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Lunedì, 15 Settembre 2014 10:06

Ferrari, la fine di un'era.

L'imminente avvicendamento al vertice Ferrari fra Montezemolo e Marchionne non può che segnare la fine di un percorso vincente sotto tutti i punti di vista.

Parma, 15 settembre 2014 - di Matteo Landi -

Era l'8 ottobre del 2000. Schumacher vinceva il suo terzo titolo mondiale, il primo con una Ferrari in attesa di questo risultato da 21 anni. Un trionfo atteso e sofferto che avrebbe inaugurato una striscia di risultati vincenti senza uguali nella storia della massima espressione automobilistica. Al comando di quell'armata vincente c'era Luca Cordero di Montezemolo. Aveva preso per mano la squadra come Presidente nel 1991, dopo averne fatto parte sin dal 1973, anno in cui iniziò come braccio destro del fondatore Enzo Ferrari.

Le dimissioni annunciate pochi giorni fa segnano la fine di un'era contrassegnata da sconfitte ma soprattutto da tanti successi. Nei suoi anni da Presidente nessun altra squadra in Formula 1 ha vinto altrettanto. Lo sostituirà Sergio Marchionne, il quale, poche ore prima dei baci e abbracci scambiati con Montezemolo in occasione del saluto, aveva posto l'attenzione della stampa solo su gli ultimi anni della Scuderia, contraddistinti più da sofferenze che da gioie. Una dichiarazione roboante ad uso e consumo dei media per giustificare un cambio di vertice che, risultati sportivi ed economici alla mano, potrebbe essere insensato se non fosse prevista a breve la quotazione a Wall Street di Fiat Chrysler Automobiles. In quest'ottica la gestione fin troppo indipendentista dell'azienda di Maranello da parte di Montezemolo veniva, dai vertici Fiat, ritenuta contrastante con la necessità di una gestione integrata del gruppo.

ll 13 ottobre, data prevista per la scadenza del mandato di Luca Cordero di Montezemolo e per il debutto del gruppo FCA sulla borsa di New York, se ne andrà un uomo che ha saputo valorizzare il marchio Ferrari e portare l'azienda a livelli di eccellenza con numeri record sia dal punto di vista commerciale, basti pensare all'utile netto di 246 milioni di euro raggiunto nell'esercizio 2013, che dal punto di vista sportivo con ben 14 titoli mondiali, fra piloti e costruttori, conquistati dal 1991 ad oggi.

Sono state principalmente due le scelte vincenti del Presidente uscente: l'assunzione di Jean Todt nel 1993 e di Schumacher nel 1996. Decisioni lungimiranti che han contribuito a cambiare la mentalità di una squadra che appariva smarrita ed alle prese, nei primi anni '90, con lotte di potere interne estremamente distruttive. Se un 2014 di difficoltà sportive è bastato a far saltare qualche testa nell'organigramma Ferrari, è parso invece totalmente ingiustificato renderlo una delle cause principali dell'allontanamento di un Presidente, e di un uomo, di tale spessore. A posteriori l'addio dell'ex Direttore della Gestione Sportiva Ferrari Stefano Domenicali a vantaggio del Direttore di Ferrari North America Marco Mattiacci, inesperto sul fronte Formula 1, e l'arrivo di Marchionne, sembrano mosse montate ad arte per rendere ancora più forte il marchio Ferrari negli States.

Dal punto di vista sportivo la Ferrari adesso sembra avviarsi verso un inesorabile, imminente, declino. La squadra di Maranello perde un uomo sempre sul campo, pronto a contrattare con Ecclestone e con tutti gli altri team principal e che aveva posto la Ferrari al centro della sua vita, contribuendo a darle un peso politico importante all'interno del Circus, a vantaggio di un uomo che non avrà mai la possibilità di mettere al centro dei suoi impegni la causa sportiva di Maranello. Finisce così una lunga storia d'amore fra un'armata a tratti invincibile ed il suo comandante per motivazioni tutto tranne che sentimentali. Addio e grazie Presidente. Speriamo di non dover dare l'addio anche al marchio italiano più famoso al mondo.

 

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Hamilton approfitta delle sbavature del compagno Rosberg per vincere su uno degli ultimi circuiti storici del mondiale davanti ad un pubblico in festa, nonostante le disgrazie Ferrari.

