Di Chiara Marando – Sabato 01 Marzo 2014
Se amate il pesce di fiume, la buona cucina e l’aria di montagna allora oggi parliamo del posto giusto. Siamo ad Albareto, in provincia di Parma, una location immersa nel tranquillo abbraccio della natura, un contatto rigenerante che regala piacevoli sensazioni di benessere. E’ qui che la Famiglia Ferrari porta avanti da generazioni l’idea del nonno, una realtà che unisce la passione per il territorio, la dedizione verso il proprio lavoro con tanta intraprendenza ed energia.
L’Agriturismo La Peschiera è un luogo incantevole dove poter soggiornare, gustare ottime specialità e addirittura praticare la pesca sportiva con tutta l’assistenza necessaria. Già, perché qui una delle attività principali è l’allevamento di Trote, Salmerini e Storioni , grazie alle limpide acque amiche del torrente Lecora. Prelibatezze che non solo vengono vendute a coloro che vogliono portare a casa un prodotto d’eccellenza, ma anche utilizzate per preparare gustose pietanze da assaporare nel ristorante dell’agriturismo. In cucina ci sono lo chef Franco e l’insostituibile Stefano, mentre la sala è il regno di Fabiana che si occupa di accogliere i clienti e gestire al meglio il servizio.
Ed ora “mettiamo i piedi sotto la tavola” e parliamo di quello che si può scegliere per coccolare il palato. Se partiamo con l’antipasto ricordiamoci che c’è un intero menù da consultare quindi attenzione a non esagerare perché il Tris Peschiera è tutt’altro che scarso: Mousse calda di Trota, Insalata di Trota affumicata con cipolla e Salumi misti. I Primi sono un tripudio di bontà che spazia dal pesce alla terra con leccornie come i Gigli al sugo di Trota, Lasagne alla Trota, Tortelli ripieni di Trota o Erbetta, e ancora Pansotti alla Genovese con sugo di noci e, quando la stagione lo consente, Tagliolini con i Prugnoli.
Passiamo ai secondi dove la Trota viene proposta in succulente varianti: fritta in pastella di birra, con Pistacchio di Bronte e mandorle tostate, alla Genovese con pesto e pomodorini, alle Castagne, e la versione più estiva con pomodori, olive e capperi. Chi ama la leggerezza potrà sceglierla cotta alla griglia oppure al vapore, mentre i più temerari sfideranno il goloso Fritto di Montagna con Trotelle del bracconiere e funghi fritti, che già dal nome promette battaglia.
Si sa, con la pancia piena ci si sente molto meglio, e dopo un pasto abbondante non c’è nulla di più rilassante che un po’ si sano riposo all’ombra di qualche albero secolare o comodamente sdraiati nel prato antistante il lago, accarezzati dalla frizzante brezza di montagna. I mesi migliori per visitare questo angolo da fiaba sono quelli dove il clima è più benevolo, e visto che la Primavera si sta avvicinando a grandi passi direi che si può già programmare un weekend fuori porta…diciamo un premio dopo il lungo e freddo Inverno.
Agriturismo La Peschiera
Località Casa Re, 182 – 43051 Albareto (PR)
Tel. 0525 999453
Cell. 3667316228
A disposizione 7 milioni di contributi per acquistare l'abitazione. L'assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli: "è un tassello dell'azione regionale per costruire la filiera dell'abitare puntando a favorire l'accesso alla prima casa di proprietà" -
Bologna, 26 febbraio 2014 –
Nuovo bando regionale 'Una casa per le giovani coppie e altri nuclei familiari' in cui la Regione Emilia-Romagna mette a disposizione per il provvedimento 7 milioni di euro per l'acquisto dell'abitazione. L'intervento, il nono, è stato deliberato dalla Giunta nel corso dell'ultima seduta.
Ad oggi il progetto 'Una casa per le giovani coppie e altri nuclei familiari' (avviato nel 2009) ha consentito in Emilia-Romagna l'acquisto della prima casa a 1142 nuclei con un contributo complessivo della Regione di 24 milioni euro.
