Concerto per la pace per ricordare i caduti della grande guerra, nei cento anni dall'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale. Sabato 23 maggio 2015, ore 21, Chiesa di San Vitale. Ingresso gratuito. -
Parma, 21 maggio 2015 -
Dopo aver stipulato un patto di alleanza con le potenze della Triplice Intesa, l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, iniziando le operazioni belliche il giorno dopo. A cento anni dall'entrata della nostra nazione nella prima guerra mondiale, il Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma organizza un "Concerto per la pace" che si terrà sabato 23 maggio, ore 21.00, nella Chiesa di San Vitale, per ricordare i caduti nella Grande Guerra. Lo fa con l'esecuzione di brani sacri di ogni tempo: la seicentesca Funeral Music di Henry Purcell, il Requiem di Puccini, per arrivare alla contemporaneità con brani come Vierge Marie di Francis Lopez, la Missa Brevis di Jacob de Haan e Uomo del mio tempo di Michele Grassani.
A dare vita al concerto sarà la Symphonic Wind Band, formazione del Conservatorio di Musica "A. Boito" che offre agli allievi delle classi di strumenti a fiato e a percussione la possibilità di fare un'esperienza orchestrale. Fondata nel 1995 dal Maestro Fabio Tamanini, allora docente di Musica d'insieme per fiati, la Symphonic Wind Band ha al suo attivo circa sessanta concerti in sedi prestigiose come il Teatro Regio di Parma, il Teatro Comunale di Modena e il Teatro Magnani di Fidenza. L'ensemble sarà diretto dai prof. Michele Grassani e Andrea Saba. Con loro la classe di canto corale del Prof. Tommaso Ziliani, il Coro Labirinto di Brescia (diretto da Tommaso Ziliani), la Corale S. Giulia di Paitone (diretta da Enzo Loda), Giulia Arnaboldi (viola) e il soprano Han Maru.
L'ingresso al concerto è libero e gratuito.
(Fonte Ufficio stampa: Conservatorio di Musica "A. Boito" di Parma)
Domenica 24 maggio, la famosa artista e performer statunitense terrà una serie di MasterClass di gruppo sulla recitazione cinematografica e sul musical aperti a tutti coloro che desiderano avvicinarsi al mondo del nuovo teatro musicale, al cinema e alla televisione. -
Modena, 21 maggio 2015 -
La famosa artista e performer statunitense Jessica Polsky sarà a Modena, presso il MuMo Musical Modena (via Emilia Est 798), domenica 24 Maggio, per una serie di Master Class di gruppo (max 3 persone a turno) sulla recitazione cinematografica e sul musical.
Si tratta di un'occasione molto importante sia per gli allievi della MuMo Musical Arts Academy sia per tutti coloro che desiderano avvicinarsi al mondo del nuovo Teatro Musicale, del Cinema, della Televisione e dello spettacolo in genere..
Jessica Polsky vanta una lunga carriera nel mondo dello spettacolo. Da bambina ha lavorato in tutti i settori dello showbiz, ma il successo arriva a Broadway, New York, dove si esibisce come performer in musical di successo, come West Side Story, Grease, Sophisticated Ladies con DeeDee Bridgewater, Jeffrey a Broadway con Bryan Batt, Pirates of Penzance e molti altri, che porta anche in tournée in tutto il mondo.
Dal palcoscenico, il suo lavoro si estende anche dietro le quinte. Come regista e direttrice artistica lavora in Italia per I promessi sposi di Tato Russo, Irma la Dolce con Fabio de Luigi e Stefania Rocca e il Teatro Bellini di Napoli. Inoltre, è consulente, casting director, insegnante di stage in tutto il mondo, e preparatrice/coach privata per provini ed esibizioni di professionisti del settore.
In Italia, Jessica è conosciuta per i suoi numerosi progetti televisivi, tra i quali i ruoli più importanti: "Jessica" di Camera Cafè (Italia 1), "Josephine" di Piloti (Rai 2), "Loredana" di Finalmente a casa con Gerry Scotti (Canale 5), Così fan tutte con Alessia Marcuzzi (Italia 1), Divano football club (Sky Sport), Volo in diretta con Fabio Volo (Rai 1) e per la conduzione di trasmissioni come: Anteprima Festivalbar (Italia 1), Robbie Williams live da Berlino (Italia 1), Sputnik (Italia 1), Masters of magic con Raul Cremona (Rai 2).
