Di Tamara Viotto Belluno, 4 ottobre 2023 - 4 ottobre, ricorre oggi la memoria di San Francesco, Patrono d’Italia. Prima di tutti questi appellativi semplicemente Francesco, o meglio Giovanni, il suo vero nome.
La storia della vita del Santo, della sua trasformazione e adesione piena alla vita cristiana è cosa nota a molti.
C’è un autore però che è riuscito a parlare di Francesco in maniera originale. Si tratta di Gilbert Keith Chesterton nel suo scritto “Francesco d’Assisi. Raccontato alle donne e agli uomini di poca fede che lo hanno in simpatia”. Fin dal titolo si intuisce che non si tratta della solita biografia che esalta le gesta di un Santo, di una figura lontana e irraggiungibile. Una delle caratteristiche di Chesterton è stata quella di non riuscire a separare la vita concreta e di tutti i giorni dalla riflessione filosofica. A nulla quindi sarebbe servito un mero racconto delle gesta del Santo.
“La modernità, che ha sostituito il giornalismo alla storia, o meglio a quel modello tradizionale che potremmo chiamare pettegolezzo storico, ha sortito un effetto ben preciso. Ha fatto in modo che tutti siano interessati a una sola cosa in ogni storia: a come vada a finire”.
Con queste parole Chesterton prepara il lettore ad una biografia calata nel particolare periodo storico, un racconto che indaga sui perché e che si contestualizza col pensiero del tempo.
Per l’uomo medievale osservare una figura umile, ma eccentrica come quella di Francesco è stata come una ventata di novità, di cambiamento; una vera e propria rivoluzione, dove il termine significa cambiamento radicale. “Affermare che questa gente aveva bisogno di un nuovo paradiso e di una nuova terra, non è affatto una metafora; essi avevano davvero profanato la loro terra e anche il loro paradiso”. L’uomo medievale, ingabbiato nel buio in una stanza senza uscite, abituato a guardare il sole, la luna e le stelle solo con significati pagani, non riusciva a trovare la pace interiore. Francesco ripulisce letteralmente quest’idea di natura dandole luce nuova, speranza. Frate Sole, Sora Luna e le stelle assumono con Francesco un significato nuovo, irradiati dalla Creazione Divina, sono il mezzo per tutti gli uomini di giungere alla salvezza. Da “natura morta” frutto del mito pagano, a “natura viva” di ispirazione cristiana.
Anche oggi abbiamo bisogno di un nuovo paradiso? Stiamo anche oggi profanando la nostra terra?
Chesterton sostiene che “i giornali si interessano soltanto a ciò che è nuovo, e a tutto ciò che possono trattare alla stregua di una novità” e coraggiosamente scrive un saggio sul Santo in una maniera nuova.
Puntiglioso e amante dei dettagli, critico e preciso, il carattere di Chesterton contribuisce ad un’analisi diversa che non fa sentire Francesco distante; riesce con coraggio a dare una nuova luce nelle tenebre del mondo.
Lo scritto risale al 1923, periodo particolarmente delicato per la storia dell’umanità, ma è ancora attuale laddove, per dirlo con sue parole “se non si riconosce che la dignità dell’uomo ha la sua fonte inviolabile in Dio, nulla potrà impedire i tentativi insensati per modificare la sua natura in modo indefinito. Che cosa impedirà che le nuove meraviglie conducano agli antichi abusi del degrado e della schiavitù? Il rifiuto di Dio condurrà direttamente al rifiuto dell’uomo, il rifiuto del soprannaturale al rifiuto della natura.”