Illustri ospiti sono intervenuti a celebrare il ventesimo del premi letterario "Padus Amoenus" ieri sera a Sissa. Silvia Ragazzini Martelli e Luciano Martelli, fondatori della manifestazione, hanno fatto gli onori di casa agli scrittori Rodolfo Baldassarri e Rosario Castronuovo e al docente dell'Università di Parma Giovanni Gonzi prossimo direttore della rivista culturale Aurea Parma.
di Lgc - Sissa, 30 aprile 2015 -
Come tutte le feste che si rispettino, anche al ventesimo anniversario del "Padus Amoenus" non poteva mancare la musica. Non ancora affermati a livello continentale ma i giovani della Banda Musicale del comprensorio scolastico di Sissa Trecasali hanno incantato il folto pubblico intervenuto alla manifestazione. Un ouverture con "Bella Ciao" seguita da una ballata irlandese, quindi un classico come Fra Martino e chiusura con un pezzo pop nostrano, Montagne Verdi portata al successo da Marcella Bella agli inizi degli anni '70.
Ancora una volta le piccole comunità riescono a stupire per il loro dinamismo e soprattutto per la grande forza del collettivo. Infatti, come ha dichiarato il Direttore Didattico, Alberto Berna, questa esperienza non avrebbe avuto seguito senza il contributo di Eugenio Martani, il quale ha messo a disposizione i suoi strumenti musicali, dell'Assessore alle politiche giovanili Tiziana Tridente (già presidente del Circolo Rita Levi Montalcini), e del Maestro Stefano Mora che oltre a "suonare ogni cosa è stato in grado di trasmettere entusiasmo a questi ragazzi".
E dopo l'applauso il meritato premio ricevuto dalle stesse mani di Silvia Ragazzini Martelli che successivamente ha lasciato il palcoscenico agli altri tre intellettuali non senza prima aprire una delicata e commovente parentesi in onore di Maria Grazia Cavanna, alla quale la sala municipale è intitolata, troppo presto sottratta ai propri cari e alla comunità.
"Attraverso la scrittura riesco a dare un senso alla realtà" è l'introduzione con la quale si presenta Rodolfo Baldassarri, nativo di Andria ma adottato dall'Austria, infine approdato a Sissa per ricevere il premio "Padus Amoenus" con la sua trilogia di romanzi uniti dal "Filo Rosso". "Quel filo rosso, spiega l'artista, che nella tradizione popolare cinese, ogni persona porta, sin dalla nascita, legato al mignolo della mano sinistra che lo lega in modo indissolubile alla propria anima gemella." Il lunghissimo e invisibile filo che congiunge due anime che quando si incontreranno non si lasceranno mai e che è la rappresentazione romantica dell'amore. E' dall'amore, conclude Baldassarri, che scaturiscono gli ideali, si costruisce il futuro e si apprezza l'arte. Ed è per questa ragione che senza arte anche il mondo è destinato a finire.
Di natura più autobiografica è l'opera letteraria presentata da Rosario Castronuovo, trapiantato nel cuore dell'emilia, a Fiorano, ma con le radici ben salde alla sua Lucania. Ed il titolo del libro "Il Paese di Paglia", ambiento negli anni'60 proprio nella sua terra d'origine, racconta del dramma dell'emigrazione e come questa depauperi il paese d'origine. Ma è uno spaccato vero e credibile sui ruoli che gli anziani, in quanto detentori di saggezza, non tantissimi anni fa, assumevano nelle piccole comunità rurali. Una sorta di "psicologi" del paese sempre pronti a trovare una soluzione per tutti.
"Il romanzo, spiega Castronuovo, è nato dalla volontà di raccontare la Basilicata, così poco nota a tutti, la sua storia e le sue tradizioni." Un lavoro che prima di essere passato alla stampa è stato sottoposto a ripetuti controlli da parte dell'artista, sempre teso verso la ricerca della perfezione.
