Giubbotti, maglioni, jeans e scarpe recanti marchi contraffatti, diverranno materiale di conforto per i più bisognosi.
La Guardia di Finanza di Reggio Emilia, al termine di vicende giudiziarie ed a seguito di autorizzazione della competente Autorità Giudiziaria, ha donato alla Caritas Diocesana di Reggio Emilia numerosi capi di abbigliamento riportanti marchi contraffatti di note griffes, sequestrati sul territorio in occasione dei mercati settimanali, nell'ambito delle attività di servizio svolte contro i fenomeni dell'abusivismo commerciale e della contraffazione.
Tali prodotti di abbigliamento, complessivamente oltre 50 pezzi, per lo più giubbotti, maglioni, jeans e scarpe, erano stati oggetto di sequestro e successiva confisca nel corso di distinte operazioni di polizia poste in essere da Reparti della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, in quanto riportanti marchi contraffatti. Gli stessi erano destinati alla distruzione ma, su iniziativa delle Fiamme Gialle, con il parere conforme della locale Procura della Repubblica, sono stati donati alla Caritas affinché diventino materiale di conforto per le persone più bisognose.
Il Direttore della Caritas Diocesana di Reggio Emilia-Guastalla, nel ricevere in consegna il materiale ha ringraziato la Guardia di Finanza ed ha assicurato che si riveleranno prezioso ausilio ed aiuto per chi versa in stato di bisogno.
Il Vescovo di Reggio Emilia - Guastalla, Massimo Camisasca, appreso della donazione ha voluto porgere il suo apprezzamento per l'iniziativa ed ha fatto pervenire al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Emilia: Col. Roberto Piccinini, il seguente messaggio: "Il Vescovo Massimo esprime la sua gratitudine al Comando provinciale della Guardia di Finanza per la donazione alla Caritas Diocesana, segno di una reale collaborazione, di fronte alla necessità della nostra gente, che stringe in connessione autorità e comunità."
L'iniziativa vuole sensibilizzare ancora una volta i cittadini sul disvalore rappresentato dalla vendita di prodotti con marchi contraffatti, ma anche sulla opportunità di trasformare in risorsa positiva il frutto dell'azione di contrasto svolta dalla Guardia di Finanza, esaltando così il proprio ruolo di polizia economica e finanziaria a forte vocazione sociale.
(N. 15/2018)
Da inizio anno, in attuazione di un "Dispositivo Operativo" messo a punto dal Comando Provinciale di Parma, i militari della Guardia di Finanza hanno intensificato i controlli finalizzati di contrastare il fenomeno dell'abusivismo commerciale e della contraffazione.
Piazza Ghiaia, via Garibaldi, i borghi del centro storico ed i principali mercati rionali della provincia i luoghi maggiormente ispezionati dalla Fiamme Gialle con l'obiettivo di identificare i soggetti dediti al commercio di merce illecita e risalire la filiera della contraffazione.
Numerosi gli interventi effettuati con esito positivo.
In un caso i militari, impegnati in un'attività di appostamento nei pressi della stazione ferroviaria di Parma, individuavano un soggetto sospetto che aveva con sé un grosso borsone e che tentava di darsi a precipitosa fuga: nel corso della successiva perquisizione presso i luoghi di abitazione, erano rinvenute decine di valigie e borsoni contenenti centinaia di articoli contraffatti.
A Salsomaggiore, invece, i militari della Tenenza di Fidenza, a seguito di una segnalazione pervenuta al servizio di pubblica utilità "117", individuavano un soggetto dedito alla vendita di merce contraffatta anche tramite la creazione di un account fittizio su un famoso social network. I finanzieri, riscontrata la reale identità del proprietario di tale profilo, procedevano ad effettuare una perquisizione d'iniziativa all'interno della sua autovettura e nel suo appartamento, dove rinvenivano, occultati, numerosi capi di abbigliamento recanti marchi contraffatti, già pronti per essere venduti nel loro packaging abilmente riprodotto.