Parallelamente alla sua carriera italiana, Jessica continua ad essere presente in progetti di prestigio anche sul mercato americano. Ultimamente è stata protagonista di un film biografico sulla rete Lifetime, e protagonista assoluta di un nuovo spettacolo drammatico di prosa a New York, intitolato Ghost Wife Radio.
INFO
Per partecipare al Masterclass occorre la prenotazione perché i posti sono limitati.
Per maggiori informazioni e prenotazioni contattare la Segreteria di MuMo allo 059/8396370 (15-22), oppure mandare una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Oltre quaranta espositori da tutta Italia, tre giorni di degustazioni tematiche, migliaia i visitatori che hanno partecipato alla kermesse. A conquistare il Premio Cosèta d’Or è statal’Azienda Agricola Palazzo
Parma 19 Maggio 2015 -
Bilancio positivo per la XX edizione del Festival della Malvasia Premio Cosèta d’Or. Si è chiusa ieri la kermesse dedicata ai Vini dei Colli di Parma che ha registrato anche quest’anno un’affluenza di migliaia di visitatori. Oltre 40 gli stand ospiti del Mercato del Gusto, con espositori provenienti da diverse parti d’Italia, dal Friuli alla Sicilia.
Protagonista la Malvasia di Candia, regina della manifestazione, rappresentata dalle Cantine del Consorzio dei Vini dei Colli di Parma.
Un week end intenso, sviluppato con un programma speciale, tutto dedicato al mondo del vino e del cibo, ambientato nello scenario dell’antico Giardino farnesiano della quattrocentesca Rocca Sanvitale che per tre giorni si è trasformata in una vera e propria cittadella del vino. A caratterizzare l’edizione 2015, oltre i 20 anni del Festival, anche un altro anniversario: il primo anno del Museo del Vino, inaugurato nel 2014 nell’antica ghiacciaia della Rocca.
«Siamo soddisfatti – afferma il Sindaco di Sala Baganza Cristina Merusi – il Festival si conferma ogni anno sempre di più come evento di richiamo del turismo enogastronomico, perché focalizzato su un prodotto tipico di questa zona, la Malvasia di Candia, ma con una visione di ampio respiro – continua – il Festival non è la celebrazione di un territorio in modo autoreferenziale ma un’occasione di apertura verso l’esterno, di confronto culturale e sperimentazione enogastronomica, attraverso abbinamenti dei nostri vini con prodotti tipici di altre zone d’Italia – conclude -. Il successo viene anche dalla collaborazione attiva di tutte le associazioni coinvolte, dai Consorzi e dagli sponsor che ogni anno ci sostengono».
I partecipanti hanno potuto assaggiare anche altre Malvasie d’Italia, da quella istriana a quella delle Lipari, e degustare i vini oltre che con i piatti tipici del territorio (salumi, tortelli d’erbetta ecc.) anche con cibi provenienti da diverse regioni, dalla Puglia al Friuli.
«Il Festival della Malvasia è una manifestazione in costante crescita – afferma Maurizio Dodi, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini dei Colli di Parma – quest’anno c’è stato un ulteriore incremento degli stand e dei partecipanti, continueremo a svilupparlo e a promuoverlo, per cercare di far crescere l’interesse intorno alla malvasia e ai prodotti del territorio, la formula del Festival è vincente perché i visitatori venendo qui possono degustare i prodotti in loco, conoscerne il valore e la storia – conclude - . Il Festival della Malvasia non è solo il vino, ma è tutta la cultura alimentare e l’ alta qualità enogastronomica che caratterizza il nostro territorio».
