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Domenica, 21 Dicembre 2014 10:45

Allergeni, dal FIPE un software per i ristoranti.

Un programma facilita l'identificazione degli allergeni contenuti nei piatti preparati prodotto da FIPE e posto a disposizione degli aderenti attraverso gli uffici territoriali.

di LGC Parma, 16 dicembre 2014 -
Le allergie alimentari, risposte immunitarie alle proteine presenti nei cibi e che il corpo ritiene erroneamente dannose, costituiscono un importante problema di salute di sempre maggiore rilevanza. I sintomi possono includere, per esempio, il rigonfiamento di labbra, lingua e palpebre, prurito, asma, stordimento, nausea, gastroenterite, orticaria e dermatite e, nel caso peggiore, si può arrivare a shock anafilattico e successiva morte.

Un problema in crescente aumento seppure la percezione sia notevolmente superiore alla realtà. Il 25% della popolazione ritiene di avere sensibilità a qualche prodotto alimentare mentre al contrario solo il 5-8% dei bambini e il 2-3% degli adulti soffre di questi disturbi alimentari.

Per difendere i consumatori è diventato obbligatorio, dallo scorso 13 dicembre, dichiarare in modo ben visibile gli elementi costituenti gli alimenti somministrati nei ristoranti, nei bar e nelle mense.

Al momento attuale, fa sapere la FIPE (Federazone Italiana Pubblici Esercizi), però, mancano ancora due provvedimenti di natura legislativa e una circolare interpretativa che possano fare chiarezza completa sull'argomento e precisare adempimenti e sanzioni.

Per venire incontro alle denunciate difficoltà dei ristoratori, Fipe-Confcommercio ha realizzato un software e lo ha messo a loro disposizione per il tramite delle associazioni territoriali.

Tale programma facilita l'identificazione degli allergeni contenuti nei piatti preparati. Poiché fra le indicazioni che il nostro Governo non ha ancora fornito rientra anche la modalità esatta di comunicazione al cliente sugli allergeni presenti, al momento è previsto che l'elenco degli allergeni debba essere realizzato comunque in forma scritta.

In base a un sondaggio realizzato dal centro studi Fipe, risulta che la modalità più adeguata per informare il cliente per il 36% dei ristoratori è la comunicazione a voce. Il 23,7% ritiene più opportuno inserire una nota all'interno del menu, mentre il 12% del campione preferirebbe che fosse il cliente a comunicare le allergie o le intolleranze alimentari; un altro 12% ritiene più opportuno predisporre un documento specifico, cioè una sorta di libro degli allergeni.

Sta di fatto che, a giudizio di Fipe, occorrerebbe lasciare all'esercente la scelta di come comunicare alla propria clientela gli allergeni presenti nel menu.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 23 Marzo 2014 11:08

Per FIPE buone le iniziative di Renzi

 


«Ad una prima impressione, le misure di Governo anticipate dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, vanno nella giusta direzione, con coraggiosi interventi finalizzati a rilanciare l’Italia». È questo il commento del presidente Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani.

 

Roma, Marzo 2014 - 


«In particolare – prosegue Stoppani – vanno apprezzati gli interventi sul lavoro, come l’abolizione della causale per i contratti a termine fino a 36 mesi e lo snellimento burocratico sull’apprendistato. Si tratta di provvedimenti che portano a una maggiore flessibilità del lavoro, favorendo nuove assunzioni. Inoltre, relativamente agli interventi fiscali sulla revisione delle aliquote Irpef per i redditi più bassi ci conforta la posizione del presidente Renzi che ha collegato nuove entrate per le famiglie al rilancio dei consumi anche nel settore dei pubblici esercizi. Sentire affermazioni del capo di Governo del tipo “Voglio che un padre possa dare 20 euro in più al figlio magari solo per andare a mangiare una pizza” trasferiscono immediatamente l’obiettivo principale della manovra, che è quello di rilanciare i consumi e costituiscono un segnale di grande attenzione e consolazione anche per le imprese del nostro comparto».

