Caro direttore,
mi scusi se questa volta uscirò fuori dal seminato e non parlerò di politica nazionale, locale od estera; lo scopo di questo mio appello, non posso certo definirlo articolo, è un altro; trovare dei possibili finanziatori per un cortometraggio il cui copione è di ben 6 pagine che inizia con la strage di Viale Lazio del 10 dicembre 1969 e termina con l’omicidio dell’indimenticato Piersanti Mattarella compiuto il gennaio del 1980 (sappiamo bene quel periodo lì cosa ha significato per tutti noi) Presidente della Regione Sicilia, allievo di Aldo Moro nonché uno dei più grandi statisti che questo disgraziato Paese abbia mai avuto.
Ho provato a contattare tutti, tutti quelli che in questi anni di giornalismo ho sentito indignati per le stragi, pensavo di ricevere quantomeno un “ No” come risposta…nemmeno quello.
Forse, in fondo in fondo, fare sì che la conoscenza e la memoria storica non venga perpetuata e trasmessa ai più giovani è un interesse di chi pubblicamente si dimostra indignato.
Abbiamo scoperto una nuova categoria: ai professionisti dell’antimafia aggiungiamo i professionisti dell’indignazione.
Leggete quello che ho scritto e poi decidete.
Chiaramente non farò mai i nomi delle associazioni e Fondazioni a cui ho mandato numerose mail ma ripeto: potevano dirmi “ No, non ci interessa”.
Forse sotto sotto siete tutti omertosi?
L’explicit di questa lettera/articolo necessita di una correzione; sebbene creda fortemente che la destinazione finale dell’operazione che voglio mettere in piedi trovi uno sbocco naturale nelle piattaforme televisive che si occupano di Storia e di educazione e anche nelle istituzioni scolastiche oltre che nelle piattaforme on line non significa che realizzare un prodotto audiovisivo non possa essere definito giornalismo. Saper fare video e montarli ha superato la fatica di mettersi a scrivere delle righe, controllare la sintassi e che le virgole siano messe al punto giusto.
Nel giornalismo, a mio parere, l’innovazione oggi si trova proprio lì, nella “Filmagogia”.
Non mi dilungherò oltre. Questo lunedì proverò, senza troppe speranze, con una banca.
Non è vero che l’Italia sprofonda, l’Italia ama stare ferma.
Paradosso: per scherzo ho mandato una descrizione del progetto ad una film company americana che mi voleva incontrare nel fine settimana su zoom per discutere della cosa.
Vi sembra normale?
Grazie dello spazio concesso e scusi se questa volta non ho fatto della vera e propria informazione.
(Firmato Francesco Graziano)