Parma, 8 settembre 2014 - di Matteo Landi -

C'era una volta una macchina rossa che sfrecciava per prima sotto la bandiera a scacchi ed una folla dello stesso colore in festa sotto al podio. Quella folla c'è ancora, l'auto rossa anche, ma solo nona al traguardo dopo essere sembrata per tutta la gara solo di impiccio ai più veloci avversari. La Scuderia Ferrari sembra una scatola, bella e rossa, ormai svuotata da tutti quegli elementi che la rendevano un composto chimico esplosivo. Questo 2014 passerà probabilmente alla storia come il ritorno della squadra di Maranello ad un campionato senza vittorie: l'ultimo campionato avaro di soddisfazioni per il cavallino fu quello del 1993. I due cavalieri Alonso e Raikkonen, ormai senza spada ed armatura, sono stati costretti, il primo al ritiro per un problema alla power unit, il secondo ad una galoppata quasi in solitaria lontano dalle posizioni che contano. In tutta questa situazione sono da ammirare i tifosi ferraristi accorsi numerosi sotto il podio pronti ad applaudire i vincenti di giornata, anche se senza una casacca rossa. Oltre a render loro merito c'è anche da capirli, in quanto si è trattato, vicende Ferrari a parte, di un Gran Premio d'Italia particolarmente avvincente ed emozionante sin dalle prime battute.

Hamilton, scattato male dalla pole position, dopo essersi ritrovato addirittura quarto riesce con dei sorpassi decisi a portarsi alle spalle del compagno di squadra, e rivale per il titolo, Rosberg. Dopo una lotta fra i due a suon di giri veloci è stato il tedesco a compiere l'errore decisivo: arrivato lungo alla prima curva non ha potuto far altro che vedersi sfilare da Hamilton. Per il box Mercedes è stato quasi un sollievo: un'altra lotta estrema fra compagni di squadra sarebbe stata troppo per i tedeschi e l'errore di Rosberg, identico a quello compiuto dallo stesso alcuni giri prima, è sembrato il modo (fin troppo) perfetto per rendere indietro al compagno di squadra quello che il tedesco figlio d'arte gli aveva portato via due settimane fa. Da lì in avanti per l'inglese è stata una cavalcata trionfale fino alla bandiera a scacchi.

In un mondiale in cui la Ferrari, probabilmente il marchio automobilistico più conosciuto al mondo, non riesce a giocare un ruolo di primo piano, la rivalità fra i due compagni di squadra Mercedes e le mille sfaccettature che la rappresentano costituiscono sicuramente l'anticrisi di questa Formula 1. La gara ha portato sotto la luce dei riflettori anche altri piloti. Uno su tutti l'ex-ferrarista Felipe Massa: al volante di Williams velocissima sui lunghi rettilinei monzesi è riuscito ad arrivare sul podio raggiungendo quindi un obiettivo che quest'anno non aveva ancora centrato. A fine gara il brasiliano è parso commosso di fronte a quella folla rossa che una volta guardava dall'alto vestito dei colori Ferrari, allora molto più brillanti di adesso.

Ha beneficiato di un analogo mezzo veloce ed affidabile anche il suo compagno di squadra Bottas che dopo una partenza disastrosa, con sorpassi sul filo dei 360 km/h, è riuscito a tagliare il traguardo in quarta posizione. Alle sue spalle è giunto Daniel Ricciardo: su un tracciato non congeniale alla sua Red Bull ha guadagnato nel finale la quinta posizione con un bellissimo sorpasso ai danni del quattro volte campione del mondo Vettel, apparso visibilmente deluso al termine della corsa. Ma mai quanto i due ferraristi Raikkonen ed Alonso ed i festosi, nonostante tutto, spettatori accorsi sul circuito: grazie Monza!

 

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Lunedì, 21 Luglio 2014 09:23

F1, Germania: Rosberg corsaro in patria

Mercedes ancora sugli scudi: vittoria del tedesco, spettacolo di Hamilton. Di nuovo la Ferrari F14T non riesce ad essere veloce -

Parma, 21 luglio 2014 - di Matteo Landi -

E' certamente l'inno tedesco la hit dell'estate. Dopo la vittoria della nazionale tedesca di calcio, Rosberg nella sua Germania vince andando ad allungare in classifica mondiale sul compagno di squadra Hamilton. Dietro la cavalcata trionfale sin dalla pole position è successo di tutto. Due gare completamente diverse dentro la stessa corsa: quella del leader del campionato, lineare e senza scossoni e quella degli altri, Hamilton compreso, farcita di sorpassi, ruotate ed incidenti. La gara tedesca è sembrata un film avente come regista il "patron" della Formula 1 Bernie Ecclestone.

