Domenica, 01 Gennaio 2023 06:42

Sedevacantismo: una teoria infondata che divide la Chiesa In evidenza

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  • Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 1 gennaio 2022 - Il cosiddetto sedevacantismo é quel movimento i cui rappresentanti si definiscono cattolici, ma rifiutano il Magistero dei Papi da san Giovanni XXIII a Francesco, il pontefice attualmente regnante. Inoltre, muovono pesanti critiche al Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), disconoscendone i documenti approvati in quanto avrebbero contraddetto il magistero precedente.

Siamo in presenza di una tesi erronea, che divide il popolo cristiano e colpisce al cuore l'unità dell'unica Chiesa di Cristo. Convinti di essere i soli possessori della tradizione, i sedevacantisti non tengono in dovuta considerazione sia la natura della Ecclesia Christi, sia il ministero petrino cosí come emergono con chiarezza dalla Costituzione dogmatica "Pastor Aeternus" del Concilio Vaticano I, promulgata dal beato Papa Pio IX in data 18 luglio 1870. In particolare, si legge nel capitolo II, la successione a Pietro e il primato su tutta la Chiesa non derivano al Papa per la sua retta dottrina, ma soltanto "in forza dell’istituzione dello stesso Cristo". Questo non toglie, come afferma la dottrina canonistica, che la sede apostolica non possa divenire vacante per notoria apostasia, eresia o scisma da parte del Romano Pontefice, tuttavia va precisato che egli vi potrebbe cadere in qualità  di "dottore privato" senza alcun impegno di assenso dei fedeli, dal momento che, per fede nell’infallibilità personale che il Romano Pontefice ha nello svolgimento del suo ufficio, e quindi nell’assistenza dello Spirito Santo, dobbiamo dire che egli non può fare affermazioni eretiche volendo impegnare la sua autorità primaziale.

Se così facesse, decadrebbe ipso iure dal suo ufficio. Neppure il fatto che alcuni documenti presentino dottrine diverse da quelle del Magistero precedente può costituire un’obiezione al loro valore magisteriale, perché esiste un Magistero ordinario pastorale che può contenere errori (non godendo della infallibilità) o esprimere semplicemente opinioni. Sostenere, infine, che da oltre cinquant’anni, ossia dalla morte del venerabile Pio XII nell'ottobre 1958, il Magistero non esista più (se non allo stato di pura potenza) mette in discussione la promessa stessa di Gesù Cristo alla sua Chiesa: "Le porte degli inferi non preverranno contro di essa" (Mt 16,18). Un Papa può essere o meno vicino alla sensibilità dei fedeli in un dato momento storico, ma questo non toglie il Suo essere Vicario di Cristo in terra.

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    (Foto copertina Papa Giovanni XXII)

  • (*) prof. Daniele Trabucco.

    Prof. Daniele Trabucco

    Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.