Visualizza articoli per tag: Formula uno

Lunedì, 08 Giugno 2015 09:23

F1, Canada: Ferrari, che spreco!

Domina la Mercedes ma la Ferrari getta al vento un podio sicuro. Raikkonen insufficiente. Vettel strepitoso dopo un sabato horror. -

Parma, 8 giugno 2015 - di Matteo Landi -

Poteva essere il weekend di Kimi Raikkonen. Velocissimo durante la simulazione di gara fatta al venerdì, subito a ridosso delle due Mercedes dopo le qualifiche. Il riscatto del finlandese era vicino. Di solito catalizzatore delle disavventure tecniche di casa Ferrari, vedi un 2014 da incubo ed il 2015 iniziato con un problema ad un pit stop a causargli il primo ritiro stagionale alla prima gara dell'anno, stavolta le sfortune erano toccate tutte al compagno di squadra Vettel. Il tedesco si è ritrovato senza potenza appena iniziate le qualifiche e quindi costretto a partire dal fondo dello schieramento, complice anche una penalità subita a causa di un sorpasso effettuato durante le prove libere in regime di bandiera rossa. Raikkonen, terzo in griglia, ha investito così i panni del caposquadra vista la pessima posizione di partenza di Vettel, 18esimo. Peccato che, dopo una buona partenza, si siano rivisti i fantasmi di un passato prossimo che cozzano con le prodezze del Raikkonen che fu. Terzo, non troppo distante dalle due Mercedes, con l'obiettivo minimo del podio ampiamente sotto controllo, il finlandese ha compiuto lo stesso errore che nel 2014 lo vide protagonista sul circuito canadese: brusca accelerazione in uscita dal tornantino e testacoda. Kimi, persi circa dieci secondi e rovinate le gomme, non riuscirà più a recuperare la posizione persa nei confronti di Bottas. Tuttavia si tratta di un risultato bugiardo, soprattutto se si pensa alla velocità messa in mostra da Vettel. Il quattro volte campione del mondo si è reso protagonista di una bellissima rimonta che lo ha portato a tagliare il traguardo quinto, a pochi secondi dal compagno finlandese. Sorpassi, ruotate e giri veloci a ripetizione sono stati il repertorio di un Vettel che ha dimostrato che oltre alla concretezza, all'occorrenza sa tirare fuori le unghie come pochi altri. Così, in casa Ferrari, aumenta il rammarico ed Arrivabene ha ragione a parlare di occasione sprecata.

Raikkonen: adesso è un caso

Per la prima volta dell'anno il podio non si tinge di rosso e la Ferrari ancora non sa se potrà contare su due piloti di pari livello oppure su un top driver ed un pilota, Raikkonen, che sembra aver lasciato gli anni d'oro alle spalle. Al finlandese non mancano velocità ed esperienza, ma al momento sembra più vicino al Raikkonen sciupone del 2008 che al campione assoluto che ha dimostrato di essere nel 2005 e nel 2007.

Mercedes stavolta non sbaglia

Le conferme sono invece arrivate in casa Mercedes. Dopo la vittoria gettata al vento e regalata a Rosberg nella gara monegasca, Hamilton ha lasciato le briciole al compagno di squadra, gestendo la gara nel migliore dei modi e giocando al gatto col topo: ha rallentato quando aveva bisogno di risparmiare carburante, dando l'impressione a Rosberg di potersi avvicinare, è andato velocissimo quando riteneva opportuno che fosse il momento di ristabilire le distanze. Hamilton ha confermato ancora una volta di avere una marcia in più rispetto al compagno di squadra Rosberg, il quale è veloce e concreto ma senza l'istinto del killer messo spesso in mostra dal compagno Hamilton. Le due Mercedes hanno quindi preceduto sul traguardo Bottas, il primo pilota dell'anno a raggiungere il podio nonostante non guidi una Mercedes od una rossa. A seguire Raikkonen, Vettel e Massa, autore di un'ottima gara dopo essere partito 15esimo.

McLaren: mai così in basso

Ritirate entrambe le McLaren. Alonso, dopo essersi reso protagonista dell'ennesimo curioso team radio in cui si rifiutava di correre al risparmio, la pista canadese è nota per essere la più esigente in tema di consumo carburante, al 46esimo giro ha mestamente parcheggiato la propria vettura ai box. Per la gloriosa squadra inglese si sta rivelando essere il peggior anno della sua storia.

 

Pubblicato in Motori Emilia

Hamilton domina la gara fino all'incredibile errore di strategia che consegna la vittoria a Rosberg ed il secondo posto a Vettel. -

Parma, 25 maggio 2015 - di Matteo Landi -

Dopo un gran premio di Spagna che ha visto la rinascita di Rosberg, finalmente vincente davanti al compagno di squadra, il gran premio di Monaco, vinto dal tedesco nelle edizioni 2013 e 2014, poteva essere l'occasione per consacrare il definitivo ritorno dopo un opaco inizio di stagione. Invece, sia in qualifica che in gara è risultato costantemente più lento di Hamilton. L'inglese ha vissuto un weekend da assoluto protagonista, pronto a fare il bello ed il cattivo tempo, fino a pochi giri dalla fine. Non si sa se per "arroganza", come l'ha definita Arrivabene, o semplicemente per una cattiva interpretazione di quello che stava accadendo in pista, al 66° giro Mercedes richiama ai box Hamilton, incontrastato leader del Gran Premio. La decisione è stata presa dopo che un terribile incidente fra Verstappen e Grosjean, entrambi illesi, aveva portato i commissari ad esporre il cartello della Virtual Safety Car, salvo rimangiarsi la scelta optando, pochi istanti dopo, per l'ingresso in pista della vettura di sicurezza. Da quest'anno, in considerazione delle condizioni che avevano portato al terribile incidente di Bianchi nello scorso gran premio del Giappone, è stata introdotta una nuova possibilità di neutralizzazione di gara, appunto la Virtual Safety Car: nel momento in cui viene chiamata in pista la "vettura di sicurezza virtuale" i piloti devono immediatamente rallentare andando ad una velocità imposta di assoluta sicurezza. Se il direttore di gara avesse mantenuto il regime di V.S.C. la scelta del box Mercedes non avrebbe cambiato le sorti di Hamilton, il quale avrebbe meritatamente vinto. Invece la sosta supplementare è costata all'inglese non solo la vittoria ma anche il secondo posto, a vantaggio di un Vettel ancora una volta bravissimo a farsi trovare pronto a sfruttare l'occasione.

