipazione di due concertisti di fama internazionale, Luigi Santo alla tromba e Daniela Gentile al pianoforte, che presenteranno un concerto in due parti proponendo musiche che spaziano da Edwin Mc Dowell a George Gerswhin.

A seguire, brindisi con piccolo buffet. La quota di partecipazione è di € 10 intero e di € 8 per i soci del Salotto Aggazzotti

INFO e prenotazioni
Salotto Aggazzotti
Viale Martiri della Libertà 38, Modena
Tel 392/0512219
www.simonettaaggazzotti.it 

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Con la presentazione del libro "Il caso David Rossi. Il suicidio imperfetto del manager Monte Paschi Siena" (Chiarelettere) scritto dal giornalista de "Il Fatto Quotidiano", Davide Vecchi, avrà luogo mercoledì 14 febbraio alle 18 alla galleria Biffi Arte, il secondo incontro del ciclo "Misteri d'Italia", a cura di Mauro Molinaroli.

Un caso inquietante per un libro da leggere. Si tratta delle ultime ore di vita di David Rossi: "La perquisizione – dice – la paura dell'arresto, le clamorose lacune delle indagini, i reperti spariti o distrutti dai Pm, Il potere e i misteri all'ombra del Monte dei Paschi di Siena, la verità di un giallo che non può essere archiviato come suicidio". Davide Vecchi è stato il primo a indagare su questo caso. Più avanti la morte del responsabile della Comunicazione della banca toscana, è diventato un fatto mediatico. Tivù e giornali si sono buttati a capofitto su questo suicidio molto anomalo. Oggi la morte di David Rossi è un mistero tutto italiano e il libro lo evidenzia molto bene.

"Ho paura. Voglio parlare con i magistrati... Aiutatemi! Domani potrebbe già essere troppo tardi!" Furono queste le ultime parole di David Rossi. Lo si evince dalle mail inviate all'amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola due giorni prima di morire. Rossi era uno degli uomini più potenti e in vista di Siena, guru della comunicazione del Monte dei Paschi, per vent'anni ombra di Giuseppe Mussari, capo indiscusso della banca; il 6 marzo 2013 precipita dalla finestra del suo ufficio dopo aver avvisato la moglie che stava tornando a casa. Per la procura fin da subito è suicidio.

Eppure il cadavere ha ferite dovute a una colluttazione. Si tratta allora di un giallo italiano che ricorda i casi di Roberto Calvi e Raul Gardini con un'inchiesta archiviata con troppa fretta, mille buchi e clamorosi errori nelle indagini.

Questo libro entra nella scena del delitto attraverso documenti inediti e mette in fila fatti, perizie, lacune, testimonianze decisive. Un racconto attento e appassionato, minuzioso e pieno di suspense, che conduce il lettore a un passo dalla verità.

Davide Vecchi ha seguito fin dall'inizio le inchieste relative a Mps. È a processo con Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, per aver pubblicato le mail che il manager aveva inviato all'amministratore delegato due giorni prima di morire.

Un processo singolare, oggetto di interrogazioni parlamentari, del quale si è occupato anche il Global Freedom of Expression della Columbia University di New York, ritenendolo un tentativo di limitare la libertà di stampa.

Di quesdto ed altro si parlerà dunque mercoledì pomeriggio da Biffi Arte.

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(Davide Vecchi)

Pubblicato in Dove andiamo? Piacenza

Presso la "Casa della Conoscenza" di Casalecchio di Reno (BO), si è tenuto l'evento che ha premiato gli autori i cui racconti sono stati pubblicati nell'antologia edita dalle Edizioni del Loggione.

Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi

Chi è venuto da più lontano è arrivato dalla Sicilia, ma c'è anche chi ha sfidato il maltempo e si è avventurato verso il capoluogo emiliano anche dalla Puglia, dalla Toscana, dal Veneto, dal Lazio, dalla Liguria e, naturalmente, dall'Emilia Romagna. Tra loro ci sono insegnanti, ingegneri, medici, avvocati, impiegati, sportivi, studenti, mamme e artisti. Tutti con una passione in comune: la scrittura. Sono i 50 autori selezionati nel concorso letterario "Sòcc'mel, che canzone!", le cui opere sono state pubblicate nell'omonima antologia edita dalle Edizioni del Loggione.