Il programma del Festival si è rivolto ad un ampio target e grazie ad un palinsesto ricco di iniziative è stato capace di conquistare tutti: dagli habitué, ai giovani, alle famiglie e ai più piccoli. Non solo degustazioni, ma anche cooking show, incontri e presentazioni, la tavola rotonda sul tema del marketing e del turismo enogastronomico che ha coinvolto esperti come l’enologo di fama internazionale Donato Lanati, e poi laboratori tematici sia per adulti sia per i bambini, mostre, visite guidate alla Rocca e al Museo del Vino, escursioni sui colli in vespa e mountain bike e nei Boschi di Carrega grazie al trenino turistico Enotour.
A chiudere la tre giorni, è stata la cerimonia dedicata al Premio Cosèta d’or, conquistato quest’anno dall’Azienda Agricola Palazzo. Un riconoscimento che storicamente viene assegnato alla migliore Malvasia dei Colli di Parma dell’anno e che consiste nella consegna simbolica della Cosèta d’Or, l’antica ciotola in legno in cui un tempo si beveva il vino nelle cantine e nelle osterie, utilizzata anche dal vignaiolo per assaggiare il vino appena spillato dalla botte e sostituita, oggi, dall'argenteo dischetto del sommelier di rango.
Sono stati 160 i partecipanti al laboratorio promosso da ERT – Emilia Romagna Teatro in occasione del centenario dell'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. L'attore di "Che Dio ci aiuti", "Una grande famiglia" e "La dama velata" ci racconta come nasce il progetto e del suo legame con Modena. -
Modena, 19 maggio 2015 - di Manuela Fiorini – Tutte le foto in galleria -
Vengono da ogni parte d'Italia, i più lontani addirittura dalla Puglia, i 160 partecipanti all'Atelier "Maggio 1915: Les jeux sont fait!". Alcuni hanno già avuto qualche esperienza di recitazione, altri sono principianti, altri ancora neofiti, molti, semplici curiosi, che non hanno voluto perdere l'occasione di lavorare a tu per tu con un insegnante molto speciale: l'attore Lino Guanciale, interprete di fiction di successo come "Che Dio ci aiuti!", "Una grande famiglia" e il recente "La dama velata". Le prove dell'atelier si sono svolte lo scorso fine settimana tra il Teatro delle Passioni e il Teatro Storchi, dove i partecipanti sono stati divisi in "classi". Ognuna ha poi preparato una scena dello spettacolo in programma sabato 23 maggio, alle 21, tra le sale del Palazzo Comunale di Modena, in Piazza Grande. L'evento rientra nel progetto "Carissimi Padri...Almanacchi della Grande Pace (1900 – 1915)", promosso da ERT – Emilia Romagna Teatro e inaugurato o scorso gennaio in occasione del centenario dell'entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. Insieme ai 160 partecipanti all'atelier reciteranno nello spettacolo, con la regia di Claudio Longhi, anche gli attori Nicola Bortolotti, Michele dell'Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo e, appunto Lino Guanciale. Proprio a lui abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di più sul progetto.
Lino, come nasce l'atelier?
"Tre anni fa l'Unione dei Teatri d'Europa ha lanciato un progetto pilota, nel quale invitava i teatri italiani a reclutare un centinaio di non professionisti che volessero fare un'esperienza seminariale di due giorni, insieme a registi importanti. A fare da pioniere è stato il Teatro Argentina di Roma, mentre i registi designati sono stati Gabriele Lavia, Giancarlo Sepe e Claudio Longhi. All'epoca, il nostro gruppo stava lavorando al Ratto d'Europa e ci stavamo proprio chiedendo come poter fare una scena di massa all'interno del Teatro Argentina. L'idea si è concretizzata proprio attraverso quel primo atelier. Abbiamo reclutato circa 200 persone alla volta, a cui abbiamo proposto un laboratorio un po' particolare: cioè due giorni di prove e la messa in scena finale . Volevamo infatti che fosse un'esperienza molto "urbana", legata ai tempi di chi vive in città. La formula dell'atelier l'abbiamo poi applicata anche ad altri progetti, tra cui "Beni Comuni", che abbiamo proposto a Carpi e nella Bassa modenese, e adesso Carissimi Padri" .
