Ruenza Santandrea (alleanza delle cooperative italiane) dichiara la propria soddisfazione per le iniziative messe in campo dai due rami del Parlamento. "E' segno - sottolinea la coordinatrice del settore vitivinicolo - che le istituzioni italiane si stanno via via mobilitando al fianco dei produttori sul dossier etichettatura."
Roma, 2 dicembre 2015. "Positive le iniziative messe in campo oggi dai due rami del Parlamento, a cominciare dalla risoluzione presentata dall'onorevole Fiorio e continuando con l'audizione informale dell'ufficio di Presidenza della Commissione Agricoltura del Senato sulla tutela della denominazione del vino Lambrusco. E' segno che le istituzioni italiane si stanno via via mobilitando al fianco dei produttori sul dossier etichettatura". Così la coordinatrice del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Ruenza Santandrea, in merito al dossier sull'etichettatura dei vini europei, tra le cui pieghe si nasconderebbe una deregolamentazione della disciplina vitivinicola, con il pericolo di vedere banalizzati alcuni dei quei principi su cui si è retta fino ad oggi la forza del nostro settore vitivinicolo.
"L'augurio – ha proseguito Santandrea - è che le iniziative messe in campo quest'oggi, che seguono quanto fatto dal ministero dell'Agricoltura già nel mese di luglio scorso e dal coordinatore per il gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, la scorsa settimana durante un colloquio con il Commissario all'agricoltura Phil Hogan – ha concluso - diano forza al nostro governo per far sentire con determinazione le ragioni del mondo vitivinicolo italiano sui tavoli europei"
(Fonte Alleanza delle Cooperative Italiane)
È sempre più a portata di mano il traguardo dei 5,5 miliardi di euro di fatturato all'estero delle cantine italiane. L'aggiornamento ad agosto dei dati dell'export vinicolo diffusi dall'Istat, indicano un incremento del 6% sul corrispondente periodo del 2014, portando gli introiti del settore a 3,39 miliardi di euro.
Roma, novembre 2015
È quanto si evince dal trimestrale Ismea tendenze relativo al Vino.
Le elaborazioni Ismea confermano la battuta d'arresto dei flussi in volume determinato essenzialmente dai vini sfusi. Prosegue al contrario il boom della spumantistica, con un quantitativo poco al di sotto di 1,6 milioni di ettolitri (+16% su base annua) per un controvalore di 556 milioni di euro (+18%). A trainare il segmento, gli "altri spumanti Dop", voce al cui interno è preponderante il Prosecco e che ha messo a segno un balzo in avanti di oltre il 30% sia a volume che a valore.
Le prime stime dell'OIV attestano la produzione mondiale 2015 a 276 milioni di ettolitri, il 2% in più sull'anno prima, con un quantitativo targato Ue di circa 170 milioni, in lieve crescita sul 2014.
In Italia, si è osservata a partire da ottobre un prima ripresa dei prezzi all'origine dei vini, dopo un avvio di campagna molto deludente. È ancora troppo presto per parlare di un'inversione di tendenza, sottolinea l'Ismea, ma la minore pressione competitiva del prodotto spagnolo - specie nel segmento dei vini comuni, da sempre il più esposto alle dinamiche internazionali -, potrebbe influire positivamente sull'andamento futuro dei listini nazionali.
(Fonte Ismea 19 novembre 2015)
Bovini e suini ancora in fase discendente. Dagli USA segnali incoraggianti per i formaggi . Stabilità nel segmento cerealicolo mentre si protrae una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva. Prezzi degli ortaggi di stagione confermano il trend negativo. Stabilità nel comparto dei vini con qualche segnale positivo.
Roma, 24 novembre 2015 -
Si prospettano ancora ritocchi al ribasso dei prezzi per i bovini e i suini, specie nel circuito del bestiame vivo, come conseguenza della pressione promozionale esercitata dalla Gdo per rilanciare il consumo di carne rossa.