Vettel: la forza della Ferrari

Il tedesco di casa Ferrari è stato impeccabile per tutto il weekend. In qualifica ha ottimizzato il potenziale della monoposto di Maranello, in leggera crisi a causa della bassa temperatura dell'asfalto, in gara è rimasto sempre a pochi secondi da Rosberg, il quale non si è mai innervosito nonostante la costante spina nel fianco. Sono stati così i piloti, ed i rispettivi box, che hanno sbagliato meno ad arrivare davanti a tutti. Per Rosberg si è trattata di una vittoria che lo avvicina ad Hamilton in classifica mondiale, per Vettel un secondo posto che lo tiene in lizza per il titolo e da morale alla squadra. L'altro ferrarista, Raikkonen, ha vissuto un weekend sottotono, penalizzato dall'ennesima qualifica poco convincente. Giunto sesto al traguardo, il finlandese, a ragione, richiama l'attenzione sul sorpasso subito da Ricciardo, il quale avrebbe meritato una sanzione soprattutto considerando la penalità di cinque secondi inferta ad Alonso, reo di aver spedito involontariamente contro le barriere Hulkenberg. Sorte che sarebbe potuta toccare anche a Raikkonen se non fosse stato abile a tenere la vettura in pista. La mancanza di uniformità di giudizio dei commissari è un fattore che non dovrebbe condizionare l'esito di un gran premio, anche se la storia della Formula 1 è ricca di decisioni dubbie che sono arrivate a stravolgere persino il risultato di più di un campionato del mondo.

McLaren finalmente a punti ma non con Alonso

Alonso ha così subito prima la scure della giustizia sportiva, poi un problema meccanico che lo ha privato dei primi punti mondiali. La McLaren però ha finalmente mosso la classifica grazie al piazzamento di Button, ottavo. McLaren-Honda, un tempo dominatori incontrastati dei gran premi, oggi davanti solo alla piccola Manor-Marussia.

Per i numeri, Rosberg fra i grandi

Chi ride è Rosberg: ringrazia la squadra che gli ha consegnato su un piatto d'argento un'insperata vittoria, la terza consecutiva sul cittadino più famoso del mondo, questo lo pone in assoluto fra i grandi della Formula 1. Il figlio d'arte dovrà però dimostrare di poter stare costantemente al vertice anche senza disgrazie altrui. Gioiscono anche Vettel e tutta la Ferrari, tornata vicina alla Mercedes a beneficio di un campionato che si spera possa rimanere combattuto fino alla fine.

 

Pubblicato in Motori Emilia

Prima vittoria stagionale di Rosberg. Hamilton battuto. Ma la Ferrari è davvero pronta a lottare coi grandi? -

Parma, 12 maggio 2015 - di Matteo Landi -

Nico Rosberg è tornato: veloce, determinato, in sintesi perfetto. Il quinto gran premio dell'anno ci consegna il terzo diverso vincitore. Dopo un inizio di stagione vissuto nell'ombra del titolato compagno di squadra Hamilton, autore di tre vittorie nelle prime quattro gare, il tedesco di casa Mercedes ha finalmente vissuto un weekend da dominatore assoluto, capace di primeggiare in modo netto in qualifica e di vincere il giorno dopo in maniera perentoria. Nonostante la strategia basata su tre cambi gomme, uno più del compagno di squadra, abbia permesso ad Hamilton di essere quasi sempre il pilota più veloce in pista, Rosberg è riuscito a vincere rifilando più di 17 secondi al rivale. Alla rinascita del pilota tedesco corrispondono i primi segnali di debolezza del compagno Hamilton: impreciso al via, quando si è fatto sopravanzare da Vettel, e poco combattivo successivamente, perdendo tempo prezioso per più di metà gara dietro al ferrarista.

Ferrari: i fantasmi del passato

Il gran premio spagnolo ha riportato coi piedi per terra la squadra di Maranello: se da una parte vedere una Ferrari difendersi bene in rettilineo nei confronti di una vettura motorizzata Mercedes rappresenta un grosso passo avanti rispetto allo scorso anno, i 45 secondi di distacco dal vincitore accusati da Vettel al traguardo, rappresentano per la Ferrari un piccolo passo indietro rispetto alla gara del Bahrain. La prima gara europea coincideva con l'arrivo dei primi importanti sviluppi sulle vetture di quest'anno, un'occasione per la Ferrari di poter avvicinarsi ancora alle prestazione Mercedes, e perchè no migliorarle. Invece si è ripresentato il fantasma degli anni scorsi: un' incapacità di evolvere adeguatamente la vettura a stagione in corso. Se nel 2014 le prestazioni Ferrari procedevano col passo del gambero, stavolta un miglioramento c'è stato anche se non così importante, come ammesso dal team principal Arrivabene. Raikkonen, che ha preferito addirittura non montare tutti gli aggiornamenti, installati invece sulla vettura del compagno di squadra, è risultato spesso più veloce di quest'ultimo. E chissà come sarebbe andata se il finlandese non fosse incappato in una qualifica disgraziata qualificandosi solamente settimo, e se tra lui ed il terzo arrivato Vettel non ci fosse stato Bottas, quarto al traguardo, apparso con la sua Williams una montagna insuperabile. La buona prestazione della squadra inglese deve far riflettere gli ingegneri di Maranello: la Ferrari rimane indubbiamente la seconda forza del mondiale ma è sembrata più vicina all'inseguitrice Williams che alla vincente Mercedes, proprio in occasione dell'arrivo dei primi sviluppi tecnici.

