Giovedì, 29 Dicembre 2022 05:57

BENEDETTO XVI: Il Pontefice Della "Ragione Forte" In evidenza

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Di Autori (*) Belluno, 28 dicembre 2022 - Il pontificato dell'attuale Papa emerito, Benedetto XVI (dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013), non è stato particolarmente lungo (meno di otto anni), ma ha svolto un ruolo fondamentale soprattutto per l'insistenza sulla ragionevolezza della fede cristiana e sulla capacità della ragione umana di allontanare quella "dittatura del relativismo"

che costituisce non solo la cifra della contemporaneità, ma anche di un certo modo di vivere la Chiesa stessa, proiettata più alla prassi ed alle sue forme esteriori (tavoli da pranzo nei luoghi di culto in perfetto stile comunità di sant'Egidio), nonché alle questioni sociali (ambiente, immigrazione, dialogo sincretistico tra fedi e culture differenti) piuttosto che su una teoresi capace di rendere "ragione della speranza" che vive in ciascun cristiano, come insegna la Prima Lettera di Pietro, e che risiede in primo luogo nella "salus animarum" (la salvezza delle anime).

Joseph Ratzinger ha insistito molto su una concezione della ragione forte, ampia, non riduttiva, in grado di andare al di là di ciò che è sperimentabile e calcolabile che finisce per lasciare alla coscienza soggettiva della persona il fondamento della sua istanza etica. In questo senso la lectio magistralis del 12 settembre 2006 all'Università di Ratisbona, in Germania, è stata una pietra miliare del suo servizio apostolico al di là delle interpretazioni distorte della oramai nauseabonda stampa globalista. La ragione, per Benedetto XVI, non è  quella illuministica del '700, intrinsecamente empiristica, ma é quella propria del pensiero filosofico greco, é λόγος, ossia discorso, ragione, che si apre alla razionalità creatrice ed al suo ordine e riconosce nella natura (non biologica, ma filosofica) dell'uomo il presupposto per il discorso ragionevole della fede. É evidente come, in questo contesto, il dia-logos (il dialogo) non è una rinunzia o una relativizzazione dei contenuti della fede, ma il punto di partenza per conoscere l'altro e per evangelizzare. Un dialogo tra fedi, che metta da parte la Verità in nome di un vuoto sincretismo religioso cui il pontificato di Francesco ci ha assuefatti con la complicità di Vescovi non sempre preparati e assolutamente non capaci di lasciare sul terreno il segno del loro pastorale nelle rispettive Diocesi, implica una riduzione della fede a mero problema sociologico e culturale. Proprio quello che Benedetto XVI voleva evitare...e che, purtroppo, ci ritroviamo nella melassa buonista di molte realtà parrocchiali.

Filippo Borelli (Avvocato)

Daniele Trabucco (Costituzionalista).

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