Una selezione davvero difficile, come hanno spiegato la curatrice Lorena Lusetti e gli editori Katia Brentani e Massimo Casarini. Il bando prevedeva di ispirarsi alle canzoni di autori bolognesi e, si sa, la musica e le parole sono sempre stato uno sposalizio ben riuscito. Sarà perché entrambe sono in grado di suscitare emozioni ed evocare ricordi. I racconti inviati sono stati quasi 200, di questi, solo 50 sono entrati a fare parte del libro. Ogni autore ha interpretato a modo suo una canzone di un cantante o cantautore bolognese che ha avuto un significato particolare nella sua storia personale, oppure, nella frazione di un attimo, lo ha ispirato, magari perché proprio quella canzone stava passando alla radio.

Tantissimi i racconti ispirati alle canzoni immortali dell'indimenticabile Lucio Dalla, ma anche a quelle di Gianni Morandi, Claudio Lolli, Dino Sarti. E poi, ancora, Samuele Bersani, Cesare Cremonini, Cristina D'Avena, Andrea Mingardi, gli Stadio e gli Skiantos. Ci sono le favole e le storie d'amore, i noir e le commedie, a seconda del gusto e della creatività di ogni autore.

I racconti selezionati sono stati premiati nell'ambito di un evento che si è tenuto presso la Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno. Condotto dal giornalista Stefano Zanerini, il pomeriggio non poteva che avere come co-protagonista la musica. Sul palco, insieme ai premiati, alla curatrice e al conduttore, anche la voce straordinaria di Silvia Parma, che ha interpretato alcune delle canzoni più belle dei cantautori bolognesi.

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Al primo posto del podio "Kill Gianni" di Michel Minghetti, "Uomini" di Valentino Poppi, e "Ninna Nanna di Taverna" della giovanissima Margherita Sassoli, classe 2005 e un futuro da scrittrice. Secondo premio per ""A son sfighè e ho pure visto un marzian socc'mel" di Sandra Morara, "Non aprire mai" di Orazio Parisi e "Agosto" di Sergio Gatti. Sono seguiti, poi, i premi "Medaglia" e i premi "Pergamena" attribuiti agli altri racconti selezionati.

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Come detto, i racconti arrivati sono stati davvero tanti ed è stato impossibile includerli tutti. La casa editrice ha ritenuto tuttavia opportuno assegnare quattro Premi Speciali ai racconti "Se sono stato felice" di Claudio Guerra, "Sabato e domani tango" di Marcello Mandegni, "Ci si dimentica" di Francesca Panzacchi, "Uno che ruba anche alla luna" di Andrea Moretti.

Intanto, sul sito www.loggione.it è già pronto il bando per la seconda edizione del concorso, che ha come titolo "Sòcc mel, che viaggio" con scadenza 31 ottobre 2018.

L'antologia Sòcc mel, che canzone! si può acquistare direttamente sui siti www.loggione.it e www.kebook.it

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Continuano gli appuntamenti con la rassegna culturale "Sabato con l'Autore" del Comune di Busseto. L'ultimo incontro, che si svolto lo scorso 20 gennaio, ha avuto come protagoniste le favole dell'autrice parmigiana Daniela Conversi. Il pomeriggio al Salone Barezzi, messo a disposizione dagli Amici di Verdi che collaborano alla buona riuscita della rassegna, è stato piacevole e distensivo per tutto il pubblico presente. L'incontro è stato un connubio perfetto di letture e musica, apprezzato dal pubblico.

L'autrice, intervistata dal direttore de ilParmense.net Luca Galvani, ha letto alcuni brani delle favole contenute nel libro "La Luna dei Desideri" con accompagnamenti musicali di Vivaldi, Pachebel e Cajkovskij. Il gran finale ha visto tutti i presenti unirsi in un omaggio a Giuseppe Verdi con il canto del Va' Pensiero.