Le risorse sono destinate ad erogare un contributo, in conto capitale, per alloggio di 20 mila euro che sale a 30 mila per i soggetti residenti nei comuni della colpiti dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 che acquistano (anche con patto di futura vendita) un alloggio nell'ambito dello stesso Comune di residenza o in uno ad esso contermine ricompreso nell'elenco dei Comuni colpiti. Il contributo può essere incrementato al massimo di 3 mila euro per gli alloggi realizzati con tecniche costruttive che garantiscono l'applicazione integrale dei requisiti di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici e la massimo di 2 mila euro per i nuclei nei quali sia presente almeno un figlio.
«Anche con questa edizione del bando puntiamo a favorire l'accesso alla prima casa di proprietà - ha evidenziato l'assessore regionale alle Attività produttive ed edilizia, Gian Carlo Muzzarelli – è un tassello dell'azione regionale per costruire la filiera dell'abitare. Inoltre ciò significa incidere sulla qualità della vita delle persone, dare loro una speranza in più, contribuire a rendere più solida la coesione sociale ed il sistema emiliano-romagnolo».
Il periodo di collocazione delle offerte degli alloggi è stabilito dal 17 marzo 2014 al 4 aprile 2014 e la data di pubblicazione degli alloggi disponibili è dal 18 aprile. I nuclei interessati potranno sottoscrivere il precontratto dal 18 aprile fino al 21 luglio. I nuclei che risiedono nei comuni delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia i cui territori sono stati interessati dagli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012 possono presentare la domanda di contributo dal 28 aprile al 23 luglio.
Per giovani coppie si intendono nuclei costituiti da coniugi, da nubendi, da conviventi more uxorio o da persone intenzionate a convivere more uxorio, in cui almeno uno dei componenti la coppia abbia non più di 35 anni.
Possono, inoltre, accedere i nuclei costituiti da un solo genitore che abbia non più di 45 anni di età con uno o più figli a carico; i nuclei nei quali almeno uno dei due genitori non abbia più di 45 anni di età e nei quali siano presenti almeno tre figli coresidenti, dei quali almeno uno minore di 18 anni; i nuclei sottoposti a procedure di rilascio dell'alloggio per ragioni diverse dalla morosità; i nuclei assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica per i quali sia stata dichiarata la decadenza per superamento dei limiti di reddito.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
CMB Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, ieri un incontro in Regione: accordo per la Cigs a 262 lavoratori a partire dal 1 marzo prossimo -
Bologna, 25 febbraio 2014 -
Cassa integrazione straordinaria per 262 lavoratori della CMB Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi. È questo quanto definito nel verbale d'accordo siglato in seguito all'incontro che si è svolto ieri a Bologna in Regione tra i rappresentanti delle istituzioni, i vertici della Cmb e i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati di categoria.
Durante la Cigs - che scatterà dal 1 marzo prossimo – i lavoratori interessati verranno sospesi a zero ore e si attuerà una rotazione del personale dove consentita dalle esigenze tecnico-produttive per figure di analoga professionalità. I criteri per la rotazione saranno individuati demandando a successivi accordi con le Rsu. Non sarà interessato dalla rotazione il personale diretto alla produzione soggetto di responsabilità economiche e in materia di sicurezza (come direttori di cantiere, responsabili o addetti alla contabilità).
Le parti hanno, inoltre, convenuto di procedere, su richiesta di una delle stesse, ad incontri periodici di verifica per esaminare l'evoluzione del mercato e la situazione aziendale con particolare attenzione ai livelli occupazionali. Previsti anche incontri periodici, in sede aziendale, per una verifica complessiva in merito all'andamento degli strumenti previsti dall'accordo raggiunto.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La risoluzione presentata da Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) per impegnare la Giunta regionale a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche già esercitate dai Consorzi di bonifica -
Bologna, 25 febbraio 2014 -
"La tragedia, causata dai danni di natura idrogeologica, conseguenti alle precipitazioni che nelle settimane scorse hanno colpito l'intera penisola e, per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, il territorio della bassa modenese, ha messo in luce la totale, evidente inadeguatezza del sistema di prevenzione, manutenzione, monitoraggio, cura del territorio le cui funzioni sono in capo ai Consorzi di bonifica". È quanto si legge nella risoluzione presentata da Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) per impegnare la Giunta regionale a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche già esercitate dai Consorzi di bonifica nei settori che riguardano la difesa del suolo, la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, la prevenzione delle calamità, la tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche, attribuibuendo tali funzioni alle Province o alle Unioni di Comuni.
