Terzo caso in pochi giorni di esponenti del Partito Democratico invitati all'interno di una Scuola Statale, questa volta è accaduto all'Itis "Berenini". Via i politici dalle scuole. -
Parma, 10 aprile 2015 -
Per la seconda volta in pochi giorni rileviamo la presenza di esponenti del Pd all'interno delle scuole di Parma, dopo il caso dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo e quello del "Solari" di Fidenza, una terza segnalazione arriva da un'altra scuola fidentina l'Itis "Berenini" dove nei giorni scorsi ben tre esponenti locali del Partito Democratico hanno presentato il nuovo corso per geometri, frutto di una decisione tecnica formalmente indipendente della politica e di competenza di un ufficio statale, l'Ufficio Scolastico Regionale. E' ora di finirla di usare la scuola come tribuna per i politici per altro sempre della medesima parte.
Precisando che la Gilda degli Insegnanti è apartitica ed apolitica (contestavamo in maniera durissima anche le scelte dell'ex governo Berlusconi), essa esprime il proprio disappunto, innanzitutto perché la scuola è per definizione apolitica e poi perchè è inopportuno invitare proprio gli esponenti del Pd in questo preciso momento, quando tutti i sindacati rappresentativi del settore, compresi i quattro quinti dei sindacati dei dirigenti scolastici, hanno proclamato, come non avveniva da anni, uno stato di agitazione unitario che dall'8 al 18 aprile prevede il blocco delle attività aggiuntive contro le scelte che il governo, ovvero il Pd, vuole imporre ai docenti italiani.
La presenza di esponenti proprio del Pd all'interno delle scuole suona come una provocazione: il testo del cosiddetto Disegno di Legge sulla "Buona Scuola", infatti prevede l'instaurazione della dittatura del preside, scardina il principio dell'imparzialità della pubblica amministrazione, rimettendo sostanzialmente alla volontà di un singolo la decisione dei criteri per le assunzioni e addirittura dei trasferimenti dei docenti, volontà che se trasformate in legge saranno portatrici di inevitabili fenomeni di corruzione anche nelle scuole.
Si vuole dare ai presidi il potere di entrare nella didattica, nonostante la Costituzione tuteli espressamente la libertà dell'insegnamento, si vogliono licenziare d'ufficio tutti coloro che per oltre 36 mesi sono stati sfruttati con contratti a temine, ciò se malauguratamente non dovessero rientrare in un fumoso piano di assunzioni che il governo intende agganciare alla sua pseudo riforma e che invece potrebbe attuare con un decreto ad hoc.
Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda, precisa: "Rileviamo che siamo l'unica voce che a Parma rompe l'omertà di fronte a tre casi di scuola di regime che si sono verificati sul territorio, sarebbe inutile protestare a Roma e tacere a Parma".
(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)