Conclude la serata il professor Giovanni Gonzi, docente della facoltà di lettere dell'Università di Parma e prossimamente nuovo direttore della rivista culturale Aurea Parma, il quale ha intrattenuto il pubblico raccontando del patrimonio culturale parmense attraverso la storia delle riviste culturali che, dal secolo scorso a oggi, proseguono nelle pubblicazioni. Dall'Archivio Storico, fondato nel 1860, pochi anni prima dell'unità d'Italia, per passare a Aurea Parma e per concludersi con gli Appunti Parmigiani, del Circolo Culturale Ignazio Silone, fondato da Anna Cerruti Burgio recentemente scomparsa.
Una trentina di riviste patinate che contribuiscono a tenere alto il profilo culturale della piccola Parigi.
(In allegato Video e galleria immagini)
Il fragore del limite, esito del laboratorio di II livello condotto da Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli, in scena a Europa Teatri sabato 2 e domenica 3 maggio 2015. -
Parma, 1 maggio 2015 -
Sabato 2 e domenica 3 maggio alle ore 21.15 a Europa Teatri va in scena l'esito del laboratorio di II livello "Il fragore del limite" condotto da Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli, ispirato a La fine del Titanic di Hans Magnus Enzensberger, testo da cui tutti i laboratori di Europa Teatri hanno tratto le suggestioni che accompagnano il lavoro di formazione di questa Stagione.
In scena: Antonella Azzali, Arianna Cappellini, Federica Cola, Gaia De Luca, Elisa Del Sante, Andrea Friggeri, Jasmine Lonetti, musiche originali dal vivo di Patrizia Mattioli, luci Yannick De Sousa Mendes, immagini video realizzati all'interno del laboratorio.
"La nostra volontà – si legge nelle note di regia - ci ha condotti a imbarcarci, a salpare, a partire, abbiamo affrontato l'oceano, l'incertezza del viaggio, il mistero che appartiene ad esso, questo ci fa sentire uniti, membri di un'unica stirpe. E ora c'è un'unica certezza che pervade la nostra coscienza, è il sapere di essere predestinati al sogno. Il fragore fa vibrare l'aria, infrange il limite del suono del pensiero e arriva all'anima, scuote il motore. Per questo viaggio il fragore non appartiene solo all'elemento sonoro, ma penetra l'immagine video, l'azione dei corpi e delle voci; diventa parte della narrazione, della vita e della morte di chi veramente si è imbarcato sul Titanic. Il limite circoscrive, indirizza il nostro pensiero, il nostro sentire e ci trasporta in una nuova dimensione del sogno e della realtà. Ci pone davanti all'ignoto, più si limita un'immagine, un azione, più si scopre la possibilità di percorrere vie nascoste e questo inevitabilmente porta ad inabissarsi".
Info e prenotazioni: Europa Teatri, via Oradour, 14, tel. 0521.243377
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – www.europateatri.it
(fonte: ufficio stampa Europa Teatri)
Il Parco propone una serie di incontri con esperti e la mostra a tema Expo. Venerdì 1, ingresso gratuito, inaugurazione di "Dalla terra(mara) alla tavola" e arcieri. Domenica "A tavola nel passato" porta alla riscoperta degli aromi della Preistoria -
Modena, 1 maggio 2015 -
Il parco archeologico museo all'aperto della Terramara di Montale in maggio guarda ad Expo e al tema "Nutrire il pianeta". Sotto il titolo "Terramare e ambiente, uno sviluppo sostenibile?" il mese sarà, infatti all'insegna dei temi al centro dell'Esposizione milanese, sviluppati a partire dall'entrata in crisi delle Terramare, nel 1200 a. C., dopo cinque secoli di benessere. Il Parco propone una serie di incontri con esperti e una mostra.
La mostra
Si inaugura proprio oggi, venerdì 1 maggio (giornata ad ingresso gratuito), si intitola "Dalla terra(mara) alla tavola", ed è dedicata alla produzione e al consumo di cibo nel nostro territorio oltre tremila anni fa. In esposizione vasellame, attrezzi agricoli, reperti botanici e faunistici, per raccontare il percorso del cibo dai campi alle mense dei nostri antenati. Alla scoperta della mostra si verrà guidati dai curatori Cristiana Zanasi e Andrea Cardarelli. Nella stessa giornata la Terramara ospita l'iniziativa "Arco al Parco", per parlare di caccia, archi e frecce nelle terramare, con prove di tiro a cura del gruppo Arcieri di Montale.
