La storia del nostro erbazzone parte da lontano e prende forma nelle accoglienti cucine di un tempo, quelle con la stufa, spesso la sola della casa, un tavolo di legno massiccio e le rezdore con il grembiule, indaffarate ai fornelli. E' la storia di una cultura rurale e genuina...
Reggio Emilia, 24 maggio 2014 - di Giulia Rossi
C'è a chi piace la parte più croccante e chi preferisce gustarsi tutta la morbidezza del ripieno, quasi sempre scottandosi la lingua. Solitamente la sua fisionomia ricorda quella rigorosa di un rettangolo, ma c'è chi a volte la "fuieda" la stende in una teglia tondeggiante. Ha un manto color biscotto, ma il suo sapore è decisamente salato. Il suo profumo è inconfondibile e, se chiudiamo gli occhi, ci proietta in un baleno indietro nel tempo, quando le nostre nonne decidevano di farci una sorpresa per cena ma noi, ancor prima di arrivare in cucina, avevamo già intuito cosa ci saremmo trovati nel piatto di lì a poco.
Se non l'avete ancora capito, stiamo parlando dello "scarpasoun", l'erbazzone per chi non mastica troppo bene il dialetto reggiano. Inimitabile, appetitoso, unico. Unto al punto da leccarsi le dita.
LA CONGREGA DELLO SCARPASOUN.
A Reggio Emilia la sua fama lo precede, quindi non ha bisogno di troppe presentazioni; fuori dai confini dell'esagono tuttavia, non tutti ancora hanno avuto il piacere di assaggiare questa chicca della gastronomia locale. Ed è proprio con lo scopo di far arrivare la nostra torta salata sulle tavole dei cittadini di tutto il mondo, che in questi giorni è nata la "Congrega dello Scarpasoun", un un'associazione culturale, presieduta da Alice Benassi, (socia dell'azienda Nonna Lea), che ha radunato un gruppo di appassionati della buona cucina emiliana, per promuovere il nostro l'erbazzone.
E quest'anno saranno proprio loro, i nuovi ambasciatori del gusto reggiano, il principale cuore pulsante della "Sagra dello Scarpasoun", la tradizionale festa in onore del re delle tavole reggiane, in programma sabato 7 e domenica 8 giugno, a Montecavolo.
Anche per l'edizione 2014 in cartellone sono previsti giochi, laboratori per grandi e piccini, tanta musica e il mercato contadino. Neanche a dirlo, il protagonista indiscusso delle due giornate sarà sempre lui: lo scarpasoun, da gustare a tutte le ore, anche per una buona causa. Il ricavato infatti sarà devoluto all'Istituto ricerche farmacologiche Mario Negri.
Sagra dello scarpasoun immagine tratta dalla pagine facebook dell'evento
IL NOME E LA STORIA DELLO SCARPASOUN.
Ma qual è stato il passato dello scarpasoun, prima che diventasse "famoso"? E come lo cucinavano le nostre nonne?
La storia del nostro erbazzone parte da lontano e prende forma nelle accoglienti cucine di un tempo, quelle con la stufa, spesso la sola della casa, un tavolo di legno massiccio e le rezdore con il grembiule, indaffarate ai fornelli. E' la storia di una cultura rurale e genuina, di un prodotto nato povero, ma che si è arricchito di generazione in generazione, attraverso preziose ricette che sono passate di madre in figlia, per poi entrare nel nuovo millennio quale piatto ricco e prelibato.
Certo il suo nome dialettale non gli rende giustizia, poiché scarpe e cibo difficilmente sono termini affiancabili, ma c'è una spiegazione: le umili famiglie contadine infatti, per preparare l'impasto dell'erbazzone utilizzavano non solo la parte morbida e verde delle bietole, colte nei campi a partire dal mese di giugno, ma anche il fusto bianco, chiamata "la scarpa" della pianta. Da qui "scarpasoun".
LA RICETTA DELLA NONNA.
La sua preparazione non richiede tanto tempo e nemmeno eccessive abilità in cucina. Ricetta della nonna alla mano, leggiamo che una volta pulite le bietole dalla terra e tagliati i gambi bianchi, che vanno inseriti nell'impasto, perché danno più morbidezza all'erbazzone, si lavano, si strizzano e si tagliano con la mezzaluna. Una volta tagliate, le bietole andranno messe in una teglia assieme a cipolla, aglio, sale e prezzemolo, facendo rosolare il tutto a fuoco lento; mentre in un tegamino a parte vanno fatti soffriggere lardo e pane grattugiato che, una volta raffreddati, si uniscono al precedente composto. Infine, si aggiunge al tutto uovo e Parmigiano Reggiano a volontà.
Anche la "fuieda" è abbastanza veloce da preparare: su un tagliere si impasta la farina con sale, acqua gassata e un po' di latte; poi si stende con il matterello in modo da rendere la pasta abbastanza sottile, e la si sistema in un tegame. E' il momento di versare il contenuto verde nello stampo per poi ricoprirlo con un altro pezzo di sfoglia. Si bucherella la parte superiore dell'erbazzone con una forchetta, qualche fiocco di lardo e il vostro scarpasoun sarà pronto da infornare.