È quanto si evince dall' Overview sui mercati agroalimentari dell'Ismea di questa settimana, che rileva comunque una ripresa delle attività di macellazione, segnale questo di un allentamento dei timori legati all'allarme lanciato dall'Oms e di un progressivo, seppure lento, ritorno alla normalità. Per quanto attiene più da vicino ai bovini, si segnala, dopo l'emergenza Blue Tongue, un riavvio degli scambi sui ristalli di provenienza francese. Sul fronte dei principali tagli, si replicano i valori di scambio delle precedenti settimane sia per carni di vitello che di bovino adulto, con qualche intonazione positiva solo per i quarti anteriori di vitellone. Un mercato poco brillante con quotazioni tese al ribasso dovrebbero registrarsi ancora per i principali tagli suini, ad eccezione dei prosciutti che mostrano una maggiore tenuta. Anche sui mercati avicoli, il protrarsi di un eccesso di offerta nel circuito del vivo, aggravato dai minori flussi verso l'estero, non lascia intravedere da qui a breve un incremento dei listini. Mantengono al contrario, quotazioni piuttosto elevate i conigli, nonostante qualche difficoltà di collocamento sul mercato, con prospettive di un incremento della domanda sotto la spinta delle imminenti festività natalizie.
In relazione ai lattiero-caseari, il forte impulso della domanda Usa sta alleggerendo il mercato comunitario, aprendo concrete prospettive per una risalita dei listini nazionali almeno nel segmento dei formaggi.
Passando al comparto vegetale, prosegue il trend negativo delle quotazioni medie di tutti gli ortaggi di stagione e in particolare di cavoli, finocchi, radicchi ed indivie. Le temperature insolitamente elevate registrate nell'ultimo periodo hanno accelerato i cicli produttivi, determinando un maggiore afflusso di merce sul mercato ma anche problemi di conservazione dei prodotti in campo. Il calo termico di questi giorni dovrebbe, tuttavia, riverberarsi positivamente sui listini.
Nel settore cerealicolo, le rilevazioni dell'Istituto indicano un andamento stabile per il frumento tenero e duro, a fronte di qualche spinta al ribasso per il granoturco nei principali centri di scambio del Nord Italia. Le stime sull'elevata consistenza degli stock mondiali di mais potrebbero influenzare negativamente i listini anche nelle prossime settimane.
Per lo più stabili con qualche isolata variazione al rialzo le quotazioni dei vini, nonostante la domanda senz'altro più vivace rispetto alle scorse settimane.
Si segnala, invece, il protrarsi di una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva di pressione, sia per una quantità di prodotto ancora esigua, sia per il prezzo non ritenuto sufficientemente remunerativo, a fronte di una resa che quest'anno pare attestarsi leggermente al di sotto della media. Per quanto riguarda, infine, i fiori le attività commerciali risultano piuttosto fiacche sia per i prodotti di provenienza estera che per le varietà locali, anche per effetto dei ritardi nei cicli produttivi dovuti al clima estremamente mite della stagione autunnale.
(fonte Ismea Roma 24 novembre 2015)
Un lungo lavoro di costruzione di rapporti che sta dando risultati importanti. Sono aumentati del 40% gli operatori provenienti dall'Impero Celeste nell'ultima edizione di Vinitaly in Italia. Ad Expo i visitatori cinesi del Padiglione VINO A Taste of Italy sono stati i primi nelle presenze estere, grazie anche all'importante lavoro svolto a fianco di Expo 2015 nel China Expo Road Show e alle iniziative di Vinitaly International. A Vinitaly 2016 la presenza, per la prima volta, di produttori di vino cinesi e vini cinesi saranno anche presenti nella competizione enologica di Vinitaly.
Shanghai-Verona, 12 novembre 2015. Vinitaly e la Cina, una liasion che dura da vent'anni e che si rinsalda in vista della 50^ edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma dal 10 al 13 aprile 2016 www.vinitaly.com), per la quale Veronafiere sta promuovendo una serie di incontri internazionali.
Quest'anno, dopo le iniziative di promozione del vino italiano verso i consumatori (b2c), il canale ho.re.ca e gli importatori (b2b) a Chengdu, Shanghai e Hong Kong, ora si ragiona anche nel senso opposto per portare i primi produttori di vino cinese a Vinitaly 2016.
