Domenica, 07 Settembre 2014 16:55

Modena ricorda Luciano Pavarotti In evidenza

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Piazza Grande gremita per "Luciano messaggero di pace", l'evento per ricordare il grande tenore nel settimo anniversario della sua scomparsa. Sul palco Milly Carlucci, Raphael Gualazzi, Isabella Ferrari, Giulio Scarpati, Daniele Pecci, Alfonso Signorini e sette giovani tenori, accompagnati dall'Orchestra dell'Opera Italiana.

Di Manuela Fiorini, Modena 7 settembre 2014 
Modena si stringe in un ideale abbraccio per ricordare Luciano Pavarotti, l'uomo e l'artista che tutto il mondo rimpiange e ci invidia, a sette anni dalla sua scomparsa. Eppure, l'impressione, ieri sera, era che lui fosse proprio lì, tra i suoi concittadini, che hanno riempito Piazza Grande per assistere all'evento "Luciano messaggero di pace", uno spettacolo di musica, parole e ricordi per portare avanti il messaggio di impegno e solidarietà che stava tanto a cuore al grande tenore.
L'evento, organizzato dalla Fondazione Luciano Pavarotti, si è aperto con una video storia sulle diverse edizioni del "Pavarotti & Friends" i concerti benefici nati dall'intuizione di Luciano Pavarotti di affiancare la lirica e il pop, che hanno radunato a Modena nomi importanti della musica internazionale, da Lucio Dalla a Jovanotti, da Elton John a Eric Clapton, dagli U2 a Celine Dion, da Brian Eno a Ricky Martin. Come ha ricordato Milly Carlucci, splendida presentatrice della serata e amica del tenore, "nessuno riusciva a dire di no a Luciano", che, "faceva scouting andando direttamente a bussare a casa degli artisti" per convincerli ad esibirsi a Modena per raccogliere fondi e richiamare l'attenzione su cause umanitarie spesso dimenticate dalle cronache.

"I bambini giocano alla guerra. E' raro che giochino alla pace, perché gli adulti da sempre fanno la guerra". Un'intensa Isabella Ferrari legge Berthold Brecht, il primo dei testi che si alternano alla musica per ricordare quanto sia attuale parlare di pace, soprattutto in un'epoca fragile come la nostra, dove tanti focolai di violenza fanno paventare, come ha detto Papa Francesco "una terza guerra mondiale". Proprio il "Discorso ai Presidenti di Israele e Palestina" che il pontefice ha pronunciato lo scorso giugno, viene riproposto dalla voce dell'attore Giulio Scarpati, preceduto dall'Ode alla pace del poeta cileno Pablo Neruda, letto da Daniele Pecci.

Il talentuoso Raphael Gualazzi apre alla musica con la celebre Blowin'in the wind di Bob Dylan e propone una versione jazz di Imagine. La parte lirica è affidata a sette giovani tenori già allievi di Luciano Pavarotti e seguiti dalla Fondazione: Lorenzo Caltagirone, Davide Carbone, Matteo Desole, Alessandro Fantoni, Giuseppe Cambi, Marco Miglietta e Jenish Ysmanov interpretano Panis Angelicus di César Franck, Una furtiva lagrima di Donizetti, Che gelida manina di Puccini e La donna è mobile di Verdi, accompagnati dall'Orchestra dell'Opera Italiana, diretta dal Maestro Aldo Sisillo. Ma è l'esecuzione di Miss Sarajevo, la canzone scritta da Bono Vox, leader degli U2, per Luciano Pavarotti a commuovere. Il brano è preceduto da un video messaggio dello stesso Bono rivolto ad Alice, la figlioletta di Pavarotti e Nicoletta Mantovani, nel quale il musicista ricorda il viaggio compiuto insieme al tenore in una Mostar ferita dalla guerra e l'impegno per la realizzazione di una scuola di musica dedicata ai bambini.

Altro ricordo intenso è quello rievocato dalla giornalista Anna Cataldi, amica del tenore e per nove anni sua collaboratrice sia per il Pavarotti & Friends sia in qualità di "Messaggero di pace delle Nazioni Unite" conferitogli nel 1998 dall'allora Segretario ONU Kofi Annan . Tra i riconoscimenti riconosciuti a Luciano Pavarotti per il suo impegno nei confronti dei più sfortunati, ci sono anche la Medaglia Nansen (2001) per la raccolta fondi, attraverso i suoi concerti, a favore dei rifugiati del mondo. Nello stesso anno, Mikhail Gorbaciov gli consegna anche il World Social Award, "per le cause di beneficienza sostenute attraverso la musica".

La serata prosegue con l'esecuzione di Caruso in omaggio a Lucio Dalla, amico di Luciano Pavarotti, grazie al quale, ricorda Milly Carlucci, è nata l'idea di fondere il Pop e la lirica. Alle battute finali, Giulio Scarpati legge La fine e l'inizio della poetessa polacca Wislawa Szymborska. Alfonso Signorini, direttore del settimanale Chi, racconta della sua amicizia con il tenore, nata nel 1992, quando il giornalista si "apposta" davanti al camerino del tenore, allora in "silenzio stampa" dopo aver ricevuto delle critiche per la sua interpretazione nel Don Carlo, per strappargli un'intervista. Pavarotti, in un primo momento, lo caccia, si arrabbia, ma poi, quando ormai Signorini sembra avere perso ogni speranza, Luciano lo manda a chiamare e gliela concede. L'intervista finisce sulla prima pagina della Repubblica e tra i due nasce un'amicizia che durerà 25 anni.
Per il gran finale, i giovani tenori, accompagnati dall'Orchestra, si esibiscono in un medley con La mia canzone al vento, Mattinata, Mamma, Granada e O Sole mio. Ma è Luciano Pavarotti a "salutare", attraverso un video ricordo, il suo numeroso e affezionato pubblico, i suoi concittadini, i familiari, gli amici e tutti coloro che sono accorsi in Piazza Grande per ricordarlo e rendergli omaggio. Alla "sua" Modena, dedica una potente Donna non vidi mai, dalla Manon Lescaut di Puccini.

( foto di Claudio Vincenzi)

 

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