Di Matteo Pio Impagnatiello Pilastro di Langhirano (PR), 25 febbraio 2024 - A vent’anni dalla Sua scomparsa, la Chiesa ha riconosciuto le virtù umane e cristiane vissute da Padre Chiti in modo straordinario. E’ l’ulteriore passo verso il titolo di Beato e Santo.
In vita Padre Chiti è stato prima un modello di soldato, poi anche uno straordinario servitore del Signore.
Nella Seconda guerra mondiale prese parte ai combattimenti sul fronte greco-croato e russo, fu al comando di una Compagnia di Granatieri di Sardegna durante la campagna militare in Russia, da dove tornò con un congelamento alle gambe ed una ferita al piede. Militò nella Repubblica Sociale Italiana e subì in seguito l’internamento nel campo di concentramento di Coltano. Nel dopoguerra ebbe diversi incarichi nell’Esercito Italiano, tra cui quello di comandante della Scuola Sottufficiali dell’Esercito Italiano di Viterbo. Nel corso della sua carriera militare, fu più volte decorato.
Si congedò nel 1978 ed entrò nell'Ordine dei frati Cappuccini, venendo ordinato sacerdote nel 1982.
Nel 1990 cominciò ad occuparsi della ricostruzione dell’antico convento di San Crispino da Viterbo a Orvieto, semi abbandonato.
Aiutato dai suoi amici militari Granatieri, Allievi, volontari e professionisti di Orvieto, restaurò il convento, realizzando dalle ceneri un’oasi di fede e preghiera.
Morì nel 2004 a 83 anni e la salma fu vestita con gli abiti militari sotto il saio cappuccino.
E’ questa la storia di un uomo che ha vissuto amando una triade: Dio, la Patria e la Famiglia.
E’ la storia di un Generale “arruolato da Dio”. E’ una storia che merita di essere raccontata a tutti.
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