(Fonte FIPE)

Domenica, 26 Gennaio 2014 09:35

Lavoro, alla ricerca di pasticceri e gelatieri

 

FIPE: bisogna dare maggiore impulso alla formazione professionale.

- Rimini gennaio /2014 -

Pasticceri e gelatieri come i pizzaioli: non si trova personale preparato ed esperto. Gli imprenditori di queste tipologie di pubblico esercizio rientrano nel 47% dei datori di lavoro italiani le cui aziende sono danneggiate, secondo il recente rapporto McKinsey, dalla difficoltà  a trovare i dipendenti qualificati.


Nel corso del 2013, il 13% delle assunzioni programmate non sono state effettuate e sono rimaste vacanti ben 600 posizioni per personale qualificato. Anzi, nel 2013 la carenza si è addirittura aggravata rispetto al 2012, passando dall’8,6 al 12,5%. I dati sul fabbisogno specifico del settore sono stati elaborati dal Centro Studi Fipe in occasione del Sigep 2014, il 35° Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianali in calendario da oggi a Rimini contestualmente a RHEX RISTORAZIONE - Rimini Horeca Expo.
«Avevamo già lanciato l’allarme per i pizzaioli qualificati – commenta Lino Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio – e ci ritroviamo adesso a rilanciare lo stesso concetto  anche per i pasticceri e i gelatieri. Il mancato incontro fra domanda e offerta di lavoro è uno dei problemi alla base della disoccupazione italiana e persino europea.  Sarebbe necessario dare più importanza alla formazione professionale, con il rafforzamento della formula dell’alternanza scuola-lavoro, e semplificare le procedure per le assunzioni, soprattutto per i giovani potenziando l’apprendistato».

(Foto Sigep)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

 

FIPE-CONFCOMMERCIO teme ulteriori aggravi per le imprese con l’adozione della moneta elettronica. 

 

Roma, dicembre 2013

Il 2013 si chiude con una forte preoccupazione per gli esercenti. A rendere un po’ meno serene le loro feste è la norma che introduce dal 2014 l’obbligo di accettazione della moneta elettronica in tutti esercizi commerciali, ivi compresi bar e ristoranti.


«Si tratta di una questione seria – ha commentato, Lino Stoppani, il presidente della Fipe-Confcommercio, la Federazione leader nel settore dei pubblici esercizi – che se non sarà risolta non consentirà di guardare al prossimo futuro con grandi speranze. La diffusione dei POS non è completata e le transazioni elettroniche sono ancora eccessivamente onerose».
Fipe auspica che contestualmente all’obbligo di accettazione del pagamento con moneta elettronica vengano adottati i decreti attuativi, perché questa condizione risolverebbe i problemi sollevati da Fipe. Infatti, come si apprende da organi di stampa, gli schemi dei decreti, nel testo noto, pongono un tetto limite di 30 euro di spesa per la tracciabilità dei pagamenti ed esentano dall’installazione del Pos le attività che nell’anno recedente hanno realizzato un fatturato inferiore a 200 mila euro.

Domenica, 24 Novembre 2013 08:04

FIPE, la ristorazione abusiva vale 5 miliardi



Campagna di sensibilizzazione contro l'abusivismo.



Il mercato della somministrazione abusiva di alimenti e bevande genera un volume d'affari a livello nazionale di 5 miliardi di euro.

È la stima del centro studi di Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio – Imprese per l'Italia, realizzata in occasione della giornata di mobilitazione indetta dalla stessa confederazione a conclusione dell'iniziativa "Legalità mi piace!".

«Da anni denunciamo il fenomeno della concorrenza sleale – annuncia il presidente di Fipe, Lino Stoppani – che oltre a danneggiare il settore crea un danno alle casse erariali in quanto gode di regimi di esenzione, anche totale, da imposte. Tra tutte le forme di abusivismo quello nel settore della somministrazione di cibi e bevande e dell'intrattenimento danzante è quello che maggiormente danneggia le imprese ed i loro dipendenti in quanto è troppo spesso coperto da leggi di esenzione e dalla compiacenza di chi dovrebbe vigilare. Per questo motivo, Fipe ha scelto come forma di mobilitazione quella di affiggere nei pubblici esercizi manifesti che denunciano un sistema perverso di attività abusive ed agevolazioni fiscali, peraltro vietate dalla Unione Europea in quanto si configurano come veri e propri aiuti di Stato».