Nel complesso, nel corso delle attività di controllo economico del territorio, sono stati sottoposti a sequestro quasi 1000 articoli contraffatti e denunziati alla locale Autorità Giudiziaria 7 soggetti di nazionalità senegalese e marocchina, per i reati di contraffazione e ricettazione. Sono state inoltre irrogate sanzioni amministrative nei confronti di due venditori abusivi, di origine bengalese, intercettati al mercato di piazza Ghiaia nell'intento di vendere oggettistica di vario genere, non conformi alla normativa comunitaria sulla sicurezza dei prodotti.
I beni sottoposti a sequestro sono principalmente articoli di abbigliamento, scarpe ed accessori riportanti i marchi contraffatti delle più note griffe della moda italiana e internazionale.
La contraffazione ed il commercio di prodotti non genuini ed insicuri nonché la violazione del diritto d'autore danneggiano il mercato, sottraggono opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole e spesso mettono in pericolo la salute dei consumatori
Arrestato dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia un 25enne senegalese che per sfuggire ai controlli ha aggredito i Finanzieri. Durante la perquisizione della sua abitazione rinvenuti oltre 100 capi di abbigliamento contraffatti delle più prestigiose griffe.
Il Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia aveva correttamente individuato il percorso dei capi di abbigliamento contraffatti venduti abusivamente al mercato di Reggio Emilia: provenivano da abitazioni private di alcuni cittadini extracomunitari di Sant'Ilario d'Enza.
Per questo motivo sono stati eseguiti controlli nella zona e si è proceduto ad intercettare un cittadino di origini senegalesi dimorante in provincia di Reggio Emilia, il quale alla vista della Guardia di Finanza ha abbandonato la merce ed ha aggredito violentemente le Fiamme Gialle, procurando loro lievi ferite lacero-contuse, riuscendo a darsi alla fuga.
Le immediate ricerche attivate in zona hanno consentito, poco dopo, di pervenire al suo rintraccio nella zona di Gattatico ed al suo arresto per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per commercio di merci recanti marchi contraffatti.
La perquisizione eseguita all'interno dell'abitazione del senegalese ha consentito di rinvenire e sequestrare oltre 100 capi contraffatti recanti marchi di note griffe, tra le quali Nike, Adidas, Fred Perry, Napapijri, K-way, Colmar, Louis Vuitton, e Moncler.
La merce sequestrata, se immessa nel mercato, avrebbe avuto un valore commerciale di oltre 20.000 euro con implicazioni anche per la salute pubblica, in quanto priva di ogni garanzia in termini di sicurezza dei prodotti.
Era ricercato dal 7 settembre 2016 il trentenne romano Alessandro SATTA, residente a Phoenix (USA), uno dei vertici – secondo la Corte distrettuale della Pennsylvania – di un'organizzazione criminale dedita allo spaccio negli Stati Uniti di considerevoli quantitativi di marijuana provenienti dal Messico, trasportati attraverso la California e distribuiti nell'area di Filadelfia.
Il latitante è stato arrestato nei giorni scorsi dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nei pressi del Colosseo. Lo stesso si era sottratto al provvedimento di cattura emesso nel settembre del 2016 all'esito di un'indagine della D.E.A. statunitense, dalla quale era emerso il suo diretto coinvolgimento nella distribuzione di 450 kg di marijuana, per un valore di oltre 2,8 milioni di dollari.
L'individuazione del SATTA, ricercato dall'ufficio Interpol di Washington, è avvenuta grazie alla quotidiana attività di monitoraggio svolta, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Roma, finalizzata a verificare la presenza nella Capitale di elementi di consorterie criminali dedite al narcotraffico.
Nell'occasione, sfruttando la conoscenza degli ambienti e delle dinamiche delinquenziali e, soprattutto, analizzando i social media, i militari del G.I.C.O. – in sinergia con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale e con il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza – hanno scoperto che il narcotrafficante lavorava saltuariamente come guida turistica nell'area dei "Fori Imperiali" e, dopo qualche giorno di osservazione, lo hanno arrestato mentre dava indicazioni ad alcuni turisti americani.