Una rossa sul podio, ma stavolta lontani dai primi

E' dunque, per Arrivabene e compagni, da ritenersi il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Sicuramente mezzo pieno: cinque podii su cinque gare non sono cosa da poco, la vettura è di base molto buona ed i piloti si stanno esprimendo al meglio. Adesso però è arrivato il momento di lasciarsi definitivamente alle spalle il confronto con la pochezza Ferrari della scorsa stagione e di fare quel passo avanti apparso al momento troppo corto. A confortare parzialmente i sostenitori Ferrari, tuttavia, vi è la particolare tipologia del tracciato di Barcellona: con i suoi curvoni veloci, il lungo rettilineo e l'ultimo settore in cui è determinante avere una buona trazione, mette particolarmente in risalto tutte le qualità, così come tutti i difetti, delle varie monoposto andando ad ampliare la forbice prestazionale tra vetture buone e meno buone. Non ci sono in calendario tracciati altrettanto selettivi.
Fra meno di due settimane la Formula 1 farà tappa a Monaco, un circuito con caratteristiche completamente diverse: cittadino, lento, da percorrere sfiorando guard rail e muretti. Non sarà il banco di prova ideale per capire quelle che sono le gerarchie prestazionali delle varie vetture ma un'occasione per verificare il definitivo ritorno di Rosberg e di lottare per il vertice per Vettel e Raikkonen.

McLaren: la crisi nera continua

Chissà che, su una pista che mette in risalto le doti di guida, non si affacci nelle posizioni che contano anche Alonso. Intanto, in Spagna, si è dovuto ritirare per un problema ai freni mentre arrancava insieme al compagno Button nelle ultime posizioni. Alonso e Button, due campioni del mondo sulle McLaren-Honda, come Senna e Prost, al momento con risultati molto diversi.

Pubblicato in Motori Emilia
Lunedì, 20 Aprile 2015 09:28

F1, Bahrain: Raikkonen torna sul podio!

Vince Hamilton. Vettel sbaglia ed a salvare il bilancio Ferrari ci pensa il finlandese. Dopo una gran rimonta passa Rosberg e conquista la seconda posizione. -

Parma, 20 aprile 2015 - di Matteo Landi -

Lewis Hamilton ha vinto ancora. Al volante della migliore vettura del lotto, con una gara esente da errori, ha di fatto dominato il quarto gran premio dell'anno passando per primo sotto la bandiera a scacchi davanti a Kimi Raikkonen. In una gara in cui molti dei principali attori hanno compiuto errori determinanti ha vinto chi ha tenuto i nervi saldi. Non li ha avuti Vettel quando, in lotta con Rosberg per la seconda posizione, ha sbagliato andando largo all'ultima curva del tracciato rovinando ala anteriore e gara. Il tedesco della Ferrari dopo un sabato straordinario in cui era riuscito nell'impresa di conquistare la seconda posizione in griglia, andandosi ad inserire fra i due missili Mercedes, ha stavolta compiuto quell'errore che, in una gara così "tirata", è risultato determinante. Tutti i campioni sbagliano e dopo una vittoria e due terzi posti Vettel ha dovuto accontentarsi della quinta posizione.

Il gran premio del Bahrain conferma quindi la forza di Hamilton, il pilota inglese in questo momento sembra quasi inattaccabile, ed il definitivo ritorno di Raikkonen: dopo una buona qualifica ma non al livello del compagno di squadra, in gara ha saputo soffrire, cercando di perdere meno tempo possibile quando si è trovato in pista per molti giri con gomme più dure e meno veloci rispetto a quelle montate dal duo Mercedes e da Vettel, ed attaccare poi, quando a gomme invertite in pochi giri ha recuperato a Rosberg quasi 20 secondi andando a mettergli pressione tanto da, a pochi km dall'arrivo, costringerlo ad una sbavatura che gli è costata la seconda posizione.

Il momento di Rosberg

Per il tedesco di casa Mercedes si tratta probabilmente del periodo più difficile della sua carriera: dopo anni al volante di vetture poco performanti, dimostrando però carattere e talento, si trova per il secondo anno di fila alla guida della migliore vettura del lotto ma al fianco di un Hamilton che ha lasciato da parte gli eccessi di inizio carriera a vantaggio di una sicurezza disarmante. Arriverà mai il momento di Rosberg?

Ferrari: velocità e due piloti al top. Adesso manca veramente poco

Sicuramente arrivano conferme da Maranello: lottare costantemente per il podio, addirittura con entrambi i piloti, non fa più notizia. Sono lontani i tempi in cui l'intera squadra faceva quadrato intorno a Fernando Alonso lasciando Raikkonen in disparte, quasi da solo con i suoi problemi. Lo spagnolo, con l'unica McLaren in pista dopo la mancata partenza di Button per problemi tecnici, è arrivato a lottare per le prime dieci posizioni, andando vicino alla conquista del primo punto dell'anno. La squadra sta compiendo passi avanti importanti ma queste prime quattro gare rappresentano per la McLaren il peggiore inizio di sempre. Chissà come si sarà sentito Alonso dopo aver subito l'onta del doppiaggio da parte dell'ex compagno di squadra Kimi Raikkonen. Era dal 6 ottobre 2013 che in finlandese non saliva sul podio. Dopo un 2014 sotto tono ed un inizio di campionato all'insegna della sfortuna si spera che la ruota abbia finalmente girato. Ne ha bisogno l'intera Formula 1, che si trova ad affrontare un'appassionante competizione fra titani: da una parte le risorse economiche Mercedes, dall'altra la gloria Ferrari. Fra tre weekend la Formula 1 correrà il primo gran premio europeo dell'anno e con esso arriveranno i primi importanti aggiornamenti tecnici. Solo allora vedremo se la lotta fra le due squadre vivrà uno stravolgimento di valori od una conferma dello status quo.