«Con la Cina, negli ultimi vent'anni, abbiamo coltivato un rapporto di conoscenza e collaborazione che ci ha portato ad essere scelti come riferimento di Expo 2015 per il China Expo Road Show dello scorso anno – commenta il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Da due decenni realizziamo numerose attività volte a far conoscere la peculiarità dei vini italiani frutto della straordinaria ed inimitabile biodiversità di oltre 540 vitigni. Un lavoro costante e paziente che ci ha consentito di incrementare del 40% la presenza di buyer e operatori provenienti dall'Impero Celeste nell'ultima edizione di Vinitaly e ha posizionato i visitatori cinesi al primo posto delle presenze estere del Padiglione VINO A Taste of Italy all'Expo. Non a caso, l'allestimento ha previsto, oltre l'inglese, anche l'utilizzo degli ideogrammi della lingua cinese. Un Padiglione richiesto da molti paesi e che, in accordo con il console d'Italia a Shanghai, Stefano Beltrame, porteremo nella capitale economica della Repubblica Popolare il prossimo anno per rafforzare ulteriormente la promozione e la conoscenza del vino italiano.»
«La Cina sta facendo, con i suoi tempi e modalità, il medesimo percorso degli Stati Uniti d'America, che è diventato un primario paese consumatore di vino solo quando ha rafforzato il suo ruolo di paese produttore ed oggi è, per i vini italiani, il primo mercato di sbocco all'estero in valore – prosegue Mantovani -. Ora i tempi sono maturi per ospitare anche i primi produttori di vino cinese nella nostra rassegna, in modo da rafforzare questo legame ed essere sempre di più l'hub di promozione e commerciale dei nostri vini verso la Cina.»
È in tale ottica e con questa filosofia che martedì scorso (10 novembre) a Shanghai si è svolta la presentazione "Ripercorrendo la Via della Seta - il debutto dei vini cinesi a Vinitaly 2016", nell'ambito del quale Vinitaly International ha stretto un accordo con la rivista professionale Wine in China Magazine, una delle più rinomate del settore, che prevede, oltre la presenza, per la prima volta, di produttori di vino cinese al 50° Vinitaly (nel Vininternational Pavillion), anche delle iniziative collaterali, quali degustazioni, seminari e workshop sui prodotti e il mercato organizzati da Vinitaly International e la partecipazione di vini cinesi al Premio enologico di Vinitaly.
Foto: Da sinistra Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International con , Chief Editor of Wine in China: http://i.imgur.com/GnYqqWq.jpg
Ismea-UIV: balzo del 60% dell'importazioni cinesi di vino nei primi nove mesi del 2015. Cresce del 27% anche il valore dell'export per le cantine italiane ma a tassi più contenuti rispetto ai principali concorrenti.
Roma - Ha ripreso a correre la domanda cinese di vino dopo la battuta d'arresto del 2014. Le elaborazioni Ismea e Uiv sui dati China Custom segnalano nei primi nove mesi del 2015 un balzo in avanti delle importazioni del 48% in volume per un corrispettivo in euro di 1,3 miliardi (+60% sullo stesso periodo del 2014). A fare da traino sono stati, come da tradizione, i vini confezionati (+39%) che rappresentano il 73% a volume e oltre il 90% a valore. Da sottolineare anche l'incremento piuttosto consistente delle importazioni di sfuso, mentre le bollicine sono in frenata (-7%).
A beneficiare del ritrovato slancio degli ordinativi nel Paese del Dragone sono state soprattutto le produzioni dell'Emisfero Sud del pianeta, Australia e Cile in testa, che hanno messo a segno un incremento record dei fatturati: rispettivamente +123% e +71% su gennaio - settembre 2014. L'ottima performance dell'Australia - secondo fornitore di vino del mercato cinese dopo la Francia - è stata favorita dalla progressiva riduzione dei dazi negli scambi commerciali con Pechino, avviata nel 2015 con il Free Trade Agreement e che dovrebbe portare al completo abbattimento della barriere tariffarie nel 2019.
Tassi di crescita a due cifre, ma sensibilmente inferiori rispetto ai cugini d'oltralpe e ai competitor iberici, sono stati registrati invece dalla cantine italiane. Nel periodo in esame le importazioni cinesi di vino tricolore sono cresciute di quasi il 20% in valore (+14% le quantità), a fronte di un amento del 57% e del 37% ottenuto rispettivamente da Francia e Spagna. Molto positiva la performance dei vini imbottigliati italiani che secondo fonti cinesi sono cresciuti del 23% in volume e del 27% in valore rispetto ai primi nove mesi del 2015.