Quello di SATTA è solo l'ultimo di una serie di arresti di latitanti internazionali effettuati dalle Fiamme Gialle di Roma.
Meno di due mesi fa era stato individuato e fermato, perché destinatario di un mandato di arresto europeo spiccato dal Tribunale di Barcellona, il cittadino pakistano ASHRAF Mohammad, ritenuto dalla Policia Nacional catalana il leader di un agguerrito gruppo criminale responsabile dell'importazione nel territorio iberico di oltre 15 kg di eroina.
Il pakistano, fuggito dalla Spagna nell'aprile del 2017, era stato riconosciuto dai Finanzieri mentre passeggiava tra le bancarelle del mercato di via Anagnina.
Negli ultimi due anni, la stessa "squadra" del G.I.C.O. ha arrestato altri latitanti di notevole spessore criminale che avevano scelto la Capitale come luogo in cui far perdere le tracce. Tra questi:
● il quarantacinquenne Angelo ROMEO, considerato esponente di spicco della nota
cosca di 'ndrangheta "Alvaro" di Sinopoli (RC), che era latitante dal maggio del 2015;
● il sessantunenne Marco Torello ROLLERO, inserito dal dicembre 2013 nella lista dei 100 latitanti più pericolosi, ritenuto uno dei principali broker mondiali della droga, legato a diverse cosche di 'ndrangheta e al centro di interessi illeciti di ogni tipo sull'asse Sud America-Marocco-Italia;
● suo nipote Andrea ROLLERO, considerato uno dei membri di un sodalizio criminale collegato alle temute cosche calabresi "Pelle-Nirta-Giorgi" alias "Cicero" di San Luca (Reggio Calabria).
GUARDIA DI FINANZA E INPS: INTERVENTI CONGIUNTI A CONTRASTO DELL'ILLECITA FRUIZIONE DI SGRAVI CONTRIBUTIVI E DEL LAVORO IRREGOLARE.
SEQUESTRATI ILLECITI PROFITTI PER CIRCA € 175.000, ACCERTATE VIOLAZIONI CONTRIBUTIVE, ASSISTENZIALI E FISCALI PER 1,8 MILIONI DI EURO, NONCHE' 52 POSIZIONI LAVORATIVE IRREGOLARI.
Nell'ambito di un ampio progetto di collaborazione tra la Guardia di Finanza e l'INPS per il contrasto al fenomeno del "sommerso da lavoro" e delle irregolarità ad esso collegato, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza ed i funzionari dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale di Modena hanno effettuato due interventi ispettivi congiunti nei confronti di altrettante società ubicate nei comuni di Sassuolo e Vignola.
I controlli sono stati eseguiti a seguito di una preliminare mirata attività di analisi di rischio e coordinamento svolta dal Comando Regionale della Guardia di Finanza dell'Emilia Romagna e dalla Direzione Regionale INPS. Tale attività di analisi, ulteriormente implementata e valorizzata durante incontri tenuti tra le fiamme gialle ed i funzionari INPS geminiani nel corso dei quali sono stati sviluppati gli elementi informativi raccolti a livello locale, ha permesso di individuare due società, connotate da profili di rischio, verso cui indirizzare l'attenzione operativa.
In particolare, nel corso del controllo effettuato nei confronti della società sassolese, i finanzieri della Compagnia di Sassuolo e i funzionari I.N.P.S. hanno scoperto che la stessa aveva impiegato nel corso del periodo oggetto di controllo oltre 50 dipendenti presso numerose aziende del comprensorio ceramico e del Nord Italia, in completa evasione d'imposta e senza versare i previsti contributi previdenziali ed assistenziali.
Nello specifico la società, pur assumendo dipendenti con regolari contratti di lavoro, provvedeva ad emettere buste paga con importi irrisori e l'indicazione di ore lavorative prestate sensibilmente inferiori rispetto a quelle effettive erogando, completamente in nero, cospicui compensi, in alcuni casi fino a dieci volte più alti di quelli riportati solo formalmente in busta paga. Con tale meccanismo la società versava contributi previdenziali di importo esiguo e, apparendo formalmente in regola, riusciva ad ottenere regolari certificazioni DURC, utili per accreditarsi presso le imprese committenti.