La ristorazione effettuata in occasione di feste di partito e sagre, così come quella da parte di falsi agriturismi, circoli sportivi e culturali effettuata in regime di detassazione e decontribuzione fa mancare entrate allo Stato per circa due miliardi di euro.

Il valore maggiore del mercato abusivo della ristorazione viene realizzato dai bar e ristoranti dei 25 mila circoli sportivi e culturali per 2,7 miliardi di euro. Seguono a ruota i falsi agriturismi per un valore di 1,6 miliardi di euro. A queste cifre va aggiunto il mezzo miliardo di euro generato dalla ristorazione delle oltre 27 mila false sagre che ogni anno si svolgono nel nostro Paese.

«Ma il problema - prosegue Stoppani - non ha soltanto implicazioni economiche e commerciali, ma ha risvolti sulla convivenza civile se si considera che nei luoghi della movida si registra, come è stato rilevato da un'indagine Fipe-Censis, un'elevata disponibilità di alcolici, anche a basso prezzo, dovuta essenzialmente all'attività di abusivi che è causa di problemi di sicurezza e di devianza sociale».

(Fipe)
Reggio Emilia, 14 novembre 2013 -

Sulla pelle delle Fiere di Reggio si sta consumando una delle pagine più buie nell'intreccio tra politica ed economia che riguarda la storia recente della nostra provincia.

E' di tutta evidenza che se non interverranno fatti nuovi ed un deciso cambio di passo in tempi rapidissimi da parte di tutti i protagonisti di questa "COMMEDIA DI VIA FILANGIERI", il rischio che abbiamo di fronte è che si possa andare ad una chiusura, o comunque ad un drastico ridimensionamento del polo fieristico di Reggio Emilia. Ed i primi effetti cominciano già a sentirsi.

Una scelta illogica, irrazionale, antieconomica che non troverebbe giustificazione alcuna se non in una logica autodistruttiva che come Associazione Albergatori di Reggio Emilia - Federalberghi e come FIPE Confcommercio respingiamo nel modo più fermo. Le nostre aziende associate che rappresentano circa 5.000 occupati nel solo comune di Reggio Emilia, non possono esimersi dall'esprimere la loro più viva preoccupazione.

La chiusura del polo non eliminerebbe il problema del debito dell'Ente Fiere reggiano, ma priverebbe soltanto il nostro territorio di un giro di affari complessivo importantissimo per il nostro tessuto economico, soprattutto nell'attuale e difficilissima congiuntura economica, la peggiore del dopoguerra.

Oggi occorre separare il passato delle Fiere di Reggio dal suo futuro.

La via del concordato, a suo tempo scelta dal Consiglio di Amministrazione e la creazione di una nuova entità "CRPA EVENTI SRL" per gestire il futuro delle Fiere di Reggio, ci è parsa da subito una scelta realistica e ragionevole.

Quanto ad una possibile alleanza con "FIERE DI MILANO SPA", società quotata in borsa, uno dei più importanti poli fieristici europei e sede di EXPO 2015, è una soluzione appropriata ed in grado di garantire un solido futuro alle Fiere di Reggio.

Oggi nella stagione della globalizzazione non si può più ragionare con la vecchia logica campanilistica del secolo scorso. Il concetto che siamo in Emilia e quindi dobbiamo allearci per forza con Parma e seguire i diktat della Regione Emilia Romagna, ci pare un retaggio del passato che non aiuta la nostra provincia.

Ricordino e meditino i politici reggiani. Le ultime grandi conquiste della nostra provincia, stazione Mediopadana e Università, ce le siamo guadagnate da soli, combattendo giorno per giorno!

