Per la seconda volta nel giro di poche settimane il Tribunale Amministrativo Regionale, sezione di Parma, ha sentenziato che mettere in discussione l'autorità dei docenti ed impugnare i loro atti non paga.
I giudici amministrativi di Piazzale Santafiora con un'ordinanza emessa nei giorni scorsi hanno respinto la richiesta dei genitori di uno studente, pretendevano che il loro pargoletto fosse ammesso alla classe successiva nonostante avesse riportato delle insufficienze in più materie.
Dall'ordinanza dei giudici amministrativi si apprende che i genitori contestavano i voti di matematica,scienze, francese e inglese. Scrivono i magistrati che a "fronte del rendimento scolastico dello studente, i giudizi espressi dal Consiglio di classe non evidenziano profili di manifesta irragionevolezza". Gli stessi giudici hanno avuto però la cura di tutelare lo studente e la famiglia disponendo di oscurare tutti i dati che potessero renderlo identificabile. Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, così commenta: "Abbiamo un Ufficio Scolastico Regionale che ha previsto come principale criterio di valutazione positivo dei Dirigenti Scolastici la riduzione delle bocciature, in questo contesto i docenti sono attaccati dai genitori di quelli che non studiano e dai dirigenti che per non vedersi valutare negativamente spingono a promuovere chiunque"
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