L'attività di controllo ha permesso di recuperare contributi previdenziali e assistenziali per oltre € 250.000,00; di accertare l'impiego irregolare di 52 lavoratori, di cui 1 completamente in nero. Sono state, inoltre, contestate ritenute fiscali non operate e non versate, a fronte dei compensi erogati "in nero", per circa € 50.000 ed è stata recuperata IVA liquidata ma mai versata dall'impresa alle casse dell'Erario per circa € 200.000,00.
Il controllo congiunto posto in essere dalle fiamme gialle della Tenenza di Vignola e dagli ispettori I.N.P.S. nei confronti di una società cooperativa ha permesso, invece, di individuare un insidioso meccanismo fraudolento perpetrato dalla stessa e finalizzato all'indebito ottenimento dell'esonero contributivo previsto dalle Leggi n. 190/2014 e n. 208/2015 (leggi di stabilità 2015 e 2016), volte a favorire forme di occupazione stabile a favore di lavoratori disoccupati. Tali disposizioni prevedono, infatti, quale meccanismo premiale, l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per l'assunzione di lavoratori a tempo indeterminato a condizione che gli stessi non risultino essere stati assunti a tempo indeterminato nel corso dei sei mesi antecedenti.
I responsabili dell'illecito, proprio al fine di rispettare formalmente tale requisito, hanno posto in essere una vera e propria operazione "elusiva": in particolare, è stato fatto figurare che 112 lavoratori, provenienti da un'altra cooperativa collegata ove svolgevano attività lavorativa a tempo indeterminato, sono stati dapprima da questa licenziati per poi essere, dopo un solo giorno di distacco, assunti, prima a tempo determinato (6 mesi) e poi a tempo indeterminato, dalla cooperativa sottoposta a controllo, in modo tale da poter creare artatamente le condizioni per poter usufruire, indebitamente, del regime agevolativo.
L'attività di controllo si è conclusa con la denuncia alla Procura di Modena dei responsabili della cooperativa per l'ipotesi di reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche avendo ottenuto la cooperativa un indebito "risparmio" nel versamento dei contributi per oltre € 170.000 ed ha impedito che la società continuasse a fruire di tali sgravi per un ulteriore importo di circa € 1.000.000,00. La successiva attività di indagine, coordinata dal Sost. Procuratore della Repubblica dott.ssa Francesca Graziano, oltre alla denuncia anche della società per responsabilità dipendente dai reati commessi dai suoi vertici ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, ha portato, altresì, al sequestro (disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena) di disponibilità finanziarie per circa € 175.000, costituenti il profitto illecito delle condotte delittuose realizzate. Sono stati recuperati, inoltre, i contributi afferenti alle maggiori ore lavorative effettuate dai dipendenti ma non dichiarate ed irrogate le relative sanzioni per complessivi € 66.000 ed è stata accertata l'illecita somministrazione di manodopera da parte della società con l'irrogazione di una sanzione per circa € 22.000.
Le attività condotte confermano la trasversalità dell'azione di contrasto alla criminalità in tutte le sue espressioni (ed allo stesso tempo la trasversalità dell'azione di tutela) posta in essere dalla Guardia di Finanza e sono la concreta espressione della sempre più marcata connotazione sociale del ruolo di polizia economico finanziaria esercitato dal Corpo. Quindi, non solo contrasto all'impiego irregolare dei lavoratori, repressione delle frodi (truffe) perpetrate in danno delle casse dello Stato e accertamento di violazioni connesse a forme di evasione fiscale; ma anche e soprattutto tutela della collettività: delle imprese oneste che operano nella piena e completa osservanza della legge; degli stessi lavoratori occupati in maniera irregolare sprovvisti in tal modo delle dovute coperture contributive e fiscali; degli importanti scopi sociali ed economici perseguiti dal Legislatore con gli strumenti predisposti per sostenere ed incentivare l'occupazione (evitando che gli stessi vengano utilizzati da soggetti non aventi realmente titolo) nonché della leale e sana concorrenza tra i player commerciali operanti nello stesso mercato di riferimento.