A sostegno della richiesta, Bignami ricorda come "i Consorzi di bonifica, pensati più di ottant'anni fa per poche, circoscritte opere di bonifica, si siano visti attribuire indiscriminatamente da parte di molte Regioni, compresa la nostra, funzioni di ordinaria gestione del territorio nel suo complesso" e abbiano "inevitabilmente manifestato la loro inadeguatezza sia in termini di funzionalità operativa che di economicità gestionale".
Peraltro, sottolinea ancora Bignami, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione "l'obbligo di corrispondere al Consorzio il contributo di bonifica da parte dei proprietari consorziati sussiste solo quando gli immobili di proprietà traggono dalle opere di bonifica un beneficio diretto e specifico che si traduca in un incremento di valore mentre nella realtà gran parte della contribuenza consortile non risponde a tale condizione ma finisce per scaricare sui proprietari degli immobili opere pubbliche connesse all'ambiente e al territorio cui tutti dovrebbero contribuire in quanto a vantaggio dell'intera comunità".
(is)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Di Chiara Marando – Parma 22 Febbraio 2014
Riuscire ad entrare nel regno di uno chef e poterlo osservare all’opera tra i fornelli è sempre un privilegio. Si riescono a carpire i piccoli segreti, i movimenti rapidi e sicuri di chi conosce ed ama il proprio mestiere, e le tecniche di preparazione che possono trasformare un semplice piatto in una portata da veri gourmet. Se poi a questo si aggiunge che in qualche caso molto fortunato riusciamo anche a portare a casa una gustosa ricetta, il gioco è fatto.
Oggi è Fabio Romani, del Ristorante Romani, a pochi chilometri da Parma, ad aprire le porte della sua cucina, a raccontarsi e preparare per noi un piatto con i profumi del territorio. La location è quella del caratteristico podere di famiglia dall’anima rustica, dove ogni più piccolo arredo testimonia un pezzo di storia e di ricordi. Il menù segue la tradizione parmigiana mantenendo uno stretto legame con le ricette di casa, quelle della nonna. Primi fra tutti i famosi Tortelli di Verza, delicati ma saporiti, poi i corposi Guancialini di manzo, ed ancora i dolci come il classico e intramontabile Budino al cioccolato ed il Semifreddo agli amaretti e cioccolato. Si può dire che Fabio abbia fatto della sua cucina una seconda casa, una vera passione che lo accompagna da sempre. Lui è l’evoluzione del vecchio oste, ama intrattenere i clienti con la sua simpatia ed osservare le reazioni al primo assaggio dei piatti.
La ricetta che ci ha voluto rivelare è semplice ma di sicuro effetto, dal gusto squisitamente avvolgente. Gnocchi fatti in casa con sugo di porri e culatello
Ingredienti:
1 kg di patate vecchie ( farinose e compatte)
200 gr. di farina (oppure fecola e maizena)
1 uovo intero
Sale q.b.
Prepararli è molto semplice, ma attenzione al piccolo tocco da professionista: le patate vanno cotte in forno (1 ora a 160°) lasciandole intere, con la buccia e su una base di sale, così da assorbirne la giusta quantità e rimanere compatte. Una volta cotte pelarle ancora calde, schiacciarle con il passapatate ed aggiungere tutti gli altri ingredienti.
Impastate energicamente fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Dividete l’impasto in tanti filoni dello spessore di 2-3 cm e tagliate i vostri gnocchi facendo attenzione a riporli su una superficie infarinata così che non si attacchino.
Preparare il condimento, poi, sarà molto veloce. Tagliate grossolanamente un porro, fatelo stufare con una noce di burro, aiutandovi con un po’ di acqua di cottura, ed infine aggiungete il culatello tagliato a striscioline. Il salume garantisce già una sapidità perfetta quindi non è necessario aggiungere il sale ma solo un pochino di pepe.