L'Italia è il quinto fornitore di vino in Cina, con una quota del mercato che raggiunge il 2,5% in termini di volume e il 5% del giro d'affari complessivo realizzato in Cina.
Ma la crescita delle esportazioni italiane non è né casuale né episodica, confermano alcuni importanti operatori del settore interpellati da UIV-ISMEA. L'ottimo rapporto qualità- prezzo, la grande varietà delle nostre produzioni che permette di rispondere a diverse esigenze e modalità di consumo dei cinesi e, in ultimo, la flessibilità e disponibilità delle imprese tricolori a creare vini con brand richiesti dai distributori sono gli elementi di un successo commerciale di cui iniziamo ora a raccogliere i primi frutti.
Certo, la crescita di conoscenza dei nostri vini da parte del consumatore cinese che ha iniziato ad associare il paese Italia non solo a moda ma anche a food&wine è solo agli inizi e va supportata con investimenti promozionali di "sistema" capaci di proseguire le attività di informazione ed educazione che, stando ai numeri appena pubblicati, confermano una strategia vincente di crescita destinata a proseguire in futuro.
(Fonte Ismea servizi - Roma,26 ottobre 2015)
Un weekend all’insegna del buon bere: il 13 e 14 novembre torna “BaroloBrunello” al Castello di Barolo, la rassegna enologica per scoprire tutto il gusto di Piemonte e Toscana
Di CM – Sabato 31 Ottobre 2015 -
Rossi, corposi, dal profumo intenso e dal sapore avvolgente, sono i vini portabandiera di Piemonte e Toscana protagonisti di un weekend all’insegna dell’enologia d’autore: il 13 e 14 novembre, nella suggestiva cornice del Castello di Barolo, arriva la 2° edizione "BaroloBrunello", la rassegna per i veri appassionati del buon bere nella quale poter gustare i due vitigni divenuti un simbolo d’eccellenza di regioni note per la loro produzione vitivinicola.
Due giorni per scoprire i segreti dei produttori, dialogare con loro e conoscere le varie tecniche di coltivazione e vinificazione che hanno scritto una parte della storia enogastronomica italiana.
Ben 30 le aziende dei grandi rossi presenti sugli altrettanti tavoli di assaggio, insieme al particolarissimo contributo curato da un sommelier d’eccezione come Luca Gardini, in un percorso tra Casanova di Neri per il Brunello di Montalcino ed Elvio Cogno per il Barolo.
Queste alcune delle realtà che parteciperanno all’evento: Principiano, G. Alessandria, Ceretto, Boroli, Cavallotto Chiarlo, Giuseppe Rinaldi, Comm. G.B. Burlotto, Marengo, Massolino, Rivetto, Scarzello, Vajra, Roberto Voerzio, Vietti. E Altesino, , Le Potazzine, Capanna, Caprili, Baricci, Canalicchio di Sopra, Casanova di Neri, Pederi Salicutti, Mastrojanni, Col D'Orcia-Il Marroneto, Il Poggione, Uccelliera, La Mannella, Lisini, Poggio di Sotto, Talenti.
Un evento esclusivo che prevede un numero di ingressi limitato: solo 400 i posti disponibili. Chi fosse interessato può acquistare i biglietti online sul sito www.barolobrunello.it
Tutti pazzi per il Prosecco. La caduta del re dell'export doveva essere prevenuta. In un momento di crisi, generale ma anche di settore vitivinicolo, occorreva un maggiore autocontrollo per non arrivare all'intervento della forza dell'ordine.
di Virgilio Parma - 11 ottobre 2015
Un danno di immagine, se verranno confermati i sequestri dei NAS, per la rinomata DOC e e DOCG e per tutto il settore vinicolo italiano che tentava di risalire la china riguadagnando volumi di vendita ma soprattutto redditività.
E' perciò giusta la preoccupazione del Sindaco di Conegliano Veneto, Floriano Zambon, quando afferma che "se il prosieguo dell'indagine confermerà la prima ipotesi di reato, ne scaturirà un danno d'immagine gravissimo, ben superiore a qualche versante di collina sbancato". Infatti potrebbe addirittura essere posta in discussione la candidatura delle colline a patrimonio dell'umanità Unesco che proprio in questi giorni il Governatore Zaia stava riprendendo in mano per portarlo a definitiva conclusione.