Guardia di Finanza - concorso, per titoli ed esami, per l'arruolamento di 631 Allievi Marescialli presso la Scuola Ispettori e sovrintendenti - L'Aquila - Anno Accademico 2018/2019.
Roma, 13 marzo 2018 - GUARDIA DI FINANZA: PUBBLICATO IL BANDO DI CONCORSO, PER TITOLI ED ESAMI, PER L'ARRUOLAMENTO DI 631 ALLIEVI MARESCIALLI PRESSO LA SCUOLA ISPETTORI E SOVRINTENDENTI - L'AQUILA - ANNO ACCADEMICO 2018/2019.
Sulla Gazzetta Ufficiale - IV Serie Speciale n. 19 del 6 marzo 2018 - è stato pubblicato il bando di concorso, per titoli ed esami, per l'ammissione al 90° corso presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza di:
a) n. 584 allievi marescialli del contingente ordinario;
b) n. 47 allievi marescialli del contingente di mare, così suddivisi:
1) n. 30 per la specializzazione "nocchiere abilitato al comando" (NAC);
2) n. 17 per la specializzazione "tecnico di macchine" (TDM).
Al concorso possono partecipare i cittadini italiani che:
- alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, abbiano compiuto il 17° anno di età e non abbiano superato il giorno di compimento del 26° anno di età;
- abbiano, se minorenni alla data di presentazione della domanda, il consenso dei genitori o del genitore esercente in via esclusiva la potestà o del tutore per contrarre l'arruolamento volontario nella Guardia di Finanza;
- siano in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l'iscrizione ai corsi di laurea previsti dalle Università statali o legalmente riconosciute;
- non essendo in possesso del citato diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell'anno scolastico 2017/2018.
La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro il 5 aprile 2018, dovrà essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all'indirizzo "concorsi.gdf.gov.it", seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.
I concorrenti, che devono essere in possesso di un account di posta elettronica certificata (P.E.C.), dopo aver effettuato la registrazione al portale, potranno accedere, tramite la propria area riservata, al format di compilazione della domanda di partecipazione.
Sul predetto sito internet è possibile acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio sul concorso e prendere visione del bando.
(allegato il comunicato stampa in formato pdf)
I Finanzieri del Comando Provinciale di Ravenna, in collaborazione con i funzionari dell'Ufficio delle Dogane, hanno concluso un'articolata attività investigativa che ha consentito di individuare due escavatori Caterpillar oggetto di furto, che dal porto di Ravenna stavano per essere trasferiti in Medio Oriente.
L'indagine è nata lo scorso mese di agosto quando, durante un controllo sui documenti relativi all'esportazione dei due imponenti macchinari, i Finanzieri si sono insospettiti dopo aver rilevato alcune incongruenze relative ai dati riportati nelle bollette doganali e per l'anomalo viaggio che – secondo gli accordi commerciali tra le diverse società coinvolte nella transazione, alcune delle quali con sede in Belgio, in Israele ed in Libano – i due mezzi pesanti avrebbero dovuto seguire per giungere nel Paese dei cedri.
I sospetti delle Fiamme Gialle hanno trovato piena conferma allorquando, a seguito degli approfonditi controlli fisici esperiti sui Caterpillar, emergeva che i numeri di telaio dei due escavatori erano stati abilmente alterati, al fine di impedire l'esatta individuazione degli stessi.
È stato pertanto necessario estrapolare, con l'ausilio dei tecnici specializzati della casa produttrice, i dati presenti nelle centraline elettroniche dei due escavatori per ricavare i reali numeri di matricola, dai quali è stato così possibile stabilire che i mezzi in procinto di partire per il Libano erano stati oggetto di un furto.
Infatti, i Caterpillar erano stati trafugati nel mese di luglio 2017 da due imprese con sede nell'alto Lazio specializzate nel movimento terra e nel recupero di rifiuti, che avevano presentato regolare denuncia.