La rassegna prosegue questo sabato, 3 febbraio, con l'appuntamento con Sara Rattaro, autrice del libro "Il cacciatore di sogni". Il libro, adatto per ragazzi e adulti, racconta la storia di Albert Bruce Sabin, lo scienziato che scoprì il vaccino per sconfiggere la poliomelite. Un'avventura straordinaria che Luca, il protagonista, racconta in prima persona mettendo in luce desideri, sogni, coraggio e determinazione che solo i bambini possono avere.

"Siamo a metà del percorso che abbiamo intrapreso con questa rassegna culturale – spiega il consigliere comunale Nicolas Brigati – e siamo soddisfatti della partecipazione dei bussetani, che ringrazio. Questi ultimi due incontri, con Sara Rattaro e Guido Conti, chiuderanno in grande stile 'Sabato con l'Autore' e ci auspichiamo che la partecipazione dei cittadini sia – come sempre - numerosa". L'ultimo appuntamento sarà il 17 febbraio con la presentazione di "La profezia di Cittastella" con la partecipazione dell'autore Guido Conti.

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Fonte: Comune di Busseto)

Notte bianca dell'arte anche in Assemblea legislativa: Bottarelli espone in occasione di Artefiera. La mostra del pittore fidentino sarà aperta per tutto il week end in occasione del tradizionale appuntamento invernale. Inaugurazione venerdì alle 18, sabato aperta fino alle 22, domenica fino alle 19.

 

Un'Assemblea legislativa aperta. All'arte, ma soprattutto ai cittadini. Nasce così la partecipazione dell'istituzione ad ArteFiera, il tradizionale appuntamento invernale all'insegna dell'arte che si terrà a Bologna il primo fine settimana di febbraio. Da venerdì alle 18, infatti, il piano ammezza to del Parlamento dell'Emilia-Romagna ospiterà, all'interno del percorso di Art City, la mostra personale L'irrinunciabile ostinazione nella Pittura di Maurizio Bottarelli.

Un percorso artistico che sarà aperto per tutto il week end e, sabato, fino alle 22. "In questo modo l'Assemblea -spiega la presidente- sarà ancora più aperta ai cittadini, che potranno abituarsi a frequentare questi luoghi anche per l'arte che contengono. Un modo per l'istituzione per entrare in osmosi con i cittadini e far sì che l'arte ispiri questo processo. L'apertura serale va proprio in questa direzione: far capire che l'Assemblea legislativa è sempre a disposizione delle persone e dei cittadini".

Le opere di Bottarelli sono il frutto dei suoi viaggi in giro per il mondo, come in Australia e in Nuova Zelanda, e subiscono le influenze di questi luoghi, tra diverse culture, politiche, persino le guerre che questi posti hanno dovuto subire. Lo si capisce dai volti dipinti, "che possono essere considerati anche delle maschere, suggestionate dai posti che ho visitato e dagli episodi che questi luoghi hanno vissuto", spiega l'artista di Fidenza (Parma), uno degli artisti donatori di opere all'Assemblea legislativa, che espone in maniera permanente tutto l'anno opere di artisti emiliano-romagnoli.

La scelta delle opere di Bottarelli, operata dal curatore Sandro Malossini, non è stata semplice: "Dipingo da 50 anni: ho selezionato le opere più recenti e soprattutto quelle che ritenevo più significative della mia carriera". La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18; apertura straordinaria: venerdì 2 febbraio dalle 18 alle 21 e sabato 3 febbraio dalle 11 alle 22 in occasione della notte bianca di Art City White Night e domenica 4 febbraio dalle 11 alle 19. (Margherita Giacchi)

 

Fonte: Regione Emilia Romagna

Dal 26 gennaio al 25 febbraio, sbarca nella capitale tedesca, all'Istituto Italiano di Cultura, l'esposizione promossa dalla Fondazione Cineteca di Bologna con il sostegno della Regione