Che ha come tema quello di ripercorre le "radiose giornate" che precedettero l'entrata in guerra dell'Italia, esattamente cento anni fa. Come mai questa scelta?
"Il nostro gruppo di lavoro era alla ricerca di un tema che fosse legato a una ricorrenza, per sensibilizzare l'opinione pubblica di una città attorno a un evento. Una volta "individuata" questa ricorrenza, ci siamo documentati per primi su quello che era il mondo prima della Grande Guerra. E ci siamo resi conto di quanto quel mondo assomigliasse al nostro. Anche se si dice che ogni epoca ha qualcosa in comune con le precedenti, in realtà ci siamo accorti che qui le somiglianze, le contiguità, erano fortissime: la fede nella tecnica, la fede irrazionale nei confronti del progresso, la convinzione che lo stato di pace sia qualcosa di naturale e che nessuno può turbare...Invece, qualunque squilibrio diplomatico non ben gestito, sul quale non si prende una posizione chiara, anche da parte dei cittadini, può fare scaturire un enorme macello o un'inutile strage, come è successo con la Grande Guerra. La formula dell'atelier serve proprio per creare un dibattito culturale all'interno del territorio. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere le persone per rimettere il teatro al centro della vita della città e far capire che il teatro è una fonte di conoscenza, non solo di divertimento".
Tu sei famoso come attore di fiction, chi te lo fa fare di metterti in gioco con un progetto così impegnativo?
"Qualche anno fa, quando ero ancora dell'idea di non fare televisione, più che attore mi sentivo "educattore". Il mio impegno è sempre stato quello di portare a teatro le giovani generazioni, perché, diciamo la verità, il pubblico teatrale latita ed è sostanzialmente anziano. C'è bisogno di energia nuova. Poi è arrivata una congiuntura tale che mi ha portato a fare televisione. Ho avuto più visibilità, sono diventato un volto più familiare per il pubblico e ho pensato che questo mi potesse essere utile per portare avanti con successo anche i progetti teatrali.
Che differenza c'è tra televisione e teatro?
Da un punto di vista qualitativo non c'è tantissima differenza. L'impegno che ci metti deve essere lo stesso. L'attore deve sempre fare il bene il suo mestiere e regalare al pubblico un'emozione. La differenza, se mai, è dal punto di vista personale. Il teatro è un luogo dove stai nello stesso spazio, nello stesso momento di chi ti guarda. Poi, c'è la difficoltà tecnica della continuità: in teatro è buona la prima. Infine, c'è la sensazione di parlare direttamente a qualcuno.
I tuoi progetti per il futuro?
Con il gruppo di lavoro di Carissimi Padri e con ERT continueremo ancora con i progetti teatrali, sia su Modena che su altre città, in qualità non solo di attori in scena, ma anche di operatori culturali. Per quanto riguarda la TV, ci sarà sicuramente la quarta stagione di "Che Dio ci aiuti!" che inizieremo a girare nella seconda parte dell'anno. Poi, abbiamo finito di girare Il Sistema, un poliziesco sulla Guardia di Finanza, con Claudio Gioè, Gabriella Pession e Valeria Bilello, che andrà in onda sulla Rai il prossimo autunno.
Tu hai un legame particolare con Modena. Che cosa ti piace di questa città?
Conoscevo Modena, già prima che ci girassimo le scene delle prime due stagioni di Che Dio ci Aiuti. Ci ero venuto in tournée qualche anno prima, avevo già cominciato a lavorare con Claudio Longhi e qualcuno dei ragazzi del gruppo di ERT. C'era già un rapporto "teatrale" con la città. Io vengo da Avezzano, in Abruzzo, una città molto provinciale, simile a Modena. E' una città di grandi lavoratori, benestanti, carina, sembra la Svizzera, però il carattere delle persone è un po' chiuso. Una cosa che mi ha colpito dei modenesi, invece, è che tendono subito ad accoglierti, senza stare troppo a giudicare. E questo mi ha fatto sentire subito a casa. Poi c'è l "infatuazione letteraria" per Antonio Delfini. Quando vedo una strada di Modena, ripenso subito ai racconti in cui l'ho sentita nominare. C'è una Modena delle pagine dei libri, delle poesie, dei testi, che sta sopra i muri della Modena reale e che me la rende ancora più invitante e deliziosa.
