Al Garden Food in Piazzale della Pace, l' architetto parmigiano Andrea Mambriani accompagnato da Francesca Abbati, ha spiegato come interventi di riqualificazione urbana e paesaggistica possano incrementare l' offerta turistica cittadina -
Parma, 5 settembre 2014 - di Bondani Sara -
L'esperienza dell'architetto Andrea Mambriani e l'abilità di Francesca Abbati nel tessere le fila della storia dell'architettura parmigiana, in un percorso tra passato e sviluppi futuri, sono stati protagonisti del salotto parmigiano tenutosi mercoledì sera, presso il Garden Food di Massimo Spigaroli.
All'interno della rassegna "Parma 2014. Al cuore dell'estate" organizzata dall'associazione Multimedia culturale, con il patrocinio e la co-organizzazione del comune di Parma e la collaborazione del Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna, l' interessante incontro dal titolo "Stile e Bellezza - Parma e le sue architetture come veicolo di promozione" ha tracciato un'analisi puntuale di come l'architettura urbana e ambientale abbia influenzato negli anni la storia della città di Parma.
Guidato dall'abilità di Francesca Abbati, esperta nell'intervistare professionisti del settore, l' architetto Mambriani - fra i suoi ultimi lavori spicca la nuova sede direzionale e produttiva di Cedacri Group a Collecchio - ha ripercorso la storia urbanistica della città. Una carrellata sulle trasformazioni degli ultimi quindici anni e sui progetti di importanti "Archistar" che la città ha l'onore di detenere.
Passando dai progetti di riqualificazione urbana firmati Renzo Piano, come l' Auditorium Paganini, ex spazio industriale, che ha conservato le architetture più significative, al recupero e riconversione dell'area industriale della Barilla, nel tanto discusso Barilla Center, o della stazione firmata dell'architetto e urbanista spagnolo Oriol Bohigas, ha sottolineato come queste opere diano risalto al nome della città.
Un' analisi lucida e puntuale che non ha tralasciato di soffermarsi su temi spinosi. Primo, quello del progetto Ghiaia, poco amato dai cittadini e firmato da lui stesso insieme a Francesco Asti. Mambriani ha spiegato come il progetto originale sia stato in gran parte stravolto. L' allora soprintendente per i Beni Architettonici, riteneva infatti, che dovesse tenere conto della "planarità" della piazza. Il progetto di origine, infatti, prevedeva di lasciare aperto il piano -1 senza sacrificare il mercato in una zona chiusa e purtroppo non trafficata. "Venne stravolta la struttura e anche le rifiniture previste, non furono prese in considerazione dall'impresa di costruzione" ha spiegato l'architetto. "Furono vane anche le proposte per una diversa organizzazione degli spazi interni, non prese in considerazione da Ascom".
Sicuro sull'impossibilità, dell' ipotesi ventilata, di togliere le famose "vele" pensate con dovizia da un team di architetti toscani, si è mostrato convinto che la struttura abbia il potenziale per ritornare ad essere un punto di riferimento solo con la giusta gestione degli spazi da parte dell'Amministrazione.
Altra nota dolente per la città, il Ponte Nord. "Una bella struttura che si deve utilizzare per esposizioni temporanee. Un punto di accesso alla città che potrebbe essere valorizzato per accogliere il turismo alla scoperta degli aspetti culturali ed eno-gastronomici del territorio per chi giunge in città dalla stazione o dall'autostrada." - la proposta dell'architetto.
La serata si è conclusa con i progetti per valorizzare la sua città, limitando il consumo del suolo. In particolare, come già avviene in molte città europee, grazie alla valorizzazione dei corsi d'acqua. Tra le proposte di Mambriani, un percorso cicloturistico tra Parma, Colorno e Sala Baganza, tramite la riqualificazione dello storico itinerario tra le residenze ducali che collega ambiti di riconosciuto interesse sia paesaggistico, che storico - culturale, per incrementare l' offerta turistica provinciale e cittadina.