Un fulmine a ciel sereno che arriva a seguito dei consueti controlli annuali sui documenti di conferimento delle uve alle cantine.
A non tornare, ai militari che stanno ancora proseguendo nelle indagini, sono i dati delle bolle di carico delle uve conferite confrontati con i quantitativi di vino prodotti.
L'uva registrata in entrata di lavorazione, in molti casi è troppo poca per garantire i quantitativi di vino che stavano per essere immessi sul mercato.
Il sospetto è perciò che qualche grappolo non meglio identificato (e mai registrato né dai venditori né dalle cantine) era finito a fare compagnia alle uve di pregio (glera) registrate regolarmente e stava per finire imbottigliato quale Prosecco "di qualità".
A farne le spese saranno soprattutto il buon nome del prosecco e la fiducia dei consumatori.
Le aziende produttrici invece se la caveranno con una sanzione amministrativa (potrà essere di qualche migliaia di euro) posto che i reati i esame non sono penalmente rilevanti. I vini in lavorazione verranno presumibilmente declassati o al più distrutti. Le multe, come si diceva, potranno essere importanti ma non tanto da compromettere l'azienda e molto probabilmente erano già state conteggiate alla fonte nella quota di "rischio di impresa".
Tutti pazzi per il prosecco. Un'escalation dirompente quella del prosecco che nei primi anni 2000 ha iniziato una scalata fenomenale, anche e soprattutto all'estero, conquistando i palati e, nel corso del 2014, il podio di vino più venduto al mondo superando persino lo champagne. Alla produzione sono dedicate oltre 8000 cantine vitivinicole e 269 case spumantistiche, che immettono sul mercato oltre 330 milioni di bottiglie all'anno - in buona parte esportate - per un giro d'affari complessivo superiore ai 3 miliardi di euro.
Ma segnali che qualcosa non andava per il verso giusto c'erano. Non solo vini taroccati all'estero, come più volte denunciato da Coldiretti, ma produzioni DOC e DOCG esposte sugli scaffali di discount stranieri a prezzi al pubblico irrisori che a mala pena potevano coprire i costi di produzione e commercializzazione.
Anche a chi scrive è capitato di osservare, acquistare e fotografare, il prezioso prosecco in vendita nelle grandi catene tedesche a prezzi talmente bassi da mettere in dubbio la qualità del contenuto della bottiglia.
Ma sulle strategie commerciali delle aziende non si discute e ciascuno i conti in casa sua li sa fare meglio di tutti.
Però, alla luce del sequestro di milioni di bottiglie di dubbia regolarità operato dai NAS in diverse cantine, si è portati a confermare i dubbi che qualche operazione illecita possa essere stata condotta proprio dal cuore del territorio.
Ben venga quindi l'auspicio del Sindaco Zambon di pene severe se verranno confermate le ipotesi di reato.
E' un peccato che si sia dovuti arrivare al clamore determinato dall'intervento dei NAS e non siano riusciti i produttori stessi a bloccare per tempo questo malcostume.
A questo punto viene spontaneo chiedersi a cosa servano gli organismi di controllo e tutela.
SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015 - Cereali, ancora nel segno della stabilità, Il futuro del Parmigiano Reggiano passa attraverso il nuovo disciplinare, Oltre 1,5 milioni i visitatori al padiglione del vino a EXPO. Cara vendemmia. Mais e soia, le previsioni di settembre. Sconfitta l'Ebola!
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015
1.1 editoriale Sconfitta l'Ebola!
3.1 cereali Mercati agricoli ancora nel segno della stabilità.
4.1 Lattiero caseario Tirano solo le materie grasse.
5.1 mais e soia mais e soia: previsioni settembre 2015
6.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, il futuro passa attraverso la qualità, la distintività e l'innovazione.
8.1 vino Expo e padiglione vino. Dal primo maggio visitatori oltre quota 1,5 milioni
8.2 lavoro nero Cara vendemmia quanto mi costi
9.1 prezzi agricoli Ismea, l'incertezza frena gli scambi
10.1 promozioni "vino" e partners
Sono 3.600 le etichette proposte sinora nella Biblioteca del Vino e 2.000 le aziende che hanno presentato i loro vini. Numerose delegazioni istituzionali e commerciali. Il 20% di visitatori proviene dall'estero (in crescita sul totale delle presenze). Più di 460 gli eventi e i convegni.