INFO
Maggio 1915: les jeux sont fait
Sabato 23 maggio, ore 21, Palazzo Comunale di Modena, Piazza Grande
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti, con prenotazione obbligatoria dal 18 maggio scrivendo a carissimi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tutti gli altri appuntamenti su www.carissimipadri.com
Di Chiara Marando – Sabato 16 Maggio 2015
Scuro, denso, profumato e dal sapore avvolgente, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è una di quelle tipicità capaci di rispecchiare tutta l’eccellenza della tradizione enogastronomica italiana. Testimone della cultura di un territorio, la sua vera essenza è parte integrante della storia popolare, delle usanze familiari tramandate di generazione in generazione.
La storia vuole che ogni famiglia avesse la propria “batteria” di botti, disposte in ordine decrescente, conservate nel sottotetto di casa, un patrimonio che rappresentava la dote delle figlie in età da marito. Legni diversi capaci di conferire aromi e sfumature di gusto inimitabili, oltre ad un invecchiamento lento e paziente. Prelevato dalla botticella più piccola, rappresenta solo il 3% dell’intera riserva.
La lavorazione ancora oggi non è cambiata, un’artigianalità che solo la grande passione per questo prodotto può conservare. Annualmente, al fine di ripristinarne i livelli, la modesta quantità di prodotto prelevato viene sapientemente “rincalzata” mediante travaso attingendo, secondo un dettame ben definito, dalle botti più grandi verso le più piccole.
Ecco perché il vero Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP (Denominazione di Origine Protetta) è invecchiato minimo 12 anni e si ottiene esclusivamente dal solo mosto cotto di uve autoctone modenesi, in particolare Trebbiano e Lambrusco, senza l’aggiunta di nessuna altra sostanza.
La particolarità della sua produzione esige che l’intero processo segua un rigoroso disciplinare DOP basato sulla cura e la dedizione, così che il risultato sia in grado di esprimere tutta l’eccellenza che da sempre lo contraddistingue. La soglia dei 25 anni in botte ne determina la sua certificazione ad Extra Vecchio.
Un’altra garanzia della reale qualità del Balsamico Tradizionale, è data dal sigillo DOP assegnato dal MIPAAF (Ministero Italiano delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) e dall’inconfondibile bottiglietta ad “ampollina” da 100ml disegnata da Giugiaro, l’unica a poter contenere per legge questa delizia imbottigliata esclusivamente dal Consorzio a seguito dei dovuti controlli. Tutto questo certifica la filiera produttiva, nonché l’elevato standard dei parametri organolettici.
Ma a conquistare già dalla prima goccia è l’intensità aromatica racchiusa in ogni perla di questo prezioso gioiello, un’esperienza sensoriale che esprime fragranze diverse capaci di fondersi fino a creare una composizione unica.
Perchè ogni Aceto Balsamico Tradizionale ha una sua storia da raccontare.
Come quello prodotto dall’Acetaia del Cristo, in provincia di Modena, un’azienda a conduzione familiare che da tre generazioni produce solo Aceto Balsamico Tradizionale DOP. Un totale di 2000 botti, alcune delle quali datate fine ‘800, raccolte in cantine che racchiudono tutta la trasformazione dell’uva per minimo 12 anni.
Ad occuparsi dell’Azienda oggi, e di tutta la coltivazione biologica delle uve prodotte e lavorate direttamente in loco, sono Erika, Daniele e Gilberto che ogni giorno rivivono l’amore per il loro lavoro riservando una meticolosa attenzione ad ogni singola azione. Perché come un bambino che cresce, il Balsamico Tradizionale va coccolato e protetto.
E questo impegno ha portato molti risultati perché, attualmente, l’Acetaia del Cristo risulta una delle realtà più importanti e riconosciute a livello mondiale per la produzione esclusiva dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.
