Il comunicato della Gilda Insegnanti che informa sull'obbligo dei dipendenti pubblici di comunicare ai loro superiori a quale sindacato sono iscritti, se decidono di cancellare l'iscrizione e/o cambiare siglia sindacale -
Parma, 23 gennaio 2014 -
E' iniziata una nuova era di schedatura dei dipendenti pubblici per opinioni politico-sindacali, a fare da cavia di questa surreale novità che arriva dal Ministero dell'Economia sono coloro che lavorano a Parma. Una nota datata 15 gennaio della Ragioneria dello Stato "dispone" che non sono ritenute valide le iscrizioni ai sindacati se non sono controfirmate dai capi degli uffici di appartenenza di ogni dipendente. Nel caso specifico degli insegnanti, prima di iscriversi, cambiare sigla sindacale, o anche cancellarsi da un sindacato, lo devono dire al preside. Non basta più che un delegato del sindacato si occupi personalmente delle procedure del caso, come avviene dal dopoguerra. Una forma di controllo incredibile da dittatura sudamericana, che mette in soggezione le persone sul luogo di lavoro, identificandole e schedandole per opinione. Esiste la legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori), all'art 8 vieta al datore di lavoro "di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore", esiste anche il più recente DPR 16 aprile 2013 n.62 (codice di comportamento dei dipendenti pubblici), che all'art.5 prevede esplicitamente che non si debba comunicare all'ufficio di appartenenza l'adesione a partiti e sindacati. Un atto di imperio che chiediamo di perseguire immediatamente, i diretti destinatari di quest'attacco non ci stanno, Salvatore Pizzo, della Gilda degli Insegnanti dice: "E' gravissimo chiediamo ai Ministri Saccomanni, D'Alia e Carrozza di interrompere questa indecenza, ci chiediamo perché sono partiti proprio da Parma". Il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio, ha informato, per adesso senza risposte, il Ministro Saccomanni, Il Ragioniere Generale dello Stato Franco, ed il Garante della Privacy Soro. Critico anche Simone Saccani della Cgil che ritiene gravissime queste pretese e annuncia battaglia. La Cisl esprime sorpresa e sconcerto tramite Maria Gentilini, ritiene il caso di Parma "un palese attacco che di fatto limita la libertà di scelta di appartenenza sindacale in aperto contrasto con le norme che tutelano i dati personali". Dello stesso avviso anche Ernesto Devodier dello Snals – Confsal.
(Fonte: ufficio stampa Gilda Unams Parma)