Basteranno pochi minuti perché il tutto sia pronto. Nel frattempo fate bollire i gnocchi in abbondante acqua salata ed una volta cotti aggiungeteli al condimento. Mantecate con l’immancabile Parmigiano e servite ben caldi.
Ristorante Romani
Strada Dei Ronchi, 2 - Vicomero,
43030 Torrile Parma
Tel. 0521 314117
Respinge al mittente ogni critica Luigi Fortunato, direttore generale dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), convocato ieri in audizione dalla commissione Territorio, ambiente, mobilità e scagiona le nutrie -
Bologna, 21 febbraio 2014 -
È "inutile cercare i colpevoli" per la rottura degli argini del fiume Secchia che ha causato l'esondazione nella Bassa modenese, perché da una parte "con 18 milioni di euro all'anno semplicemente non si può fare la manutenzione degli argini", e "l'Aipo non ha l'autonomia di bilancio per poter intervenire in maniera strutturale", e dall'altra "è impossibile garantire in maniera assoluta sicurezza su fenomeni naturali", tanto che solo nella zona coinvolta "ci sono una decina di situazioni potenzialmente pericolose ogni anno".
Respinge al mittente ogni critica Luigi Fortunato, direttore generale dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), convocato ieri in audizione dalla commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Damiano Zoffoli, su richiesta dei consiglieri Silvia Noè (Udc), Giovanni Favia (Misto) e Andrea Leoni (Fi-Pdl). Secondo il numero uno di Aipo, "la situazione della rete idrica è sotto un controllo diffuso e generale, pur in una situazione critica di risorse", e quindi "sorprende la pressione mediatica e la sicurezza nel cercare e trovare responsabili". Semmai, rilancia, dal momento che "la situazione degli argini è nota a tutti gli interessati, a partire dai sindaci" e "l'unico problema è che servono almeno 50 milioni di euro di investimento straordinario", il problema è allora "della politica che non investe sulla difesa del suolo e ogni volta, poche settimane dopo la tragedia, già si dimentica del problema". "La Regione Emilia-Romagna- prosegue Fortunato- incassa soldi per il demanio idrico, li potrebbe utilizzare per manutenzione e sicurezza ma fa anche altre scelte, che io non contesto". Coi "sindaci- prosegue il direttore generale di Aipo- io ci parlo regolarmente" e "dopo la rottura dell'argine partono la caccia al colpevole e la baraonda mediatica". Infine, una sottolineatura: "C'è un aumento preoccupante degli scavernamenti dovuti alla presenza di fauna selvatica, ma non abbiamo mai parlato di una qualche responsabilità degli animali, di cui non c'è prova, tanto meno delle nutrie, che data la loro natura di mammiferi semi-acquatici costruiscono la loro tana all'altezza del livello del fiume".
Cercano però di fare chiarezza, pretendendo numerosi chiarimenti, i consiglieri regionali, a partire in particolare da quelli di opposizione. Giovanni Favia (Misto) chiede "quale grado di criticità Aipo ha segnalato nei giorni precedenti l'esondazione" e lamenta come "in Aipo mancano trasparenza, tanto che nemmeno risulta la geolocalizzazione degli interventi sugli argini, e dialogo, se è vero che più sindaci lamentano l'assenza dei suoi vertici agli incontri istituzionali".
Silvia Noè (Udc) ribadisce che "serve chiarezza sulla prevedibilità dell'evento, perché qua non siamo davanti né ad un terremoto e nemmeno ad una pioggia straordinaria". Noè sottolinea poi come "si dava per scontata la salute degli argini, considerando l'altezza come unica preoccupazione, quando invece la manutenzione dell'alveo manca da anni" e, infine, avverte che "i residenti che chiedevano manutenzione hanno accusato più volte Aipo di non aver collaborato adeguatamente con loro".
Andrea Defranceschi (M5s) è sicuro che "non può essere imprevedibile il crollo di un argine" e sostiene quindi che nel caso dell'alluvione nel modenese "l'esondazione è dovuta alla mancata manutenzione", anche se più in generale "la vera responsabile è la pianificazione urbanistica selvaggia, abbiamo antropizzato troppo e ora paghiamo le conseguenze".