UN INGREDIENTE PUO' FARE LA DIFFERENZA.
C'è un ingrediente speciale che qualifica e distingue il classico erbazzone "cittadino" da quello "montanaro": il riso, che arricchisce il tradizionale scarpasoun di note più dolci e delicate.
Casina, Carpineti, Castelnovo ne' Monti, Felina sono soprattuto queste le valli che per prime hanno visto arrivare sulle loro tavole l'erbazzone direttamente dalla pianura. A condurlo fin sul nostro Appennino sono state proprio loro, le mondine, che per consuetudine avevano il diritto di portare a casa un chilo di riso per ogni giornata di duro lavoro. Così questo ingrediente veniva inserito anche nell'impasto dello scarpasoun, dando vita a una deliziosa variante della vera ricetta.
LA FESTA DI CARPINETI.
All'erbazzone montanaro e al suo "ingrediente segreto" è stata dedicata anche una festa ad hoc, che si svolge ogni anno verso la metà di luglio dal nome: "Lo Scarpazzone in forma", organizzata dall'associazione Carpineti da vivere. Un altro modo per continuare a gustare e tramandare alle nuove generazioni il sapore vero di una tradizione culinaria unica.
Un progetto formativo per far conoscere il valore socio-culturale del francobollo e riscoprire l'antica emozione di un messaggio scritto a mano.
Reggio Emilia, 22 maggio 2014 -
Avvicinare i più piccoli al mondo della "filatelia", questo il progetto "Filatelia e Scuola", promosso da Poste Italiane, nell'ambito del protocollo d'intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione. Scoprire il fascino dei francobolli e la cura necessaria per collezionarli, un percorso che gli alunni di IV della scuola primaria M.L. King hanno realizzato grazie alla lezione di filatelia e alla riscoperta della lettera. Un ritorno al passato e ad emozioni oggi scosciute dai più piccoli, legate alla scrittura di una lettera o al piacere di riceverla. Durante le "lezioni" sono stati consegnati ai partecipanti degli opuscoli illustrati, offerti da Poste Italiane, sulla nascita del francobollo, il suo valore filatelico e la sua struttura. Il percorso formativo è terminato con un laboratorio che ha coinvolto gli alunni della classe 4ª A.
I "piccoli filatelici in erba" sono stati suddivisi in vari gruppi che hanno proceduto a diverse attività: immersione nell'acqua dei francobolli, asciugatura con carta assorbente e collocazione fra le pagine di un libro, pressato con dei pesi, per evitarne l'arricciamento; ritaglio di quelli autoadesivi; suddivisione a seconda dei temi illustrati e inclusione in un album filatelico; ideazione, progettazione e riproduzione grafica di vari modelli di francobolli; scrittura di lettere, apposizione di francobolli sulle buste ed elaborazione di cartelloni.
Il direttore della Filiale di Reggio Emilia di Poste Italiane Biagio Ximenes ha consegnato ai bambini l'attestato di partecipazione al progetto, alla presenza dell'educatrice dell'equipe territoriale Sud del Servizio Officina Educativa del Comune di Reggio Emilia Lorena Chiessi, della Dirigente dell'Istituto Comprensivo "Pertini 1" Anna Maria Corradini e dell'insegnante Lucia Nicolini.
Il progetto, coordinato dal responsabile filatelia dell'Area Centro Nord di Poste Italiane Giovanni Albertazzi e dalla sua collaboratrice Viviana Pancaldi, ha contribuito ad arricchire il piano dell'offerta formativa per gli scolari, accogliendo anche il contributo personale di ogni allievo. Oltre alla conoscenza del francobollo, della sua importante funzione di veicolo di informazioni storiche, sociali e culturali, la classe 4ª A ha riscoperto, in un'era altamente tecnologica, anche l'emozione che si prova a scrivere a mano una lettera o a riceverla; prima dalle parole dei genitori o dei nonni intervistati e poi direttamente: compagni e compagne, infatti, si sono scambiati messaggi d'amicizia.
(Fonte: ufficio Poste Italiane)
Di Chiara Marando – Sabato 24 Maggio 2014
Voi come preferite la colazione?
C’è chi proprio decide di non considerarla, un salto a piè pari verso il pranzo, chi prende solo un caffè, chi si alza prima per gustarsi pane e marmellata, e ancora chi si concede il classico cornetto e cappuccino al bar. Insomma, la nostra colazione tipo, cosiddetta all’italiana, è spesso rivolta al dolce e non tutti amano le varianti salate tanto comuni all’estero. Come si dice in certi casi, però, “tentar non nuoce”.
Già, perché anche gli appassionati del Made in Italy in cucina potrebbero ricredersi sperimentando qualche tocco “ intercontinentale” , come ad esempio un ottimo brunch: un mix gustoso che fonde il pranzo con la colazione, un pasto unico ideale per una domenica rilassante in cui desideriamo coccolare il nostro palato con spuntini dolci e salati, oppure per un incontro originale con gli amici.