"A tavola nel passato"
Domenica 3 maggio con "I sapori delle terramare" si capirà in che modo si procuravano e preparavano il cibo i nostri antenati di 3500 anni fa. Gli enormi progressi fatti negli ultimi anni da discipline come l'archeobotanica hanno infatti dilatato enormemente le possibilità di indagine in questo campo. Sempre domenica è in programma "A tavola nel passato", laboratorio sensoriale per riconoscere antichi aromi, in collaborazione con Orto Botanico, Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Modena e Reggio Emilia. A seguire, in maggio, eventi legati alle dinamiche di sfruttamento delle risorse ambientali da parte delle comunità terramaricole: dai prodotti dei campi, attraverso le ricerche archeobotaniche, a quelli ottenuti dagli animali allevati, grazie all'archeozoologia.
Il Parco museo archeologico all'aperto della Terramara è a Montale in Via Vandelli (S.S. 12 – Nuova Estense). Apre al pubblico le domeniche e i festivi dal 5 aprile al 14 giugno dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 con l'ultimo ingresso un'ora prima delle chiusure. L'ingresso, aparte l1 maggio quando è gratuito, costa 6 euro (4 euro dai 6 ai 13 anni e gratuito fino ai 5 anni e per gli over 65). È prevista una serie di riduzioni che si possono trovare, insieme a tutte le informazioni sulle attività, sul sito del Parco museo all'aperto www.parcomontale.it. Per informazioni e prenotazioni, tel. 059 2033101.
Cooperazione fra pubblico e privato, orgoglio, identità condivisa, riscoperta dei valori come comunità saranno le leve su cui poggerà il piano strategico. Nelle prossime settimane si conosceranno i nomi delle città finaliste e in estate si saprà chi sarà la Capitale italiana della cultura 2017. -
Parma, 29 aprile 2015 -
"Con la partecipazione a questa iniziativa vogliamo delineare un'attività progettuale per Parma incentrata su bellezza, inclusione e sostenibilità" - queste le parole il sindaco Pizzarotti ha introdotto il progetto, che si pone come un ideale ponte fra passato e futuro, proprio nel 2017, anno in cui la città di Parma festeggia i 2.200 anni dalla sua fondazione.
Il dossier è stato consegnato al Governo il 30 marzo scorso e da lì è partita la candidatura di Parma per l'anno 2017. Nelle prossime settimane si conosceranno i nomi delle città finaliste e in estate si saprà chi sarà la Capitale italiana della cultura 2017.
Le linee del progetto sono state illustrate lunedì sera presso la Casa della Musica dall'assessore Laura Maria Ferraris davanti ad un parterre composto da amministratori, parlamentari di Parma, rappresentanti di fondazioni e istituzioni culturali. L'assessore ha declinato i temi che stanno alla base del progetto. Il primo è quello dell'ascolto. Conoscenza, creatività e innovazione, valorizzazione del patrimonio e cultura digitale saranno al centro dell'azione del Comune per creare una città accogliente e sostenibile, con una forte capacità attrattiva, capace di rappresentare al meglio ciò che vuole essere l'Italia.
Gli obiettivi indicati da Ferraris si possono sintetizzare in quattro punti: nuova relazione fra cittadini e patrimonio culturale, cultura come "economia della conoscenza", produzione del sapere e motore della rigenerazione urbana; bellezza sostenibile, intesa come tutela ambientale e sostenibilità anche etica e morale, oltre che dello sviluppo economico; comunità diffusa, per rendere Parma sempre più coesa e accogliente, capace di utilizzare anche la cultura per rompere le barriere della solitudine, di affermare il diritto e il dovere di ciascuno di essere protagonista della propria vita.
L'assessore Ferraris ha quindi spiegato perché è stato scelto il "ponte" come filo conduttore del progetto: "Il ponte indica il passaggio, l'andare oltre, il superare gli ostacoli, e per Parma si va dal Ponte Romano, cardine di uno degli interventi di rigenerazione urbana che stanno alla base della proposta, al ponte a nord, il grande incompiuto, che non siamo ancora riusciti a metabolizzare".