La richiesta di rinvio di 3 mesi della votazione sul concordato liquidatorio, supportata da una perizia con valori non in linea con l'attuale contesto economico e portata avanti dagli enti pubblici, Comune di Reggio Emilia ed Amministrazione Provinciale, appare solo come una via di fuga con l'obiettivo di prendere tempo. Oppure per perseguire irrealistiche logiche campanilistiche dando vita ad un polo fieristico emiliano che finirebbe inevitabilmente col mettere insieme solo tre debolezze, se è vero come è vero che le FIERE DI PARMA riescono a far quadrare i loro conti solo grazie ai proventi del fotovoltaico.

Restiamo fermamente convinti che la conclusione dell'iniziativa concordataria, la possibile sinergia con "Fiere di Milano Spa", l'avvio della piena operatività di "CRPA EVENTI SRL" sia la via maestra da perseguire con determinazione e nei tempi più rapidi.

Troppi eventi fieristici sono già saltati, ad iniziare dall'importante "CASA & TAVOLA", che è stata solo l'ultima vittima in ordine di tempo.

L'Associazione Albergatori di Reggo Emilia – Federalberghi e la FIPE (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) aderenti a Confcommercio rivolgono il loro accorato appello a Camera di Commercio, Istituti di Credito e Comune di Reggio Emilia affinchè nella prossima assemblea dei soci già convocata adottino quelle scelte in grado di rappresentare un evidente segno di discontinuità rispetto al recente passato e diano un futuro certo alle nostre fiere.

Lo chiedono le imprese del turismo, dei pubblici esercizi e dei servizi che rappresentiamo, che mai come in questo periodo stanno soffrendo una crisi economica senza precedenti, non solo per un contesto economico interno ed internazionale difficile, ma anche e soprattutto per quelle riforme strutturali che in Italia vengono rinviate da oltre vent'anni. Da una classe politica troppe volte sorda e cieca.
 
(Fonte: ufficio stampa Confcommercio Reggio Emilia)
Domenica, 20 Ottobre 2013 08:00

FIPE, come la crisi ha cambiato i consumi





Gli italiani hanno voglia di uscire. Nonostante la crisi.

Host 18–22 ottobre -In occasione di Host 2013 Fipe presenta la ricerca "P.E. 24h La Cas@ fuoricasa" e mostra le nuove tendenze degli italiani in fatto di consumi. 73 i miliardi di euro spesi nel 2012, pari al 35% della spesa alimentare. Sempre più amata la colazione al bar, in calo la pausa pranzo mentre crescono gli italiani che escono fuori a cena.

Gli italiani hanno voglia di uscire. Nonostante la crisi. A fronte di una fisiologica flessione dei consumi dovuti alla congiuntura non favorevole, frequentare bar, ristoranti e locali resta comunque una piacevole abitudine. È quanto emerge dall'ultima ricerca dell'Ufficio Studi Fipe, "P.E. 24h La Cas@ fuoricasa", che la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, aderente a Confcommercio – Imprese per l'Italia presenta oggi, martedì 15 ottobre, in occasione della sua partecipazione a Host 2013 (in programma a fieramilano dal 18 al 22 ottobre). Una scelta strategica quella di Fipe, che vuole porsi sempre più come punto di riferimento per tutta la filiera della ristorazione, potenziando il proprio impegno a livello formativo e nei confronti di tutti gli stakeholder di riferimento.

"Host 2013 è la fiera internazionale più importante dell'ospitalità e precede di due anni l'Expo2015, la manifestazione che avrà come tema il cibo e gli aspetti anche sociali ad esso collegato – dice Lino Stoppani, presidente Fipe -. Con la nostra presenza al Salone vogliamo dimostrare quanto è importante il contributo delle associazioni di categoria all'organizzazione e alla riuscita dell'Esposizione Universale sul quale l'Italia fa grande affidamento. Ci presentiamo con idee originali e innovative, per offrire un contributo molto atteso da tutta la filiera: un mondo complesso, che va dalle organizzazioni territoriali agli esercenti, senza dimenticare i fornitori agricoli e di attrezzature industriali per il settore".