Ma quali sono i segreti per un brunch a regola d’arte?
Il primo passo è allestire la scena perfetta per far risaltare le leccornie che cucinerete, pertanto la cura dei dettagli e la semplicità della tavola sono due elementi fondamentali. Ricordatevi che state organizzando qualcosa di piacevolmente rustico e qualche fiore per completare il quadro di colori non guasterebbe. Poi passiamo alla scelta ed alla preparazione del menù, un lavoro che vi porterà via un po’ di tempo, quindi rilassatevi e non abbiate fretta, tutto risulterà molto più semplice ed anche saporito.
Per quanto riguarda il dolce non possono mancare i soffici Pancakes, da gustare con varietà di marmellate e miele, i Muffin, i classici cereali e muesli, le torte casalinghe come quelle per il the oppure le crostate, tanta frutta fresca o macedonia, yogurt, ed infine l’immancabile e ben fornito cestino del pane.
Ed ora veniamo al salato. La tradizione intercontinentale vuole che si preparino le uova strapazzate con il bacon croccante, un piatto di verdure crude da sgranocchiare tra una chiacchiera e l’altra, le salsicce al cognac, sandwich a volontà, salumi misti, ed ancora toast, sformatini di verdura, sfiziosi salatini e mini quiche magari con pancetta.
Inutile dire che tutto questo deve essere accompagnato da abbondanti varietà di bevande come the, succhi di frutta, caffè lungo, latte ed, ovviamente, acqua a volontà.
Per farvi venire qualche idea golosa, e l’acquolina in bocca, provate a farvi ispirare da qualche ricetta cliccando qui oppure anche qui
Convinti? Allora, la prossima domenica di che brunch sarete?
Giovedì 22 maggio, ore 8.00 davanti al duomo di Fidenza consegna della "bisaccia del pellegrino" con i prodotti tradizionali del menù francigeno del territorio emiliano attraversato dall'antica via che univa Canterbury a Roma -
Parma, 19 maggio 2014 -
Arrivano in Emilia Romagna i giornalisti-pellegrini che, partiti il 6 maggio dal passo del Gran San Bernardo, si dirigono verso Roma, percorrendo l'antica via Francigena sul suolo italiano per promuoverne l'immagine in vista di Expo' 2015. L'iniziativa, promossa da Radio Rai e da "Civita", associazione che opera sul territorio per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese, si propone di valorizzare l'antico percorso che univa Canterbury a Roma, tramite il programma radiofonico "Francigena 2014, l'Europa a piedi verso Roma: la bisaccia del pellegrino", condotto da Sergio Valzania, vice-direttore di Radio Rai, affiancato da rappresentanti di radio europee che si alterneranno settimanalmente lungo il percorso di circa mille chilometri, che si concluderà a Roma il 16 giugno.
All'iniziativa collabora Coldiretti tramite Campagna Amica, che metterà a disposizione i prodotti per riempire la "bisaccia del pellegrino" consegnata ai giornalisti-camminatori. Il programma radiofonico sarà, infatti, occasione per far conoscere anche le numerose tipicità agroalimentari dei territori attraversati dalla Francigena e riconducibili ad un "menù francigeno", individuato con una mappatura delle specialità alimentari tradizionali lungo il percorso degli antichi viaggiatori.
Per il percorso dell'Emilia Romagna, la bisaccia sarà riempita con pane artigianale cotto a legna, Parmigiano Reggiano Dop, pancetta piacentina, culatello di Zibello Dop, caciotta di Sassalto bio, Spongata e albana passito di Romagna Docg.
La bisaccia sarà consegnata ai giornalisti giovedì 22 maggio alle ore 8.00, a Fidenza nella piazza del duomo.
In Emilia Romagna i giornalisti-camminatori sono entrati lunedì 19 maggio, a Piacenza, provenienti da Orio Litta in provincia di Lodi e percorreranno la Francigena fino a Fornovo da dove passeranno venerdì 23 maggio diretti in Toscana.
(Fonte: ufficio stampa Coldiretti Parma)
Il concorso Miss Italia 2014 torna in terra reggiana con le sue selezioni. Il prossimo appuntamento è fissato Domenica 18 Maggio al Prestige di Via Che Guevara.
Reggio Emilia, 17 maggio 2014 -
Un evento imperdibile che ogni anno chiama tutto lo staff di Miss Italia per una serata da star... o meglio da miss, durante la quale a verrà eletta la nuova Miss Prestige 2014
La manifestazione di domenica al Prestige (il noto locale degli aperitivi) inizierà alle 18.00 con un Dj Set. Alle 19.00 l'aperitivo e subito dopo il via alla selezione di Miss Italia, il tutto in una serata che avrà come filo conduttore il consueto stile Miss Italia, fatto di eleganza e di buon gusto,dove oltre alla fascia di Miss Prestige 2014 valida per l'accesso alle finali regionali, si assegneranno i titoli di Miss Rocchetta Bellezza, Miss Wella Professionals e Miss Liceo 2014.