I progetti
Il primo è quello relativo alla rigenerazione e qualificazione del centro storico, puntando sul progetto Aemilia 187 a.C., con la valorizzazione del ponte Romano e la creazione di un sistema museale integrato. Il secondo progetto è dedicato al cinema, che con Parma ha un rapporto molto speciale, "Ciak si rigenera", che prevede la creazione di un distretto di cinematografia documentaria al Cinghio e l'acquisizione dell'Archivio Bertolucci.
"Il Giardino ritrovato" dovrà restituire una nuova identità al Parco Ducale, con interventi incentrati su Palazzetto Eucherio Sanvitale e Serre. Infine il "Programma d'ascolto", incentrato sulla musica, altro brand di Parma, con i 150 anni dalla nascita di Arturo Toscanini e un concorso per direttori d'orchestra, un festival della musica barocca e il festival Verdi 2017; inoltre, sempre legati al tema dell'ascolto, ci saranno un "novembre dell'innovazione digitale" e l'incontro fra giovani e grandi artisti. E' prevista inoltre anche l'identificazione di 2.200 persone come testimonial di Parma per il 2.200° compleanno della città.
Di Chiara Marando - Sabato 02 Maggio 2015 -
C'era una volta uno splendido castello....
Così iniziano spesso le favole ed i racconti di dame e cavalieri ambientati in un tempo lontano, immagini che si imprimono nella mente sin da bambini e non smettono mai di affascinare.
Intorno a Parma, tutto il territorio e costellato di manieri secolari che adornano le colline, ma anche spostandosi poco lontano, fino alle zone vicino Piacenza, si possono ammirare numerosi castelli che invitano ad una visita.
Tra i più noti vi è certamente Castell'Arquato. Il promontorio su cui sorge è tra le prime “visioni” che si scorgono giungendo dalla pianura, perfettamente inserito in un paesaggio dall'aspetto ordinato di filari di gelsi, cascine e campi coltivati. I possenti torrioni si stagliano sulla valle e proteggono il piccolo borgo di minute casette che si estende tutto intorno seguendo la forma arcuata della terreno. Una perfetta armonia di colori e linee fuse con la natura circostante. Gli edifici monumentali del borgo sono la testimonianza del potere e del prestigio di coloro che, nel tempo, hanno dominato la zona e ne hanno trasformato la fisionomia in base alle esigenze di difesa. Passeggiando per le stradine si possono osservare numerosi monumenti concentrati nel piccolo spazio cittadino: la Chiesa Collegiata, risalente al 1122, dall'aspetto severo tipico dello stile romanico e ricca di fossili marini, la Rocca Viscontea datata 1347, Palazzo del Podestà, Palazzo della Giustizia ed, infine, il Torrione Farnese. E per una sosta gastronomica, ecco che proprio di fronte alla Rocca Viscontea si trova il ristorante “Taverna del Falconiere”, un ambiente caldo ed accogliente dove la cucina riprende la tradizione piacentina seguendo la stagionalità delle materie prime.
Spostandosi nella verde Val Vezzeno, appoggiato su uno sperone di roccia a picco sul torrente sottostante, troneggia il bellissimo Castello di Gropparello. Le sue origini risalgono all'VIII secolo e tutt'oggi si presenta perfettamente conservato costituendo un magnifico esempio dell'arte della fortificazione. Ciò che ne impreziosisce ulteriormente il fascino è l'incantevole bosco secolare che lo circonda, il noto “Parco delle Fiabe”, ovvero il primo parco emotivo d'Italia nel quale i bambini riscoprono le tracce del passaggio di fate, folletti, elfi e streghe.
All'ingresso del Parco, nelle Gole di Vezzano, si trova la Taverna Medievale, luogo dove storia, natura e tradizione si fondono in una cucina ispirata al passato che recupera ricette medievali e rinascimentali. Prelibatezze preparate sapientemente che spaziano dalle zuppe, alle carni brasate arricchite da spezie ed erbe officinali che ben si accompagnano ai vini dei colli piacentini.
A 13 km da Piacenza, in località Pontenure, il Castello di Paderna risalta con la sua eleganza austera fuori dal tempo e dallo spazio. All'interno delle mura si apre un'ampia corte agricola che fa da cornice ad un lungo porticato. Il castello, oggi residenza padronale, è anche azienda agricola-biologica, orto-giardino con antiche varietà di piante ed ortaggi, fattoria didattica e sede di importanti manifestazioni legate alla coltivazione della terra.