Andrea Leoni (Fi-Pdl) ricorda come "le problematiche erano e sono note da anni, tanto che Aipo nel 2010 già lo dichiarava pubblicamente", e quindi "la responsabilità deve essere allargata oltre al gestore anche a chi politicamente decide i fondi", senza considerare poi che "non c'è possibilità messa in sicurezza senza un cambio di passo nelle scelte urbanistiche".
Mauro Manfredini (Lega Nord) è netto: "Non si può non prevedere una piena, siamo molto bravi nell'emergenza ma non dimentichiamo che la prevenzione costa meno, il vero problema è la mancanza di programmazione degli interventi".
Invitano a riflettere in maniera più approfondita i consiglieri delle forze di maggioranza. "Non pensiamo di sostituire con il nostro ruolo di consiglieri quello della Procura della Repubblica o dell'apposita Commissione costituita da esperti docenti universitari- avverte Marco Barbieri (Pd)-, il nostro dovere di legislatori è capire come possiamo fare in modo che una simile tragedia non accada più, e il modo migliore per farlo è da una parte razionalizzare le competenze, in modo da aumentare l'efficacia, dall'altro chiedere maggiori risorse al Governo".
Allo stesso modo Gabriella Meo (Sel-Verdi) invita a "non dedicarsi alla ricerca emotiva dei colpevoli, perché su questo tema serve attenzione tecnica e non esperti improvvisati" e ribadisce che "la manutenzione del territorio è indispensabile e improrogabile, non ragioniamo solo su quanto costa farla ma anche quanto costa non farla".
Secondo Giuseppe Paruolo (Pd), "dobbiamo cercare di capire se sono possibili innovazioni organizzative e operative e impegnarci per predisporre un quadro normativo per coordinare le forze, così da massimizzare le risorse presenti e reperirne di nuove".
Anche Gabriele Ferrari (Pd) sostiene la necessità di "lasciar perdere il balletto delle responsabilità, ciò che serve è un salto di qualità della politica per ottenere più fondi per il territorio e per spenderli meglio, perché è proprio quando mancano le risorse che le scelte contano di più".
Monica Donini (Fds) ribadisce che "cercare il capro espiatorio sulla singola vicenda è la via facile, bisogna ammettere che il sistema politico, specialmente a livello nazionale, è stato incapace di occuparsi del tema del territorio. L'Emilia-Romagna deve migliorare la pianificazione territoriale e la relazione con i soggetti attuatori, mentre a livello nazionale deve diventare chiara la consapevolezza che i nodi idraulici del bacino del Po sono un tema di tutto il Paese".
In apertura di seduta, insieme a Fortunato era intervenuto anche Francesco Puma, segretario generale dell'Autorità di bacino del fiume Po: nella sua relazione aveva sottolineato come "servono finanziamenti dedicati solo agli interventi complessi, oltre a quelli per la manutenzione", dal momento che "dal 2001 non vige più la programmazione ordinaria ma solo quella straordinaria, quindi praticamente solo la gestione emergenziale". Secondo Puma, comunque, "Panaro e Secchia sono da sempre considerati critici per la loro conformazione idrografica", ma, accusa, "purtroppo solo gli eventi tragici convincono chi gestisce i bilanci a erogare i finanziamenti adeguati".
In conclusione di dibattito hanno preso la parola gli assessori alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo. "Fino ad ora sono già stati finanziati interventi, in corso o da realizzare entro l'anno, per oltre 26 milioni di euro- rivendica Peri- e ben prima che avvenisse la rottura del Secchia la Giunta regionale aveva inviato al Governo un piano di interventi urgenti programmati, con la richiesta di ulteriori finanziamenti per 19 milioni, divenuti poi 21 in seguito all'evento calamitoso". Sicuramente, però, aggiunge, "un altro punto su cui è necessario intervenire è Aipo, struttura fortemente indebolita da meccanismi amministrativi e organizzativi che così come sono le tolgono efficacia e tempestività d'azione".