Per informazioni sulla partecipazione basta telefonare a Mirka Fochi responsabile regionale del Concorso Miss Italia, ai numeri 0521 64.72.75 o 331.81.61.523 oppure inviare un' e.mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Fonte: ufficio stampa Miss Italia)
100 appuntamenti fra cultura, spettacoli, musica, arte e animazioni, aperti anche negozi, musei e monumenti. Giuliano Palma in concerto alle 24 in piazza Grande -
Modena, 16 maggio 2014 -
Sabato 17 maggio, dal tardo pomeriggio a notte inoltrata, torna "Nessun dorma". La versione modenese della "notte bianca", in contemporanea con la Notte europea dei musei, propone anche quest'anno in centro arte, musica, parole, teatro e danza, parate, artisti di strada, iniziative culturali, e a mezzanotte in piazza Grande il concerto di Giuliano Palma. I modenesi troveranno aperti monumenti, biblioteche, chiese e negozi (anche il Mercato Albinelli con degustazioni di prodotti tipici), musei e gallerie con le mostre in corso e animazioni (il programma completo è on line a www.comune.modena.it/nessundorma).
Si potrà fare musica fino alle 2 del mattino e si potranno servire cibi e bevande fino alle 3 nelle aree interessate dagli eventi. Agli esercizi coinvolti è stata inviata una lettera che raccomanda correttezza e rispetto delle norme riguardo, tra l'altro, alla somministrazione di alcolici con particolare attenzione ai minori, e alla moderazione dei volumi della musica, che si chiede siano abbassati in modo significativo dopo l'una.
A Palazzo dei Musei tante iniziative: a cura della Soprintendenza itinerari nel segno dell'imperatore Augusto nel bimillenario e scoperta del Lapidario Estense anche con uno speciale gioco dell'oca ("Alea iacta est"); a cura dei Musei civici cantastorie italiani e africani e uno spettacolo ispirato alle corti andaluse (collegati alla mostra "Strade"); dalle 18 alle 23 ogni mezz'ora si "svela" l'Archivio storico. In piazza Sant'Agostino, che ospita performance, alle 21 con Civibox parte l'invasione digitale: un invito a visitare i musei, scattare foto con gli smartphone e condividere con i social network. A Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) il Museo della Figurina con la Galleria civica, oltre alle mostre, propone alle 18 la sfilata di moda "EcoFashion show" a cura di studenti del Deledda. e del Venturi. Aperte la Galleria civica (con la Palazzina dei Giardini), e la biblioteca Delfini, che dalle 18 vedrà incontri, reading poetici, giochi e fiabe animate. Telescopi e animazioni ai Giardini, con attività anche all'Orto botanico; in piazza Mazzini esibizioni di scherma, in piazzale Torti aperitivi olfattivi e canzoni dai balconi, in piazza Matteotti Festa della Croce Rossa con animazioni e, al Mo.mo, laboratori e letture; nel cortile San Geminiano "Off garden con live e dj set; in largo Porta Bologna l'Orchestra immaginaria; in San Barnaba aperitivo letterario.
In piazza XX settembre musica live con Picca e rock e swing jazz band, in largo San Giorgio baby dance e spettacoli di scuole di ballo Uisp (alla Manifattura tabacchi l'Arci propone l'Hip hop), e al Teatro Tempio bio aperitivo e musica.
Al Mef ingresso scontato fino alle 23 ed esposizione gratuita della nuova Ferrari California T nel piazzale. Dalle 18 al Teatro delle Passioni, Street art con Aris e Reqva che creano opere dal vivo sui muri, a cura di Icone e D-406 Fedeli alla linea. Al Teatro Storchi alle 21 si presenta, con la partecipazione degli attori, il nuovo progetto di Ert a cura di Claudio Longhi: "1915 – 1918". A seguire, alle 22, va in scena, accompagnato da musiche dal vivo, Giuseppe Cederna con "L'ultima estate dell'Europa. Il sublime e l'orrore". Al Teatro Comunale, a pagamento, alle 21 "Ballet mainz – Cenerentola". Iniziative tra visite e musica al Salotto Aggazzotti, alla Società del Sandrone, alla sede di Grandezze e meraviglie e all'ex cinema Principe. Alla Sala Truffaut, a pagamento, film della rassegna "Spazio aperto".
Si potrà visitare Palazzo ducale prenotando (iatmo@ comune.modena. it); ingresso libero alla Ghirlandina e a Palazzo Comunale. Tutto il centro sarà animato da artisti di strada, mangiafuoco e spettacoli itineranti, fra cui le "Invasioni lunari". In piazza Grande, a inizio serata esibizione della Banda cittadina e quindi la festa di chiusura a mezzanotte con il concerto di Giuliano Palma offerto da Confindustria Modena (in caso di pioggia il concerto si svolge al Palasport).