Hamilton, costretto a partire dalla ventesima posizione a causa di un guasto ai freni accusato durante le qualifiche e ad una penalità di cinque posizioni di arretramento sulla griglia di partenza per la sostituzione del cambio, ha dato spettacolo. Partito con il coltello tra i denti, tutt'altro che demotivato per la sfortuna che continua a colpire più lui del suo compagno di squadra, ha compiuto innumerevoli sorpassi, arrivando anche allo scontro con Raikkonen prima e Button poi. Raggiunta la terza posizione alle spalle di Bottas non è riuscito a sopravanzarlo anche a causa di una Williams estremamente veloce sul dritto. Il finlandese, secondo, è stato autore di una gara straordinaria. Impeccabile dalla partenza al traguardo e ben assistito da una Williams a livello prestazionale ormai seconda forza del mondiale. Avrebbe probabilmente beneficiato della velocità della vettura inglese anche il compagno di squadra Massa se un incidente al via non lo avesse escluso dalla gara: scattato dalla terza posizione in griglia è stato colpito al posteriore e scaraventato in aria da Magnussen. Un incidente spettacolare e senza conseguenze in cui i commissari non hanno visto alcun colpevole. Per il brasiliano si è però trattata dell'ennesima gara sfortunata ed i soli 30 punti da lui conquistati in questo mondiale sono un bottino veramente misero se confrontato con la velocità mostrata in pista.

Al pari suo, in quanto a sfortuna, vi è sicuramente Kimi Raikkonen, giunto solamente undicesimo al traguardo: di nuovo la Ferrari F14T non riesce ad essere veloce soprattutto nelle sue mani. I guasti che durante le prove affliggono molto più spesso la sua monoposto rispetto a quella del compagno di squadra Alonso, non lo aiutano nel trovare la giusta confidenza con il mezzo. La Ferrari di oggi sembra la Renault di Briatore di metà anni 2000, incapace di occuparsi allo stesso livello di entrambe le vetture. Fisichella vestiva allora i panni del parafulmine dei problemi Renault, con la differenza che, almeno al tempo, il suo compagno di squadra Alonso vinceva. Stavolta lo spagnolo si è reso partecipe dell'ennesima ottima gara dopo un'altra bella lotta con Vettel, ma terminata solamente al quinto posto a causa della pochezza di una vettura che ha ormai mostrato tutti i suoi limiti. Superata la metà campionato in Ferrari si trovano, a loro dire, focalizzati verso il 2015 per poter partire, nella stagione che verrà, con il piede giusto. Ormai ritornello estivo degli ultimi anni. Peccato, perché un bel campionato come quello in corso sarebbe stato ancor più interessante e mediaticamente appetibile con una Ferrari pronta a lottare per le prime posizioni.

 

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Mercoledì, 25 Giugno 2014 09:18

F1, Austria: Mercedes vince ma non domina

Ritorno alla vittoria per la squadra tedesca ma sul mondiale fa capolino il volto di nuovo sorridente di Felipe Massa -

Parma, 25 giugno 2014 - di Matteo Landi -

Dopo un gran premio del Canada esaltante e ricco di duelli con la vittoria a sorpresa di Daniel Ricciardo su Red Bull, la Formula 1 ha fatto tappa sul circuito di casa della squadra austriaca: il Red Bull Ring. Su questa pista, composta da bellissimi sali-scendi, le qualifiche hanno da subito evidenziato un'inversione di tendenza, con i primi due posti conquistati dalle due Williams di Massa e Bottas, il pilota brasiliano tornato dopo tanto tempo alla pole position ed il giovane finlandese che si è rivelato capace di tenersi dietro la Mercedes di Rosberg. Quest'anno la prima posizione in griglia è sempre stata appannaggio di una delle due frecce d'argento, costrette in questo caso al ruolo di inseguitrici con addirittura Lewis Hamilton solo nono sulla griglia di partenza.

La gara domenicale ha visto le due Mercedes pian piano risalire la china fino ad arrivare all'ennesima doppietta. Non si può comunque parlare di un ritorno al dominio a mani basse che ha contraddistinto la stagione in corso, problemi di affidabilità a parte, stavolta le due Williams le hanno contrastate per tutta la gara. Al termine dietro a Rosberg ed Hamilton a pochi secondi di distacco è arrivato Bottas, autore di una gara maiuscola. Tanto quanto l'ex ferrarista Massa, finito quarto a causa anche di un'errata strategia del box Williams: il brasiliano dopo il primo pit stop non è sembrato molto incisivo ma a suo parziale discolpa vi è stata una seconda sosta eseguita troppo tardi. Nel complesso un weekend comunque superlativo da parte del brasiliano, soprattutto grazie a quel giro velocissimo che è riuscito a costruire durante le qualifiche. Per Massa è stata la prima grande gioia dopo quel terribile schianto con il quale rischio non solo la carriera, ma anche la vita nel 2009. Dispiace che su di lui siano piovute tante critiche nel corso degli ultimi anni, vissuti all'interno di una difficile convivenza in squadra con Alonso. Finalmente, sabato scorso, Felipe è tornato a sorridere. A proposito del suo ex compagno di casacca spagnolo: ha arpionato un quinto posto spremendo al massimo una Ferrari comunque ancora in crisi prestazionale. L'altro ferrarista, Raikkonen, ci auguriamo che ritrovi finalmente quel feeling con la monoposto mostrato quest'anno solo in occasione dello sfortunato gran premio monegasco. In Austria, infatti, non è riuscito ad andare oltre una scialba decima posizione. Chi continua a mostrare le unghie è Nico Rosberg: con la vittoria allunga ancora in classifica mondiale sul compagno Hamilton, che nonostante la bellissima rimonta si trova adesso a 29 lunghezze dal compagno di squadra. Sarà l'anno del figlio d'arte tedesco? La prossima gara, il primo weekend di luglio, sulla pista di Silverstone, avremo probabilmente delle idee più chiare.

