Lunedì, 28 Agosto 2023 05:52

Il Caso e la Teoria della Complessità In evidenza

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Di Ambrogio Giordano 27 agosto 2023 - Cos’è la casualità?  Perché non possiamo prevedere cosa ci accadrà tra un attimo o tra dieci anni?  esiste un modo per prevedere il futuro?.

Sono domande a cui l’uomo cerca da tempo immemore cerca di dare risposta, allo scopo di placare i disagi dell’essere legati all’atavico problema dell’incertezza del divenire di sé stesso e delle cose che lo circondano. Il futuro e la sua prospettiva sulla finitezza delle cose è un tema, che scandisce il tempo e gli eventi a margine della vita degli uomini, ma anche del nostro mondo e dell’intero universo.

Il rapporto spazio/tempo è alla base della rivoluzione teoria enunciata da Albert Einstein all'inizio del '900. Il fisico tedesco elaborò nel 1905 la teoria della relatività ristretta e nel 1915 la teoria della relatività generale. Nella fisica classica il tempo e lo spazio erano considerate come due grandezze assolute e indipendenti tra loro, mentre per Einstein spazio (S) e tempo (t) vengono considerate grandezze relative e lo spazio-tempo è uno spazio a quattro dimensioni in cui si considerano oltre alle tre coordinate spaziali (X,Y Z)  una quarta coordinata temporale ( t ).

La possibilità di viaggiare nel tempo rimane purtroppo un sogno relegato nel famoso romanzo La Macchina del tempo H. G. Wells pubblicato per la prima volta nel 1895, ma gli uomini nei secoli hanno creato tre “ambiti” nei quali far confluire i modelli interpretativi delle nostre ansie legate all’imponderabile  futuro, ma anche al senso dell’infinito in contrapposizione al disagio generato dalla percezione dalla imprescindibile limitatezza umane. Essi sono la magia, la religione e la scienza. 

Con la prima, la magia, ci poniamo in una condizione psicologica tale da poter costruire e “credere” ad eventi che di fatto non sussistono nel mondo reale, mentre essi, trovano giusta collocazione nel rito e nelle valenze simboliche.

Con la seconda, la religione, si interpretano i problemi del divenire con la fede e il credo in un volere superiore, ente primo creatore che come tale ha pianificato la vita di ogni essere e di ogni cosa. 

Con la terza, la scienza, le cose diventano più difficili anche accettando pienamente il modello nomologico-deduttivo dell’epistemologia neopositivistica che permetterebbe una gestione razionale dell’incertezza. Il problema permane però nell’ambito di quelle che Wilhem Dilthey definisce “scienze dello spirito” prive di modelli nesso – casuali univocamente determinati.

Nella realtà che ci circonda, percepiamo chiaramente l’effetto di coesistenza ed interazione dei diversi schemi interpretativi dei fenomeni spazio-temporali che scandiscono l’esistere e ciò aumenta il disagio derivante dalla casualità degli eventi, il problema assume così una forte valenza sociologica e trasla i suoi effetti dal piano soggettivo a quello più ampio e contestualizzato dell’agire umano collettivo.

La visione olistica di approccio alle tematiche scientifiche che ha connotato la fine del Novecento ad oggi, ha posto le basi per quella che può essere considerato “il metodo per prevedere il futuro”: la Teoria della Complessità, la quale ben si adatta alla descrizione delle dinamiche dei sistemi adattativi dai quali scaturiscono fenomeni connessi definiti “fenomeni emergenti”.

Questa teoresi costituisce un potente strumento per le valutazioni predittive circa l’evoluzione di “porzioni della realtà” costituenti sistemi non deterministici, caratterizzati da equilibri dinamici, con rapporti di interazione dei propri elementi non-lineari tipici dei sistemi sociali, dei sistemi economici e degli ecosistemi.

Numerosi scienziati hanno contribuito alla nascita della teoria e identificato nel “pensiero complesso” un nuovo punto di vista per l’approccio a problemi costituiti da innumerevoli elementi variabili.

Ilya Prigogine, premio Nobel per la chimica nel 1977 e Murray Gell-Mann, premio Nobel per la fisica nel 1969, sono considerati coloro i quali hanno dato struttura organica ad una teoria caratterizzata da apporti multidisciplinari, come quello fondamentale di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, famoso per le sue teoresi sociologiche basate sull’apporto interattivo tra le varie branche della scienza e pertanto viene considerato il fondatore dell’epistemologia della complessità.

                 

Seth Lloyd, fisico ed informatico statunitense, insegna al M.I.T. di Boston, esponente di spicco del pensiero complesso, nel libro Programming the Universe: a Quantum Computer Scientist Takes on the Cosmos descrive il suo modello interpretativo del cosmo identificando l’universo come un grande computer quantistico che nella sua evoluzione, da elementi semplici ha generato gli astri, sostenendo la preminenza della complessità computazionale inclusa nei dettami della fisica quantistica.

Oggi al Santa Fe Institute, si studia la scienza della complessità. Tra i suoi fondatori oltre a Murray Gell-Mann scomparso nel 2019 ed il biologo teorico americano Stuart Kauffman che ha introdotto le reti booleane nello studio della biologia evolutiva. Nei suoi studi i sistemi biologici sono assimilati ad oggetti complessi. 

L’Istituto conduce ricerca circa le “Science for a Complex World” e si sviluppano modelli olistici avanzati per comprendere come “funziona” e si evolve l’uomo, la società e gli ecosistemi che lo circondano. In questa ottica la casualità degli eventi non contempla più l’assoluta imprevedibilità trasformando quella che comunemente chiamiamo sfortuna in errata percezione della realtà.

      

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ambrogio.jpeg "Ambrogio Giordano, è nato a Foggia il 05/09/1961 ed è attualmente Amministratore Unico di AMIU Spa - città di Trani (BT). Oltre a svolgere attività professionali in tutta Italia è stato per molti anni Dirigente Tecnico di AMIU Puglia Spa. È laureato in Ingegneria Civile, Ingegneria Ambientale, Sociologia, Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale ed ha conseguito un Master universitario di II Livello in Scienze Criminologiche. È Presidente nazionale della Fraternità Ortodossa, nominato in tale ruolo da Sua Beatitudine Mons. Filippo Ortenzi, Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, di cui è stretto collaboratore rivestendo ulteriori ruoli all’interno della compagine ecclesiastica. Da anni si occupa di problematiche legate all’ambiente, nonché di temi sociali legati al mondo del lavoro, alle disabilità ed ai fenomeni di devianza sociale. Collabora con numerose Organizzazioni, Enti ed Associazioni con finalità sociali e culturali. Attualmente è presidente del comitato tecnico scientifico dell’Associazione Rinascita e Rose. Ha collaborato alla stesura di numerosi testi organizzando e presiedendo convegni inerenti tematiche legate alla filosofia e alla logica e tematiche socio-economiche. Tra i suoi interessi la filosofia, i modelli matematici, la logica e le scienze sociali. Molti dei suoi scritti sono rintracciabili su numerosi blog e sui social network".                 

 

(Nel riquadro  Ambrogio Giordano)