Per raggiungere il centro dalle 20 alle 2 due navette gratuite, con corse ogni 10 minuti, porteranno dal Parcheggio del parco Ferrari in via Emilia Ovest a S. Agostino, e dal Palasport (via Divisione Acqui) a largo Garibaldi. Al Novi Park si parcheggia con un euro dalle 20 alle 6.
"Nessun dorma" è organizzata dall'assessorato alla Cultura del Comune, con il contributo della Fondazione cassa di risparmio di Modena, il sostegno di sponsor (Confindustria Modena, Banca popolare dell'Emilia Romagna, Piacere Modena), la collaborazione di Modenamoremio, Modena Parcheggi, e delle associazioni Confesercenti, Ascom Confcommercio, Lapam e Cna). Partner il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Provincia di Modena, l'Università di Modena e Reggio Emilia. Media partner Radio Bruno.
(Fonte: Ufficio Stampa del Comune di Modena)
La festa del quartiere Buco del Signore o "delle lenzuola", com'è stata rinominata in memoria del bucato steso nel dopoguerra tra i campi verdi della borgata -
Reggio Emilia, 17 maggio 2014 - di Giulia Rossi
Lenzuola candide stese all'aria fresca, tavoli di legno ben disposti in piazzetta, pensionati che raccontano ai nipoti i ricordi di un tempo passato e una "rezdora" col grembiule bianco che cucina il gnocco fritto. La festa del quartiere Buco del Signore o "delle lenzuola", com'è stata rinominata in memoria del bucato steso nel dopoguerra tra i campi verdi della borgata, me la ricordo così: semplice ma genuina, caratteristica e ricca di valori autentici.
ULTIMA EDIZIONE PER LA FESTA DELLE LENZUOLA. Tuttavia, l'edizione 2013 di questa ricorrenza, che da anni si festeggia a fine maggio, nel borgo di via Guicciardini, un tempo cuore del vecchio quartiere, è stata l'ultima. La causa? Soprattutto l'assenza di forze economiche. La notizia è apparsa sulla pagina Facebook dell'evento e ci è stata confermata da uno degli organizzatori, l'amministratore del Centro Sociale Buco Magico, Umberto Baracchi, il quale senza mezzi termini ha affermato: "Ormai è deciso, 'la festa delle lenzuola' non si farà. Il Comune di Reggio non ha potuto o voluto darci dei fondi quest'anno per supportare le spese dell'organizzazione della manifestazione, e noi come Circolo non possiamo sobbarcarci un onere così gravoso. Ci dispiace, ma preferiamo spendere soldi per i nostri soci, piuttosto che investirli in un'impresa che molto spesso non ci dà ritorni economici".
Insomma: niente risorse, niente festa. Ma per chi vedeva quell'evento come un buon motivo per rievocare e tramandare la Storia e le storie della gente che abitava nel borgo, oggi quartiere popolato da famiglie giovani, questa notizia è un boccone amaro da mandar giù.
foto tratta dalla pagina Facebook dell'evento
UN LIBRO SUL BUCO DEL SIGNORE. E' il caso di Anzio Arati, classe 1948, nato e cresciuto nel vecchio borgo e oggi dirigente della società sportiva Falk del quartiere. Con occhi commossi e voce pacata ci racconta che questo pezzo di città è per lui anche un pezzo di cuore, dove hanno abitato i suoi genitori e dove ora abitano i suoi figli. Spinto dall'amore che lo lega al suo territorio ha deciso nel 2010 di scrivere un libro sulla storia del Buco del Signore, dal titolo "Il vero Buco". Lo ha fatto tutto d'un fiato, grazie anche alla collaborazione di tanti del posto che sono andati alla ricerca di vecchie fotografie impolverate, dimenticate in soffitta, e aneddoti, raccontati in dialetto che si erano smarriti in un angolo della mente. Lo scopo è riuscire a fermare su carta un vero e proprio patrimonio storico e culturale. Un vero tesoro, per chi verrà.
IL NOME DEL QUARTIERE. Chiediamo ad Anzio come mai il quartiere sia stato chiamato con un nome tanto curioso come "Buco del Signore", per molti forestieri causa, almeno una volta, di qualche risata maliziosa. Con stupore impariamo che dietro l'apparente goliardia si cela un'origine nobile e medievale. In pochi lo sanno infatti, ma il quartiere di oggi è frutto di una storia millenaria fatta di Signori, feudi e corsi acqua. Facciamo allora un passo indietro.
Sigismondo d'Este, figlio della sua terza moglie Ricciarda di Saluzzo e del marchese Nicolò d'Este, nel 1465 fu nominato Luogotenente generale in Reggio dal fratello duca Borso, allora regnante. Il "Signore", poiché i suoi feudi avevano bisogno di acqua per irrigare i campi, chiese e ottenne la concessione di una derivazione d'acqua dal canale del Secchia. L'acqua veniva prelevata attraverso una sorta di bocca ricavata in una lastra di pietra murata, un "buco" di proprietà del feudatario. L'acqua, così ottenuta veniva immessa nel preesistente canale "degli Umiliati", il quale fu trasformato nel canale del Buco del Signore. Ecco dunque svelata la dicitura. Assieme al canale venne poi costruito anche un mulino, detto "degli Stagni".