Domenica 17 maggio torna a Piacenza l'appuntamento con "Notte dei Musei della Galleria Alberoni", una nottata all'insegna di arte, jazz e stelle -
Piacenza, 16 maggio 2015 - allegato scaricabile con gli orari dei musei -
Quella di domenica 17 maggio a Piacenza sarà una notte interamente dedicata all'arte. Proprio per quella data è previsto l'appuntamento con Notte dei Musei della Galleria Alberoni, un ricco programma tra iniziative artistiche e culturali, ciascuna connessa ad una parte del grande patrimonio culturale alberoniano oltre che con un evento del tutto inedito e mai andato in scena, ovvero il debutto del Jazz nella Sala degli Arazzi.
Insomma, una notte d'arte, jazz e stelle.
La scelta del 17 maggio è tutt'altro che casuale e serve per contribuire a distribuire su due notti il ricco calendario proposto dai musei cittadini, agevolando in tal modo tutti i visitatori interessati a partecipare a incontri. Tutte le iniziative sono gratuite. L'evento è promosso da Opera Pia Alberoni, Piacenza Jazz Club e Gruppo Astrofili di Piacenza.
E' in arrivo la storica "Mille Miglia": quest'anno passerà anche da Piacenza, il 17 maggio intorno alle 5,30 del mattino. -
Piacenza 14 Maggio 2015 -
La storica "Mille Miglia", che quest'anno vede la terza tappa concludersi a Parma, passerà anche da Piacenza. L'appuntamento con la sfilata d'auto d'epoca in città è previsto per domenica 17 maggio in Piazza Cavalli, intorno alle 5,30 del mattino: circa 120 per il Ferrari Tribute e 450 per le auto storiche.
Un evento di sicuro richiamo che porta fermento: «Penso che sarà un'altra manifestazione molto bella – ha affermato il Sindaco Paolo Dosi - Questi eventi ci fanno rientrare in un passato glorioso».
Il passaggio di quest'anno a Piacenza è un cambiamento sostanziale rispetto alle passate edizioni, come spiega l'Assessore allo sport Giorgio Cisini: «Siamo riusciti ad intercettare il passaggio della manifestazione perché negli anni passati la nostra città veniva toccata tangenzialmente. Quest'anno è stata portata nel cuore della città per un Controllo Timbri. L'arrivo a Piacenza è previsto prestissimo e non ci saranno modificazioni della viabilità. Arriveranno da via Emilia Parmense e si dirigeranno in piazza Cavalli. Stiamo valutando una collaborazione con i locali vicini alla piazza per tener aperti i bar tutta la notte per permettere a chi arriva di fare la colazione ».
Il nuovo progetto estremo di corsa attraverso le provincie di Parma e Modena: 88km da Borgo Val di Taro a Viadana
Parma 14 Maggio 2015 -
Martedì 13 maggio è stata una data che ha segnato la storia di un’impresa da record: Rexist Run – Ultramarathon Record, una corsa di 700 km in 8 giorni, attraversando l’Italia da Ovest a Est.
Lei è Ivana Di Martino, runner non professionista ma soprattutto donna, madre e moglie, nonché artefice di una nuova sfida al limite della fatica. Quello che ha affrontato è stato un percorso attraverso la Liguria, da Ventimiglia a Recco, e le provincie di Parma e Modena, da Borgo Val di Taro (PR) e fino a Viadana (MN), correndo chilometro dopo chilometro per sottolineare la forza delle donne e divenire la testimonianza attiva del coraggio femminile.
Ivana ha pensato al progetto Rexist Run per dare voce all’orgoglio di essere donna, alla sua forza nel resistere senza cedere all’urto della vita, dimostrando, ancora una volta, la grande tenacia femminile. Tutto ha origine da una serie di eventi tragici che hanno segnato la sua vita personale negli ultimi mesi, ma attraverso i quali lei stessa è riuscita a trovare la forza di vivere con ancora più intensità, trasformando le difficoltà in opportunità. Per comunicare questo suo messaggio di resistenza Ivana ha scelto la corsa, vero e proprio simbolo del proseguire sulla propria strada.
