Lo spettacolo a teatro, non è da meno. “Quasi Amici” giunge al Teatro Manzoni di Milano: dal 16 al 28 gennaio sarà il dominatore incontrastato delle notti metropolitane lombarde grazie all’adattamento e alla regia di Alberto Ferrari. In scena, grandi protagonisti, Massimo Ghini e Paolo Ruffini che daranno vita a uno spettacolo serale nei giorni feriali (ore 20,45), a uno show pomeridiano la domenica (ore 15,30) e a una doppietta sabato 27 gennaio (ore 15,30 e 20,45).
DAL FILM ALLA SCENA - La trama del film di Eric Toledano e Olivier Nakache è nota al grande pubblico. La commedia viene portata sul palco grazie al lavoro sulla scena di Roberto Crea, ai costumi di Stefano Giovani, alle luci di Pietro Sperduti e alle musiche di Roberto Binetti. Con i mattatori di serata, ci saranno anche Claudia Campolongo (la Voce della Navigator), Francesca Giovannetti (nella duplice veste di Magda ed Eleonora), Leonardo Ghini (Adamo, Candidato, Badante, Gallerista), Giammarco Trulli (Alberto, Giardiniere, Antonio Legenda, Cameriere), Giulia Sessich (Deb ed Elisa) e Diego Sebastian Misasi (Bastiano, Badante, Violinista). Per l’acquisto dei ticket ci si potrà rivolgere direttamente alla biglietteria del Teatro Manzoni oppure cercare online, sul sito www.teatromanzoni.it
IL REGISTA - È il regista Alberto Ferrari a raccontare come è stata trasmessa in scena, l’energia positiva del film: “Nella versione teatrale i due ruoli principali saranno equiparati per poter scavare molto di più nel loro rapporto e nella loro ricerca di questa leggerezza calviniana che ci faccia emozionare, godere, ridere fino alle lacrime. La ricerca alla leggerezza passa anche per la comicità. Ridere sarà il veicolo segreto per arrivare a comprendere ancora di più i meccanismi che regolano la vita e i destini di questi uomini. Ridere di sé e dell’altro per conoscere di più chi ci sta davanti: nudo, senza schermi”. Continua poi il regista: “Quasi Amici è una storia importante, di quelle storie che meritano di essere condivise e raccontate. Anche con il linguaggio delle emozioni più profonde: quello teatrale. Un adattamento per il teatro del soggetto e della sceneggiatura di Quasi amici è affascinante perché permette di dilatare, in drammaturgia teatrale, quelle emozioni che nascono per il cinema con un altro linguaggio, non solo visivo, ma anche filmico. È splendido osservare il percorso che compiono i due protagonisti per crescere, ognuno nella rispettiva vita e in quella dell’altro, e come uno diventi assolutamente necessario all’altro per poter proseguire indenne, o quasi, il proprio cammino su questa terra.
I DUE PROTAGONISTI – Conclude Alberto Ferrari: “I protagonisti? Due uomini talmente diversi da costituire una teorizzazione dell’antimateria. Due particelle che potrebbero portare a un’esplosione, un annichilimento delle proprie personalità e invece avviene il miracolo. Ed è questo miracolo laico che vorrei raccontare. Un uomo molto agiato, ricco, che vive di cultura da una parte. E un altro uomo che preferisce porre il suo corpo avanti a tutto e lasciare il cervello quieto nelle retrovie, un maschio che entra ed esce di galera, con una sua intelligenza vivace e una cultura fatta sulla strada, dall’altra parta. Questi due uomini si incontrano per un caso e questo caso farà sì che diventino uno per l’altro indissolubili, l’uno indispensabile alla vita dell’altro e lenitivo alla ferita fatale che ognuno ha dentro di sé”.