Intanto la Formula 1 lascia l'Austria. Una terra che non sentiva il rumore dei bolidi della Formula 1 dal lontano 2003. Allora la vittoria andò a Michael Schumacher, dopo una gara tutta d'attacco in cui riuscì a sconfiggere anche le fiamme che avevano investito la sua vettura durante un pit stop. A distanza di più di dieci anni, pochi giorni fa, il pilota più vincente della storia della Formula 1 ha vinto un'altra, ma molto più importante, battaglia: dopo più di cinque mesi dal suo terribile incidente sugli sci è finalmente uscito dal coma. Davanti a se adesso una lunga riabilitazione che, ci auguriamo, possa avvenire nella più assoluta riservatezza. Sono state sprecate tante parole da parte dei mass media in merito alla vicenda ed è stato reso noto anche il recente furto delle cartelle cliniche dell'ex pilota tedesco, offerte a quanto pare, ad una imprecisata testata giornalistica. Uno sciacallaggio vergognoso. Ci auguriamo veramente che la famiglia possa essere lasciata il più possibile in pace e che il tedesco torni presto a stare ancora meglio. Forza Campione! Forza Michael!

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Martedì, 10 Giugno 2014 09:18

F1, Canada: la prima perla di Ricciardo

Il pilota australiano, protagonista di una gara fortunata e perfetta, vince contro tutti i pronostici sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve.

Parma, 10 giugno 2014 - di Matteo Landi -

Daniel Ricciardo è un pilota australiano. Ha solo due anni meno del suo compagno di squadra, il quattro volte campione del mondo Vettel e prima di domenica scorsa non aveva ancora vinto un gran premio di Formula 1. Se prima dell'inizio del campionato sembrava evidente per gli addetti ai lavori che avremmo assistito ad una supremazia schiacciante della Mercedes, nessuno avrebbe pensato che ad interrompere tale dominio sarebbe stato il sorridente australiano proveniente da anni difficili al servizio della scuderia Toro Rosso. Invece, dopo un convincente avvio di stagione, non solo è riuscito nell'impresa di vincere, ma anche in quella di mettere in ombra, almeno per un pomeriggio, il plurivittorioso compagno di squadra Vettel.

L'inizio della gara, svolta sul veloce circuito cittadino di Montreal, aveva mostrato la solita superiorità delle due frecce d'argento: Rosberg e Hamilton scattati dalla prima fila, nonostante la loro rivalità, anche troppo "romanzata" dai mass media, li avesse portati a sfiorarsi alla prima curva mettendo a rischio l'incolumità delle proprie vetture, hanno dopo pochi giri inflitto un pesante distacco agli inseguitori sulla pista che probabilmente mette più in risalto le qualità della loro vettura: altissime velocità di punta grazie alla migliore power unit del Circus ed una gestione della frenata ottimale grazie ad un efficientissimo brake by wire. Giunti a metà gara invece, proprio i punti forti della competitività Mercedes sono venuti a mancare: prima una perdita di potenza poi un problema al sistema che gestisce elettronicamente la frenata, quest'anno resa difficile da un recupero di energia cinetica potenziato rispetto al recente passato, hanno messo fuori gioco Hamilton. Quasi in contemporanea Rosberg ha iniziato a perdere secondi preziosi in rettilineo a causa di un'analoga mancanza di potenza. A questo punto il tedesco ha mostrato al mondo le sue capacità guidando in maniera impeccabile nel tratto di pista più tortuoso per compensare la sua lentezza sul dritto. Se fino ad oggi la leadership in campionato del tedesco era per tanti dettata dalla fortuna, che non sempre quest'anno aveva assistito il suo compagno di squadra inglese costretto al ritiro in Australia, la sua guida con una Mercedes divenuta "terrestre" ha messo forse fine a tali critiche. Il tedesco non avrà la velocità istintiva di Hamilton, ma ha dalla sua una pulizia di guida ed una visione di gara che pochi altri al momento possono vantare. Un altro talento ormai assodato è Ricciardo, che dopo una gara tutta all'attacco ed un sorpasso da urlo sul messicano Perez, è stato quindi l'unico a rompere la resistenza di Rosberg andando, appunto, a vincere la sua prima gara in Formula 1.