Verona, 26 Settembre 2015 –
In cinque mesi oltre 1,5 milioni di visitatori, dei quali circa il 30% ha scelto anche di degustare alcune fra le 3.600 etichette delle 2.000 aziende presenti complessivamente nella Biblioteca del Vino – Enoteca del Futuro. Sono i dati a fine settembre del Padiglione dell'esperienza vitivinicola italiana VINO – A Taste of Italy (www.vino2015.it), il primo nella storia dell'Esposizione Universale esclusivamente dedicato al vino, che ha visto anche la presenza di numerose delegazioni istituzionali, commerciali e di visitatori stranieri (più del 20%, in crescita sul numero del totale delle presenze).
«É un bilancio che va oltre i numeri e parla di un enorme interesse culturale riguardo le nostre produzioni enologiche e dei territori di origine da parte del visitatore italiano e straniero. Un grande risultato di squadra, che premia la propositività di quanti hanno creduto nel progetto dell'Expo e del Padiglione del Vino», sottolinea Ettore Riello, Presidente di Veronafiere.
«Missione compiuta – dice il Direttore Generale, Giovanni Mantovani –. Abbiamo rispettato tutti gli obiettivi che ci eravamo dati, anche nell'ambito del Comitato Scientifico, e riteniamo di raggiungere a fine ottobre i 2 milioni di visitatori. Il successo più grande, ritengo però sia proprio nell'aver facilitato e reso assolutamente gradevole ed efficace l'approccio alla cultura della vite e del vino ai numerosi ed eterogenei visitatori di Expo 2015».
Sono stati più di 460 gli eventi e i convegni nel cui ambito si sono svolte comparazioni e assaggi di vini promossi da autorevoli partner del Padiglione VINO - A Taste of Italy, quali, oltre al Comitato Scientifico con le iniziative "Viaggio nell'Italia del Vino", Gambero Rosso con i Tre Bicchieri, Civiltà del Bere con "Italian Wine is More", Club Papillon con la "Giostra dei Wine Bar", Cronache di Gusto con "La bellezza del vino" e "I vini bussola", Doctor Wine di Daniele Cernili con "Il giro d'Italia in 80 vini" e le degustazioni organizzate con AIS e ONAV.
Numerose e di alto livello le presenze istituzionali e le delegazioni in visita al Padiglione, dai rappresentanti della Ue, del Governo italiano e di molti paesi stranieri, ai governatori delle principali regioni vinicole italiane; dai presidenti di istituzioni, associazioni, enti e sindacati agricoli, a personaggi della cultura, dello sport, della moda e dello spettacolo.
E’ appena terminato il Festival del Franciacorta, un weekend nel quale poter visitare le cantine più blasonate nel territorio conosciuto per la sua eccellenza vitivinicola. Vediamone alcuni pregi e difetti
Di Chiara Marando – Sabato 26 Settembre 2015 - (Guarda la gallery in fondo all'articolo)
Da pochi giorni è terminato il tradizionale appuntamento con il Festival del Franciacorta, un weekend all’insegna del buon vino e delle tradizioni che hanno reso questo suggestivo territorio un punto di riferimento nel mondo in fatto di eccellenze vitivinicole. Ma il Festival non è solo un’ottima occasione per assaporare alcune tra le migliori varietà di bollicine disponibili, è anche un’immersione completa nella cultura della zona, alla scoperta delle varie cantine, dei loro segreti e tecniche di lavorazione.
Per due giorni, ogni azienda apre le porte al pubblico per raccontare la realtà che le contraddistingue, far comprendere quanto lavoro e dedizione si trovi dietro ad ogni singolo sorso. Certo il marketing fa da padrone, ma la verità è che alcune sono veramente in grado di far respirare il grande amore che nutrono per il lavoro e la terra, se ne percepisce la reale piacevolezza di condivisione.