Un altro importante maniero è il Castello di Rivalta, nel Comune di Gazzola. Sontuosa residenza signorile, è uno tra quelli meglio conservati dell'Emilia e si trova nel suggestivo borgo di Rivalta, sulle sponde del fiume Trebbia. Visitare l'edificio significa ammirare sale inalterate nei secoli e camminare attraverso la storia di una famiglia passando per il salone d'onore, la sala d'armi, le cantine e per finire, le anguste prigioni.
Per saperne di più:
Casa del Giovane Verdi. Scoperta storica che riguarda la Bassa Parmense.
Soragna, 26 aprile 2015 - Il filo conduttore che unisce i luoghi verdiani si arricchisce di un altro inedito tassello che riguarda Soragna. Meri Rizzi, Patrizia Verdi ed Anna Sichel hanno scoperto vicende "nuove" relative alla vita giovanile di Giuseppe Verdi, nel periodo tra i 10 e i 18 anni, quando il Cigno fu ospitato nella Casa di Pietro Michiara, l'attuale Via Piroli a Busseto.
Fino ad oggi nessuno si era accorto che il benefattore di Verdi era nato a Castellina di Soragna nel 1786, lo si riscontra dai documenti che Meri Rizzi, Patrizia Verdi ed Anna Sichel hanno pazientemente ritrovato nell'Archivio di Stato di Parma, nel Comune di Busseto e nell'Archivio Diocesano di Fidenza e dal 12 aprile, sono esposti permanentemente proprio in via Piroli a Busseto, nella Casa del Giovane Verdi.
Le sue origini austriache, come affermato da una certa pubblicistica, ora sono smentite dall'evidenza dei riscontri documentali. Pietro Michiara fu Consigliere Anziano del Municipio di Busseto, in seguito nominato Sindaco con Atti Sovrani della Duchessa Maria Luigia; ricco proprietario terriero, ebbe addirittura un contenzioso giudiziario con il Comune di Soragna, che si risolse con una sentenza definitiva a suo favore emanata nel 1856 dalla Corte Suprema di Parma. Un fatto eccezionale per quei tempi. La contesa che contrappose Michiara all'Amministrazione comunale riguardava il possesso di uno stradello che il Comune riteneva suo, ma il benefattore di Verdi dimostrò che rientrava nella sua proprietà, acquistata in data 19-02-1812 con rogito del notaio Defranceschi. Donò anche, con atto del notaio Ercolano Balestra, la somma di "lire nuove" 1.800 nel dicembre 1843 per il figlio Andrea quale Patrimonio Ecclesiastico "poiché diverrà sacerdote" si legge da un antico atto. Michiara era amico di papà Carlo Verdi, in questi anni è caduto nell'oblio, si potrebbe dire quasi censurato; eppure il Cigno visse e sviluppò il suo genio musicale nella sua casa, dove trascorse tutta la sua giovinezza per poter frequentare il ginnasio, posto proprio nelle vicinanze. Michiara aiuto Verdi anche nel 1835: dopo la morte del Maestro Provesi, vi fu una tumultuosa seduta in Consiglio Comunale ed a votare a favore di Giuseppe Verdi per l'incarico di Maestro di Cappella vi fu anche lui. L'esposizione permanente allestita a Busseto è totalmente gratuita, grazie alla dedizione di Anna Sichel che quale proprietaria della storica di dimora l'ha messa a disposizione della memoria collettiva senza alcun fine di lucro. (S.P.)
Tratto dall'omonimo cult movie, uno spettacolo unico nel suo genere per la capacità di coinvolgere e interagire con il pubblico, accompagnato dalla strepitosa colonna sonora rock. L' importante produzione internazionale dal 5 al 20 maggio al Teatro della Luna, ad Assago e dal 22 al 24 maggio al PalaCredito di Romagna, a Forlì. -
Parma, 25 aprile 2015 - di Pietro Razzini -
Spettacolo leggendario, tradotto in tantissime lingue e visto in 5 continenti da oltre 20 milioni di persone, trae origine dall'omonimo cult movie "The Rocky Horror Picture Show" (con Tim Curry e una giovane Susan Sarandon), pellicola di cui si festeggiano i 40 anni dall'uscita proprio nel 2015: tutto questo e molto di più è "The Rocky Horror Show", eccezionalmente a Milano a inizio maggio.