Al traguardo, dietro a Rosberg, è giunto terzo Vettel. Quest'ultimo è stato sicuramente autore di un'ottima gara ma i dubbi che la sua guida fosse perfetta per il regolamento tecnico degli anni scorsi e non ancora adatta a questo genere di vetture sembrano ormai certezze. Chi invece ha fatto una gara estremamente sotto tono è stata la Ferrari: su una pista con importanti allunghi e frenate decise la Rossa ha mostrato tutti i suoi limiti e sia Alonso, sesto, che Raikkonen, decimo dopo anche un testacoda, non sono riusciti a venire fuori dall'anonimato. La scuderia di Maranello aveva portato in terra canadese degli importanti aggiornamenti ma servirà ben altro per uscire da questo stato di crisi. Non è andata meglio all'ex Ferrarista Massa: con una Williams perfetta per il circuito canadese sul finale ha violentemente tamponato Perez. Si è trattato di un comune incidente di gara: il messicano alle prese con problemi ai freni era ormai costretto da qualche giro ad anticipare le frenate ed è stato colpito dal brasiliano che nel tentare un azzardato sorpasso non è riuscito ad evitare lo scontro. I commissari hanno dato la responsabilità dell'accaduto al pilota della Force India, affibbiandogli per il prossimo gran premio una penalità in griglia di cinque posizioni, rendendosi protagonisti dell'ennesimo stupro all'essenza di questo sport: l'agonismo. La cartolina più bella di questa Formula 1 è però il sorriso del vincitore Ricciardo, che tenterà fra due domeniche di bissare il successo sul circuito di casa Red Bull, l'omonimo Red Bull Ring in Austria.

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Lunedì, 26 Maggio 2014 09:19

F1, Monaco: la Mercedes mette la sesta

Ancora un gran premio, il sesto consecutivo, dominato dalla squadra tedesca che vede i suoi piloti sempre più uno contro l'altro.

Parma, 26 maggio 2014 - di Matteo Landi 

Dopo un Gran Premio di Spagna non estremamente interessante dal punto di vista dello spettacolo, la Formula 1 ne ha invece offerto uno d'altri tempi sulle stradine del Principato. Sorpassi, collisioni ed una lotta tra compagni di squadra, quella Mercedes, che ha riportato alla mente i duelli fra i grandi del passato: Senna e Prost, a fine anni 80 compagni sotto le insegne Mclaren, con il francese abile a mettere psicologicamente alle strette un compagno di squadra spesso più veloce di lui. Lo stesso Prost e Mansell, compagni di squadra Ferrari nel 1990, entrambi veloci ma tutt'altro che pronti a dominare i propri istinti per il bene della squadra. Come allora, è stata lotta di nervi ed in pista fra Rosberg ed Hamilton a cominciare dalle qualifiche: il tedesco, dopo aver fatto segnare il miglior tempo, fa un errore di guida che lo costringe alla via di fuga, mette la retromarcia e riprende la strada. Nessun problema per lui, che non sbatte contro le barriere, ma l'esposizione delle bandiere gialle obbliga tutti gli altri piloti a rallentare, a pochi secondi dalla fine della sessione di prove, mettendo fine alle ostilità. Nel 2006 un episodio analogo portò alla retrocessione di Michael Schumacher in fondo alla griglia di partenza, dopo che le qualifiche erano terminate con la sua pole position. Una decisione che destò perplessità, perché è impossibile stabilire quali siano le intenzioni di un pilota in quelle circostanze. Con quel pesante precedente tanti piloti ed addetti ai lavori si aspettavano una sanzione analoga ai danni del tedesco della Mercedes, che però non è arrivata scatenando l'ira del compagno di squadra Hamilton. Intervistato dalla televisione inglese, Lewis, ha ricordato, appunto, la rivalità fra Senna e Prost, accostando la sua situazione personale a quella del pilota brasiliano, peccando di orgoglio: la pace fra i due è definitivamente finita. A beneficiarne sarà sicuramente lo spettacolo fino al termine del mondiale. Spettacolo che intanto non è mancato durante i 78 giri di gara.