I due Caterpillar, del valore commerciale di circa 500 mila euro, bloccati dalla Guardia di Finanza sul punto di essere esportati, sono stati quindi restituiti ai legittimi proprietari ed i quattro responsabili dell'illecito traffico sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per i reati di ricettazione e di favoreggiamento.
Costante è l'attenzione che la Guardia di Finanza Ravenna, in sinergia con il locale ufficio delle Dogane, dedica al contrasto dei traffici illeciti presso lo scalo marittimo cittadino, a presidio del libero mercato ed a tutela degli operatori commerciali onesti e rispettosi delle regole.
Aveva costituito una ditta individuale per il commercio all'ingrosso di abbigliamento ed accessori, operante tra Milano e Casalgrande (RE), ma dopo aver nascosto al fisco, per alcuni anni, i propri redditi, chiude l'attività e si rende irreperibile. E' quanto accertato dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia al termine di un'operazione avviata a seguito del rilevamento di numerosi indizi di pericolosità fiscale nei confronti di un imprenditore 33enne di origini cinesi, residente a Casalgrande (RE). In particolare, è stato accertato che l'imprenditore, negli anni d'imposta dal 2014 al 2016, ha nascosto al fisco redditi per circa 6,5 milioni di euro e commesso violazioni all'IVA per circa 1,5 milioni di euro, omettendo le previste dichiarazioni fiscali e, pertanto, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per i connessi reati tributari.
Le indagini dei Finanzieri, rese difficili non solo dall'irreperibilità dell'imprenditore ma anche della documentazione amministrativo – contabile della ditta la cui conservazione è obbligatoria ai fini fiscali, sono state condotte facendo ricorso alle banche dati in uso al Corpo per la ricostruzione della posizione reddituale e proseguiranno per individuare eventuali ulteriori connesse situazioni di evasione fiscale.
Si è conclusa nella mattinata odierna - con l'esecuzione di cinque misure di custodia cautelare e la denunzia a piede libero di ulteriori 13 responsabili – l'"Operazione "CocktOIL" che ha consentito di smantellare un'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di prodotti petroliferi ed alla commissione di plurimi reati tributari e fallimentari.
Parma 13 marzo 2018 - Le indagini, durate ben due anni, sono state condotte sotto il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica di Parma, dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Parma e dall' Ufficio delle Dogane di Parma.
L'attività investigativa, eseguita anche mediante l'ausilio di attività tecniche, ha permesso di ricostruire le complesse attività fraudolente poste in essere da un sodalizio criminale che operava tramite due distinti impianti di distribuzione di prodotti petroliferi gestiti da altrettanti consorzi di autotrasporto di merci su strada con sede a Fontevivo (PR).
Oltre a ciò, l'organizzazione illecita poteva contare - nel resto del territorio nazionale - su altri soggetti con compiti e ruoli ben definiti.
Il fenomeno illecito ricostruito dagli inquirenti si è concretizzato nell'introduzione nel territorio nazionale di prodotti energetici classificati come "oli lubrificanti", fiscalmente assoggettati alla sola imposta di consumo, ma di fatto utilizzabili anche per l'autotrazione alla stessa stregua del gasolio che, tuttavia, per lo specifico uso, sconta il pagamento sia dell'IVA che delle accise, con un'incidenza sul prezzo finale di circa il 70%.
I meccanismi di frode posti in essere dall'organizzazione, al fine di sottrarre i prodotti all'imposizione e sfuggire ai controlli dell'Amministrazione Finanziaria, si sono progressivamente evoluti negli anni.
Nell'arco di tempo compreso tra il 2014 ed il 2015, i due consorzi hanno operato - tramite intermediari commerciali di comodo - acquistando partite di olio lubrificante in diversi Paesi comunitari, in genere dell'Europa centro-orientale, dove tale prodotto non è assoggettato ad imposta di consumo.
La merce raggiungeva l'Italia in regime di "transito", scortata da documenti, non monitorati dal sistema comunitario, che attestavano una fittizia destinazione in un altro Paese dell'Unione (in genere Grecia, Cipro e Malta).