 

Pubblicato in Motori Emilia

Doppietta Mercedes ma la Ferrari va ancora sul podio con Vettel. Ottimo Raikkonen. Ferrari esce sconfitta ma non molla. -

Parma, 13 aprile 2015 - di Matteo Landi -

Dopo lo sconvolgente Gran Premio di Malesia che ha visto la Ferrari tornare al successo dopo quasi due anni, Hamilton e Rosberg si sono presi la rivincita in Cina segnando una sonora doppietta. Siglati in qualifica i due giri più veloci le Mercedes hanno occupato i primi due posti in quasi tutti i 56 giri di gara con Hamilton davanti a tutti. Tuttavia per la squadra tedesca non si è trattato di un dominio schiacciante come il risultato finale potrebbe lasciare intendere. Vettel, scattato ottimamente dalla terza posizione in griglia, è stato fino alla seconda sosta la spina nel fianco delle due Mercedes.

Il distacco fra Rosberg ed il tedesco della Ferrari è stato per lunghi tratti oscillante fra il secondo e mezzo ed i 2 secondi, con Raikkonen poco lontano alle spalle del compagno di squadra. Il finlandese, partito dalla sesta posizione in griglia, si è fatto perdonare della pessima qualifica con un primo giro da manuale: all'avvio nonostante l'ottimo spunto ha lasciato alle Williams di Massa e Bottas, che partivano davanti a lui, lo spazio per affrontare la prima curva, evitando pericolosi contatti ed affondando subito dopo due sorpassi decisi nell'arco di pochi metri. Raikkonen da quel momento ha seguito il compagno di squadra a pochi secondi, perdendone le tracce verso metà gara per poi tornare a farsi minaccioso nel finale quando gli si è avvicinato pericolosamente prima che la safety car, entrata in pista per permettere a degli impacciati commissari di rimuovere la Toro Rosso di Verstappen ferma sul rettilineo principale, mettesse fine alle ostilità. Il giovanissimo pilota olandese ha dovuto, come Kvyat, abbandonare la gara a seguito di un'avaria alla power unit Renault.

Per i francesi si tratta di un periodo estremamente complicato ma, più che minacciare l'abbandono del Circus, invocando un rapido cambio di regole che loro stessi, a suo tempo, avevano approvato, dovrebbero prendere esempio dalla Ferrari, lo scorso anno in estrema difficoltà, quest'anno seconda forza del mondiale pronta a dare battaglia alle due Mercedes quando le condizioni lo consentono, come in Malesia. In quell'occasione la squadra di Maranello è riuscita ad approfittare di una vettura dotata di un motore finalmente adeguato riuscendo a sfruttare le qualità telaistiche che le consentono di risparmiare gli pneumatici, caratteristica vincente in presenza di particolari condizioni climatiche che han portato l'asfalto a scaldarsi fino a circa 60°. Stavolta, con temperature meno desuete, le rosse sono uscite battute dai tedeschi ma comunque a testa alta.

Ferrari: cambio di mentalità

Al termine della gara in casa Ferrari si sono viste tante facce soddisfatte per l'ottimo terzo e quarto posto di, rispettivamente, Vettel e Raikkonen ma sono mancati quei festeggiamenti che hanno contraddistinto, ad esempio, il post gara australiano. Segno di una squadra felice dei risultati che sta ottenendo dopo un periodo terribilmente buio ma che vede come prossimo obiettivo il raggiungimento delle prestazioni Mercedes.

Mercedes: nonostante la vittoria il clima è già teso

I tedeschi possono ancora vantare un certo vantaggio velocistico, oltre a due piloti che ancora una volta hanno fatto tutto quello che dovevano. Eppure l'atmosfera che si respira nel loro box al termine della trionfale gara cinese, non sembra delle più felici: Rosberg ha accusato il compagno di squadra di averlo, in alcune fasi, deliberatamente rallentato, tanto da farlo pericolosamente avvicinare da Vettel. La condotta di Hamilton, in realtà, è sembrata volta semplicemente a gestire il consumo delle gomme. In Mercedes, considerando la sconfitta malese, hanno sviluppato le strategie di gara tenendo presente che ormai il loro vantaggio nei confronti dei più diretti avversari non è più così rassicurante. Lo sfogo di Rosberg sembra più dettato da un malumore che ricorda Barrichello, compagno di squadra di Schumacher.

McLaren: la nobile decaduta in lenta ascesa

A fronte di una gara che ha visto nelle posizioni di testa una lotta serrata nei tempi sul giro ma senza confronti ravvicinati, a centro gruppo si sono viste lotte interessanti. Come quella che vi è stata fra le Red Bull e le due McLaren-Honda, in lieve ripresa ma ancora lontanissime dal vertice. Neanche due anni fa Alonso sognava una lotta serrata con le monoposto austriache al tempo dominatrici in pista: il suo desiderio si è finalmente avverato. Peccato che combattessero solo per qualche punto e che al termine lo spagnolo non ne abbia conquistato neanche uno. Il tempo dirà se la sua scommessa risulterà vincente. Per adesso il lavoro da fare è ancora lungo.

 

Pubblicato in Motori Emilia
Lunedì, 30 Marzo 2015 09:16

F1, Malesia: "PerVettel"! Trionfo Ferrari!