Ecco perché, anche lo scegliere quali cantine visitare all’interno del ricco programma di eventi non è propriamente semplice, ci si deve lasciare trasportare dall’istinto, dalla curiosità ed, ovviamente, dal desiderio di degustare qualcosa di nuovo. Difficile cadere male, anche se spesso alcuni produttori perdono di vista l’anima del Festival, ovvero che questi due giorni non sono solo fonte di puro guadagno, ma anche e soprattutto di grande ospitalità.
Inutile generalizzare, questo è certo, ma penso sia corretto evidenziare mancanze e pregi di alcune delle cantine che ho selezionato per la mia giornata in Franciacorta. Non si tratta di un giudizio prettamente legato alle diverse etichette, piuttosto ai diversi approcci riscontrati in fase di visita.
Cominciamo con il più che famoso “Cà del Bosco”, azienda che certo non ha bisogno di particolare pubblicità e la cui location lascia stupefatti: una distesa di prati e vigne che si rincorrono a perdita d’occhio lungo un terreno collinare verdeggiante al cui centro impera l’area di produzione, la zona eventi e quella degustazione. Una guida preparata ed estremamente disponibile ha illustrato tutto il processo di lavorazione delle uve, descrivendo le peculiarità che caratterizzano il prodotto finale. Il percorso nelle cantine di invecchiamento non smette mai di affascinare, complice la luce soffusa, i soffitti a volte e le migliaia di botti e bottiglie che arredano gli ambienti.
Non poteva mancare la fase di degustazione: tre diverse tipologie di Franciacorta, Vintage Collection Dosage Zéro 2010, Vintage Collection Brut 2010 e Vintage Collection Satèn 2010, abbinate a sfiziosi e ricercati finger food di mare e terra che ben si sposavano con il gusto e gli aromi dei vini.
In sintesi, due ore nelle quali la cura e l’attenzione verso il cliente si coniugavano con la raffinatezza delle proposte enogastronomiche.
La seconda tappa prevedeva un altro nome di rilievo, ovvero “l’Azienda Agricola Monte Rossa” conosciuta per la bevibilità delle sue etichette più famose: il Rosè Flamingo ed il Cabochon Brut 2009. Nulla da dire sulle due proposte, ma qualcuno dovrebbe insegnare agli organizzatori che il tavolo di presentazione dovrebbe essere imbandito con qualche cosa di più sostanzioso rispetto ai miseri grissini, soprattutto se si pensa che i visitatori quel giorno si dedicheranno anche ad altre cantine. A nessuno piace tornare a casa ubriaco o con la testa “molle”.
Stesso discorso per “Bellavista” dove, oltre alla totale assenza di professionalità ed ospitalità da parte del personale (sembrava di essere caduti in una catena di montaggio spremi-soldi), è mancata completamente una qualsiasi tipologia di stuzzichino che spezzasse gli assaggi e permettesse di godere al meglio ciò che si stava bevendo, ossia Alma Cuvée Brut e Vendemmia Satèn 2010.
Fortunatamente, dopo qualche esperienza poco soddisfacente, la giornata si è conclusa con una più che piacevole serata trascorsa nell’antica residenza “Guido Berlucchi”, il Palazzo Lana Berlucchi, dove per l’occasione è stato organizzato un particolarissimo “Aperitivo Pop” con i finger food dello chef Davide Oldani. Una location d’eccezione, come il parco interno della villa, ed un’accoglienza sincera da parte della titolare, la signora Ziliani, hanno reso ancora più apprezzabile la degustazione: ’61 Brut, ’61 Satèn e ’61 Rosé abbinati ad assaggi originali quali Pasta di salame su panella di ceci, tamarindo ed olive croccanti, Bignè allo zafferano ripieno di Erborinato ed accompagnato con Composta di fichi e semi tostati e, per finire, Centrifugato di verdufrutta con Stracciatella e fave di cacao. Veramente Deliziosi!
Il consiglio è quello di visitare le stanze del Palazzo, ricche di fascino ed eleganza senza tempo, ma soprattutto le antiche cantine sotterranee dove il vino riposa avvolto da un silenzio rigenerante: volte in pietra, lunghi corridoi che conservano la suggestione di epoche passate, nascosti da una luce morbida e quasi timida, ed una distesa di bottiglie che attendono solo di essere stappate.
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28-08-2024 Formazione
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24-06-2024 Salute e Benessere
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13-11-2017 Vendita immobili
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