LA BORGATA. Si può dire che sia iniziata da qui, attorno alle sponde di questo canale, la storia del Buco vecchio, una borgata fatta di campi e di strade sterrate, di famiglie unite, di antiche tradizioni tramandate di padre in figlio.
I RICORDI. Ed è proprio in questo borgo che Anzio è nato 66 anni fa. Lì sono custoditi i suoi ricordi più belli ma anche quelli più dolorosi: "La casa dove ho mosso i primi passi, era incastonata nella prima fila di abitazioni dell'antica borgata, tra un wc e l'altro. Sì, perché il bagno in casa era un lusso che in pochi potevano permettersi, così venivano ricavati dei gabbiotti con all'interno delle turche di colore scuro, per camuffare un po'...Come carta igienica, venivano usati fogli di giornale, divisi in quattro parti, poi appesi al muro fatiscente gabbiotto con un chiodo. Oggi sembra una follia, ma negli anni '50 la norma era questa. Anche il cibo, nel primo dopoguerra scarseggiava: avere a cena dentro il piatto polenta e passeri era un sogno, così noi ragazzi ci eravamo specializzati nella caccia di uccellini. Ci arrampicavamo sugli alberi, rubavamo i piccoli o mettevamo le trappole per gli adulti. Nei periodi di siccità, quando non si poteva pescare nel canale, erano le rane e le lumache ad avere la peggio. Per noi ragazzi tutto questo era visto come una conquista. Un po' come giocare a "infilzare" con le aste di ferro degli ombrelli i topi di fogna che "popolavano" le nostre cantine. Ricordo che occorreva sempre dare uno strattone alla porta per spaventarli, prima di aprirla ed entrare", racconta Anzio con un sorriso.
"Insomma.. diciamo che la mia infanzia non è stata facile: c'era molta miseria dopo la guerra. Noi ragazzini non avevamo i pantaloni lunghi, i nostri calzoncini erano corti e senza fodera, così lo strofinio della lana grezza sulla pelle, irrigidita dal freddo, ci provocava fortissime irritazioni alle gambe. Erano i tempi del "pret a let", delle pezze sui gomiti, e del ghiaccio sui vetri", ci spiega Arati.
LA VITA DEL BORGO. "Nonostante questa penuria però, la vita in quella borgata era bella perché era vissuta come una comunità unita: il problema di un singolo era il problema di tutti, la disgrazia del singolo, era la disgrazia di tutti. Si viveva gli uni nella casa degli altri. Per questo nessuno chiudeva mai la porta a chiave. Tutti però entravano chiedendo sempre 'permesso'. Il modo di vivere di allora si basava su stima, onestà e serietà. Sui valori veri, un tempo espressione della quotidianità. Per questo, nonostante i sacrifici della guerra e la miserie, qualche anziano sostiene oggi che 'si viveva peggio ma sicuramente era molto meglio allora'", conclude Arati.
La borgata del Buco era fatta di realtà e persone semplici: il fornaio, il Sali e Tabacchi, il negozio di alimentari, il fruttivendolo, la macelleria, l'osteria Fantini "da Giana e Dante", poi diventata "da Amerio", principale punto di ritrovo per quelli del Buco. Qui ci si trovava a giocare a briscola, si mangiava il gnocco fritto, rigorosamente accompagnato da un buon bicchiere di lambrusco. C'era Renzo il barbiere, padre di Anzio, con il suo motto ricorrente "barba o capelli?", il vecchio caseificio costruito nel 1800, la nuovissima scuola elementare comunale, costruita nel 1948, con i suoi studenti col grembiule nero per i maschi e bianco per le femmine. C'era la "lattivendola" Vilma Severi che in bicicletta portava spensierata il latte agli abitanti del Buco. Ma soprattutto c'erano i "bugader": una numerosissima famiglia di lavandai e lavandaie. I Vacondio, per la precisione, i quali quotidianamente, con un carretto trainato da un somaro, portavano a lavare la biancheria sporca della città e la riportavano ai proprietari una volta linda. Nelle foto dell'epoca, il bianco delle lenzuola stese al vento spiccano sull'erba verde dei campi. In mezzo a questo borgo passava la strada provinciale per Scandiano, uno snodo molto importante. Ma fuori da questa "piccola Repubblica" c'era solo un mare di campi di papaveri.
foto d'epoca del Borgo tratta dal libro di Anzio Arati
LA TRASFORMAZIONE. Ben presto però, anno dopo anno, parallelamente al progresso economico, la borgata ha aggiunto particolari alla sua cartina topografica: vengono disegnate case, fabbriche, strade e ponti. Tra gli anni '60 e '70 il quartiere si allarga subisce una trasformazione radicale, sia nella sua fisionomia, sia nelle abitudini dei suoi abitanti. Sono infatti i tempi della televisione, dei vinili e dei pantaloni 'a zampa'. Ormai in molti possiedono un'automobile, ma l'arrivo dell'autobus linea 3 alla fermata del Buco, è stato un evento immortalato da tutti gli abitanti del posto.