“La corsa mi ha accompagnata in tutte le tappe della mia esistenza: voglio fare capire che tutto quello che di brutto può succedere nella vita, può diventare una risorsa ed essere utilizzato per resistere, ripartire e affrontare il futuro con rinnovata speranza” ha dichiarato Ivana Di Martino.
Una resistenza sottolineata anche simbolicamente dalla traiettoria del percorso: da ovest a est, dal tramonto all’alba, dal buio alla luce, dal silenzio alla vita, in una vera e propria rinascita. In questa corsa Ivana ha deciso di stare accanto ai bambini di Dynamo Camp, Associazione Onlus di cui è Ambasciatrice. Dynamo Camp è il primo Camp di Terapia Ricreativa in Italia che ospita gratuitamente bambini e ragazzi con patologie gravi e croniche per periodi di vacanza e di svago. Dal 2007 ad oggi sono stati ospitati 5.830 bambini e 859 famiglie. www.dynamocamp.org
“Per i ragazzi che Dynamo Camp ospita, la resistenza all’esistenza è fondamentale: loro lottano per esistere e per resistere alla malattia. La mia corsa vuole essere un contributo al loro sforzo e un sostegno in più per combattere” ha concluso la runner.
La scelta di Ivana può essere condivisa e supportata da tutti, attraverso la raccolta fondi online “Rexist Run, un’impresa per Dynamo Camp” che è stata attivata fino al 24 maggio, a cui si può accedere sia dal sito di Ivanaw rexistrun.it che direttamente dal sito dell’Associazione.
A sostenere Ivana nella sua impresa è Brooks, azienda leader nella produzione e distribuzione di scarpe da corsa e abbigliamento tecnico, che ha fornito tutta l’attrezzatura indispensabile per affrontare il lungo e impegnativo percorso.
Al comico di Monza e al suo irresistibile pupazzo è andato anche il Premio della Critica. Secondo posto per i musicisti della Disturbanda, che vincono anche il Premio Radio. Terzo classificato il salernitano Vincenzo d'Andretta. Premio "Si fa per ridere" al mimo Ciro Cavallo. -
Modena, 13 maggio 2015 - di Manuela Fiorini – in galleria tutte le foto -
E' Andrea Fratellini, ventriloquo di Monza, il vincitore assoluto dell'edizione 2015 del Festival del Cabaret Emergente. Una vittoria meritatissima, che dovrà spartire con "Zio Tore", il petulante e irriverente pupazzo che lo ha fatto prevalere sugli altri sei finalisti, arrivati al Teatro Storchi di Modena, dopo una selezione durissima: ben 204 i partecipanti iscritti. Il vincitore si è aggiudicato 2500 euro in contratti di lavoro con l'Agenzia Riccardo Benini Spettacoli e parteciperà di diritto, come Ospite d'Onore, al Premio Lunezia di Marina di Carrara, al Premio Walter Chiari di Cervia, al Festival delle Arti di Bologna e al Sganassau Oscar del Cabaret di Bellaria. A Fratellini è andato anche il Premio della Critica.
Secondo posto, con soli 5 voti di differenza, per La Disturbanda, composta dei musicisti lucchesi Lorenzo del Pecchia, Marco Caponi, Emanuele Gaggini, Massimo Marconi, Marcello Angeli e Cristian Pepe, che hanno proposto un raffinato e divertente cabaret musicale. A loro è andato anche il Premio Radio, per l'esibizione più "radiofonica". Il terzo classificato, infine, è il salernitano Vincenzo d'Andretta con il suo esilarante monologo sull'infanzia. Durante la serata sono stati assegnati anche il Premio della Stampa, andato al napoletano Emiliano Petruzzi, già nel cast di Colorado Cafè, che ha presentato uno stralcio del suo spettacolo "L'amore è una cosa meravigliosa...che non esiste". Il Premio "Si fa per ridere", assegnato dalla redazione dell'omonima trasmissione di TRC, è andato invece a Ciro Cavallo e al suo numero mimico che ha stupito tutti con inediti colpi di scena.