LO SHOW
Spettacolo unico nel suo genere, The Rocky Horror Show porta con sè una strepitosa colonna sonora rock che include hit come "The Time Warp" e "Sweet Transvestite". La sua peculiarità è quella di coinvolgere e interagire con i presenti. E' proprio questo aspetto a rendere il fenomeno cult del "Rocky", ancora più particolare. Ogni sera il pubblico è spontaneamente partecipe, quasi seguisse un copione parallelo fatto di gesti e parole, accompagnando le battute degli attori in scena. La versione in Italia è in lingua originale, accompagnata da un allestimento di spettacolare eccentricità che ha suscitato attorno a sé grande fermento.
La storia racconta l'incredibile e surreale avventura di due fidanzati, Brad Majors e Janet Weiss in visita al loro vecchio insegnante, il dottor Evrett Scott. Durante il viaggio in macchina, a causa di una gomma bucata, sono costretti a raggiungere a piedi un castello nelle vicinanze, il Frankestein Place. Il loro arrivo capita in una notte speciale mentre si sta svolgendo la convention annuale dei Transylvani. Bizzarre e singolari creature accolgono alla porta i due fidanzatini, fino all'arrivo dell'eccentrico padrone di casa: Frank'N' Furter che, rivelando di essere uno scienziato in procinto di compiere la sua speciale opera suprema "Rocky", li invita a trascorrere la notte al castello come suoi ospiti. Che succederà poi?
GLI APPUNTAMENTI
Date da non dimenticare: dal 5 al 20 maggio al Teatro della Luna, ad Assago. A dieci anni di distanza dalla sua ultima apparizione nel capoluogo lombardo e in concomitanza con l'inaugurazione di Expo 2015, "The Rocky Horror Show" torna protagonista a Milano. A seguire, come spettacolo di apertura del prestigioso Ravenna Festival, dal 22 al 24 maggio sarà al PalaCredito di Romagna, a Forlì. Queste le uniche due tappe italiane della tournée europea dell' importante produzione internazionale firmata BB Promotion Gmb, uno dei maggiori punti di riferimento del live-entertainment europeo.
credits Thommy Mardo ph
Otto Guinness World Record e una sconfinata serie di premi: Alle Tattoo, tatuatore modenese conosciuto nel mondo, ha risposto alla nostra intervista sulla sua storia come artista della pelle, raccontandoci il record che tenterà a ottobre. -
Modena, 25 aprile 2015 - di Federico Bonati -
Eclettico ed estroverso, genuino come la sua terra, sicuramente geniale, ma forse lui non lo ammetterà mai. È Alessandro Bonacorsi, modenese, classe 1975, meglio noto come "Alle Tattoo", forse il tatuatore più famoso d'Italia e più conosciuto nel mondo, che si divide tra il suo studio di Soliera, che accoglie clienti da tutta la penisola e non solo, e le convention di tatuaggi in giro per il pianeta.
Ha al suo attivo qualcosa come otto Guinness World Record, più una sconfinata serie di premi ricevuti, per la sua arte, in ogni dove. Nel 2014 ha pubblicato un libro dal titolo "Il mattino ha il Maori in bocca", una lettura esilarante sugli strafalcioni, le gaffe e le gag che avvengono nel suo studio, nel quale ci ha accolti e ha risposto alle domande della Gazzetta dell'Emilia.
Recentemente, nel suo tour negli USA, da costa a costa, ha stabilito nuovi record, arricchendo il suo già nutritissimo palmares. Qualcosa di straordinario, ma decisamente all'ordine del giorno per un artista non convenzionale, e proprio per questo, assoluto.
Alessandro, quando ha scoperto la passione per i tatuaggi?
Il primo tatuaggio che ho fatto risale al 3 maggio 1989, ma l'amore per questa arte risale a molto tempo prima. Andai a Londra con mia madre da bambino, lei si trovava lì per lavoro, e io, per curiosità, entrai in uno studio di tatuaggi, e sentendo il rumore della macchinetta per tatuare, così come vedendo i vari tatuaggi realizzati, me ne innamorai perdutamente.