Sulla stessa linea Gazzolo: "Nel bilancio 2014 abbiamo destinato 16 milioni di euro alla sicurezza del territorio, ben più degli 11 milioni introitati per il demanio- ribadisce-, la competenza dei finanziamenti della difesa del suolo è dello stato, ma noi abbiamo sempre garantito la nostra compartecipazione e continueremo a farlo".
(L'udienza è stata trasmessa in diretta streaming sul sito dell'Assemblea legislativa. Il video integrale dell'incontro al link:
http://www.ertv.it/media/alluvione-i-vertici-dellaipo-in-assemblea)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Le priorità sottolineate oggi dagli assessori regionali alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante l'audizione che si è svolta in Commissione territorio, ambiente e mobilità sulla rottura dell'argine del Secchia -
Bologna, 20 febbraio 2014 -
Avviare immediatamente il piano straordinario di mitigazione del rischio sul nodo idraulico di Modena; disporre di risorse certe e costanti per la cura del territorio; proporre alle altre Regioni del Po un radicale riassetto istituzionale di Aipo, per migliorarne l'efficacia operativa.
Sono queste le priorità sottolineate oggi dagli assessori regionali alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante l'audizione che si è svolta in Commissione territorio, ambiente e mobilità sulla rottura dell'argine del Secchia.
"Il Piano straordinario per il nodo idraulico di Secchia-Panaro e Naviglio c'è - ha sottolineato l'assessore Peri - adesso occorre realizzarlo in tempi rapidi e certi. Per questo c'è bisogno di risorse immediate, che lo stesso Governo si è impegnato a concedere. Fino ad ora sono già stati finanziati interventi, in corso o da realizzare entro l'anno, per oltre 26 milioni di euro. Ben prima che avvenisse la rottura del Secchia la Giunta regionale ha inviato al Governo un piano di interventi urgenti programmati, con la richiesta di ulteriori finanziamenti per 19 milioni, divenuti poi 21 in seguito all'evento calamitoso. Si tratta di risorse indispensabili per mettere in lavorazione subito ciò che avevamo già pianificato, e che dopo l'alluvione ha un carattere di urgenza ancora maggiore ".
"Un altro punto su cui è necessario intervenire - ha aggiunto - è Aipo, struttura fortemente indebolita da meccanismi amministrativi e organizzativi che così come sono le tolgono efficacia e tempestività d'azione. Il governo complessivo del sistema territoriale del bacino del Po deve essere una priorità nazionale, per l'importanza che riveste in termini economici, ambientali e sociali non solo per l'Emilia-Romagna. Proponiamo alle altre Regioni del Po e al Governo un nuovo assetto complessivo dei poteri e delle competenze, che risponda ad una logica di migliore efficacia degli interventi, non solo in caso di emergenza, ma anche di gestione ordinaria del territorio".
"Per la cura del territorio servono risorse certe e costanti - ha ribadito Gazzolo -. Come Regione stiamo facendo la nostra parte e le nostre scelte politiche sono chiare: nel bilancio 2014 abbiamo destinato 16 milioni di euro alla sicurezza del territorio, ben più degli 11 milioni introitati per il demanio. Inoltre, già prima della rottura dell'argine, abbiamo messo a punto e inviato al Governo il Piano straordinario con la richiesta di finanziamenti per interventi urgenti". "In Emilia-Romagna - ha concluso Gazzolo - il reticolo idrografico è di 75 mila chilometri quadrati, a fronte dei 46 mila di quelli stradali. Ciò dà l'idea di quanto complesso e articolato sia il sistema di gestione e difesa del suolo, e di quanto sia indispensabile poter contare su finanziamenti sicuri e continuativi. La competenza dei finanziamenti della difesa del suolo è dello stato, ma noi abbiamo sempre garantito la nostra compartecipazione e continueremo a farlo". /EC
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
L'assessore regionale Rabboni e gli assessori provinciali Ferrari, Rivi,Gozzoli e Montera: va salvaguardato un prodotto simbolo del made in Italy -
Bologna, 20 febbraio 2014 -
"In questo particolare momento è importante che gli organi del Consorzio siano nel pieno della loro legittimità formale e sostanziale per dare corso a tutte quelle iniziative, dai Piani produttivi previsti dal Pacchetto latte della Ue alla lotta alla contraffazione, che sono necessarie per la valorizzazione di un prodotto così importante per l'agricoltura e l'economia emiliana. Occorre evitare che questa vicenda offuschi la reputazione del Consorzio stesso e danneggi l'immagine di un prodotto simbolo del made in Italy come il Parmigiano Reggiano". Così l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni e gli assessori provinciali Pier Luigi Ferrari di Parma, Roberta Rivi di Reggio Emilia, Luca Gozzoli di Modena e Gabriella Montera di Bologna, che esprimono la loro preoccupazione a proposito della vicenda che ha coinvolto i vertici del Consorzio del Parmigiano Reggiano e chiedono che si faccia presto chiarezza: "alle accuse riportate dalla Stampa sono seguite le smentite del Consorzio. Si verifichi la loro fondatezza".