Magistralmente condotta da Riccardo Benini, patron del Festival da ben 22 anni, la serata è stata caratterizzata dall'alta qualità delle proposte in gara, che si sono alternate ai super ospiti. Come Roberto de Marchi, che ha divertito il pubblico con il suo show surreale e demenziale, alternando poesie improbabili a lezioni di "altropologia" , durante le quali ha mostrato agli spettatori come si fa pipì nei diversi luoghi del mondo. Stupore in sala, invece, quando nel teatro è risuonata l'inconfondibile voce di Renato Zero. A interpretare alcune delle più famose canzoni dell'artista romano era invece Mario Gaggiano Zero, perfetto anche nelle movenze e nel look. Più che un sosia, un vero e proprio clone. Mentre si spogliano le schede e si attendono i vincitori, si ride con Demo Mura, sardo di origine e americano di formazione, e il suo raffinato monologo, nel quale alterna parodia, satira e imitazioni. In 20 minuti, si alternano sul palco "ospiti" come Maurizio Costanzo e Maria de Filippi, Silvio Berlusconi, Bruno Vespa ed Emilio Fede e, addirittura, una carrellata di papi, da Paolo VI a Francesco, tutti magistralmente interpretati dalla voce del comico.
Il Festival del Cabaret Emergente comincerà ora a girare le piazze di tutta Italia con lo spettacolo FCE in Tour, che prevede la presenza dei comici usciti dalla finalissima. La tappa modenese è prevista per il prossimo 30 giugno in Piazza XX settembre.
Un musical capace di coinvolgere ed entusiasmare a suon di rock. L' importante produzione internazionale è fino al 20 maggio al Teatro della Luna di Assago e dal 22 al 24 maggio al PalaCredito di Romagna, a Forlì. -
Parma, 13 maggio 2015 - di Pietro Razzini -
Partiamo dalla fine: l'ovazione inonda il Teatro della Luna di Assago, gremito di fan che non riescono proprio a rimanere incollati alle sedie mentre gli artisti del Rocky Horror Show interpretano brani resi noti dagli oltre 40 anni che questo musical porta con sé.
LO SHOW - Nell'aria si respirava la voglia di assaporare di nuovo, dal vivo, le celebri note di Time Warp, I Can Make You a Man o Sweet Transvestite. L'attesa è stata ampiamente premiata dalla performance di alto livello del cast originale, affiancato dalla sicura presenza scenica di Maurizio Lombardi, voce narrante locale che ha introdotto e accompagnato il percorso di Brad (David Ribi) e Janet (Harriet Brunton) con interventi chiarificatori per coloro che avevano bisogno di qualche "ragguaglio" sulla storia del Rocky Horror Show. Ben presto, tuttavia, anche i non fedelissimi hanno distinto i bizzarri caratteri e le incredibili estensioni vocali del Dottor Frank'n Furter (Rob Fowler), di Riff Raff (Stuart Matthew Price), di Columbia (Hannah Cadec), di Rocky (Vincent Gray), di Magenta (Maria Franzén) e del Dott. Scott (Charles Brunton).
MUSICA - A coronare una scena già ricca di proposte singolari e stravaganti, al piano superiore dello stage compaiono loro, gli scatenati musicisti: la colonna sonora che dà vita a un vero concerto rock. Le note entrano nelle vene del pubblico che si sente piacevolmente coinvolto e si unisce alla festa senza troppe sollecitazioni.
SORPRESE E MORALE - Piccole sorprese durante lo show e personaggi particolari si aggirano in platea, tengono sempre alta l'attenzione degli spettatori. Fuori da qualsiasi schema e spaventosamente brillante, il Rocky Horror Show porta con sé un sotto testo di non poco valore che, al di là della maestria del suo ideatore, ha contribuito a far superare a questo musical la prova del tempo: "don't dream it, be it".
DATE - Uno spettacolo che, nonostante l'età, non mostra nemmeno una ruga, ma, al contrario, sprigiona tutta la sua potenza nelle due ore in scena. The Rocky Horror Show sarà al Teatro della Luna fino al 20 maggio. A dieci anni di distanza dalla sua ultima apparizione nel capoluogo lombardo, e in concomitanza con l'inaugurazione di Expo 2015, "The Rocky Horror Show" torna protagonista a Milano.