Chi è stato il suo mentore o il suo tatuatore di riferimento?
In questo senso, ho avuto e ho tante persone di riferimento, che sanno trasmettermi tanto in merito a questa arte.
Qual' è stato il tatuaggio più difficile che ha realizzato?
Tutti e nessuno, perché nessun tatuaggio è facile. Il più particolare, e sicuramente il più difficoltoso viste le condizioni di realizzazione, è quello che mi sono tatuato durante i quaranta giorni di scalata del monte Everest, grazie al quale, tra l'altro, ho realizzato il record per il tatuaggio realizzato nel luogo più alto del mondo.
Ci parli del Guinnes World record che tenterà a ottobre di quest'anno.
Innanzitutto, continueremo la "tradizione" della sessione di tatuaggi più lunga al mondo, provando a battere il nostro precedente record di 50 ore e 8 minuti. Inoltre, tenteremo il record per il tatuaggio multiplo con più persone al mondo, nella quale scriveremo a 500 persone, una singola lettera sotto il piede, la quale poi formerà una frase antirazzista. Annuncio, sin da subito, che il ricavato di questa manifestazione, alla quale parteciperanno calciatori, vip, imprenditori, ma anche cittadini comuni, sarà devoluto per l'acquisto di un capannone, o per coprire i costi di affitto, per quegli imprenditori che, a causa del sisma 2012, hanno perso il loro luogo di lavoro, e di conseguenza, il lavoro stesso.
Sui social network circola un post che riporta la seguente frase: "La gente che ha rovinato il mondo ha la cravatta, non i tatuaggi". Crede che il tatuaggio sia ancora un tabù in Italia?
Assolutamente no! Purtroppo credo che chi ha rovinato il mondo non sia chi porta la cravatta né, a maggior ragione, chi ha dei tatuaggi: chi ha rovinato, anzi distrutto il mondo, sono gli stupidi, i criminali e le droghe, l'autentica rovina di questo mondo.
Si è mai rifiutato di fare un tatuaggio? Se sì, perché?
Si, perché odio fare tatuaggi "sbagliati". Faccio un esempio: è venuto qui nel nostro studio un ragazzino di quindici anni a chiedere il tatuaggio di una svastica. Non ho detto no per una questione politica, ma perché quell'adolescente non aveva, nel concreto, la cultura, la conoscenza e la piena comprensione, del simbolo che voleva sulla sua pelle.
Lei è stato molto attivo nell'ambito della solidarietà post sisma 2012. Cosa prova ripensando a quei momenti?
La mia idea, rispetto a qualche anno fa, è cambiata. Prima c'era la paura, ma al tempo stesso la voglia di rivincita e ripartenza; ora invece provo tanta rabbia. La provo se penso alle tante persone che si sono date da fare per la solidarietà e che ora arrivano a picchiarsi per una partita di pallone, o a quelle famiglie che aprivano la casa ai loro vicini per un momento di condivisione, mentre ora faticano a salutarsi.
Sabato 25 Aprile bellezza e talento protagoniste alla 77° edizione della Fiera di Modena. Le vincitrici accederanno alle Finali Regionali. -
Modena, 23 aprile 2015 -
Il nuovo Talent Nazionale Bellezza Italiana ha messo in moto la sua macchina organizzativa, andando alla ricerca della sue prime finaliste regionali. L'evento si svolgerà sabato 25 Aprile e inaugurerà la stagione di Bellezza Italiana a Modena e provincia. Il programma è ricco di appuntamenti coinvolgenti: avrà inizio alle ore 21.00, nello spazio riservato a "Radio Stella Village", all'interno della 77° Fiera di Modena (Viale Virgilio, 70/90).
Saranno messi in palio 6 titolo validi per l'accesso alle Finali Regionali: "Bellezza Italiana Fiera di Modena" fascia che premierà l'avvenenza; "Bellezza Italiana Talento" dedicato a tutte quelle ragazze belle e di talento che ambiscono a entrare nel mondo dello spettacolo perché ritengono di saper cantare, ballare e recitare; "Bellezza Italiana Fashion Attitude" per le ragazze che vogliono intraprendere una carriera nel mondo del fashion; "Bellezza Italiana Sport", premio che sarà assegnato a una tra le ragazze che si sono distinte nella propria attività sportiva di riferimento (pallavolo, sci, ginnastica artistica, atletica, kick boxe, arti marziali, fitness); "Bellezza Italiana International", eletta tra le ragazze straniere che risiedono in Italia; "Bellezza Italiana Young" per le ragazze giovanissime.