Giunto in Italia, il conducente dell'autocisterna riceveva dall'organizzazione un falso Documento di Accompagnamento Semplificato (DAS), da cui risultava un trasporto di gasolio nonché, quale provenienza e destinazione, due vere e proprie società "cartiere", di fatto inesistenti.
Il prodotto raggiungeva così il sito industriale di Fontevivo, ove veniva scaricato ed immesso in consumo in completa evasione di imposta, con la conseguente alterazione del mercato e delle regole della corretta concorrenza.
Per regolarizzare la contabilità, erano poi adottati vari espedienti, tra i quali l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da società "cartiere" compiacenti nonché l'annotazione e la conservazione dei DAS falsificati.
A partire dal 2015, per ridurre i rischi derivanti dai molteplici passaggi intermedi, l'associazione ha modificato il meccanismo illecito alla base del sistema di frode, provvedendo a rifornirsi di partite di olio lubrificante, del tipo SN80, direttamente presso raffinerie nazionali.
Il prodotto, formalmente, era acquistato tramite la fittizia intermediazione commerciale di società dell'est Europa e destinato ad altri operatori dell'Unione Europea, così da legittimare l'estrazione dalla raffineria senza versamento dell'imposta di consumo né addebito dell'IVA in fattura.
Tuttavia, anche in questo caso, l'olio - scortato da un semplice documento di trasporto non monitorato telematicamente a livello comunitario - anziché uscire dal territorio dello Stato veniva dirottato a Fontevivo ed immesso in consumo illecitamente.
Le indagini hanno permesso di accertare che l'associazione criminale ha immesso fraudolentemente in consumo circa 5,4 milioni di litri di prodotto energetico, evadendo circa 7 milioni di euro per quanto concerne le Imposte Dirette, l'IVA e l'IRAP, nonché 5 milioni di euro di accise.
L'associazione, inoltre, si è resa responsabile del fallimento di uno dei due consorzi coinvolti, con il precipuo scopo di non assolvere agli oneri tributari e sottrarsi al pagamento di quanto dovuto.
Le cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma su richiesta della Procura della Repubblica, sono state eseguite dalle Fiamme Gialle nei confronti dei principali responsabili del sodalizio, tutti di nazionalità italiana, residenti tra Parma e la Lombardia e gravati da numerosi precedenti penali, anche specifici.
Ulteriori 13 persone, con ruoli minori nell'illecita attività, sono state denunciate a piede libero.
Gravi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione al pagamento delle accise sugli oli minerali ed alla commissione di reati tributari e fallimentari, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e falsificazione di documenti.
Tre società ed i relativi complessi aziendali sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
Nei confronti di cinque degli indagati è stato inoltre operato il sequestro, finalizzato alla confisca per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo pari a circa 3,5 milioni di euro.
L'operazione appena conclusa è senz'altro indicativa del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel contrasto dei fenomeni fraudolenti perpetrati nello specifico settore, con la duplice finalità di tutelare la pretesa erariale e di preservare la correttezza del mercato.
La Guardia di Finanza, su delega della Procura della Repubblica di Parma, ha eseguito un importante sequestro patrimoniale nei confronti di un'impresa edile parmigiana (ora in fallimento), gestita - tramite prestanome - da un imprenditore di origini campane gravato da numerosi precedenti penali.
L'esecuzione della misura cautelare costituisce l'ultimo atto di un'operazione realizzata dalla Tenenza di Fidenza a seguito del rinvenimento, nel corso di una perquisizione eseguita all'interno del garage di un'abitazione, di gran parte dell'impianto contabile della società di costruzioni.
Dai successivi accertamenti è emerso che la predetta impresa, evasore totale, aveva omesso di dichiarare oltre 1.300.000 euro di elementi positivi di reddito complessivi, rendendosi peraltro responsabile anche di indebite compensazioni di vari tributi con crediti IVA inesistenti, per importi consistenti.