"P.E. 24h La Cas@ fuoricasa": più colazione, meno pausa pranzo

A creare tanta aspettativa sulla partecipazione di Fipe ad Host è il perdurare del momento di debolezza dell'economia italiana che si continua a riflettere anche sul settore dei consumi fuori casa. Tuttavia, nonostante una situazione non certo favorevole, i consumi del cosiddetto "fuoricasa" restano una voce di spesa estremamente significativa. La spesa delle famiglie italiane per la ristorazione vale 73 miliardi di euro pari al 35% dell'intera spesa alimentare. Dopo Spagna e Gran Bretagna, l'Italia è il paese europeo con la maggiore incidenza dei consumi alimentari fuori casa sul totale della spesa alimentare (35% a fronte di una media europea del 32%). In termini di spesa pro-capite, gli italiani spendono in ristorazione circa 1.200 euro l'anno, il 32% in più dei francesi e il 53% più dei tedeschi. Valori che pongono l'Italia al terzo posto nella classifica europea per i consumi fuoricasa.

Più nel dettaglio, come risulta dalla fotografia scattata dal centro studi Fipe, il bar rimane il luogo preferito dagli italiani per fare colazione con un totale annuo di circa 1,5 miliardi di consumazioni. I prezzi sono infatti molto contenuti: 94 centesimi il prezzo medio dell'espresso e 1,26 euro quello del cappuccino.

A registrare una flessione maggiore è invece il consumo di cibo nella pausa pranzo. Tra il 2008 e il 2012 ben 204 mila persone non entrano più nel pubblico esercizio per il pasto di metà giornata. Per fortuna il calo è parzialmente compensato dagli 8 milioni di persone a cui capita ogni tanto di consumare un pranzo fuori casa nei giorni feriali. 
Un cambiamento di tendenze si registra anche per la cena. Se nel 1993 rappresentava il pasto principale della giornata per il 17% della popolazione, oggi lo è per il 24%. E se a cenare fuori casa almeno una volta a settimana è il 28,3% dei cittadini, la metà predilige la pizzeria a fronte di un 25% che sceglie il ristorante, soprattutto in occasione di ricorrenze.

Tutto ciò dimostra che, a dispetto della crisi economica, gli italiani amano frequentare bar e ristoranti, nonostante una situazione non certo favorevole: secondo l'Ufficio Studi Fipe, nel 2012 la spesa delle famiglie si è ridotta di 1,6 miliardi di euro (-2,5%). Un dato negativo che si conferma anche per l'anno in corso in cui è prevista una diminuzione dell'1,3%. I dati registrano in pratica un calo cumulato del 4% circa in due anni.

Il contributo di Fipe a supporto della ristorazione italiana: lo sportello online

I dati del centro studi indicano dunque uno scenario in continuo mutamento e per dare un aiuto concreto, fatto di risposte pronte e immediate ai problemi della categoria, Fipe ha attivato uno sportello online al quale si può accedere sia dal sito Fipe (www.fipe.it), sia dal sito Host (www.host.fieramilano.it) con una semplice registrazione. Uno dei temi trattati, oltre alla gestione del personale, è per esempio proprio il riposizionamento sul mercato in relazione all'evoluzione domanda. Non bisogna infatti dimenticare che per ogni fase della giornata vissuta fuori casa ci sia un'offerta mirata e specifica da parte di pubblici esercizi. Da qui l'idea di partecipare ad Host con un format esclusivo ideato proprio per questa Fiera. Nello stand a pianta circolare che ricorda il quadrante di un orologio, Fipe allestirà gli arredi in modo da simboleggiare i pubblici esercizi di riferimento (bar, ristoro veloce, ristorante, intrattenimento serale). E niente affatto casuale è anche il titolo (anch'esso in esclusiva) per l'esposizione: "P.E. 24h La Cas@ fuoricasa".

Milano, 15 ottobre 2013

(Fonte FIPE)

HOST2013

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