Gli Assessori intervengono anche a proposito del direttore del Consorzio Riccardo Deserti: "il Consorzio è un organismo privato che deve rispondere innanzi tutto ai suoi soci. Auspichiamo che proprio nel loro interesse saprà adottare le decisioni più opportune in considerazione della specifica posizione del direttore."
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La seduta della commissione Territorio, Ambiente, Mobilità in programma domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 10.30 -
Bologna, 19 febbraio 2014 -
La seduta della commissione Territorio, Ambiente, Mobilità in programma domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 10.30 sarà trasmessa in diretta streaming sul sito dell'Assemblea legislativa: www.assemblea.emr.it. All'ordine del giorno, l'audizione con l'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) e i Servizi tecnici affluenti del Po e Po di Volano sull'alluvione nella Bassa modenese e sul nodo idraulico Secchia-Panaro-Canale Naviglio, alla presenza degli assessori Paola Gazzolo (Sicurezza territoriale, difesa del suolo e della costa, protezione civile) e Alfredo Peri (Programmazione territoriale, urbanistica, reti di infrastrutture materiali e immateriali, mobilità, logistica e trasporti).
L'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa ha convenuto con il presidente della commissione, Damiano Zoffoli, nell'accogliere la richiesta arrivata dalla consigliera Silvia Noè (Udc) di trasmettere in diretta streaming la seduta, così come previsto dal Regolamento interno.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La situazione in cui versa l'Appennino emiliano è critica. L'interrogazione del consigliere Villani (Fi-Pdl) sui dubbi nei confronti delle stime dei danni
Bologna, 19 febbraio 2014
I "rilevanti dissesti idrogeologici" che si sono verificati nell'Appennino parmense nella scorsa primavera, avrebbero provocato gravi lesioni a infrastrutture pubbliche e private, tanto che la ricognizione dei danni nel territorio comunale di Tizzano Val Parma, trasmessa dalla Regione Emilia-Romagna alla Protezione civile, ammonterebbe a circa 28 milioni di euro, divisi a metà tra danni subiti dai privati e quelli riguardanti il patrimonio pubblico.
Ne dà notizia il consigliere Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl) in un'interrogazione rivolta alla Giunta comunale, in cui sostiene che il sindaco del Comune in questione avrebbe espresso dubbi su questa stima, asserendo che i danni potrebbero arrivare fino a quasi 60 milioni.
Villani segnala inoltre che "nuovi ingenti danni" causati dal dissesto idrogeologico si stanno ripetendo, nello stesso territorio, in queste ultime settimane e ricorda che l'assessore regionale alla Protezione civile, in accordo con la Provincia di Parma, avrebbe dichiarato l'intenzione di convocare un Tavolo istituzionale provinciale per tracciare un quadro complessivo della situazione.
Il consigliere chiede quindi alla Giunta se anche altri Comuni dell'Appennino parmense, colpiti dai dissesti idrogeologi della primavera scorsa, abbiano avanzato dubbi sulla congruità delle stime dei danni in possesso della Regione e se, alla luce di questi dati, la Giunta si assuma l'impegno concreto di ricalcolare l'entità dei danni e, nel caso, di mettere a disposizione maggiori finanziamenti.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
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