Oltre ad una partenza a fionda delle due Mercedes che scattavano dalla prima fila, dalla sesta piazza si è mosso splendidamente il ferrarista Raikkonen, finalmente a suo agio al volante della Rossa di Maranello. Sembrava poter concludere la gara sul podio se, in regime di safety car, un doppiato non l'avesse tamponato costringendolo ad un cambio gomme supplementare che lo ha fatto sprofondare nelle retrovie. Alla gara superlativa ma sfortunata del finlandese, si contrappone invece quella incolore dello spagnolo Alonso, giunto, senza lampi, quarto al traguardo: la sensazione è che, dopo un avvio da assoluto primattore all'interno della scuderia di Maranello, il pilota delle Asturie troverà un avversario ostico all'interno del suo box. Intanto, là davanti, le due Mercedes procedevano a pochi decimi di secondo l'una dall'altra, fino a quando Hamilton ha iniziato a lamentare via radio un problema alla vista causato probabilmente da un detrito infilatosi nel suo casco. La sua lotta per la vittoria si è conclusa lì, dovendo invece gestire una seconda posizione messa in pericolo dalla rimonta dell'australiano Ricciardo, ancora una volta terminato sul podio dietro alle due frecce d'argento. Podio che ha visto la gioia di Rosberg e del pilota della Red Bull contrapposta al forte disappunto di Hamilton, vittima anche durante un periodo di safety car, di un rallentamento "furbo" di Rosberg che gli ha reso impossibile, al rientro della vettura di sicurezza, l'attacco al leader. Da segnalare anche l'ottima gara del francese Bianchi, pilota del Ferrari Driver Academy, che approfittando dei tanti ritiri, fra i quali quello del campione del mondo Vettel, è giunto nono al traguardo, regalando alla Marussia i primi punti della sua storia.

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Martedì, 13 Maggio 2014 10:04

Gp di Spagna: notte fonda per le Rosse

Quinta gara dell'anno ed ennesima vittoria di una Mercedes. Vettel mostra le unghie ma è per tutti allarme: il mondiale è già finito?

 

Parma, 13 maggio 2014 - di Matteo Landi -

 

Dopo quattro gare disputate fra Asia ed Oceania, la Formula 1 ha fatto tappa domenica scorsa nel vecchio continente. Storicamente, per motivazioni logistiche, l'inizio delle gare europee coincide con l'arrivo delle prime importanti modifiche sulle varie monoposto del mondiale. Il gran premio di Spagna avrebbe dovuto quindi coincidere, per la Ferrari e le altre squadre che hanno aspirazioni mondiali, con l'inizio di un processo di avvicinamento verso le prestazioni della Mercedes, la mattatrice di inizio campionato. Già dalle qualifiche, si è però evidenziato un aumento del gap prestazionale fra le vetture di Stoccarda e quelle delle altre squadre: ennesima prima fila colorata di argento con il primo degli altri, il sempre più sorprendente Ricciardo, a più di un secondo. 

La domenica si è assistito alla solita galoppata solitaria delle due Mercedes con Hamilton, che ha praticamente sempre comandato le danze. Tuttavia non si può parlare di un dominio noioso: se nel recente passato vedevamo un solo pilota, Vettel, partire ed arrivare davanti a tutti senza la possibilità di essere insidiato, stavolta la squadra primattrice si ritrova due piloti pronti a darsi battaglia per la vittoria. Non sono arrivati a lottare a suon di staccate a ruote fumanti come, ad esempio, è accaduto in Bahrain ma il risultato è sembrato in bilico fino all'ultimo giro.

Chi invece ci ha regalato dei sorpassi decisi è stato il campione del mondo in carica Vettel: partito dalla quindicesima posizione, è riuscito a risalire tagliando poi il traguardo quarto. Se i suoi quattro mondiali vinti, sono sembrati a tanti, merito più del mezzo che pilotava che delle sue capacità di guida, domenica scorsa il tedesco ha messo in mostra un carattere ed uno spirito combattivo che si spera abbia definitivamente fugato ogni dubbio sulle sue capacità.

Dopo il passo avanti mostrato con il gran premio cinese, la Ferrari invece, sembra essere tornata indietro. Per vedere le Rosse sul traguardo si è dovuto attendere un bel pò: sesta e settima sotto la bandiera a scacchi con Raikkonen addirittura doppiato ma non lontano dal suo compagno di squadra, il quale gli è arrivato davanti solo grazie ad una diversa strategia. E' evidente che le prestazioni della Rossa dipendano anche dalla conformazione dei vari tracciati del mondiale, ma proprio la pista spagnola, che mette in mostra oltre alla qualità delle power unit anche quelle aerodinamiche e telaistiche delle varie monoposto, ha evidenziato carenze in praticamente tutte le aree della vettura di Maranello. Quello che dopo cinque gran premi ci si chiede, è quanto la Ferrari possa progredire durante la stagione e a cosa gli sforzi possano portare. Con ogni probabilità si tratterà dell'ennesima stagione di "transizione" della squadra italiana: un vero peccato. Mai come quest'anno, visti i profondi cambiamenti regolamentari, "comprendere" la monoposto e progredire può essere utile per la prossima stagione. A livello statistico, c'è da rimarcare che dal 1994 la Ferrari può vantare almeno una vittoria in ogni stagione: si spera che la striscia non si interrompa proprio quest'anno.