Ritorno alla vittoria per la rossa dopo quasi due anni. Gara perfetta del campione tedesco che riporta in alto i colori di Maranello. -

Parma, 30 marzo 2015 - di Matteo Landi -

Primo ottobre del 2006, Michael Schumacher vinceva in Cina la sua ultima gara in rosso, sul podio risuonavano l'inno tedesco e quello italiano, uno di seguito all'altro. 29 marzo 2015: sul podio, in lacrime, commosso dalla gioia, quello che per tanti e' il suo erede riporta alla mente degli appassionati quel giorno di ottobre ormai lontano. In questo lasso di tempo solo una volta i due inni erano suonati insieme, nel 2008, sempre grazie a Vettel, quando vestiva i colori Toro Rosso. Già allora si era capito che quel ragazzino aveva qualcosa di speciale. Con quel ragazzo che nel frattempo, a suon di titoli mondiali, si è fatto uomo, la Ferrari torna alla vittoria dopo quasi due anni.

Dal Gran Premio d'Australia si era intuito che quest'anno la musica sarebbe stata diversa, ma nessuno, neanche al box Ferrari, avrebbe immaginato di vincere già alla seconda gara stagionale e per di più senza il bisogno di dover approfittare di debacle altrui. Vettel non solo ha vinto ma ha dominato una Mercedes che evidentemente non si aspettava una crescita Ferrari così rapida. A Maranello hanno costruito una vettura che, al primo importante banco di prova, non ha deluso in quanto a velocità e guidabilità. La prima Ferrari che porta la firma di James Allison si è dimostrata "tenera" con gli pneumatici, come e anche più di quanto lo erano le Lotus da lui progettate che avevano dato due vittorie a Kimi Raikkonen. Il finlandese, dopo un sabato sfortunato che lo ha relegato all'undicesima posizione in griglia, nelle prime fasi di gara è stato costretto al rientro anticipato ai box dopo un intero giro condotto su tre ruote in seguito ad una violenta toccata ricevuta dal brasiliano Nasr. Se è vero che la fortuna è una ruota che gira il turno buono di Kimi sembra non arrivare mai. Costretto alle retrovie ha dato il la ad una rimonta entusiasmante, mettendosi spesso in evidenza come il pilota più veloce in pista, che lo ha portato ad una buona quarta posizione finale. Peccato che, nel giorno della rinascita Ferrari, non sia riuscito a salire sul podio, occupato oltre che dal vincitore Vettel anche dai due uomini in grigio Hamilton e Rosberg.

Mercedes: resta veloce ma la Ferrari la riporta sulla terra

I due alfieri Mercedes hanno potuto ancora una volta contare su una vettura velocissima, ma non su una squadra pronta a gestire situazioni di competizione serrata non solo fra i due compagni di squadra. Al box Ferrari, invece, le hanno azzeccate tutte, prendendo le decisioni opportune con estrema freddezza, come quando nei primi giri di gara, entrata in pista la safety car, non hanno fatto rientrare ai box Vettel al contrario del duo Mercedes. Hamilton e Rosberg, dopo il pit stop, si sono ritrovati nell'insolita situazione di dover sorpassare vetture meno veloci sul giro ma non in rettilineo, perdendo di fatto quei secondi che sono risultati determinanti per il risultato finale. Vettel si è reso autore di una gara magistrale: sempre concentrato, mai una sbavatura, veloce e determinato nei tanti doppiaggi effettuati. Compreso quello delle due Red Bull: fotografia perfetta del momento finalmente roseo della Ferrari ed incredibilmente nero della squadra austriaca fino a poco tempo fa dominatrice dei gran premi proprio con Sebastian Vettel.

Red Bull e Toro Rosso: i piccoli si fanno grandi e viceversa

Se i vertici Red Bull si sono resi protagonisti di un'accesa polemica nei confronti sia della Federazione Internazionale che del loro stesso fornitore di motori Renault, minacciando anche il ritiro a causa di una Formula 1 che a loro dire è troppo condizionata dalla competitività dei motori, rendendo Mercedes protagonista indiscussa, cosa diranno adesso che sono giunti al traguardo dietro persino ai "cugini" della Toro Rosso? Dopo Ferrari, Mercedes e Williams, quinta e sesta rispettivamente con Bottas e Massa, adesso, in quanto a competitività hanno mostrato esserci le monoposto costruite a Faenza.

Il rientro di Alonso

In fondo al gruppo ha mostrato qualche progresso la Mclaren Honda: ancora alle prese con la scarsa potenza della power unit giapponese le due monoposto argento si sono affacciate in zona punti prima di doversi ritirare per problemi tecnici. C'è stato quindi un piccolo passo avanti rispetto alla completa debacle australiana ma dalle Mclaren, condotte per altro da due campioni del mondo, ci si aspetta molto di più. Alonso, tornato finalmente alla guida, ha fatto quello che ha potuto con una vettura che in rettilineo paga anche 15 km/h dalle vetture più veloci. Chissà che effetto ha fatto allo spagnolo vedere "la sua ex" trionfare, dopo che aveva dichiarato di averla lasciata alla ricerca della vittoria.

Ferrari: cambiano gli obiettivi?

Dopo la deludente stagione 2014, in cui Alonso e Raikkonen lottavano per qualche punto, per questo 2015 Marchionne avrebbe messo la firma su due vittorie della Scuderia. Adesso che, dopo due gare, il cammino delle rosse segna un podio ed una vittoria chissà che il Presidente non inizi veramente a pensare in grande. Intanto i tifosi della rossa stanno assistendo ad una realtà che supera i sogni e riporta la memoria agli anni d'oro della cavallino. Quelli in cui un altro tedesco, il pilota più vincente di tutti i tempi, condusse la Ferrari al mondiale dopo 21 anni di astinenza. Se Vettel sarà capace di altrettanto è presto per dirlo. Intanto godiamoci una rossa ritrovata ed un mondiale di Formula 1 finalmente vivo. Chissà che qualche lacrima, davanti al televisore, non sia scesa anche al campionissimo di Kerpen.

Pubblicato in Motori Emilia
Lunedì, 02 Febbraio 2015 09:48

Ferrari SF15-T: sicuramente bella!

Tolti i veli alla nuova creatura di Maranello che ha già assaggiato la pista in Spagna. Aggraziata e si spera veloce. Ha il dovere di riportare la Scuderia alla vittoria.