Bologna - "Partiamo da una constatazione di fatto: in questa regione è nata e si è formata gran parte dei migliori cineasti italiani". Così Renzo Renzi racchiudeva, in poche parole, l'immensa storia cinematografica dell'Emilia-Romagna, capace nei decenni di sfoderare autori come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini, Florestano Vancini, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Pupi Avati, Giorgio Diritti.
Ora la mostra promossa dalla Cineteca di Bologna con il sostegno della Regione Emilia-Romagna li raccoglie tutti e li porta a Berlino: Emilia-Romagna terra di cineasti, a cura di Gian Luca Farinelli, Antonio Bigini e Rosaria Gioia, sarà allestita all'Istituto Italiano di Cultura dal 26 gennaio al 25 febbraio.

Presentazione dei curatori
Perché alcuni dei maggiori cineasti italiani sono emiliano-romagnoli? E perché molti dei momenti più innovativi e sorprendenti della storia del cinema italiano sono avvenuti nella nostra regione? La Cineteca di Bologna, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, ha scelto di raccontare con un'esposizione la straordinaria fertilità cinematografica di queste terre.

La mostra, già svoltasi negli spazi storici della Sala d'Ercole a palazzo d'Accursio, si articola in un doppio percorso. Nella parte esterna un dialogo aperto tra pellicole, testi e testimonianze permette ai visitatori di rileggere la storia del cinema italiano da una prospettiva emiliano-romagnola, evidenziando l'affinità elettiva che da sempre lega il cinema alla nostra regione. Il pubblico può così riscoprire, o incontrare per la prima volta, film di autori come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini, Florestano Vancini, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Pupi Avati e Giorgio Diritti.

Il percorso interno tenta invece in maniera più suggestiva di interrogarsi sulle ragioni di questa straordinaria fioritura. Muovendo dalle idee e dagli spunti seminati da Renzo Renzi, che per primo si occupò del cinema emiliano-romagnolo nell'articolo che dà il titolo alla mostra, un gioco di rimandi tra film, testi e fotografie punta l'attenzione su un retroterra culturale, geografico e sociale unico, che ha fatto dell'Emilia-Romagna una regione a naturale vocazione cinematografica.

Si tratta di una mostra che invita a viaggiare, per visitare anche i grandi archivi cinematografici che la regione ospita: quello di Cesare Zavattini a Reggio Emilia, di Michelangelo Antonioni a Ferrara, di Federico Fellini a Rimini, di Pier Paolo Pasolini a Bologna o di Tonino Guerra a Pennabilli.

In quest'ottica si inserisce anche il progetto sul cineturismo, realizzato sempre in collaborazione con la Regione. Un sito web offre una mappatura dei principali film girati sul nostro territorio, proponendo dei percorsi cineturistici rivolti agli appassionati per riscoprire luoghi più o meno noti delle nostre città attraverso gli occhi dei grandi maestri.

In allegato: le città dell'Emilia-Romagna con gli autori a esse legati

Fotografi a Cannes

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"Arturo. Un Maestro in prima linea" va in scena al Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna. Dal 24 gennaio al 28 febbraio prossimi, infatti, la mostra realizzata dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna e curata dallo storico Pino Agnetti sarà esposto nei locali del Conservatorio di Bologna, in Piazza Rossini.

I pannelli, già esposti nel periodo natalizio nei locali del Parlamento regionale, raccontano dell'impegno "umanitario" di Arturo Toscanini durante la Grande Guerra: del suo "lavoro" al fronte con concerti dedicati alle truppe, del suo rifiuto di cedere nel più becero nazionalismo rifiutandosi di suonare "le musiche del nemico", ovvero le opere di autori austro tedeschi, anche quando questi si chiamavano Mozart o Wagner.

"La mostra racconta del grande valore umanistico della musica, del messaggio di pace e di amore universale che essa può portare", spiega Simonetta Saliera, Presidente dell'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna, che ricorda come "ci fa molto piacere la collaborazione con il Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna: questa è la prima tappa di un viaggio che 'Arturo. Un Maestro in prima linea' sta per intraprendere in luoghi simbolo della nostra regione, ed è bello che parta di Bologna".

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