Chi invece prosegue nella sua serie è Hamilton: quarta vittoria consecutiva e testa della classifica piloti raggiunte per lui. A completare il podio, oltre a Rosberg, ci ha pensato l'australiano della Red Bull Ricciardo, il suo primo della stagione dopo la squalifica australiana.  

 

 

 

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L’opera è di bronzo e pesa circa 25 kg. Dopo le celebrazioni per il ventennale della scomparsa del campione brasiliano, sarà esposto in maniera permanente nel nuovo museo situato all’interno dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” . 

Modena, 4 maggio 2014 ---- Di Manuela Fiorini - 

C’è anche un busto di bronzo dello scultore modenese Alessandro Rasponi al nuovo museo “Checco Costa” di Imola, insieme ad altri cimeli di Ayrton Senna, l’indimenticabile pilota di Formula 1 di cui, quest’anno, ricorre il ventennale della morte, avvenuta durante il Gran Premio di San Marino, il 1° maggio 1994. Proprio per ricordare il campione brasiliano e il collega austriaco Roland Ratzenberger, anch’egli perito durante le prove di qualificazione, il 30 aprile di quel tragico 1994, fino al 4 maggio, l’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” ospita l’”Ayrton Senna tribute 1994-2014”,  promosso da Formula Passion.it con il sostegno della Fondazione Senna, e apre le sue porte per accogliere appassionati e curiosi con un ricco calendario di eventi e una mostra in cui si possono ammirare i veicoli che Ayrton Senna ha guidato nel corso della sua carriera, dai kart alle monoposto, oltre ad altri memorabilia, tra cui sei tute originali, guanti, indumenti e 12 caschi. 

In questo ambito si inserisce anche il busto di bronzo che raffigura Ayrton Senna, dal peso di circa 25 kg, opera di Alessandro Rasponi, 35 anni, scultore e pittore modenese. 

Per realizzare il busto – racconta Rasponi – mi sono ispirato a una fotografia che ritrae Ayrton Senna sul podio, dopo aver vinto il Gran Premio del Brasile, nel 1993 con la McLaren. L’opera sarà esposta al museo in maniera permanente e questo non può che riempirmi di orgoglio”.

Una passione che viene da lontano, quella di Alessandro, che ha coniugato il suo amore per l’arte con quella per la Formula 1, trasmessagli dal padre. Durante il servizio civile, Alessandro entra in contatto con Don Sergio Mantovani, cappellano dei Piloti di Formula 1 e conosce diverse personalità del mondo dei motori, che gli danno l’impulso per realizzare una serie di dipinti e busti che raffigurano i grandi campioni. 

Il busto di Imola ha una storia curiosa, che a tratti si tinge di giallo. 

L’opera originale è del 2003 e, attualmente, si trova nella sala riunioni dell’Autodromo di Modena. Nel 2004, in occasione del decennale della morte di Ayrton Senna, è stata presentata la prima copia in bronzo, poi collocata al Parco Enzo Ferrari di Modena, dove Rasponi aveva realizzato altri busti di celebri piloti. Nel febbraio del 2012, vengono rubati cinque busti raffiguranti Tazio Nuvolari, Juan Manuel Fangio, Gilles Villeneuve, Eugenio Castellotti e Vittorio Stanguellini. Si salvano i ritratti bronzei di Giulio Cabianca, Luigi Musso, Alberto Ascari, Luigi Villoresi e Walter Villa. Si pensa a un furto su commissione, non quindi legato al materiale, il bronzo, quanto ai piloti ritratti, i più celebri, i cui busti sono stati letteralmente staccati dai basamenti di pietra serena. Gli stessi basamenti che, a tutt’oggi, rimangono ancora orfani dei loro campioni, poiché le statue non sono state ancora ripristinate. Il busto di Imola è, quindi, la seconda fusione dall’originale.

Alessandro Rasponi ricorda con emozione la giornata inaugurale del tributo a Senna e, in particolare, l’incontro con Paula Lalli, nipote di Ayrton, venuta in Italia per rappresentare la famiglia e la fondazione che porta il nome del pilota.