Parma, 2 febbraio 2015 - di Matteo Landi -

Si chiama SF15-T e a differenze della vettura che l'ha preceduta è bella, filante e con un nasone all'ingiù per niente sgraziato. Nessuna "proboscide" sul muso, come alcune monoposto dello scorso anno, né forme da aspirapolvere come la sventurata F14 T: frutto di un nuovo regolamento che definisce meglio la forma dell'avantreno delle nuove monoposto, rendendole forse più simili fra loro ma anche meno sgradevoli alla vista e sicuramente più sicure. Regole frutto di studi iniziati dopo l'incidente fra Schumacher e Liuzzi avvenuto nel 2010 ad Abu Dhabi, quando il pilota italiano a causa del muso alto della sua Force India decollò sopra la vettura del tedesco mettendo a rischio l'incolumità del sette volte campione del mondo.

Con il diverso "naso" si esauriscono le modifiche più eclatanti che saltano all'occhio, al di là del marchio Alfa Romeo che trova spazio sulla carrozzeria della nuova Rossa. Tuttavia, ci si augura che modifiche ben più importanti e prestazionali alloggino sotto la veste della SF15-T. Mattia Binotto, direttore del reparto Power Unit, assicura un netto miglioramento dell'unità di potenza. Si spera sia davvero così e di non vedere più le rosse arrancare in rettilineo in balia degli avversari, anche quelli poco blasonati, come accadeva spesso lo scorso anno. Sarà dovere della vettura concretizzare in pista la rivoluzione rossa iniziata con le dimissioni di Stefano Domenicali, sostituito da Marco Mattiacci, a sua volta allontanato per far posto a Maurizio Arrivabene e culminate con l'avvicendamento al vertice fra Montezemolo e Marchionne, il licenziamento del progettista delle ultime rosse Nicholas Tombazis e l'arrivo, al posto di Alonso, del quattro volte campione del mondo Vettel.

Insieme al pilota tedesco correrà ancora Kimi Raikkonen, sembrato ringiovanito in occasione della presentazione della nuova creatura di Maranello e felice di non avere più a che fare con la mai digerita monoposto 2014. Arrivabene e Marchionne auspicano che la nuova nata riesca a conquistare, se non il mondiale, almeno qualche gran premio. Intanto, lontano dalle piste, la Ferrari ha ottenuto un'importante vittoria: finalmente si potrà sviluppare il motore anche a stagione in corso. Le quantità di modifiche permesse dal regolamento restano invariate ma potranno essere diluite sull'intera stagione, al contrario dello scorso anno in cui vigeva l'obbligo di omologazione della power unit prima dell'inizio del campionato. I primi giri in pista promettono bene. Alla fine del primo giorno di test collettivi in cima alla lista dei tempi c'è proprio Vettel. Al di là dei responsi cronometrici, che in questo periodo dell'anno assumono un'importanza relativa, fa piacere constatare che il tedesco sia riuscito a mettere insieme un buon numero di giri, 60, molto meglio di Fernando Alonso che al volante della McLaren-Honda non ha praticamente girato afflitto dai mille problemi di gioventù alla power unit Honda, ma lontano dai 157 giri compiuti da Rosberg. E' inutile al momento attuale puntare ad eguagliare lo stato dell'arte Mercedes, ma è importante iniziare a risalire la china dopo le delusioni dello scorso campionato. Come sarà questo 2015 è presto per dirlo, ma sicuramente a Maranello ce la stanno mettendo tutta per tornare ai livelli che spettano alla rossa.

Pubblicato in Sport Emilia
Lunedì, 05 Gennaio 2015 09:42

F1: il ritorno del tricolore?


Raffaele Marciello sarà alla guida nelle prove di alcuni weekend di gara. Sarà lui ad interrompere il digiuno italiano in Formula 1?

Parma 05 gennaio 2015 -

27 Novembre 2011: Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi concludono amaramente una stagione per entrambi deludente e priva di risultati di rilievo. Relegati per tutto l'anno nelle ultime posizioni e nell'impossibilità di poter esprimere il loro valore alla guida delle peggiori vetture del lotto. Una delle peggiori stagioni per i piloti italiani in Formula 1. Non erano pochi a prevedere che gli anni a seguire sarebbero potuti andare anche peggio. La crisi economica globale arrivò anche in Formula 1 e le squadra più piccole, per chiudere il budget, furono costrette ad ingaggiare piloti paganti. Pantano, Mortara e Valsecchi (tanto per citarne alcuni) pur vincendo e convincendo in altre categorie, non riuscirono mai a riempire il vuoto lasciato da Trulli e Liuzzi.

Il 2015 sarà così la quarta stagione consecutiva di Formula 1 senza piloti dello stivale sulle griglie di partenza. Situazione drammatica ma non disperata.

La speranza ha nome e cognome: Raffaele Marciello. Nato a Zurigo il 17 dicembre del 1994, ma residente in Italia, Marciello si può e si deve considerare a tutti gli effetti un pilota italiano. Nel 2013 ha trionfato nell'europeo di F3, vincendo ben 13 gare, con licenza italiana e sotto le insegne del Ferrari Driver Academy, il programma di sviluppo e crescita di giovani piloti che vede in Raffaele la punta di diamante del progetto. La speranza sembrò rimanere tale quando, durante lo scorso dicembre, la Ferrari ha annunciato come terzo pilota il messicano Gutierrez e poche ore dopo come tester, dedicato quasi esclusivamente al simulatore, il francese Vergne. Marciello, dopo un anno difficile in Gp2, sembrava destinato ad un'altra stagione di apprendistato in qualche categoria propedeutica o peggio ancora alla bocciature da parte di Baldisserri, dal 2010 direttore del Ferrari Driver Academy.