Sono questi gli anni in cui il quartiere avrà finalmente anche la sua chiesa, quella di Sant'Anselmo da Lucca, a capo della quale andrà un uomo molto amato: don Paolo Merli.
Con il passare del tempo e delle mode insomma, il Buco si cambia d'abito. I bambini di ieri sono diventati i padri di oggi. Così, verso gli anni '80 si sentirà la necessità di costruire anche una nuova scuola elementare, la Martin Luther King. In cantiere anche la ristrutturazione del Centro Sociale Buco Magico, l'edificazione del nuovo supermercato Conad, la Casa di riposo Villa Primula e il carcere "la Pulce", in via Settembrini.
Negli anni '90 la vecchia chiesa di Sant'Anselmo è stata radicalmente abbattuta, mattone dopo mattone, sotto gli occhi commossi di molti abitanti, per dare vita a un edificio più ampio che potesse accogliere un numero di fedeli sempre in crescita.
"ADDIO VECCHIO CANALE". Ormai, il vecchio canale del Buco, per secoli il silenzioso testimone di un'epoca in bianco e nero, ormai non serviva più. L'espansione urbana e la riqualificazione del territorio, hanno deciso di cancellarlo. Inizia così nel 1981 la sua definitiva cementificazione .
Siamo nel 2014, e oggi molti abitanti storici del vecchio Buco non ci sono più; altri si sono trasferiti in differenti zone di Reggio; qualcuno ha messo su famiglia e ha deciso di restare nei prati di casa. Ognuno di loro però, vive nei ricordi racchiusi per sempre nelle pagine della storia del Buco, un borgo che oggi, è profondamente cambiato, assumendo i connotati del nuovo Buco. In alcune sere di maggio però, chiudendo per pochi istanti gli occhi, per chi ha l'olfatto raffinato e una fervida immaginazione, è ancora possibile sentire il profumo del sapone di Marsiglia.
foto tratta dalla pagina Facebook dell'evento
Ligabue fa omaggio al Comune di una colonna sonora originale che accompagnerà i visitatori nel nuovo Museo, progettato dall'architetto Italo Rota e inaugurato in questi giorni -
Reggio Emilia, 15 maggio 2014 - di Ivan Rocchi -
"Mi era stato chiesto di realizzare una sorta di colonna sonora per il nuovo Palazzo dei Musei della mia città. L'idea mi è piaciuta fin da subito. E' un omaggio che spero sia gradito e soprattutto possa rendere ancora più intensa l'esperienza per i visitatori". Luciano Ligabue non ci ha pensato un attimo ad accogliere l'invito del Comune di Reggio. E così ha composto i tre brani strumentali "Edison", "Di passaggio" e "Sotto il cielo di Reggio", ispirati e dedicati al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia. Le composizioni sono il dono del rocker alla città e al Comune.
"Ligabue ha accolto la nostra proposta con entusiasmo – ha detto l'assessore comunale ai Progetti speciali, Mimmo Spadoni -: ci fa grande piacere e gli siamo grati per questo. Può essere un bellissimo inizio per un impegno collettivo a sostegno del sistema dei Musei civici, in termini di tempo, idee, talenti, donazioni, oggetti e storie illustri o cosiddette minori".
I brani di Ligabue verranno presentati e diffusi negli spazi del Palazzo di via Spallanzani in occasione della Notte dei Musei, dalle ore 21.00 di sabato 17 maggio alle 02.00 di domenica 18 maggio. Le tre composizioni daranno il benvenuto al pubblico e lo accompagneranno nella visita dalle collezioni storiche e dei nuovi allestimenti elaborati dall'architetto Italo Rota. Da domenica i visitatori potranno ascoltare la colonna sonora al terzo piano nei nuovi spazi della Manica Lunga.
Nelle prossime settimane la colonna sonora si trasformerà in una vera e propria installazione acustica, integrata con i nuovi spazi e gli oggetti in mostra. E diventerà una delle 365 Storie raccolte nello spazio espositivo "For inspiration only".
In occasione della "Notte dei Musei", visite guidate alla mostra "La biblio dei records" e tributo a Freak Antoni -
Reggio Emilia, 17 maggio 2014 -
Sabato 17 maggio in tutta Italia sarà la "Notte dei Musei", apertura serale straordinaria degli oltre 400 musei statali fino a mezzanotte.
Per l'occasione, il Museo "Il Correggio" e la biblioteca comunale "Giulio Einaudi" propongono "Not(t)e di copertina", due visite guidate alla mostra la "Biblio dei records", attualmente allestita al museo e che ripercorre la storia della musica degli anni Settanta e Ottanta attraverso le indimenticabili copertine degli LP che hanno segnato l'epoca e che appartengono alla preziosa collezione del catalogo della biblioteca.
