I fiori sono una fonte di profumo, gusto e fantasia da sfruttare anche in cucina: ad ogni tipologia il suo sapore, aroma e potere energizzante. Quindi, ecco qualche consiglio per sceglierli, conservarli ed utilizzarli al meglio in ricette e preparazioni particolari.
Di Chiara Marando –
Sabato 26 Dicembre 2015 -
Ormai in numerosi ristoranti è sempre più comune notare piatti preparati con ingredienti particolari come i fiori, tocchi di colore, ma anche di sapore, in grado di rendere una preparazione culinaria veramente particolare.
Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma la pratica di utilizzare i fiori in cucina risale a migliaia di anni fa, lo insegnano le testimonianze di popoli come quello cinese, romano o greco. Si tratta di accorgimenti che racchiudevano un significato simbolico, piccoli scrigni di energia, colore, fragranze ed addirittura gusto. Già, perché ogni tipologia possiede determinate caratteristiche distinguibili al palato: alcuni sono speziati, altri freschi e delicati, altri ancora dolci e, per finire, erbacei e più decisi.
Quindi, fiori in tavola non solo per un uso creativo, come guarnizioni per piatti oppure cocktail, ma anche come fonte di un gusto tutto al naturale, nonché di proprietà antiossidanti ed oligo-elementi. Certamente, è importantissimo saperli scegliere, conoscere gli abbinamenti più azzeccati a seconda degli alimenti che si desidera cucinare, nonché trattarli con cura per non alterarne le peculiarità.
Cominciamo con il fare un piccolo elenco per capire quali sono alcune tipologie da acquistare per scopi gastronomici.
Basilico: conosciutissimo per il suo aroma intenso ed ingrediente principe in alcuni piatti tradizionali…in questo caso gli esempi si sprecano. Il suo fiore è disponibile in diversi colori ed il sapore è simile a quello delle foglie, solo più debole.
Aneto: fiori gialli dal sapore erbaceo
Calendula: non dovrebbe mai mancare in cucina perché il suo gusto piccante e pepato arricchisce le ricette, mentre il suo colore dorato aggiunge un tocco elegante alle presentazioni in tavola.
Coriandolo: esattamente come le foglie, anche i fiori si distinguono per un sapore erbaceo. Il consiglio è quello di consumarli freschi.
Finocchio: deliziosi fiori gialli con un leggero sapore di liquirizia
Garofano: petali dolci e profumati
Gelsomino: perfetti per aromatizzare il thè, ma anche per personalizzare dolci.
Girasole : molto più che conosciuti ed utilizzati, i suoi petali sono commestibili, ed il suo germoglio può essere tostato o cotto al vapore.
Fiordaliso: tendenzialmente dal sapore amaro ed erbaceo.
Citrus: I fiori sono dolci e molto profumati.
Cerfoglio: dal gusto delicato con una nota di anice.
Borragine: Il fiore sa di cetriolo!
Dente di leone: I boccioli si possono mettere sottaceto per dare un carattere più acidulo ad antipasti e crostini.
Allium: Tutti i fiori di questa famiglia, ovvero porri, aglio, erba cipollina etc, sono più che gustosi ed aromatici.
Margherita: Il sapore dei petali non è proprio da ricordare, ma la loro presenza decorativa fa la differenza in un piatto.
Menta: la sua fama precede qualsiasi possibile spiegazione.
Rosa: petali dal sapore profumato, consigliato per impreziosire bevande, dolci e marmellate.
Ibisco: un sapore avvolgente abbondantemente utilizzato per thè e tisane, ma perfetto anche per dolci e crostate.
Monarda: fiori di colore rosso che ricordano il sapore della menta.
Salvia: il sapore dei fiori è simile a quello delle foglie, ma più lieve.
Viola: quel sapore delicato di menta che regala colore e gusto ad insalate, pasta, risotti, frutta e cocktail.
Prima di cucinarli, però, ci sono alcune semplici raccomandazioni preventive da tenere presenti. Cominciamo con il dire che è sempre bene utilizzare fiori coltivati personalmente ma, in particolar modo, che è importante non prendere in considerazione di acquistarli da un fiorista, perché trattati chimicamente. Esistono negozi appositi nei quali poter trovare molteplici varietà fresche oppure secche da poter consumare senza alcun problema.
Infine, ci sono determinate tecniche per conservarli. Ad esempio, in frigorifero non devono superare i 2 o 3 giorni di permanenza; è consigliabile non congelarli perché se ne perderebbe buona parte delle caratteristiche; si possono far seccare all’aria mettendoli su uno strofinaccio o un pezzo di cartone; meglio sistemarli in vasetti di vetro, ma anche in buste di carta, in un luogo lontano dal sole o fonti di calore.