Mercoledì, 29 Novembre 2023 05:13

L’angolo letterario: La guerra di Olga In evidenza

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Un romanzo (bello) sull’Olocausto e sulla tragedia della guerra

Di Francesco Graziano Bologna, 28 novembre 2023 - Autorevoli storici come Ian Kershaw e George L. Mosse hanno scritto saggi meravigliosi cercando di indagare il perché la tragedia che ha segnato il secolo breve – il ‘900- vale a dire lo sterminio di un intero popolo, quello ebraico, oggi protagonista di un sanguinoso conflitto con Hamas, si sia potuta realizzare.

La casa editrice Ianieri edizioni con la collana Le Dalie nere (dal titolo i lettori capiranno già che tipo di storie potranno trovare) non ha sbagliato nemmeno questa volta scegliendo di pubblicare “ La guerra di Olga”, la cui lettura è fortemente consigliata, di Mavie Carolina Parisi.

Non sveleremo troppo della trama, la protagonista sposa Dieter von Beurst, convinto sostenitore del partito nazionalsocialista insieme al suo migliore amico, altro personaggio fondamentale nell’ordito narrativo tenuto in piedi da una struttura solida capace di non far staccare gli occhi di chi legge dalla prima all’ultima pagina.

L’autrice, qui al suo quinto romanzo, ci ricorda ancora una volta la forza della eccellente letteratura la quale, non esprimendo giudizi, ma semplicemente raccontando le azioni di personaggi che si muovono in un determinato contesto storico, riesce ad orientare il lettore fornendogli, senza che egli se ne accorga, la capacità di esprimere un’idea, di ragionare in modo critico, di avere una visione del mondo e facendogli capire, spalancandogli le porte della Verità ( a parte qualche pazzo, chi ritiene il Nazismo un’ideologia che ha seminato bene invece di odio puro?) arrivati alla fine della storia chi sono i buoni e chi sono i cattivi. Il sentimento anti nazista e anti fascista nasce grazie soprattutto a questo modo di ‘ montare’ il ‘testo’, in questo caso letterario. La speranza di ogni scrittore è che l’intolleranza nei confronti del Male che l’uomo è stato capace di compiere in millenni di storia nasca da questo modo, tipico dell’arte vera, di raccontare le scene e non di puntare il dito.

Il rigurgito contro ogni tipo di dittatura nasce quando leggiamo, ad esempio, che per nascondere la disabilità di Helmut, uno dei figli della donna che da il nome al romanzo, il nonno – fedele seguace del Fuhrer – sfrutta la tragedia della morte di un personaggio avvenuta durante la guerra civile spagnola e accampa ogni tipo di scusa per non mostrare il piccolo ai tanti amici curiosi che vorrebbero vedere il piccolo appena venuto al mondo.

La perversione nazista, la cattiveria italiana, con la poco lungimirante politica mussoliniana di scegliere di accodarsi a chi doveva rendere grande un Paese e che invece lo ha ridotto a brandelli, sono documentati in un modo storicamente ineccepibile.

Una lezione di storia filtrata attraverso la parola fantasiosa di personaggi probabilmente mai esistiti nella realtà ma capaci di racchiudere – soprattutto alcuni di loro – l’indifferenza nei confronti dei più deboli; e allora ciò che conta non è tanto sapere se i Von Beurst sono esistiti veramente o meno (ai saggisti il compito di documentarci sulle prestigiose famiglie naziste) ma quello che riescono a compiere perché accecati dalla “ banalità del Male”.

Olga si rivelerà una donna straordinaria, piena di passione ma anche di cuore e alla fine – chi per tutta la vita ha scelto la via dell’odio – la rimpiangerà perché il Bene trionfa sempre e dopo la tempesta si riparte sempre dalla pace, dalla voglia di ricostruire e soprattutto di amare. Da leggere assolutamente.

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