Durante le visite guidate, condotte da Graziano "Ciano" Marani e Cesare Parmiggiani, è in programma anche uno speciale tributo a Roberto Freak Antoni, leader degli Skiantos, recentemente scomparso, legato a Correggio già dall'amicizia con Pier Vittorio Tondelli.
Le visite guidate – a numero limitato, massimo 35 persone – si svolgeranno alle ore 17,30 e alle ore 21,30.
Info e prenotazioni: biblioteca comunale "Giulio Einaudi", tel. 0522.693296.
(Fonte: Ufficio stampa Comune di Correggio)
Il convegno in programma sabato 17 maggio alla Sala LEA a Marzaglia. Iniziativa organizzata dall'editore modenese Andrea Ferrari che ha edito il volume, relatori personalità di spicco ed esperti dei vari ambiti -
Modena, 15 maggio 2014 -
Un libro e un convegno su un tema di scottante attualità come il femminicidio. Un appuntamento importante aperto a tutti con relatori noti ed esperti dei vari ambiti, per trattare della violenza di genere sotto diversi aspetti e con diversi punti di vista.
Sabato 17 maggio a partire dalle ore 9, presso la sala convegni LEA (Laboratorio di Educazione Ambientale) del Polo Ambientale di Marzaglia in strada Pomposiana 292 a Marzaglia Nuova di Modena, si svolgerà il convegno "Libertà, questa sconosciuta – Femminicidio o liberticidio?". Il convegno prende spunto dal libro di vari autori "Femminicidio o Liberticidio? – Cosa fare dopo la violenza" edito dalla casa editrice modenese Andrea Ferrari Group S.r.l. editoria d'avanguardia socialmente responsabile. L'organizzazione scientifica del convegno è a cura della Dott.ssa Maria Clotilde Pettinicchi – medico-psichiatra, criminologo clinico e psichiatra forense, psicoterapeuta della famiglia e della coppia – con la collaborazione dell'editore Andrea Ferrari e dell'Associazione Onlus ESCOMARTE di Pietro Paganelli.
Per l'occasione saranno messe in vendita 100 copie numerate a mano del libro in edizione limitata, e 2 euro sul prezzo complessivo del volume saranno donate per ogni copia venduta alla cooperativa che ospita l'evento.
I relatori
Il convegno inizierà alle ore 9.00 con i saluti delle Autorità presenti – Senatrice Mariangela Bastico e il Vice Prefetto Dott. Mario Ventura – e degli organizzatori – Dott.ssa M. C. Pettinicchi e Andrea Ferrari. A seguire la I sessione moderata dal Prof. Ivan Galliani (professore associato e docente di Criminologia e di Psicopatologia forense dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Modena e Reggio Emilia), con interventi di Pettinicchi e Ferrari ("La violenza di genere e presentazione del libro"), Ventura ("Esperienza del tavolo prefettizio in merito alla violenza di genere"), Dott.ssa Rosalba Casella direttrice della Casa Circondariale di Modena ("Esperienza carceraria sulla tipologia dei reati violenti"), un ufficiale in rappresentanza dell'Arma dei Carabinieri ("Esperienza di intervento nei casi di violenza di genere").
Break dalle 11.00 alle 11.30 con Question Time. Alle ore 11.30 al via la II sessione moderata dalla Dott.ssa Nora Marzi psicoterapeuta e responsabile del Servizio Psicologia Area Nord Modena, con interventi della Dott.ssa Angela Miccichè psicologa socia fondatrice del Centro antiviolenza DonneInsieme – Sandra Crescimanno di Piazza Armerina in provincia di Enna ("Esperienza del Centro antiviolenza Donneinsieme"), del Dott. Paolo Boschetti dirigente psicologo del servizio di psicologia clinica del Dipartimento di Salute mentale di Modena ("Esperienza di una violenza di genere durante un terremoto, manifestazione violenta della natura"), della Dott.ssa Amanda Zanni psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale consulente Centro Ascolto Donne in Difficoltà Comuni del Distretto Ceramico modenese ("Esperienza dell'operatività istituzionale nelle violenze di genere culturalmente motivate").
Alle ore 12.40, tavola rotonda condotta dalla Dott.ssa Pettinicchi "Discorrendo di lavoro e libertà. Esperienze di vità e progettualità" a cui interverranno diversi operatori del sociale, il Dott. Loris Anzanello libero professionista e consulente aziendale di Sassuolo e il Dott, Pietro Paganelli biologo pittore e presidente di ESCOMARTE. Alle ore 13.15 saluti di Andrea Ferrari editore e della Dot.ssa Pettinicchi e chiusura del convegno.
Nella sede della cooperativa che ospiterà il convegno saranno in mostra i dipinti di Pietro Paganelli, che ha illustrato il libro "Femminicidio o Liberticidio? – Cosa fare dopo la violenza" edito dalla Andrea Ferrari Group S.r.l con opere pittoriche che si sono rivelate efficaci nel trasmettere l'intensità emotiva delle violenza descritte.
La partecipazione al convegno è gratuita, per ulteriori informazioni visitare il sito www.andreaferrarigroup.eu
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