“La presenza di Ayrton si sentiva nell’aria – ricorda Alessandro – Sono passati 20 anni, ma l’amore per questo campione è ancora vivo. Più di 20.000 persone erano lì a ricordarlo. C’erano tanti campioni di ieri di oggi, come Fernando Alonso e Kimi Raikkonen, Riccardo Patrese e Andrea De Cesaris e personalità del mondo della F1, come Giancarlo Minardi e Mauro Forghieri. Il momento più emozionante, tuttavia, è stato incontrare i genitori di Roland Ratzenberger, a cui ho promesso in dono un ritratto del figlio”. 

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Lunedì, 21 Aprile 2014 07:30

F1: Cina. Il rosso torna sul podio.

 

Il quarto gran premio stagionale ha visto una Ferrari ritrovata. 

- Parma 21 aprile 2014 --

Dopo il grande cambiamento al vertice, con le dimissioni di Stefano Domenicali e l'arrivo di Marco Mattiacci, la Ferrari era desiderosa di dare una svolta anche alla propria stagione agonistica. Il circuito cinese, tuttavia, con il rettilineo più lungo del mondiale sembrava non poter essere il teatro ideale della riscossa Ferrari: le monoposto italiane hanno quest'anno lamentato una bassa velocità massima dovuta ad una power unit non all'altezza di quella Mercedes. Le prime prove libere mostrano una Ferrari a due volti: uno sorridente, con un Fernando Alonso che si rivela veloce sia sul giro che sul temutissimo lungo rettilineo cinese, l'altro scuro, con Kimi Raikkonen costretto a rimanere fermo ai box per gran parte della giornata a causa di problemi tecnici accusati dalla sua vettura. Dopo i frequenti problemi emersi nelle prove pre-stagionali il finlandese continua a non riuscire ad avere il tempo necessario per poter trovare il feeling con la sua monoposto. Giunti al sabato, su una pista resa insidiosa dalla pioggia, Lewis Hamilton a bordo della sua Mercedes raffredda però le speranze ferrariste andandosi a conquistare una splendida pole position relegando a più di un secondo il compagno di squadra Rosberg, il quale dopo alcuni svarioni non riesce a far meglio del quarto tempo precedendo Fernando Alonso. L'altro ferrarista, Kimi Raikkonen, riesce invece a realizzare solamente l'undicesimo tempo. All'indomani, su una pista tornata asciutta, Hamilton scatta bene dalla pole position: nessuno lo vedrà più fino all'arrivo. Dalla sesta posizione in griglia scatta altrettanto bene Felipe Massa che con la sua Williams arriva in pochi metri ad affiancare Fernando Alonso: i due si toccano ma nonostante lo spettacolare contatto le loro vetture si dimostrano robuste dando la possibilità ad entrambi di proseguire la corsa. Se per Hamilton si tratta di una gara apparentemente semplice lo stesso non si può dire per il suo compagno Rosberg: partito male dovrà districarsi nel gruppo arrivando grazie a sorpassi e ad una buona strategia a pochi secondi da Alonso. Lo spagnolo, risalito intanto fino alla seconda posizione, inizia una lotta a distanza con il tedesco della Mercedes che terminerà al 43esimo giro quando Rosberg avrà la meglio con un facile sorpasso in rettilineo. Nonostante la gara coriacea dello spagnolo ed il miglioramento prestazionale della monoposto di Maranello, la velocità sul dritto continua ad essere una croce per la Ferrari che in certi momenti di gara non sembra avere a disposizione con costanza tutto il potenziale della sua power unit. La gara termina quindi con i due piloti Mercedes, Hamilton e Rosberg, davanti ad un combattivo Alonso. Ai piedi del podio conclude un fantastico Ricciardo capace di sorpassare prima e staccare poi il pluricampione compagno di squadra Vettel: non cambiano le gerarchie all'interno del box Red Bull ma il giovane australiano si dimostra essere uno scomodo compagno di squadra per il campione austriaco, il quale sembra non avere ancora la giusta confidenza con una vettura costruita su un regolamento non più basato sull'esasperazione aerodinamica. Lontanissimo dalle zone che contano termina Raikkonen: ottavo. La Ferrari, almeno con una monoposto, sembra veramente tornata grande, ma il merito non si può certo dire che vada al nuovo arrivato Mattiacci, presente nel box Ferrari più per fare esperienza che per comandare: se l'avvicendamento al vertice porterà dei benefici lo vedremo probabilmente solo il prossimo anno. Intanto godiamoci questa ritrovata Ferrari ed una Formula 1 sempre pronta a fornire interessanti spunti tecnico-sportivi.

 

Matteo Landi

 

Pubblicato in Sport Emilia
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