Tuttavia, facendo parte di una grande e prestigiosa squadra, con l'abolizione quasi totale dei test in pista, per Marciello il ruolo di terzo pilota Ferrari avrebbe significato relativamente poco all'interno del suo processo di maturazione: a differenza dei top team le squadra di seconda fascia sono le uniche che sfruttano la possibilità, concessa dal regolamento, di far girare in pista nelle prove del venerdì all'interno di un weekend di Gran Premio i propri piloti collaudatori.

E' così terminato alla grande il 2014 per il giovane pilota italiano quando è arrivato l'annuncio da parte della Sauber del suo ingaggio come terzo pilota per la stagione 2015.

In più, Raffaele, avrà la possibilità di mettere in mostra il proprio talento anche correndo in Gp2 così da poter andare a concretizzare l'esperienza acquisita lo scorso anno nella categoria, non abbandonando neanche per un anno l'attività agonistica a vantaggio del solo impegno di collaudatore. Un applauso va alla Ferrari: all'interno di un complicato processo di ristrutturazione ha trovato il modo di valorizzare al massimo il potenziale di "Lello" mettendolo al centro dei suoi programmi futuri e meno prossimi. Per la squadra di Maranello si tratta di andare a riprendere quel rapporto di collaborazione con la Sauber, avvalendosi del potere contrattuale derivante dalla fornitura dei motori italiani, che fu fondamentale nel processo di maturazione di Felipe Massa, quando corse con la squadra svizzera per tre anni fra il 2002 ed il 2005, e che fu lo sfogo agonistico per i collaudatori di allora, Nicola Larini e Gianni Morbidelli, alla guida delle monoposto di Peter Sauber nel 1997. Dopo anni senza piloti italiani il 2015 vedrà il ritorno di un pilota tricolore in alcuni weekend di gara. La strada verso il successo in F1 di un nostro rappresentante è ancora lunga, ma adesso qualcuno l'ha intrapresa. In bocca al lupo Raffaele!

Matteo Landi
(Foto: Raffaele Marciello vainqueur du GP de Pau 2012 - wikimedia )

Pubblicato in Sport Emilia

Dopo un anno tormentato la squadra di Maranello cambia tutto: via Alonso dentro Vettel, nuovo Team Principal e qualche speranza in più -

Di Matteo Landi - Parma, 2 dicembre 2014 -

Nel 2014 la Ferrari ha conquistato 216 punti. Con un risultato del genere negli anni '90 ci vincevi un mondiale. Peccato che il regolamento vigente fra il 1991 ed il 2002 riconoscesse punti solo ai primi sei classificati di ogni gara. Con quel sistema la squadra di Maranello, quest'anno, di punti ne avrebbe presi solamente 36: una miseria. Per trovare un bottino ancora peggiore bisogna tornare indietro al 1993, anno in cui la Ferrari non vinse, al pari dell'ultimo campionato, neanche un Gran Premio. Allora come adesso la Scuderia viveva un periodo contraddistinto da interne lotte di potere, un'organizzazione che più "disorganizzata" non poteva essere, a fronte di piloti estremamente validi come Alesi e Berger. L'arrivo di Jean Todt mise a posto le cose e, con pazienza, arrivarono anche i risultati grazie ad un tedesco pluricampione del mondo chiamato Michael Schumacher.

In questi giorni la Ferrari sta ripercorrendo un cammino, per certi versi, simile. Dopo aver preso il posto, lo scorso aprile, di Stefano Domenicali, Marco Mattiacci ha lasciato a sua volta le redini della Scuderia a Maurizio Arrivabene. Risulta finalmente evidente il ruolo di "traghettatore" che ha ricoperto Mattiacci negli ultimi sette mesi, così come la scarsa competitività della Ferrari di quest'ultimo anno aveva solo anticipato un passaggio di consegne che, a stagione finita, avrebbe comunque visto Domenicali lasciare la squadra direttamente nelle mani del nuovo Team Principal. Se non altro, visto il nome, non può che portare tanta fiducia ad una squadra che pare averla smarrita. Facile ironia a parte, Arrivabene, a differenza del suo predecessore, è uno che mastica Formula 1 da tempo: già uomo chiave della Philip Morris, ha seguito internamente l'ambiente del grande Circus fin dai tempi in cui il marchio Marlboro trovava spazio sulle appendici aerodinamiche di McLaren e Ferrari, dal 2010 è inoltre membro della F1 Commission in rappresentanza delle aziende sponsor della Formula 1. Il suo ruolo servirà a riportare la Ferrari ad avere quel peso politico che, soprattutto con l'arrivo della Mercedes con un suo team ufficiale, sembra aver perso.

Se è vero che le gare si vincono con delle auto veloci, è anche vero che a farle vincenti devono pensarci gli ingegneri. Chi comanda deve dedicarsi al business ed al management ed in questo Arrivabene può essere avvicinabile, come carisma e conoscenze, a quel Flavio Briatore che portò Michael Schumacher alla Benetton, e con lui due titoli mondiali. Sicuramente non è stato l'arrivo al vertice di Arrivabene a portare con sé Sebastian Vettel. Il tedesco, che aveva già preso contatti con Domenicali e chiuso l'accordo sotto la gestione Mattiacci, si troverà adesso a dover rispondere ad Arrivabene. Non sarà certo questo a creare confusione nella sua testa, a differenza di Fernando Alonso che vittima di una giustificata ansia di vincere il suo terzo titolo, ha dal 2007 cambiato spesso casacca passando da McLaren a Ferrari, con nel mezzo una seconda parentesi Renault, per tornare dal 2015 alla McLaren, stavolta motorizzata Honda. Vettel, che di titoli ne ha già vinti quattro, di questi leciti tormenti non ne ha e la sua nazionalità fa tornare indietro la mente alla fine di quel 1995 in cui un altro asso tedesco prese per mano la Ferrari portandola, dopo cinque anni di lavoro, alla vittoria del primo dei cinque titoli mondiali consecutivi. Il Vettel di oggi molto probabilmente non vale lo Schumacher del tempo, ma chissà che questa serie di novità, riportando alla mente un passato difficile che divenne poi glorioso, non sia l'inizio di una nuova riscossa.