IL CONCORSO -
Bellezza Italiana non premia solo l'avvenenza di tante concorrenti di età compresa tra i 16 e i 26 anni, ma vuole esaltare il talento nel canto, nel ballo, nella recitazione e nel mondo del fashion.
Il Contest Bellezza Italiana ideato da Mirka Fochi, per oltre 20 anni responsabile, per l'Emilia Romagna, di Miss Italia, rompe gli schemi ormai datati dei concorsi di bellezza in cui le ragazze in gara si limitano a esibire misure e sorrisi sfilando in costumi aderenti e dècolletè neri. I tempi sono cambiati, gli occhi hanno bisogno di personalità, talento, capacità, come a sfatare il mito che essere belle significa non saper fare nulla. Bellezza Italiana premierà, quindi, le virtù delle partecipanti nei settori della moda, della danza, del canto, del cinema e dello spettacolo. Le Finali Nazionali di Bellezza Italiana si svolgeranno dal 21 al 26 Settembre a Salsomaggiore Terme, la Città che accoglierà le 100 finaliste in quel luogo dove la bellezza è di casa.
Le iscrizioni gratuite sono aperte.
Per informazioni sulla partecipazione a "Bellezza Italiana" basta contattare Mirka Fochi, al 0521.64.72.75 o 338.33.39.327 oppure inviare un' e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Un'ulteriore opportunità per info e iscrizioni è data dal sito www.bellezzaitalianacontest.it
Nuovo ascensore per il campanile del Duomo durante il periodo di Expo, veduta panoramica della città dalla terrazza dell'Osservatorio del Collegio Alberoni e digitalizzazione tramite touch screen dei preziosi affreschi della Basilica di Santa Maria di Campagna. -
Piacenza, 24 aprile 2015 -
Un progetto per valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città di Piacenza, offrendone un nuovo punto di vista. Una prospettiva diversa e inusuale, quella offerta da "Piacenza in quota".
Fra le iniziative, un nuovo ascensore panoramico per la cattedrale che porterà all'apice del Campanile del Duomo, per godere di una splendida vista sulla città. Nel periodo in concomitanza con Expo, si potrà salire in quota sfruttando la struttura già predisposta per il restauro, potendo quindi conoscere la città da un punto in quota inedito ed irripetibile ed accedere all'interno del cono dove poter ammirare le iscrizioni del XIV secolo, oltre all'opera Resurrexit, lì per l'occasione collocata.
Al termine di Expo verrà completato il restauro del paramento in laterizio ed entro la fine dell'anno, meteo permettendo, tutto il ponteggio sarà smontato e la Cattedrale sarà restituita alla città in tutta la sua bellezza.
Dal primo maggio fino al 31 ottobre, sarà inoltre possibile salire alla torretta dell'osservatorio astronomico del Collegio Alberoni in percorsi accompagnati quotidiani, attraversando splendidi e antichi ambienti densi di storia. Dalla torretta del più antico ed elevato osservatorio astronomico alberoniano si potrà godere di una vista unica e quasi mai resa accessibile alla maggior parte dei visitatori.
Tra le iniziative inoltre, sempre dal primo maggio, la digitalizzazione tramite touch screen dei preziosi affreschi della Basilica di Santa Maria di Campagna che permetterà di seguire le storie che si sviluppano sulle pareti della volta e del tamburo e conoscere la complessa iconografia degli affreschi di Pordenone e di Bernardino Gatti, detto il Sojaro.
Biglietti ridotti
Nell'ambito dell'iniziativa "Piacenza in quota" chi presenta il biglietto di ingresso della Galleria Alberoni avrà diritto al biglietto ridotto per la salita alla sommità del Campanile del Duomo di Piacenza. L'acquirente del biglietto per la salita al campanile del Duomo, presentandolo alla biglietteria della Galleria Alberoni, avrà diritto all'acquisto del biglietto ridotto.