Numerose le fattispecie penali-tributarie contestate ai tre responsabili, due amministratori di diritto ed uno di fatto (l'imprenditore campano).
Per ultimo, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica di Parma, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, delle disponibilità finanziarie della società e di quelle riconducibili al predetto soggetto, fino alla concorrenza dei tributi evasi, pari ad oltre 833.000 euro.
I militari hanno così proceduto al sequestro di quattro beni immobili ubicati nei comuni di Fontevivo (PR) e Perugia, appartenenti al dominus dell'impresa, nonché al blocco delle partecipazioni societarie allo stesso intestate.
Le suddette operazioni, nel complesso, hanno consentito - al momento - di sottoporre a sequestro beni per un valore stimato di circa 350.000 euro.
L'attività di servizio portata a termine testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza nella lotta all'evasione fiscale a tutela delle entrate dello Stato, nonché il fortissimo impegno profuso dai militari del Corpo affinché i risultati conseguiti in sede investigativa possano tradursi in un concreto ed effettivo recupero erariale.
In effetti, sempre più spesso l'azione delle Fiamme Gialle si traduce nell'acquisizione coattiva di beni nella disponibilità, diretta o indiretta, di soggetti inclini a comportamenti delittuosi, che operano nel settore della c.d. "criminalità economico-finanziaria".
La finalità è quella di contrastare fenomeni evasivi che producono effetti negativi per l'economia del territorio e che ostacolano la normale concorrenza tra le imprese nonché quella di salvaguardare gli imprenditori onesti che rispettano le regole del mercato.
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19-11-2024 Comunicati Ambiente Emilia
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18-11-2024 Comunicati Ambiente Emilia
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18-11-2024 Comunicati Agroalimentare Emilia
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18-11-2024 Comunicati Agroalimentare Parma
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18-11-2024 Comunicati Ambiente Emilia
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15-11-2024 Comunicati Ambiente Emilia
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15-11-2024 Comunicati Lavoro Emilia
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26-11-2024 Salute e Benessere
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09-11-2024 Cucina
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07-11-2024 Lavoro
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Di Eva Bergamo(Quotidianoweb.i... Leggi tutto
26-10-2024 Salute e Benessere
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19-10-2024 Salute e Benessere
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15-10-2024 Salute e Benessere
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14-10-2024 Salute e Benessere
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11-10-2024 Salute e Benessere
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07-10-2024 Salute e Benessere
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01-10-2024 Salute e Benessere
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30-09-2024 Salute e Benessere
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30-09-2024 Salute e Benessere
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18-09-2024 Eventi
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28-08-2024 Formazione
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19-08-2024 Salute e Benessere
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Pellegrino, 3 luglio 2024&nb... Leggi tutto
05-07-2024 Energie Rinnovabili
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03-07-2024 Energie Rinnovabili
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24-06-2024 Salute e Benessere
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Torna l’appuntamento con il To... Leggi tutto
24-05-2024 Eventi
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Di Mita Valerio Roma, 15 marzo... Leggi tutto
19-03-2024 Salute e Benessere
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03-03-2024 Salute e Benessere
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Sabato 2 marzo intera giorna... Leggi tutto
15-02-2024 Turismo
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10-02-2024 Salute e Benessere
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A seguito della pandemia da Co... Leggi tutto
17-12-2023 Salute e Benessere
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Appartamento con Eleganti Fini... Leggi tutto
13-11-2016 Vendita immobili
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Signorile Appartamento in Vend... Leggi tutto
13-11-2017 Vendita immobili
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07-11-2017 Vendita immobili
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PIACENZA - 0216 - CAMPAGNA PIA... Leggi tutto
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PARMA - VIA PONTREMOLI A due p... Leggi tutto
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19-07-2016 Vendita immobili
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13-07-2016 Vendita immobili
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11-07-2016 Vendita immobili
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04-07-2016 Vendita immobili
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27-06-2016 Vendita immobili
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08-06-2016 Vendita immobili
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09-05-2016 Vendita immobili
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03-05-2016 Vendita immobili
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24-04-2016 Vendita immobili
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