Pubblicato in Motori Emilia
Lunedì, 24 Novembre 2014 10:06

Formula Hamilton!

F1, Abu Dhabi: Lewis Hamilton vince il suo secondo mondiale dopo quello conquistato nel 2008. Per la Ferrari si chiude un anno senza gioie e vittorie. Non accadeva dal 1993 -

Di Matteo Landi - Parma, 24 novembre 2014 -

Tagliato il traguardo da campione del mondo Lewis Hamilton è scoppiato a piangere. Undici vittorie e sette pole position sono il suo bottino 2014. I numeri parlano di supremazia schiacciante, la realtà dei fatti racconta qualcosa di diverso. Il suo campionato è iniziato con un ritiro, contro una netta vittoria del compagno di squadra Nico Rosberg ed un secco 25 a zero nella classifica di campionato. Lewis si era ripreso subito passando attraverso quattro vittorie consecutive. Rosberg, meno veloce ed incisivo rispetto al compagno di squadra, mostrava un rendimento costante arrivandogli sempre a ridosso, merito anche di una vettura decisamente superiore rispetto alla concorrenza. Proprio quando il campionato sembrava aver preso una direzione precisa sono iniziate le sventure del campione inglese. I guasti a ripetizione, l'ipotesi di complotto della tedesca Mercedes a favore del tedesco compagno di squadra (del tutto infondate), le sirene della Ferrari, con la quale era effettivamente entrato in contatto in vista di un possibile avvicendamento Alonso-Hamilton a bordo della Rossa in vista del 2015, hanno destabilizzato l'ambiente Mercedes e lo stesso Hamilton che, a metà stagione, sembrava avviato a perdere la guerra psicologica con Nico Rosberg che, nel frattempo, si stava involando in classifica.

Quando sembrava tutto perso sono venuti fuori il carattere e la forza di Hamilton insieme a sei vittorie nelle ultime sette gare e la conquista del secondo titolo in carriera, alla faccia dell'assurda regola dei doppi punti attribuiti per l'ultima gara di campionato. Alla fine Ecclestone è riuscito nell'intento di mantenere viva la lotta per il titolo piloti fino alla fine ma se l'avesse vinto Rosberg adesso la gioia del tedesco sarebbe sovrastata dalle polemiche. Invece è andato tutto come doveva andare, viste le 11 vittorie di Hamilton contro le "sole" 5 conquistate dal compagno di squadra. Tuttavia ci si augura che questa regola venga abolita il più in fretta possibile. Anche perché fra gomme progettate ad hoc da Pirelli per creare spettacolo, ala mobile posteriore "apribile" solo da chi insegue ed a determinate condizioni e lo stesso punteggio che di per se premia più la regolarità che la vittoria, di altri artifizi creati al fine di aumentare lo spettacolo a discapito dello sport la Formula 1 di oggi proprio non ne ha bisogno.

Tutto è andato come doveva, anche se il "quasi ritiro" di Rosberg, giunto 14esimo a causa di gravi problemi alla componente elettrica della power-unit, apparso comunque poco combattivo dopo esser scattato dalla pole position ed aver subito perso la prima posizione, ha tolto pepe a questo finale di stagione oltre a non rendere merito ad un pilota che seppur sconfitto si è comunque sempre battuto a testa alta col suo compagno di squadra.

La suspense per la vittoria di tappa c'è stata però grazie a Felipe Massa: velocissimo per tutta la gara e giunto in seconda posizione a ridosso del nuovo campione del mondo. Se la Williams lo avesse fatto rientrare ai box per l'ultima sosta un giro prima avrebbe probabilmente privato la Mercedes di un nuovo record: 16 vittorie stagionali. Meglio di Ferrari nel 2002 e nel 2004 e di Mclaren nel 1988, anche se a livello percentuale il record risulta ancora imbattuto essendo stato il campionato 2014 uno fra i più lunghi della storia con le sue 19 gare. Se si pensa che dieci anni fa la Ferrari si aggiudicava 15 delle 18 gare in calendario, fa tenerezza pensare ai risultati conseguiti dalla Scuderia di Maranello nel 2014: zero vittorie, zero pole position ed un solo giro veloce, quello conquistato a Monaco da Raikkonen.

Era dal 1993 che la Ferrari, giunta ad Abu Dhabi solo nona e decima, non chiudeva il mondiale a secco di vittorie. Una situazione drammatica per la squadra più vincente di sempre che ha vissuto nel 2014 uno degli anni più turbolenti della sua esistenza sotto tutti i punti di vista: l'addio di Montezemolo, le dimissioni di Domenicali, l'influenza sempre più importante della dirigenza Fiat-Chrysler sulle sue strategie aziendali ed adesso anche l'addio di quello che per tanti è il miglior pilota del momento, Fernando Alonso. La Ferrari, tuttavia, sul fronte piloti può stare tranquilla. L'arrivo di Vettel, il pilota in attività più vincente con i suoi quattro titoli mondiali e la conferma di Kimi Raikkonen, l'ultimo campione del mondo Ferrari che dopo un anno difficile vorrà sicuramente riscattarsi, pongono le vetture di Maranello in ottime mani. Preoccupa, invece, quello che potrebbe succedere presso la Gestione Sportiva: Mattiacci sarà in grado di completare la rivoluzione portando delle nuove vittorie o, come sostengono alcuni quotidiani, è a sua volta pronto ad andarsene? Riusciranno Nicholas Tombazis e James Allison a progettare una Ferrari vincente? Il campionato 2015 ci darà le risposte. Intanto complimenti a Lewis Hamilton ed alla Mercedes, i nuovi campioni del mondo di F1!

 

Pubblicato in Motori Emilia
È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"